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Document 52015JC0002
JOINT COMMUNICATION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL Elements for an EU regional strategy for Syria and Iraq as well as the Da'esh threat
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Elementi per una strategia regionale dell'UE relativa alla Siria e all'Iraq e alla minaccia rappresentata dal Daesh
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Elementi per una strategia regionale dell'UE relativa alla Siria e all'Iraq e alla minaccia rappresentata dal Daesh
/* JOIN/2015/0002 final */
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Elementi per una strategia regionale dell'UE relativa alla Siria e all'Iraq e alla minaccia rappresentata dal Daesh /* JOIN/2015/0002 final */
ElementI PER UNA STRATEGIA REGIONALE DELL'UE RELATIVA
ALLA SIRIA E ALL'IRAQ E ALLA MINACCIA RAPPREsENTATA DAL Daesh Sintesi Il
20 ottobre 2014 il Consiglio "Affari esteri" ha espresso il fermo
proposito dell'Unione europea di affrontare in modo globale e coordinato le
crisi in Siria e in Iraq e la minaccia posta dal Daesh[1]. A
tal fine ha invitato l'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e
la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione europea a elaborare
una strategia regionale globale dell'UE. Scopo
della presente comunicazione congiunta è delineare le azioni che l'UE e gli
Stati membri intraprenderanno per contribuire a ripristinare la pace e la
sicurezza in Siria e in Iraq. Tali azioni si basano su analisi approfondite della
situazione in entrambi i paesi così come dei fattori che contribuiscono alle
attuali crisi, fra cui i regimi dittatoriali repressivi, i conflitti armati,
una politica di governo di esclusione e di corruzione, le violazioni dei
diritti dell'uomo, le divisioni settarie, il senso di privazione del diritto di
voto in una parte della popolazione sunnita, nonché le tensioni fra i poteri
regionali con le loro ripercussioni negative sugli affari interni della Siria e
dell'Iraq. La
risposta dell'Unione europea qui delineata si basa su analisi e strategie
esistenti[2],
e mira a: -
individuare
gli interessi dell'UE e definirne il contributo al più ampio impegno
internazionale per instaurare durevolmente la pace e la sicurezza in Siria, in
Iraq e nella regione nel suo complesso e per lottare contro la minaccia
rappresentata dal Daesh; -
garantire
la complementarità fra l'azione dell'UE e quella dei suoi Stati membri,
attraverso una titolarità congiunta della strategia e l'individuazione di
obiettivi comuni; -
affrontare
gli aspetti comuni delle crisi in Iraq e in Siria (principalmente la minaccia
terroristica e le gravi ripercussioni umanitarie provocate da queste crisi)
così come le loro specificità; -
incoraggiare
i paesi della regione ad assumersi particolari responsabilità nel porre fine
alla crisi e combattere l'estremismo violento del Daesh e degli altri gruppi
terroristici da cui sono minacciati, e apportare un adeguato sostegno dell'UE
al loro impegno; -
riconoscere
i limiti intrinseci degli interventi sul piano della sicurezza e della lotta
contro il terrorismo, per quanto necessaria possa essere un'azione militare a
breve termine. La risposta dell'UE sottolinea quindi la necessità di un impegno
duraturo e globale che affronti le dinamiche sottese del conflitto attraverso
il dialogo diplomatico e un sostegno a lungo termine delle riforme politiche,
dello sviluppo socioeconomico e della riconciliazione etnosettaria. Le
azioni presentate in questa comunicazione congiunta si rafforzano mutualmente e
devono quindi essere realizzate, in ampia misura, in parallelo. Il preciso
ordine di priorità delle varie azioni proposte dovrà essere stabilito in modo
dinamico nel corso dell'attuazione della presente strategia, poiché l'UE deve
reagire in funzione dell'evoluzione della situazione sul campo senza perdere di
vista la complementarità con gli sforzi della comunità internazionale. Per realizzare gli obiettivi
definiti e assicurare una risposta efficace, l'UE deve garantire un
finanziamento durevole, prevedibile e commisurato alle necessità della regione,
che sono senza precedenti. La Commissione propone quindi un pacchetto di aiuti
per un importo di 1 miliardo di euro sul bilancio degli anni 2015 e 2016. I
dettagli di questa proposta sono presentati nella scheda finanziaria allegata alla
presente comunicazione. 1-
CONTESTO Necessità di un quadro politico
globale dell'UE per la Siria e l'Iraq Il
Medio Oriente sta attraversando una crisi profonda. I conflitti in Siria e in
Iraq sono al tempo stesso il riflesso e il motore di questa crisi, che rischia
sempre più di destabilizzare i paesi vicini e l'insieme della regione. Queste
crisi hanno provocato una catastrofe umanitaria, che ha colpito più di 13,5
milioni di persone costrette ad abbandonare la propria casa (3,8 milioni di
siriani rifugiati nei paesi vicini – che secondo le previsioni dell'UNHCR
diventeranno 4,3 milioni entro la fine del 2015 – e 7,6 milioni di sfollati
interni nella sola Siria), e più di 17 milioni di persone necessitanti di aiuti
umanitari (12,2 in Siria e 5,2 in Iraq). Dopo
più di quattro anni di violenti conflitti in Siria, la dichiarata volontà del
Daesh di agire come uno Stato alternativo, ideologicamente radicale, si è
rivelata attraente per gli estremisti sia della regione che al di fuori, in
particolare di zone della Siria e dell'Iraq in cui l'autorità statale è
collassata e regna un senso di emarginazione politica e socio-economica. Nella
sua qualità di importante attore della regione, l'UE deve garantire che userà
la sua influenza e i suoi numerosi strumenti in modo efficace e coerente per
proteggere le vite umane, la dignità umana e i diritti dell'uomo, e per aiutare
a risolvere queste crisi in stretta collaborazione con i partner regionali e
internazionali. In particolare, questa strategia si baserà sulla Strategia
dell'UE in materia di antiterrorismo e combattenti stranieri e sulla
comunicazione congiunta Verso un approccio globale dell'Unione europea alla
crisi siriana, completandole. L'Unione europea ha inoltre imperative
ragioni di suo specifico interesse per accrescere il suo impegno in Siria, in
Iraq e nei paesi vicini, e che riguardano fra l'altro: la violazione di valori
e diritti universalmente riconosciuti che sono al centro della politica estera
europea; il rischio di crollo della pubblica autorità e di caos politico nei
paesi, già sotto pressione, di accoglienza dei rifugiati come il Libano e la
Giordania – cosa che si aggiunge alle pressioni migratorie risultanti dagli
spostamenti di popolazione e dalla correlata tratta degli esseri umani; il controllo,
da parte del Daesh, di un territorio che copre due Stati; il rischio che il
tipo di terrorismo posto in atto dal Daesh contagi altri paesi e il pericolo di
ulteriore destabilizzazione della regione; la minaccia alla sicurezza europea
rappresentata dai cittadini dell'UE (e di altri Stati) che si uniscono ai
gruppi terroristici come combattenti stranieri; il mancato guadagno che
rappresenta la perdita della Siria e dell'Iraq come partner per una pace
duratura in Medio Oriente, come partner commerciali e come fornitori d'energia,
e la perdita del patrimonio culturale. Situazione generale La
Siria ha conosciuto un periodo di stabilità repressiva e di coesistenza
interconfessionale dopo il colpo di Stato militare del 1966 che ha portato
all'insediamento del regime autocratico del partito Baath. Bashar al-Assad è
salito al potere dopo la morte del padre nel 2000, con promesse di una riforma
politica e di una graduale riforma economica non sufficientemente mantenute
L'apertura dell'economia siriana e la conseguente crescita del settore privato
hanno rivelato gravi squilibri sociali. Le necessarie riforme strutturali, che
l'UE ha incoraggiato offrendo alla Siria la prospettiva di un accordo
d'associazione[3],
non sono mai state completamente realizzate. La liberalizzazione dell'economia
nazionale ha portato a una crescita economica che è andata principalmente a
vantaggio delle élite associate al regime e al suo apparato di sicurezza, e che
non si è tradotta in uno sviluppo sostenibile ed equo. Nel
2011 i movimenti pacifici di protesta siriani - con aspirazioni democratiche,
ispirati ai movimenti della "Primavera araba" di altri paesi e mossi
da un senso di frustrazione rispetto al predominante regime economico e
politico non inclusivo – sono stati violentemente repressi dal regime di Assad.
Questo ha spinto una parte della popolazione siriana alla ribellione armata. La
violenta repressione dei movimenti di protesta e di insurrezione da parte del
regime di Assad, le massicce violazioni dei diritti dell'uomo e il sistematico
ostruzionismo verso le riforme democratiche, così come la continuazione del
conflitto senza una chiara fine in vista, hanno gradualmente portato a un
aumento del potere dei gruppi estremisti a spese dell'opposizione moderata. Le parti in conflitto hanno ricevuto il sostegno di
potenze esterne, cosa che ha ulteriormente esacerbato la situazione.
Jabhat al-Nusra, il braccio ufficiale di al-Qaeda in Siria, e poi il Daesh hanno accresciuto il loro potere di richiamo e le
loro capacità. Nel 2014, in particolare, il Daesh è riuscito a estendere il suo
controllo sulle zone ricche di petrolio e di gas nell'est della Siria,
nell'Iraq occidentale e ai valichi di frontiera lungo il confine Siria-Turchia,
che si era precedentemente conteso con altri gruppi armati. In
Iraq, la caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 è stata seguita da
un clima di instabilità, lotte settarie e violenza terroristica cui la comunità
internazionale, compresa l'Unione europea, ha reagito con grande impegno per
sostenere la transizione del paese. Nel 2012 l'UE ha firmato con l'Iraq un
accordo di partenariato e di cooperazione (APC). Tuttavia, parallelamente
all'introduzione di una costituzione democratica, all'aumento della produzione
di petrolio e al miglioramento della stabilità macroeconomica, la transizione
dell'Iraq è stata ostacolata dal persistere della violenza, dall'instabilità
politica, dall'autoritarismo, da politiche di governo esclusioniste, dalla
diffusa corruzione e dall'assenza di riforme economiche strutturali. Queste
tendenze negative si sono accentuate dopo il ritiro delle truppe americane alla
fine del 2011. In particolare, molti Sunniti si sono
sentiti sempre più esclusi dall'assetto politico post-2003 a causa di vari
fattori: l'emarginazione dal processo decisionale politico; il sottosviluppo
sociale delle zone sunnite con conseguente insufficienza dei servizi di base;
l'applicazione arbitraria della legislazione di "debaathificazione"; l'esclusione del personale militare dell'epoca di Saddam
dalle Forze di sicurezza irachene (FSI); la dura gestione del
mantenimento dell'ordine nelle zone sunnite, compresa l'uccisione documentata
di cittadini sunniti; un quadro carente in materia di
diritti umani; la diffusione di corruzione e nepotismo. Al tempo stesso, la
comunità sciita stava cominciando a trovare una sua collocazione nel nuovo
assetto dopo anni di oppressione da parte della comunità sunnita, anche se il governo a dominanza sciita non ha mai
ottenuto piena accettazione nel paese. Gli attacchi terroristici sunniti contro
la popolazione sciita hanno contribuito ad accentuare le divisioni settarie. Dal 2013, parti della popolazione sunnita si sono
ribellate contro il governo federale, spianando la strada alla ricomparsa di
gruppi terroristici ispirati ad al-Qaeda, in particolare il Daesh e i
gruppi
neo-Baathisti che, nel giugno 2014, si sono
impadroniti di ampie parti di territorio all'ovest e nel nord dell'Iraq. Il
Daesh ha quindi sfruttato e volto a suo vantaggio il malcontento di parti della
popolazione sunnita sia in Siria che in Iraq per portare avanti i propri
obiettivi. La minaccia del Daesh in Siria, in Iraq
e nei paesi vicini Il
Daesh e gli altri gruppi terroristici costituiscono un nuovo tipo di minaccia
per la Siria, l'Iraq, la regione nel suo insieme e la comunità internazionale
in generale. ·
Il
Daesh è un fenomeno transfrontaliero che investe due Stati sovrani, cui impone
la propria volontà di agire come uno Stato (controllo del territorio,
riscossione di entrate per finanziare un bilancio centrale, imposizione di
tasse, prestazione di servizi di base, ecc.). Le sue visibilissime azioni
terroristiche e criminali in Siria e in Iraq si accompagnano ad azioni militari
che assomigliano a un movimento d'insurrezione. Ha ricevuto promesse di fedeltà
e supporto da organizzazioni di medesima tendenza di diversi paesi arabi,
africani e asiatici. ·
Il
Daesh sfrutta con cinismo le immagini dell'Epoca d'oro della storia politica
islamica. Il Califfato viene presentato come l'incarnazione delle aspirazioni
all'unità politica e culturale. Ha dichiarate ambizioni di espansione
territoriale in paesi vicini come il Libano, la Giordania e i paesi del Golfo.
