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Document 52001IE1471

Parere del Comitato economico e sociale sul tema "Carta europea per le piccole imprese"

OJ C 48, 21.2.2002, p. 11–17 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52001IE1471

Parere del Comitato economico e sociale sul tema "Carta europea per le piccole imprese"

Gazzetta ufficiale n. C 048 del 21/02/2002 pag. 0011 - 0017


Parere del Comitato economico e sociale sul tema "Carta europea per le piccole imprese"

(2002/C 48/04)

Il 13 settembre 2001, conformemente all'articolo 23, paragrafo 2 del proprio Regolamento interno, il Comitato economico e sociale ha deciso di elaborare un supplemento di parere sul tema "Carta europea per le piccole imprese".

La Sezione "Mercato unico, produzione e consumo", incaricata di preparare i lavori in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del Relatore Giron, in data 21 novembre 2001.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 28 novembre 2001, nel corso della 386a sessione plenaria, con 111 voti favorevoli e 3 astensioni, il seguente parere.

1. Contesto

1.1. Nei pareri del 24 maggio 2000 e del 30 maggio 2001 il Comitato economico e sociale si è già espresso in merito all'interesse e alla legittimità della Carta europea per le piccole imprese (in appresso chiamata "la Carta") adottata in occasione del Vertice europeo di Feira del giugno 2000 a conclusione della Presidenza portoghese del Consiglio. In tale occasione è stato riconosciuto che le piccole imprese costituiscono la spina dorsale dell'economia e dell'occupazione a livello europeo. È stata inoltre evidenziata la necessità di politiche specifiche, meno generali di quelle destinate, senza distinzioni di sorta, alle imprese definite in modo generico piccole e medie.

1.1.1. Il Parlamento europeo, da parte sua, si è detto convinto sostenitore della Carta ed ha sottolineato nella relazione sul Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità che le piccole imprese, le microimprese e le imprese artigiane forniscono un contributo significativo in termini di competitività, ricerca e innovazione, e che svolgono un ruolo centrale nel rafforzamento della coesione sociale e dell'assetto territoriale, specie negli spazi rurali, urbani e periferici.

1.2. Ad oltre un anno dall'adozione della Carta, tuttavia, è innegabile che le raccomandazioni in essa contenute sono per lo più rimaste lettera morta. La Carta, che si rivolge espressamente alle piccole imprese con meno di 50 dipendenti(1) (cfr. parere CES del 24 maggio 2000), è rimasta una dichiarazione politica con un seguito operativo limitato e scarsamente visibile in termini sia di conoscenza dei progressi compiuti negli Stati membri sia di azioni intraprese dalla Commissione europea.

1.2.1. Con oltre 19 milioni di imprese e il 53 % della manodopera comunitaria impegnati, nel settore privato, in attività non agricole, le piccole imprese, nelle loro diverse componenti, svolgono un ruolo fondamentale ai fini della coesione economica e sociale dell'Europa. Ciononostante, nei programmi e nelle politiche comunitarie che le interessano, le piccole imprese in quanto tali, e non assimilate al concetto abituale di PMI, non ricevono sufficiente attenzione. Il Comitato constata che, nella pratica, le misure intraprese a sostegno delle piccole imprese sono scarse e si limitano ad azioni puntuali prive di coordinamento.

1.2.2. Il Comitato riconosce tuttavia che la Commissione ha tenuto maggior conto delle piccole imprese nelle sue azioni e misure legislative, in particolare nel quadro delle iniziative intraprese sulla scia delle tre conferenze europee sull'artigianato e le piccole imprese svoltesi rispettivamente ad Avignone (1990), Berlino (1994) e Milano (1997). Le misure adottate nel quadro dei fondi strutturali, della politica sociale e dell'occupazione, della semplificazione amministrativa e della promozione dello spirito imprenditoriale e della competitività sono valide e devono pertanto essere portate avanti.

1.2.3. Il Comitato rileva tuttavia con stupore che la dinamica avviata a favore delle piccole imprese e di quelle artigianali sulla scia delle tre conferenze europee sull'artigianato e le preziose esperienze acquisite grazie all'attività condotta dall'ex DG XXIII competente in materia di PMI sono andate purtroppo perdute specie dopo la ristrutturazione della Commissione.

