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Document 52012AR1186

    Parere del Comitato delle regioni «Il ruolo delle autorità locali e regionali nel promuovere la crescita e rafforzare la creazione di posti di lavoro»

    GU C 62 del 2.3.2013, p. 70–76 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    2.3.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 62/70


    Parere del Comitato delle regioni «Il ruolo delle autorità locali e regionali nel promuovere la crescita e rafforzare la creazione di posti di lavoro»

    2013/C 62/14

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    ricorda alla Commissione europea che le autorità locali e regionali sono spesso responsabili di una larga parte dell'implementazione delle politiche riguardanti l'occupazione, l'educazione e la formazione. Per questo la dimensione territoriale di queste politiche è di vitale importanza, e si rammarica che la comunicazione della Commissione europea non contenga uno specifico riferimento alle competenze delle regioni e delle autorità locali;

    accoglie con favore le misure indirizzate contenute nel "Patto per la crescita e l'occupazione". Insiste sul collegamento tra tale Patto e i programmi di promozione della crescita previsti dal quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, a cominciare dalla rubrica 1 "Crescita sostenibile";

    incoraggia gli Stati membri a tener conto delle indicazioni della Commissione europea nei loro piani nazionali di riforma, con particolare attenzione alla tematica della flessicurezza, vera sfida per il mercato del lavoro europeo;

    considera importante incentivare forme di auto-impiego e auto imprenditorialità, con particolare attenzione alle start-up giovanili. Questo potrà permettere di utilizzare risorse altrimenti spese in modo improduttivo (costi di pre-pensionamento o sussidi di disoccupazione) con una maggiore efficienza;

    propone di coinvolgere maggiormente le regioni e gli enti locali nella definizione delle politiche di incentivazione del "lavoro verde" all'interno dei piani nazionali per l'occupazione;

    giudica positivamente la proposta di migliorare EURES, anche introducendo un servizio Match and Map che aiuti ad avere una chiara visualizzazione geografica delle proposte. A tale proposito ricorda il ruolo nazionale e regionale delle Borse lavoro e ne suggerisce una maggiore integrazione con la rete Enterprise Europe Network (EEN), le regioni e le camere di commercio.

    Relatrice

    Marialuisa COPPOLA (IT/PPE), consigliere regionale - assessore, regione Veneto

    Testo di riferimento

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Verso una ripresa fonte di occupazione

    COM(2012) 173 final

    Parere del Comitato delle regioni - Il ruolo delle autorità locali e regionali nel promuovere la crescita e rafforzare la creazione di posti di lavoro

    I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    1.

    accoglie con favore la comunicazione della Commissione europea Verso una ripresa fonte di occupazione ricordando che la piena occupazione e la coesione sociale sono obiettivi sanciti dal TFUE e che essi vanno perseguiti nel rispetto del principio di proporzionalità e sussidiarietà (artt. 3, 4, 5, 6 e 9 del TFUE); considera la comunicazione un atto politico al quale sarebbe opportuno facessero seguito iniziative legislative concrete da parte degli Stati membri e delle autorità locali e regionali;

    2.

    osserva che la Commissione insiste sulla necessità di riforme strutturali a livello di Stati membri, sostanzialmente allo scopo di liberalizzare i mercati dei servizi e del lavoro; è d'accordo sul fatto che queste riforme siano necessarie, ma avrebbe auspicato proposte più concrete relative a misure per promuovere l'occupazione nell'economia verde;

    3.

    rinnova la richiesta rivolta alla Commissione di integrare in tutte le sue proposte - e in particolare in quelle per dare attuazione alla sua comunicazione Verso una ripresa fonte di occupazione - l'articolo 9 del TFUE sulla promozione di un elevato livello di occupazione, la garanzia di un'adeguata protezione sociale e la lotta contro l'esclusione sociale;

    4.

    appoggia fortemente la strategia Europa 2020 e i suoi strumenti (come i programmi nazionali di riforma) e sostiene l'impegno a raggiungerne gli obiettivi occupazionali, invitando gli Stati membri a proseguire sul percorso di crescita e innovazione da essa definito;