Le sue ambizioni territoriali, le sue capacità, la sua visibilità e le sue
modalità di fare rete, in particolare grazie a un sofisticato uso dei media
sociali, sono senza precedenti. Le sue azioni attraggono altri gruppi della
regione, dell'Africa del Nord, dell'Africa subsahariana e dell'Asia, e alcuni
di essi gli hanno dichiarato fedeltà. L'annuncio del cosiddetto "Califfato",
cui è seguito l'avvio di un'azione militare internazionale per far fronte alla
minaccia terroristica, ha attirato un afflusso significativo di combattenti
stranieri che sono andati a ingrossare le file del gruppo in Siria e in Iraq. ·
Come
parte di una deliberata tattica di imposizione del potere nelle zone in cui
l'autorità statale è collassata, il Daesh sta perpetrando vergognose violazioni
dei diritti dell'uomo equivalenti a crimini contro l'umanità e a crimini di
guerra: eccidi di civili, schiavitù, torture, esecuzioni arbitrarie e diffuse
violenze sessuali e di genere, contro minoranze etniche e religiose ma anche
contro membri della comunità sunnita percepiti come minaccia. Questo ha già
portato a grossi spostamenti di popolazione nella regione, provocando notevoli
traumi agli sfollati, in particolare donne e bambini, ha causato un afflusso
massiccio di rifugiati verso i paesi vicini e ha anche aumentato la pressione
migratoria sull'UE. ·
Il
Daesh incoraggia gli scavi illeciti di beni culturali e archeologici e utilizza
i siti del patrimonio dell'umanità, compresi quelli iscritti al Patrimonio
mondiale, per scopi militari, provocando la loro progressiva distruzione. ·
ora
il Daesh è probabilmente diventato un'organizzazione terroristica in grado di autofinanziarsi
con entrate provenienti da fonti quali la vendita illegale di petrolio e altre
materie prime, l'imposizione di tasse, la tratta di esseri umani, il traffico
illecito di beni culturali, i rapimenti a scopo di riscatto e i saccheggi
(comprese le rapine in banca), e che può fare così a meno delle donazioni degli
sponsor regionali. La questione curda La
recrudescenza della violenza ha spinto le comunità curde a rafforzare la loro
autodeterminazione, o addirittura a chiedere l'indipendenza, con le connesse
implicazioni per l'integrità e, potenzialmente, la stabilità a lungo termine
dei due paesi. In
Iraq, le divergenze che oppongono la regione del Kurdistan e il governo
federale e che sono rimaste irrisolte per anni - come l'adozione di un meccanismo
permanente di ripartizione delle entrate (legge sugli idrocarburi) e lo status
dei territori contesi – si aggiungono ora al carico complessivo di problemi che
il governo iracheno deve affrontare urgentemente oltre agli sforzi che sta
compiendo per sconfiggere il Daesh. I
Curdi in Siria sono stati obbligati dal governo siriano a rimanere fuori dalla
rivolta siriana fin dall'inizio del 2011, in cambio di un'autonomia di fatto
nelle regioni a maggiore densità di popolazione curda nel nord-est del paese.
Dalla progressiva affermazione del Daesh, i Curdi siriani sono stati in prima
linea nella lotta contro di esso insieme ai Curdi dei paesi vicini. Dapprima
hanno difeso principalmente le zone di popolazione curda della Siria (2013) e
dell'Iraq (il Monte Sinjar nel 2014), e l'accesso, dalla Siria, al resto della
regione del Kurdistan iracheno. Successivamente hanno difeso anche la città
assediata di Kobane e altri autoproclamati "cantoni autonomi" a
maggioranza di popolazione curda. Ogni
sostegno dell'Unione europea alla resistenza armata curda contro il Daesh deve
essere accompagnato da solide garanzie date agli Stati della regione, con cui
l'UE si impegna a continuare a rispettare la loro integrità territoriale. Il
rischio di ripercussioni sui paesi vicini Libano Il conflitto in Siria e l'alto numero di rifugiati,
registrati o meno, in Libano (circa 1,2 milioni nel gennaio 2015, ossia più del
25% della popolazione libanese), stanno esacerbando le tensioni esistenti in
seno alla società libanese, nonché alle sue istituzioni e comunità, e causano
inoltre forti pressioni sulle scarse risorse naturali. Mentre il governo
libanese ha optato per la cosiddetta "politica di dissociazione"
dalla guerra in Siria, basata sulla dichiarazione di Baabda del giugno 2012, l'Hezbollah e i
gruppi terroristici sunniti hanno gradualmente incrementato la loro
partecipazione diretta al conflitto. I combattimenti fra le forze di sicurezza
libanesi e i gruppi armati siriani dentro e intorno ad Arsal, nell'est della
Bekaa, nell'agosto 2014 e i ripetuti scontri a Tripoli hanno fatto emergere la
minaccia esistente, in particolare, per il nord del Libano. Giordania La
Giordania ha una popolazione molto più omogenea del Libano, perlomeno per
quanto riguarda l'appartenenza religiosa. Tuttavia, la presenza di più di
600 000 rifugiati siriani nel paese pesa fortemente sull'erogazione dei
servizi e sulle scarse risorse naturali, in particolare l'acqua. Come in
Libano, la questione dell'accesso all'istruzione e alle possibilità di lavoro
comporta rischi per il futuro e deve essere affrontata. Turchia Con
più di 1,65 milioni di rifugiati siriani sul proprio territorio (dati forniti
dal governo), la Turchia ne ospita attualmente la più grossa comunità. Fornisce
inoltre una consistente assistenza umanitaria (più di 4 miliardi di dollari dal
2011 secondo le stime del governo). La Turchia invoca maggiori aiuti
internazionali per far fronte alle conseguenze della crisi. 2-
OBIETTIVI Gli
obiettivi generali della presente strategia sono la lotta contro la minaccia
rappresentata dal Daesh e dagli altri gruppi terroristici per la stabilità
regionale e internazionale, accompagnata dalla creazione delle condizioni per
una transizione politica inclusiva in Siria e per una stabilità durevole in
Siria, in Iraq e nei paesi di accoglienza dei rifugiati nella regione,
alleviando al tempo stesso le sofferenze umane causate dalla violenza e dagli
sfollamenti in corso. La strategia prevede una combinazione di
impegni a livello politico e a livello diplomatico ufficiale, un lavoro di
comunicazione e misure pratiche di sostegno. Per realizzare gli obiettivi
definiti e assicurare una risposta efficace, l'UE deve garantire un
finanziamento durevole, prevedibile e commisurato alle necessità della regione,
che sono senza precedenti. La Commissione propone quindi un pacchetto di aiuti
per un importo di 1 miliardo di euro sul bilancio degli anni 2015 e 2016. I
dettagli di questa proposta sono presentati nella scheda finanziaria allegata
alla presente comunicazione. Un
presupposto importante per l'efficacia della strategia in questione è la
realizzazione di sinergie e complementarità fra le azioni dell'UE e quelle dei
suoi Stati membri, sia a livello politico che a livello operativo. A livello
politico, la strategia dovrebbe fornire il quadro per un maggiore allineamento
fra gli sforzi diplomatici dell'UE e quelli dei suoi Stati membri. A livello
operativo, in particolare, la strategia dovrebbe fornire un quadro generale per
l'aumento dei finanziamenti, così come per un maggior coordinamento fra i
donatori dell'UE e un consolidamento della programmazione congiunta (anche
attraverso il fondo fiduciario regionale dell'UE in risposta alla crisi
siriana, il "Fondo Madad"). Si sollecitano gli Stati membri a
continuare a mobilitare aiuti a livello bilaterale per fare in modo che la loro
risposta collettiva corrisponda almeno allo sforzo compiuto per mezzo del
bilancio dell'UE. Le
popolazioni vulnerabili continueranno a ricevere aiuti umanitari in funzione
delle loro necessità e nel pieno rispetto dei principi umanitari
internazionalmente riconosciuti di umanità, neutralità, imparzialità e
indipendenza. 2.1
OBIETTIVI COMUNI PER LA SIRIA, L'IRAQ E GLI ALTRI PAESI COINVOLTI 2.1.1 Promuovere
l'impegno regionale a sostegno della sicurezza e di una pace duratura Per
contribuire alla realizzazione dei cambiamenti necessari occorre un duraturo
impegno diplomatico di alto livello dell'UE nella regione. I paesi dell'area,
in particolare gli Stati del Golfo, l'Egitto, la Turchia e l'Iran, sono, sotto
molti aspetti, direttamente interessati e più idonei, agli occhi dell'opinione
pubblica in Medio Oriente, a contribuire alla lotta contro il Daesh di quanto
lo sia l'insieme della comunità internazionale. In questo hanno anche uno
specifico interesse, poiché sono i primi ad essere minacciati da qualsiasi
ripercussione delle crisi in Siria e in Iraq. Inoltre, le rivalità fra i
principali attori della regione sono fra i motori della violenza e delle
tensioni settarie in Siria, in Iraq e negli altri paesi grazie a cui prospera
il Daesh. Per tutti questi motivi, l'Unione europea deve attivamente
incoraggiare gli attori regionali ad assumere una responsabilità speciale nella
lotta contro la minaccia del Daesh e nella promozione della pace nella regione,
concentrandosi sugli ambiti di convergenza dei loro interessi. L'UE deve anche
incoraggiare e dare forza alle voci moderate della regione e deve promuovere
una visione alternativa a quella dei gruppi terroristici. Modalità
dell'impegno dell'UE Le
modalità di azione prevedono un impegno politico e diplomatico mirato con i
paesi della regione, sia bilateralmente che collettivamente tramite la Lega
araba, il Consiglio di cooperazione del Golfo e l'Organizzazione per la
cooperazione islamica, così come con altri paesi e organizzazioni che
forniscono sostegno. Oltre a una chiara condanna del Daesh, questo impegno
dovrebbe includere un dialogo sulla diversità culturale, la religione e
l'ideologia finalizzato a combattere l'estremismo violento, a sostenere la
diplomazia della scienza e altre forme di contatto interpersonale, e sforzi per
ridurre i fraintendimenti, nell'UE, quanto agli sviluppi nella regione. 2.1.2 Isolare
e sconfiggere il Daesh come forza militare e come organizzazione terroristica e
contrastarne l'influenza ideologica o Sostenere
e consolidare le forze anti-Daesh La risposta
militare della coalizione internazionale per combattere il Daesh[4]
prevede attacchi aerei contro le forze del Daesh così come la fornitura di
materiale letale e non letale e di supporti di intelligence, e l'organizzazione
di addestramenti, per le Forze di sicurezza irachene,
i Peshmerga curdi e, nella misura del possibile, l'opposizione moderata in
Siria. Il Consiglio non ha adottato nessuna decisione di impegno dell'UE in
operazioni militari; l'UE non è inoltre stata incaricata di alcun compito di
coordinamento o di scambio di informazioni sulla fornitura di armi o altri
aiuti militari, benché ciò possa essere preso in considerazione. L'UE deve
inoltre garantire che le sue linee d'azione restino sufficientemente flessibili
e reattive rispetto alle operazioni militari in via di svolgimento. o Arginare
l'afflusso di combattenti stranieri, fondi e armi al Daesh In base alla Strategia
dell'UE in materia di antiterrorismo e combattenti stranieri, che rientra
nella presente strategia regionale globale, l'Unione europea intensificherà gli
sforzi per isolare il Daesh e privarlo dell'afflusso di risorse di cui ha
bisogno per le sue operazioni, conformemente alle pertinenti risoluzioni del
Consiglio di sicurezza dell'ONU e nel pieno rispetto delle norme europee e
internazionali in materia di diritti dell'uomo. Ciò richiede un dialogo
politico aperto e rafforzato con la Turchia e con gli Stati del Golfo, in
coordinamento con altri partner (compresi gli Stati Uniti). Un tale dialogo
dovrebbe andare di pari passo con un sostegno pratico per il rafforzamento
delle capacità, in modo che i paesi della regione siano in grado di gestire
efficacemente la minaccia dei combattenti stranieri, e anche che le sanzioni e
le altre misure contro il Daesh siano realmente applicate, attraverso un
rafforzamento dei controlli di frontiera. Queste misure servono anche a portare
allo scoperto le persone implicate in crimini contro l'umanità e in crimini di
guerra, a lottare contro la corruzione e il contrabbando, con cui il Daesh si
foraggia, e a perseguire in giustizia i responsabili. Occorrerà, inoltre,
un'intensificazione dei controlli dei flussi finanziari che transitano
attraverso gli enti finanziari così come attraverso le reti finanziarie
tradizionali. L'UE si
adopererà inoltre per evitare l'estremismo violento nei paesi della regione, e
per predisporre programmi di deradicalizzazione e di prevenzione della
radicalizzazione. Il sostegno al rafforzamento delle capacità contro il
terrorismo e i combattenti stranieri dovrà essere una priorità dell'Unione,
tenendo conto delle capacità dei paesi partner di rispettare i parametri di
riferimento in materia di diritti umani e libertà civili e politiche. Un
settore di riforma fondamentale che l'UE dovrebbe sostenere riguarda le leggi
antiterrorismo dei paesi della regione. Ai fini della
credibilità dell'impegno nella lotta contro il terrorismo, è fondamentale
distinguere fra il Daesh e altre organizzazioni terroristiche, da un lato, e i
gruppi che abbracciano forme non violente di Islam politico, dall'altro. Un
obiettivo della diplomazia europea deve essere quello di avvertire del fatto
che sopprimendo questi gruppi si corre il rischio di una loro radicalizzazione.
