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Document 52010DC0127

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - Un quadro strategico dell'UE per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare SEC(2010)379

/* COM/2010/0127 def. */

52010DC0127




[pic] | COMMISSIONE EUROPEA |

Bruxelles, 31.3.2010

COM(2010)127 definitivo

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COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Un quadro strategico dell'UE per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare

SEC(2010)379

MOTIVAZIONE

Negli ultimi anni la fame e la malnutrizione si sono aggravate fino a contare, nel 2010, oltre un miliardo di persone esposte all'insicurezza alimentare. L'insicurezza alimentare compromette lo sviluppo umano, la stabilità sociopolitica e i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM). Gli Stati fragili incontrano numerose difficoltà soprattutto nel conseguimento dell'obiettivo OSM1, ossia eliminare la povertà estrema e la fame.

L'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari sui mercati mondiali nel 2007-08 ha indotto a riconsiderare la sicurezza alimentare globale. È stata creata la task force ad alto livello (HLTF) delle Nazioni Unite per la crisi della sicurezza alimentare globale, al fine di migliorare il coordinamento all'interno dell'ONU; è stato avviato il partenariato mondiale per l'agricoltura, la sicurezza alimentare e la nutrizione (GPAFSN) e, infine, durante il Vertice tenutosi all'Aquila nel 2009 i leader del G8 hanno concordato un vasto programma sulla sicurezza alimentare.

L'Unione europea (UE) ha risposto alle crescenti sfide connesse alla sicurezza alimentare con uno "strumento alimentare"[1] aggiuntivo di 1 miliardo di euro, come misura temporanea per sostenere i paesi in via di sviluppo più gravemente colpiti. L'UE e i suoi Stati membri sono già da molti anni gli attori più importanti e affidabili sulla scena mondiale nel settore della sicurezza alimentare, da un punto di vista tanto finanziario quanto politico.

Gli sviluppi recenti e le sfide future esigono una nuova politica comune di sicurezza alimentare, che potenzi ulteriormente la leadership dell'UE nel programma mondiale sulla sicurezza alimentare e renda più efficace l'assistenza dell'UE, in linea con il trattato di Lisbona[2], l'iniziativa EUROPA2020[3] e il Consenso europeo sullo sviluppo[4]. Le sfide future, tra cui la crescita demografica, le pressioni che gravano sulle risorse naturali e sui servizi ecosistemici e le ripercussioni negative del cambiamento climatico sull'agricoltura, influiscono sulle condizioni di crescita e rendono necessarie misure di adeguamento. È inoltre necessario integrare in un quadro politico globale alcune questioni chiave dell'attuale programma sulla sicurezza alimentare, quali nutrizione, volatilità dei prezzi, reti di sicurezza e di protezione sociale, biocarburanti, sicurezza degli alimenti, ricerca e innovazione, acquisizioni di terreni su larga scala e il concetto di "diritto all'alimentazione"[5].

La presente comunicazione è finalizzata a fornire un quadro politico comune all'UE e agli Stati membri per combattere la fame e la malnutrizione nel mondo, contribuendo così alla realizzazione dell'OSM1. Essa è coerente con altri documenti tematici (riguardanti l'istruzione, la salute, la parità fra i sessi e la governance fiscale) e con il pacchetto di sviluppo primavera 2010, che insieme definiscono la posizione dell'UE in vista dell'evento di alto livello dell'ONU in merito agli OSM, il quale si terrà nel settembre 2010. La presente comunicazione è integrata dalla comunicazione sull'assistenza alimentare umanitaria[6], che verte sui contesti di emergenza e post-emergenza.

UN APPROCCIO GENERALE ALLA SICUREZZA ALIMENTARE

Il quadro politico proposto affronta le sfide connesse alla sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo, in contesti sia rurali che urbani, attraverso quattro cardini riconosciuti a livello internazionale[7]: 1) aumentare la disponibilità di cibo; 2) migliorare l'accesso al cibo; 3) migliorare l'adeguatezza nutrizionale dell'alimentazione; 4) potenziare la prevenzione e la gestione delle crisi. Tale quadro politico si basa sui principi di Roma sulla sicurezza alimentare[8] e riconosce, in particolar modo, che le strategie di sicurezza alimentare devono essere oggetto di titolarità da parte del paese beneficiario ed elaborate in funzione delle sue specificità, e instaurare un adeguato equilibrio tra il sostegno alla produzione nazionale e il ricorso al commercio per coprire il fabbisogno alimentare.

