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Document 52006DC0658

Relazione della Commissione - Progressi verso il conseguimento degli obiettivi di Kyoto (a norma della decisione n. 280/2004/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa ad un meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto) {SEC(2006) 1412}

/* COM/2006/0658 def. */

52006DC0658

Relazione della Commissione - Progressi verso il conseguimento degli obiettivi di Kyoto (a norma della decisione n. 280/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ad un meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto) {SEC(2006) 1412} /* COM/2006/0658 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 27.10.2006

COM(2006) 658 definitivo

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE

PROGRESSI VERSO IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI KYOTO (a norma della decisione n. 280/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ad un meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto) {SEC(2006) 1412}

INDICE

1. Sintesi 3

2. Progressi effettivi 1990-2004 5

2.1. Tendenze delle emissioni di gas serra 5

2.2. Intensità delle emissioni di gas serra nel 2004 6

2.3. Emissioni di gas serra nel 2004 rispetto al 2003 6

2.4. Tendenze delle emissioni nei principali settori economici 7

3. Evoluzione prevista nel periodo 1990-2008/2012 8

3.1. Proiezioni degli Stati membri 8

3.1.1. UE-25 8

3.1.2. UE-15 8

3.1.3. UE-10 8

3.1.4. Paesi di prossima adesione e paesi candidati 8

3.2. Attuazione del Programma europeo per il cambiamento climatico (ECCP) 8

3.3. Attuazione del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS) 8

3.4. Previsto impiego dei meccanismi di Kyoto 8

3.5. Previsto impiego dei pozzi di assorbimento del carbonio 8

1. SINTESI

Ai sensi del protocollo di Kyoto, la Commissione europea si è impegnata a ridurre le sue emissioni di gas serra dell'8% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento[1] entro il 2008-2012. Secondo gli ultimi dati disponibili dell'inventario (2004), le emissioni totali di gas serra nell'UE-15 sono state inferiori dello 0,9% rispetto alle emissioni dell'anno di riferimento, se non si tiene conto delle attività legate alla destinazione d'uso del terreno, ai cambiamenti di tale destinazione e alla silvicoltura (LULUCF), e inferiori del 3% se si considerano invece tali attività. Nell'UE-15 le emissioni di gas serra sono aumentate dello 0,3% nel 2004 rispetto al 2003. Le proiezioni basate sulle informazioni comunicate dagli Stati membri fino al 6 giugno indicano che la Comunità europea potrà conseguire l'obiettivo del protocollo di Kyoto solo a condizione che:

- tutti gli ulteriori meccanismi attualmente in discussione[2] a livello europeo e a livello nazionale divengano pienamente operativi in tempo per incidere sulle emissioni nel corso del periodo di impegno;

- i meccanismi di Kyoto vengano utilizzati appieno;

- le riduzioni di emissioni associate alle attività di cui all'articolo 3 e all'articolo 3, paragrafo 4, del protocollo (pozzi di assorbimento del carbonio) contribuiscano nella misura prevista dagli Stati membri al conseguimento dei loro obiettivi rispettivi.

Il divario tra le proiezioni e le emissioni effettive mostra chiaramente che gli Stati membri devono intensificare di sforzi per attuare le politiche e le misure previste. Il sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS) è uno dei pilastri della politica dell'Unione europea in materia di cambiamento climatico. Al momento gli Stati membri stanno trasmettendo il loro secondo piano di assegnazione nazionale relativo al periodo 2008-2012. A meno di due anni dall'inizio del primo periodo di impegno nel quadro del protocollo di Kyoto è fondamentale che gli Stati membri utilizzino il loro piano di assegnazione nazionale per rispettare i loro obblighi in materia di riduzione delle emissioni.

Figura 1: emissioni effettive ed emissioni previste per l'UE-25 e per l'UE-15

[pic]Nel 2004 le emissioni totali di gas serra nell'UE-25[3] sono state inferiori del 7,3% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento, senza le emissioni e gli assorbimenti dovuti alle attività LULUCF. Nel 2004 le emissioni di gas serra nell'UE-25 sono aumentate per il secondo anno consecutivo dello 0,4% rispetto al 2003, e sono ora ai massimi livelli dal 1997, anno di adozione del protocollo di Kyoto.

Secondo le proiezioni, nel 2010 le emissioni totali di gas serra dell'UE-25 dovrebbero essere inferiori di circa il 4,6% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento, tenendo conto delle politiche e delle misure nazionali già adottate. Grazie alle politiche e alle misure nazionali supplementari già in discussione, si prevede che la riduzione possa essere pari all'8,1%, e raggiungere il 10,8% se si tiene conto dei meccanismi di Kyoto e dei pozzi di assorbimento.

