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Document 52008IE1206

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema L'industria estrattiva non energetica in Europa

OJ C 27, 3.2.2009, p. 82–87 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

3.2.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 27/82


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema L'industria estrattiva non energetica in Europa

(2009/C 27/19)

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 17 gennaio 2008, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema:

L'industria estrattiva non energetica in Europa.

La commissione consultiva per le trasformazioni industriali, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 24 giugno 2008, sulla base del progetto predisposto dal relatore FORNEA e dal correlatore POP.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 9 luglio 2008, nel corso della 446a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 135 voti favorevoli, 1 voto contrario e 10 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

In Europa il futuro della sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime poggia su quattro fondamenti principali: l'approvvigionamento interno, l'approvvigionamento internazionale, la costruzione di capacità e lo sfruttamento efficiente delle risorse.

La politica per l'approvvigionamento interno di materie prime deve prendere in considerazione l'industria, la politica ambientale e la pianificazione territoriale, integrandole in un approccio coerente. La migliore prassi esistente dovrebbe essere adottata anche in nuovi ambiti potenziali. L'accesso alle risorse interne degli Stati membri dovrebbe essere incoraggiato garantendo il necessario equilibrio tra le politiche di tutela dell'ambiente e quelle per lo sviluppo industriale, e offrendo incentivi armonizzati per lo sviluppo e la protezione in caso di estensione dei siti esistenti e di apertura di siti nuovi, laddove questi ultimi sono realizzabili (e desiderabili) sul piano economico e sociale e sostenibili sul piano ambientale.

In tutti i casi in cui prevale l'importazione di materie prime dall'esterno, l'UE e gli Stati membri devono valutare correttamente l'impatto della globalizzazione sull'approvvigionamento internazionale di minerali. Quando si prendono in considerazione la politica degli investimenti e la delocalizzazione industriale, si deve tener conto delle norme ambientali e sociali europee. Deve essere garantito l'accesso alle materie prime per gli utilizzatori europei, e deve essere ridotta la dipendenza strategica dell'UE.

La costruzione di capacità nelle industrie estrattive non energetiche europee è legata a tutta una serie di sfide, per esempio l'abbattimento delle barriere amministrative, l'esigenza di migliorare l'immagine del settore e la necessità di manodopera qualificata, tecniche gestionali e programmi di istruzione e formazione.

Una migliore efficienza dei processi di estrazione delle risorse dipende dai progressi compiuti in altri settori, attinenti sia all'estrazione mineraria che ad altri ambiti, e presuppone cooperazione tra la Commissione europea e gli Stati membri.

1.2

Il Comitato economico e sociale europeo sollecita la Commissione e gli Stati membri a lavorare sulla base delle seguenti raccomandazioni (per le raccomandazioni particolareggiate, cfr. punto 3.2):

legiferare meglio, attraverso il miglioramento del quadro giuridico e del sistema di autorizzazione, lo scambio delle migliori prassi in materia di politica di pianificazione, la riduzione dell'eccesso di adempimenti amministrativi nell'ambito del rilascio dei permessi, l'agevolazione delle attività di prospezione, la promozione dello sviluppo sostenibile nell'espansione dei siti di estrazione e la protezione dei giacimenti minerari (1),

accrescere la compatibilità tra attività estrattiva e tutela dell'ambiente, estendendo le migliori prassi esistenti nelle zone «Natura 2000» e dintorni, appoggiando il principio della prossimità nelle procedure di trasporto per ridurre l'inquinamento e i costi e migliorando l'accesso alle risorse (2),

migliorare le conoscenze minerarie a livello dell'UE creando un centro geologico europeo e un sistema europeo di informazioni sulle risorse minerarie, da costituire sulla base delle capacità degli istituti geologici nazionali.