2. Obiettivo del parere

2.1. L'attuazione della Carta non è di competenza esclusiva degli Stati membri firmatari, ma anche delle istituzioni europee nel loro insieme e più in particolare della Commissione, come esplicitato nella Carta stessa. Oltre ad elaborare la relazione annuale sull'attuazione della Carta prima di ciascun vertice europeo di primavera, la Commissione potrebbe anche avviare un vero Piano operativo pluriennale di azioni e misure a livello comunitario e nazionale ai fini di un'attuazione efficiente ed efficace di tale Carta.

2.2. Per far fronte a questa situazione, la Presidenza belga dell'UE si è impegnata, nel suo programma economico presentato al Parlamento il 4 luglio 2001, a porre l'accento sull'attuazione della Carta.

2.3. Il presente parere illustra le prime azioni e misure fondamentali da intraprendere negli anni a venire per rendere tale Carta operativa.

3. L'attuazione della Carta negli Stati membri

3.1. Conformemente agli orientamenti della Carta e alle richieste del Parlamento, i vertici di primavera devono controllare di anno in anno i progressi compiuti dagli Stati membri nell'attuazione della Carta. Il Comitato chiede al Consiglio e alla Commissione di vigilare affinché la relazione affronti le situazioni proprie delle piccole imprese, nelle loro diverse componenti e non delle PMI in generale. Tale relazione, inoltre, deve essere distinta da altre pubblicazioni come la relazione annuale sull'attuazione della procedura BEST di semplificazione amministrativa o il Piano dazione "Promuovere spirito imprenditoriale e concorrenzialità".

3.1.1. A tale proposito, il Comitato esprime un certo scontento riguardo alla breve relazione annuale di attuazione della Carta presentata dalla Commissione il 7 marzo 2001 in preparazione del Vertice di Stoccolma, che tratta soltanto le PMI in senso lato e non esamina il reale impatto degli 11 progetti presentati in materia di piccole e microimprese, né i risultati delle azioni intraprese nel quadro dei programmi comunitari gestiti dagli altri servizi della Commissione (e non soltanto dalla DG "Imprese").

3.2. Il Comitato raccomanda di adottare misure concrete sulla scia di quanto emerso dalla relazione e propone delle linee dazione a favore delle piccole imprese. Suggerisce, sulla falsariga di quanto già avviene nel caso degli orientamenti a favore dell'occupazione, di dar seguito a tale relazione con raccomandazioni generali destinate agli Stati membri sullo sviluppo economico delle piccole imprese e il rafforzamento del loro ruolo nella strategia per l'occupazione.

3.2.1. Al pari di quanto esplicitato nella stessa Carta e ribadito dal Parlamento, il Comitato ritiene che la Carta rientri direttamente nella logica dei processi di Lussemburgo, Cardiff e Colonia. Senza voler assegnare alla Carta l'appellativo di "processo di Feira", va riconosciuto che essa si inquadra perfettamente in questa logica, di cui rappresenta uno dei pilastri fondamentali. È per tale motivo, pertanto, che il Comitato ravvisa l'utilità di rivolgere delle raccomandazioni agli Stati membri.

4. L'attuazione della Carta a livello comunitario

4.1. Osservazioni preliminari

4.1.1. Se in numerosi settori la politica a favore delle piccole imprese resta di competenza degli Stati membri, il livello europeo e il coinvolgimento comunitario sono sempre più presenti nella formazione, nell'acquisizione di qualifiche, nella fiscalità e nell'esercizio stesso di talune attività professionali connesse, ad esempio, alla sicurezza generale o alimentare. Ormai le piccole imprese avranno un ruolo fondamentale da svolgere in ciascun obiettivo comunitario, ivi compresi i grandi obiettivi del futuro quali l'ampliamento, la governance e la coesione economica e sociale, e si dovrà di conseguenza tener conto dei loro interessi, delle loro aspettative e dei loro bisogni reali.

4.1.1.1. Il Comitato constata tuttavia che a livello europeo la conoscenza delle esigenze è parziale e incompleta. Il mondo scientifico ed economico non è al momento interessato a condurre studi approfonditi sulle piccole imprese nelle loro diverse componenti; il Comitato chiede pertanto che si colmi rapidamente questa lacuna.