Due Stati membri dell'UE-15, la Svezia e il Regno Unito, sono sulla buona strada per conseguire il loro obiettivo nel 2010 unicamente grazie alle politiche e alle misure nazionali già in vigore. Oltre a ciò, sei Stati membri dovrebbero raggiungere i rispettivi obiettivi grazie alle politiche e alle misure nazionali supplementari già in discussione e all'impiego dei meccanismi di Kyoto e dei pozzi di assorbimento. Sette Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna) prevedono di non riuscire a raggiungere il loro obiettivo neanche ricorrendo a tutte le misure possibili. Essi dovranno individuare ulteriori politiche e misure di riduzione delle emissioni[4].

Secondo le proiezioni, tutti e otto i nuovi Stati membri dovrebbero raggiungere o superare entro il 2010 i rispettivi obiettivi di Kyoto grazie alle politiche e alle misure nazionali già in vigore. Tuttavia, le emissioni aumenteranno nella maggior parte degli otto paesi tra il 2004 e il 2010. La Slovenia prevede di raggiungere il suo obiettivo di Kyoto grazie alle politiche e alle misure supplementari in discussione e ai pozzi di assorbimento.

2. PROGRESSI EFFETTIVI 1990-2004

2.1. Tendenze delle emissioni di gas serra

Nel quadro del meccanismo di controllo dell'UE, tutti gli Stati membri dell'UE-15 hanno fornito dati di inventario per tutti i gas serra per il periodo 1990-2004. I dati di tre Stati membri (Grecia, Irlanda, Lussemburgo) sono incompleti per alcuni anni o per alcuni gas. La maggior parte dei nuovi Stati membri ha trasmesso dati di inventario per i gas serra per il periodo 1990-2004. Nella maggior parte dei casi i dati riguardanti i gas fluorurati sono incompleti.

Le tendenze delle emissioni di gas serra presentano notevoli variazioni da uno Stato membro all'altro. Le emissioni totali di gas serra della Comunità europea sono dominate dalla Germania e dal Regno Unito, i due maggiori paesi responsabili di circa un terzo del totale delle emissioni di gas serra dell'UE. In totale, i due Stati membri sono riusciti a ridurre le loro emissioni di gas serra di 316 milioni di tonnellate rispetto al 1990.

L'Italia e la Francia occupano il terzo e il quarto posto in termini di emissioni, rispettivamente con il 12% e l'11% del totale. Nel 2004 le emissioni di gas serra dell'Italia superavano del 12% circa i livelli del 1990. Il trasporto su strada, la produzione di energia elettrica e di calore e la raffinazione del petrolio sono i principali settori responsabili dell'aumento delle emissioni di gas serra dell'Italia rispetto ai livelli del 1990. Nel 2004 le emissioni di gas serra della Francia sono state inferiori dell'1% rispetto ai livelli del 1990. La Francia ha notevolmente ridotto le emissioni di N2O provenienti dalla produzione di acido adipico, tuttavia le emissioni di CO2 del settore dei trasporti su strada sono considerevolmente aumentate tra il 1990 e il 2004.

La Spagna e la Polonia occupano rispettivamente il quinto e il sesto posto nella classifica dei maggiori paesi dell'UE responsabili delle emissioni di gas serra, con una quota pari rispettivamente al 9% e all'8% circa del totale dell'UE. La Spagna ha aumentato le emissioni del 48% tra il 1990 e il 2004, principalmente a causa dell'aumento delle emissioni nei settori del trasporto su strada, della produzione di energia elettrica e di calore e delle imprese manifatturiere. La Polonia ha ridotto le emissioni di gas serra del 16% tra il 1990 e il 2004 (-32% rispetto all'anno di riferimento, che nel caso della Polonia è il 1998). I principali fattori che hanno contribuito alla riduzione delle emissioni in Polonia, come del resto negli altri nuovi Stati membri, sono stati il declino dell'industria pesante, a bassa efficienza energetica, e la generale ristrutturazione dell'economia tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Il settore dei trasporti (in particolare il trasporto su strada) costituisce una rilevante eccezione, dato che le emissioni in questo settore sono aumentate di circa 16%.

Nel 2004 dieci Stati membri presentavano livelli di emissione di gas serra superiore ai livelli dell'anno di riferimento, mentre negli altri 13 Stati membri le emissioni erano inferiori ai livelli dell'anno di riferimento (Cipro e Malta non hanno un obiettivo di Kyoto). Le variazioni percentuali delle emissioni di gas serra, tra l'anno di riferimento e il 2004, oscillano tra -60% (Lituania) e +48% (Cipro e Spagna). Nel 2004 la quota dei nuovi Stati membri sul totale delle emissioni è stata pari al 15%.

