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Document 52006DC0045

Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento Europeo - Interoperabilità per servizi paneuropei di eGovernment

/* COM/2006/0045 def. */

52006DC0045

Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento Europeo - Interoperabilità per servizi paneuropei di eGovernment /* COM/2006/0045 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 13.2.2006

COM(2006) 45 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO ED AL PARLAMENTO EUROPEO

Interoperabilità per servizi paneuropei di eGovernment

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO ED AL PARLAMENTO EUROPEO

Interoperabilità per servizi paneuropei di eGovernment

Oggi l’eGovernment svolge un ruolo centrale nell’ambito dell’iniziativa dell’UE per il rinnovamento economico, sociale ed ambientale. Il suo contributo al miglioramento dello sviluppo e dell’attuazione delle politiche pubbliche è comprovato e recentemente si è prestata particolare attenzione al ruolo che esso svolge nel miglioramento della concorrenzialità e dell’innovazione delle economie europee.

In materia di eGovernment sono stati realizzati molti progressi a tutti i livelli della pubblica amministrazione europea. Se è ben vero che questo slancio deve essere mantenuto, adesso occorre però concentrarsi sullo sviluppo della dimensione transfrontaliera dell’eGovernment, per la quale l’interoperabilità assume una priorità ancora maggiore. Una più stretta collaborazione tra le amministrazioni dei diversi Stati membri contribuirà a far nascere servizi migliori per i cittadini e per le imprese europee e renderà più efficiente l’attuazione delle politiche dell’UE.

Una maggiore collaborazione necessita una migliore comunicazione tra un numero crescente di amministrazioni del settore pubblico, una sfida che richiede uno sforzo comune da parte degli Stati membri e della Comunità. Pertanto, lo scopo della presente comunicazione è quello di attirare l’attenzione degli Stati membri sul lavoro che deve essere intrapreso per conseguire l’interoperabilità paneuropea dei servizi di eGovernment. Vista la molteplicità delle questioni che devono essere affrontate, la presente comunicazione propone alcune priorità ed una prima serie di provvedimenti. Essa invita il Consiglio ad affrontare le esigenze individuate e a sostenere le misure atte a soddisfarle.

Introduzione

Contesto

Il rafforzamento della concorrenzialità delle economie europee richiede la modernizzazione del settore pubblico europeo e una migliore interazione tra le organizzazioni coinvolte:

- Il mercato unico presuppone pubbliche amministrazioni moderne ed efficienti che facilitano la mobilità e un’agevole interazione dei cittadini e delle imprese.

- Una pubblica amministrazione moderna deve essere fondata su un’infrastruttura telematica sofisticata e su processi di eGovernment efficienti. Soltanto così potrà fornire i servizi comodi, trasparenti e basati sull’efficienza in termini di costi necessari per cogliere le opportunità offerte dalla società dell’informazione.

I vantaggi a tale riguardo dell’eGovernment e, in particolare, dei servizi transfrontalieri di eGovernment sono indiscussi[1]. Di conseguenza, la proposta di direttiva concernente i servizi nel mercato interno[2] evidenzia esplicitamente l’interrelazione fra l’infrastruttura di eGovernment e la mobilità delle imprese. Essa impone agli Stati membri di garantire l’interoperabilità necessaria per fornire alle imprese mobili sportelli unici per l’espletamento delle formalità amministrative relative alla mobilità.

Anche altri settori di politica dell’UE devono essere sostenuti da un’accresciuta condivisione delle informazioni tra le amministrazioni. Gli obiettivi delle politiche non possono essere raggiunti senza una maggiore cooperazione tra le amministrazioni che sia sostenuta dalle tecnologie dell’informazione, che si tratti del settore della giustizia e degli affari interni o di quello delle relazioni esterne e della politica in materia di sicurezza.