I progressi in materia di sicurezza alimentare e nella realizzazione dell'OSM1 sono stati irregolari tra le diverse aree geografiche e i gruppi di popolazione. Benché le sfide in questo campo siano presenti in tutto il mondo, la maggior parte dei traguardi da raggiungere resta in Africa e nei paesi che versano in situazioni delicate. Secondo il rapporto OSM del 2009[9] la percentuale di popolazione denutrita nell'Africa subsahariana è diminuita dal 32% (1990-92) al 29% nel 2008. I dati comparabili per l'Asia meridionale, la seconda regione con il più alto livello di denutrizione, erano rispettivamente di 24% e 21%[10]. Inoltre, i dati più recenti sui paesi fragili mostrano un livello di denutrizione del 31,4%, contro il 14,5% dei paesi non fragili. Se la malnutrizione è ancora un fenomeno prevalentemente rurale, in seguito all'urbanizzazione l'insicurezza alimentare potrebbe diventare, a lungo andare, più grave nelle aree urbane.

L'azione dell'UE deve privilegiare quei paesi colpiti dall'insicurezza alimentare che accusano maggiori ritardi nel raggiungimento dell'OSM1, in particolare l'Africa, ma anche l'Asia meridionale e altre regioni (Bangladesh, Cambogia, Haiti, Nepal, Timor Est, ecc.)[11]. Considerata la natura anche di altri OSM la cui realizzazione è ancora lontana, sarà necessario investire in modo specifico nelle donne[12].

È inoltre dimostrato[13] che gli investimenti nel settore della piccola proprietà hanno sortito i migliori risultati in termini di riduzione della povertà e di crescita. Pertanto, questo nuovo quadro dell'UE si focalizza sull'aumento della rendita dei piccoli proprietari e sulla capacità di ripresa delle comunità vulnerabili, incoraggiando la risolutezza dei paesi che pongono l'agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dei propri sforzi di sviluppo.

Aumentare la disponibilità di cibo

Si stima che la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050 e che, considerati i cambiamenti dei regimi alimentari e l'aumento dei redditi, la domanda di cibo lieviterà del 70%[14]. Ciò comporta l'esigenza di accelerare la crescita della produzione agricola, anche nei paesi in cui l'aumento demografico è più veloce. In molti di questi paesi l'esiguità delle risorse naturali, inasprita dal cambiamento climatico, ne impone un uso sempre più efficiente.

La maggior parte delle persone che, nel mondo, soffrono la fame e la povertà vive in zone rurali, dove l'agricoltura – inclusi coltivazione, allevamento, pesca e selvicoltura – costituisce la principale attività economica. A dominare è la piccola agricoltura: circa l'85% degli agricoltori nei paesi in via di sviluppo coltiva meno di 2 ettari di terreno. I sistemi misti (agricoltura/allevamento) di piccola proprietà assicurano circa la metà della produzione alimentare mondiale[15]. L'assistenza dell'UE per accrescere la disponibilità di cibo nei paesi in via di sviluppo deve focalizzarsi, pertanto, sulla produzione alimentare sostenibile di piccola scala. Ciò avrebbe il molteplice effetto di migliorare la rendita e la capacità di ripresa dei produttori agricoli, mettere i beni alimentari a disposizione dei consumatori e mantenere o migliorare il livello di qualità ambientale. Nel sostenere l'agricoltura di piccola scala, l'assistenza dell'UE dovrà privilegiare gli approcci d'intensificazione sostenibili ed ecologicamente efficienti, rispettando le diverse funzioni dell'agricoltura. Ciò implica, tra l'altro, l'ottimizzazione delle risorse agricole, la gestione integrata degli infestanti, un migliore sfruttamento del suolo e dell'acqua e l'introduzione di specie di coltivazioni resistenti allo stress[16]. Perché questo approccio abbia successo è necessario considerare la produzione in un contesto di catena di valore, con adeguato accesso ai finanziamenti, alla trasformazione e ai mercati, dove le piccole e le medie imprese e la microfinanza rurale possono giocare un ruolo chiave. Collaborazioni tra pubblico e privato possono avere, nelle giuste condizioni, l'importante funzione di stimolare la produttività agricola. L'UE e gli Stati membri dovrebbero, inoltre, sostenere iniziative volte a ridurre le perdite successive al raccolto, ad accrescere la capacità di magazzinaggio e ad affrontare problematiche relative alla sicurezza degli alimenti e alla salute degli animali.

