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Document 52010DC0390

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sull'attuazione dell'Agenda europea per la cultura

/* COM/2010/0390 def. */

52010DC0390

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sull'attuazione dell'Agenda europea per la cultura /* COM/2010/0390 def. */


[pic] | COMMISSIONE EUROPEA |

Bruxelles, 19.7.2010

COM(2010)390 definitivo

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

sull'attuazione dell'Agenda europea per la cultura

SEC(2010)904

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

sull'attuazione dell'Agenda europea per la cultura

INTRODUZIONE

La cultura è al centro del progetto europeo e costituisce il fondamento dell'"unità nella diversità" dell'Unione Europea. Il rispetto della diversità culturale assieme alla capacità di riconoscersi in valori condivisi hanno garantito la pace, la prosperità e la solidarietà di cui l'UE gode. Nel mondo odierno in via di globalizzazione la cultura può apportare un contributo peculiare ad una strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, promuovendo la stabilità, la comprensione reciproca e la cooperazione a livello mondiale.

L'adozione dell'Agenda europea per la cultura[1] nel 2007 ha inaugurato un nuovo capitolo di cooperazione in materia di politica culturale a livello europeo. Per la prima volta tutti i partner - istituzioni europee, Stati membri e società civile culturale - sono stati invitati a concentrare i loro sforzi sugli scopi comuni esplicitamente definiti, sottoscritti dal Consiglio[2]:

- promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale;

- promozione della cultura come catalizzatore della creatività;

- promozione della cultura come elemento essenziale nelle relazioni internazionali dell'UE.

Per sostenere la cooperazione l'Agenda ha inoltre introdotto metodologie di lavoro nuove nel settore della cultura:

- un metodo aperto di coordinamento (OMC) per una più stretta collaborazione dello Stato membro riguardo le priorità identificate nel programma di lavoro per la cultura 2008-2010 del Consiglio[3],

- un dialogo maggiormente strutturato con la società civile nel settore della cultura attraverso diverse piattaforme di discussione e di scambio.

Oggetto della presente relazione

La presente relazione esamina il progresso, a livello comunitario e nazionale, verso i tre obiettivi dell'Agenda e valuta le prime esperienze realizzate adottando le nuove metodologie di lavoro, facendo riferimento alle relazioni nazionali presentate dagli Stati membri ed al lavoro dei gruppi e delle piattaforme[4] OMC[5]. Sulla base della presente analisi la Commissione ha tratto le conclusioni presentate nelle sezioni 3.1.2 e 3.2.2.

Nel documento di lavoro dei servizi della Commissione, che è parte integrante della presente relazione, si evidenzia più che altrove il fatto che gli aspetti culturali ricevano sempre più la debita considerazione nelle politiche comunitarie pertinenti ("mainstreaming").

PROGRESSI NELLA DIREZIONE DEGLI OBIETTIVI DELL'AGENDA

Obiettivo 1: Promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale

È possibile rilevare progressi nei vari campi.

L' Anno europeo del dialogo interculturale 2008 [6] si è concentrato sia sulla sensibilizzazione che sullo sviluppo del dibattito politico in materia di dialogo interculturale. L'Anno ha portato a politiche e strutture nuove in alcuni degli Stati Membri, mentre, a livello comunitario, è stato possibile raggiungere un accordo politico sulla necessità di promuovere competenze interculturali[7] e sul ruolo del dialogo interculturale nelle relazioni esterne[8]. La piattaforma per un'Europa interculturale ha pubblicato - e continua a promuovere - il "documento unitario" delle raccomandazioni della società civile.

Il miglioramento delle condizioni di mobilità degli artisti e di altri professionisti della cultura è stato affrontato sia da un gruppo OMC, che si è occupato degli ostacoli alla mobilità e del modo in cui gestirli – ad esempio impiegando sistemi migliori di informazione – e del ruolo delle organizzazioni intermediarie, sia attraverso un progetto pilota dedicato dotato di un bilancio di 3 milioni di euro e tuttora in corso, il quale sviluppa e valuta nuove idee sul sostegno alla mobilità[9]. La Commissione è inoltre impegnata in un lavoro più ampio finalizzato a far fronte a tutti gli ostacoli incontrati da cittadini europei che vogliano esercitare i propri diritti in quanto cittadini dell'Unione in ogni aspetto della propria vita quotidiana e pubblicherà una relazione sulla cittadinanza nell'ultima parte dell'anno.

