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Document 02011D0235-20111010

Consolidated text: Decisione 2011/235/PESC del Consiglio del 12 aprile 2011 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran

ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2011/235/2011-10-10

2011D0235 — IT — 10.10.2011 — 001.001


Trattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni

►B

DECISIONE 2011/235/PESC DEL CONSIGLIO

del 12 aprile 2011

concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran

(GU L 100, 14.4.2011, p.51)

Modificato da:

 

 

Gazzetta ufficiale

  No

page

date

►M1

DECISIONE DI ESECUZIONE 2011/670/PESC DEL CONSIGLIO del 10 ottobre 2011

  L 267

13

12.10.2011




▼B

DECISIONE 2011/235/PESC DEL CONSIGLIO

del 12 aprile 2011

concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran



IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 29,

considerando quanto segue:

(1)

Il 21 marzo 2011, il Consiglio ha ribadito la sua profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione dei diritti umani in Iran.

(2)

Il Consiglio ha rilevato, in particolare, il drammatico aumento delle esecuzioni capitali registrato negli ultimi mesi e la sistematica repressione attuata nei confronti dei cittadini iraniani, che sono vittime di vessazioni e arresti per aver esercitato i loro legittimi diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. L’Unione ha altresì ribadito la sua ferma condanna del ricorso alla tortura e ad altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti.

(3)

In tale contesto, il Consiglio ha riaffermato la sua determinazione a continuare a far fronte agli abusi concernenti i diritti umani in Iran e ha dichiarato di essere pronto ad introdurre misure restrittive nei confronti dei responsabili di gravi violazioni in materia di diritti umani in Iran.

(4)

Le misure restrittive dovrebbero essere dirette a persone che, in qualità di complici o responsabili, hanno ordinato o attuato gravi violazioni dei diritti umani reprimendo manifestanti pacifici, giornalisti, difensori dei diritti umani, studenti o altre persone che rivendicano i propri diritti legittimi, tra cui la libertà di espressione, nonché a persone che, in qualità di complici o responsabili, hanno ordinato o attuato gravi violazioni del diritto a un processo equo, torture, trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o l’applicazione sempre più frequente, indiscriminata e sproporzionata della pena di morte, tra l’altro mediante esecuzione pubblica, lapidazione, impiccagione o esecuzione di minorenni autori di reati, in violazione degli obblighi internazionali assunti dall’Iran in materia di diritti umani.

(5)

È necessaria un’ulteriore azione dell’Unione per attuare alcune misure,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:



Articolo 1

1.  Gli Stati membri adottano le misure necessarie per impedire l’ingresso o il transito nel loro territorio dei responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Iran e delle persone ad essi associate, elencati nell’allegato.

2.  Il paragrafo 1 non comporta l’obbligo per uno Stato membro di rifiutare l’ingresso nel suo territorio ai propri cittadini.

3.  Il paragrafo 1 fa salve le situazioni in cui uno Stato membro sia vincolato da un obbligo derivante dal diritto internazionale, in particolare:

a) in qualità di paese che ospita un’organizzazione intergovernativa internazionale;

b) in qualità di paese che ospita una conferenza internazionale convocata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite o sotto gli auspici di questa organizzazione;

c) in virtù di un accordo multilaterale che conferisce privilegi e immunità; o

d) in virtù del trattato di conciliazione del 1929 (Patti lateranensi) concluso tra la Santa Sede (Stato della Città del Vaticano) e l’Italia.

4.  Il paragrafo 3 si applica anche qualora uno Stato membro ospiti l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

5.  Il Consiglio è debitamente informato in ciascuna delle situazioni in cui uno Stato membro concede una deroga ai sensi del paragrafo 3 o 4.

6.  Gli Stati membri possono concedere deroghe alle misure stabilite a norma del paragrafo 1 quando il viaggio è giustificato da ragioni umanitarie urgenti o dall’esigenza di partecipare a riunioni intergovernative, comprese quelle promosse dall’Unione o ospitate da uno Stato membro che esercita la presidenza di turno dell’OSCE, in cui si conduce un dialogo politico che promuove direttamente la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Iran.

7.  Uno Stato membro che intenda concedere le deroghe di cui al paragrafo 6 presenta al riguardo una notifica scritta al Consiglio. La deroga si considera concessa a meno che, entro due giorni lavorativi dalla ricezione della notifica in questione, vi sia un’obiezione scritta di uno o più membri del Consiglio. Se uno o più membri del Consiglio sollevano obiezioni, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può comunque decidere di concedere la deroga proposta.

8.  Nei casi in cui uno Stato membro autorizzi, ai sensi del paragrafo 3, 4, 6 o 7, l’ingresso o il transito nel suo territorio delle persone elencate nell’allegato, l’autorizzazione è limitata ai fini e alle persone oggetto dell’autorizzazione stessa.