La sicurezza dell'accesso alla terra e dei diritti di proprietà e di uso del suolo sono i presupposti per una maggiore produttività dei piccoli proprietari terrieri. Occorrono efficaci politiche e leggi fondiarie nazionali che inducano i governi ad intraprendere azioni prioritarie sul territorio. Laddove i paesi elaborino politiche sull'agricoltura, sul territorio e sui biocarburanti, l'UE e gli Stati membri dovrebbero fare in modo che tali politiche affrontino problemi riguardanti la disponibilità e l'accessibilità del cibo e stimolino l'integrazione dei piccoli agricoltori in catene di produzione.

Inoltre, principi riconosciuti a livello internazionale dovrebbero indurre gli investitori, i paesi ospitanti e le altre parti interessate ad investire nell'agricoltura rispettando i diritti umani, i mezzi di sussistenza e le risorse. L'UE e gli Stati membri dovrebbero incoraggiare l'elaborazione di principi internazionali per la realizzazione di investimenti responsabili nei terreni agricoli, sulla base delle linee guida di politica fondiaria[17]. In Africa si sosterrà l'applicazione degli orientamenti di politica fondiaria del 2009[18]. I governi dei paesi partner, le organizzazioni agricole e le altre parti interessate saranno incoraggiati a compiere scelte consapevoli che garantiscano la sostenibilità degli investimenti esteri, in modo da massimizzare i benefici sociali, economici e ambientali per il paese.

L'aumento della disponibilità di cibo implica una ricerca e un'innovazione nel settore pubblico maggiormente imperniate sulla domanda, che prestino sufficiente attenzione alle conoscenze tradizionali e alle colture alimentari diversificate (incluse le specie locali) e rendano le innovazioni accessibili agli agricoltori e consone alle loro esigenze. L'UE e gli Stati membri dovrebbero sostenere quelle forme di ricerca e innovazione che presentano evidenti benefici per i piccoli agricoltori. Esse includono, ad esempio, le iniziative volte a potenziare la capacità di adattamento al cambiamento climatico e a migliorare la resistenza allo stress, alla siccità e alle alluvioni, preservando, allo stesso tempo, una vasta biodiversità di colture e specie e la loro accessibilità. Tale supporto dovrebbe considerare le esigenze e le preoccupazioni espresse dai paesi beneficiari in base alle obiettive informazioni a loro disposizione in merito ai benefici e ai rischi di tutte le nuove tecnologie, nonché all'esistenza di solidi quadri regolamentari e alle possibilità di attuarli. Andrebbero sostenuti anche i regimi di proprietà intellettuale che ottimizzano l'accesso alle nuove tecnologie e risorse da parte degli agricoltori meno abbienti. Inoltre, i rapporti di sinergia tra l'adattamento al cambiamento climatico e la mitigazione dei suoi effetti dovrebbero essere esplorati parallelamente allo sviluppo di misure d'incentivazione, per esempio associando l'agricoltura ai mercati del carbonio.