4.1.2. Occorre tener presente che la Carta riguarda l'insieme delle politiche e delle misure comunitarie con un possibile impatto sulle piccole imprese. La sua attuazione non è di competenza di un solo servizio della Commissione e richiede pertanto un coordinamento. Ai fini di una vera politica aperta di coordinamento per le piccole imprese, il Comitato suggerisce di potenziare la concertazione tra i servizi della Commissione interessati e il coordinamento con le organizzazioni europee che rappresentano tali imprese.

4.1.3. Tocca peraltro all'UE fare il possibile per agevolare l'adozione della Carta da parte dei paesi candidati all'adesione. La Carta rappresenta infatti per questi paesi una base politica di importanza primaria che consente di strutturare gli sforzi pubblici e privati a favore delle piccole imprese e di quelle artigiane, nonché di intraprendere politiche economiche e sociali efficaci.

4.1.3.1. A tal fine, il Comitato chiede alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento di avviare e potenziare gli scambi tra le organizzazioni rappresentative, favorire la creazione e incoraggiare le organizzazioni intermediarie di imprese.

4.2. Iniziative necessarie a livello europeo nell'ambito delle linee dazione della Carta

4.2.1. Educazione e formazione all'imprenditorialità

- Analizzare e diffondere le pratiche delle organizzazioni di imprese e più in particolare le operazioni in loco delle organizzazioni più vicine ai cittadini interessati,

- organizzare scambi a livello tecnico tra i coordinatori di tali azioni, a livello comunitario e tra Stati membri, da accompagnare con misure finanziarie destinate a facilitare tali scambi,

- mettere a punto un programma specifico e risorse finanziarie destinati ai paesi candidati, ivi comprese iniziative di gemellaggio o cooperazione con organizzazioni che rappresentano piccole imprese comunitarie,

- inserire nei corsi di formazione iniziative volte ad avvicinare scuole/piccole imprese.

4.2.2. Avviamento meno costoso e iscrizione più veloce

- Diffondere i risultati degli studi in corso tenendo conto della situazione specifica di ciascuna categoria di piccole imprese,

- studiare i problemi giuridici, amministrativi e fiscali incontrati dalle imprese esistenti che vogliono esercitare un'attività temporanea in un altro Stato membro, specie nelle regioni transfrontaliere, o da imprenditori che vogliono impiantare la loro attività in un altro Stato membro.

4.2.3. Migliore legislazione e regolamentazione

- Coinvolgere in modo sistematico le organizzazioni europee che rappresentano piccole imprese fin dall'avvio del processo legislativo comunitario e impegnare le risorse finanziarie necessarie a garantire gli incontri tra esperti e i loro spostamenti,

- sistematizzare le schede di analisi dell'impatto delle disposizioni comunitarie sulle piccole e microimprese,

- agevolare l'adozione della normativa comunitaria da parte delle piccole imprese tramite la redazione e la messa a punto, ad opera delle organizzazioni intermediarie responsabili, di guide operative delle buone prassi adattate alle realtà specifiche di ciascuna categoria di imprese o professionale, nonché lo scambio di guide tra organizzazioni dei diversi Stati membri,

- analizzare la situazione giuridica e fiscale delle imprese individuali, da mettere a confronto con quella delle imprese in forma di società, e proporre misure appropriate,

- avviare lo studio di uno statuto europeo della società privata (cfr. parere CES in preparazione a cura del Relatore Malosse),

- analizzare la questione della sicurezza dei beni di famiglia degli imprenditori autonomi tramite l'adozione di uno statuto specifico,

- la mancanza di un brevetto europeo costituisce per le piccole imprese, date le dimensioni limitate del loro volume daffari, un ostacolo da eliminare al più presto.