Articolo 2

1.  Sono congelati, tutti i fondi e le risorse economiche appartenenti, posseduti, detenuti o controllati da persone responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Iran e tutti i fondi e le risorse economiche appartenenti, posseduti, detenuti o controllati da persone ed entità ad esse associate, elencate nell’allegato.

2.  Nessun fondo o risorsa economica è messo a disposizione, direttamente o indirettamente, o a beneficio delle persone e delle entità di cui all’allegato.

3.  Alle condizioni che ritiene appropriate l’autorità competente di uno Stato membro può autorizzare che taluni fondi o risorse economiche congelati siano sbloccati o che taluni fondi o risorse economiche siano messi a disposizione avendo stabilito che i fondi o le risorse economiche in questione sono:

a) necessari per soddisfare le esigenze di base delle persone di cui all’allegato e dei loro familiari da essi dipendenti, compresi i pagamenti relativi a generi alimentari, affitti o ipoteche, medicinali e cure mediche, imposte, premi assicurativi e servizi pubblici;

b) destinati esclusivamente al pagamento di onorari congrui e al rimborso delle spese sostenute per la prestazione di servizi legali;

c) destinati esclusivamente al pagamento di diritti o di spese di servizio connessi alla normale gestione o alla custodia dei fondi o delle risorse economiche congelati; o

d) necessari per coprire spese straordinarie, purché l’autorità competente abbia comunicato all’autorità competente degli altri Stati membri e alla Commissione, almeno due settimane prima dell’autorizzazione, i motivi per cui ritiene che dovrebbe essere concessa un’autorizzazione specifica.

Lo Stato membro in questione informa gli altri Stati membri e la Commissione in merito alle autorizzazioni concesse a norma del presente paragrafo.

4.  In deroga al paragrafo 1, le autorità competenti di uno Stato membro possono autorizzare che taluni fondi o risorse economiche congelati siano sbloccati, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni:

a) i fondi o le risorse economiche siano oggetto di un vincolo di natura giudiziaria, amministrativa o arbitrale sorto prima della data in cui la persona o l’entità di cui al paragrafo 1 è stata elencata nell’allegato, o di una decisione di natura giudiziaria, amministrativa o arbitrale adottata prima di tale data;

b) i fondi o le risorse economiche vengano usati esclusivamente per soddisfare i crediti garantiti da tale vincolo o riconosciuti validi da tale decisione, entro i limiti fissati dalle leggi e dai regolamenti applicabili che disciplinano i diritti dei creditori;

c) il vincolo o la decisione non vada a favore di una persona o entità elencata nell’allegato; e

d) il riconoscimento del vincolo o della decisione non sia contrario all’ordine pubblico dello Stato membro interessato.

Lo Stato membro in questione informa gli altri Stati membri e la Commissione in merito alle autorizzazioni concesse a norma del presente paragrafo.

5.  Il paragrafo 1 non osta a che la persona o l’entità inclusa nell’elenco effettui il pagamento dovuto nell’ambito di un contratto concluso prima della data della sua inclusione nell’elenco dell’allegato, purché lo Stato membro interessato abbia determinato che il pagamento non è direttamente o indirettamente percepito da una persona o entità di cui al paragrafo 1.

6.  Il paragrafo 2 non si applica al versamento su conti congelati di:

a) interessi o altri profitti dovuti su detti conti; o

b) pagamenti dovuti per contratti, accordi od obblighi conclusi o sorti anteriormente alla data in cui tali conti sono divenuti soggetti alle misure di cui ai paragrafi 1 e 2;

purché tali interessi, altri profitti e pagamenti rimangano soggetti alle misure di cui al paragrafo 1.

Articolo 3

1.  Il Consiglio, deliberando su proposta di uno Stato membro o dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, predispone e modifica l’elenco riportato nell’allegato.

2.  Il Consiglio trasmette la sua decisione e i motivi dell’inserimento nell’elenco alla persona o all’entità interessata direttamente, se l’indirizzo è noto, o mediante la pubblicazione di un avviso, dando alla persona o all’entità la possibilità di presentare osservazioni.

3.  Qualora siano presentate osservazioni o siano addotte nuove prove sostanziali, il Consiglio riesamina la decisione e ne informa di conseguenza la persona o l’entità interessata.

Articolo 4

1.  L’allegato indica i motivi dell’inserimento delle persone ed entità interessate nell’elenco.

2.  L’allegato riporta inoltre, ove disponibili, le informazioni necessarie a identificare le persone o entità interessate. Con riguardo alle persone, tali informazioni possono includere i nomi, compresi gli pseudonimi, la data e il luogo di nascita, la cittadinanza, il numero del passaporto e della carta d’identità, il genere, l’indirizzo, se noto, e la funzione o professione. Con riguardo alle entità, tali informazioni possono includere i nomi, la data e il luogo di registrazione, il numero di registrazione e la sede di attività.