Il commercio internazionale può contribuire in modo sostanziale alla disponibilità di cibo aumentando la quantità e ampliando la varietà dei prodotti alimentari sul mercato. Un'altra possibilità di incrementare la disponibilità di cibo consiste nell'integrazione regionale dei mercati agricoli e alimentari, che agevolerebbe flussi commerciali dalle zone eccedentarie a quelle deficitarie. L'UE e gli Stati membri dovrebbero incoraggiare l'uniformazione e l'armonizzazione di politiche, norme e ordinamenti, allo scopo di ottenere politiche agricole integrate a livello regionale. L'UE e gli Stati membri riconoscono, inoltre, che i paesi in via di sviluppo possono usufruire, tenuto conto dei problemi relativi alla sicurezza alimentare a livello sia regionale che nazionale, delle opportunità offerte dalla politica commerciale attuale, incluse le misure di frontiera. L'obiettivo dovrebbe essere il perseguimento di una catena agroalimentare sostenibile.

Migliorare l'accesso al cibo

L'accesso al cibo dovrebbe essere ottimizzato innanzi tutto migliorando le opportunità di impiego e di reddito sia nelle zone rurali che in quelle urbane, anche attraverso la diversificazione e il commercio, in modo tale che i prodotti alimentari siano economicamente accessibili ad un maggior numero di persone. Un'azione complementare dovrebbe essere svolta dai meccanismi di trasferimento sociale. L'UE e gli Stati membri dovrebbero assistere i paesi partner nella creazione e gestione di meccanismi sociali volti a sostenere gruppi di popolazione vulnerabili, in particolar modo le donne. Le esperienze di meccanismi proficui saranno condivise e verranno sostenuti i sistemi operativi. Si presterà la dovuta attenzione alle strategie di uscita dalle reti di sicurezza. I meccanismi dovranno essere efficienti, accessibili e flessibili, capaci di consentire una rapida espansione in periodi di crisi. Dovrebbero comprendere un'importante dimensione nutrizionale, offrendo assistenza soprattutto a persone la cui adeguata nutrizione sortirebbe effetti positivi sulla realizzazione degli OSM 4 (ridurre la mortalità infantile) e 5 (migliorare la salute materna).

Nelle zone rurali, la trasformazione dei prodotti agricoli potrebbe contribuire, soprattutto nelle piccole e medie imprese, alla creazione di impieghi, che sarebbe agevolata anche tramite un più efficace accesso ai servizi finanziari. Si potrebbero, inoltre, sviluppare reti di sicurezza rurale[19] per quelle famiglie vulnerabili che sono in grado di fornire manodopera. Le reti di sicurezza produttiva avranno il duplice vantaggio di migliorare le condizioni della produzione rurale e ottimizzare l'accesso diretto al cibo.

L'accesso al cibo può generalmente essere migliorato mediante l'applicazione dell'approccio "diritto all'alimentazione", come evidenziato negli orientamenti volontari per sostenere la realizzazione progressiva del diritto all'alimentazione nel contesto della sicurezza alimentare a livello nazionale [20]. L'UE e gli Stati membri dovrebbero continuare a perseguirne l'applicazione nei paesi in via di sviluppo, sostenendo quadri politici e giuridici basati sul "diritto all'alimentazione". Ciò significa sostenere strategie che contrastino le cause primarie della fame, rafforzare i gruppi emarginati tramite l'ideazione, l'applicazione e il controllo di programmi nazionali, nonché stabilire e potenziare meccanismi di ricorso.

Migliorare l'adeguatezza nutrizionale dell'alimentazione

Si stima che la malnutrizione provochi ogni anno 3,5 milioni di morti tra madri e bambini[21] e un terzo del carico di morbilità fra i bambini al di sotto dei cinque anni. Fino a 2 miliardi di persone al mondo soffrono di carenza di vitamine e minerali[22]. Gli effetti più nocivi della malnutrizione si verificano durante la gravidanza e i primi due anni di vita, con un impatto spesso irreversibile sullo sviluppo fisico e cognitivo. È necessario privilegiare gli interventi rivolti alle donne incinte e in fase di allattamento, nonché ai bambini al di sotto dei cinque anni (in modo particolare a quelli al di sotto dei due anni)[23].