    5.

    nondimeno, constata con preoccupazione che in questi anni il divario economico e sociale tra gli Stati membri (e tra le diverse regioni) invece di ridursi si sta allargando;

    6.

    sottolinea che, per raggiungere gli obiettivi delineati nella Strategia europea per l'occupazione, è auspicabile tenere conto della dimensione territoriale permettendo agli Stati membri e alle autorità regionali e locali di mantenere una flessibilità sufficiente per definire le proprie priorità e per elaborare le risposte politiche adeguate. Un contributo importante può anche venire da un corretto utilizzo dei fondi della politica di coesione. A tale fine un approccio di governance multilivello, rispettosa del principio di sussidiarietà, soprattutto nella stesura dei programmi nazionali di riforma, è sicuramente la prospettiva più adeguata per rispondere alle esigenze locali e per raggiungere più efficacemente gli obiettivi occupazionali;

    7.

    ritiene che le sfide attuali e future per l'occupazione siano rappresentate non solo dalla disoccupazione giovanile ma anche dalla disoccupazione degli over 55, dei disabili e degli immigrati, dalla disoccupazione femminile e dall'aumento dei disoccupati di lungo termine. Per questo invita la Commissione europea e gli Stati membri a prestare particolare attenzione a tali categorie, che costituiscono un capitale umano di valore ed esperienza;

    8.

    ricorda alla Commissione europea che le autorità locali e regionali sono spesso responsabili di una larga parte dell'implementazione delle politiche riguardanti l'occupazione, l'educazione e la formazione. Per questo la dimensione territoriale di queste politiche è di vitale importanza, e si rammarica che la comunicazione della Commissione europea non contenga uno specifico riferimento alle competenze delle regioni e delle autorità locali;

    9.

    invita la Commissione europea e gli Stati membri a mettere in atto le misure necessarie per combattere e sradicare la pratica dannosa del dumping sociale e del lavoro irregolare, anche legato a forme di sfruttamento dell'immigrazione clandestina;

    10.

    esorta la Commissione europea a favorire la competitività dell'industria e dei servizi europei, rafforzando la governance economica dell'Unione, per evitare il ritorno a politiche protezionistiche.

    Il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012, "Patto per la crescita e l'occupazione"

    11.

    si compiace che i temi relativi alla crescita e all'occupazione siano stati centrali nel corso del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012 e che nel corso del vertice si sia riconosciuta la necessità di attivare strumenti e politiche a ogni livello di governo nell'Unione europea, per creare posti di lavoro e crescita;

    12.

    sottolinea che il consolidamento dei bilanci degli Stati membri non è fine a se stesso. Le autorità locali e regionali devono essere chiamate a contribuire in modo equilibrato, nel rispetto del principio di proporzionalità e senza compromettere la loro crescita economica e la coesione territoriale e sociale;

    13.

    accoglie con favore, in generale, le misure indirizzate agli Stati membri e le misure a livello di Unione europea contenute nel "Patto per la crescita e l'occupazione". Insiste sul collegamento tra tale Patto e i programmi di promozione della crescita previsti dal quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, a cominciare dalla rubrica 1 "Crescita sostenibile". Gli Stati che hanno aderito al Patto devono ora adottare una posizione coerente nell'ambito dei negoziati sul QFP. Per quanto riguarda le misure europee concordate dalle conclusioni del Consiglio, il Comitato delle regioni pone l'accento in particolare sulla necessità di rafforzare il mercato unico, ridurre la complessità normativa, mobilitare la BEI e iniziare rapidamente la "fase pilota dell'iniziativa sui prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti" per finanziare misure rapide a favore della crescita. È fondamentale evitare che si verifichino distorsioni della concorrenza nella fase pilota e che i progetti non siano remunerativi sul piano commerciale. Lo strumento non dovrebbe sostituire il capitale proveniente dagli Stati membri, dagli enti regionali e locali o il capitale privato. La decisione di portare avanti il progetto dopo la fase pilota andrebbe presa soltanto dopo una valutazione indipendente. In questo tipo di valutazioni è importante stabilire se i progetti selezionati abbiano creato un valore aggiunto per l'Unione europea;