4.2.4. Competenze, accessibilità ed equivalenza

- Potenziare i programmi di scambi di tirocinanti e adottare un programma europeo Erasmus di tirocinio sul tipo dei programmi destinati agli studenti universitari che si sono dimostrati validi e di cui beneficiano migliaia di giovani,

- elaborare uno statuto europeo del tirocinante volto a semplificare le procedure di scambio e mobilità dei tirocinanti, di protezione sociale e concertazione tra i responsabili della formazione e del tirocinio,

- intensificare la concertazione e la cooperazione tra organizzazioni e istituti di formazione professionale e tirocinio per favorire l'acquisizione di competenze di livello elevato,

- analizzare i problemi incontrati dalle piccole imprese per mancanza di personale qualificato e di soluzioni alternative,

- creare una tabella europea dequivalenza dei diplomi professionali volta a semplificare le procedure discrizione di un candidato imprenditore in un altro Stato membro.

4.2.5. Migliorare l'accesso in linea

- Aiutare le organizzazioni di imprese a strutturare un'offerta di servizi on-line adeguata specie in termini di formazione iniziale e lungo tutto l'arco della vita, consulenza, creazione di imprese o acquisizione di imprese già esistenti.

4.2.6. Maggiori benefici dal mercato interno

In questo contesto vanno avviate diverse forme di azione:

4.2.6.1. Conoscenza delle piccole imprese e dei loro bisogni

- Tener conto dei bisogni specifici delle piccole imprese produttrici o fornitrici di servizi, al momento di rivedere la definizione di PMI, in funzione del loro "volume daffari",

- avviare un programma di studi statistici ed economici, nonché di analisi delle pratiche migliori, da parte del mondo scientifico e accademico e in seno all'Osservatorio europeo per le PMI, sulle imprese artigiane, le microimprese e le piccole imprese autonome,

- effettuare analisi statistiche ed economiche delle piccole e microimprese dei paesi candidati all'adesione,

- condurre analisi e studi specifici sull'avvenire delle piccole imprese e di quelle artigiane nel quadro dei grandi orientamenti della futura politica europea sull'Europa di domani: coesione e ampliamento, governance, globalizzazione,

- la Commissione e l'Accademia europea dell'artigianato dovranno elaborare congiuntamente un programma di lavoro e di ricerca per conoscere le piccole imprese, attuare la Carta e adottare azioni del tipo descritto nel parere del Comitato del 30 maggio 2001 sull'artigianato e le PMI in Europa.

4.2.6.2. Regole di concorrenza

- Creare un sistema dosservazione delle distorsioni della concorrenza che interessano le piccole imprese, specie nelle regioni frontaliere o insulari, e sviluppare un metodo di risoluzione rapida delle vertenze.

4.2.6.3. Cooperazione tra organizzazioni e tra imprese

- Rilanciare i programmi di cooperazione transfrontaliera Interprise adottando una formula nuova più appropriata e flessibile.

4.2.6.4. Partecipazione delle imprese ai programmi e alle azioni a livello comunitario

- Semplificare - per le piccole imprese - le procedure di candidatura e di valutazione e sistematizzare il ricorso alle organizzazioni intermediarie di consulenza e sostegno alle imprese,

- rendere più flessibili le procedure di aggiudicazione mediante invito a presentare proposte e ripristinare, nelle forme più appropriate, la possibilità di finanziamenti diretti, con procedura privata, per azioni pilota e sperimentali transnazionali destinate a un numero elevato di imprese su proposta delle organizzazioni intermediarie nazionali ed europee.

4.2.6.5. Normazione

- Garantire la partecipazione delle piccole e microimprese ai lavori di normazione a livello europeo e creare un sistema di finanziamento degli esperti che le rappresentano. Il Comitato ritiene che vada in particolare sostenuta e potenziata l'esperienza Normapme,

- mettere a punto strumenti e manuali tecnici specifici che tengano conto dei diversi settori e dimensioni delle imprese,

- creare e appoggiare una rete di esperti consulenti nelle organizzazioni intermediarie e professionali delle piccole imprese incaricati di fornire informazioni e consulenza in materia di adozione delle norme e dell'etichettatura CE.

4.2.6.6. Ambiente

- Garantire l'integrazione sistematica della "logica della piccola impresa" nei testi comunitari in elaborazione e tener conto, sin dal principio, dei suoi bisogni specifici,

- snellire le procedure, sul tipo del nuovo Regolamento EMAS, il sistema comunitario di ecogestione e audit che introduce procedure molto semplificate per le imprese più piccole ed offre alle Camere dell'artigianato, alle organizzazioni intermediarie e professionali la possibilità di realizzare procedure di audit appropriate alle piccole imprese,

- creare e appoggiare una rete di mediatori ambientali, consulenti nelle organizzazioni intermediarie, incaricati di informare, formare e consigliare le piccole imprese,

- introdurre misure fiscali e finanziarie volte a incentivare gli investimenti e l'adeguamento alle norme ambientali.