Il nuovo programma DIVA per gli artisti che lavorano presso istituzioni educative, lanciato dalla Danimarca, sostiene gli artisti in entrata nelle arti visive, musica, letteratura e arti dello spettacolo. È in cantiere un programma per gli artisti danesi che manifestino la volontà di lavorare all'estero. Il recente programma ceco a sostegno delle opere creative o di conoscenza sostiene la mobilità allo scopo di stimolare nuove creazioni.

Il gruppo OMC sulla mobilità delle collezioni ha realizzato una dettagliata comparazione di pratiche in diversi settori, compresi incentivi ed ostacoli ai prestiti. È in corso uno studio della Commissione sulla prevenzione e la lotta al traffico illecito di beni culturali. Nel 2010 il Parlamento Europeo ha avviato un progetto pilota volto ad esaminare lo sviluppo di una rete di allarme per il patrimonio culturale.

L'Olanda è impegnata in una campagna di sensibilizzazione contro il traffico illecito di beni culturali, studiata per quattro gruppi-bersaglio: commercio artistico, grande pubblico, istituzioni che gestiscono il patrimonio e autorità preposte all'applicazione della legge. A Cipro un programma del governo sostiene le spese di trasporto ed esposizione per le opere d'arte in entrata e in uscita.

Le sinergie tra istruzione e cultura sono state oggetto del lavoro di un gruppo OMC ed hanno costituito un tema di dibattito per la piattaforma sull'accesso alla cultura. A livello comunitario le conclusioni di carattere politico riguardanti la promozione di una generazione creativa[10] riconoscono che l'espressione culturale e l'accesso alla cultura svolgono un ruolo primario nello sviluppo della creatività di bambini e giovani.

La Slovenia ha adottato le linee guida nazionali per l'educazione artistica e culturale. L'iniziativa delle scuole creative svedesi di promuovere la collaborazione tra scuole e settore culturale è stata adottata dal 97% dei comuni. L'assessorato all'istruzione di tutti i comuni della Grecia prevede la carica di Capo degli affari culturali, il cui impegno principale consiste nel rafforzare i collegamenti tra istruzione e cultura. Il programma della (comunità fiamminga) "Dynamo3" belga stimola le scuole a sviluppare una prospettiva a lungo termine sull'educazione artistica e culturale.

La comunicazione della Commissione del 2008 su " Multilinguismo : una risorsa per l'Europa e un impegno comune" indica i passi da seguire per convertire la diversità linguistica in risorsa di solidarietà e prosperità. Da allora sono state create due piattaforme di dialogo strutturato aperte alla società civile ed imprenditoriale.

Nell'ampio campo dell'accesso alla cultura la digitalizzazione ha anche rappresentato un settore in progresso. Nel 2008 è stata lanciata Europeana . La Commissione ha annunciato nuove misure per promuovere la digitalizzazione e l'accessibilità in linea del patrimonio culturale all'interno dell'Agenda europea del digitale.

La strategia per il patrimonio culturale digitale dell'Estonia (2007-2010) offre una gamma di servizi elettronici – compresa la cooperazione tra archivi nazionali, biblioteca nazionale, emittenza pubblica e musei – volti a rendere il patrimonio più accessibile.

Riguardo l' alfabetizzazione nel campo dei media intesa come capacità di accedere e di valutare criticamente i contenuti mediatici, una raccomandazione della Commissione del 2009 invita gli Stati membri e l'industria dei media a migliorare la conoscenza delle numerose forme di messaggi mediatici che le persone ricevono. Si continua a lavorare in tal senso attraverso il programma MEDIA 2007 e l'azione preparatoria MEDIA International.

Il Portogallo ha introdotto un programma di alfabetizzazione ai diritti d'autore nelle scuole al fine di rafforzare la comprensione, da parte dei giovani, del valore della creazione e della diversità culturale. La Slovacchia ha sposato il concetto di istruzione mediatica definito in collaborazione con le istituzioni della società civile, dell'istruzione e mediatiche.

