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Document 52013IP0597

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2013 sui preparativi per la riunione del Consiglio europeo (19-20 dicembre 2013) (2013/2626(RSP))

    GU C 468 del 15.12.2016, p. 173–175 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    15.12.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 468/173


    P7_TA(2013)0597

    Preparazione del Consiglio europeo (19-20 dicembre 2013)

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2013 sui preparativi per la riunione del Consiglio europeo (19-20 dicembre 2013) (2013/2626(RSP))

    (2016/C 468/24)

    Il Parlamento europeo,

    viste le sue risoluzioni del 12 giugno 2013 sul rafforzamento della democrazia europea nell'ambito dell'Unione economica e monetaria (UEM) (1) del futuro, del 23 maggio 2013 sulle future proposte legislative sull'UEM: risposta alle comunicazioni della Commissione (2) e del 21 novembre 2013 sulla comunicazione della Commissione «Potenziare la dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria» (UEM) (3),

    visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che le istituzioni dell'UE e gli Stati membri hanno profuso determinati sforzi per ripristinare la credibilità e la stabilità a livello finanziario, in particolare attraverso l'adozione e l'attuazione di riforme strutturali e l'adozione del nuovo quadro per la governance economica; che detti sforzi devono essere integrati da una reale Unione bancaria;

    B.

    considerando che è necessario un miglior coordinamento delle politiche economiche per promuovere la competitività, la sostenibilità e la creazione di posti di lavoro nell'UE;

    C.

    considerando che il «metodo comunitario» rappresenta l'approccio corretto per far fronte alle sfide che l'UE e la sua moneta si trovano ad affrontare;

    D.

    considerando che tutte le decisioni dovrebbero essere basate sul controllo parlamentare e sulla rendicontabilità al livello in cui sono adottate;

    E.

    considerando che nell'ambito della politica in questione sono fondamentali il pieno rispetto e la rigorosa applicazione del diritto dell'UE;

    F.

    considerando che, in un contesto geostrategico instabile e in rapida evoluzione, caratterizzato dall'emergere di sfide in termini di sicurezza, dal riorientamento della politica statunitense verso la regione dell'Asia e del Pacifico e dalle conseguenze della crisi finanziaria, è necessario che l'Unione si assuma le proprie responsabilità quale credibile garante della sicurezza dotato di una vera autonomia strategica, in particolare nei paesi vicini, con l'effetto di rafforzare la propria stessa sicurezza;

    G.

    considerando che accelerare il coordinamento della cooperazione in materia di difesa è l'unico modo mediante il quale i capi di Stato e di governo possono far fronte a tali tendenze geopolitiche e alla riduzione disorganizzata della spesa in materia di difesa;

    Unione bancaria

    1.

    insiste sul fatto che il «metodo comunitario» rappresenta l'approccio corretto per affrontare le sfide che l'UE e la sua moneta si trovano ad affrontare, anche per quanto concerne la regolamentazione dei servizi finanziari e dell'unione bancaria;

    2.

    ricorda al Consiglio europeo l'impegno politico assunto in relazione al raggiungimento di un accordo sul meccanismo di risoluzione unico entro la fine dell'attuale legislatura; invita il Consiglio europeo a chiedere nuovamente al Consiglio dei ministri di portare a termine con successo i negoziati sulla direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi e sul quadro per il risanamento e la risoluzione delle crisi prima della fine del 2013;

    Approfondimento dell'UEM

    3.

    invita il Consiglio europeo a impegnarsi politicamente in relazione ai preparativi sul piano legislativo, sulla base dei trattati, per un miglior coordinamento delle politiche economiche; si attende che il Parlamento e le altre istituzioni dell'UE si accordino sulle caratteristiche principali di tale migliore coordinamento delle politiche economiche prima della fine dell'attuale legislatura;

    4.

    chiede che, sulla base del citato miglior coordinamento delle politiche economiche, sia adottato secondo la procedura legislativa ordinaria un atto giuridico contenente «orientamenti di convergenza» che introduca, per un determinato periodo, un numero molto limitato di obiettivi riguardanti le misure di riforma più urgenti;

    5.