    14.

    richiama, a proposito dell'introduzione dell'iniziativa sui prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti con l'obiettivo di finanziare le infrastrutture strategiche, l'opinione già espressa sul "Meccanismo per collegare l'Europa" (1) raccomandando l'inclusione delle autorità locali e regionali nei progetti TEN, al fine di massimizzare i benefici per i cittadini;

    15.

    si rammarica, tuttavia, che le conclusioni del Consiglio non vengano poi seguite da rapide azioni da parte di tutti gli Stati membri e non siano state maggiormente incisive promuovendo ulteriori misure in favore della crescita.

    Sostenere la creazione di posti di lavoro

    16.

    apprezza le proposte della Commissione europea per sostenere la creazione di posti di lavoro, in particolare in merito alla riduzione del carico fiscale per le imprese senza incidere sul budget, ma diminuendo il cuneo fiscale a favore di altre forme di entrate (ad es. tasse ambientali);

    17.

    ricorda l'importanza, in particolare alla luce della crisi economica, di concentrare gli sforzi non solo per creare nuovi posti di lavoro e promuovere i cambiamenti strutturali, ma soprattutto al fine di mantenere quelli esistenti;

    18.

    propone un migliore utilizzo, coordinamento e interoperabilità degli strumenti disponibili a livello europeo, nazionale, regionale e camerale (in particolare invitando a utilizzare non solo l'FSE ma anche il FESR) per sostenere il lavoro autonomo, le imprese sociali, l'alternanza formazione-lavoro e la creazione di nuove imprese. Un maggiore coordinamento farà sì che gli strumenti possano essere impiegati in modo più efficace;

    19.

    ritiene che un'agenda europea per la crescita che promuova impieghi duraturi e di qualità debba basarsi sull'ambizione di mettere in campo un'autentica strategia di rinnovamento industriale in Europa, che preveda il coinvolgimento attivo delle autorità pubbliche a tutti i livelli, nonché una forte politica industriale che favorisca la competitività delle PMI (che costituiscono la spina dorsale e la storia culturale e produttiva dell'economia europea) e del settore dei servizi. Il presupposto per una simile strategia di rinnovamento industriale è che la Commissione europea sfrutti appieno le potenzialità del Trattato di Lisbona in materia di politica industriale cogliendo l'opportunità di "prendere ogni iniziativa utile a promuovere il coordinamento [tra Stati membri in materia di politica industriale], in particolare iniziative finalizzate alla definizione di orientamenti e indicatori, all'organizzazione di scambi di migliori pratiche e alla preparazione di elementi necessari per il controllo e la valutazione periodici" (art. 173 TFUE). La strategia di rinnovamento industriale, che dovrebbe essere messa a punto al termine della revisione intermedia dell'iniziativa faro Una politica industriale per l'era della globalizzazione, dovrebbe vertere in particolare su un accesso più agevole al credito, la riduzione degli oneri amministrativi e la creazione di un clima migliore per l'imprenditorialità; su quest'ultimo punto il Comitato delle regioni offre il proprio modesto contributo organizzando, in collaborazione con la Commissione europea, il concorso "Regione imprenditoriale europea" (EER) con lo scopo di promuovere strategie imprenditoriali concrete e proiettate al futuro. Il CdR sottolinea anche l'importanza di un settore pubblico funzionale ed efficace, che costituisce un elemento essenziale per la crescita economica;

    20.

    ritiene che l'elemento chiave per la competitività delle imprese europee risieda nell'aumento della produttività attraverso l'efficienza di una gestione sostenibile delle risorse e anche attraverso la formazione di lungo termine, l'innovazione e la condivisione delle responsabilità; considera quindi importante valorizzare l'esperienza delle imprese attive nel campo della sostenibilità e riconoscibili anche attraverso l'uso delle certificazioni europee;