L'UE e gli Stati membri dovrebbero sostenere la formulazione di politiche e strategie in materia di nutrizione, la formazione alla nutrizione, l'istruzione e la creazione di meccanismi di coordinamento tra agricoltura, salute, istruzione e settori di protezione sociale. I programmi agricoli futuri dovrebbero includere una dimensione nutrizionale. Ciò potrebbe realizzarsi potenziando la diversificazione della piccola agricoltura, promuovendo la produzione di alimenti ricchi di micronutrienti, soprattutto tra le varietà e specie locali, monitorando i risultati relativi alla nutrizione e/o sostenendo la ricerca agricola condotta da una prospettiva nutrizionale.

La leadership politica e il coordinamento multisettoriale a livello nazionale, che sfociano in un'azione multisettoriale integrata, svolgono un ruolo cruciale nell'inserimento della nutrizione nei programmi e nelle strategie nazionali di sicurezza alimentare. L'UE e gli Stati membri dovrebbero promuovere il collegamento con strategie sanitarie nazionali che includano servizi di base relativi alla nutrizione e il controllo dello stato nutrizionale della popolazione.

2.4 Migliorare la prevenzione e la gestione delle crisi

Produttori e comunità rurali devono essere capaci di resistere agli effetti delle crisi alimentari. Mentre le risposte anticrisi a breve termine richiedono spesso la mobilitazione di strumenti umanitari ad hoc, è necessario creare e preservare altre capacità e altri meccanismi finalizzati a ridurre il rischio di crisi e a gestirne gli effetti. Una stretta connessione tra gli attori e gli strumenti umanitari e di sviluppo è fondamentale e andrebbe promossa attingendo ai principi del collegamento tra aiuto, ricostruzione e sviluppo (CARS).

L'UE e gli Stati membri dovrebbero intensificare il loro impegno a sostenere l'integrazione regionale nei paesi in via di sviluppo, considerato che una maggiore integrazione regionale rappresenta un altro strumento per prevenire crisi economiche, politiche e di sicurezza alimentare, e per mitigarne gli effetti.

Sistemi di rapida allerta regionali o nazionali, in grado di preannunciare calamità imminenti, devono essere potenziati, o sviluppati laddove ancora non esistano, e collegati in modo più efficace alle organizzazioni responsabili dei processi di decisione e reazione. Tali sistemi devono estrarre dati da tutti i livelli, incluso quello comunitario, collegando dati meteorologici a informazioni riguardanti la nutrizione, la diffusione di malattie tra le colture e gli animali e i prezzi di mercato. L'UE e gli Stati membri dovrebbero incoraggiare sistemi di monitoraggio e informazione connessi alla sfera decisionale, anche attraverso il lavoro della Commissione[24].

Politiche volte ad affrontare la sfida della volatilità dei prezzi possono fronteggiare la volatilità stessa oppure i suoi effetti. Per attenuare la volatilità è necessario migliorare il rapporto tra scorte finali e consumo di beni alimentari, creando le condizioni necessarie all'aumento della produzione e al mantenimento di un livello adeguato di scorte, soprattutto da parte dei commercianti privati. Si dovrebbero, inoltre, scoraggiare le restrizioni all'esportazione di prodotti alimentari di base. L'UE e gli Stati membri dovrebbero contribuire a migliorare il funzionamento del mercato alimentare a livello globale, regionale e nazionale. Ciò significherà anche intervenire attraverso la trasparenza di mercato (informazioni sulla produzione, sulle riserve, sui prezzi, ecc.), promuovere lo stoccaggio e creare riserve alimentari locali e nazionali, laddove sia opportuno e realizzabile. Gli effetti della volatilità dei prezzi possono essere attenuati mediante un insieme di misure, tra cui la creazione di reti di sicurezza modulabili, sistemi di informazione sulla sicurezza alimentare, il ricorso all'assicurazione (condizioni meteorologiche, indice) e il miglioramento della capacità di utilizzare strumenti di gestione del rischio dei prezzi.

MASSIMIZZARE L'EFFICACIA DEGLI INVESTIMENTI NELLA SICUREZZA ALIMENTARE

L'UE e gli Stati membri devono concentrarsi su tre tipi di condizioni necessarie a massimizzare l'efficacia degli investimenti nella sicurezza alimentare.