2.2. Intensità delle emissioni di gas serra nel 2004

Nell'UE-25 le emissioni annue pro capite di gas serra sono diminuite di una tonnellata tra il 1990 e il 2004, equivalente ad una riduzione del 9%. Nell'UE-15, le emissioni pro capite di gas serra sono diminuite di circa il 6%, soprattutto grazie alla riduzione delle emissioni in Germania e nel Regno Unito.

Nonostante sostanziali riduzioni, superiori alle riduzioni dell'UE-15, nei nuovi Stati membri le emissioni in rapporto al PIL restano ben superiori alla media dell'UE-15. Ciò evidenzia un potenziale di crescita economica dei nuovi Stati membri accompagnata da una parallela ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra. Nell'UE-15 le emissioni in rapporto al PIL sono diminuite del 25% nel periodo 1990-2004. Il continuo calo indica un disaccoppiamento tra le emissioni di gas serra e la crescita economica.

Figura 2: emissioni di gas serra, PIL, consumi energetici ed emissioni di CO 2 per l'UE-15

[pic]

2.3 EMISSIONI DI GAS SERRA NEL 2004 RISPETTO AL 2003

L'aumento delle emissioni di gas serra tra il 2003 e il 2004 è dovuto soprattutto: a) all'aumento delle emissioni di CO2 dovute al trasporto su strada (+1,5%), alla siderurgia (+5,4%), alla raffinazione del petrolio (+3,3%), e b) all'aumento delle emissioni di idrofluorocarburi (HFC) nel settore della refrigerazione e del condizionamento d'aria (+12,1%). Nel settore del trasporto su strada il consistente aumento delle emissioni di CO2 dovute al consumo di gasolio (+5%) è stato solo in parte compensato dalla diminuzione delle emissioni di CO2 associate al consumo di benzina (-3,2%).

Tra il 2003 e il 2004 è stato registrato un forte calo in particolare: a) nelle emissioni di CO2 delle famiglie e dei servizi (-1,4%) e del settore della produzione di energia elettrica e di calore (-0,3%), e b) nelle emissioni di CH4 provenienti dalle discariche (-4,3%) e dall'estrazione e dal trattamento del carbone (-16,5%).

Tra il 2003 e il 2004 la Spagna e l'Italia hanno registrato l'aumento più elevato delle emissioni in termini assoluti. In Spagna l'aumento si è avuto principalmente nelle emissioni di CO2 dovute alla produzione di energia elettrica e di calore, al consumo energetico in altri settori manifatturieri, al trasporto su strada e alla siderurgia. Il forte aumento nel settore della produzione di energia elettrica e di calore riflette il notevole aumento della produzione di elettricità di origine termica, aumento in parte dovuto ad una limitata generazione di energia idroelettrica. In Italia, le emissioni di CO2 sono aumentate principalmente nei settori della raffinazione del petrolio e del trasporto su strada. Sul lato positivo, la Germania, la Danimarca e la Finlandia hanno registrato una riduzione delle loro emissioni nel 2004. In Germania, la riduzione ha riguardato principalmente le emissioni di CO2 delle famiglie, dei servizi e del settore della produzione di energia elettrica e di calore; nel settore siderurgico si è avuto al contrario un aumento delle emissioni. Le riduzioni della Danimarca e della Finlandia sono da attribuire principalmente al settore della produzione di energia elettrica e di calore, il che riflette il maggior peso della produzione di energia idroelettrica sul mercato nordico dell'elettricità.

2.4. Tendenze delle emissioni nei principali settori economici

Il principale settore è di gran lunga quello dell'energia (inclusi i trasporti), che nel 2004 ha rappresentato l'80% del totale delle emissioni dell'UE-15, segnando un aumento del 3,8% rispetto al 1990. I trasporti sono responsabili del 24% delle emissioni connesse al settore energetico. Segue, al secondo posto, l'agricoltura, con il 9%, e quindi i processi industriali, con l'8%. L'aumento delle emissioni dell'UE-15 nel 2004 è dovuto principalmente all'aumento delle emissioni di CO2 nei settori del trasporto strada, della siderurgia e della raffinazione del petrolio, nonché all'aumento delle emissioni di HFC nel settore della refrigerazione e del condizionamento di aria. Sul lato positivo, sono state registrate riduzioni delle emissioni di metano provenienti dalle discariche o dall'estrazione e dal trattamento del carbone.