    21.

    sottolinea che, a proposito di valorizzazione della qualità della produzione europea, potrebbe avere effetti positivi sulle aziende anche l'introduzione di un marchio di origine UE, in aggiunta a quelli di origine e qualità utilizzati a livello nazionale, con le relative ricadute positive in termini di occupazione;

    22.

    rimanda al parere del CdR sul "Pacchetto Imprese responsabili" (relativo alle comunicazioni della Commissione europea COM(2011) 681 e 685 final), sottolineando come un atteggiamento di sostenibilità sociale e ambientale possa avere effetti positivi in termini di competitività di impresa, gestione del rischio, contenimento dei costi, relazioni durevoli con i clienti e capacità di innovazione;

    23.

    si esprime a favore delle misure volte a favorire la creazione di posti di lavoro nelle attività legate alla sostenibilità ambientale, alle professioni sanitarie e alle TIC (come anche evidenziato dalle conclusioni dell'Ufficio di presidenza del CdR del 22 e 23 marzo 2012); è importante, tra l'altro, ricordare che il mercato del lavoro europeo è ancora composto fortemente da lavoratori impiegati nei settori industriali e manifatturieri che hanno contribuito a fare la storia dello sviluppo europeo. Di conseguenza, chiede di valutare maggiormente questi posti di lavoro proponendo degli strumenti per la riqualificazione del capitale umano;

    24.

    ricorda che la transizione verso un'economia sostenibile e con basse emissioni porterà a una necessaria ristrutturazione dell'attuale mercato del lavoro che dovrà essere sostenuta, sotto tutti gli aspetti, da adeguate misure incentivanti;

    25.

    condivide la proposta di prorogare lo strumento Progress di micro finanza, poiché permette di finanziare piccole somme per funzioni socialmente utili e meritevoli;

    26.

    appoggia la proposta della Commissione europea di mantenere attivo il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), dato il permanere di una situazione di crisi e incertezza per le imprese europee. Attende, tuttavia, di avere maggiore chiarezza sul futuro del programma, augurando che le nuove procedure per l'attivazione del fondo risultino più snelle, rapide e certe.

    Ristabilire la dinamica dei mercati del lavoro

    27.

    incoraggia gli Stati membri a tener conto delle indicazioni della Commissione europea nei loro piani nazionali di riforma, con particolare attenzione alla tematica della flessicurezza, vera sfida per il mercato del lavoro europeo. Una politica che tenga conto della necessità di flessibilità lavorativa, ma che allo stesso tempo tuteli i cittadini, dovrà essere necessariamente concertata con le regioni e gli enti locali; deplora inoltre che, nonostante l'impegno politico assunto al Consiglio europeo di primavera del 2012 e gli orientamenti delineati dalla Commissione nella comunicazione, non tutti gli Stati membri abbiano presentato, nel quadro dei rispettivi programmi nazionali di riforma per il 2012, un piano nazionale per l'occupazione in cui figuri un ventaglio completo di misure per incentivare la creazione di posti di lavoro, in particolare di lavori "verdi";

    28.

    esprime preoccupazione per il livello di inoccupazione e disoccupazione giovanile nell'Unione europea e invita la Commissione europea e gli Stati membri a prendere tutte le misure necessarie per assicurare ai giovani un lavoro, qualificato e qualificante, che li renda economicamente indipendenti e stabili;

    29.

    prende atto che alcuni paesi più di altri hanno livelli critici di disoccupazione giovanile e pertanto invita la Commissione europea a seguire con particolare attenzione queste situazioni, anche prevedendo un maggiore controllo dei programmi attivati, proseguendo rapidamente nell'obiettivo di proposta di raccomandazione del Consiglio sugli strumenti di garanzia per i giovani;

    30.