Articolo 5

Per massimizzare l’impatto delle misure di cui alla presente decisione, l’Unione incoraggia i paesi terzi ad adottare analoghe misure restrittive.

Articolo 6

La presente decisione entra in vigore alla data di adozione.

La presente decisione si applica fino al 13 aprile 2012. Essa è costantemente riesaminata. È prorogata o modificata, a seconda del caso, se il Consiglio ritiene che i suoi obiettivi non siano stati raggiunti.




ALLEGATO

Elenco delle persone e delle entità di cui agli articoli 1 e 2



Persone

 

Nome

Informazioni identificative

Motivi

Data di inserimento nell'elenco

1.

AHMADI-MOQADDAM Esmail

Luogo di nascita: Teheran (Iran) - Data di nascita: 1961

Capo della polizia nazionale iraniana. Le forze sotto il suo comando hanno condotto brutali attacchi contro pacifiche manifestazioni di protesta e un violento assalto alla Casa dello studente dell'Università di Teheran nella notte del 15 giugno 2009.

 

2.

ALLAHKARAM Hossein

 

Capo di Ansar-e Hezbollah e Colonnello del corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC). Cofondatore di Ansar-e Hezbollah. Questa forza paramilitare si è resa responsabile di estreme violenze durante la repressione attuata nei confronti degli studenti e delle università nel 1999, 2002 e 2009.

 

3.

ARAGHI (ERAGHI) Abdollah

 

Vicecapo delle forze di terra dell'IRGC.

Ha avuto una responsabilità diretta e personale nella repressione delle manifestazioni di protesta dell'intera estate 2009.

 

4.

FAZLI Ali

 

Vice comandante delle forze Basij, ex capo del corpo Seyyed al-Shohada dell'IRGC nella provincia di Teheran (fino al febbraio 2010). Il corpo Seyyed al-Shohada è incaricato della sicurezza nella provincia di Teheran e ha svolto un ruolo chiave nella brutale repressione dei manifestanti del 2009.

 

5.

HAMEDANI Hossein

 

Capo del corpo Rassoulollah dell'IRGC responsabile della Grande Teheran dal novembre 2009. Il corpo Rassoulollah è incaricato della sicurezza nella Grande Teheran e ha svolto un ruolo chiave nella violenta repressione dei manifestanti del 2009. Responsabile della repressione delle manifestazioni di protesta durante gli avvenimenti di Ashura (dicembre 2009) e successivamente.

 

6.

JAFARI Mohammad-Ali

(alias «Aziz Jafari»)

Luogo di nascita: Yazd (Iran) - Data di nascita: 1.9.1957

Comandante generale dell'IRGC. L'IRGC e la Base Sarollah comandata dal Generale Aziz Jafari hanno svolto un ruolo chiave nell'interferenza illegale con le elezioni presidenziali del 2009 attraverso l'arresto e la detenzione di attivisti politici e gli scontri con i manifestanti nelle strade.

 

7.

KHALILI Ali

 

Generale dell'IRGC, capo dell'unità medica della base Sarollah. Ha firmato una lettera, inviata al Ministero della sanità il 26 giugno 2009, che vietava la presentazione di documenti o dossier medici alle persone ferite o ricoverate in ospedale durante gli avvenimenti post elettorali.

 

8.

MOTLAGH Bahram Hosseini

 

Capo del corpo Seyyed al-Shohada dell'IRGC nella provincia di Teheran. Il corpo Seyyed al-Shohada ha svolto un ruolo chiave nell'organizzare la repressione delle manifestazioni di protesta.

 

9.

NAQDI Mohammad-Reza

Luogo di nascita: Najaf (Iraq) – Data di nascita: intorno al 1952

Comandante delle forze Basij. In veste di comandante delle forze Basij dell'IRGC, Naqdi è stato responsabile o complice degli abusi compiuti dalle forze Basij alla fine del 2009, inclusa la violenta reazione alle manifestazioni di protesta della giornata di Ashura nel dicembre 2009, conclusasi con un bilancio di 15 morti e l'arresto di centinaia di manifestanti.

Prima di essere nominato comandante delle forze Basij nell'ottobre 2009, Naqdi è stato capo dell'unità d'intelligence delle forze Basij responsabile degli interrogatori delle persone arrestate durante la repressione post elettorale.

 

10.

