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Document 52009AE1466

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana — COM(2009) 82 def.

OJ C 318, 23.12.2009, p. 97–100 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

23.12.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 318/97


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana

COM(2009) 82 def.

2009/C 318/19

Relatrice: SÁNCHEZ MIGUEL

La Commissione, in data 23 febbraio 2009, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

«Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana»

La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 2 settembre 2009, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice SÁNCHEZ MIGUEL.

Alla sua 456a sessione plenaria, dei giorni 30 settembre e 1o ottobre 2009 (seduta del 1o ottobre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 165 voti favorevoli, nessun voto contrario e 2 astensioni.

1.   Conclusioni

1.1

La prevenzione è un principio fondamentale per la protezione e la salvaguardia dell'ambiente, nonché un mezzo per ridurre al minimo i danni che potrebbero essere causati alla popolazione civile da catastrofi naturali o di origine umana, determinate da un uso insostenibile delle risorse naturali. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha insistito in diverse occasioni sulla necessità che le autorità competenti di ciascun paese applichino le disposizioni vigenti in materia e ne controllino il rispetto.

1.2

Il metodo globale proposto per prevenire le catastrofi è, secondo il CESE, adeguato. In questo senso, risultano fondamentali tutti gli strumenti di raccolta delle informazioni, sia per valutare la situazione attuale (inventario, mappatura dei rischi e buone pratiche) sia per realizzare i programmi di lavoro annuali previsti dal meccanismo comunitario di protezione civile attraverso il centro di controllo e d'informazione. È in questo ambito che andrebbe nuovamente sottolineato il ruolo degli enti locali, mettendo in evidenza nella proposta il lavoro che essi svolgono nei confronti della popolazione civile nella diffusione di informazioni sui metodi, nell'azione preventiva e nella risposta alle catastrofi.

1.3

Per quanto concerne i sistemi proposti per finanziare le misure di prevenzione, attraverso l'inventario degli attuali sistemi di prevenzione delle catastrofi e di altri sistemi concreti collegati a politiche agricole, industriali, ecc., il CESE ritiene necessario ampliare il finanziamento ad altri settori quali la preparazione, la pianificazione e l'allarme rapido, che dovrebbero essere dotati di risorse finanziarie sufficienti per non mettere in pericolo l'attuale efficacia del meccanismo.

1.4

La ricerca concernente misure preventive in caso di catastrofe è un elemento essenziale che occorre sviluppare. Non basta far riferimento al Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico: bisogna assegnare mezzi propri ai programmi specifici di prevenzione dei rischi non solo comunitari, ma anche nazionali.

1.5

Infine, la cooperazione internazionale in materia di prevenzione è un complemento alla cooperazione già esistente nell'ambito degli interventi e degli aiuti in caso di catastrofe. È uno strumento di solidarietà sviluppato non solo in ambito ONU, ma anche in altri accordi internazionali sottoscritti dall'UE quali Euromed, Lomé, America Latina, ecc.

2.   Introduzione

2.1

L'impegno da parte dell'UE ad intraprendere azioni preventive per combattere il cambiamento climatico è dovuto non solo agli obblighi assunti a livello internazionale, ma anche alle continue catastrofi naturali o di origine umana che sono sopravvenute negli ultimi anni sul suo territorio. Questo orientamento preventivo può servire non solo a mantenere e rigenerare lo stato delle nostre terre, dei mari e dei fiumi, ma anche a diffondere il principio di prevenzione in altri paesi.

2.2

Le misure definite nella comunicazione oggetto del presente parere sono il risultato di una prassi che è stata applicata nella maggior parte dei paesi in casi specifici (ad esempio alluvioni o incendi) e che ha creato, in un breve lasso di tempo, quel coordinamento comunitario che ha permesso di agire con rapidità ad efficacia e anche di intervenire sul piano internazionale.