4.2.7. Tassazione e questioni finanziarie

4.2.7.1. Adeguamento della tassazione

- Potenziare le misure sperimentali di riduzione dell'IVA, estendendola a tutte le attività che assorbono molta manodopera.

4.2.7.2. Apertura del credito e promozione della mutua garanzia

- Consentire alle piccole imprese un accesso migliore agli strumenti offerti attualmente dalle istituzioni europee (BEI, FEI, Commissione) o ancora da mettere a punto per agevolare l'accesso al credito destinato agli investimenti, alle nuove tecnologie e alle NTIC, l'adeguamento alle norme tecniche ed ambientali e gli investimenti immateriali in materia di formazione; valutare, a tal fine, l'utilizzo di questi prodotti da parte delle piccole imprese e proporre nuove misure daccesso,

- mettere a punto una vera strategia europea di sostegno allo sviluppo della mutua garanzia,

- vigilare affinché le misure di riforma bancaria proposte dal Comitato di Basilea (Basilea 2), oggetto, prossimamente, di una proposta di direttiva della Commissione, non producano un rincaro del costo finale e un ridimensionamento del credito per le piccole imprese e i piccoli crediti.

4.2.8. Potenziamento e maggior dinamismo della capacità tecnologica delle piccole imprese

- Sostenere l'introduzione di consulenti-mediatori tecnologici nelle organizzazioni intermediarie di piccole imprese e promuovere la cooperazione in rete,

- fare in modo che si tenga conto delle piccole imprese, specie quelle tradizionali, nel Sesto programma quadro di ricerca e sviluppo,

- promuovere azioni di ricerca collettiva da parte delle organizzazioni intermediarie in collegamento con il mondo scientifico.

4.2.9. Modelli dimprenditoria elettronica di successo e sostegno di qualità a favore delle piccole imprese

4.2.9.1. Commercio elettronico

- Sostenere le iniziative in materia dinformazione, sensibilizzazione e sperimentazione nel campo delle NTIC, nonché di consulenza, avviate dalle organizzazioni intermediarie di imprese,

- appoggiare gli investimenti delle piccole e microimprese in materiali, acquisizione di software e formazione.

4.2.9.2. Promozione di qualità delle piccole imprese

- sviluppare, a livello europeo, una vera politica di rete tra le organizzazioni che forniscono servizi di sostegno,

- elaborare una serie di specifiche tecniche europee per i servizi di sostegno, che definiscano i requisiti minimi da soddisfare per offrire tali servizi sul territorio europeo,

- introdurre, a livello europeo, corsi di formazione in consulenza aziendale che rispondano alle specifiche di cui sopra,

- assistere i futuri paesi candidati all'adesione nello sviluppo della loro rete di servizi di sostegno secondo le specifiche europee.

4.2.10. Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese a livello comunitario e nazionale

4.2.10.1. Rappresentanza degli interessi delle piccole imprese

- Rafforzare e sistematizzare la concertazione diretta con i rappresentanti nazionali e europei delle piccole imprese in tutti gli ambiti comunitari,

- incentivare e sostenere la concertazione tra le Camere, le organizzazioni intermediarie, professionali e settoriali delle piccole e microimprese e delle imprese artigiane dei diversi Stati membri e la loro strutturazione a livello comunitario per consentir loro di esprimere più agevolmente le loro priorità nel quadro delle legislazioni generali e settoriali che le interessano,

- favorire la creazione e il funzionamento di organizzazioni intermediarie e settoriali di tali imprese nei paesi candidati all'adesione, sostenere le loro azioni a favore delle imprese e del partenariato con le loro omologhe negli attuali Stati membri.