    ribadisce la sua richiesta agli Stati membri di garantire che i programmi di riforma nazionali, i quali dovrebbero essere definiti in base ai suddetti orientamenti di convergenza e verificati dalla Commissione, siano discussi e approvati dai rispettivi parlamenti nazionali; ritiene che si tratti di un aspetto essenziale per rafforzare la titolarità e la responsabilità democratica nell'ambito dell'intero processo;

    6.

    ritiene opportuno che gli Stati membri si impegnino ad attuare appieno i rispettivi programmi di riforma nazionali quali risultanti dalla verifica; propone che, su tale base, gli Stati membri possano eventualmente stringere un «partenariato di convergenza» con le istituzioni dell'UE con possibilità di ottenere finanziamenti subordinati a determinate condizioni per la realizzazione di attività di riforma;

    7.

    ribadisce che una più solida cooperazione economica dovrebbe andare di pari passo con un meccanismo di incentivi; ritiene che qualunque finanziamento o strumento aggiuntivo, quale ad esempio un meccanismo di solidarietà, debba formare parte integrante del bilancio dell'UE ma che non debba rientrare nei massimali concordati per il quadro finanziario pluriennale (QFP);

    8.

    ricorda la necessità di integrare il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nel diritto dell'UE al più tardi entro il 1o gennaio 2018, sulla base di una valutazione dell'esperienza maturata in sede attuazione, così come previsto all'articolo 16 del trattato stesso;

    9.

    ricorda la sua fondamentale posizione secondo cui un'UEM rafforzata non dovrebbe dividere l'UE ma al contrario comportare una più profonda integrazione e una governance più solida, aperte su base volontaria a tutti gli Stati membri non appartenenti all'area dell'euro;

    10.

    invita il Consiglio europeo a rispettare pienamente l'articolo 15, paragrafo 1, del trattato sull'Unione europea;

    Politica di difesa

    11.

    ritiene che, in un contesto geostrategico instabile e in rapida evoluzione, caratterizzato dall'emergere di sfide in termini di sicurezza, dal riorientamento della politica statunitense verso la regione dell'Asia e del Pacifico e dalle conseguenze della crisi finanziaria, sia necessario che l'Unione, senza duplicare le attività esistenti nel quadro della NATO, si assuma le proprie responsabilità quale attore politico globale e credibile garante della sicurezza, in particolare nei paesi vicini, dotato di una vera autonomia strategica, allo scopo di promuovere la pace e la sicurezza internazionale, di tutelare i suoi interessi nel mondo e di garantire la sicurezza dei suoi cittadini; sottolinea, a tale riguardo, la necessità che l'UE sia coerente nelle sue politiche e si assuma le responsabilità citate in modo più rapido ed efficiente;

    12.

    osserva che l'Unione deve attualmente far fronte a vincoli finanziari significativi e che gli Stati membri, per ragioni tanto finanziarie e di bilancio quanto politiche, legate o meno alla crisi che interessa l'area dell'euro, sono in una fase di riduzione disorganizzata del livello di spesa in materia di difesa; sottolinea i potenziali effetti negativi di tali misure sulle loro capacità militari e, pertanto, sulla capacità dell'Unione di assumere efficacemente le proprie responsabilità nei settori del mantenimento della pace, della prevenzione dei conflitti e del rafforzamento della sicurezza internazionale;

    13.

    è del parere che, al fine di affrontare le questioni di cui sopra, i capi di Stato e di governo dell'Unione debbano cogliere l'opportunità offerta dal Consiglio di dicembre 2013 per assumere una chiara posizione a favore di un sistema di difesa europeo più forte;

    14.

    accoglie favorevolmente, in tale contesto, la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2013 dal titolo «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente» (COM(2013)0542) e la relazione finale del 15 ottobre 2013 del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/capo dell'Agenzia europea per la difesa;

    15.

    invita il Consiglio europeo ad attuare i suggerimenti indicati nelle relazioni del Parlamento per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza comune, la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB);

    16.

    ritiene che gli Stati membri debbano innanzitutto impegnarsi a superare le carenze operative della PSDC garantendo il loro sostegno tanto alle missioni civili quanto alle operazioni militari, in particolare mediante il loro contributo di capacità;

    17.