Ancora al fine di promuovere l'accesso alla cultura la Commissione ha proposto il marchio del patrimonio europeo [11] per consolidare l'attuale iniziativa intergovernativa. Il marchio è concesso ai siti che celebrano e simbolizzano l'integrazione europea, i suoi ideali e la sua storia. La concessione avviene sulla base di criteri che includono il valore educativo dei siti, specialmente per i giovani.

Obiettivo 2: Promozione della cultura come catalizzatore della creatività

La cooperazione si è concentrata sulle industrie culturali e creative (ICC) e sul contributo apportato dagli investimenti strategici in ambito culturale allo sviluppo locale e regionale. A livello comunitario e nazionale le potenzialità della cultura di stimolare la creatività e l'innovazione , quindi di contribuire ad un ambiente favorevole alla crescita ed all'occupazione, sono sempre più al centro dell'attenzione, come confermano le conclusioni del Consiglio sulla cultura come catalizzatore di creatività e innovazione[12].

L'operazione "Culture Counts!" lanciata dalla Polonia evidenzia il ruolo della cultura nell'economia e nella società in generale. Il Libro Bianco sulla Creatività proposto dall'Italia nel 2009 esamina un modello di creatività e produzione culturale e propone azioni per stimolare la creatività.

L' Anno europeo della creatività e dell'innovazione (2009) ha inoltre esaminato le modalità in cui la cultura genera innovazione economica e sociale. Il manifesto degli ambasciatori dell'Anno[13] insiste sulla creatività che può derivare da collegamenti più solidi tra arte, filosofia, scienza e affari.

Il dibattito è stato arricchito dai risultati di diversi studi condotti per conto della Commissione, in particolare lo studio del 2009 sull'impatto della cultura sulla creatività, lo studio del 2010 sull'imprenditoria delle ICC e la relazione tematica di Eurydice sull'educazione artistica e culturale a scuola in Europa.

Le ICC sono state oggetto di particolare attenzione culminata a livello comunitario nella pubblicazione nel mese di aprile del 2010 del Libro verde sulla creazione di un contesto in cui questo settore possa dispiegare le proprie potenzialità per contribuire ad una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Il Libro verde è decisamente ispirato al lavoro del gruppo OMC ed alla piattaforma delle ICC e può essere consultato per questioni come l'accesso alla finanza, la richiesta di competenze da parte dell'imprenditoria creativa e i partenariati innovativi con altri settori economici[14].

Nel mese di ottobre del 2009 è stato pubblicato un documento di riflessione sulla sfida di creare un mercato unico digitale europeo per beni di carattere creativo come libri, musica, films o videogiochi. Il documento analizza gli ostacoli alla libera circolazione di contenuto creativo in Internet e lancia una consultazione pubblica su alcune possibili misure per la creazione di un vero e proprio Mercato Unico.

La strategia britannica a favore della creatività (Creative Britain Strategy) del 2008 individua i punti chiave per l'intervento del governo nell'industria creativa: competenze e talento, innovazione, proprietà intellettuale e sostegno alle imprese creative. La nuova strategia di sviluppo delle industrie creative della Lituania contempla il sostegno alla rete nazionale di incubatori di imprese creative. La strategia di sviluppo dell'economia creativa proposta dalla Finlandia prende in considerazione occupazione, imprenditoria e sviluppo dei prodotti nel settore dell'industria creativa.

Viene inoltre sempre più riconosciuto il contributo della cultura allo sviluppo regionale e locale. 6 miliardi di euro dei fondi di coesione sono stati assegnati alla cultura per il periodo 2007-2013 per finanziare operazioni di tutela e conservazione del patrimonio culturale, sviluppo di infrastrutture culturali e sostegno ai servizi culturali. Ulteriori fondi sono stati assegnati a voci quali turismo, risanamento urbano, promozione della PMI e società dell'informazione. Uno studio esamina il contributo della cultura allo sviluppo locale e regionale ed include uno strumento pratico per i politici di livello regionale e locale e per gli operatori culturali. La preparazione della futura politica di coesione, a decorrere dal 2014, deve trarre insegnamento dai progetti e dagli studi sulla realizzazione di strumenti che liberino tutte le potenzialità del settore culturale, in particolare quelle delle industrie creative. Il settore culturale e quello creativo devono essere incorporati all'interno di strategie integrate di sviluppo regionale o di città, in collaborazione con le pubbliche autorità e le rappresentanze rilevanti della società civile.