È importante garantire che le misure di contrasto adottate dai paesi partner
siano necessarie e proporzionate, e non riducano le norme minime in materia di
protezione dei diritti dell'uomo. Modalità
dell'impegno dell'UE – L'impegno dell'UE in quest'ambito
consisterà in azioni degli Stati membri e dell'UE, in base ad una valutazione
della loro fattibilità e all'evoluzione delle priorità. L'intervento dell'UE
dovrebbe comportare: un impegno a livello politico e a livello di esperti con
le istituzioni competenti dei paesi della regione; contributi degli Stati
membri; finanziamenti tramite lo Strumento inteso a contribuire alla
stabilità e alla pace (IcSP), lo Strumento europeo di vicinato (ENI)
e la PESC, ove opportuno. Le azioni dell'UE devono essere realizzate in
conformità con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE. Combattenti
stranieri -
Azioni
volte ad arginare l'afflusso di combattenti stranieri in Siria / Iraq e a
gestire quelli rientrati in patria (da definire più in dettaglio all'inizio del
2015 conformemente agli obiettivi formulati nella Strategia dell'UE in
materia di antiterrorismo e combattenti stranieri). -
Sostegno
a Turchia, Libano e Giordania per rafforzare la sicurezza alle frontiere. -
Rafforzamento
delle capacità nella regione per attuare la risoluzione 2178 del Consiglio di
sicurezza dell'ONU così come nel settore della gestione e sicurezza delle
frontiere, avvalendosi di dispositivi di rilevamento di tracce di esplosivi e
di conoscenze specializzate in materia di infrastrutture e configurazioni
aeroportuali. -
Rafforzamento
della cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria allo scopo di:
sostenere le indagini e le azioni giudiziarie inerenti a combattenti stranieri;
seguirne e registrarne i movimenti, anche adottando una legislazione europea
sullo scambio dei dati del codice di prenotazione con i principali partner
dell'UE – fermi restando i principi di proporzionalità per quanto riguarda ogni
eventuale restrizione dei diritti alla protezione dei dati; individuare le
fonti di finanziamento di origine criminale, fra cui la tratta di esseri umani;
smantellare i canali illeciti di rifornimento di armi / munizioni; impedire
l'uso di Internet a fini criminali, per il reclutamento di terroristi e la
diffusione di pratiche terroristiche. -
Sviluppo
di un approccio comune in materia di sicurezza interna ed esterna e di connesse
reti d'esperti per far fronte alle evoluzioni delle metodologie di
comunicazione e propaganda del Daesh. -
Cooperazione
con la Corte penale internazionale, riguardante anche la raccolta di prove e
testimonianze e l'identificazione dei criminali. Contronarrativa
e lotta all'estremismo violento -
Sostegno
alle campagne di comunicazione condotte dai pertinenti attori in Siria, in Iraq
e nella regione (e anche nei paesi d'origine dei combattenti stranieri) per
screditare l'ideologia del Daesh, denunciare le violazioni dei diritti
dell'uomo da esso perpetrate e lottare contro l'estremismo violento e
l'incitamento all'odio, anche da parte di altri gruppi della regione. -
Sostegno
ai progetti di lotta contro l'estremismo violento in Libano e in Giordania ed
eventualmente in altri paesi della regione, prestando particolare attenzione
alle categorie più esposte della popolazione, soprattutto i giovani. -
Prevenzione
della radicalizzazione nelle prigioni attraverso un programma integrato di
reinserimento o di disimpegno per i detenuti o per i membri dei gruppi
terroristici rientrati in patria, nella regione o nell'UE. -
Sensibilizzazione
dei governi e dei rilevanti attori sociali della regione affinché adottino
misure mirate per prevenire e frenare la radicalizzazione e l'istigazione in
luogo pubblico (comprese le università). Finanziamento
del terrorismo / Sanzioni -
Sostegno
alle sanzioni delle Nazioni Unite, comprese le designazioni e le misure contro
i finanziamenti del Daesh. Adeguata attuazione e monitoraggio (tramite
consultazioni internazionali). -
Sostegno
al rafforzamento delle capacità dei paesi vicini ai fini della lotta contro il
finanziamento del terrorismo e la connessa corruzione. -
Invito
a presentare richieste di inserimento di persone ed entità nell'elenco del
Comitato dell'ONU per le sanzioni contro Al-Qaeda affinché vengano considerati
ulteriori sostenitori del Daesh (ad esempio gli intermediari sul mercato nero
del petrolio in Siria e in Iraq), in linea con la risoluzione 2170 del
Consiglio di sicurezza dell'ONU. -
Se
necessario, possibile creazione, da parte dell'UE, di un sistema autonomo di
sanzioni a complemento del regime dell'ONU delle sanzioni contro al-Qaeda. Ogni
regime di sanzioni di questo tipo deve rispettare la Carta dei
diritti fondamentali dell'UE e la giurisprudenza della Corte di giustizia
dell'Unione europea nella sentenza Kadi[5]. -
Sostegno
alle indagini penali e alla cooperazione giudiziaria ai fini del perseguimento
in giustizia dei combattenti stranieri e delle organizzazioni di reclutamento
dei terroristi e della confisca dei proventi e strumenti di reato. Una
continua assistenza dell'UE alle popolazioni colpite dai conflitti, ai
rifugiati e agli sfollati (in particolare mezzi di sostentamento e istruzione)
e iniziative volte a rafforzare la resilienza collettiva, affrontando al tempo
stesso le necessità di base, possono a loro volta essere dei mezzi efficaci per
ridurre il richiamo esercitato dai gruppi terroristici. 2.1.3 Evitare
il contagio a livello regionale e rafforzare la sicurezza alle frontiere È
fondamentale impedire che il Daesh si installi nei paesi vicini, a volto
scoperto o meno. Il Libano, in particolare, è stato oggetto di attacchi
terroristici orchestrati dagli alleati del Daesh nel paese. La Giordania è
riuscita a contenere ogni forma di violenza nonostante dimostrazioni minori e
localizzate di simpatia popolare per il Daesh. La Turchia, che è impegnata in
un delicato processo di pace con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK),
e che rischia a sua volta di essere oggetto di infiltrazioni terroristiche, è
stata accusata di non dare alla lotta contro il Daesh sufficiente priorità.
Impedire che la crisi siriana e irachena si propaghi nella regione richiederà un
sostanzioso aumento del livello di assistenza fornita ai paesi vicini, per
aiutarli a far fronte all'afflusso di rifugiati (vedi 2.1.5). Il
Libano e la Giordania vanno aiutati in materia di sicurezza e gestione delle
frontiere. Un dialogo sulla migrazione, la mobilità e la sicurezza è cominciato
col Libano nel dicembre 2014, mentre nell'ottobre 2014 è stato firmato un
partenariato per la mobilità con la Giordania. Andrebbero inoltre prese in
considerazione le misure seguenti: -
mantenimento
del supporto dell'UE e degli Stati membri alla riforma del settore della
sicurezza in Libano e aiuto dell'UE alle Forze armate libanesi (FAL) in ambiti
come la cooperazione civile-militare, la sicurezza marittima, la sicurezza
delle frontiere, la lotta contro il terrorismo e l'addestramento e la
formazione militare; -
ulteriore
sostegno, se del caso, per: i) aumentare la capacità di pianificare e condurre
operazioni; ii) rafforzare il sistema logistico delle FAL; iii) organizzare un
ciclo di formazione per le FAL; iv) assisterle nell'ambito della gestione e
della sicurezza delle frontiere; v) sviluppare un concetto di sicurezza
orientato verso il futuro per le guardie di frontiera appartenenti alle FAL;
vi) migliorare il ruolo delle FAL nella lotta contro il terrorismo insistendo
sugli aspetti legislativi, strategici e istituzionali, e vii) rivedere il
sistema di formazione e di addestramento delle FAL; -
avvio
di un dialogo sulla sicurezza con la Giordania per analizzare la situazione
della regione sotto tale profilo e aprire la strada ad una cooperazione
rafforzata nel settore della sicurezza e della lotta contro il terrorismo.