Politiche e strategie nazionali e regionali in materia di agricoltura e sicurezza alimentare

Per ottenere risultati tangibili è necessario che i programmi di assistenza sostengano politiche e riforme nazionali e regionali in materia di agricoltura e sicurezza alimentare, nonché di domini affini, quali il terreno, l'acqua e i biocarburanti, prendendo pienamente in considerazione le sfide del cambiamento climatico. Tali politiche e riforme devono costituire parte integrante del quadro di strategie per la riduzione della povertà. Gli obiettivi e i traguardi della sicurezza alimentare dovrebbero, inoltre, essere oggetto di una maggiore integrazione nelle altre politiche settoriali dei paesi partner in ambiti quali il trasporto, le infrastrutture, la pesca, la salute e l'istruzione. È fondamentale che le organizzazioni agricole, la società civile, il settore privato, i gruppi vulnerabili e le altre parti interessate partecipino attivamente allo sviluppo e alla revisione di queste politiche. A tal proposito, l'assistenza allo sviluppo da parte dell'UE dovrebbe essere indirizzata a sostenere la capacità di elaborazione politica e i meccanismi di coordinamento intersettoriale.

In Africa i suddetti principi sono stati inseriti nel programma globale di sviluppo agricolo dell'Africa (CAADP), sostenuto dall'UE e dagli Stati membri a partire dal 2007[25]. L'appoggio dell'UE al CAADP dovrebbe essere intensificato, così come in Asia si dovrebbero rafforzare le iniziative di cooperazione regionale sulla nutrizione.

Armonizzare gli interventi dell'UE

L'approccio dell'UE alla sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo deve essere ancorato ai principi della dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti, al programma d'azione di Accra e al codice di condotta dell'UE in materia di divisione dei compiti. L'UE e gli Stati membri dovrebbero individuare le regioni e i paesi tra i quali ripartire i compiti in base ai vantaggi comparati, nonché coordinare la azioni sotto la guida di un donatore principale.

Sia l'UE che gli Stati membri dispongono di diversi quadri politici e strumenti di finanziamento per aiutare i paesi partner a fronteggiare l'insicurezza alimentare. Una migliore armonizzazione delle politiche e una maggiore complementarità di strumenti, in coordinamento con gli investimenti privati, dovrebbero condurre ad un'azione più efficace.

La coerenza delle politiche per lo sviluppo[26] (CPS) in materia di sicurezza alimentare sarà promossa attraverso una serie di strumenti politici relativi a vari ambiti, quali l'agricoltura, il commercio, la pesca, il cambiamento climatico, l'ambiente e la ricerca. La riforma della politica agricola comune ha rafforzato la coerenza; allo stesso modo le riforme future continueranno a prendere in considerazione obiettivi mondiali di sicurezza alimentare. La futura riforma della politica comune della pesca incrementerà ulteriormente la coerenza tra le politiche e le pratiche europee in materia di pesca e gli obiettivi di sviluppo. Infine, una conclusione bilanciata, globale e ambiziosa dell'agenda di Doha per lo sviluppo potenzierebbe il sistema commerciale internazionale, con effetti positivi sulla sicurezza alimentare.

Migliorare la coerenza del sistema di governance internazionale

L'UE e gli Stati membri dovrebbero migliorare la coerenza della governance internazionale della sicurezza alimentare e sostenere la rapida riforma del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (CFS), quale organismo centrale della sicurezza alimentare. Una volta riformato, il CFS dovrebbe mirare ad un ruolo di supervisione su altri domini specifici correlati alla sicurezza alimentare, come ad esempio gli aiuti alimentari e la nutrizione.