L’interoperabilità dei servizi di eGovernment[3], basata su norme, su specifiche aperte e su interfacce aperte, è diventata un obiettivo cruciale e fondamentale. Nel piano d’azione eEurope[4] si è esplicitamente riconosciuto che l’interoperabilità è un presupposto dell’attuazione di servizi europei di eGovernment; gli Stati membri hanno dal canto loro riaffermato l’importanza dell’interoperabilità nella conferenza ministeriale tenuta a Como nel luglio 2003: “La cooperazione richiesta per sviluppare servizi paneuropei dipende in parte dall’interoperabilità dei sistemi di informazione e di comunicazione usati a tutti i livelli di governo”.

Ciò significa che, sebbene gli Stati membri siano responsabili dell’interoperabilità dei loro sistemi, l’interoperabilità a livello europeo, necessaria per attuare le politiche comuni e le priorità dell’UE, richiede cooperazione e coordinamento a livello europeo. La questione di tale interoperabilità dovrebbe dunque rimanere prioritaria nell’agenda UE in materia di servizi elettronici d’interesse pubblico (nel settore dell’eGovernment, ma anche in altri come la salute o l’istruzione), in particolare nell’ambito del nuovo quadro strategico “i2010 – Una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione”[5] e delle varie iniziative e programmi connessi. i2010 affronta esplicitamente l’interoperabilità come una delle quattro sfide principali per la creazione di uno spazio unico europeo dell’informazione e riconosce che l’interoperabilità è essenziale per i servizi pubblici telematici.

Sfide: servizi paneuropei per cittadini e imprese

Il conseguimento dell’interoperabilità per i servizi di eGovernment è un processo continuo nel quale vanno costantemente integrati nuovi partner e nuove tecnologie:

- I servizi di eGovernment sono prestati a tutti i livelli di governo. Occorre assicurare l’interoperabilità tra le amministrazioni locali, regionali, nazionali ed europee in modo da fornire un servizio senza soluzione di continuità.

- L’integrazione dei nuovi Stati membri è un compito importante che è già in corso d’esecuzione.

- Cittadini che vanno on line sempre più numerosi si aspetteranno ed esigeranno di poter accedere elettronicamente alle informazioni e ai servizi in modo efficiente e semplice.

- Le tecnologie ed i prodotti del mercato si evolvono. Mentre emergono nuovi modi di assicurare l’interoperabilità, le crescenti possibilità di arricchire i servizi di eGovernment fanno sì che l’interoperabilità diventi rilevante anche là dove non lo era.

- Il fatto che gli Stati membri abbiano istituito loro programmi e loro politiche in materia di eGovernment significa che molte scelte riguardanti l’attuazione sono già state operate. L’integrazione di elementi e processi eterogenei sta diventando uno dei punti chiave.

- Le specifiche paneuropee sono poche e non esiste ancora nessuno scambio sistematico di know-how e di pratiche ottimali.

Il crescente numero dei soggetti interessati e la crescente complessità tanto delle relazioni quanto dei connessi sistemi informatici necessitano strutture coerenti, politiche e norme comuni nonché sforzi continui ed ingenti di coordinamento tra le istituzioni dell’UE e gli Stati membri. Con il crescere dei servizi paneuropei questa complessità aumenterà.

Portata della comunicazione

Un approccio di base all’interoperabilità europea è stato elaborato e le fondamenta sono state gettate:

- Una prima versione del quadro europeo di interoperabilità per i servizi di eGovernment paneuropei (QEI)[6] e i relativi orientamenti sull’architettura informatica hanno proposto politiche, norme e specifiche per sostenere i partner dell’eGovernment europeo che collaborano tra di loro.

- I programmi di ricerca e di sviluppo relativi all’eGovernment hanno terminato i relativi studi e avviato progetti pilota.

- Nel contesto di consultazioni sulle iniziative nazionali di eGovernment per eEurope 2005, sono stati raccomandati approcci all’interoperabilità[7].