Il trasporto su strada è responsabile dell'aumento delle emissioni del settore energetico nel 2004, mentre parallelamente sono diminuite le emissioni di CO2 delle famiglie e dei servizi, nonché le emissioni provenienti dalla produzione di energia elettrica e di calore. L'aumento nel settore energetico nel 2004 è stato compensato dalle diminuzioni registrate in tutte le altre categorie di fonti. Rispetto al 1990, le emissioni derivanti dai processi industriali sono diminuite del 16%, le emissioni dell'agricoltura del 10%, quelle del settore dei rifiuti del 33% e quelle risultanti dall'utilizzo di solventi e altri prodotti del 20%.

Figura 3: variazione delle emissioni di gas serra nell'UE-15 per settore, anno di riferimento 2004; proiezioni per settore tenuto conto delle misure vigenti e delle misure supplementari, anno di riferimento 2010; percentuali per settori nel 2004

[pic] Fonte: AEA.

Approvvigionamento e consumo di energia, esclusi i trasporti

- Tra il 1990 e il 2004 le emissioni di CO2 provenienti dalla produzione di energia elettrica e di calore sono aumentate del 6%, a seguito di un aumento del 35% della produzione di elettricità delle centrali termoelettriche.

- Tra il 1990 e il 2004 la crescita della domanda di energia è stata superiore all'aumento delle emissioni in tutti gli Stati membri dell'UE-15. La Svezia, la Francia e il Regno Unito sono gli Stati membri che hanno avuto maggior successo nel disaccoppiare i livelli di emissione e la domanda. Per quanto riguarda la Germania e il Regno Unito, le riduzioni delle emissioni sono dovute soprattutto all'aumento dell'efficienza energetica delle centrali a carbone, nel caso della Germania, e alla conversione della produzione di elettricità dal carbone al gas, nel caso del Regno Unito. Il notevole disaccoppiamento realizzato in Svezia tra la produzione di energia elettrica di origine termica e le emissioni di CO2 è dovuto principalmente ad un maggiore ricorso alla biomassa.

- Se continua la tendenza attuale, l'energia elettrica da fonti rinnovabili raggiungerà una quota del 19% nel 2010. Nell'UE-15, l'obiettivo che si intende realizzare per le energie rinnovabili è una quota del 22% dei consumi lordi di energia elettrica, e per l'UE-25 il 21%.

- La quota della cogenerazione di energia elettrica e di calore sul totale della produzione di elettricità è diminuita nell'UE-15, passando dal 10% nel 2000 al 9% nel 2002.

- Le emissioni di CO2 delle famiglie sono aumentate del 3% tra il 1990 e il 2004, mentre fino al 2000 il numero di abitazioni è aumentato del 12%, il che evidenzia un certo disaccoppiamento. È interessante notare che in Danimarca, Finlandia e Svezia il consumo di combustibile da parte delle famiglie è diminuito a seguito della maggiore diffusione del riscaldamento urbano. In Germania la riduzione delle emissioni di CO2 delle famiglie è stata possibile grazie soprattutto ai miglioramenti dell'efficienza energetica realizzati tramite l'isolamento termico degli edifici e l'impiego di altri combustibili in particolare in Germania orientale, alla produzione di energia solare termica e al riscaldamento urbano da biomassa.

Trasporti

- Tra il 1990 e il 2004 le emissioni di gas serra dovute ai trasporti interni sono aumentate del 26% nell'UE-15; le emissioni dovute al trasporto su strada sono anch'esse cresciute, del 26%, nello stesso periodo. Solo in Finlandia, Germania, Svezia e Regno Unito l'aumento delle emissioni dovute ai trasporti è stato marginale.

- Secondo le proiezioni, entro il 2010 le emissioni di gas serra dovute ai trasporti interni dell'UE-15 dovrebbero crescere del 35% rispetto ai livelli del 1990, se si considerano unicamente le politiche e le misure nazionali in vigore[5].

- Il trasporto su strada di passeggeri è aumentato del 27% tra il 1990 e il 2004, mentre il trasporto su strada di merci è cresciuto del 51% nel periodo 1990-2003.

- Le emissioni medie di CO2 dei nuovi veicoli privati si sono ridotte di circa il 12% tra il 1995 e il 2004, mentre la vendita di veicoli è aumentata del 21% nel corso dello stesso periodo. L'aumento annulla i guadagni di efficienza conseguiti con i nuovi veicoli.

- Nell'UE-15 le emissioni di CO2 provenienti dai trasporti aerei e marittimi internazionali (non considerati nel protocollo di Kyoto) sono aumentate del 59% tra il 1990 e il 2004.