2.3

Il CESE ha chiesto un coordinamento a livello comunitario e soprattutto lo sviluppo, sempre su scala europea, di un approccio integrato per la prevenzione delle catastrofi (1). Desidera tuttavia insistere sulla necessità di affiancare a tali misure di prevenzione un sistema comunitario di assistenza in caso di catastrofi di qualsiasi tipo, considerandolo un sistema solidale di aiuto destinato non solo ai paesi comunitari, ma anche a tutti gli Stati che hanno bisogno delle nostre conoscenze e dei nostri mezzi per ridurre al minimo gli effetti di tali catastrofi.

2.4

La prevenzione è un principio fondamentale per la protezione e la salvaguardia dell'ambiente, nonché per ridurre al minimo i danni che potrebbero essere causati alla popolazione civile. Il suo obiettivo è quello di un uso sostenibile delle risorse naturali. Il rapido aumento della perdita di vite umane, di biodiversità e di risorse economiche avvenuto negli ultimi tempi ci impone di riconsiderare la questione dell'effettivo rispetto delle norme giuridiche già esistenti. In questo senso, il CESE ha sempre insistito sulla necessità che le autorità competenti di ciascun paese applichino e controllino il rispetto delle disposizioni vigenti (2), dato che alcune catastrofi avrebbero potuto essere evitate o, perlomeno, se ne sarebbero potuti attenuare gli effetti.

2.5

Gli obiettivi di prevenzione previsti nella presente comunicazione hanno una rilevanza che va oltre i confini dell'UE. Dal 16 al 19 giugno 2009 si è tenuta a Ginevra la seconda riunione della Piattaforma globale per la riduzione del rischio di catastrofi, con una partecipazione notevole dell'UE. In linea generale, il contenuto delle sue conclusioni, alcune delle quali verranno commentate nel presente testo, è in linea con gli obiettivi proposti dalla Commissione europea.

3.   Sintesi delle proposte contenute nella comunicazione

3.1

La comunicazione in esame fa seguito all'impegno assunto dalla Commissione dinanzi al Parlamento europeo e al Consiglio affinché si rafforzi l'azione comunitaria destinata a prevenire le catastrofi e attenuarne gli impatti.

3.2

Gli elementi chiave per stabilire un approccio preventivo si basano essenzialmente su misure già adottate a livello comunitario e che addirittura formano parte della normativa settoriale vigente. È opportuno riordinare e dare coesione alle azioni e ai mezzi esistenti affinché possano essere rispettati nel loro complesso. Gli elementi chiave sono i seguenti:

3.2.1

il primo consiste in una migliore conoscenza della situazione attuale che costituisce il punto di partenza; a tal fine occorre realizzare un inventario di informazioni sulle catastrofi e diffondere le migliori pratiche onde consentire lo scambio di informazioni tra le parti interessate. Questo permetterà di creare mappe di pericolosità e di rischio, come raccomandato dalla direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (3). Su questo aspetto, è essenziale promuovere la ricerca, come previsto dal Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (2007-2013).

3.2.2

Mettere in contatto i soggetti e le politiche interessati in tutto il ciclo di gestione delle catastrofi è un altro elemento chiave proposto. Il meccanismo comunitario di protezione civile sarà un fattore fondamentale in tale contesto, grazie all'esperienza acquisita in tutti i suoi interventi. La Commissione insiste tuttavia anche sulla formazione e la sensibilizzazione del pubblico più vasto nel campo della prevenzione. Si sottolinea infine la necessità di migliorare i contatti tra i soggetti coinvolti e si propone di creare una rete europea integrata, composta di rappresentanti dei vari servizi nazionali interessati.

3.2.3

Una delle chiavi della prevenzione consiste nel migliorare il funzionamento degli strumenti esistenti e soprattutto nell'utilizzare in modo efficiente il finanziamento comunitario, considerando che prevenire è meno costoso che riparare. Tali strumenti dovranno essere presi in considerazione nell'ambito sia di alcuni fondi (ad esempio i progetti di riforestazione/afforestazione) sia della legislazione comunitaria vigente, in quanto rappresentano norme preventive per una serie di catastrofi naturali.

3.3

Infine, si propone di rafforzare la cooperazione internazionale nel campo della prevenzione, agendo in coordinamento con la strategia internazionale dell'ONU per la riduzione del rischio di catastrofi e con altre organizzazioni che operano nell'ambito del Partenariato euromediterraneo e della politica di vicinato.