- Il programma di ricerca, sviluppo e dimostrazione in materia di tecnologie per la società dell’informazione (RSD TSI), il programma di reti transeuropee per i servizi elettronici (eTEN) e il programma per l’erogazione interoperabile di servizi paneuropei di governo elettronico alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e ai cittadini (IDABC) contribuiscono tutti alla identificazione, validazione e attuazione dei servizi paneuropei[8]. IDABC ha portato a termine un’indagine sui servizi paneuropei condotta presso i soggetti interessati[9].

Tuttavia, dato che le risorse sono limitate, occorre stabilire quali misure per sviluppare i servizi transfrontalieri di eGovernment sono prioritarie. In secondo luogo, deve essere assicurata la sostenibilità a lungo termine delle misure dirette a sostenere l’interoperabilità necessaria per tali servizi.

Pertanto, la presente comunicazione:

- espone le condizioni di base per attuare l’interoperabilità paneuropea dei servizi di eGovernment;

- presenta le priorità in una serie strutturata di politiche e misure dirette a conseguire l’interoperabilità dei servizi di eGovernment nel contesto paneuropeo;

- propone inoltre i primi provvedimenti per riempire tale quadro.

Attuazione d ELL’INTEROPERABILITÀ PANEUROPEA PER I SERVIZI DI EGOVERNMENT

VANTAGGI D ell’interoperabilità per l’eGovernment

L ’interoperabilità è un presupposto per la fornitura di servizi di eGovernment attraverso i confini degli Stati e delle organizzazioni. L’interoperabilità facilita la comunicazione, l’interazione e le transazioni tra enti o partner diversi. Grazie ad essa le organizzazioni possono conservare la loro indipendenza pur scambiando informazioni ed effettuando transazioni attraverso i loro confini.

Dimensioni e condizioni dell’interoperabilità per l’eGovernment

Si possono individuare tre settori chiave dell’interoperabilità che dovranno essere considerati in sede di attuazione dei servizi di eGovernment, vale a dire l’organizzativo, il semantico e il tecnico:

- L’interoperabilità organizzativa riguarda la capacità di individuare i soggetti interessati e i processi organizzativi coinvolti nella fornitura di uno specifico servizio di eGovernment in vista del raggiungimento di un accordo fra tali soggetti su come strutturare le loro interazioni, vale a dire sulla definizione delle loro “interfacce commerciali”[10].

- L’interoperabilità tecnica riguarda l’integrazione dei sistemi informatici e del software nonché la definizione e l’uso di interfacce aperte, norme e protocolli per sviluppare sistemi d’informazione affidabili, efficaci ed efficienti.

- L’interoperabilità semantica riguarda il modo per far sì che il significato delle informazioni scambiate non venga perso nel processo, bensì conservato e compreso dalle persone, applicazioni e istituzioni coinvolte.

Il coordinamento è necessario sia all’interno di ciascuno di questi tre settori sia tra l’uno e l’altro di essi.

La governance dell’interoperabilità per l’eGovernment

I metodi e le soluzioni per l ’interoperabilità differiranno a seconda dei servizi di eGovernment interessati e dell’ambiente nel quale i servizi sono realizzati. Il conseguimento dell’interoperabilità per determinati settori a livello europeo deve essere visto come un processo graduale e deve essere sostenuto come tale.

I relativi sforzi di coordinamento dovranno essere sostenuti dalle amministrazioni a tutti i livelli. I responsabili saranno individuati sulla base di considerazioni tecnologiche e di politica.

Il principio di sussidiarietà richiede che l’intervento pubblico abbia luogo al livello più efficiente considerati gli obiettivi perseguiti. Spesso il livello appropriato sarà quello dei singoli Stati membri; tuttavia, considerando l’entità e la portata dei servizi e la necessità di coordinare le misure di sostegno dell’interoperabilità paneuropea, occorre che una serie di provvedimenti siano adottati a livello UE.