2.   Panoramica del settore

2.1

I minerali sono essenziali per lo sviluppo e, di conseguenza, per la qualità della vita e per la formazione di comunità sostenibili. I minerali non energetici (3) sono materiali essenziali alla vita quotidiana: una casa contiene fino a 150 tonnellate di minerali (presenti nei seguenti componenti: cemento, argilla, gesso, carbonato di calcio, materiali compositi, vetro, vernice, ceramica, laterizi, oltre a tonnellate di metalli); un'automobile contiene fino a 150 kg di minerali (sotto forma di gomma, plastica, vetro), oltre a più di una tonnellata di metalli; il 50 % della vernice e della carta è costituito da minerali; anche il vetro e la ceramica possono contenere fino al 100 % di minerali (4). I processi di pianificazione estrattiva assicurano una gestione integrata, da un lato, del fabbisogno minerario della società e dell'economia, dall'altro, dell'impatto dell'estrazione e della lavorazione sulla popolazione e sull'ambiente, considerando l'intero ciclo di vita della miniera o della cava dall'inizio dell'attività estrattiva fino alla chiusura e al trattamento successivo. Alla luce della globalizzazione e dell'intensificata concorrenza sui mercati delle materie prime, il valore strategico del settore minerario è in costante aumento. Per quanto riguarda le tecnologie di estrazione, l'Europa è ormai all'avanguardia a livello mondiale, ma tale posizione va consolidata in vista di possibili sviluppi futuri.

2.2

Oggi il 70 % dell'industria manifatturiera europea dipende da sostanze estratte dal sottosuolo, in una fase in cui la UE 27 affronta una ristrutturazione su vasta scala dell'industria estrattiva e il prezzo dei metalli sul mercato mondiale continua a salire. Per contrastare questa tendenza, le politiche industriali europee dovranno tener conto del fatto che, in una situazione in cui operino liberamente le forze di mercato, dovrebbe prevalere la sicurezza dell'offerta e della domanda di materie prime.

2.3

L'organizzazione Industrie estrattive non energetiche europee rappresenta circa 18 300 imprese, che danno lavoro a 295 000 addetti per un fatturato di 45,9 miliardi di euro, e comprende molte PMI (5). Attraverso le sue organizzazioni affiliate, il settore promuove la responsabilità ambientale e lo sviluppo sostenibile ed è impegnato a sostenere la responsabilità sociale delle imprese.

2.4

Anche se molti europei non sono consapevoli dell'importanza dell'industria estrattiva, la futura crescita sostenibile dell'Europa dipenderà strettamente dalle sostanze estratte sul suo territorio, mentre l'elevata domanda di minerali da parte di paesi come la Cina e l'India rischierà seriamente di condizionare la sua sicurezza di approvvigionamento (6). Nel contesto di un approccio globale, queste regioni del mondo tendono a fare la parte del leone nell'accaparrarsi materie prime e risorse finanziarie, con la conseguenza di ristrutturazioni industriali e delocalizzazioni degli investimenti su scala internazionale.

2.5

Per far fronte alla globalizzazione e ai cambiamenti climatici, la politica energetica per l'Europa dell'UE e la politica estrattiva integrata sono elementi strategici fondamentali, cosa che è stata riconosciuta fin dall'inizio del processo di costruzione europea (7). Poiché gli Stati membri si sono impegnati a sostenere il lavoro svolto dall'UE per promuovere le fonti energetiche rinnovabili e l'uso efficiente dell'energia, è importante capire che ciò potrà essere realizzato soltanto a condizione che le industrie europee abbiano un accesso sicuro ai minerali non energetici, principalmente ai metalli e ai minerali di base e a quelli necessari per le tecnologie più avanzate, che sono essenziali per le «economie verdi». Il cambiamento degli schemi di comportamento, l'efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili hanno avuto per effetto un maggiore numero di tecnologie e di attività di R&S. Come è noto, le attrezzature tecnologiche contengono grandi quantità di metalli, gran parte dei quali sono metalli rari e preziosi. Bisogna rendersi conto che questi ultimi sono pressoché irreperibili in Europa (8).