RADAN Ahmad-Reza

Luogo di nascita: Isfahan (Iran) -Data di nascita:1963

Vicecapo della polizia nazionale iraniana. In veste di vicecapo della polizia nazionale dal 2008, Radan si è reso responsabile di pestaggi, omicidi nonché arresti e detenzioni arbitrari commessi dalle forze di polizia contro i manifestanti.

 

11.

RAJABZADEH Azizollah

 

Ex capo della polizia di Teheran (fino al gennaio 2010). In veste di comandante delle forze dell'ordine nella Grande Teheran, Azizollah Rajabzadeh è l'esponente di grado più elevato accusato nel caso di abusi perpetrati nel carcere di Kahrizak.

 

12.

SAJEDI-NIA Hossein

 

Capo della polizia di Teheran, ex vicecapo della polizia nazionale iraniana responsabile delle operazioni di polizia. Ha il compito di coordinare, per il ministero dell'interno, le operazioni di repressione nella capitale iraniana.

 

13.

TAEB Hossein

Luogo di nascita: Teheran - Data di nascita: 1963

Ex comandante delle forze Basij (fino all'ottobre 2009). Attualmente vice comandante dell'IRGC per l'intelligence. Le forze sotto il suo comando hanno partecipato a pestaggi di massa, omicidi, detenzioni e torture nei confronti di pacifici manifestanti.

 

14.

SHARIATI Seyeed Hassan

 

Capo della magistratura di Mashhad. I processi sotto la sua supervisione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati e sulla base di confessioni estorte a mezzo di pressioni e torture. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

 

15.

DORRI-NADJAFABADI Ghorban-Ali

Luogo di nascita: Najafabad (Iran) - Data di nascita: 1945

Ex procuratore generale dell'Iran fino al settembre 2009 (ex ministro dell'intelligence sotto la presidenza Khatami). In veste di procuratore generale dell'Iran, ha ordinato e sovrinteso ai processi farsa seguiti alle prime manifestazioni di protesta post elettorali, in cui agli imputati è stato negato il diritto ad un avvocato. È altresì responsabile degli abusi perpetrati a Kahrizak.

 

16.

HADDAD Hassan

(alias Hassan ZAREH DEHNAVI)

 

Giudice, sezione 26 del tribunale rivoluzionario di Teheran. Incaricato dei casi di detenuti collegati alle crisi post elettorali, ha regolarmente minacciato le famiglie dei detenuti per ridurli al silenzio. Ha svolto un ruolo importante nell'emissione degli ordini di detenzione nel carcere di Kahrizak.

 

17.

Hodjatoleslam Seyed Mohammad SOLTANI

 

Giudice, tribunale rivoluzionario di Mashhad. I processi sotto la sua giurisdizione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

 

18.

HEYDARIFAR Ali-Akbar

 

Giudice, tribunale rivoluzionario di Teheran. Ha partecipato ai processi contro i manifestanti. È stato interrogato dalla magistratura sugli abusi perpetrati a Kahrizak. Ha svolto un ruolo importante nell'emissione degli ordini di detenzione dei detenuti nel carcere di Kahrizak.

 

19.

JAFARI-DOLATABADI Abbas

 

Procuratore generale di Teheran dall'agosto 2009. La procura di Dolatabadi ha incriminato un numero elevato di manifestanti, compresi partecipanti alle manifestazioni di protesta della giornata di Ashura nel dicembre 2009. Ha ordinato la chiusura della procura di Karroubi nel settembre 2009 e l'arresto di numerosi esponenti politici riformisti e ha messo al bando due partiti politici riformisti nel giugno 2010. La sua procura ha incriminato i manifestanti con l'accusa di Muharebeh, o ribellione contro Dio, che comporta la condanna a morte, e negato il giusto processo alle persone esposte alla pena capitale. La sua procura ha inoltre perseguitato e arrestato riformisti, attivisti per i diritti umani ed esponenti dei media, nell'ambito di una vasta repressione dell'opposizione politica.

 

20.

MOGHISSEH Mohammad

(alias NASSERIAN)

 

Giudice, Capo della sezione 28 del tribunale rivoluzionario di Teheran. È incaricato dei casi post elettorali. Ha inflitto condanne a lunghe pene detentive durante gli ingiusti processi contro attivisti sociali e politici e giornalisti e numerose condanne a morte nei confronti di manifestanti ed attivisti sociali e politici.

 

21.

MOHSENI-EJEI Gholam-Hossein

Luogo di nascita: Ejiyeh -Data di nascita: intorno al 1956

Procuratore generale dell'Iran dal settembre 2009 e portavoce della magistratura (ex ministro dell'intelligence durante le elezioni del 2009). Mentre era ministro dell'intelligence durante le elezioni, agenti dell'intelligence sotto il suo comando si sono resi responsabili della detenzione e tortura, nonché dell'estorsione di confessioni false a mezzo di pressioni, di centinaia di attivisti, giornalisti, dissidenti ed esponenti politici riformisti. Inoltre, personalità politiche sono state costrette a rilasciare confessioni false durante interrogatori insopportabili, che hanno incluso torture, maltrattamenti, ricatti e minacce ai familiari.