A tale riguardo, il coordinamento degli accordi di interoperabilità per l’eGovernment all’interno di uno specifico settore di politica rientra tra le responsabilità dei soggetti di quel settore, mentre le regole e gli elementi comuni devono essere definiti in modo intersettoriale. Di conseguenza, i provvedimenti relativi all’interoperabilità semantica per lo scambio di dati fiscali o di statistiche sulla salute dovranno essere definiti dalle amministrazioni fiscali o sanitarie. Tuttavia, gli elementi comuni, come le descrizioni di merci, istituzioni o persone fisiche in generale, e le regole tecniche, come l’utilizzo di protocolli di trasporto e di interfacce sicure, dovranno essere organizzati orizzontalmente tra tutti i settori e, se necessario, sincronizzati con il lavoro riguardante analoghe sfide in materia di interoperabilità nell’attività economica.

Legislazione

I programmi nazionali di eGovernment hanno incontrato ostacoli di natura giuridica quando hanno tentato di ristrutturare e semplificare i processi in modo da rendere più efficiente l’interazione con i soggetti interessati. È probabile che questi problemi si moltiplicheranno a livello paneuropeo.

Al fine di conseguire l’interoperabilità organizzativa per i servizi di eGovernment paneuropei potrebbe essere necessario modificare le normative nazionali. È possibile che le valutazioni d’impatto di eventuali proposte legislative – comprese quelle UE – debbano affrontare la questione di restrizioni per i servizi elettronici.

La Commissione ha lanciato uno studio (nel quadro del programma Modinis, rientrante nel piano d’azione eEurope 2005) sugli ostacoli di natura giuridica e organizzativa che si frappongono all’eGovernment.

SODDISFARE LE CONDIZIONI DELL’INTEROPERABILITÀ

Risultati

Politiche e norme per l’interoperabilità paneuropea

Nel novembre 2004 è stata pubblicata, come documento di lavoro IDA (Interchange of Data between Administrations: trasmissione di dati tra amministrazioni), una prima versione del quadro europeo di interoperabilità per i servizi di eGovernment paneuropei, che propone orientamenti per la fornitura di tali servizi. Sulla base della premessa che ogni Stato membro dispone o si sta dotando di un proprio quadro nazionale di interoperabilità (QNI), il QEI vuole completare, piuttosto che sostituire, i quadri nazionali di interoperabilità per l’eGovernment, aggiungendovi una dimensione paneuropea. Il QEI formula raccomandazioni, definisce esigenze generiche di normalizzazione per quanto riguarda gli aspetti organizzativo, semantico e tecnico di tale interoperabilità e offre una serie completa di principi per la cooperazione europea in materia di eGovernment.

Progetti e studi

I programmi di ricerca e sviluppo in materia di eGovernment, IDA, eTEN e i singoli settori di politica hanno realizzato un numero considerevole di progetti che sfruttano e promuovono l’interoperabilità per l’eGovernment. Tra l’altro, il programma IDA ha prodotto specifiche europee per l’eProcurement (appalti elettronici) ed eLink, il middleware per lo scambio sicuro dei dati tra le amministrazioni ed i loro partner. eTEN ha creato un sistema pilota paneuropeo di trattamento di dati standardizzati per la registrazione ad uso delle imprese. In settori come quello fiscale, doganale, sanitario, previdenziale e statistico si sono già compiuti notevoli passi avanti in materia di interoperabilità e normalizzazione, in parte con l’appoggio della Commissione. Il programma di ricerca e sviluppo studia l’interoperabilità in settori emergenti come i servizi mobili di eGovernment.

Provvedimenti necess ari

Stabilire le priorità

Gli sforzi diretti a conseguire l’interoperabilità per i servizi di eGovernment devono concentrarsi su settori politici prioritari. Visto il clima economico dell’UE ed essendo importante offrire ai cittadini vantaggi concreti, occorre che tra i criteri di selezione figurino gli effetti previsti sulla concorrenzialità, sull’occupazione, sull’innovazione e sulla realizzazione della cittadinanza europea. La registrazione transfrontaliera delle società e l’interoperabilità dell’eProcurement europeo sono esempi di settori prioritari. Anche la necessità di ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese nell’UE sta diventando urgente. La raccolta senza soluzione di continuità di statistiche paneuropee è un passo verso il futuro. Nel campo della previdenza sociale e delle offerte di lavoro, i servizi transfrontalieri faciliteranno la mobilità dei cittadini.