- Le emissioni dovute ai trasporti nell'UE-10 sono diminuite del 6% tra l'anno di riferimento e il 1995, facendo però registrare un aumento considerevole nel periodo successivo. Nel 2004 superavano del 28% i livelli dell'anno di riferimento.

Agricoltura

- Nel complesso, tra il 1990 e il 2004 le emissioni di gas serra dovute all'agricoltura sono diminuite del 13% nell'UE-25, nonostante l'aumento registrato in Spagna, Portogallo, Cipro, Malta e Polonia. La riduzione delle emissioni nel settore agricolo è stata possibile grazie principalmente alla diminuzione del numero di bovini e al minor uso di fertilizzanti organici e sintetici.

- Sulla base delle politiche e delle misure nazionali in vigore, le emissioni di gas serra del settore agricolo nell'UE-15 dovrebbero scendere, secondo le proiezioni, ad un livello inferiore del 16% rispetto al livello del 1990 entro il 2010.

Industria (settori non connessi al settore energetico)

- Le emissioni di gas serra generate dai processi industriali nell'UE-15 (biossido di carbonio, protossido di azoto e gas fluorurati) sono diminuite del 16% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento. Nel 2010, con le politiche e le misure nazionali in vigore, dovrebbero aumentare nuovamente e raggiungere un livello inferiore del 4% a quello di riferimento. Con le misure nazionali supplementari dovrebbero rimanere ad un livello appena superiore al livello del 2004.

- L'aumento delle emissioni tra il 2003 e il 2004 è dovuto all'aumento della produzione di cemento in Francia, Germania e Italia, e all'aumento del consumo di HFC per la refrigerazione e il condizionamento di aria in Germania e in Italia.

- Le emissioni di idrofluorocarburi nell'UE-15 nel settore della refrigerazione e del condizionamento di aria, corrispondenti attualmente all'1% del totale delle emissioni di gas serra dell'UE-15, sono aumentate di nove volte tra l'anno di riferimento e il 2004.

- Nell'UE-15 le emissioni di protossido di azoto delle industrie chimiche sono diminuite del 55% tra il 1990 e il 2004.

Gestione dei rifiuti

- Le emissioni di CH4 provenienti dalle discariche nell'UE-15 sono diminuite del 38% tra il 1990 e il 2004.

- Tra il 1990 e il 2004 la maggior parte degli Stati membri dell'UE-15 ha ridotto le emissioni di gas serra dovute alla gestione dei rifiuti; solo l'Irlanda, l'Italia, il Portogallo e la Spagna hanno registrato un aumento delle emissioni in questo settore. La riduzione delle emissioni provenienti dalla gestione dei rifiuti è stata in parte resa possibile dall'entrata in vigore della direttiva sulle discariche di rifiuti e di disposizioni legislative analoghe negli Stati membri.

- Nell'UE-15, secondo le proiezioni, le emissioni di gas serra del settore dei rifiuti dovrebbero diminuire entro il 2010 ad un livello inferiore di oltre il 40% rispetto ai livelli del 1990 (con le politiche e le misure in vigore).

3. EVOLUZIONE PREVISTA NEL PERIODO 1990-2008/2012

La presente valutazione contiene informazioni riguardanti i 25 Stati membri dell'UE; per l'UE-15 vengono fornite informazioni ancora più dettagliate. Nel valutare se gli Stati membri sono sulla buona strada nel conseguimento dei loro obiettivi ci si è basati principalmente sull'analisi delle politiche nazionali e delle misure a livello UE che sono già state approvate. Proiezioni aggiornate sono state trasmesse da 18 Stati membri. 19 Stati membri hanno fornito informazioni riguardanti l'utilizzo dei meccanismi di flessibilità del protocollo di Kyoto (Ungheria, Polonia, Lettonia e Lituania non hanno comunicato alcuna informazione). Per la prima volta quest'anno sono state incluse le attività LULUCF (pozzi di assorbimento del carbonio), ai sensi dell'articolo 3, paragrafi 3 e 4, del protocollo di Kyoto, di cui hanno riferito 14 Stati membri. La comunicazione di informazioni riguardanti l'utilizzo dei pozzi di assorbimento è considerevolmente migliorata, in parte in ragione degli obblighi di informazione previsti nell'ambito della convenzione UNFCCC nel 2006.

3.1. Proiezioni degli Stati membri

3.1.1. UE-25

Entro il 2010 le emissioni totali di gas serra dell'UE-25 dovrebbero essere inferiori del 4,9% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento. Queste proiezioni sono basate sulle stime formulate dagli stessi Stati membri tenendo conto delle politiche e delle misure nazionali in vigore. Con le politiche e le misure nazionali supplementari in discussione la riduzione prevista potrebbe essere pari all'8,1%, e raggiungere il 10,8% se si tiene conto dei meccanismi di Kyoto e dei pozzi di assorbimento. Secondo le previsioni, in mancanza di politiche e di misure nazionali supplementari, le emissioni continueranno ad aumentare tra il 2004 e il 2010.