    riconosce che in alcuni Stati membri esistono situazioni di abuso da parte dei datori di lavoro dello strumento del tirocinio e accoglie con favore la proposta di introdurre un quadro di qualità per i tirocini; raccomanda però di non creare rigidità eccessive che porterebbero con sé il rischio del mancato utilizzo dello strumento del tirocinio da parte delle imprese;

    31.

    invita gli Stati membri a fare in modo che entro il 2013 tutti i tirocinanti, attraverso la stipula di un contratto di tirocinio, possano avere una tutela adeguata e le informazioni necessarie sui propri diritti e doveri e su quelli del datore di lavoro;

    32.

    osserva che è necessario offrire buone possibilità di tirocini per gli studenti universitari nell'Unione europea, perché questo consente di avvicinarli al mondo del lavoro. Infatti, è fondamentale creare un ponte tra il mondo accademico e quello lavorativo, e ciò potrebbe avvenire anche con l'ausilio di programmi come il LLP o l'Erasmus per giovani imprenditori. In particolare quest'ultimo si sta rivelando uno strumento efficace per stimolare l'imprenditorialità, un valore importante per l'uscita dalla crisi;

    33.

    auspica che gli enti regionali possano avere un ruolo importante come ponte tra il mondo della formazione e il mondo produttivo, promuovendo accordi che comportino il riconoscimento da parte delle università delle attività svolte direttamente presso imprese, amministrazioni pubbliche o soggetti del terzo settore durante il percorso formativo. Questo può avvenire grazie ad accordi tra l'ufficio scolastico regionale o locale, le parti sociali, le rappresentanze delle imprese e l'Università;

    34.

    constata che, allo stato attuale, il tirocinio rappresenta per i giovani una delle principali forme di ingresso nel mercato del lavoro; tuttavia, rileva che nella pratica non sono isolati i casi in cui i giovani vengono rimbalzati da un tirocinio all'altro senza la possibilità di ottenere un vero contratto di lavoro che dia loro le dovute garanzie. Si rammarica, quindi, che tra le proposte della Commissione europea non ci sia un'indicazione per gli Stati membri su come regolamentare e superare nel modo migliore questa situazione tramite idonee politiche del lavoro, possibili misure di incentivazione fiscale e altre misure adeguate;

    35.

    ricorda che i giovani sono una risorsa fondamentale per la loro innata capacità di innovazione e di aggregazione e che dovrebbero essere considerati dalle aziende, organizzazioni o enti pubblici come tali. Il valore aggiunto di un tirocinio risiede là dove il tirocinante formato diventa una risorsa attiva per l'azienda, organizzazione o ente pubblico che ha quindi interesse a continuare a lavorare con lui;

    36.

    nutre la speranza che in un futuro non lontano gli Stati europei adegueranno il sistema d'istruzione alle condizioni e alla realtà in mutamento del mercato del lavoro globale. Il principale indicatore per la valutazione della formazione - il tasso di scolarizzazione - non svolge debitamente il suo ruolo. Il Comitato incoraggia pertanto a ricercare nuovi e più efficaci metodi di valutazione della politica dell'istruzione. È opportuno definire a monte gli obiettivi dell'istruzione superiore e adeguare il sistema di misurazione, controllo e finanziamento alle esigenze del mercato;

    37.

    concorda sul fatto che esiste una carenza di competenze adeguate alle esigenze del futuro mercato del lavoro e, quindi, valuta positivamente la proposta di una panoramica europea delle competenze che deve portare, nel più breve tempo possibile, ad una fase di completo riconoscimento delle qualifiche e delle competenze, passo necessario per garantire un vero mercato unico del lavoro nell'Unione europea;

    38.

    sottolinea che il futuro passaporto europeo delle competenze lavorative non dovrà essere uno strumento di riconoscimento di standard "al ribasso", ma dovrà permettere una reale valorizzazione delle abilità pratiche (manifatturiere, artigianali, ecc.) che rappresentano le eccellenze dei nostri territori e che, quindi, premi finalmente la meritocrazia;

    39.

