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Document 52012AE2118

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo — Politica industriale della sicurezza — Piano d'azione per un'industria della sicurezza innovativa e competitiva» COM(2012) 417 final

    GU C 76 del 14.3.2013, p. 37–42 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    14.3.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 76/37


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo — Politica industriale della sicurezza — Piano d'azione per un'industria della sicurezza innovativa e competitiva»

    COM(2012) 417 final

    2013/C 76/07

    Relatore: PEZZINI

    La Commissione europea, in data 26 luglio 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo - Politica industriale della sicurezza - Piano d'azione per un'industria della sicurezza innovativa e competitiva

    COM(2012) 417 final.

    La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 8 gennaio 2013.

    Alla sua 486a sessione plenaria, dei giorni 16 e 17 gennaio 2013 (seduta del 16 gennaio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 128 voti favorevoli, 2 voti contrari e 5 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene essenziale una politica europea integrata per il settore industriale della sicurezza, basata su un approccio coordinato alle sfide del settore, su una strategia comune e su una visione condivisa del suo sviluppo competitivo, in un mercato europeo unificato.

    1.2

    Per assicurare condizioni di rilancio competitivo del settore (inteso come industria della sicurezza tradizionale e industria della difesa orientata alla sicurezza, ma in cui sono entrati anche nuovi operatori, perlopiù imprese che applicano le rispettive tecnologie per uso civile anche al settore della sicurezza e imprese che forniscono servizi di sicurezza), il cui bacino occupazionale e di utenza è vasto e promettente, il CESE ritiene indispensabile lo sviluppo di:

    una dimensione interna di piena interoperatività del mercato unico: sostenendo, con un quadro regolamentare, tecnico-normativo e procedurale, un adeguato livello di risorse dedicate, una strategia unitaria di sviluppo, notevoli investimenti in ricerca e innovazione;

    azioni prioritarie per tipologie di prodotti e di servizi in ragione della capacità di risposta a regolamentazioni e procedure armonizzate;

    dimensione di accesso affidabile ai mercati internazionali, con una miglior tutela internazionale dei diritti di proprietà industriale (IPR), liberalizzazioni ai mercati, sia commerciali che di appalto pubblico, con una strategia integrata di politica industriale;

    parità di accesso alle rotte marittime, in modo da consentire a tutti i fabbricanti europei di esportare i loro prodotti nei mercati internazionali;

    azioni integrate e comuni nei vari settori della sicurezza e della protezione civile;

    dimensione sociale ed etica delle applicazioni tecnologiche di sicurezza; sin dalla loro concezione, per garantirne l'accettazione sociale, con piena tutela della privacy dei cittadini;

    dimensione formativa e professionale delle risorse umane, dedicate alla concezione, installazione, manutenzione e funzionamento applicativo delle tecnologie di sicurezza, che devono essere incentrate sul rispetto della dignità e delle libertà dell'essere umano e sul diritto alla salvaguardia della sua dignità.

    1.3

    Il CESE condivide le iniziative del piano d'azione ma in un quadro di cooperazione e coordinamento più forte, incentrato anche su tipologie di prodotto, sulla base di statistiche adeguate, dettagliate ed affidabili, anche sotto il profilo produttivo, occupazionale e dimensionale delle imprese del settore.

    1.4

    Il CESE raccomanda coordinamento, convergenza dei sistemi di gestione dell'informazione, e garanzie di interoperabilità.

    1.5

    Il CESE sostiene con forza il rafforzamento delle possibilità di governare e anticipare nuovi scenari competitivi e prospettive d'accesso a risorse finanziarie istituzionali, anche attraverso esercizi di foresight partecipativi, a livello europeo.

    1.6

    Il collegamento della dimensione sociale ed etica deve essere trasparente e garantito in tutte le fasi, dalla concezione alla standardizzazione e all'applicazione tecnologica sul terreno. Nuove tecnologie e normative devono integrare, sin dall'origine la tutela dei diritti fondamentali del cittadino, specie quelli che si riferiscono alla privacy e alla protezione dei dati personali.

    1.7

    È necessario uno sforzo dell'UE e un coordinamento degli sforzi nazionali, per assicurare una formazione e un inquadramento delle risorse umane che consenta di erogare servizi professionali di qualità, rispettosi dell'individuo e al passo con l'applicazione di tecnologie avanzate, in un regime di piena interoperatività.

    2.   Introduzione

    2.1

    L'industria della sicurezza costituisce un settore strategico con applicazioni civili e militari vicine e interrelate, e rappresenta un punto di incontro ideale tra ricerca scientifica, l'innovazione tecnologica e le applicazioni avanzate.

    2.2

    Tale industria è per sua natura technology-driven con un flusso costante di nuove tecnologie. I prodotti e i servizi del settore sono diversificati, presentano alti gradi di obsolescenza e richiedono elevate performance tecnico-scientifiche.