 

22.

MORTAZAVI Said

Luogo di nascita: Meybod, Yazd (Iran) - Data di nascita: 1967

Capo della task force per la lotta al contrabbando, ex procuratore generale di Teheran fino all'agosto 2009. In veste di procuratore generale di Teheran, ha emesso un ordine generale di detenzione di centinaia di attivisti, giornalisti e studenti. È stato sospeso dall'incarico nell'agosto 2010 a seguito di un'indagine della magistratura iraniana sul suo ruolo nella morte di tre uomini detenuti su suo ordine dopo le elezioni.

 

23.

PIR-ABASSI Abbas

 

Tribunale rivoluzionario diTeheran, sezioni 26 e 28. È incaricato dei casi post elettorali; ha inflitto condanne a lunghe pene detentive durante gli ingiusti processi contro attivisti per i diritti umani e numerose condanne a morte nei confronti di manifestanti.

 

24.

MORTAZAVI Amir

 

Vice procuratore di Mashhad. I processi sotto la sua giurisdizione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

 

25.

SALAVATI Abdolghassem

 

Giudice, Capo della sezione 15 del tribunale rivoluzionario di Teheran. Incaricato dei casi post elettorali, è stato il giudice che ha presieduto i «processi farsa» dell'estate 2009 e ha condannato a morte due monarchici chiamati a comparire in detti processi farsa. Ha condannato a lunghe pene detentive oltre un centinaio di prigionieri politici, attivisti per i diritti umani e manifestanti.

 

26.

SHARIFI Malek Adjar

 

Capo della magistratura dell'Azerbaigian orientale. Responsabile del processo a Sakineh Mohammadi-Ashtiani.

 

27.

ZARGAR Ahmad

 

Giudice, sezione 36 della Corte di appello di Teheran. Ha confermato le condanne a lunghe pene detentive e le sentenze capitali contro i manifestanti.

 

28.

YASAGHI Ali-Akbar

 

Giudice, tribunale rivoluzionario di Mashhad. I processi sotto la sua giurisdizione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

 

29.

BOZORGNIA Mostafa

 

Capo del reparto 350 della prigione di Evin. Ha dato sfogo, in svariate occasioni, ad una violenza sproporzionata sui prigionieri.

 

30.

ESMAILI Gholam-Hossein

 

Capo dell'organizzazione carceraria dell'Iran. In tale veste, è stato complice della detenzione massiccia di manifestanti politici e ha coperto gli abusi perpetrati nel sistema carcerario.

 

31.

SEDAQAT Farajollah

 

Vicesegretario dell'amministrazione carceraria generale a Teheran - Ex capo della prigione di Evin a Teheran fino all'ottobre 2010 nel periodo in cui ebbero luogo le torture. È stato direttore e ha minacciato e fatto pressione sui prigionieri in numerose occasioni.

 

32.

ZANJIREI Mohammad-Ali

 

In veste di vicecapo dell'organizzazione carceraria dell'Iran, è responsabile degli abusi e della privazione dei diritti in carcere. Ha ordinato il trasferimento di molti detenuti in celle di isolamento.

 

▼M1

33.

ABBASZADEH-MESHKINI, Mahmoud

 

Direttore politico del Ministero degli Interni.

Quale presidente del Comitato dell'articolo 10 della Legge sulle attività dei partiti e dei gruppi politici, è incaricato dell'autorizzazione delle manifestazioni e di altri eventi pubblici nonché della registrazione dei partiti politici.

Nel 2010 ha sospeso le attività di due partiti poltici riformisti collegati a Mousavi – il Fronte di partecipazione dell'Iran islamico e l'Organizzazione dei Mujahidin della rivoluzione islamica.

Dal 2009 in poi ha costantemente e continuamente vietato tutte le riunioni non governative, negando in tal modo il diritto costituzionale alla protesta e causando l'arresto di molti manifestanti pacifici in violazione del diritto di riunione.

Nel 2009 ha inoltre negato all'opposizione l'autorizzazione a svolgere una cerimonia commemorativa in onore delle vittime delle proteste relative alle elezioni presidenziali.

10.10.2011

34.

AKBARSHAHI Ali-Reza

 

Comandante della polizia di Teheran.

La sua forza di polizia è responsabile di violenze sommarie sugli imputati durante l'arresto e la custodia cautelare, riferite a Human Rights Watch (HRW) da testimoni della repressione postelettorale.