    riconosce l'attuale carenza di interazione tra il mondo dell'istruzione e quello del lavoro, per questo propone di favorire l'alternanza scuola-lavoro grazie ai già citati tirocini, ma anche attraverso programmi di formazione, nelle scuole e nelle università, effettuati direttamente da esponenti attivi del mondo del lavoro;

    40.

    propone di creare programmi di scambio specifici tra funzionari della pubblica amministrazione e imprese per colmare il gap tra funzione pubblica e necessità imprenditoriali, permettendo la reciproca conoscenza e l'apprendimento di buone pratiche;

    41.

    suggerisce, inoltre, di favorire la formazione continua (grazie ad appositi programmi cofinanziati con i fondi europei) dei lavoratori;

    42.

    si considera importante incentivare forme di auto-impiego e auto imprenditorialità, con particolare attenzione alle start-up giovanili. Questo potrà permettere di utilizzare risorse altrimenti spese in modo improduttivo (costi di pre-pensionamento o sussidi di disoccupazione) con una maggiore efficienza;

    43.

    condivide la necessità di favorire misure che possano portare ad un mercato europeo del lavoro, facilitando la mobilità dei cittadini e dei lavoratori dell'Unione europea grazie all'eliminazione degli ostacoli fiscali, l'esportazione dell'indennità di disoccupazione e la trasferibilità dei diritti alla pensione;

    44.

    è convinto che il rispetto degli obblighi e la difesa dei diritti dei lavoratori mobili debbano continuare ad essere tra le priorità dell'UE, per favorire una corretta mobilità nel mercato interno. In quest'ottica il servizio di assistenza Solvit potrebbe essere integrato tra i servizi della rete Enterprise Europe Network (EEN), in modo da avvicinare datori di lavoro e dipendenti verso un servizio che rappresenti un punto di riferimento integrato sulle tematiche europee;

    45.

    giudica positivamente la proposta di migliorare EURES, anche introducendo un servizio Match and Map che aiuti ad avere una chiara visualizzazione geografica delle proposte. A tale proposito ricorda il ruolo nazionale e regionale delle Borse lavoro e ne suggerisce una maggiore integrazione con la rete Enterprise Europe Network (EEN), le regioni e le camere di commercio (che hanno il vantaggio di essere ben collegate al mondo dell'impresa e di conoscerne necessità e criticità);

    46.

    per evitare duplicazioni invita la Commissione europea a mappare le indagini esistenti che mettano assieme domanda e offerta nei mercati di lavoro nazionali. Uno scambio e coordinamento di questi dati potrebbe essere fondamentale per una buona mobilità interna all'UE. In quest'ottica si segnala l'indagine Excelsior condotta dal sistema camerale italiano;

    47.

    accoglie con favore l'apertura di una consultazione entro la fine del 2012 sul tema della migrazione economica e suggerisce di studiare con particolare attenzione il tema della migrazione circolare, favorendo un'armonizzazione delle norme nazionali.

    Migliorare la governance dell'Unione

    48.

    vede con favore un maggiore coordinamento della governance europea, insistendo sul ruolo essenziale delle regioni e degli enti locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà;

    49.

    condivide la proposta di presentare annualmente una pubblicazione contenente benchmark su indicatori di impiego: tale sistema dovrebbe rappresentare non solo i mercati del lavoro nazionali ma anche quelli delle regioni fino al livello NUTS2, per permettere soluzioni che meglio rispecchino le diverse realtà;

    50.

    esprime la speranza che il futuro Sistema europeo dei conti (SEC2010) possa arrivare a raccogliere un maggior numero di statistiche regionali a livello NUTS2, al fine di mettere a disposizione indicatori concreti per migliorare la governance dell'Unione europea e per responsabilizzare i livelli di governo;

    51.

    condivide la necessità di introdurre forme di monitoraggio dei progressi realizzati nell'attuazione dei piani nazionali per l'occupazione, purché esse non siano accompagnate da possibili sanzioni con ricadute regionali e locali.