Valutazione delle necessità delle Forze di sicurezza giordane (compresi i
reggimenti alle frontiere terrestri) in tale contesto e presa in considerazione
di opzioni per integrare il sostegno che la Giordania riceverà a titolo
dell'iniziativa NATO di sviluppo delle capacità di difesa. Per
quanto riguarda la Turchia, vengono prese in considerazione le misure seguenti: -
mantenimento
del sostegno fornito al paese ai fini dell'attuazione del suo piano d'azione
nazionale per l'istituzione di una gestione integrata delle frontiere, anche
attraverso la riforma e l'ammodernamento delle tecniche di sorveglianza lungo
le sue frontiere terrestri e controlli ai valichi di frontiera; -
il
dialogo già in corso fra l'UE e la Turchia in materia di lotta contro il
terrorismo potrebbe contribuire a individuare i settori in cui l'UE potrebbe
apportare uno specifico aiuto alle autorità turche per rafforzare le capacità
di controllo del flusso di persone e materiali alle loro frontiere e per
identificare e localizzare le persone che richiedono una stretta sorveglianza,
le armi da fuoco, gli esplosivi e altre sostanze pericolose. Modalità
dell'impegno dell'UE - IcSP, ENI, IPA e contributi degli
Stati membri. 2.1.4 Fornire
aiuti umanitari fondamentali per la sopravvivenza e protezione internazionale Per
quanto riguarda la risposta alla crisi siriana, l'UE è il principale donatore
internazionale, con più di 3,3 miliardi di euro - di cui più di 2 miliardi di
assistenza umanitaria – stanziati per le popolazioni colpite della Siria,
dell'Iraq e dei paesi vicini (soprattutto Giordania, Libano, Turchia ed
Egitto). A fronte delle crescenti necessità, l'UE e gli Stati membri dovrebbero
continuare a fornire, per un periodo protratto, assistenza umanitaria e
protezione internazionale alle popolazioni siriane e irachene colpite, compresi
i rifugiati e gli sfollati interni, in Siria, in Iraq così come nei paesi
vicini e nei paesi dell'UE. È inoltre essenziale collegare meglio gli sforzi
umanitari con l'assistenza a medio e lungo termine agli sfollati, in
particolare ai bambini e ai giovani, come mezzo per promuovere la resilienza,
il recupero, il reinserimento e lo sviluppo post-conflitto, e per combattere la
potenziale radicalizzazione fra le popolazioni rifugiate. Date le rigorose
limitazioni del bilancio dell'UE, devono essere studiate altre vie innovative
di finanziamento di concerto con gli Stati membri. Modalità
dell'impegno dell'UE Coordinamento Continuare a
fornire supporto al sistema di coordinamento guidato dalle Nazioni Unite, conformemente
al consenso europeo sull'aiuto umanitario e al diritto umanitario
internazionale. Accesso -
Utilizzare
tutti i canali possibili (compresa l'assistenza transfrontaliera e quella
attraverso le linee del fronte) per garantire il raggiungimento di tutte le
persone in stato di necessità, incluse quelle in zone di difficile accesso (4,8
milioni di persone in Siria, 3,6 milioni in tutto l'Iraq a metà gennaio 2015). -
Impegnarsi
proattivamente con tutte le parti del conflitto per aumentare lo spazio
umanitario in Siria e in Iraq e raggiungere tutte le persone in stato di
necessità. -
Rafforzare
la capacità delle Nazioni Unite di negoziare un accesso, in particolare in
Siria e in Iraq attraverso l'OCHA, e garantire un miglior coordinamento, in
particolare fra le operazioni transfrontaliere e quelle attraverso le linee di
conflitto. -
Intensificare
il rafforzamento delle capacità delle organizzazioni non governative (ONG)
locali di prestare assistenza. Protezione -
Garantire
la protezione delle popolazioni colpite e promuovere il diritto internazionale
in materia di rifugiati e il diritto internazionale umanitario. -
Insistere,
presso le autorità dei paesi colpiti, sul fatto che le politiche di governo
devono rispettare il diritto internazionale umanitario, in modo da impedire il
respingimento o la creazione di campi non ufficiali e non protetti in terre di
nessuno; garantire l'instaurazione di meccanismi corretti di registrazione e
documentazione per gli sfollati interni e i rifugiati; assicurare che gli
sfollati e i rifugiati vulnerabili, donne e bambini in particolare, abbiano
accesso all'assistenza giuridica e a un'adeguata protezione. Sostenere inoltre
l'impegno messo in atto dall'UNHCR e dagli altri attori per far sì che le
politiche governative si conformino a queste norme. -
Continuare
a difendere la sicurezza e la protezione degli operatori umanitari e
l'inviolabilità delle strutture sanitarie e d'istruzione. Relazioni
civile-militare -
Rafforzare
il coordinamento e il collegamento civile-militare sotto la guida dell'ONU per
garantire l'osservanza del diritto internazionale umanitario e il rispetto dei
principi umanitari, limitando al tempo stesso i rischi per la sicurezza degli
operatori umanitari e migliorando l'accesso alle popolazioni in stato di
necessità. Approcci
specifici per paese -
Incoraggiare
le Nazioni Unite a perseguire approcci non discriminatori, omnicomprensivi e
specifici per paese ("La Siria nel suo insieme" e "Tutto
l'Iraq"). -
Continuare
a sostenere gli appelli integrati e prioritarizzati in campo umanitario e nel
settore dello sviluppo, e le analisi congiunte delle carenze, così come
l'attuazione del piano regionale per i rifugiati e la resilienza, attraverso
piani di risposta nazionali nei paesi vicini. Capacità
di risposta rapida e monitoraggio -
Consolidare
un sistema d'allerta precoce multisettoriale su scala nazionale. -
Aumentare
il livello di preparazione e le capacità di risposta rapida integrando una
maggiore flessibilità negli accordi esistenti con i partner, in modo da reagire
meglio al sorgere di necessità, predisporre meccanismi per la costituzione di
riserve d'emergenza e valutare la possibilità di contribuire ai fondi esistenti
per le risposte alle emergenze. Diplomazia
pubblica e visibilità dell'aiuto -
Rafforzare la comunicazione
sull'assistenza umanitaria e allo sviluppo dell'UE, sia nella regione che
nell'UE, se necessario sulla base di rinnovati orientamenti in materia di
comunicazione / visibilità. Provvedere
alle necessità di sviluppo a lungo termine delle persone sfollate -
Destinare
una parte degli aiuti allo sviluppo per la Siria, l'Iraq e i paesi vicini alle
necessità delle persone sfollate, in particolare l'istruzione dei bambini e la
formazione professionale o i corsi di aggiornamento per gli adulti,
concentrandosi sui posti di lavoro necessari in un contesto post-conflitto. La
formazione professionale dovrebbe includere anche una formazione per la donne,
allo scopo di promuovere il loro ruolo economico e sociale nella ricostruzione
postbellica. Reinsediamento
e asilo -
Continuare
a sostenere le capacità a lungo termine degli Stati d'accoglienza di far fronte
ai flussi di rifugiati, in particolare attraverso i programmi
regionali di protezione e sviluppo in Giordania, Libano e Iraq, aiutando la
Turchia a fornire aiuti umanitari ai rifugiati siriani e sostenendola
nell'instaurazione e nel funzionamento di un sistema di asilo moderno e
stabile. -
Continuare
a offrire ai rifugiati siriani (e se del caso iracheni) prospettive di
reinsediamento nell'UE. L'UNHCR ha invitato la comunità internazionale a
partecipare a un'operazione di reinsediamento / ammissione per motivi umanitari
di almeno 130 000 siriani, in particolare le persone più vulnerabili: gli Stati
membri dell'UE hanno promesso di fornire circa 36 000 posti, stipulando così il
più grosso impegno nella storia degli sforzi di reinsediamento posti in atto
dall'UE. La Commissione sostiene le operazioni di reinsediamento nell'ambito
del Fondo asilo, migrazione e integrazione. 2.1.5
Rafforzare le capacità locali di resilienza in Siria, in Iraq e nei paesi
vicini colpiti Per
impedire che il Daesh continui a fare opera di reclutamento ed evitare il
futuro perpetrarsi di violenza in seno alle popolazioni sfollate e alle
comunità d'accoglienza, e fra di esse, sono fondamentali gli aiuti e le
prospettive di un futuro migliore per le persone coinvolte. Gli sforzi
umanitari devono essere collegati alle esigenze di sviluppo a lungo termine
delle persone colpite, come mezzo per promuovere il reinserimento e lo sviluppo
post-conflitto e per combattere il potenziale estremismo fra le popolazioni di
rifugiati e le comunità d'accoglienza. Per evitare che il Daesh continui a
esercitare un potere d'attrazione e per creare le condizioni minime di ritorno
volontario degli sfollati interni e dei rifugiati in condizioni di sicurezza e
dignità, occorre che nelle zone liberate dal Daesh, sia in Siria che in Iraq,
vengano ripristinati rapidamente lo Stato di diritto, le prestazioni dei
servizi di base e le attività economiche. Questi
interventi dovrebbero avere lo scopo di sostenere la resilienza delle persone,
delle comunità e delle istituzioni nel far fronte agli effetti della crisi. Parallelamente
a questi aiuti, per garantire che ai rifugiati vengano offerte protezione e
prospettive (in particolare per quanto riguarda l'accesso all'istruzione, al
mercato del lavoro, ecc.) è necessario un dialogo politico di alto livello, sia
collettivo che bilaterale, con i paesi che ospitano i rifugiati siriani. Modalità
dell'impegno dell'UE Assistenza
in materia di resilienza / recupero e sostegno alle comunità locali e agli
attori sociali in Siria, in Iraq e nei paesi vicini attraverso il "Fondo
Madad", l'IcSP e i contributi diretti degli Stati membri. In particolare,
questo significa: -
basarsi
sui quadri comuni in materia di aiuti umanitari / di sviluppo esistenti sul
campo e stabilire una programmazione congiunta in Siria, Iraq, Giordania,
Libano e Turchia; -
utilizzare
il "Fondo Madad" per sostenere la stabilizzazione e la resilienza dei
rifugiati e delle comunità d'accoglienza in Iraq, Libano, Giordania, Turchia ed
Egitto. Questo aiuto deve essere fornito in modo olistico, in coordinamento con
i meccanismi di finanziamento esistenti e in linea con le attuali
programmazioni dei governi nazionali e con l'approccio del piano
regionale per i rifugiati e la resilienza delle Nazioni Unite; -
sostenere
i governi della regione nel portare avanti politiche favorevoli al
rafforzamento della resilienza economica fra i rifugiati e le comunità
d'accoglienza, promuovere le prospettive dei giovani e rispettare la parità di
genere; -
attuare
il programma di aiuti supplementari alla Turchia annunciato dopo la crisi di
Kobane, volto a sostenere l'impegno delle autorità turche di fornire
accoglienza e assistenza a lungo termine ai siriani rifugiatisi in Turchia. Più in generale, per rafforzare
l'influenza dell'UE e rafforzare l'efficacia delle sue azioni, dovrebbe essere
preso in considerazione un lavoro con le pertinenti organizzazioni della
diaspora in Europa. 2.2 OBIETTIVI SPECIFICI PER
PAESE - SIRIA 2.2.1 Lavorare
per una transizione politica Conformemente
agli obiettivi e alle azioni presentate nella comunicazione congiunta "Verso
un approccio globale dell'Unione europea alla crisi siriana", l'UE
continuerà a studiare tutti i modi e i mezzi per riannodare il processo
politico in coordinamento con i partner regionali e internazionali, allo scopo
di realizzare una transizione sotto la guida siriana. Più in particolare l'UE
dovrebbe: -
sostenere
pienamente gli sforzi profusi dall'inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan
de Mistura per arrivare ad un'attenuazione strategica della violenza come base
per un più ampio processo politico sostenibile; sostenere concretamente le sue
proposte, in particolare quella di sfruttare il congelamento delle ostilità a
livello locale conformemente al diritto internazionale umanitario; nell'ambito
di questo approccio, le azioni umanitarie e per la resilienza, basate su
principi, dovrebbero rimanere distinte e separate dai negoziati politici e
sulla sicurezza; -
sostenere
gli sforzi di mediazione e di dialogo a livello locale e internazionale, anche