Documenti di politica e orientamenti

Le reazioni registrate in seguito alla pubblicazione della prima versione del quadro europeo di interoperabilità per i servizi di eGovernment paneuropei (QEI) dimostrano che occorre una comprensione più approfondita di tale interoperabilità e delle sue conseguenze. Il QEI dovrà evolversi in linea con le esigenze di politica e i cambiamenti tecnologici. Esso va completato con raccomandazioni su norme e applicazioni specifiche, che possono essere fornite dagli orientamenti sull’architettura informatica e da documenti analoghi prodotti dal programma IDABC. Versioni più raffinate del QEI verranno approntate alla luce degli orientamenti politici ricavati da consultazioni e studi nell’ambito dei diversi programmi UE interessati, compresa l’iniziativa i2010. Nel lungo termine, potrebbe risultare necessario istituire un’organizzazione di governance stabile.

Il QEI deve essere completato da un’edizione rivista degli ormai consolidati orientamenti IDA sull’architettura informatica, i quali affrontano l’interoperabilità per l’eGovernment da un punto di vista più tecnico e pragmatico. Partendo dal presupposto di un’architettura solida, questi due documenti offriranno orientamenti su come attuare ed integrare le componenti generiche di eGovernment e l’infrastruttura di rete.

Incoraggiare la collaborazione tra amministrazioni

In alcuni settori di politica come quelli doganale e fiscale, gli scambi transeuropei di informazioni sono diventati pratica corrente e hanno determinato l’emergere di accordi di settore sull’interoperabilità. Tuttavia, occorre conseguire l’interoperabilità a tutti i livelli di governo. La Commissione propone di istituire contatti tra i soggetti interessati e di eseguire progetti riguardanti la validazione e la diffusione di soluzioni per l’interoperabilità dei servizi con l’appoggio del programma eTEN. I progetti di ricerca e sviluppo e gli studi Modinis dovrebbero fornire contributi. Inoltre, IDABC continuerà a promuovere e ad agevolare la collaborazione tra le pubbliche amministrazioni europee a sostegno delle politiche UE.

I soggetti interessati dei settori individuati devono essere posti in contatto a livello europeo – al di là dei confini degli Stati membri e dei diversi livelli amministrativi – allo scopo di:

- fare l’inventario dei servizi e delle componenti di servizio esistenti nei diversi Stati membri,

- definire piani d’azione riguardanti singoli servizi o settori e diretti a determinare come conseguire l’interoperabilità e come sottoporla a valutazione comparativa,

- identificare lo strato orizzontale d’interoperabilità di cui occuparsi a livello europeo,

- mettersi d’accordo sul grado d’interoperabilità per l’eGovernment da realizzare e sull’approccio da adottare,

- mettersi d’accordo su modelli di soluzioni riutilizzabili o adattabili da applicare insieme.

Per sostenere l’attuazione di questa politica di coordinamento, gli orientamenti iniziali forniti dal quadro europeo di interoperabilità (QEI) devono essere completati da forum e da processi istituzionalizzati di coordinamento a livello europeo.

Gestione di elementi generici

L’esperienza maturata nell’ambito dei programmi di interoperabilità e dei processi di normalizzazione nazionali mostra che l’individuazione e la definizione di elementi comuni e di componenti essenziali è fondamentale per l’efficienza delle informazioni e delle transazioni. La norma riconosciuta in tutto il mondo per gli indirizzi postali è un chiaro esempio: essa è bastata a garantire che le lettere arrivino ai loro destinatari qualunque sia il paese in cui vivono.