La polizia di Teheran ha partecipato alle irruzioni nella Casa dello studente dell'Università di Teheran del giugno 2009, in occasione delle quali, secondo una commissione del Majlis iraniano, la polizia e le forze Basiji hanno ferito oltre 100 studenti.

10.10.2011

35.

AKHARIAN Hassan

 

Responsabile del reparto 1 della prigione di Radjaishahr, Karadj.

Numerosi ex-detenuti hanno denunciato che ha fatto ricorso alla tortura e che ha impartito l'ordine di negare l'assistenza medica ai detenuti. Secondo la trascrizione di un presunto detenuto della prigione di Radjaishahr, quest'ultimo era picchiato violentemente da tutti i guardiani e Akharian ne era pienamente informato.

Durante l'incarico di Akharian è stato riportato almeno un caso di morte di un detenuto, Mohsen Beikvand.

10.10.2011

36.

AVAEE Seyyed Ali-Reza (alias: AVAEE Seyyed Alireza)

 

Presidente della magistratura di Teheran.

In tale veste si è reso responsabile di violazioni dei diritti umani, arresti arbitrari, negazione dei diritti dei detenuti e di un aumento delle esecuzioni.

10.10.2011

37.

BANESHI Jaber

 

Procuratore di Shiraz.

È responsabile dell'uso eccessivo e crescente della pena capitale, avendo comminato decine di condanne a morte. Procuratore durante la causa per il bombardamento di Shiraz del 2008, utilizzata dal regime per condannare a morte diversi oppositori.

10.10.2011

38.

FIRUZABADI mag. gen. dott. Seyyed Hasan (alias: FIRUZABADI mag. gen. dott. Seyed Hassan; FIROUZABADI mag. gen. dott. Seyyed Hasan; FIROUZABADI mag. gen. dott. Seyed Hassan)

Luogo di nascita: Machhad

Data di nascita: 3.2.1951

Capo di stato maggiore delle Forze armate unite dell'Iran.

Anche membro del Consiglio supremo di sicurezza nazionale (SNSC). Massimo comando militare incaricato di dirigere tutte le divisioni e politiche militari, compreso il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) e la polizia. Le forze nella sua catena di comando formale hanno attuato una brutale repressione su manifestanti pacifici nonché detenzioni di massa.

10.10.2011

39.

GANJI Mostafa Barzegar

 

Procuratore generale di Qom.

È responsabile della detenzione arbitraria e del maltrattamento di decine di autori di reati a Qom. È complice di una grave violazione del diritto al giusto processo contribuendo all'uso eccessivo e crescente della pena capitale che ha comportato un brusco aumento delle esecuzioni dall'inizio dell'anno.

10.10.2011

40.

HABIBI Mohammad Reza

 

Vice procuratore di Isfahan.

Complice delle condotte volte a negare agli imputati un processo equo - come nel caso di Abdollah Fathi, giustiziato nel maggio 2011 dopo che nel processo del marzo 2010 Habibi aveva ignorato il suo diritto ad essere ascoltato e i suoi problemi di salute mentale.

È pertanto complice di una grave violazione del diritto al giusto processo contribuendo all'uso eccessivo e crescente della pena capitale che ha comportato un brusco aumento delle esecuzioni dall'inizio dell'anno.

10.10.2011

41.

HEJAZI Mohammad

Luogo di nascita: Ispahan

Data di nascita: 1956

Capo del corpo Sarollah dell'IRGC a Teheran, ex capo delle forze Basij.

Il corpo Sarollah ha avuto un ruolo centrale nella repressione postelettorale.

Il 26 giugno 2009 Mohammad HEJAZI ha indirizzato una lettera al Ministero della sanità, in cui vietava la divulgazione dei documenti o delle cartelle cliniche di chiunque fosse stato ferito o ricoverato durante gli incidenti postelettorali, implicando un insabbiamento della vicenda.

10.10.2011

42.

HEYDARI Nabiollah

 

Capo dell'autorità di polizia aeroportuale iraniana.

Ha avuto un ruolo determinante, dal giugno 2009, negli arresti effettuati nell'aeroporto internazionale Imam Khomeini, ivi compreso all'interno del settore internazionale, dei manifestanti iraniani che cercavano di lasciare il paese dopo l'avvio della repressione.

10.10.2011

43.

JAVANI Yadollah

 

Capo dell'Ufficio politico dell'IRGC.

È stato uno dei primi alti funzionari a chiedere l'arresto di Moussavi, Karroubi e Khatami. Ha sostenuto ripetutamente, tramite pubblicazioni diffuse all'IRGC e alle forze Basij, il ricorso alla violenza e a tecniche dure di interrogatorio contro manifestanti delle proteste post-elettorali (tra cui confessioni videoregistrate), compresi maltrattamenti extragiudiziali ai danni di dissidenti.