Nel 2009 l'Irlanda ha lanciato l'iniziativa del turismo culturale al fine di migliorare la collaborazione tra il settore artistico, culturale e turistico. La nuova unità specializzata in turismo culturale del Ministero della Cultura romeno promuove la cooperazione interservizi al fine di sfruttare appieno le potenzialità del patrimonio tangibile e intangibile.

Lo sviluppo di metodologie di produzione di statistiche culturali armonizzate si è rivelata una sfida cui far fronte con l'aiuto del processo OMC. A partire da settembre 2009 Eurostat sostiene una rete di servizi statistici nazionali che collaborano tra loro. Nel giro di due anni questa rete, coordinata dal Ministero della Cultura del Lussemburgo, si occuperà del quadro metodologico delle statistiche culturali; delle ICC; della spesa pubblica e privata nel settore culturale; della partecipazione culturale e dell'impatto sociale della cultura.

Obiettivo 3: promozione della cultura come elemento essenziale nelle relazioni internazionali dell'UE.

In quanto membro della Convenzione dell’UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali[15], l'UE si impegna ad assumere la dimensione culturale come elemento essenziale nelle sue relazioni con i paesi e le regioni partner.

Dal momento in cui è stata adottata l'Agenda si è delineato un nuovo quadro strategico per la cultura nelle relazioni esterne dell'UE. La cultura è sempre più percepita come fattore strategico di sviluppo politico, sociale ed economico. Maggiori risorse finanziarie sono state mobilitate grazie a nuove iniziative; dal 2007 più di 10 milioni di euro sono stati destinati alla cultura nei paesi terzi ed alla cooperazione regionale.

Il sostegno dell'UE alla cooperazione culturale nell'area coperta dalla politica europea di vicinato è stato sensibilmente potenziato. Nel 2009 e per il 2010 l'azione speciale del programma culturale dell'UE è dedicata a quest'area, mentre nel 2011 verrà lanciata una nuova iniziativa per la cooperazione regionale ed inter-regionale.

Nel contesto dell' Unione per il Mediterraneo sono in corso i preparativi di una nuova strategia Euromed sulla cultura. La Commissione ha realizzato una valutazione delle esigenze ed un processo di consultazione; un gruppo di lavoro specifico nominato dai membri elaborerà la strategia da proporre ai Ministri.

Nei paesi neoaderenti l'importante lavoro di riqualificazione del patrimonio culturale è stato integrato da un'attenzione rivolta alle organizzazioni autonome grazie ad un apposito invito dello strumento per la società civile creato nell’ambito dell’IPA. La cultura è anche uno degli assi del dialogo politico e della cooperazione nel nuovo partenariato orientale , avviato nel 2009. Il programma culturale del partenariato orientale, che sarà lanciato nel 2010, mira a rafforzare le capacità degli operatori culturali, favorire i collegamenti regionali e contribuire allo sviluppo di politiche culturali inclusive nei paesi partner.

Nel 2008 la Slovenia ha ospitato la conferenza durante la quale è stato lanciato il "processo di Lubiana", ossia un progetto volto a finanziare la riqualificazione del patrimonio nell'Europa sudorientale.

Riconoscimento sempre maggiore è attribuito al ruolo svolto dalla cultura nelle politiche di sviluppo . Nel 2009 la Commissione ha avviato un processo di promozione del ruolo della cultura nello sviluppo, basato sugli sforzi congiunti di tutte le parti interessate. È stato istituito un comitato di professionisti dell'UE e dei paesi ACP per monitorare il progresso e l'apporto alla definizione del decimo programma culturale FES-intra ACP[16].

La strategia sulla cultura e lo sviluppo proposta dalla Spagna nel 2007 si fonda sui principi della Convenzione dell'UNESCO.