Figura 4: scarto rispetto all'obiettivo di Kyoto, indicante il divario relativo (per eccesso o per difetto) tra le proiezioni delle emissioni di gas serra per il 2010 e i rispettivi obiettivi per il 2010, sulla base delle politiche e delle misure nazionali "vigenti" o "supplementari", tenendo conto anche dei meccanismi di Kyoto e dei pozzi di assorbimento

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3.1.2. UE-15

Le proiezioni aggregate basate sulle politiche e sulle misure nazionali in vigore indicano che nel 2010 le emissioni di gas serra nell'UE-15 saranno diminuite solo dello 0,6% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento (scarto del 7,4% rispetto all'obiettivo di Kyoto). Le misure supplementari in discussione, su cui hanno riferito gli Stati membri, includono misure miranti a promuovere la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, la cogenerazione e l'efficienza energetica. Le misure nazionali supplementari possono contribuire a ridurre del 4% lo scarto rispetto all'obiettivo di Kyoto, che scende così al 3,4%. Tuttavia, le riduzioni ottenute con le sole disposizioni nazionali non saranno sufficienti per conseguire l'obiettivo di Kyoto. Il ricorso ai meccanismi di Kyoto dovrebbe permettere di ridurre le emissioni di un ulteriore 2,6%. La riduzione totale associata alle attività di cui all'articolo 3, paragrafi 3 e 4 nell'UE-15 è stimata a circa 32,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti all'anno, corrispondenti ad un ulteriore 0,8%. Pertanto, secondo le previsioni, se si considerano tutte le misure, l'UE-15 dovrebbe riuscire a ridurre le sue emissioni dell'8% e raggiungere l'obiettivo di Kyoto.

3.1.3. UE-10

Le emissioni aggregate di tutti i nuovi Stati membri (eccetto Cipro e Malta, i cui dati non sono disponibili) dovrebbero aumentare dopo il 2004, pur rimanendo del 12% al di sotto del livello del 1990 nel 2010. Solo la Repubblica ceca e l'Estonia prevedono una diminuzione delle emissioni tra il 2004 e il 2010. In Ungheria e in Polonia le emissioni di gas serra nel 2010 dovrebbero essere notevolmente superiori ai livelli del 2004. Le proiezioni per i nuovi Stati membri sono inferiori del 2% rispetto alle proiezioni comunicate l'anno scorso.

Tutti i paesi hanno attuato politiche e misure per ridurre le emissioni di gas serra, e sei paesi hanno individuato misure supplementari. La Slovenia è il solo paese dell'UE-8 che prevede di ricorrere ai meccanismi di Kyoto come paese investitore, ma non ha ancora deciso quale sarà il loro contributo al conseguimento dell'obiettivo di Kyoto. Tenuto conto delle misure vigenti e delle misure supplementari, nonché delle attività della Slovenia ai sensi dell'articolo 3, paragrafi 3 e 4, i paesi dell'UE-10 dovrebbero superare i rispettivi obiettivi di un totale di 163 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti nel 2010, corrispondenti al 16%.

3.1.4. Paesi di prossima adesione e paesi candidati

Tra il 1990 e il 2004 le emissioni pro capite di gas serra si sono ridotte considerevolmente in Bulgaria e in Romania, ma solo leggermente in Turchia e in Croazia. Con 4,2 tonnellate annue, le emissioni pro capite in Turchia rappresentano meno della metà della media delle emissioni pro capite dell'UE-25. In tutti i paesi, si è altresì ridotto il livello delle emissioni in rapporto al PIL, il che evidenzia un disaccoppiamento tra crescita economica e consumo delle risorse.

Nel 2004 la Bulgaria, la Croazia e la Romania erano a buon punto nel conseguimento dei rispettivi obiettivi di Kyoto. Le proiezioni per il 2010, tenuto conto delle politiche e delle misure nazionali, indicano che la Bulgaria e la Romania supereranno i rispettivi obiettivi di Kyoto. Nessuna proiezione è disponibile per la Croazia.