2.6

Il Comitato accoglie con favore la proposta della Commissione europea di pubblicare nel 2008 una comunicazione sul miglioramento dell'accesso sostenibile alle materie prime. La Commissione dovrebbe proporre interventi fattibili, realistici e proficui che consentano alle industrie di accedere più facilmente alle risorse in modo sostenibile. Ciò è tanto più importante in quanto le industrie devono fronteggiare sfide rilevanti sul piano dell'approvvigionamento:

la ridotta disponibilità di giacimenti accessibili adatti all'estrazione mineraria, per effetto di una pianificazione territoriale inadeguata o a breve termine oppure di un'insufficiente integrazione delle conoscenze geologiche,

oneri e adempimenti amministrativi pesanti per ottenere i permessi di estrazione, per effetto di normative aggiuntive e di lunghi studi preliminari,

la difficoltà di ottenere permessi di estrazione, sia per cave od operazioni estrattive nuove che per l'estensione di quelle esistenti.

2.7

Il Comitato apprezza i contributi forniti dal personale specializzato della Commissione nel documento interno di lavoro Analysis of the competitiveness of the non-energy extractive industry in the EU (Analisi della competitività dell'industria estrattiva non energetica dell'UE) (9) e sottolinea che, malgrado l'allargamento, la capacità dell'UE di approvvigionarsi in minerali metallici tramite estrazione nel suo territorio rimane limitata.

2.7.1

Sarà possibile migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento per le industrie europee se si investirà ulteriormente e in misura rilevante nei settori estrattivi dei nuovi Stati membri che presentano un potenziale geologico, sfruttando e migliorando gli attuali meccanismi di aiuto dell'UE.

2.7.2

Il territorio dei paesi dell'Europa orientale, la cui struttura geologica ha sempre permesso lo sviluppo di attività estrattive, contiene ingenti risorse minerarie. In questi nuovi Stati membri, però, il settore non ha ricevuto finanziamenti statali sufficienti, perciò la situazione attuale non è indicativa del vero potenziale dell'industria estrattiva non energetica. Da questo punto di vista, è essenziale investire nelle imprese interessate capitale privato, per fornire loro quelle risorse finanziarie che finora sono venute principalmente dallo Stato.

2.7.3

Per garantire all'industria europea l'approvvigionamento di materie prime e accrescerne la competitività, è essenziale che siano affrontate le sfide delle diverse condizioni di partenza sul piano dell'approvvigionamento sostenibile e dell'accesso alle risorse minerarie. Queste sfide andranno affrontate ad alto livello, mediante un approccio complessivo che abbracci un'ampia gamma di politiche: commerciale, dello sviluppo, energetica, delle infrastrutture e dei trasporti, per le imprese e per i consumatori.

2.7.4

L'industria estrattiva interagisce con tutta una serie di altre industrie, da quella delle forniture di tecnologie e macchinari a quella della ricerca, dai servizi di consulenza a quelli finanziari e ambientali (10). Per questo motivo, in media, un'operazione estrattiva crea, nella regione dove si svolge, un numero di posti di lavoro indiretti che è quattro volte superiore a quello dei posti di lavoro diretti. Il potenziale di crescita regionale è notevole, in particolare in quelle zone dove risulta difficile uno sviluppo economico di altro tipo.

2.7.5

Il Comitato invita la Commissione a esaminare le migliori prassi e le operazioni modello esistenti negli Stati membri per poi svilupparle e promuoverle a livello dell'UE, tenendo conto non soltanto degli aspetti tecnici legati alla tecnologia, ma anche dell'esperienza degli Stati membri in materia di organizzazione di rilevazioni geologiche e di gestione delle miniere e delle cave di minerali (11).

A livello internazionale è stato realizzato un Progetto sulla disponibilità di risorse (12) che fornisce orientamenti e studi di casi sul miglior utilizzo delle risorse minerarie per lo sviluppo economico. Un'iniziativa analoga potrebbe essere realizzata anche nell'UE.

3.   Fondamenti principali e raccomandazioni per il futuro approvvigionamento di materie prime

3.1   Approvvigionamento interno

3.1.1

La scarsa accessibilità delle risorse, i gravosi adempimenti amministrativi e il costo crescente dei procedimenti di richiesta dei permessi hanno per effetto una riduzione degli investimenti nel settore industriale non energetico dell'UE, perfino in zone caratterizzate da domanda elevata. Una politica europea per l'approvvigionamento di materie prime deve prendere in considerazione, oltre alla pianificazione territoriale, anche la politica industriale e ambientale, per garantire un miglior coordinamento tra le competenze nazionali di pianificazione e il livello delle politiche europee.