Nel settore delle relazioni commerciali l'UE ha continuato a prendere in considerazione la natura specificamente doppia (economica/culturale) del settore audiovisivo come veicolo di comunicazione di identità e valori nei negoziati bilaterali e multilaterali rilevanti. Allo stesso tempo, conformemente alla Convenzione dell'UNESCO, è stato riconosciuto il bisogno di garantire un trattamento preferenziale ai paesi in via di sviluppo nel settore dell'espressione culturale al fine di promuovere scambi maggiormente equilibrati grazie alla sottoscrizione di un protocollo di cooperazione culturale nell'ambito dell'accordo di partenariato economico con i paesi del Cariforum[17].

Nuovi accordi di coproduzione cinematografica tra Francia e Paesi partner includono l'inevitabile riferimento alla Convenzione dell'UNESCO.

Un ulteriore passo in avanti è stato mosso grazie ai partenariati bilaterali stipulati con paesi partner sviluppati o emergenti. Nel 2009 si è tenuto a Mosca il seminario ad alto livello "Russia-UE: segnali sulla strada della cooperazione culturale", organizzato dall'UE e dal Ministero della Cultura russo. Nel 2010 è stato creato il partenariato della dimensione settentrionale sulla cultura. Il partenariato strategico tra UE e Brasile possiede una dimensione culturale, come dimostra la sottoscrizione di una dichiarazione congiunta nel 2009 tra la Commissione Europea e il Ministero della Cultura brasiliano. Nell'ottobre del 2008 è stata ufficialmente istituita una relazione strategica tra l'UE e il Messico. Nel mese di maggio del 2009 è stato avviato un dialogo politico tra la Commissione europea e il Ministero della Cultura cinese. Azioni speciali del programma culturale hanno sostenuto progetti di cooperazione con, inter alia, Cina, India e Brasile.

Nel settore audiovisivo l'azione preparatoria MEDIA International mira ad esplorare possibilità di potenziamento della cooperazione tra professionisti dell'industria audiovisiva europei e paesi terzi ed incoraggiare un flusso bilaterale di lavori cinematografici ed audiovisivi. Si continuerà a fornire sostegno grazie al successivo programma MEDIA Mundus con la concessione di 15 milioni di euro tra il 2011 e il 2013.

METODI DI LAVORO E PARTENARIATI

La Commissione ha proposto diversi nuovi metodi di lavoro nell'Agenda, in particolare il metodo aperto di coordinamento (OMC) e un dialogo maggiormente strutturato con il settore culturale.

L'OMC

Prime esperienze

Il piano di lavoro per la cultura 2008-2010 adottato dal Consiglio ha istituito quattro gruppi di esperti che collaborassero attraverso l'OMC al fine di condividere esperienze e proporre raccomandazioni sui temi prioritari individuati dal piano.

- ICC;

- Sinergie cultura-istruzione;

- Mobilità degli artisti e di altri professionisti della cultura;

- Mobilità delle collezioni.

Mentre il piano di lavoro definiva gli obiettivi per ciascun gruppo, il processo di individuazione di settori più specifici si è rivelato una sfida per i gruppi e in alcuni casi ha ritardato l'effettivo avvio delle attività.

Nella discussione della maggior parte degli argomenti i gruppi si sono concentrati sulla condivisione di esperienze per sviluppare raccomandazioni politiche. In alcuni casi si è prestata maggiore attenzione alla collazione ed analisi più sistematica delle pratiche nazionali.

Nonostante sia difficile trarre conclusioni perentorie dopo due soli anni di esperienza, sia la Commissione sia gli Stati membri ritengono che l'OMC sia nel complesso uno strumento di cooperazione efficace nel settore della cultura.

Il processo OMC si è rivelato un valido quadro di riferimento per il lavoro in rete e l'apprendimento reciproco tra le amministrazioni nazionali. Benché tutti i gruppi mirassero a formulare raccomandazioni politiche, sussiste la sfida principale, quella di incanalarli verso la politica a livello nazionale e comunitario, nonché di coordinare il lavoro dei gruppi con quello delle Presidenze del Consiglio e della Commissione.