con iniziative di promozione degli accordi a livello locale e altre iniziative
locali di costruzione della pace, che possono includere anche la cooperazione
attraverso la linea del fronte, tenendo debitamente conto della partecipazione
delle donne; -
cercare
un consenso internazionale a livello di Consiglio di sicurezza dell'ONU, insieme
a un consenso regionale (la determinazione a proteggere l'unità, l'integrità
territoriale e la sovranità della Siria e la lotta contro il terrorismo sono
interessi comuni) e a un appoggio regionale a favore di un processo politico
verso la transizione guidato dalla Siria, conformemente alle pertinenti
risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e al Comunicato di Ginevra del
30 giugno 2012; -
incoraggiare
la costituzione di un gruppo a sostegno del Segretario generale delle Nazioni
Unite
o dell'inviato speciale in Siria per creare un più ampio consenso a favore di
un processo politico nazionale in questo spirito. Modalità
dell'impegno dell'UE – Impegno politico e diplomatico con i
paesi della regione e i partner internazionali, volto a disinnescare le
tensioni regionali da un lato e la guerra fra il regime di Assad e
l'opposizione armata dall'altro, incoraggiando al tempo stesso in Siria una
transizione ad ampio sostegno sulla base del Comunicato di Ginevra. Maggiore
pressione sul regime di Assad, in particolare applicando ulteriori sanzioni
mirate e altre misure restrittive appropriate con un impatto limitato sulla
popolazione civile. Applicazione rigorosa di sanzioni UE sul petrolio nei
confronti della Siria e pressioni sui paesi terzi a tal fine. Rafforzamento del
dialogo con i partner, specialmente nella regione. Rafforzamento
del personale politico della Delegazione dell'UE per la Siria (che continuerà
ad essere ospitata dalla Delegazione UE di Beirut). Finché non ricorreranno le
condizioni per la riapertura della Delegazione UE a Damasco continueranno ad
avere luogo visite periodiche in Siria. 2.2.2 Rafforzare
l'opposizione moderata e gli attori della società civile -
Continuare
a sostenere l'opposizione moderata - inclusa la Coalizione nazionale delle
forze siriane della rivoluzione e dell'opposizione (SOC) ma senza escludere le
altre forze nazionali costruttive, della società civile o della sfera politica
- nell'ottica di favorirne l'inclusività (anche nei confronti delle minoranze
religiose ed etniche) e l'efficienza e di promuovere le pari opportunità. Non
vi sarà mai una pace duratura in Siria se non si terrà conto delle specifiche
rivendicazioni di tutti i gruppi etnici e religiosi, e se non verrà mantenuto
il carattere multietnico e multireligioso del paese. -
Continuare
a studiare e a sostenere, se del caso, le iniziative "Track 2" e
"Track 3", che potrebbero contribuire a forgiare, a termine, un
modello di transizione basato sull'inclusione degli oppositori credibili in un
nuovo governo di transizione, e un processo di stabilizzazione a livello locale
e nazionale. Sarà accordata particolare attenzione alla partecipazione delle
donne a queste iniziative. -
Continuare
a sostenere il rafforzamento delle capacità delle organizzazioni siriane della
società civile Modalità
dell'impegno dell'UE – Mantenimento del
sostegno agli sforzi di costruzione della pace e di mediazione, concentrandosi
sul rafforzamento delle capacità degli attori della società civile interna e
sulle attività di resilienza attraverso l'IcSP e l'ENI. 2.2.3 Erogare
i servizi di base e contribuire alla ricostruzione dell'amministrazione nelle
aree di minor violenza -
Rafforzare
la prestazione di aiuti non umanitari alla Siria, sia a livello
transfrontaliero che attraverso le linee del fronte. -
Aiutare
l'opposizione moderata e le entità della società civile a ripristinare
un'amministrazione e dei servizi pubblici (compresa la protezione civile, la
sanità e l'istruzione), così come a riavviare un'attività economica generale,
nelle aree a minor violenza, in quelle precedentemente occupate dal Daesh e
nelle regioni a maggioranza di popolazione curda siriana nel nord della Siria. -
Sostenere
la fornitura dei servizi di base nelle zone più importanti secondo i principi
di inclusività, buona governance e consultazione delle comunità; sostenere le
attività a favore della resilienza, comprese la gestione sostenibile e la
protezione delle risorse naturali. Modalità
dell'impegno dell'UE Maggiori
aiuti alla resilienza / al recupero, ad esempio attività mirate, finanziate
dall'UE o dagli Stati membri, di sostegno alle comunità locali e agli attori
sociali (comprese le operazioni gestite da Gaziantep con la partecipazione di
diversi Stati membri), attraverso il "Fondo Madad", l'IcSP o
l'ENI. A breve termine, i progetti dell'UE a
favore della società civile finanziati tramite l'ENI (17 milioni di euro)
e l'IcSP (12 milioni di euro) contribuiranno al rafforzamento delle capacità
delle organizzazioni della società civile siriana, alla prestazione dei servizi
di base, all'adozione di misure a favore dello Stato di diritto e allo sviluppo
di un contesto politico inclusivo e partecipativo a livello locale. Potrebbero
anche essere studiati programmi mirati riguardanti le minoranze per garantire
la sicurezza di tutte le comunità etniche e religiose, assicurare una
transizione inclusiva, soddisfarne le specifiche necessità e sostenerne
l'integrazione. 2.2.4 Promuovere
i diritti umani / il diritto internazionale umanitario e garantire la
responsabilità -
Continuare
a indagare sui crimini di guerra e sui crimini contro l'umanità e a
documentarli, soprattutto nell'ottica, in futuro, di una possibile
responsabilità penale. -
Lavorare
con i partner a sostegno della Commissione d'inchiesta dell'ONU e di altre
iniziative di responsabilizzazione. Questo per preparare un processo di
assunzione di responsabilità e per sfidare la cultura dell'impunità. -
Continuare
a sostenere le attività dell'Organizzazione per la proibizione delle armi
chimiche (OPAC), in particolare la missione di verifica e la distruzione delle
armi chimiche siriane e delle loro strutture di produzione. -
Continuare
a cercare il modo per deferire la situazione della Siria alla Corte penale
internazionale (CPI) e sostenere meccanismi complementari di responsabilizzazione,
anche a livello nazionale. Modalità dell'impegno dell'UE – Impegno
diplomatico, anche a livello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e
sostegno pratico ai difensori dei diritti umani attraverso l'IcSP e lo Strumento
europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR); cooperazione
giudiziaria. 2.2.5 Preparare
il futuro -
Continuare
a pianificare il recupero e la ricostruzione della Siria a lungo termine e
aprire la strada al ritorno e al reinserimento dei rifugiati e degli sfollati
interni, soprattutto attraverso valutazioni regolari dei danni e delle
necessità in Siria. -
Continuare
il lavoro di rafforzamento delle capacità dei cittadini siriani e della società
civile siriana, comprese le organizzazioni che promuovono la parità di genere e
il rafforzamento del ruolo delle donne, al fine di consentire ai cittadini
siriani di svolgere un ruolo attivo nella ricostruzione del loro paese. -
Esaminare
nuove opportunità per gli studenti e i ricercatori siriani, offerte ad esempio
da borse di studio in Europa e da possibilità di formazioni professionali nella
regione. -
Continuare
a individuare le opportunità di potenziamento delle capacità e delle competenze
dei siriani a guidare la transizione (in ambiti come la regolamentazione dei
media, il decentramento, l'amministrazione municipale, la stesura della
Costituzione, ecc..) tenendo in debita considerazione le esigenze e il ruolo
delle donne. -
Continuare
a pianificare attentamente un processo di disarmo, smobilitazione e
reinserimento come parte della riforma del settore della sicurezza. -
Continuare
a valutare regolarmente se le condizioni attuali permettono la preparazione e
l'attuazione di misure di giustizia transitorie volte a promuovere la
riconciliazione, a favorire l'instaurarsi di un clima di fiducia e a rafforzare
lo Stato di diritto. -
Preparare
attentamente il terreno per la riforma elettorale e della Costituzione,
comprese le leggi sui partiti politici. -
Riflettere
su come proteggere il patrimonio culturale restante e promuovere la diversità
culturale, in particolare per mezzo di campagne educative e di
sensibilizzazione. -
Mantenere
il ruolo guida dell'UE nel coordinamento dei donatori, per rafforzare la
coerenza, il coordinamento e la prevedibilità degli aiuti internazionali a
favore della ricostruzione della Siria. -
Avvalersi
pienamente delle potenzialità del programma Erasmus+, che finanzia borse di
studio per la mobilità degli studenti siriani e progetti di cooperazione volti
all'ammodernamento degli istituti d'istruzione superiore siriani partecipanti.
Studiare nuove possibilità per aiutare i paesi vicini e le loro università a
offrire programmi di istruzione superiore agli studenti siriani. L'UE
porterà avanti questi sforzi, tenendo presente la necessità di evitare il
crollo delle istituzioni statali in Siria. Modalità
dell'impegno dell'UE – ENI, "Fondo Madad", IcSP
("Programma Tahdir – Preparare la transizione in Siria"), accordo
trilaterale fra l'ONU, la Banca mondiale e l'UE sulle valutazioni delle
necessità post-conflitto, Erasmus+. 2.3 OBIETTIVI SPECIFICI PER PAESE
- IRAQ 2.3.1 Aiutare
il governo iracheno a concretizzare l'obiettivo dell'inclusività Il
principale obiettivo dell'UE in Iraq deve essere quello di sostenere un governo
iracheno inclusivo nei suoi sforzi per rispondere alle legittime rivendicazioni
dei cittadini iracheni e promuovere un processo a lungo termine di costruzione
dello Stato e di riconciliazione nazionale, sulla base delle disposizioni della
Costituzione irachena. Il programma di governo 2014-2018 e il piano di sviluppo
nazionale iracheno 2014-2017 sono una buona base a tal fine, e l'APC UE-Iraq,
parti del quale vengono già applicate a titolo provvisorio, fornisce un quadro
di cooperazione su un'ampia gamma di questioni. Se è necessario rispondere alle
rivendicazioni dei Sunniti, occorre anche affrontare in modo globale, e in
tutto il paese, la crescita del settarismo e della radicalizzazione nella
maggior parte delle comunità irachene. L'UE si adopererà per cooperare il più
strettamente possibile con l' UNAMI e con le agenzie delle Nazioni Unite
presenti in Iraq. o
Lavorare
coi gruppi sunniti moderati emarginati Occorre aiutare
il governo iracheno a dialogare con tutte le componenti della società irachena,
specialmente i gruppi politici e religiosi moderati, per dar loro un ruolo nel
futuro del paese. Particolare attenzione va tuttavia accordata alla popolazione
sunnita, allo scopo di disimpegnarla da ogni sostegno al Daesh. Dovrebbe
trattarsi di un passo compiuto parallelamente a qualsiasi appello, lanciato a
questi gruppi, di resistenza e di lotta armata contro il Daesh. L'impegno con
la comunità sunnita dovrebbe comprendere misure per affrontare le
rivendicazioni note e per promuovere la riconciliazione, allo scopo di
garantire la sicurezza della popolazione (in particolare dei gruppi che si
uniscono alla lotta contro il Daesh) e per dare garanzie quanto a una futura
consultazione sull'elaborazione delle politiche. Occorre al tempo stesso
aiutare le comunità sciite moderate e i gruppi della società civile a lottare
contro la stigmatizzazione della comunità sunnita e l'ostilità nei suoi
confronti. o
Lavorare
con la regione del Kurdistan iracheno La risoluzione
delle controversie fra il governo federale e il governo regionale del Kurdistan
(GRK) – compreso un accordo definitivo e duraturo sulle questioni del
trasferimento dei proventi del petrolio e dei territori contesi – è una
priorità fondamentale e migliorerebbe sensibilmente il clima politico in Iraq.