    2.3

    Il mercato dell'industria della sicurezza UE ha un valore stimato fino a 36,5 miliardi di euro con circa 180 mila posti nell'UE, mentre a livello mondiale il settore è passato, nell'ultimo decennio, da 10 a 100 miliardi di euro nel 2011. Esso comprende i settori della sicurezza aerea, marittima, dei trasporti in generale, delle frontiere, la protezione delle infrastrutture critiche, l'intelligence antiterroristica (inclusa la sicurezza informatica e delle comunicazioni e la cyber-dimensione), la sicurezza fisica, la gestione delle crisi e gli indumenti di protezione.

    2.4

    A questi settori va aggiunta l'industria spaziale della sicurezza, con le sue molteplici applicazioni.

    2.5

    In Europa il mercato dei prodotti spaziali per la sicurezza risulta fondato su grandi gruppi multinazionali, che operano a livello europeo e dei singoli Stati membri, in ambito civile e commerciale, con una domanda per il 40 % commerciale e per il 60 % istituzionale.

    2.6

    Malgrado gli andamenti di mercato siano in continua crescita e non segnati da rallentamenti economici della crisi internazionale, l'industria della sicurezza UE si confronta con un mercato interno molto frammentato e con una base industriale indebolita da quadri normativi e standard tecnico-normativi nazionali che differiscono notevolmente, mentre gli sforzi compiuti in materia di ricerca e appalti pubblici – malgrado gli interventi unionali in materia, ad esempio nel 7PQ – sono ancora in gran parte confinati nei singoli Stati membri.

    2.7

    L'UE è tenuta a garantire la sicurezza dei suoi cittadini e delle sue imprese e della società nel suo insieme in numerosi ambiti, dalla protezione civile contro le calamità naturali alla tutela della catena alimentare, dalla prevenzione e lotta al terrorismo alla salvaguardia dai rischi chimici, biologici, radiologici, nucleari ed esplosivi.

    2.8

    Il settore industriale della sicurezza è cruciale per il futuro ed è particolarmente rappresentativo delle sfide e delle opportunità che l'Europa ha davanti: molte imprese europee, grazie al loro livello tecnologico, sono tra i leader mondiali in vari segmenti del settore, ma rischiano di perdere quote di mercato rispetto ai loro principali partner commerciali.

    2.8.1

    Sono necessarie basi statistiche adeguate, dettagliate ed affidabili anche sotto il profilo produttivo, occupazionale e dimensionale delle imprese del settore.

    2.9

    La gestione delle imprese del settore della sicurezza si caratterizza per un elevato grado di complessità, determinato da una serie di variabili:

    omogeneità, trasparenza e accessibilità dei mercati,

    strategie e visioni; accesso a risorse finanziarie,

    quadri normativi, standard tecnici, procedure armonizzate e tutele in materia di diritti di proprietà industriale (IPR),

    performance tecnologiche e operative,

    possibilità di governare e anticipare nuovi scenari competitivi.

    2.10

    Per assicurare condizioni di rilancio competitivo dell'industria europea del settore, il CESE ritiene indispensabile che il mercato interno europeo assicuri:

    una dimensione interna di piena interoperatività del mercato unico, riducendo la frammentazione, sia dei mercati nazionali, sia degli investimenti in ricerca e innovazione;

    una dimensione esterna di accesso ai mercati internazionali, rimediando all'insufficiente tutela internazionale degli IPR ed alle restrizioni all'accesso ai mercati sia commerciali che di appalto pubblico, e attuando, anche in questo settore, una più aggressiva «strategia integrata di politica industriale nella sua dimensione esterna, che assicuri un ruolo guida dell'Unione nel sistema commerciale e unicità di indirizzi negli accordi commerciali multilaterali e bilaterali» (1);

    parità di diritti, per i fabbricanti europei, di esportare materiale militare in paesi terzi. Nel mercato unico non dovrebbero esservi discriminazioni nei confronti dei fabbricanti che, essendo stabiliti in Stati membri senza accesso diretto al mare, devono ottenere «licenze di transito» per poter trasportare i loro prodotti fino al porto marittimo di un altro Stato membro;

    una dimensione sociale ed etica delle applicazioni tecnologiche di sicurezza, sin dalla loro concezione, per garantirne l'accettazione sociale, con piena tutela della privacy dei cittadini e dei loro diritti fondamentali, unita alla protezione dei dati confidenziali;

    una dimensione produttiva e di servizi non intrusiva nella vita privata, ma che permetta percorsi vincenti sia sul piano delle sviluppo delle risorse umane sia nelle proiezioni internazionali, incoraggiando le grandi imprese, le imprese nascenti e le piccole e medie imprese, anche attraverso consorzi in reti e la valorizzazione dei distretti, al fine di ottenere masse critiche concorrenziali adeguate.