10.10.2011

44.

JAZAYERI Massoud

 

Vicecapo di stato maggiore delle Forze armate dell'Iran, incaricato degli affari culturali (alias comando della pubblicità sulla difesa dello Stato).

Ha collaborato attivamente alla repressione in qualità di vicecapo di stato maggiore. Ha annunciato, in un'intervista a Kayhan, che molti manifestanti all'interno e all'esterno dell'Iran sono stati identificati e che a loro si provvederà a tempo debito. Ha espressamente invitato alla repressione dei media stranieri e dell'opposizione iraniana. Nel 2010 ha chiesto al governo di varare leggi più severe contro gli iraniani che collaborano con i media stranieri.

10.10.2011

45.

JOKAR Mohammad Saleh

 

Comandante delle forze Basij studentesche.

In tale qualità, ha partecipato attivamente alla repressione delle proteste nelle scuole e università e all'arresto extragiudiziale di attivisti e giornalisti.

10.10.2011

46.

KAMALIAN Behrouz

Luogo di nascita: Teheran

Data di nascita: 1983

Capo del cibergruppo «Ashiyaneh» collegato all'IRGC.

Il team «Ashiyaneh Digital Security», fondato da Behrouz Kamalian, è responsabile di una vasta repressione informatica contro oppositori e riformisti iraniani e istituzioni straniere. Il 21 giugno 2009, il sito internet del comando di difesa cibernetica delle Guardie rivoluzionarie ha pubblicato in rete foto dei volti di persone, presumibilmente scattate durante le manifestazioni post-elettorali, unitamente a un appello rivolto agli iraniani affinché identificassero i «rivoltosi».

10.10.2011

47.

KHALILOLLAHI Moussa (alias: KHALILOLLAHI Mousa)

 

Procuratore di Tabriz.

Coinvolto nel caso di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, si è opposto a più riprese al suo rilascio e ha partecipato a gravi violazioni del diritto a un processo equo.

10.10.2011

48.

MAHSOULI Sadeq (alias: MAHSULI, Sadeq)

Luogo di nascita: Oroumieh (Iran)

Data di nascita: 1959/60

Ex ministro dell'interno fino all'agosto 2009.

In tale qualità, Mahsouli comandava tutte le forze di polizia, gli agenti di sicurezza del ministero dell'interno e gli agenti in borghese. Le forze sotto il suo comando si sono rese responsabili degli attacchi contro i dormitori dell'università di Teheran il 14 giugno 2009 e delle torture inflitte a studenti nei sotterranei del ministero (il tristemente noto livello 4). Altri manifestanti sono stati pesantemente molestati nel carcere di Kahrizak, gestito dalla polizia sotto il comando di Mahsouli.

10.10.2011

49.

MALEKI Mojtaba

 

Procuratore di Kermanshah.

Responsabile del notevole aumento di condanne a morte, comprese sette impiccagioni ordinate dal giudice Maleki nel solo giorno del 3 gennaio 2010 nella prigione centrale di Kermanshah. È pertanto responsabile di un ricorso eccessivo e crescente alla pena capitale.

10.10.2011

50.

OMIDI Mehrdad

 

Capo dell'Unità criminalità informatica della polizia iraniana.

Responsabile di migliaia di indagini e incriminazioni a carico di riformisti e oppositori politici che utilizzano Internet. Responsabile pertanto di aver disposto le gravi violazioni dei diritti umani commesse nell'ambito della repressione delle persone che rivendicano i propri diritti legittimi, compreso il diritto alla libertà di espressione.

10.10.2011

51.

SALARKIA Mahmoud

 

Vice-procuratore generale di Teheran per gli istituti penitenziari.

Direttamente responsabile di numerosi dei mandati di arresto spiccati contro manifestanti e attivisti innocenti e pacifici. Secondo quanto riferito da numerosi difensori dei diritti umani, la quasi totalità delle persone arrestate è, su suo ordine, tenuta in isolamento, senza contatti con legali o familiari e senza alcuna imputazione, per periodi di diversa durata, spesso in condizioni equivalenti a una sparizione forzata. Di frequente ai familiari non è data notizia dell'arresto.

10.10.2011

52.

SOURI Hojatollah

 

In quanto direttore della prigione di Evin, è responsabile delle gravi violazioni dei diritti umani che vi vengono commesse, come percosse e abusi mentali e sessuali.

Stando a informazioni concordanti provenienti da fonti diverse, la tortura è prassi corrente nella prigione di Evin. Nella sezione 209 sono detenuti numerosi attivisti a causa delle loro pacifiche attività di opposizione al governo in carica.

10.10.2011

53.