    Allegato - Serie di interventi chiave in materia di occupazione per l'economia verde

    52.

    ritiene indispensabile arrivare ad una definizione univoca di "posti di lavoro verdi", ovvero posti di lavoro ecocompatibili e sostenibili. Per ottenere questo è necessario sviluppare degli indicatori che devono rappresentare l'unico riferimento europeo per la misurazione;

    53.

    propone di coinvolgere maggiormente le regioni e gli enti locali nella definizione delle politiche di incentivazione del "lavoro verde" all'interno dei piani nazionali per l'occupazione;

    54.

    suggerisce di valutare la possibilità di sviluppare il concetto di "metadistretto" dell'ambiente per lo sviluppo sostenibile (ovvero un concetto di cluster non vincolato alla vicinanza fisica delle aziende, ma che grazie alle nuove tecnologie può comunque permettere la cooperazione e al tempo stesso la competizione alla base del successo dei distretti industriali), in modo da fornire una base istituzionale e un riconoscimento per le attività economiche green;

    55.

    ritiene necessario che tutti gli strumenti messi in campo (a livello europeo, nazionale e regionale) per fornire le necessarie informazioni sulle future competenze green richieste dal mercato siano tra loro coordinati e complementari, al fine di evitare inutili sprechi di risorse e duplicazioni;

    56.

    esprime apprezzamento per l'attività di informazione e disseminazione portata avanti da programmi come Intelligent Energy Europe;

    57.

    valuta in modo molto positivo la cooperazione con la BEI e in particolare si suggerisce di rafforzare il programma ELENA, per aiutare le regioni e gli enti locali a mobilitare le risorse finanziarie necessarie per i programmi dedicati all'energia sostenibile e alle fonti rinnovabili;

    58.

    esprime totale accordo sul fatto che i fondi FSE e FESR debbano essere i principali strumenti per favorire lo sviluppo di nuove competenze e per favorire lo sviluppo e l'occupazione;

    59.

    ritiene, nondimeno, che debba essere favorito un utilizzo innovativo di questi fondi, promuovendo una formazione che prenda in considerazione anche la mobilità internazionale affinché possa essere effettuata laddove vi sono riconosciute migliori pratiche in materia di sostenibilità ambientale;

    60.

    sebbene ritenga interessante la proposta di promuovere investimenti green nel quadro dello strumento Progress microfinanza, non capisce la necessità di promuovere un "forum delle parti";

    61.

    propone, invece, di fare in modo che gli intermediari finanziari che operano nel quadro del programma Progress siano economicamente incentivati a favorire i progetti eco-compatibili;

    62.

    riconosce l'importanza dei partenariati come strumento di concreta applicazione del principio di governance multilivello e ne incoraggia l'utilizzo;

    63.

    ritiene importante favorire un coordinamento strategico ad ampio livello tra i servizi per l'impiego, mirando a ridurre le differenze presenti tra i diversi Stati membri. Per questo si augura che lo strumento PARES possa essere adeguato a questo scopo;

    64.

    valuta positivamente lo scambio di buone pratiche, anche attraverso la pubblicazione di un manuale ad hoc, purché questi scambi vengano seguiti da azioni concrete.

    Allegato - Un piano d'azione per il personale sanitario dell'UE

    65.

    esprime totale accordo con la proposta di migliorare la programmazione e la previsione del personale sanitario dell'Unione europea;

    66.

    auspica, tuttavia, che la piattaforma tra Stati membri arrivi velocemente ad equiparare i percorsi di studio, consentendo uno snellimento burocratico e una maggiore circolazione del personale sanitario all'interno dell'Unione europea;

    67.

    pertanto richiede di anticipare l'elaborazione di orientamenti sullo scambio di capacità di istruzione e formazione delle professioni sanitarie già nel 2013, in quanto il censimento delle capacità deve essere soltanto propedeutico all'elaborazione degli orientamenti;

    68.

    esprime dubbio nei confronti della proposta di creazione di un consiglio europeo sulle competenze per il settore infermieristico e di assistenza e sull'istituzione di un'alleanza pilota sulle competenze settoriali, in quanto non si capisce il valore aggiunto della proposta;