È necessario razionalizzare ulteriormente le priorità delle tre agenzie ONU che hanno sede a Roma (FAO, PAM, FISA) e migliorare la loro cooperazione al fine di creare sinergie. La riforma del sistema ONU e la corrente revisione del ruolo e delle priorità della FAO offrono opportunità di miglioramento della qualità e dell'efficacia. L'UE dovrebbe proseguire la sua stretta collaborazione con il Segretario Generale dell'ONU in merito a questioni di sicurezza alimentare e intensificare il dialogo con le agenzie di Roma, incoraggiando una loro più stretta collaborazione e, se necessario, rinnovando l'orientamento dei loro mandati e delle loro attività sui rispettivi vantaggi comparati: principalmente conoscenza e consulenza politica per la FAO, investimenti sostenibili a lungo termine per la FISA, situazioni di emergenza e fragilità per il PAM.

PRIORITÀ

A dieci anni dall'adozione degli OSM, l'UE deve consolidare la cooperazione per la sicurezza alimentare. Nell'ambito di questo quadro politico, la priorità dell'UE è quella di tutelare la sicurezza alimentare nei paesi fragili. Questa priorità sussiste particolarmente in Africa, dove quasi l'80% della popolazione malnutrita vive nei paesi fragili, e in alcune zone dell'Asia meridionale. Per una maggiore efficienza, l'assistenza deve adeguarsi al contesto del paese e conciliare lo sviluppo di politiche e strategie con la responsabilizzazione dei più vulnerabili. Se tutti e quattro i pilastri devono essere considerati, l'UE dovrebbe dare priorità a quattro vaste dimensioni tra loro correlate: lo sviluppo della piccola agricoltura, la governance, l'integrazione regionale e i meccanismi di assistenza alle popolazioni vulnerabili. Gli obiettivi che l'UE e gli Stati membri dovrebbero perseguire in queste aree sono illustrati in appresso:

Migliorare la capacità di ripresa dei piccoli agricoltori e i mezzi di sussistenza delle zone rurali

- Enfatizzare l'intensificazione di un'agricoltura ecologicamente efficiente per i piccoli agricoltori, in particolare per le donne, sostenendo politiche nazionali, strategie e quadri giuridici efficaci e sostenibili, nonché un accesso giusto e sostenibile alle risorse, tra cui terra, acqua, (micro)credito e altri fattori di produzione agricola.

- Aumentare in modo sostanziale il sostegno alla ricerca agricola, basata sulla domanda, per lo sviluppo, l'estensione e l'innovazione, allo scopo di raggiungere il 50% entro il 2015. La ricerca nel settore pubblico dovrebbe avvalersi tanto delle conoscenze tradizionali quanto delle nuove tecnologie, mentre non dovrebbe promuovere tecnologie che non siano sostenibili o compatibili con le capacità nazionali di regolare e gestire i rischi.

- Incoraggiare attivamente una maggiore partecipazione della società civile e delle organizzazioni agricole all'elaborazione di politiche e ai programmi di ricerca e incrementare il loro coinvolgimento nell'attuazione e nella valutazione dei programmi di governo. In questo contesto sarebbe utile promuovere connessioni tra le organizzazioni agricole dell'UE e quelle dei paesi in via di sviluppo.

- Migliorare, insieme ai partner, le condizioni regolamentari e istituzionali per investimenti privati responsabili, in tutte le fasi della catena di valore agricola, e incentivare gli investimenti pubblico-privati. I progressi saranno monitorati e discussi nell'ambito dei piani d'azione a favore della governance.

Sostenere una governance efficace

- Aumentare in modo sostanziale il sostegno al CAADP applicando un'efficace divisione dei compiti, entro il 2015, in tutti i paesi dell'Africa subsahariana il cui sostentamento si basa sull'agricoltura.

- Avviare un'iniziativa congiunta con l'UA per accelerare l'attuazione degli orientamenti di politica fondiaria in Africa, includendo una tabella di marcia volta ad attuare i principi e le buone prassi in materia di investimenti sostenibili su larga scala nei terreni agricoli.

- Sostenere iniziative nazionali e internazionali per la definizione di principi e codici di condotta che regolino gli investimenti sostenibili su larga scala, nazionali ed esteri, nei terreni agricoli, concentrandosi sulla protezione dei diritti fondiari, sul sicuro accesso alla terra e alle altre risorse naturali da parte di piccoli agricoltori e comunità pastorali, e sulla gestione sostenibile di tali risorse.