Per quanto sia vero che le amministrazioni coinvolte in scambi di informazioni specifici al loro settore dovrebbero concordare gli aspetti che riguardano soltanto loro, gli aspetti ricorrenti e le questioni d’interoperabilità transfrontaliera devono essere decisi a livello UE. Occorre creare processi adeguati di coordinamento con gli Stati membri tenendo presente che potrebbe essere necessaria un’entità responsabile della gestione per sostenere tali processi. Questo compito può essere delegato ad uno o più Stati membri, ma potrebbe anche essere svolto da un processo istituzionalizzato a livello europeo.

Normalizzazione

Viste le sue caratteristiche di apertura e inclusività, la normalizzazione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni può dare un sostegno importante al conseguimento dell’interoperabilità delle reti, dei servizi e delle applicazioni. È dunque necessario aumentare gli sforzi affinché gli istituti di normalizzazione europei (CEN, CENELEC ed ETSI) ed internazionali tengano conto delle esigenze del settore pubblico relativamente alla normalizzazione dell’eGovernment[11].

Nell’ambito del piano d’azione per la normalizzazione eEurope, le organizzazioni di normalizzazione europee, in particolare il CEN e l’ETSI, in collaborazione con i soggetti interessati e le pubbliche amministrazioni, hanno varato un programma di normalizzazione diretto a individuare ed attuare le priorità in materia di normalizzazione per l’eGovernment al fine di accrescere l’interoperabilità. Le organizzazioni di normalizzazione europee sono invitate a continuare lo sforzo anche nell’ambito dell’iniziativa i2010.

Un’architettura per l’erogazione transfrontaliera di servizi di eGovernment

Per essere economica ed efficace, l’attuazione dell’infrastruttura necessaria per fornire servizi paneuropei di eGovernment dovrà essere guidata da un’architettura concettuale globale, basata su norme. Tale architettura lascerà ai soggetti responsabili il compito di definire individualmente le componenti che desiderano realizzare e, allo stesso tempo, assicurerà la coerenza dell’insieme. La Commissione stabilirà concetti, principi e orientamenti comuni per la fornitura di servizi paneuropei di eGovernment attraverso il programma IDABC, in collaborazione con i programmi di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) e con il programma eTEN.

Infrastruttura comune diretta a sostenere l’interoperabilità per l’eGovernment

L’interoperabilità organizzativa e semantica dei servizi di eGovernment sarà agevolata da piattaforme di informazioni on line, registri e repository che forniranno indicazioni su come accedere alle informazioni e su come interpretarle. Lo scopo di questa infrastruttura sarà quello di ridurre le differenze tra gli approcci nazionali. La Commissione incoraggerà gli studi in questo campo mediante il programma RST e promoverà la validazione e l’attuazione dell’infrastruttura mediante i programmi eTEN e IDABC. Occorrerà valutare l’organizzazione ed il finanziamento necessari per assicurare il funzionamento a lungo termine dell’infrastruttura.

Elementi comuni

Occorrerà individuare gli elementi comuni e le componenti essenziali che possono e che dovrebbero essere usati dai partner dell’interoperabilità a livello europeo. Gli accordi sulle loro specifiche dovrebbero essere coordinati, pubblicati e mantenuti tra le autorità competenti, eventualmente con la partecipazione di istituti di normalizzazione riconosciuti. A tal fine dovrebbero rivelarsi utili gli insegnamenti tratti dalle buone pratiche a livello UE ed internazionale.

I stituire il coordinamento e la manutenzione

Occorre valutare le implicazioni delle mansioni di coordinamento e di manutenzione necessarie per l’attuazione dell’interoperabilità paneuropea. Tali mansioni comprenderebbero le attività dirette a[12]:

- coordinare gli accordi paneuropei riguardanti le specifiche, le norme e le regole comuni a più settori di politica;

- sostenere il coordinamento degli accordi all’interno dei singoli settori di politica;

- salvaguardare la sostenibilità di questi accordi fornendo un supporto tecnico ed organizzativo ai fini dell’accessibilità, del mantenimento e dell’ulteriore sviluppo di queste specifiche e regole.

IDABC valuterà i possibili modelli organizzativi e presenterà le opzioni di attuazione entro la metà del 2006[13].