    2.11

    A livello globale, il concorrente di gran lunga più importante è rappresentato dagli Stati Uniti d'America, che beneficiano di un quadro giuridico armonizzato, di standard comuni e di una forte domanda pubblica federale (2), con un mercato interno consolidato che rappresenta oltre il 42 % del fatturato mondiale e con aziende all'avanguardia nelle attrezzature tecniche di sicurezza. Il Giappone e Israele dispongono di aziende di punta in alcune specifiche attrezzature avanzate, specie nei comparti dell'informatica e delle comunicazioni, mentre la Russia e la Cina mostrano tassi di sviluppo elevati nei comparti tradizionali della protezione della sicurezza fisica.

    2.12

    In questo quadro mondiale, il CESE sottolinea la necessità di una politica industriale europea proattiva per il settore della sicurezza, che rifletta meglio l'equilibrio tra le capacità del settore, un quadro tecnico normativo IPR, e, soprattutto, tipologie di prodotti, servizi e sistemi che possano rispondere a standard comuni, a regolamentazioni e a procedure armonizzate, come:

    sistemi di controllo d'accesso,

    hardware e software di scansione (scanning),

    sistemi e strumenti di protezione,

    sistemi e strumenti di identificazione e di interpretazione della realtà,

    sistemi e strumenti di sorveglianza e tracciabilità,

    sistemi di allarme,

    mentre, per i prodotti «sensibili», le condizioni di regolamentazione e d'accesso e sono sottoposte a valutazioni e accordi, caso per caso, per mantenere i livelli di qualità, e di sicurezza.

    2.13

    Il CESE ha sottolineato, a più riprese, la necessità di sviluppare politiche in materia di sicurezza delle reti e dell'informazione, elementi che risultano essenziali per l'Agenda digitale europea.

    2.14

    Il CESE si è già espresso sugli aspetti cruciali della sicurezza aerea (3), marittima (4) e dei trasporti terrestri (5), nonché sulla gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (6), sottolineando il ruolo dell'Agenzia Frontex e la necessità di un approccio globale in fatto di sicurezza delle frontiere e di lotta contro l'«immigrazione clandestina‧'.

    2.15

    Quanto al monitoraggio spaziale dell'ambiente e la sicurezza, il Comitato ha sottolineato l'importanza dei satelliti Sentinel e GMES e del sistema di navigazione satellitare Galileo (7).

    2.16

    Varie ricerche hanno sottolineato l'importanza di progetti dimostrativi di tecnologie della sicurezza nel settore dei rischi chimici, biologici, radiologici, nucleari ed esplosivi (CBRNE).

    2.17

    Il Settimo programma quadro (PQ) è stato il primo a prevedere un programma di ricerca specifico in materia di sicurezza, con un budget di 1,4 miliardi di euro, incentrato solo su progetti di applicazioni civili e sviluppo di tecnologie e conoscenze destinate a proteggere i cittadini dell'UE (8), nel rispetto della loro privacy e dei diritti fondamentali.

    2.18

    Secondo il CESE, occorrerebbe facilitare l'uso di tecnologie ibride civili/militari, sviluppando standard adeguati in cooperazione con l'Agenzia europea per la difesa, e sostenere, con più forza e risorse, la tematica «Sicurezza» anche tra le tecnologie abilitanti del nuovo PQ di ricerca e innovazione (9), incoraggiando progetti dimostrativi e di prototipazione pilota.

    2.19

    La Commissione ha posto l'industria della sicurezza tra gli elementi essenziali dell'iniziativa faro Europa 2020 «Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione », sulla quale il Comitato ha già avuto modo di pronunciarsi (10).

    2.20

    Il CESE ritiene essenziale varare una strategia europea unitaria di approccio integrato del settore dell'industria della sicurezza, perché la sicurezza è tra le preoccupazioni principali della società attuale, rappresenta un elemento basilare per la crescita e l'occupazione e richiede sforzi congiunti e visioni condivise, tra tutti gli Stati membri, per rafforzare la competitività.

    3.   Sintesi del documento della Commissione

    3.1

    La comunicazione illustra l'importanza strategica dell'industria della sicurezza e definisce le principali azioni per rendere innovativa e competitiva l'industria europea della sicurezza attraverso le quali la Commissione intende accompagnare tale processo.