- Sostenere, a livello mondiale, la riforma del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (CFS), perché diventi l'istituzione centrale nel coordinamento globale delle iniziative legate alla sicurezza alimentare.

- Incoraggiare una più stretta collaborazione tra le agenzie ONU che hanno sede a Roma.

Sostenere le politiche regionali relative all'agricoltura e alla sicurezza alimentare

- Sostenere lo sviluppo e l'applicazione di politiche e strategie agricole a livello regionale, anche in materia di gestione del bestiame e sicurezza alimentare, per incrementare l'integrazione dei mercati alimentari e agricoli regionali. Intensificare il dialogo politico con le organizzazioni regionali in materia di agricoltura, sicurezza alimentare e nutrizione.

- Potenziare i sistemi di informazione regionali e nazionali volti a sostenere le politiche riguardanti l'agricoltura, la sicurezza alimentare e la nutrizione, nonché i sistemi di rapida allerta.

Rafforzare i meccanismi di assistenza ai gruppi di popolazione vulnerabili

- Aiutare i paesi a stabilire e gestire politiche di trasferimento sociale mirate, flessibili e adeguate ai contesti locali. Laddove possibile, l'assistenza sociale dovrebbe dare ai beneficiari l'opportunità di raggiungere una situazione economica tale da garantire loro un accesso sostenibile al cibo.

- Promuovere un miglior inserimento della nutrizione nelle politiche di sviluppo, nonché nell'istruzione, nella sanità e nei sistemi atti a sviluppare capacità relative a tale ambito.

- Fornire uno specifico sostegno ai paesi fragili e in transizione applicando i principi dell'LRRD.

[1] COM(2010)81 per il rapporto sui progressi.

[2] Articolo 210.

[3] COM(2010) 2020.

[4] 2006/C 46/01.

[5] Articolo 11 del Patto dell'ONU sui diritti economici, sociali e culturali.

[6] COM(2010)126.

[7] Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO). 1996. Dichiarazione di Roma sulla sicurezza alimentare mondiale e Piano di azione del Vertice alimentare mondiale.

[8] Dichiarazione del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, 2009.

[9] ONU, Rapporto sugli Obiettivi di sviluppo del millennio 2009.

[10] In termini assoluti, oltre la metà della popolazione denutrita del mondo (642 milioni nel 2009) vive in Asia e nel Pacifico; i valori sono, in proporzione, notevolmente più alti in Africa, dove i progressi sono anche stati meno marcati nello scorso decennio.

[11] Statistiche ONU sui progressi verso gli OSM. Vedi il sito www.devinfo.info/mdginfo2009/

[12] Vedi anche SEC(2010) 265.

[13] Banca Mondiale – Rapporto sullo sviluppo mondiale 2008.

[14] FAO 2009. Come Nutrire il Mondo nel 2050.

[15] Science 12 febbraio 2010, pp. 822-825.

[16] Valutazione internazionale delle conoscenze, scienze e tecnologie agricole per lo sviluppo, 2009.

[17] Incluse le linee guida dell'UE per sostenere i processi di disegno di politiche territoriali e di riforme fondiarie nei paesi in via di sviluppo del 2004

[18] UA/ADB/ECA, Quadro e orientamenti di politica fondiaria in Africa, sostenuti dal Vertice UA del luglio 2009.

[19] Tra cui le reti "produttive" che utilizzano manodopera per la costruzione e manutenzione di infrastrutture rurali.

[20] Adottati nel 2004 dal Consiglio della FAO.

[21] Lancet 2008; 371: pagg. 243-60.

[22] Iodio, ferro, zinco, vitamine A, B e altre vitamine, ecc.

[23] COM(2010)xxx "Il ruolo dell'Unione europea nella sanità globale".

[24] Vedi il lavoro congiunto sull'IPC (Quadro integrato di classificazione della sicurezza alimentare), http://www.ipcinfo.org/

[25] COM(2007)440.

[26] CPS - Programma di lavoro 2010-2013, aprile 2010.

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