4.2.10.2. Le piccole imprese nel Dialogo sociale

- Garantire la partecipazione diretta ed automatica dei rappresentanti delle piccole imprese e di quelle artigiane a tutte le procedure di consultazione e decisione a livello europeo, nonché agli incontri politici ad alto livello che le interessano,

- garantire una verifica più accurata dell'applicazione degli accordi negoziati tra le parti sociali favorendo una maggior presenza delle organizzazioni che rappresentano le imprese artigiane e le piccole imprese nel dialogo sociale a tutti i livelli (Europa, Stato membro, settore, ramo e impresa),

- compilare una raccolta delle prassi migliori in materia di responsabilità sociale nelle piccole imprese e promuovere la loro diffusione tra i responsabili delle decisioni,

- assistere le piccole imprese in materia di responsabilità sociale perché possano informare meglio i loro partner in merito alle azioni intraprese.

5. Conclusioni

5.1. Il Comitato ritiene che la Carta europea per le piccole imprese offra a tutti i livelli politici dell'UE un'occasione eccellente per dimostrare ai 19 milioni di piccole imprese e di loro dipendenti che sono consapevoli dei problemi delle piccole e microimprese e che ne tengono conto.

5.2. Il Comitato teme fortemente che questi milioni di imprenditori, lavoratori autonomi e dipendenti si possano allontanare dall'UE se i livelli politici non terranno conto dei loro bisogni e delle loro specificità. L'incomprensione e l'allontanamento potrebbero avere conseguenze nefaste per la costruzione, il consolidamento e l'ampliamento dell'UE in un momento in cui la coesione europea acquisisce un'importanza accresciuta di fronte al contesto internazionale.

5.2.1. Il presente parere dà voce all'inquietudine dei dirigenti delle piccole imprese e di quelle artigiane. La Commissione dovrebbe in esso trovare la materia prima indispensabile per avviare azioni ben visibili destinate a rafforzare, secondo i principi di Lisbona, il ruolo e il peso delle piccole imprese di fronte a una concorrenza internazionale sempre più vivace.

5.3. Diventa ora necessario impegnarsi a favore di una politica globale reale, efficace e visibile che offra il quadro giuridico, fiscale e sociale di dimensione europea necessario allo sviluppo delle piccole imprese. Esso deve raccogliere e coordinare, nell'ambito di un Piano operativo pluriennale di azioni a favore delle piccole imprese, tutte le singole misure già avviate o ancora da avviare a livello comunitario a cura dei diversi servizi della Commissione. Il Comitato auspica che la Commissione avvii una concertazione interservizi al fine di coordinare le sue azioni a favore delle piccole imprese ed armonizzare le sue iniziative. Analogamente al gruppo di Commissari impegnato sul fronte delle pari opportunità, la politica europea a favore delle piccole imprese acquisirebbe maggior efficacia politica ed operativa se l'iniziativa fosse avviata ai più alti livelli della Commissione.

5.4. A tal fine il Comitato invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare al più presto la Carta tramite questo Piano pluriennale dazione in collegamento con il Parlamento e il Comitato economico e sociale, nonché le organizzazioni che realmente rappresentano le piccole imprese e quelle artigiane. L'attuazione efficace di questo Piano e la riuscita della politica europea a favore delle piccole imprese saranno garantite solo grazie a un vero dialogo diretto e al consolidamento della cooperazione con le organizzazioni intermediarie in rappresentanza delle imprese artigiane e delle piccole imprese, e le parti sociali, che godono di una rete di collegamenti a tutti i livelli e di una lunghissima esperienza, nonché grazie alla loro partecipazione diretta all'intero processo decisionale e operativo.

5.5. Il Comitato chiede al Consiglio di adottare, in una delle sue prossime riunioni, una decisione volta ad attuare la Carta tramite il Piano pluriennale dazione che raccoglie tutte le iniziative destinate alle piccole imprese, nonché le proposte contenute nel presente parere, e lo invita inoltre a mobilizzare a suo favore le risorse previste in bilancio per i programmi interessati. A tale riguardo, suggerisce al Parlamento e al Consiglio di dare parere favorevole alla proposta di un bilancio specifico, formulata lo scorso anno in sede di esame del Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità, che sarebbe destinato a sostenere le azioni innovative della Carta non coperte dagli altri programmi.

Bruxelles, 28 novembre 2001.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs

(1) Raccomandazione della Commissione GU L 107 del 30.4.1996.

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