3.2. Attuazione del Programma europeo per il cambiamento climatico (ECCP)

Nel giugno 2001 nel quadro del programma europeo per il cambiamento climatico (ECCP) è stato definito un certo numero di politiche e misure comuni e coordinate. La maggior parte delle politiche e misure decise nel quadro dell'ECCP I è stata attuata. La Commissione ha lanciato l'ECCP II con una conferenza delle parti interessate, tenutasi nell'ottobre del 2005 a Bruxelles. Al centro dell'ECCP II vi sono: il riesame dell'ECCP I, l'efficienza energetica, l'approvvigionamento di energia, il trasporto aereo, l'agricoltura e la silvicoltura, i gas diversi dalla CO2, il sequestro e lo stoccaggio del carbonio, la CO2 e le automobili, nonché il ruolo dell'UE nella riduzione della vulnerabilità e nella promozione dell'adeguamento in Europa.

Tabella 1: efficacia delle politiche e delle misure adottate nel quadro dell'ECCP

Situazione attuale |

UE-15: Stima del potenziale di riduzione (in Mt. di CO2 equivalenti) | Attuazione integrale (in Mt. di CO2 equivalenti) | In corso di finalizzazione (in Mt. di CO2 equivalenti) |

Approvvigionamento di energia | 236-278 | - | 200-230 |

Domanda di energia | 194-239 | 86 – 106 | 85-110 |

Trasporti | 152-185 | 75-80 | 72-95 |

Gas diversi dalla CO2 | 59-62 | 41 | 18-21 |

Agricoltura e silvicoltura | 133 | 45 | 0 |

TOTALE | 774–897 | 247–272 | 375-456 |

Molte delle politiche e delle misure comuni e coordinate sono state adottate o sono in una fase avanzata di preparazione e, come mostra la tabella 1, potrebbero permettere di ridurre le emissioni di circa 272 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti nel corso dei prossimi anni. Politiche e disposizioni nazionali analoghe erano già in vigore in diversi Stati membri.

3.3. Attuazione del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS)

La direttiva sullo scambio delle quote di emissione è la pietra angolare dell'ECCP, in quanto ha consentito di creare un mercato delle quote di CO2 dal 1.1.2005. Essa contribuisce ad assicurare che le riduzioni delle emissioni abbiano luogo dove possono essere realizzate con la maggiore efficienza economica. Il collegamento tra il sistema comunitario di scambio di quote di emissione e i meccanismi di Kyoto mira a ridurre i costi sostenuti dalle imprese che partecipano al sistema e a promuovere il trasferimento delle tecnologie rispettose dell'ambiente verso i paesi con economia in transizione e i paesi in via di sviluppo. Nel primo anno di esistenza, l'ETS ha funzionato da catalizzatore per il mercato del meccanismo per lo sviluppo pulito ( Clean Development Mechanism - CDM) e per quello dell'attuazione congiunta ( Joint Implementation – JI), per cui oggi i progetti di questo tipo sono molto più numerosi che in passato.

La tabella 5 riportata in allegato presenta una panoramica del numero di impianti, delle relative emissioni verificate nel 2005 e delle quote loro assegnate per il primo anno di funzionamento dell'ETS, conformemente alle informazioni registrate il 5 settembre 2006 nel catalogo indipendente comunitario delle operazioni ( Community Independent Transaction Log – CITL).

Nel corso del secondo semestre del 2006 verranno esaminati i piani di assegnazione nazionali per il primo periodo di impegno 2008-2012. La Commissione farà in modo che i piani di assegnazione nazionali diano un consistente contributo al conseguimento dell'obiettivo di Kyoto dell'UE, e permettano agli Stati membri di raggiungere i loro obiettivi di riduzione delle emissioni.

3.4. Previsto impiego dei meccanismi di Kyoto

Diciannove Stati membri, ossia tutti i paesi dell'UE-15 più la Repubblica ceca, l'Estonia, la Slovacchia e la Slovenia, hanno fornito informazioni sull'utilizzo che intendono fare dei meccanismi di Kyoto (attuazione congiunta ( Joint Implementation (JI) e meccanismo per lo sviluppo pulito ( Clean Development Mechanism (CDM)), nonché del meccanismo internazionale di scambio per raggiungere i loro obiettivi per il periodo di impegno 2008-2012.

Per l'UE-15, i meccanismi di Kyoto che 10 Stati membri prevedono di utilizzare rappresentano 110,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti all'anno nel corso del periodo di impegno. Si tratta di un quantitativo corrispondente a più del 30% del totale delle riduzioni di emissioni necessario per l'UE-15, ossia circa 342 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti all'anno durante il primo periodo di impegno. Dieci Stati membri hanno già stanziato risorse per l'utilizzo dei meccanismi di Kyoto: si tratta di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania[6], Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna, e Svezia. Austria, Italia, Paesi Bassi e Spagna hanno previsto gli stanziamenti più ingenti (rispettivamente, 288 milioni di euro, 1 320 milioni di euro, 600 milioni di euro e 250 milioni di euro) per i cinque anni del periodo di impegno. In totale gli stanziamenti dei dieci Stati membri ammontano a 2 830 milioni di euro.