L'UE dovrebbe incoraggiare il governo federale e il governo regionale del
Kurdistan a concordare una tabella di marcia chiara, con un calendario ben
preciso, per la soluzione delle dispute sulla base delle disposizioni
costituzionali. o Consolidare
la gestione democratica delle istituzioni statali e sostenere la riforma
politica e legislativa L'UE e gli Stati
membri dovrebbero sostenere il governo iracheno nell'avvio di un programma
approfondito di riforma amministrativa volto a potenziare le capacità delle
entità del governo civile in base a principi moderni di amministrazione e di
gestione finanziaria. I principi fondamentali di una tale riforma dovrebbero
essere la separazione dei ruoli politici e amministrativi, la creazione di
un'amministrazione pubblica indipendente e l'applicazione di una politica di
pari opportunità non settaria ma basata invece sulle qualifiche e sulle
competenze possedute. Dovrebbe essere
presa in considerazione la possibilità di sostenere le iniziative a favore
della riforma politica e legislativa lanciate dal governo, dalla società civile
e da altre parti interessate nel quadro della Costituzione irachena, a
condizione che incoraggino la riconciliazione nazionale e lo sviluppo del
paese. o Ristrutturare
il settore della sicurezza La riforma del
settore della sicurezza abbraccia un ampio ventaglio di interventi, che vanno
dal sostegno alle forze militari alle riforme del quadro giuridico. A fini di
complementarità, ogni futura azione dell'UE in quest'ambito deve tenere conto
delle attività di contrasto del Daesh portate aventi dalla coalizione
internazionale e degli sforzi bilaterali degli Stati membri dell'UE. Gli Stati
membri dell'Unione europea sono attualmente impegnati in un lavoro di
ristrutturazione e formazione delle Forze di sicurezza irachene, la cui
debolezza ha avuto l'effetto collaterale di far riapparire milizie irregolari
che, pur rafforzando le azioni delle FSI, si sono al tempo stesso macchiate le
mani con un gran numero di atrocità e di violazioni dei diritti dell'uomo. Il
progressivo smobilitamento delle milizie sciite e di altri gruppi armati e la
loro sostituzione con forze di sicurezza irachene competenti e non settarie
sono fondamentali ai fini della riconciliazione nazionale. Il governo iracheno
è tenuto a garantire che sarà il solo detentore di armi e che bandirà ogni
formazione armata dal quadro governativo, in linea con la Costituzione
irachena. Vanno rafforzate al tempo stesso la presenza e le competenze delle
forze di polizia civili. o Riforme
giudiziarie e osservanza dei diritti dell'uomo Le carenze dello
Stato di diritto sono al centro della crisi irachena. L'Unione europea e gli
Stati membri dovrebbero pensare a sostenere maggiormente il governo iracheno
nel lavoro di introduzione di misure volte a rafforzare lo Stato di diritto e a
proteggere i diritti dell'uomo in tutti gli ambiti della vita pubblica irachena
– un lavoro che deve includere la riforma delle leggi controverse esistenti e
della loro attuazione, che sono stati i motori della radicalizzazione e della
resistenza al governo iracheno. Va compiuto uno sforzo risoluto per rafforzare
l'indipendenza delle istituzioni, soprattutto di quelle giudiziarie. La
formazione in materia di diritti dell'uomo deve essere inserita e integrata nei
curricula delle forze di sicurezza civili e militari, e andrebbe migliorata la
cooperazione delle forze di sicurezza con le istituzioni giudiziarie, così come
con gli organi di vigilanza della polizia. Occorre rafforzare lo status e le
capacità della Commissione per i diritti dell'uomo – così come le capacità
giudiziarie per far fronte alle organizzazioni terroristiche. Un maggiore
rispetto dei diritti dell'uomo nel sistema penitenziario contribuirà a
combattere la radicalizzazione. L'UE dovrebbe premere per l'adesione dell'Iraq
allo Statuto di Roma nell'ottica di rendere possibile, in futuro, un'azione
penale internazionale. In tutti questi sforzi è comunque essenziale trarre
insegnamento dal sostegno alla riforma della giustizia apportato in passato
dall'UE nell'ambito della missione EUJUSTLEX. A più lungo termine, occorrerà
spingere l'Iraq a elaborare un piano di progressiva abolizione della pena di
morte, tenuto conto della sua inefficacia e del suo ruolo potenziale nella
radicalizzazione. o Rafforzare
l'amministrazione regionale e locale La Costituzione
irachena prevede la possibilità di una maggiore autonomia regionale e locale, e
lo stesso governo iracheno indica nel suo programma che il decentramento
sarebbe un'opzione da considerare. Una maggiore autonomia politica e
finanziaria nella gestione degli affari provinciali e locali (incluso il controllo
locale dell'apparato di sicurezza locale), così come una maggiore vicinanza al
processo decisionale, possono contribuire a rispondere alle rivendicazioni
locali. Questo processo deve tuttavia andare di pari passo con un sistema di
equa distribuzione delle risorse fra le località e con misure intersettarie di
ripristino della fiducia fra le entità, ad esempio progetti di infrastrutture
regionali e altri progetti di cooperazione. Modalità
dell'impegno dell'UE Questioni
istituzionali -
Contatti
a livello politico e a livello di alti funzionari, soprattutto nell'ambito
dell'APC. A tale riguardo, la rapida ratifica dell'APC da parte degli Stati
membri costituirebbe un forte segnale dell'impegno dell'UE. -
Dato
il ruolo fondamentale svolto dalla regione del Kurdistan nella lotta contro il
Daesh e nella soluzione della crisi politica irachena, l'UE cercherà di
intensificare la propria presenza ad Erbil, nel pieno rispetto dell'ordine
costituzionale iracheno. Previo consenso del governo centrale e fermi restando
i vincoli di bilancio, sarà aperta a Erbil un'antenna della delegazione UE in
Iraq. L'Unione europea cercherà di facilitare il flusso di informazioni fra
Baghdad ed Erbil. Se del caso, incoraggerà anche la partecipazione del governo
regionale del Kurdistan all'attuazione dell'APC UE-Iraq. -
Esame
della possibilità di sostenere il lavoro della diplomazia irachena per
raggiungere i paesi della regione e al di fuori, basandosi sull'esperienza e
sul know-how acquisiti dall'Iraq nei suoi interventi di riabilitazione internazionale
fra il 2003 e il 2010. -
Rafforzamento
della delegazione UE in Iraq, fra l'altro con la presenza di esperti degli
Stati membri in materia di sicurezza. Assistenza
tecnica -
L'UE
può mobilitare le competenze specializzate disponibili negli Stati membri per
fornire formazione e consulenza alle istituzioni statali irachene in
settori come la riforma della pubblica amministrazione, la riforma del settore
della sicurezza, le misure antiterrorismo nel rispetto dei diritti dell'uomo e
la sicurezza delle frontiere / la gestione integrata delle frontiere basandosi
sulle disposizioni dell'APC UE-Iraq, e in particolare su quelle riguardanti la
cooperazione di cui al Titolo III, che sono applicabili a titolo provvisorio. -
Nel
settore della sicurezza, l'appoggio dell'UE potrebbe contribuire al
rafforzamento delle capacità irachene per arginare il Daesh. Verrà quindi
esaminata ulteriormente la possibilità di ricorrere a strumenti europei. Per
evitare il sovrapporsi degli sforzi è importante tuttavia ricordare l'attuale
impegno degli Stati membri a fornire sostegno militare all'Iraq, in primo luogo
nell'ambito della coalizione internazionale per combattere
il Daesh e dei suoi gruppi di lavoro così come attraverso la NATO, che sta
prendendo in considerazione la possibilità di sostenere le Forze di sicurezza
irachene nel quadro dell'iniziativa di sviluppo delle capacità di difesa. Per
facilitare il ritorno degli sfollati interni ai territori sottratti al Daesh,
potrebbe essere resa disponibile un'assistenza tecnica per le operazioni di
sminamento e per la disattivazione degli ordigni esplosivi disseminati dal
Daesh. -
Verrà
fornita assistenza
nello sviluppo di capacità antiterrorismo (aspetti civili), in modo coerente
con l'impegno della coalizione internazionale e dei suoi gruppi di lavoro, per
incoraggiare il governo iracheno ad adottare un approccio nuovo e globale in
materia di lotta contro il terrorismo, basato sul rispetto dei diritti
dell'uomo e incentrato sulla prevenzione. Fra i possibili settori oggetto di
tale assistenza figurano il rafforzamento delle capacità, la raccolta, analisi,
condivisione e protezione di intelligence, e la lotta contro il finanziamento
del terrorismo. -
L'impegno
dell'Unione europea di promuovere le riforme istituzionali e giuridiche e l'integrazione
dei diritti dell'uomo in tutte le politiche può basarsi sul progetto UE in
corso a sostegno dello Stato di diritto finanziato tramite lo strumento di
cooperazione allo sviluppo (DCI), sulle future misure di sostegno nel
quadro della programmazione indicativa pluriennale 2014-2017 del DCI e sugli insegnamenti
tratti dalla missione UE JUSTLEX. -
Su
richiesta del governo iracheno, e a condizione che gli Stati membri possano
finanziare queste operazioni, l'UE può ispirarsi una moltitudine di modelli e
ricorrere a esperti, sia a livello nazionale che europeo (Comitato delle
regioni), per fornire consulenza al governo iracheno sul modo migliore di
attuare nella pratica il decentramento dei poteri. -
Sarà
importante interloquire con il Consiglio dei Rappresentanti dell'Iraq.
Il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali sono invitati a svolgere un
ruolo di primo piano. -
L'UE
presenterà dei piani d'emergenza per fornire rapidamente aiuti al governo
iracheno negli sforzi da esso compiuti per ripristinare e potenziare i servizi
di base nelle zone liberate dal Daesh, allo scopo di incoraggiare il ritorno
volontario, sicuro e dignitoso, e il più veloce possibile, degli sfollati
interni alle loro case, assicurando l'esistenza delle garanzie minime di
protezione. 2.3.2 Sostenere
i servizi di base, lo sviluppo economico e la lotta contro la corruzione L'Iraq
potrà vivere una stabilità duratura solo se tutti i cittadini potranno godere
della sua immensa ricchezza. Una cattiva gestione delle finanze pubbliche in
generale e una diffusa corruzione hanno portato a un'inefficiente esecuzione
del bilancio e a una scarsa qualità dei servizi, così come, in alcune aree, al
degrado dell'ambiente e delle risorse naturali. A seguito della crisi della
sicurezza l'economia è in declino, e il calo del prezzo del petrolio causa a
sua volta una diminuzione delle entrate pubbliche e delle riserve valutarie.