3.1.2

Alcune iniziative nazionali di pianificazione mineraria per le comunità e gli enti locali possono offrire validi esempi di come si possa gestire in modo integrato il fabbisogno minerario della società e dell'economia e, allo stesso tempo, l'impatto dell'estrazione e della lavorazione sulla popolazione e sull'ambiente.

3.2

Il Comitato sollecita la Commissione a formulare, nella comunicazione prevista, le seguenti raccomandazioni:

3.2.1

Migliorare il quadro giuridico e il sistema di rilascio dei permessi (legiferare meglio)

Migliorando le politiche di pianificazione mineraria mediante lo scambio di buone pratiche nell'ambito del gruppo Approvvigionamento materie prime della Commissione europea (13), soprattutto per quanto riguarda da un lato il coinvolgimento degli istituti geologici e delle loro competenze e conoscenze sui giacimenti, dall'altro le consultazioni con gli operatori già presenti nelle zone interessate dalla pianificazione infrastrutturale e naturalistica,

sviluppando un sistema di sportello unico (un unico punto di contatto per tutte le parti interessate coinvolte nel rilascio dei permessi, che sia in grado di valutare gli aspetti economici, sociali e ambientali) per migliorare i procedimenti di rilascio dei permessi e di pianificazione territoriale. Lo sviluppo del sistema rientra tra le competenze di ogni Stato membro dell'UE,

agevolando e incoraggiando le attività di prospezione in Europa attraverso il miglioramento delle normative nazionali, in particolare:

offrendo incentivi alle imprese del settore per i lavori di prospezione da svolgere,

migliorando le garanzie per le proprietà oggetto di prospezioni, in modo da aumentare la fiducia degli investitori,

riducendo i tempi per l'acquisizione di proprietà a fini di prospezione,

realizzando campagne promozionali per incoraggiare la creazione di società di prospezione e per indurre società di paesi terzi a compiere attività di prospezione nell'UE (14),

facilitando le attività prospettive ed estrattive mediante un riesame della legislazione vigente e il miglioramento della sua attuazione attraverso procedimenti e scadenze più efficienti,

assicurando un'attuazione coerente dal punto di vista della compatibilità delle attività estrattive con gli obiettivi di protezione della natura,

valutando la sostenibilità dell'espansione di un sito già esistente per l'estrazione delle materie prime piuttosto che aprendone un altro in un luogo diverso, per soddisfare la domanda e al tempo stesso rispettare finalità economiche, sociali e ambientali,

semplificando la legislazione vigente e abrogando gli adempimenti amministrativi superflui, per esempio l'obbligo di presentare più relazioni,

proteggendo i giacimenti minerari mediante una priorità più marcata per le risorse minerarie nel quadro delle politiche dell'UE (competitività, sviluppo, ambiente, ricerca, industria, sviluppo regionale), in modo da evitare che le risorse di utilità dimostrata siano inutilmente neutralizzate da un'evoluzione in senso non minerario. Ciò potrebbe essere realizzato come segue:

garantendo che ciascuno Stato membro dell'UE disponga di una politica nazionale degli approvvigionamenti, pubblicata integralmente e regolarmente in inglese,

individuando il potenziale minerario attuale e futuro dell'UE, aggiornando regolarmente le informazioni in materia e rendendole di facile accesso,

individuando i minerali strategici per l'UE e coordinando le politiche nazionali di approvvigionamento degli stessi.

3.2.2

Accrescere la compatibilità tra attività estrattiva e tutela dell'ambiente

Mettendo a punto un sistema informativo basato sul GIS (15) che indichi la posizione, la natura e la consistenza di riserve e risorse minerarie dell'UE a terra e offshore, in modo da agevolare l'integrazione del potenziale estrattivo nella pianificazione territoriale, anche ai fini della selezione e della definizione delle aree protette,

presentando studi di casi di migliori prassi in materia di attuazione dell'articolo 6 della direttiva «Natura 2000»,

migliorando l'efficacia e l'efficienza delle valutazioni di impatto ambientale e sociale mediante la stesura di linee guida migliori e più chiare per l'attuazione da parte degli Stati membri, al fine di:

garantire che vi sia un approccio armonizzato in tutta l'UE,

ridurre i tempi di consegna di queste valutazioni e i tempi di risposta delle autorità, garantendo così agli investitori maggiore prevedibilità e stabilità giuridica,

promuovendo l'uso delle migliori prassi estrattive per arrestare il declino della biodiversità,

appoggiando nell'ambito dell'UE, laddove possibile, il principio della prossimità degli approvvigionamenti minerari, per ridurre le necessità di trasporto e il conseguente inquinamento atmosferico e acustico,

rendendo accessibili le zone isolate includendo l'accesso ai depositi minerari nella pianificazione delle infrastrutture da parte della Commissione europea e degli Stati membri e, laddove opportuno, mettendo a disposizione modi di trasporto più ecologici, per es. ferrovia, navigazione interna e marittima, per spostare grandi quantità di materiali alla rinfusa,

estraendo aggregati dai fondali marini,

attenuando l'effetto «non dietro casa mia» mediante un programma di ricerca sulla riduzione dei problemi conseguenti ai disagi legati all'estrazione e migliorando così l'accettabilità da parte delle comunità locali.

3.2.3

Ampliare la conoscenza dei minerali a livello dell'UE

Permettendo ai policy makers di accedere a dati più completi sulle risorse — produzione, addetti, introiti generati, suolo usato per l'estrazione mineraria e suolo restituito ad altre destinazioni — per fare in modo che le decisioni possano essere prese usando i migliori dati disponibili,

prestando maggiore attenzione, a livello sia europeo che nazionale, alla crescente importanza, sul piano politico e legislativo, dei metalli, dei minerali industriali e degli aggregati europei,

facendo in modo che i dati geologici siano presi in considerazione nella pianificazione territoriale e, in via prioritaria, fornendo informazioni sui giacimenti minerari da inserire nelle banche dati del settore e prendendo in seria considerazione la creazione di un centro geologico europeo basato sugli attuali istituti geologici nazionali e regionali e sulle loro capacità. Tra le sue attribuzioni potrebbero rientrare:

l'identificazione delle risorse strategiche e la loro segnalazione agli Stati membri come priorità chiave nella pianificazione territoriale,

l'integrazione della prospettiva dell'UE sull'accesso alle risorse minerarie nello Schema di sviluppo dello spazio comunitario (un quadro di intervento rimasto inattivo dal 1999) (16) e il collegamento di tale prospettiva alle politiche di pianificazione mineraria degli Stati membri,

l'analisi dell'impatto delle politiche di lotta ai cambiamenti climatici sull'approvvigionamento e sull'autosufficienza in campo minerario,

il miglioramento delle conoscenze sulla distribuzione e sulla qualità delle risorse minerarie dell'UE e sulla loro importanza strategica, e la valutazione del loro potenziale nell'ambito del Sistema globale di osservazione per l'ambiente e la sicurezza (GMES),

lo sviluppo di una banca dati geologica paneuropea basata sul principio Inspire (17) e sulla valutazione della probabilità che esistano giacimenti di metalli e minerali ancora sconosciuti nelle principali zone estrattive,

l'utilizzo di dati e servizi resi disponibili dai sistemi di osservazione della Terra come il GMES, iniziativa comunitaria lanciata al vertice di Goteborg del 2001 assieme alla strategia europea per la sostenibilità. Un esempio è il Land Monitoring Core Service (LMCS) del GMES, che a partire dal 2008 offrirà mappe vettoriali digitali dell'utilizzo e della copertura del suolo di tutta l'Europa (38 paesi, compresa la Turchia), senza soluzione di continuità e con una precisione crescente (unità minima 1 ha, a fronte degli attuali 25 ha di copertura di Corine Land). Un'altra parte dell'LMCS seleziona città e altri «punti caldi» con una definizione ancora maggiore (0,25 ha) e contenuti adeguati alla gestione di aree soggette a uso intensivo e mutevole.