4.   Osservazioni in merito alla proposta

4.1   Il CESE giudica molto positivamente il contenuto della comunicazione della Commissione. Se è vero che non introduce molte novità, è altrettanto vero che tale posizione è giustificabile. Se tutte le norme comunitarie vigenti fossero rispettate, le misure preventive risulterebbero efficaci e le catastrofi, che purtroppo si verificano con sempre maggiore frequenza, potrebbero essere evitate oppure avere danni minori. Il CESE (4) ha fatto della prevenzione una delle sue più frequenti rivendicazioni.

4.2   In relazione ad alcune delle proposte, occorre sottolineare il loro valore in quanto metodo globale e non solo in riferimento a singoli fenomeni concreti, come nel caso delle alluvioni. Il tipo di catastrofe, sia essa naturale o di origine umana, rende necessario un metodo di prevenzione generale basato sulla conoscenza più completa possibile della situazione attuale del nostro territorio, dei mari, dei fiumi e dell'atmosfera, nonché delle eventuali fuoriuscite di gas dagli impianti sotterranei di stoccaggio di CO2. La proposta di creare un inventario delle informazioni sulle catastrofi permetterà di creare mappe del rischio, come prevede la direttiva sulle alluvioni, che richiederà un'azione preventiva da parte delle autorità competenti.

4.2.1

Le autorità competenti in campo ambientale variano in funzione del sistema di organizzazione territoriale di ciascun paese (5). È tuttavia importante che siano esse le responsabili, in prima istanza, sia dell'azione preventiva sia dell'istruzione e informazione della società civile. Da esse dipende, in larga misura, l'efficacia delle misure stabilite per evitare o ridurre gli effetti delle catastrofi, siano esse naturali o di origine umana.

4.3   Il CESE giudica opportuno sottolineare l'importanza dello strumento finanziario per la protezione civile (6) che permette, attraverso i programmi annuali di lavoro, di coprire non solo le attività previste dal meccanismo comunitario di protezione civile (trasporto, formazione, ecc.), ma anche altre azioni relative a settori quali la preparazione, la pianificazione, l'allarme rapido e la prevenzione.

4.4   Il programma di lavoro per il 2009, approvato nel novembre 2008, attribuisce maggiore importanza alla voce «Progetti di cooperazione per la prevenzione» che passa da 1,1 milioni di euro (programma di lavoro 2008) a 2,25 milioni di euro (programma di lavoro 2009), promuovendo la prevenzione o la mitigazione dei danni a lungo termine attraverso il miglioramento della valutazione dei rischi. Al programma di lavoro possono partecipare soggetti che operano nel campo della protezione civile a tutti i livelli amministrativi o della società.

4.5   Il Comitato ritiene inoltre importante segnalare che il nuovo programma di lavoro prevede un aumento significativo di stanziamenti (da 650 000 euro nel 2008 agli attuali 1,18 milioni di euro) per le attività di sostegno e preparazione del meccanismo, tra i cui obiettivi figura quello di sostenere la Commissione nell'attuazione della strategia di prevenzione delle catastrofi e di aumentare le conoscenze in materia di prevenzione delle catastrofi. Il CESE sottolinea altresì che il programma di lavoro per il 2009 prevede un capitolo relativo allo scambio di buone pratiche nel campo della prevenzione.

4.6   La diffusione delle migliori pratiche consentirà di garantire un miglior coordinamento delle autorità competenti, di applicare in modo più rigoroso la prevenzione dei rischi e di agire più efficacemente in caso di catastrofe. A tale proposito, spetta al meccanismo comunitario di protezione civile (7) centralizzare, attraverso il centro di controllo e di informazione, le basi dati al fine di renderle più operative.

4.7   In tal senso, il Comitato ritiene che la proposta di migliorare i contatti tra tutti i soggetti mediante una rete europea formata dai diversi servizi nazionali consentirà non solo di applicare le migliori pratiche in caso di catastrofe, ma anche di agire preventivamente negli ambiti in cui l'intervento incontra normalmente delle difficoltà.