Sfide per il futuro

La cooperazione tra OMC deve concentrarsi su questioni e risultati che possano essere recepiti dagli Stati membri e dalla Commissione nei loro rispettivi settori di competenza, portando ad un progresso verso gli obiettivi dell'Agenda.

Una migliore integrazione del lavoro di gruppi OMC, Commissione e Consiglio, in particolare delle Presidenze, sosterrà l'iniziativa. Le Presidenze dovrebbero avere chiara cognizione delle priorità, assicurandosi che i programmi della Presidenza e il lavoro del Consiglio si fondino sui risultati prodotti dai gruppi OMC.

Gli incontri dei Direttori Generali dei Ministeri della Cultura si sono rivelati un forum efficace per la riflessione strategica ed hanno le potenzialità per diventare un importante canale di diffusione e ricezione dei risultati dei gruppi OMC. Si dovrebbe prevedere l'istituzione sistematica di un incontro tra Direttori Generali nell'ambito di ogni Presidenza al fine di esaminare i risultati di uno o più gruppi OMC, in linea con le priorità della Presidenza.

Tenuto conto dei suggerimenti degli Stati membri nelle relazioni nazionali e dei componenti dei gruppi OMC, la Commissione propone le seguenti modalità di potenziamento della collaborazione efficace:

- Gli Stati membri, attraverso gli organi pertinenti del Consiglio, devono definire tanto le tematiche generali quanto gli argomenti specifici di discussione dei gruppi OMC. Il numero massimo di 4 o 5 gruppi tematici è un limite ragionevole e garantisce che la Commissione possa sostenere efficacemente il processo e che il Consiglio, in particolare le Presidenze, abbia capacità sufficiente per recepire i risultati del lavoro dei gruppi. All'interno del singolo gruppo gli argomenti devono essere affrontati consecutivamente e distribuiti secondo un preciso calendario. Un piano quadriennale renderà possibili cooperazione sostenibile, revisione intermedia e progresso tematico significativo.

- Il Consiglio deve altresì definire i risultati che i gruppi dovranno produrre in relazione ad ogni punto – relazioni analitiche, compendi delle prassi migliori o raccomandazioni politiche. Deve inoltre individuare occasioni di diffusione, ad esempio conferenze delle Presidenze, incontri dei Direttori Generali, eventi organizzati da/con piattaforme del settore culturale, seminari organizzati dalla Commissione.

- In questo contesto ogni gruppo definirà il proprio metodo di lavoro, da sedute plenarie a Bruxelles ad attività di apprendimento fra pari organizzate dal Paese ospitante. Come già accade i gruppi saranno presieduti da uno o due presidenti su designazione e parere favorevole del CAC.

- Definire con chiarezza gli argomenti dovrebbe facilitare agli Stati membri l'individuazione dei componenti del gruppo che possiedano il profilo adatto. L'esercizio di registrazione può essere replicato annualmente per far sì che i membri abbiano il profilo più adatto agli argomenti oggetto di trattazione in quell'anno. Alcuni argomenti potrebbero richiedere una conoscenza contenutistica approfondita, altri una più ampia visione politica. Sia che vengano nominati esperti del settore provenienti dall'accademia o dalla società civile oppure funzionari ministeriali (o entrambi), è in ogni caso fondamentale uno stretto legame tra definizione delle politiche e sostegno efficace da parte del Ministero.

- La dimensione dei gruppi OMC – da 22 a 27 Stati membri partecipanti – ha dimostrato di possedere vantaggi e svantaggi e, di fatto, i piccoli sottogruppi si sono rivelati i forum di discussione privilegiati. L'obiettivo rimane lo scambio e la discussione attivi. Tale obiettivo potrebbe essere conseguito, ad esempio, condividendo le pratiche, ospitando una visita di apprendimento tra pari o producendo un caso di studio.

- La trattazione consecutiva di argomenti specifici lungo un periodo di quattro anni faciliterà agli Stati membri il compito di individuare le discussioni alle quali desiderano prendere parte attiva. Il programma per la cultura deve fornire sostegno ai gruppi, specialmente per le attività di apprendimento tra pari e di divulgazione.