Infine, il miglioramento delle conoscenze sul potenziale estrattivo degli strati geologici più profondi nelle principali zone ricche di metalli in Europa: se è vero che le informazioni spaziali e le conoscenze sui primi 100 metri del sottosuolo sono ottime in gran parte del continente, quelle sugli strati più profondi delle stesse zone rimangono limitate, anche se è probabile che essi contengano i giacimenti di cui l'Europa necessita per soddisfare il suo fabbisogno futuro. Lo sfruttamento di giacimenti in profondità presenta diversi vantaggi: impronta molto ridotta in superficie (e quindi maggiore accettabilità sociale) e impatto ambientale limitato,

è inoltre in corso di sviluppo una componente globale destinata a sostenere le politiche esterne dell'UE. Queste informazioni consentiranno di:

raccogliere dati sulle attività estrattive che siano sufficienti, rappresentativi dal punto di vista spaziale e prevedibili,

individuare e quantificare aree di attività estrattiva a cielo aperto e/o infrastrutture estrattive,

individuare zone di potenziale conflitto (per es. siti naturali protetti) o aree di compensazione,

monitorare l'impatto sulle acque per uso domestico e gli effetti dell'inquinamento,

monitorare il processo di rinaturalizzazione dopo la chiusura dei siti,

adottare misure urgenti in caso di incidente.

4.   Approvvigionamento internazionale

4.1

Né gli Stati membri né l'UE hanno valutato pienamente l'impatto della globalizzazione sulla domanda e sull'offerta di risorse minerarie (18). Il Comitato si rende conto che vi sono molte ragioni per importare materie prime dall'esterno dell'UE. Tuttavia, il fatto che ciò che viene importato non sempre è stato prodotto in conformità alle norme ambientali e sociali europee potrebbe tradursi non solo in una perdita di competitività dell'economia dell'UE, ma anche in un trasferimento dei problemi ambientali e sociali verso altre regioni.

4.2

Il Comitato sollecita la Commissione a formulare, nella comunicazione prevista, le seguenti raccomandazioni:

identificare le risorse strategiche e segnalarle agli Stati membri come priorità chiave nella pianificazione territoriale,

creare condizioni adatte a stimolare la competitività dell'industria estrattiva europea sfruttando appieno i risultati della ricerca e dell'innovazione e promuovendo gli investimenti,

identificare e documentare i flussi di importazione e di esportazione delle materie prime e valutarne l'affidabilità politica ed economica sul lungo periodo,

attraverso fondi europei, creare nuovi programmi a favore di una maggiore sostenibilità dell'estrazione, del trasporto e dell'impiego di minerali nelle regioni dotate di un buon potenziale,

(per la Commissione europea, l'OCSE e il forum Materie prime sostenibili dell'UNEP — Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) fare in modo che i materiali importati siano prodotti in maniera sostenibile,

incoraggiare gli investimenti dell'UE nei paesi terzi, concentrandosi in modo particolare sull'America Latina, sull'Africa, sulla Russia e sui paesi dell'Asia centrale (19),

promuovere l'applicazione delle norme europee nei paesi di origine per mezzo di programmi di cooperazione,

fare del miglioramento dell'accessibilità e della stabilità a lungo termine dei flussi di approvvigionamento una priorità di lavoro nella definizione delle politiche esterne dell'UE e indurre il personale dell'UE ad affrontare questi temi nelle riunioni e nei vertici bilaterali di alto livello.

5.   Costruzione di capacità

5.1

Le industrie estrattive non energetiche dell'Europa devono affrontare una serie di sfide sul piano della costruzione di capacità, cosa che comporta sia lo sviluppo delle capacità esistenti che la creazione di nuove. Una componente importante è il miglioramento dell'immagine del settore. Non si tratta, però, dell'unico provvedimento da prendere per attrarre personale nuovo e giovane, per conservare la forza lavoro europea attualmente nel settore e per accrescere la sua capacità di far fronte alla modernizzazione dell'industria estrattiva.