Per garantire la sostenibilità finanziaria necessaria per coprire l'aumento dei
costi generati dalle necessità sociali e dalla sicurezza saranno indispensabili
caute riforme economiche e di bilancio. Per
quanto riguarda il contesto imprenditoriale, per più di un decennio i risultati
dell'Iraq sono stati molto al di sotto della media della regione, e uno dei
maggiori ostacoli allo sviluppo del settore privato si individua nell'accesso
al credito. Risulta necessaria una lotta senza quartiere contro la corruzione,
un potenziamento delle capacità amministrative del paese, così come un urgente
miglioramento nell'erogazione dei servizi sociali di base (istruzione, sanità)
e nelle infrastrutture (elettricità, trasporti). Per garantire un progresso
economico sostenibile occorrerà dare impulso al settore privato e promuovere un
clima favorevole agli investimenti. Una
grossa sfida per l'Iraq sarà associare sviluppo sostenibile e aiuto umanitario,
e mobilitare le risorse necessarie per dotare dei servizi di base gli sfollati
e facilitare il ritorno e il reinserimento degli sfollati interni. Si tratta
dell'erogazione di servizi di base quali l'acqua, l'energia, l'alloggio,
l'istruzione scolastica e l'insegnamento superiore (l'azione di sviluppo delle
capacità Erasmus+ è da poco a disposizione dell'Iraq), la sicurezza e l'accesso
al finanziamento (ad. es. finanziamento delle PMI e microfinanziamento), con la
dovuta attenzione per il rafforzamento del ruolo delle donne e la protezione
delle risorse naturali. Modalità
dell'impegno dell'UE I
principali obiettivi della cooperazione nell'ambito dell'APC UE-Iraq sono la
stabilità macroeconomica, la sostenibilità del debito e l'efficacia della spesa
pubblica. A questo fine la cooperazione potrebbe accompagnare le riforme
economiche e del contesto imprenditoriale, in particolare nell'ambito dei
sottocomitati per le questioni commerciali ed economiche e per l'energia e i
trasporti. Le parti potrebbero esaminare: a) gli sviluppi macroeconomici; b) le
politiche economiche e di bilancio generali (gestione del reddito ottenuto dalle risorse
naturali, ridimensionamento di sovvenzioni e sostegno alle imprese
statali, investimenti nella distribuzione di energia elettrica, promozione di
misure di sviluppo delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica,
aumento delle esportazioni di petrolio e facilitazione delle esportazioni di
gas in futuro – obiettivo a cui si prevede contribuiranno il Centro per
l'energia UE-Iraq e le connesse misure di sostegno dell'UE e del governo
iracheno); c) lo sviluppo del settore finanziario (ampliamento del mercato
finanziario, più facile accesso al credito privato e maggiore inclusione
finanziaria) e d) la messa a disposizione di informazioni e di competenze
tecniche per contribuire a migliorare la produzione agricola. Sarà altresì
presa in considerazione la cooperazione per ridurre al minimo l'impatto a lungo
termine del settore energetico sull'ambiente e sul cambiamento climatico. Può
essere fornita un'assistenza tecnica attraverso il DCI e altri strumenti per
migliorare la gestione delle finanze pubbliche (nel quadro di un impegno
concertato da parte dell'FMI, della Banca mondiale e dell'UE) e sotto forma di
consulenza sulle riforme economiche. Il
"Fondo Madad" e l'IcSP potrebbero apportare finanziamenti iniziali
per associare sviluppo e aiuti umanitari. Questa operazione deve basarsi sul
sostegno esistente e deve essere ampliata non appena possibile per far fronte a
situazioni di sfollamento protratto e in preparazione del ritorno degli
sfollati interni alle proprie case, al fine di gettare le fondamenta per la
stabilità e per una crescita economica sostenibile. Una
volta predisposto un accordo quadro, la BEI – la banca dell'UE – potrà prendere
in considerazione l'avvio di operazioni in Iraq, con particolare attenzione al
sostegno dello sviluppo delle infrastrutture economiche e sociali. La BEI
potrebbe mettere a disposizione le sue competenze tecniche fornendo servizi di
consulenza a monte per l'individuazione e la preparazione dei progetti più
importanti. Potrebbe poi continuare a sostenere tali progetti finanziandoli con
capitale di rischio, con prestiti o con una combinazione delle due modalità.
Forte della sua esperienza nelle aree di post-conflitto, la BEI potrebbe anche
esaminare la possibilità di istituire e gestire appositi fondi fiduciari. 2.3.3 Sostenere
la costruzione della pace, la riconciliazione nazionale e la giustizia di
transizione Al
di là delle riforme politiche, l'Iraq dovrebbe essere incoraggiato a seguire la
via della riconciliazione nazionale e del dialogo intersettario, al fine di
sviluppare un senso di cittadinanza staccato dall'identità settaria ed etnica e
di promuovere la ricchezza della diversità culturale irachena. I gruppi della
società civile irachena hanno un ruolo cardine da svolgere nella costruzione
della pace, nella promozione dell'identità nazionale irachena, nella lotta
contro la propaganda settaria, nella protezione del patrimonio e della
diversità culturale, così come nella difesa di questi aspetti fondamentali
davanti al governo. Per
quanto riguarda la questione della giustizia e della riparazione, il governo
iracheno dovrà compiere scelte difficili, ad esempio avviando un processo
nazionale di "verità e riconciliazione" che dovrebbe essere
intersettario, e che dovrebbe interessarsi ai crimini perpetrati non solo dal
Daesh e dai membri della comunità sunnita, ma anche dalla milizia sciita e
dalla Forze di sicurezza irachene. Un tale processo potrebbe essere
determinante nel rafforzamento del senso di cittadinanza irachena. Potrebbe
essere necessario un sostegno internazionale alle operazioni di mantenimento
dell'ordine pubblico / mantenimento della pace nelle zone in cui le comunità
continuano ad essere in conflitto. Modalità
dell'impegno dell'UE – Nell'ambito dell'EIDHR e / o del
"Fondo Madad" dovrebbe essere previsto un supporto agli organi
giudiziari e parlamentari, così come alle organizzazioni della società civile,
a sostegno delle attività di costruzione della pace e di giustizia di
transizione. Un
aspetto importante per la riconciliazione saranno le indagini sui gravi crimini
di guerra commessi e sulle gravi violazioni dei diritti dell'uomo perpetrate. A
tale riguardo l'Unione europea dovrebbe sostenere l'impegno degli organi
pubblici, delle ONG e della CPI. 3
– IPOTESI, CALENDARIO E RIESAME La
capacità dell'Unione europea di realizzare gli obiettivi e le azioni esposti
dipenderanno fortemente dall'evoluzione della situazione sul campo, compresa la
lotta contro il Daesh, così come dalla volontà degli attori nazionali e
regionali di agire in conformità con gli obiettivi formulati. L'ideale
sarebbe la sconfitta del Daesh e degli altri gruppi terroristici sia in Iraq
che in Siria, e la contestuale soluzione dei problemi politici di questi paesi.
La realizzazione di tutti gli obiettivi solo in Siria o in Iraq, senza
corrispondenti progressi nell'altro paese, potrebbe pregiudicare la stabilità
duratura e lo sviluppo economico nella regione. Il
presente quadro ha un orizzonte pluriennale. Per mantenere la propria
pertinenza, dovrà essere molto flessibile e in grado di adattarsi agli sviluppi
sul campo. Viene proposto di introdurre un riesame annuale per valutare
l'impatto delle politiche dell'UE, che dovrebbe includere un'analisi della
percezione delle politiche dell'Unione fra i loro principali destinatari in
Siria, in Iraq e nell'insieme della regione al fine di garantire la necessaria
e continua adesione della popolazione locale all'impegno dell'UE. L'Unione
europea deve garantire una comunicazione quanto più efficace possibile del suo
impegno strategico, sia ai cittadini dell'UE - date le ripercussioni della
crisi della Siria e dell'Iraq sull'Unione europea e gli impegni finanziari
assunti - che alla popolazione locale dei due paesi e dell'intera regione. Allegato
SCHEDA
FINANZIARIA LEGISLATIVA
1.
CONTESTO DELLA PROPOSTA / INIZIATIVA
1.1.
Titolo della proposta / iniziativa
Comunicazione
congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e
la politica di sicurezza: "Elementi per una strategia regionale dell'UE
relativa alla Siria e all'Iraq e alla minaccia rappresentata dal Daesh"
1.2.
Settore / settori interessati nella struttura ABM /
ABB[6]
Rubrica
4 – Ruolo mondiale dell'Europa TITOLO
19 — STRUMENTI DI POLITICA ESTERA TITOLO
21 — SVILUPPO E COOPERAZIONE TITOLO
22 — ALLARGAMENTO TITOLO
23 — AIUTI UMANITARI E PROTEZIONE CIVILE
1.3.
Natura della proposta / iniziativa
¨ La proposta /
iniziativa riguarda una nuova azione ¨ La proposta / iniziativa riguarda una
nuova azione a seguito di un progetto pilota / un'azione preparatoria[7]
X La proposta / iniziativa riguarda la
proroga di un'azione esistente ¨ La proposta / iniziativa riguarda un'azione
riorientata verso una nuova azione
1.4.
Obiettivi
1.4.1. Obiettivi
strategici pluriennali della Commissione oggetto della proposta/iniziativa Ruolo
mondiale dell'Europa: Un ruolo più incisivo a livello
mondiale Il Medio Oriente sta attraversando una crisi profonda.
I conflitti in Siria e in Iraq sono al tempo stesso il riflesso e il motore di
questa crisi, che rischia sempre più di destabilizzare i paesi vicini (compresa
la Turchia, paese candidato all'adesione all'UE) e
l'insieme della regione. Queste crisi hanno provocato una catastrofe
umanitaria, che ha colpito più di 13,5 milioni di persone costrette ad
abbandonare la propria casa, e più di 17 milioni di persone necessitanti di
aiuti umanitari (12,2 in Siria e 5,2 in Iraq). Dopo più di quattro anni di violenti
conflitti in Siria, la dichiarata volontà del Daesh di agire come uno Stato
alternativo, ideologicamente radicale, si è rivelata attraente per gli
estremisti sia della regione che al di fuori, in particolare di zone della
Siria e dell'Iraq in cui l'autorità statale è collassata e regna un senso di
emarginazione politica e socio-economica. Nella sua qualità di importante attore della
regione, l'UE deve garantire che userà la sua influenza e i suoi numerosi
strumenti in modo efficace e coerente per proteggere le vite umane, la dignità
umana e i diritti dell'uomo, e per aiutare a risolvere queste crisi in stretta
collaborazione con i partner regionali e internazionali.
L'Unione europea ha inoltre imperative ragioni di suo specifico interesse per
accrescere il suo impegno in Siria, in Iraq e nei paesi vicini. 1.4.2. Obiettivi
specifici e attività ABM / ABB interessate Attività ABM / ABB interessate 19.02
- Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla
pace - Risposta alle crisi,
prevenzione dei conflitti, costruzione della pace e preparazione alle crisi 21.02
– Strumento di cooperazione allo sviluppo 21.03
- Strumento europeo di vicinato (ENI) 21.04
– EIDHR 22.02
- Processo e strategia di allargamento 23.02
- Aiuti umanitari, aiuti alimentari e preparazione alle catastrofi Obiettivi specifici dell'attività ABM – 19.02 In
una situazione di crisi o al delinearsi di una crisi, contribuire rapidamente
alla stabilità attraverso una risposta efficace che
concorra a stabilire o ripristinare le condizioni essenziali per una corretta
attuazione delle politiche e delle azioni esterne dell'Unione a norma
dell'articolo 31 TUE. Obiettivi specifici dell'attività ABM - 21.02 Contribuire
allo sviluppo sostenibile e inclusivo nei paesi e nelle regioni partner e alla
promozione della democrazia, dello Stato di diritto, della buona governance e del rispetto dei diritti dell'uomo, come previsto
nel TUE, con lo scopo primario di eliminare la povertà. Obiettivi specifici dell'attività ABM - 21.03 Promuovere
le misure per l'instaurazione di un clima di fiducia e altre misure a favore
della sicurezza e della prevenzione e risoluzione dei conflitti. Obiettivi specifici dell'attività ABM – 21.04 Rafforzare
il rispetto e l'osservanza dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Obiettivi specifici dell'attività ABM – 22.02 Sostenere
lo sviluppo economico, sociale e territoriale. Obiettivi specifici dell'attività ABM – 23.02 Fornire
aiuti umanitari fondamentali per la sopravvivenza e protezione
internazionale. Tutti questi strumenti prevedono azioni a sostegno degli obiettivi
stabiliti nella comunicazione: Obiettivi
comuni per la Siria, l'Iraq e gli altri paesi coinvolti 1.
Promuovere l'impegno regionale a sostegno della sicurezza
e di una pace duratura 2.
Isolare e sconfiggere il Daesh come forza militare e come
organizzazione terroristica e contrastarne l'influenza ideologica 3.
Evitare il contagio a livello regionale e rafforzare la
sicurezza alle frontiere 4.
Fornire aiuti umanitari fondamentali per la sopravvivenza
e protezione internazionale 5.
Rafforzare le capacità locali di resilienza in Siria, in
Iraq e nei paesi vicini colpiti In
Siria: 1.
Lavorare per una transizione politica 2.
Rafforzare l'opposizione moderata e gli attori della società civile 3.
Erogare i servizi di base e contribuire alla ricostruzione dell'amministrazione
nelle aree di minor violenza 4.
Promuovere i diritti umani / il diritto internazionale umanitario e garantire
la responsabilità 5.
