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Document 32013D0124

Decisione 2013/124/PESC del Consiglio, dell’ 11 marzo 2013 , che modifica la decisione 2011/235/PESC concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran

OJ L 68, 12.3.2013, p. 57–60 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
Special edition in Croatian: Chapter 18 Volume 015 P. 126 - 129

Legal status of the document In force

ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2013/124(1)/oj

12.3.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

L 68/57


DECISIONE 2013/124/PESC DEL CONSIGLIO

dell’11 marzo 2013

che modifica la decisione 2011/235/PESC concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 29,

considerando quanto segue:

(1)

Il 12 aprile 2011 il Consiglio ha adottato la decisione 2011/235/PESC (1).

(2)

In base ad un riesame della decisione 2011/235/PESC, è opportuno prorogare le misure restrittive fino al 13 aprile 2014.

(3)

Inoltre, tenuto conto della gravità della situazione dei diritti umani in Iran, altre persone ed un’altra entità dovrebbero essere inserite nell’elenco delle persone e delle entità soggette a misure restrittive riportato nell’allegato della decisione 2011/235/PESC.

(4)

È opportuno modificare di conseguenza la decisione 2011/235/PESC,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

All’articolo 6 della decisione 2011/235/PESC, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:

«2.   La presente decisione si applica fino al 13 aprile 2014. Essa è costantemente riesaminata. È prorogata, o modificata, a seconda del caso, qualora il Consiglio ritenga che i suoi obiettivi non siano stati raggiunti.»

Articolo 2

Le persone e l’entità elencate nell’allegato della presente decisione sono aggiunte all’elenco riportato nell’allegato della decisione 2011/235/PESC.

Articolo 3

La presente decisione entra in vigore il giorno della pubblicazione.

Fatto a Bruxelles, l’11 marzo 2013

Per il Consiglio

Il presidente

C. ASHTON


(1)  GU L 100 del 14.4.2011, pag. 51.


ALLEGATO

Elenco delle persone e dell’entità di cui all’articolo 2

Persone

 

Nome

Informazioni identificative

Motivi

Data di inserimento nell'elenco

1.

RASHIDI AGHDAM, Ali Ashraf

 

Capo della prigione di Evin, nominato tra giugno e luglio del 2012. Dalla sua nomina, si è assistito a un deterioramento delle condizioni in carcere ed è stata segnalata una recrudescenza dei maltrattamenti ai danni dei prigionieri. Nell'ottobre 2012, nove detenute hanno iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la violazione dei loro diritti e le violenze subite per mano delle guardie carcerarie.

12.3.2013

2.

KIASATI Morteza

 

Giudice del tribunale rivoluzionario di Ahwaz, sezione 4, ha condannato alla pena capitale quattro prigionieri politici arabi, Taha Heidarian, Abbas Heidarian, Abd al-Rahman Heidarian (tre fratelli) e Ali Sharifi.

Sono stati arrestati, torturati e impiccati senza giusto processo. Questi casi e l'assenza di un giusto processo sono stati segnalati dal relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Iran in una relazione del 13 settembre 2012, dal Segretario generale dell'ONU nella relazione sull'Iran del 22 agosto 2012 e da varie ONG.

12.3.2013

3.

MOUSSAVI, Seyed Mohammad Bagher

 

Giudice del tribunale rivoluzionario di Ahwaz, sezione 2, ha condannato alla pena capitale cinque arabi ahwazi, Mohammad Ali Amouri, Hashem Sha'bani Amouri, Hadi Rashedi, Sayed Jaber Alboshoka, Sayed Mokhtar Alboshoka, in data 17 marzo 2012, per "attività contro la sicurezza pubblica" e "ribellione contro Dio".

Le condanne sono state confermate dalla Corte suprema iraniana il 9 gennaio 2013. Secondo quanto riferito dalle ONG, i cinque uomini sono stati arrestati senza colpa per oltre un anno, torturati e condannati senza giusto processo.

12.3.2013

4.

SARAFRAZ, Mohammad (Dr.)

(alias: Haj-agha Sarafraz)

Data di nascita: circa 1963

Luogo di nascita: Teheran

Luogo di residenza: Teheran

Luogo di lavoro: sede centrale dell'IRIB e della PressTV, Tehran

Direttore della sezione World Service e della rete Press TV dell'IRIB, è responsabile di tutte le decisioni relative ai programmi. Strettamente associato all'apparato di sicurezza dello Stato. Sotto la sua direzione, Press TV, insieme all'IRIB, ha collaborato con i servizi di sicurezza e i procuratori iraniani per trasmettere confessioni estorte a detenuti, fra cui quella di Maziar Bahari, giornalista e regista irano-canadese, nel programma settimanale "Iran Today". La OFCOM, autorità regolatrice indipendente per le società di comunicazione, ha condannato nel Regno Unito Press TV a pagare una multa di 100 000 sterline per aver trasmesso la confessione di Bahari nel 2011, filmata in carcere mentre gli veniva estorta con la forza.

Sarafraz è pertanto associato alla violazione del diritto a un giusto processo e del diritto a un equo processo.

12.3.2013

5.

JAFARI, Asadollah

 

Procuratore della provincia di Mazandaran, responsabile, secondo quanto riferito dalle ONG, di arresti illegali e violazioni dei diritti dei detenuti baha'i, dall'arresto iniziale fino alla reclusione in celle di isolamento presso il centro di detenzione del ministero dell'Intelligence. Sei esempi concreti di violazioni del diritto a un giusto processo sono documentati da ONG, anche nel 2011 e nel 2012.

12.3.2013

6.