Metodi di lavoro adattati aiuteranno a promuovere l'adozione dei risultati degli OMC. Grazie ad argomenti ben identificati, risultati definiti e possibilità di diffusione, la cooperazione tra gli Stati membri attraverso gli OMC avrà luogo in uno scenario a tappe ben scandite. L'obiettivo generale è quello di raggiungere una migliore armonizzazione del lavoro dei gruppi OMC, della Commissione e del Consiglio, in particolare delle Presidenze.

Dialogo strutturato con il settore culturale

Prime esperienze

La Commissione è impegnata nel dialogo con il settore culturale con il fine di assicurare che la sua voce venga debitamente ascoltata nel dibattito politico a livello europeo.

A partire dal 2007 il dialogo strutturato tra la Commissione ed il settore avviene per mezzo di due strutture principali: le piattaforme tematiche delle associazioni europee e il forum europeo della cultura.

In preparazione dell'Anno Europeo del Dialogo Interculturale 2008 il settore ha creato la "piattaforma unitaria" (Rainbow Platform), un'interfaccia tra la società civile e la Commissione con il compito di organizzare e sostenere l'Anno. Questa si è poi trasformata nella Piattaforma per l'Europa Interculturale. Facendo riferimento a questo esempio la Commissione ha pubblicato un invito aperto a manifestare interesse a metà del 2008 per incoraggiare le organizzazioni culturali con forte dimensione europea a creare due ulteriori piattaforme riguardanti l'accesso alla cultura e le ICC.

Ogni piattaforma ha sviluppato le prime raccomandazioni politiche e le ha presentate all'intero settore durante il Forum europeo della cultura del 2009.

Uno dei maggiori benefici registrati dalle piattaforme consiste nel dialogo più intenso ed ampio nel settore culturale. Il dialogo strutturato ha rappresentato un invito per gli attori del particolarmente eterogeneo settore culturale a cercare un terreno comune. Il settore è meglio informato sui processi decisionali ed è maggiormente disposto a interagire con la politica.

Sulla base delle priorità presentate il settore può tuttavia riscontrare difficoltà nell'individuazione degli interlocutori più rilevanti e delle iniziative politiche su argomenti specifici. La migliore integrazione del dialogo della società civile con il lavoro di Commissione, gruppi OMC e Stati membri nel Consiglio produrrà un quadro più preciso di tempi e luoghi in cui inserire le raccomandazioni.

Sfide per il futuro

Tenuto conto dei suggerimenti delle piattaforme e degli Stati membri nelle relazioni nazionali, la Commissione propone le seguenti modalità di potenziamento della collaborazione efficace:

- Ciascuna delle piattaforme tematiche dovrebbe "rispecchiare" ed essere collegata ad un settore politico OMC nell'ottica della riflessione concertata e del dibattito su temi prioritari. La Commissione manterrà i suoi contatti bilaterali con le piattaforme e proporrà un incontro annuale con i comitati di piattaforma.

- Il Forum europeo biennale della cultura rappresenta un'opportunità di rilievo per il dialogo tra la società civile e i politici. Il forum del 2009 ha evidenziato il progresso registrato in materia di integrazione della cultura nelle relative politiche europee ed ha attratto oltre 1.000 partecipanti. C'è però bisogno, allo stesso modo, di eventi in scala minore per fornire lo spazio di discussione su questioni specifiche. Gli eventi futuri di discussione e divulgazione condotti gestiti tramite piattaforma dovrebbero raccogliere partecipanti del settore, il gruppo "specchio" OMC, nonché i politici europei e dello Stato membro. Si studieranno alternative alla concessione di finanziamenti; l'esperienza della fase pilota indica che le sovvenzioni di progetti possono meglio sostenere le attività della piattaforma.

- In alcuni Stati membri è emerso uno sviluppo positivo del dialogo strutturato con la società civile della cultura. In Ungheria il Consiglio per la Politica Culturale (Cultural Sectoral Policy Council) raccoglie rappresentanti del governo, professionisti della cultura, enti sovvenzionatori e sindacati. In Romania una piattaforma di dialogo pilota si è convertita in sezione di impegno delle parti interessate (Stakeholder Engagement) all'interno del Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale.

l dialogo più concentrato con la società civile della cultura contribuirà a sforzi comuni meglio articolati sulle priorità politiche. Le piattaforme tematiche che "rispecchiano" gli argomenti studiati dagli OMC faciliteranno alla società civile l'accesso alle pratiche ed alle conoscenze necessarie al processo decisionale.