    69.

    ritiene che la proposta piattaforma europea tra gli Stati membri possa essere il meccanismo sufficiente e necessario per mappare le competenze presenti nei diversi Stati membri ed elaborare i requisiti minimi richiesti in materia di formazione del personale sanitario, compreso quello del settore infermieristico e di assistenza;

    70.

    valuta positivamente l'intenzione di conoscere le migliori prassi per l'assunzione e la fidelizzazione del personale, nondimeno ritiene che il processo debba essere assolutamente poco costoso. Per questo propone di agire in primo luogo tramite l'apertura di una consultazione ad hoc e valutare successivamente (sulla base dei risultati ottenuti) se predisporre altre forme di indagine;

    71.

    ricorda, nell'ambito dell'assunzione di operatori sanitari, la necessità di disincentivare il lavoro irregolare soprattutto per quanto riguarda il personale di assistenza che opera a domicilio;

    72.

    ritiene necessario che il codice di condotta dell'OMS sia applicato in maniera uniforme in tutta l'Unione europea, ma, data la natura non vincolante del codice, si chiedono maggiori informazioni su quali potrebbero essere le misure per fare in modo che esso venga applicato.

    Allegato - Serie di interventi chiave a favore dell'occupazione nel settore delle TIC

    73.

    valuta con favore la proposta di istituire partenariati per coinvolgere gli attori del mercato TIC, le camere di commercio, gli enti pubblici e gli enti di ricerca per organizzare iniziative di formazione sulle competenze richieste dal mercato;

    74.

    tuttavia, ritiene che, oltre a sostenere una campagna di sensibilizzazione e promozione delle carriere in campo TIC per i giovani, sia anche necessario promuovere investimenti in questo settore in modo più ampio (dato che le analisi della Commissione europea dimostrano che questi investimenti aumentano la produttività), migliorandone la competitività attraverso metodi appropriati e rispettosi delle differenze esistenti tra i diversi Stati membri (un esempio potrebbero essere le aggregazioni d'impresa);

    75.

    consiglia di valutare azioni a favore delle start-up, per favorire l'impiego nel settore TIC. Esempi di queste azioni possono essere la creazione di incubatori presso i parchi scientifici e tecnologici (ove concentrare la presenza di nuove imprese high-tech grazie a condizioni favorevoli, creando un ambiente propizio e sinergico tra le aziende) e l'investimento diretto delle finanziarie regionali (che, entrando nel capitale di rischio di una start-up per i primi anni di attività, potrebbero renderne più semplice e sicuro il finanziamento, sopperendo all'assenza di venture capital privati);

    76.

    poiché il settore TIC è giovane ed in naturale espansione per le mutate richieste di mercato, suggerisce di destinare le attività di sostegno alla formazione anche ai lavoratori over 55, con particolare attenzione al settore pubblico, ove i blocchi di turn-over hanno innalzato di molto l'età media dei dipendenti, rallentando l'utilizzo di nuove tecnologie dell'informazione e della telecomunicazione a sostegno dei servizi svolti;

    77.

    esprime apprezzamento per l'elaborazione del quadro europeo delle competenze informatiche, insistendo su un coordinamento maggiore con altre iniziative similari (come l'ECDL) per evitare la duplicazione di iniziative;

    78.

    ritiene positiva la volontà di finanziare un progetto pilota per ottenere una mappatura delle certificazioni rilasciate, purché questo progetto sia utilizzato come primo passo verso una standardizzazione delle certificazioni;

    79.

    accetta la visione secondo cui l'FSE debba avere il ruolo di fondo preminente per l'attuazione di queste politiche, ma ricorda che se si vogliono ottenere dei risultati concreti è meglio adottare una concentrazione della spesa.

    Bruxelles, 1o febbraio 2013

    Il presidente del Comitato delle regioni

    Ramón Luis VALCÁRCEL SISO


    (1)  CdR 648/2012, COTER-V-24.


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