Conoscenza, buona pratica e osservanza delle norme

L ’aderenza agli orientamenti ed alle raccomandazioni comuni sarà determinante al fine di conseguire l’interoperabilità per l’eGovernment. Poiché l’osservanza delle norme dipende in larga misura dalla loro conoscenza, occorre aumentare la diffusione degli orientamenti e delle norme concordati. eTEN, IDABC e le attività relative all’eGovernment nel programma TSI e nel programma Modinis di eEurope promuovono già la diffusione delle conoscenze e delle buone pratiche. Gli sforzi in tal senso verranno aumentati.

Incoraggia re lo sviluppo e la diffusione di soluzioni di eGovernment interoperabili

Il settore pubblico fa in larga misura assegnamento sullo sviluppo di soluzioni di eGovernment nel settore privato. I programmi eTEN e TSI forniscono opportunità per incoraggiare lo sviluppo di tali soluzioni. È disponibile una miriade di componenti software con codice sorgente aperto e la condivisione di queste soluzioni tra le amministrazioni verrà incoraggiata mediante i programmi TSI, eTEN e IDABC.

Ricerca

Nell’ambito del programma di ricerca e sviluppo in materia di tecnologie per la società dell’informazione si stanno svolgendo ricerche sull’interoperabilità nell’eGovernment, con riferimento sia a contesti innovativi di fornitura dei servizi (come i servizi mobili o multi-channel) applicabili a qualsiasi livello (locale, regionale, nazionale, europeo) sia ai servizi paneuropei del futuro. Particolare attenzione viene data alle questioni relative all’integrazione back-office, alla semantica, alle funzioni essenziali come la gestione e l’autenticazione transfrontaliere ed elettroniche dell’identità e agli ambienti sicuri per l’eGovernment. Lo scambio di conoscenze acquisite grazie a questi progetti RST è facilitato attraverso un osservatorio dell’interoperabilità[14]. Sono previsti o sono stati realizzati studi e misure di accompagnamento per affrontare questioni quali l’identificazione e l’autenticazione elettroniche nell’eGovernment, l’interoperabilità locale e regionale e il collegamento con lo scambio di buone pratiche.

Conclusioni

La presente comunicazione prende le mosse dall’idea che l’Europa ha bisogno di servizi amministrativi transfrontalieri per aumentare la concorrenzialità della sua economia e per accrescere la mobilità dei suoi cittadini e delle sue imprese. In essa si sostiene quanto segue:

- l’interoperabilità, vale a dire la capacità di collegare i sistemi di elaborazione delle informazioni con i flussi di lavoro nonché di capire e riutilizzare le informazioni provenienti da altre organizzazioni, è un presupposto indispensabile per il miglioramento delle condizioni necessarie affinché l’Europa sia concorrenziale ed innovativa;

- l’attuazione dell’interoperabilità per i servizi di eGovernment a livello paneuropeo richiede strategie comuni e investimenti rilevanti nella collaborazione e nell’infrastruttura operativa da parte di tutti i soggetti interessati, sulla base di un progetto a lungo termine che si proponga la creazione di servizi paneuropei di eGovernment sostenibili;

- l’interoperabilità per l’eGovernment è dunque una sfida europea che deve essere affrontata dalle istituzioni europee in stretta collaborazione con gli Stati membri. La questione della governance deve essere affrontata non solo nel contesto paneuropeo ma anche in singoli settori di politica e a livello intersettoriale;

- le priorità in materia di attuazione dell’interoperabilità per l’eGovernment devono essere determinate sulla base dei vantaggi previsti per l’economia dell’Unione e per la coesione sociale in Europa;

- occorre valutare ed assicurare le risorse per gli investimenti iniziali e la sostenibilità a lungo termine delle misure necessarie per la fornitura dei servizi transfrontalieri.