ORIENTAMENTI PER IL FUTURO

A partire dall'adozione dell'Agenda l'esperienza ha messo chiaramente in luce le potenzialità della cooperazione in materia di politica culturale, sia attraverso lo scambio di esperienza tra Stati membri – con un'attenzione particolare agli adeguamenti politici basati sulle pratiche migliori – e il maggiore impulso fornito dalla società civile della cultura al processo politico, sia tramite un approccio più coerente alla cultura nelle relative politiche.

L'attuale contesto allargato fa sì che rafforzare la cooperazione diventi quanto mai importante.

La strategia "Europa 2020" proposta dalla Commissione ha come finalità quella di ricollocare l'Europa in un percorso di crescita a lungo termine, con misure specifiche a sostegno della crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. In tale contesto la cultura può svolgere un ruolo fondamentale anche in iniziative-faro come l'Unione dell'innovazione (ecologie creative, innovazione non tecnologica), l'Agenda digitale (alfabetizzazione mediatica, nuovi ambienti di creazione e accesso alla cultura) e le Nuove competenze per nuovi lavori (competenze interculturali e abilità trasversali). Il ruolo della cultura nello sviluppo regionale e locale dovrebbe essere enfatizzato nel quadro di una politica di coesione (città e regioni creative ed interculturali). Al di là dei confini dell'UE il ruolo della cultura nella politica di espansione e di relazioni esterne dovrebbe essere ulteriormente sviluppato (marchiando l'Europa come il luogo di creazione, promuovendo scambi culturali equilibrati e cooperazione con il resto del mondo).

Potenziando la cooperazione efficace le proposte presentate in questa relazione intendono aiutare ad assicurare che la cultura dia il suo pieno contributo per un'Europa intelligente, sostenibile ed inclusiva.

CONCLUSIONE

Il Parlamento europeo, il Consiglio, il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo sono invitati a prendere posizione su questa comunicazione.

Il Consiglio è invitato ad adottare le misure specifiche su una serie di ampie questioni tematiche e argomenti prioritari specifici da affrontare tramite l'OMC.

La Commissione propone di riferire tematicamente circa i progressi sugli argomenti concordati, sulla base delle relazioni OMC, il lavoro delle piattaforme di dialogo strutturato e i contributi volontari da parte degli Stati membri.

[1] http://eur-lex.europa.eu/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=en&numdoc=52005DC0654&model=guicheti

[2] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32007G1129(01):IT:NOT

[3] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:42008X0610(01):IT:NOT

[4] Suggerimenti di piattaforma:http://ec.europa.eu/culture/our-policy-development/doc1565_en.htm

[5] Relazioni finali dei gruppi OMC: http://ec.europa.eu/culture/our-policy-development/doc1565_en.htm

[6] Vedi http://ec.europa.eu/culture/key-documents/doc539_en.htm

[7] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:141:0014:0016:EN:PDF

[8] http://ec.europa.eu/culture/our-policy-development/doc/ICD_external_relations_en.doc.pdf

[9] http://ec.europa.eu/culture/our-programmes-and-actions/doc417_en.htm

[10] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2009:301:0009:0011:EN:PDF

[11] http://ec.europa.eu/culture/our-programmes-and-actions/doc2519_en.htm

[12] http://ec.europa.eu/culture/our-policy-development/doc/CONS_NATIVE_CS_2009_08749_1_EN.pdf

[13] http://www.create2009.europa.eu/about_the_year/manifesto.html

[14] Vedi anche la Dichiarazione di Amsterdam all'indirizzo web: http://85.92.129.90/~workshop/

[15] Più di 110 ratifiche al mese di aprile del 2010.

[16] Vedi http://www.culture-dev.eu/pages/en/en_accueil.html.

[17] Sono stati inoltre siglati accordi differenziati e protocolli di attuazione della Convenzione dell'Unesco con la Corea del Sud. Sono invece in fase di completamento gli accordi con i Paesi andini e dell'America centrale.

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