5.2

Il Comitato sollecita la Commissione a formulare, nella comunicazione prevista, le seguenti raccomandazioni:

sviluppare un programma di miglioramento delle competenze, con il sostegno dell'UE o delle autorità nazionali, a beneficio dell'attuale forza lavoro specializzata che necessita di ulteriore istruzione e formazione, e un'efficace politica di apprendimento permanente,

dare il via a programmi speciali dell'UE che consentano di sfruttare appieno, a livello europeo, il potenziale dell'attuale manodopera qualificata sotto il profilo delle possibili offerte di lavoro e degli investimenti nelle potenziali aree estrattive del mondo; si tratta di uno dei principali fattori (tecnologia, know-how, intelligence mineraria) che rendono accessibili i principali giacimenti minerari del mondo,

investire nelle università e nei programmi scolastici per aumentare le capacità complessive del territorio interessato, mediante un riesame del sostegno attualmente concesso a livello nazionale all'attività estrattiva e di trasformazione nonché ai dipartimenti che si occupano di geologia, per attirare un numero crescente di studenti e promuovere l'attività di ricerca in queste discipline,

invitare i decisori politici a incoraggiare lo sviluppo di cluster e parchi tecnologici nelle aree minerarie, visto che l'industria estrattiva interagisce notevolmente con altri settori dell'industria e dei servizi e che un posto di lavoro nel settore estrattivo ne crea altri quattro nei settori correlati,

realizzare campagne di sensibilizzazione sul ruolo dei minerali e sulla sostenibilità delle industrie attraverso corsi di istruzione, seminari, dibattiti, convegni (per es. un approccio interdisciplinare per promuovere nelle scuole e nelle università concetti come l'ecomining, la geologia economica, l'uso responsabile delle risorse minerarie ecc.),

promuovere lo studio e la ricerca sui temi relativi alla salute e alla sicurezza, elementi indispensabili alla sostenibilità del settore delle risorse minerarie,

mettere in particolare rilievo la prevenzione dei rischi occupazionali e le misure sanitarie preventive.

6.   Sfruttamento efficiente delle risorse

6.1

Il coinvolgimento degli altri settori attivi nei processi di estrazione mineraria è essenziale per conseguire uno sfruttamento efficiente delle risorse. Il Comitato sottolinea che il fatto che in Europa vi sia un'industria estrattiva vivace è anche una molla per lo sviluppo di fornitori europei di tecnologia e servizi di livello mondiale.

6.2

Il Comitato sollecita la Commissione a formulare, nella comunicazione prevista, le seguenti raccomandazioni:

(per la Commissione stessa) dare pieno appoggio alla Piattaforma tecnologica europea sulle risorse minerarie sostenibili (20), in quanto solo di recente è stata ufficialmente riconosciuta,

promuovere la partecipazione dell'industria a programmi di R&S nazionali e comunitari per un'estrazione sempre più sostenibile, gestiti in collaborazione con la Commissione, e a un programma per l'impiego di materie prime mediante i progressi tecnologici,

coinvolgere in tale programma i produttori di macchinari, in modo da ridurre ulteriormente:

il livello di rumore, aumentando al tempo stesso la sicurezza,

la quantità di polvere, in collaborazione con i produttori di filtri,

i livelli di CO2 e di consumo energetico, anche in collaborazione con le imprese del settore energetico,

le vibrazioni sul posto di lavoro,

il consumo di acqua da parte dell'industria nel suo complesso,

migliorare la gestione e l'accettabilità operativa attraverso:

il riciclaggio,

una lavorazione dei minerali tale da migliorare l'efficienza (cioè fare di più con meno risorse),

l'uso di minerali per salvare risorse preziose e rare,

l'uso di materie prime alternative, comprese le materie prime secondarie e, laddove opportuno, i materiali di scarto,

la promozione del contributo delle industrie al ciclo di vita,

favorire sinergie ambientali, per es. produrre in zona per evitare problemi di trasporto,

per mezzo delle direzioni generali della Commissione, promuovere una valutazione dell'attuale struttura dei costi di trasporto (ferrovia, navigazione interna e marittima) e della relativa competitività nel contesto internazionale, così come avviene nel settore dell'energia,

promuovere studi sulla biodiversità nell'ambiente estrattivo e minerario,

incoraggiare l'impiego di materiali secondari, in linea con lo sviluppo sostenibile.

Bruxelles, 9 luglio 2008.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


(1)  Per le raccomandazioni particolareggiate cfr. punto 3.2.1.