3.5. Previsto impiego dei pozzi di assorbimento del carbonio

Oltre alle politiche e alle misure che hanno ad oggetto le fonti di emissione di gas serra, gli Stati membri possono utilizzare i pozzi di assorbimento del carbonio. Quattordici Stati membri hanno fornito stime preliminari in merito al previsto utilizzo dei pozzi di assorbimento ai fini del conseguimento dei loro obiettivi: si tratta di Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Il previsto utilizzo dei pozzi di assorbimento del carbonio, pur essendo finora relativamente limitato, è importante ai fini del conseguimento dell'obiettivo di Kyoto da parte dell'UE-15. Finora, per l'UE-15, i piani prevedono una riduzione netta di circa 18 milioni di tonnellate di CO2 all'anno entro il 2008-2012 tramite attività di afforestazione e di riforestazione. Queste stime sono tuttavia relativamente incerte, data la mancanza di dettagli sui tipi di pozzo di assorbimento. Il dato è inferiore di circa 13 milioni di tonnellate di CO2 all'anno rispetto alle stime dell'anno scorso, in ragione delle correzioni apportate dall'Irlanda e dal Regno Unito. Ulteriori riduzioni delle emissioni di gas serra associate alla silvicoltura dovrebbero ammontare a circa 14,2 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Il Portogallo prevede inoltre di realizzare riduzioni delle emissioni per 0,5 milioni di tonnellate all'anno con attività di gestione dei coltivi e dei pascoli. Pertanto il totale delle riduzioni realizzate grazie alle attività previste dall'articolo 3, paragrafi 3 e 4, del protocollo di Kyoto nel corso del periodo di impegno è stimato a 32,6 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, ossia in totale a circa lo 0,8%, in relazione all'obiettivo di -8% dell'UE-15.

Inoltre, la Slovenia prevede una riduzione netta di circa 0,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti all'anno.

[1] Nella decisione 2002/358/CE del Consiglio, che si applica unicamente agli Stati membri dell'UE-15, i vari impegni assunti dagli Stati membri sono espressi in termini di variazioni percentuali rispetto all'anno di riferimento. Nel 2006 i rispettivi livelli di emissione verranno espressi in termini di tonnellate di CO2 equivalenti. A questo proposito, in una dichiarazione comune il Consiglio Ambiente e la Commissione hanno deciso di tener conto tra l'altro delle ipotesi formulate nella dichiarazione della Danimarca allegata alle conclusioni del Consiglio del 16-17 giugno 1998 in merito alle emissioni dell'anno di riferimento.

[2] Le politiche e le misure vigenti sono quelle alle quali si applica una o più delle seguenti condizioni: a) sono in vigore disposizioni nazionali; b) sono stati conclusi uno o più accordi volontari; c) sono stati accordati i finanziamenti; d) sono state messe a disposizione risorse umane; e) il governo ha adottato una decisione ufficiale e vi è un chiaro impegno a procedere nell'attuazione. Le politiche e le misure supplementari (in programma) sono le opzioni in corso di esame per le quali vi è una possibilità reale di adozione e di attuazione in tempo utile per influire sulle emissioni nel corso del periodo di impegno.

[3] Ai fini dell'analisi della presente relazione, le emissioni dell'anno di riferimento sono state calcolate sommando le emissioni di 23 Stati membri, data l'assenza di obiettivi per Malta e Cipro nell'ambito dell'accordo di ripartizione degli oneri dell'UE-15 o del protocollo di Kyoto. Le emissioni dell'anno di riferimento per l'UE-23 non hanno alcun valore giuridico ai sensi del protocollo di Kyoto o della vigente normativa UE.

[4] Secondo le informazioni in possesso della Commissione al 6 giugno 2006. Con il 2° piano di assegnazione nazionale che deve essere trasmesso nel quadro dell'ETS gli Stati membri forniranno le proiezioni aggiornate e i piani relativi alle politiche e alle misure che intendono attuare per conseguire i loro obiettivi.

[5] Per la Germania non sono disponibili proiezioni relative alle emissioni di gas serra dovute ai trasporti. Mancano inoltre le proiezioni per la Germania e il Lussemburgo relative all'agricoltura, ai processi industriali e alla gestione dei rifiuti.

[6] I fondi stanziati dalla Germania sono destinati a programmi pilota. La Germania non prevede di ricorrere ai meccanismi di Kyoto per raggiungere il suo obiettivo.

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