EMADI, Hamid Reza

(alias: Hamidreza Emadi)

Data di nascita: circa 1973

Luogo di nascita: Hamedan

Luogo di residenza: Teheran

Luogo di lavoro: sede centrale della Press TV, Teheran

Capo della redazione di Press TV. Responsabile della produzione e trasmissione di confessioni estorte a detenuti, fra cui giornalisti, attivisti politici, esponenti di minoranze curde e arabe, in violazione dei diritti a un giusto processo e a un equo processo riconosciuti a livello internazionale. La OFCOM, autorità regolatrice indipendente per le società di comunicazione, ha condannato nel Regno Unito Press TV a pagare una multa di 100 000 sterline per aver trasmesso nel 2011 la confessione del giornalista e regista irano-canadese Maziar Bahari, filmata in carcere mentre gli veniva estorta con la forza. Le ONG hanno segnalato altri casi di confessioni estorte, mandate in onda da Press TV. Emadi è pertanto associato alla violazione del diritto a un giusto processo e del diritto a un equo processo.

12.3.2013

7.

HAMLBAR, Rahim

 

Giudice del tribunale rivoluzionario di Tabriz, sezione 1. Responsabile di infliggere pesanti condanne nei confronti di giornalisti, di esponenti della minoranza etnica azera e di attivisti impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori, con l'accusa di spionaggio, atti contro la sicurezza nazionale, propaganda contro il regime iraniano e insulti al leader dell'Iran. Le sentenze, secondo quanto riferito, sono state emesse in varie occasioni senza un giusto processo e i detenuti sono stati costretti a firmare confessioni false. Uno dei casi più eclatanti ha coinvolto venti volontari impegnati in operazioni di assistenza ai terremotati (a seguito del sisma che ha colpito l'Iran nell'agosto 2012), condannati alla reclusione per aver tentato di soccorrere le vittime del terremoto. Il tribunale ha ritenuto gli operatori colpevoli di "associazione e collusione con l'intento di agire contro la sicurezza nazionale".

12.3.2013

8.

MUSAVI-TABAR, Seyyed Reza

 

Capo della procura rivoluzionaria di Shiraz. Responsabile di arresti illegali e maltrattamenti contro attivisti politici, giornalisti, difensori dei diritti umani, esponenti baha'i e prigionieri di coscienza, i quali sono stati perseguitati, torturati e interrogati e ai quali è stato negato l'accesso all'assistenza legale e a un giusto processo. Stando a quanto riferito dalle ONG, Musavi-Tabar ha firmato provvedimenti giudiziari nel famigerato centro di detenzione n. 100 (carcere maschile), compresa l'ordinanza che dispone la pena a tre anni di reclusione in isolamento per la detenuta baha'i Raha Sabet.

12.3.2013

9.

KHORAMABADI, Abdolsamad

Capo della “Commission to Determine the Instances of Criminal Content”. (Commissione che accerta i casi di contenuto criminale)

Abdolsamad Khoramabadi è capo della "Commission to Determine the Instances of Criminal Content", organizzazione governativa incaricata della censura e della criminalità informatica on line. Sotto la sua direzione la Commissione ha definito "criminalità informatica" mediante una serie vaga di categorie che criminalizzano creazione e pubblicazione di contenuti ritenuti inappropriati dal regime. Abdolsamad Khoramabadi è responsabile della repressione e dell'oscuramento di numerosi siti di opposizione, testate elettroniche, blog, siti di ONG per i diritti umani nonchè di Google e Gmail dal settembre 2012. Insieme con la Commissione ha contribuito attivamente al decesso in carcere del blogger Sattar Beheshti, nel novembre 2012. Pertanto la Commissione che dirige è direttamente responsabile di violazioni sistematiche dei diritti umani, in particolare vietando e filtrando l'accesso al pubblico di siti web e, saltuariamente, disabilitando l'accesso ad Internet in generale.]

12.3.2013


Entità

 

Nome

Informazioni identificative

Motivi

Data di inserimento nell'elenco

1.

Center to Investigate Organized Crime (Centro di indagine sulla criminalità organizzata)

(alias: Ufficio Criminalità informatica o Polizia Criminalità informatica)

Luogo: Tehran, Iran

Sito web: http://www.cyberpolice.ir

La polizia Criminalità informatica iraniana è un'unità della polizia della Repubblica islamica dell'Iran, fondata nel gennaio 2011 e diretta da Esmail Ahmadi-Moqaddam (in elenco). Secondo quanto riferisce la stampa il capo di polizia Ahmadi-Moqaddam ha sottolineato che quest'unità perseguirà gruppi dissidenti e antirivoluzionari che hanno usato le reti sociali basate su Internet per scatenare, nel 2009, la protesta contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Nel gennaio 2012 quest'unità di polizia ha emesso nuove direttive per gli Internet café, che impongono agli utenti di fornire dati personali, che saranno conservati per sei mesi dai proprietari degli esercizi, nonché una registrazione dei siti web visitati. Queste disposizioni impongono inoltre ai proprietari degli esercizi di installare telecamere a circuito chiuso, conservandone le registrazioni per sei mesi. In base a queste nuove disposizioni è possibile creare un registro che le autorità potranno usare per intercettare attivisti o chiunque sia ritenuto una minaccia per la sicurezza nazionale.

Nel giungo 2012 i media iraniani hanno riferito che quest'unità di polizia starebbe mettendo in atto una repressione delle reti virtuali private.

Il 30 ottobre 2012 la stessa unità di polizia ha arrestato il blogger Sattar Beheshti (secondo quanto risulta, senza un mandato) per atti contro la sicurezza nazionale sulle reti sociali e su Facebook. Beheshti ha criticato il governo iraniano nel suo blog. Beheshti è stato trovato morto nella sua cella il 3 novembre e si ritiene che sia stato torturato a morte da membri della polizia Criminalità informatica.

12.3.2013


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