4.8   Un tema importante è quello relativo al finanziamento delle misure di prevenzione; in tale contesto, la proposta prevede due sistemi:

istituire, nel corso del 2009, un inventario degli strumenti comunitari esistenti in grado di finanziare le attività di prevenzione delle catastrofi, per valutare il grado di utilizzo di questi strumenti e per individuare eventuali lacune (8),

predisporre un catalogo delle misure di prevenzione finanziate a titolo di diverse politiche comunitarie (ad esempio riforestazione/afforestazione).

4.9   Il CESE ritiene che oltre a queste proposte, sia opportuno considerare un adeguato finanziamento della protezione civile (Strumento finanziario della protezione civile) affinché i nuovi compiti non comportino una diminuzione della capacità di attuazione del meccanismo comunitario, per quanto concerne non solo gli aspetti preventivi ma anche l'intervento in caso di catastrofe.

4.10   D'altro canto, è necessario tornare ad insistere sull'importanza della ricerca nel campo della prevenzione, vista l'utilità di investire in aspetti che sono di assoluta priorità e che già cominciano ad essere affrontati nell'ambito del Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (2007-2013). Per portare avanti un'azione preventiva concreta, potrebbero tuttavia essere utilizzati altri mezzi economici collegati alla materia regolamentata: ad esempio fondi del secondo pilastro della PAC per azioni nel campo della silvicoltura. In questo senso, il CESE ritiene che la Commissione dovrebbe indicare le fonti di finanziamento delle quali si può disporre e che sono disperse nelle diverse politiche comunitarie - non solo la PAC, ma anche la politica regionale, quella energetica, quella climatica ecc. - in modo da ottenere un'efficace azione preventiva dinanzi a qualsiasi tipo di catastrofe.

4.11   Il Comitato desidera altresì sottolineare l'importanza della sensibilizzazione dei cittadini, delle organizzazioni sociali e del volontariato circa la necessità di politiche in materia di prevenzione come base per una maggiore sicurezza e come risposta adeguata alle situazioni di emergenza. La formazione e la sensibilizzazione della società civile in materia di prevenzione e corretto uso delle risorse naturali sarebbe un compito fondamentale delle autorità competenti, specie quelle locali, per la vicinanza alle risorse e alle loro modalità di utilizzo.

4.12   Infine, la proposta di rafforzare la cooperazione internazionale nel campo della prevenzione e non solo in quello dell'assistenza è uno degli elementi chiave su cui si basa la strategia internazionale per la riduzione del rischio di catastrofi (ISDR), elaborata dall'ONU per i paesi in via di sviluppo. In ogni caso, bisognerà fare in modo di generalizzare, con il patrocinio della stessa ONU, i meccanismi d'intervento senza per questo ridurre al minimo l'azione europea che si è dimostrata utilissima in occasione delle ultime calamità.

4.13   La politica europea di vicinato dovrebbe contenere sistematicamente un capitolo sulla cooperazione in materia di prevenzione dei rischi, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile conformemente anche agli obiettivi di sviluppo del millennio e al piano d'azione di Hyogo della ISDR dell'ONU.

Bruxelles, 1o ottobre 2009.

Il Presidente del Comitato economico e sociale europeo

Mario SEPI


(1)  GU C 204 del 9.8.2008, pag. 66.

(2)  GU C 221 dell'8.9.2005, pag. 35.

(3)  GU L 288 del 6.11.2007.

(4)  GU C 221 dell'8.9.2005, pag. 35, GU C 195 del 18.8.2006, pag. 40 e GU C 204 del 9.8.2008, pag. 66.

(5)  Al punto 12 delle conclusioni della Piattaforma si chiede lo sviluppo di una cooperazione che riconosca e rafforzi la dipendenza reciproca fra le autorità centrali e locali e la società civile.

(6)  Decisione del Consiglio, del 5 marzo 2007, che istituisce uno strumento finanziario per la protezione civile. (2007/162/CE, Euratom).

(7)  GU C 204 del 9.8.2008.

(8)  La valutazione dei possibili strumenti di finanziamento disponibili su scala mondiale per la riduzione del rischio di catastrofi figura al punto 17 delle conclusioni della Piattaforma.


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