Sulla base della presente comunicazione, la Commissione formulerà proposte dirette a creare condizioni favorevoli per l’istituzione di servizi paneuropei interoperabili. Ciò verrà fatto sia nel contesto dell’iniziativa i2010, nel cui ambito è in corso di preparazione un “piano d’azione eGovernment”, sia nel contesto del programma IDABC, nel cui ambito i meccanismi necessari per assicurare la sostenibilità finanziaria e operativa dei servizi infrastrutturali IDABC devono essere definiti prima del 31 dicembre 2006[15].

[1] V. tra l’altro COM (2003) 567 def. del 26 settembre 2003, “Il ruolo dell’eGovernment per il futuro dell’Europa”, e SEC (2004) 346 del 18 marzo 2004, “Documento di lavoro dei servizi della Commissione sull’interoperabilità dei servizi di televisione digitale interattiva”.

[2] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai servizi nel mercato interno [COM (2004) 2, presentata dalla Commissione].

[3] Ai fini della presente comunicazione, per interoperabilità s’intende “la capacità dei sistemi telematici e dei processi aziendali su essi basati di scambiare dati e di permettere la condivisione delle informazioni e della conoscenza”: v. il quadro europeo di interoperabilità per i servizi di eGovernment paneuropei, versione 1.0, novembre 2004,http://europa.eu.int/idabc/en/document/3473/5585.

[4] “eEurope 2005: una società dell’informazione per tutti – Piano d’azione da presentare per il Consiglio europeo di Siviglia 21 e 22 giugno 2002”, COM (2002) 263 def. del 28 maggio 2002, http://europa.eu.int/information_society/eeurope/2005/all_about/action_plan/index_en.htm.

[5] “i2010 – Una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione”, COM (2005) 229 def. del 1° giugno 2005, http://europa.eu.int/i2010.

[6] Il “Quadro europeo di interoperabilità per i servizi di eGovernment paneuropei” è un documento di lavoro del programma IDA consultabile alla pagina http://europa.eu.int/idabc/en/document/3473/5585. Esso è stato oggetto di approfondite revisioni e discussioni con le parti interessate, ma non rappresenta la politica ufficiale della Commissione europea.

[7] V. le raccomandazioni CoBrA del 25 ottobre 2004: http://europa.eu.int/information_society/activities/egovernment_research/doc/cobra_recommendations_for_eGovernment_beyond2005.pdf .

[8] Decisione 2004/387/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all’erogazione interoperabile di servizi paneuropei di governo elettronico alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e ai cittadini (IDABC).

[9] Prossimamente: Indagine sulle esigenze dei soggetti interessati per quanto riguarda i servizi paneuropei di eGovernment.

[10] Come definito nel QEI.

[11] Questo obiettivo è sostenuto a livello politico dalle raccomandazioni COBRA, dalle risoluzioni della quarantatreesima riunione dei direttori generali per la Pubblica amministrazione dell’Unione europea svoltasi il 22 e 23 novembre 2004 ( http://www.eipa.nl/ ) e da un documento strategico promosso dalla Presidenza olandese e intitolato “Rethinking the European ITC Agenda: Ten ICT breakthroughs for reaching Lisbon goals”, L’Aia 2004 ( http://www.pwc.com/Extweb/pwcpublications.nsf/docid/EC6DE7Á84658ÇE80256EFD00È41FB/$ file/pwc_rethinking_european_ict_agenda.pdf ).

[12] V. anche EPAN, “Key Principles of Interoperability Architecture”, elaborato durante la Presidenza irlandese nel 2004 (http://www.reach.ie/publications/downloads/PrinciplesofInteroperability.pdf).

[13] V. l’articolo 10, paragrafo 8, della decisione 2004/387/CE sul programma IDABC (pubblicata in GUUE L 144 del 30.4.2004 e rettificata in GUUE L 181 del 18.5.2004, pag. 25).

[14] http://www.egovinterop.net/

[15] V. l’articolo 10, paragrafo 8, della decisione 2004/387/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, relativa all’erogazione interoperabile di servizi paneuropei di governo elettronico alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e ai cittadini (IDABC).

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