Preparare il futuro In
Iraq: 1.
Aiutare il governo iracheno a concretizzare l'obiettivo dell'inclusività 2.
Sostenere i servizi di base, lo sviluppo economico e la lotta contro la
corruzione 3
Sostenere la costruzione della pace, la riconciliazione nazionale e la
giustizia di transizione
1.5.
Motivazione della proposta / iniziativa
1.5.1. Necessità
nel breve e lungo termine L'UE
deve garantire un finanziamento durevole, prevedibile e commisurato alle
necessità della regione, che sono senza precedenti. 1.5.2. Valore
aggiunto dell'intervento dell'Unione europea L'UE
è già in prima linea nel contesto dell'impegno internazionale per il sostegno
alla popolazione siriana in particolare. La strategia proposta si baserà sulla Strategia
dell'UE in materia di antiterrorismo e combattenti stranieri e sulla
comunicazione congiunta Verso un approccio globale dell'Unione europea alla
crisi siriana, completandole. 1.5.3. Insegnamenti
tratti da esperienze analoghe Diversi
strumenti saranno utilizzati per affrontare la crisi sotto varie angolazioni e
per evitare il suo propagarsi nei paesi vicini, sulla scia della comunicazione
congiunta Verso un approccio globale dell'Unione europea alla crisi siriana.
È fondamentale coordinare la risposta in modo efficace. 1.5.4. Compatibilità
ed eventuale sinergia con altri strumenti pertinenti La
proposta prende in considerazione una combinazione di vari strumenti. Le
attività previste si rafforzano mutualmente e devono quindi essere realizzate,
in ampia misura, in parallelo.
1.6.
Durata e incidenza finanziaria
X Proposta / iniziativa di durata limitata –
X Proposta / iniziativa in vigore nel 2015 e nel 2016 –
X Incidenza finanziaria nel 2015 e nel 2016
1.7.
Modalità di gestione previste[8]
X Gestione diretta a
opera della Commissione –
X a opera dei suoi servizi, compreso il personale delle delegazioni
dell'Unione –
X a opera delle agenzie esecutive X Gestione indiretta con compiti di esecuzione del bilancio affidati: –
X a paesi terzi od organismi da questi designati; –
X a organizzazioni internazionali e rispettive agenzie (specificare) –
¨ alla BEI e al Fondo europeo per gli investimenti –
¨ agli organismi di cui agli articoli 208 e 209 del regolamento
finanziario –
X a organismi di diritto pubblico; –
X a organismi di diritto privato investiti di attribuzioni di servizio
pubblico nella misura in cui presentino sufficienti garanzie finanziarie; –
¨ a organismi di diritto privato di uno Stato membro preposti
all'attuazione di un partenariato pubblico-privato e che presentino sufficienti
garanzie finanziarie; –
¨ alle persone incaricate di attuare azioni specifiche nel settore della
PESC a norma del titolo V del TUE, che devono essere indicate nel pertinente
atto di base. – Se è indicata più di una modalità, fornire
ulteriori informazioni alla voce "Osservazioni". Osservazioni Le modalità di gestione saranno decise conformemente
alle disposizioni degli strumenti pertinenti attraverso le rispettive decisioni
di finanziamento.
2.
MISURE DI GESTIONE
2.1.
Disposizioni in materia di monitoraggio e di
relazioni
Precisare frequenza e
condizioni Saranno
applicate le disposizioni su monitoraggio e relazioni previste dalle x basi
giuridiche pertinenti.
2.2.
Sistema di gestione e di controllo
2.2.1. Rischi
individuati 1)
L'assenza di stabilità politica e amministrativa nei paesi
partner può creare problemi in sede di elaborazione dei programmi, ritardare
l'erogazione dei fondi e nuocere all'efficacia. 2)
La scarsa diffusione delle informazioni può ostacolare la risoluzione di
questioni problematiche connesse alla gestione degli aiuti. 2.2.2. Informazioni
riguardanti il sistema di controllo interno istituito Le
modalità di controllo previste sono conformi alle norme di controllo interno
della Commissione, secondo quanto indicato nei piani di gestione dei servizi
pertinenti. Nel
settore degli aiuti umanitari vige un efficace sistema di controllo basato sul
ricorso a esperti esterni che effettuano valutazioni ex ante dei progetti,
monitoraggio e valutazioni. I progetti umanitari sono soggetti a revisioni
contabili esterne.
2.3.
Misure di prevenzione delle frodi e delle
irregolarità
Precisare le misure di
prevenzione e tutela in vigore o previste La
tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea e la lotta contro le
frodi e le irregolarità costituiscono parte integrante delle pertinenti basi
giuridiche. Il monitoraggio amministrativo degli appalti e dei pagamenti sarà
affidato all'ordinatore competente, mentre per gli aiuti umanitari la
responsabilità ricade sulla sede centrale, con l'assistenza di esperti ECHO sul
campo. Sarà prestata particolare attenzione alla natura delle spese
(ammissibilità delle spese), al rispetto dei bilanci (spesa effettiva) e alla
verifica delle informazioni e della documentazione (prove di spesa).
3.
INCIDENZA FINANZIARIA PREVISTA DELLA PROPOSTA /
INIZIATIVA
3.1.
Rubrica / rubriche del quadro finanziario
pluriennale e linea / linee di bilancio di spesa interessate
· Linee di bilancio esistenti Secondo l'ordine delle
rubriche del quadro finanziario pluriennale e delle linee di bilancio Rubrica del quadro finanziario pluriennale || Linea di bilancio || Natura della spesa || Partecipazione Numero [Denominazione………………………...…………] || Diss. / Non diss.[9] || di paesi EFTA[10] || di paesi candidati[11] || di paesi terzi || ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 2, lettera b), del regolamento finanziario 4 || 23.02.01 HUMA- Aiuti umanitari || Diss. / Non diss. || NO || NO || NO || NO || || || || || ||
3.2.
Incidenza prevista sulle spese
3.2.1. Sintesi
dell'incidenza prevista sulle spese Mio EUR (al terzo decimale) Rubrica del quadro finanziario pluriennale || Numero || Rubrica 4 – Ruolo mondiale dell'Europa DG: ECHO || || || Anno N[12] || Anno N+1 || Anno N+2 || Anno N+3 || Inserire gli anni necessari per evidenziare la durata dell'incidenza (cfr. punto 1.6) || TOTALE Stanziamenti operativi || || || || || || || || 23.02.01 Erogazione rapida ed efficace di aiuti umanitari e alimentari || Impegni || (1) || 50 || || || || || || || 50 Pagamenti || (2) || 50 || || || || || || || 50 Pagamenti || (2a) || || || || || || || || Stanziamenti di natura amministrativa finanziati dalla dotazione di programmi specifici[13] || N / P || || || || || || || TOTALE degli stanziamenti per la DG ECHO || Impegni || =1+1a +3 || 50 || || || || || || || 50 Pagamenti || =2+2a +3 || 50 || || || || || || || 50 TOTALE degli stanziamenti operativi || Impegni || (4) || 50 || || || || || || || 50 Pagamenti || (5) || 50 || || || || || || || 50 TOTALE degli stanziamenti di natura amministrativa finanziati dalla dotazione di programmi specifici || (6) || N / A || || || || || || || TOTALE degli stanziamenti per la RUBRICA 4 del quadro finanziario pluriennale || Impegni || =4+ 6 || 50 || || || || || || || 50 Pagamenti || =5+ 6 || 50 || || || || || || || 50 3.2.2. Incidenza
prevista sugli stanziamenti di natura amministrativa
3.2.1.1.
Sintesi
–
X La proposta / iniziativa non comporta l'utilizzo
di stanziamenti di natura amministrativa
3.2.1.2.
Fabbisogno previsto di risorse umane
–
X La proposta / iniziativa non richiede risorse umani supplementari. 3.2.3. Compatibilità
con il quadro finanziario pluriennale attuale –
X La proposta / iniziativa è compatibile con il quadro finanziario
pluriennale attuale –
X La proposta / iniziativa richiede una riprogrammazione della
pertinente rubrica del quadro finanziario pluriennale. I
fondi aggiuntivi a copertura delle attività individuate nella presente scheda
saranno totalmente finanziati mediante riassegnazione e riprogrammazione delle
dotazioni degli strumenti per l'azione esterna di cui alla rubrica 4 del quadro
finanziario pluriennale. La Commissione proporrà un trasferimento dalla riserva
per gli aiuti d'urgenza alla linea aiuti umanitari nel 2015, e ogni riassegnazione
di impegni necessaria nel 2016 si effettuerà nel quadro della procedura di
bilancio 2016. Le
fonti di finanziamento sono descritte nella tabella in appresso. Pacchetto di misure per due anni (2015-2016)
per la crisi in Siria e nei paesi vicini (Stanziamenti d'impegno) DG || Strumenti finanziari R4 || 2015 milioni di EUR || 2016 milioni di EUR || 2015-2016 milioni di EUR ECHO || HUMA - HIP Siria Iraq || 200 || 200 || 400 NEAR || ENI – Crisi siriana || 72 || 72 || 144 IPA - Turchia || 78 || 78 || 156 DEVCO || DCI || 50 || 50 || 100 FPI || IcSP || 35 || 35 || 70 DEVCO || EIDHR || 7 || 8 || 15 ECFIN || Garanzia di prestiti* || || 65 || 65 EAR || Riserva per gli aiuti d'urgenza * || 50 || || 50 Totale || || 492 || 508 || 1,000 * Questi
stanziamenti saranno proposti per un trasferimento (nel 2015) o per una
riassegnazione (nel progetto di bilancio 2016) agli strumenti pertinenti di
attuazione. 3.2.4. Partecipazione
di terzi al finanziamento –
La proposta / iniziativa non prevede
cofinanziamenti da terzi.
3.3.
Incidenza prevista sulle entrate
–
X La proposta / iniziativa non ha incidenza finanziaria
sulle entrate. [1] Il cosiddetto Stato
islamico d'Iraq e del levante, il cui acronimo in arabo è "Daesh". [2] Comunicazione
JOIN(2013)22 del 24 giugno 2013 "Verso un approccio globale dell'Unione
europea alla crisi siriana"; "Strategia dell'UE in materia di
antiterrorismo e combattenti stranieri" adottata dal Consiglio
"Affari esteri" del 20 ottobre 2014, rif 14451/14. [3] L'accordo di associazione è stato negoziato fra il 1997 e il 2004, è
stato riveduto nel 2008 ma non è mai stato firmato. [4] La coalizione internazionale è stata avviata nel settembre 2014 e ha
il sostegno di 60 paesi, fra cui paesi chiave della regione. L'UE sostiene gli
sforzi della coalizione, compresa l'azione militare conformemente al diritto
internazionale. [5] Si veda in particolare la sentenza "Kadi II" del 18 luglio
2013 (cause riunite C-584/10 P, C-593/10 P e C-595/10P). [6] ABM: activity-based management (gestione per
attività) – ABB: activity-based budgeting (bilancio per attività). [7] A norma dell'articolo 54, paragrafo 2, lettera a) o b),
del regolamento finanziario. [8] Le spiegazioni sulle modalità di gestione e i
riferimenti al regolamento finanziario sono disponibili sul sito BudgWeb: http://www.cc.cec/budg/man/budgmanag/budgmanag_en.html [9] Diss. = stanziamenti dissociati / Non diss. =
stanziamenti non dissociati. [10] EFTA: Associazione europea di libero scambio. [11] Paesi candidati e, se del caso, paesi potenziali candidati
dei Balcani occidentali. [12] L'anno N è l'anno in cui inizia a essere attuata la
proposta / iniziativa. [13] Assistenza tecnica e / o amministrativa e spese di
sostegno all'attuazione di programmi e / o azioni dell'UE (ex linee
"BA"), ricerca indiretta, ricerca diretta.