    sottolinea il fatto che il trattato di Lisbona ha introdotto diversi nuovi strumenti relativi alla PSDC cui non è ancora stata data concreta attuazione; sottolinea a tale riguardo la necessità di attuare dette disposizioni al fine di rafforzare ulteriormente la PSDC e invita il Consiglio ad avvalersi pienamente degli strumenti menzionati, quali ad esempio la cooperazione strutturata permanente tra Stati membri (articolo 46, paragrafo 6, del TUE), il fondo iniziale (articolo 41, paragrafo 3, del TUE) e la possibilità di affidare missioni o operazioni nell'ambito della PSDC a un determinato gruppo di Stati membri (articolo 42, paragrafo 5, e articolo 44, paragrafo 1, del TUE);

    18.

    sottolinea l'importanza di lanciare un processo di riflessione strategica al fine di definire gli obiettivi e le priorità dell'Unione e di stabilire una tabella di marcia, dotata di un calendario, per approfondire la cooperazione in materia di difesa (con un libro bianco che serva da quadro per riflettere sui processi nazionali);

    19.

    invita il Consiglio a impegnarsi a favore di una cooperazione rafforzata nel settore degli armamenti, in particolare conferendo all'Agenzia europea per la difesa i poteri necessari a svolgere pienamente il suo ruolo nel promuovere il coordinamento, sorvegliare gli impegni, dare priorità agli investimenti nelle tecnologie (anche in termini di facilitatori strategici quali rifornimento in volo, comunicazioni via satellite, trasporto aereo strategico, aerei a pilotaggio remoto, difesa informatica e cielo unico europeo), raggiungendo un accordo su un più ampio ricorso alle coalizioni dei gruppi principali e volontari nonché trovando una soluzione praticabile per il ricorso ai gruppi tattici;

    20.

    invita gli Stati membri a garantire il loro sostegno a favore di una solida EDTIB che possa far fronte alla frammentazione e valorizzare la creatività e la forza delle industrie europee mediante un più stretto coordinamento della pianificazione dei bilanci nazionali per la difesa (potenzialmente mediante l'istituzione di un «semestre europeo» per le questioni di difesa) e un più incisivo coordinamento a livello di industria (armonizzazione delle norme e certificazione delle attrezzature di difesa); invita a fornire ulteriori incentivi e sostegno all'industria della difesa, e a impegnarsi a favore dello sviluppo delle tecnologie e dei sistemi chiave in materia di difesa (incentivi fiscali, sostegno finanziario a ricerca e sviluppo, istituzionalizzazione delle sinergie tra capacità civili e militari);

    21.

    invita gli Stati membri ad approfondire sensibilmente la cooperazione e il coordinamento tra loro sugli aspetti della difesa rilevanti ai fini di un'efficace PSDC; chiede agli Stati membri di mostrarsi molto più ambiziosi in relazione al processo di messa in comune e condivisione;

    22.

    sottolinea che la forza dell'Unione rispetto ad altre organizzazioni risiede proprio nelle sue potenzialità uniche di mobilitare l'ampio ventaglio di strumenti politici, economici, umanitari e per lo sviluppo, a sostegno delle sue missioni e operazioni civili e militari di gestione delle crisi sotto un'unica autorità politica, vale a dire il VP/AR, e che questo approccio globale, sia mediante il suo «potere di persuasione» (soft power) sia, se necessario, mediante azioni più incisive, le conferisce una flessibilità e un'efficacia uniche e ampiamente apprezzate;

    23.

    sostiene la creazione di un Consiglio dei ministri della Difesa al fine di assicurare alle questioni relative alla difesa il peso che meritano;

    24.

    esorta i capi di Stato e di governo, alla luce dell'importanza strategica della difesa europea e della portata delle sfide che l'Unione si trova ad affrontare, a procedere, nel dicembre 2015, a un esame dei progressi realizzati nell'attuazione delle conclusioni del Consiglio di dicembre 2013 sulla base di una relazione in materia a cura del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza;

    25.

    è profondamente preoccupato per la situazione politica in Ucraina all'indomani del vertice di Vilnius; invita il Consiglio europeo ad affrontare il problema;

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    26.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo e alla Commissione.


    (1)  Testi approvati, P7_TA(2013)0269.

    (2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0222.

    (3)  Testi approvati, P7_TA(2013)0515.


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