TALA Hossein (alias: TALA Hosseyn)

Responsabile della Società dei tabacchi iraniana

Vice Governatore generale («Farmandar») della provincia di Teheran fino al settembre 2010; in particolare, è il responsabile dell'intervento delle forze di polizia e pertanto della repressione delle manifestazioni.

Nel dicembre 2010 ha ricevuto un premio per il ruolo svolto nella repressione postelettorale.

10.10.2011

54.

TAMADDON Morteza (alias: TAMADON Morteza)

Luogo di nascita: Shar Kord-Ispahan

Data di nascita: 1959

Governatore generale dell'IRGC della provincia di Teheran, capo del Consiglio provinciale per la sicurezza pubblica di Teheran.

In qualità di governatore e di capo del Consiglio provinciale per la sicurezza pubblica di Teheran, è responsabile in generale di tutte le attività di repressione, compresa la repressione delle proteste politiche dal giugno 2009. È risaputo che è stato implicato personalmente nella persecuzione dei leader dell'opposizione Karroubi e Moussavi.

10.10.2011

55.

ZEBHI Hossein

 

Vice-procuratore generale dell'Iran.

Responsabile di vari procedimenti giudiziari connessi alle proteste post-elettorali.

10.10.2011

56.

BAHRAMI Mohammad-Kazem

 

Capo della sezione giudiziaria delle forze armate.

Implicato nella repressione contro i manifestanti pacifici.

10.10.2011

57.

HAJMOHAMMADI Aziz

 

Ex giudice della prima sezione del tribunale di Evin, attualmente giudice della sezione 71 della Corte penale della provincia di Teheran.

Ha gestito vari processi contro manifestanti, in particolare quello contro Abdol-Reza Ghanbari, insegnante arrestato nel gennaio 2010 e condannato a morte per le sue attività politiche. Il tribunale di primo grado di Evin è stato creato di recente all'interno della prigione di Evin e la sua creazione è stata caldeggiata da Jafari Dolatabadi nel marzo 2010. In tale prigione, alcuni accusati sono tenuti in isolamento, maltrattati e costretti a rendere false dichiarazioni.

10.10.2011

58.

BAGHERI Mohammad-Bagher

 

Vicepresidente dell'amministrazione giudiziaria del Khorasan meridionale, responsabile della prevenzione della criminalità.

Oltre al riconoscimento da parte di quest'ultimo, nel giugno 2011, di 140 esecuzioni capitali da marzo 2010 a marzo 2011, centinaia di altre esecuzioni avrebbero avuto luogo in segreto durante lo stesso periodo e nella stessa provincia del Khorasan meridionale, senza neanche avvertire le famiglie e gli avvocati.

È pertanto complice di una grave violazione del diritto al giusto processo, contribuendo all'uso eccessivo e crescente della pena capitale.

10.10.2011

59.

BAKHTIARI Seyyed Morteza

luogo di nascita: Mashad (Iran)

data di nascita: 1952

Ministro della giustizia, ex governatore generale di Esfahan e direttore dell'organizzazione delle prigioni statali (fino a giugno 2004).

In qualità di ministro della giustizia ha svolto un ruolo chiave nel minacciare e perseguitare la diaspora iraniana annunciando l'istituzione di un tribunale speciale per occuparsi in modo specifico di Iraniani che vivono al di fuori del paese. Mediante gli sforzi del procuratore di Teheran, due sezioni del tribunale di primo grado e della corte di appello e varie sezioni delle preture saranno assegnate a trattare le cause degli espatriati.

10.10.2011

60.

HOSSEINI Dr Mohammad (alias: HOSSEYNI, Dr Seyyed Mohammad; Seyed, Sayyed e Sayyid)

Luogo di nascita: Rafsanjan, Kerman

Data di nascita: 1961

Ministro della cultura e dell'orientamento islamico da settembre 2009.

Ex dell'IRGC, è complice della repressione dei giornalisti.

10.10.2011

61.

MOSLEHI Heydar (alias: MOSLEHI Heidar; MOSLEHI Haidar)

luogo di nascita: Esfahan (Iran)

data di nascita: 1956

Ministro dell'Intelligence.

Sotto la sua leadership, il ministero dell'Intelligence ha continuato le pratiche della detenzione arbitraria diffusa e la persecuzione di manifestanti e dissidenti. Il ministero dell'Intelligence continua a gestire la sezione 209 della prigione di Evin, dove vari attivisti sono detenuti per le loro attività pacifiche di opposizione al governo in carica. Negli interrogatori del ministero dell'Intelligence i prigionieri della sezione 209 sono stati sottoposti a percosse e abusi mentali e sessuali. In qualità di ministro dell'Intelligence, Moslehi è responsabile degli abusi che si commettono.

10.10.2011

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