(2)  Per le raccomandazioni particolareggiate cfr. punto 3.2.2.

(3)  Secondo il documento SEC(2007) 771, i minerali non energetici si possono classificare come segue: minerali metallici (rame, ferro, argento, ecc.); minerali industriali (sale, feldspato, caolino ecc.) e minerali da costruzione. Secondo il documento IP/07/767, nel caso dei minerali metallici, la capacità europea di approvvigionarsi attraverso l'estrazione interna è molto limitata. Per fare un esempio, nel 2004 sono stati importate in Europa 177 milioni di tonnellate di minerali metallici, per un valore totale di 10,4 miliardi di euro, a fronte di una produzione UE di circa 30 milioni di tonnellate.

(4)  Fonte: Euromines.

(5)  Fonte: Eurostat.

(6)  China's commodity hunger. Implications for Africa and Latin America (La Cina ha fame di prodotti di base. Conseguenze per l'Africa e l'America Latina), studio della Deutsche Bank.

(7)  Cfr. Trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell'acciaio, firmato nel 51.

(8)  Un approccio di questo tipo ha caratterizzato la Quarta relazione del gruppo di alto livello Competitività, energia e ambiente, pubblicata il 27 novembre 2007, e il vertice G8 di Heiligendamm del 6-8 giugno 2007. Il gruppo di alto livello Competitività, energia e ambiente è una piattaforma che intende stimolare l'impegno politico necessario a lanciare una strategia coerente che renda più agevole l'accesso alle materie prime.

(9)  SEC(2007) 771.

(10)  Per esempio, nella moderna attività estrattiva i servizi finanziari sono molto importanti per l'evoluzione di una miniera. I prodotti finanziari variano a seconda della fase operativa: prospezione, fattibilità, sviluppo della miniera, operatività e chiusura.

(11)  Cfr. gli studi di casi disponibili in Finlandia, Svezia, Regno Unito e altri paesi europei.

(12)  Iniziativa lanciata nel 2004 dall'International Council on Mining and Metals (Consiglio internazionale sull'estrazione di minerali e metalli) al fine di individuare buone pratiche per gli investimenti nell'attività di estrazione di minerali e metalli a livello nazionale, regionale e aziendale nei paesi in via di sviluppo.

(13)  Il gruppo Approvvigionamento materie prime è un gruppo di parti interessate comprendente l'industria, le ONG ambientali, i sindacati, gli Stati membri e la Commissione.

(14)  Secondo la diciottesima edizione annuale delle Corporate Exploration Strategies del Metals Economic Group, nel 2007 il rincaro delle materie prime ha portato a un aumento del totale mondiale di prospezioni non ferrose, che ha raggiunto 10,5 miliardi di USD. I primi dieci paesi, classificati in base agli investimenti nelle prospezioni minerarie, sono: Canada (19 %), Australia (12 %), Stati Uniti (7 %), Russia (6 %), Messico (6 %), Perù (5 %), Cile (4 %), Sudafrica (4 %), Cina (3 %) e Brasile (3 %).

(15)  Geographic Information System: sistema informativo geografico.

(16)  L'obiettivo delle politiche per lo Sviluppo dello spazio comunitario, definito dal Consiglio informale dei ministri responsabili della pianificazione territoriale tenutosi a Potsdam il 10 e 11 maggio 1999, è di lavorare a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio dell'Unione europea, al fine di conseguire la coesione economica e sociale, permettere la conservazione e la gestione delle risorse naturali e del patrimonio culturale e rendere più equilibrata la competitività dell'UE.

(17)  Direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea.

(18)  A livello mondiale, questo aspetto è stato valutato nella seconda parte della relazione 2007 sugli investimenti mondiali, presentata dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo.

(19)  Secondo Raw Materials Data, Stoccolma, gennaio 2008, alla fine del 2007 il totale degli investimenti nell'industria estrattiva mondiale era di 308 miliardi di USD. Ciò corrisponde a un aumento del 50 % rispetto al valore del 2006, che a sua volta è superiore del 20 % a quello del 2005.

(20)  ETP SMR, indirizzo Internet: http://www.etpsmr.org/


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