    3.2

    Il piano d'azione proposto individua le seguenti linee direttrici:

    superamento della frammentazione del mercato interno UE attraverso procedure di certificazione e norme tecniche armonizzate per le tecnologie della sicurezza e mutuo riconoscimento dei sistemi di certificazione;

    ricerca e innovazione più efficiente e vicina alle imprese, attraverso mandati tecnico-normativi in accordo con l'AED per «standard ibridi» validi per la R&S sia di sicurezza che di difesa e l'uso delle nuove norme di proprietà intellettuale e degli appalti pre-commerciali, previsti da Orizzonte 2020 nonché dei finanziamenti del futuro Fondo sicurezza interna per test di convalida rapida di tecnologie di sicurezza;

    integrazione della dimensione sociale e della privacy;

    accesso ai mercati: norme export per l'apertura dei mercati degli appalti pubblici dei paesi terzi ed eliminazione di barriere tecniche, e studio d'un marchio di sicurezza europeo per i prodotti; studio di limitazioni di responsabilità civile, come previste dall'US Safety Act (attuazione: 2012/2013).

    3.3

    La Commissione intende creare un gruppo di monitoraggio per verificare lo stato di avanzamento delle misure proposte secondo scadenze precise.

    4.   Osservazioni generali

    4.1

    Il Comitato ritiene che, per i cittadini europei, per le imprese e per i lavoratori dell'Unione, per la società europea nel suo insieme e per lo sviluppo di una economia competitiva e sostenibile, sia essenziale definire, a livello UE, un approccio integrale e coordinato alle sfide della sicurezza e dello sviluppo del relativo settore industriale europeo, elaborando una strategia complessiva dell'UE in materia di sistemi di sicurezza che ponga al centro l'individuo e la sua dignità, per soddisfare bisogni primari di libertà e di sicurezza.

    4.2

    Secondo il CESE occorre tenere in maggiore considerazione il valore aggiunto delle agenzie già istituite, quali l'AED (Difesa), Frontex (frontiere esterne), EUROPOL (pubblica sicurezza), l'ENISA (sicurezza informatica), l'AESA (sicurezza aerea), l'EMSA (sicurezza marittima) e l'EFSA (sicurezza alimentare), nonché dei sistemi d'allerta, quali il RAPEX (Sistema europeo di allarme rapido sicurezza prodotti) e l'ECA di Helsinki (Sistema prodotti chimici/REACH).

    4.3

    Il CESE condivide l'analisi della Commissione riguardo alla necessità di sfruttare appieno le posizioni di punta di molteplici imprese europee del settore, assicurando in modo proattivo un mercato interno europeo realmente unificato e percorribile, senza ostacoli di frammentazione, e promuovendo un settore che rappresenta un bacino produttivo e di servizi vasti e promettenti da un punto di vista occupazionale.

    4.4

    Il CESE ritiene però che sarebbe opportuno spingersi più in là nella definizione di un piano d'azione europeo, per affrontare il varo di una vera e propria strategia comune europea per il settore industriale della sicurezza, con una visione comune, una piattaforma europea che raggruppi i vari aspetti della sicurezza e una governance in grado di assicurare un effettivo coordinamento unitario.

    4.5

    Tale strategia d'approccio integrato potrebbe concretizzarsi in una piattaforma virtuale, che inglobi le tematiche etiche e di governance, gli aspetti intersettoriali e l'interoperatività.

    4.6

    Secondo il CESE è necessario colmare il divario di comprensione tra decisori politici e industria, anche attraverso il rafforzamento di iniziative come l'European Security Congress e una piattaforma di dialogo permanente come il Security Policy Forum.

    4.7

    Per superare la frammentazione del mercato interno europeo, si dovrebbe procedere a:

    una cooperazione e un coordinamento orizzontali nel campo della sicurezza, all'interno e tra le istituzioni dell'UE e le sue agenzie, per assicurare la piena interoperatività dei prodotti e delle procedure, accompagnati da un coordinamento verticale tra i livelli d'intervento;

    un esercizio di foresight partecipato, per definire una visione comune condivisa;

    un sistema di governance che associ pubblico e privato.

    4.8

    Secondo il Comitato, occorre, oltre che inserire la dimensione sociale sin dalla concezione di prodotti, servizi e sistemi, attuare meccanismi che facciano partecipare le parti sociali e la società civile organizzata al monitoraggio del rispetto della dimensione sociale e etica dello sviluppo della sicurezza e delle sue applicazioni tecnologico-produttive.

    4.8.1

    L'attribuzione dei mandati tecnico-normativi, in accordo con l'AED, dovrebbe avvenire secondo i principi della nuova politica di standardizzazione, con pubblicità e trasparenza del programma annuale di lavoro, con la piena partecipazione delle parti sociali e delle rappresentanze della società civile organizzata, con l'elaborazione di specifiche utilizzabili per appalti rispettose dei principi di apertura, consenso, trasparenza, rilevanza, neutralità e qualità (11).

    4.8.2

    Il CESE condivide l'approccio proposto in tema di mutuo riconoscimento dei sistemi di certificazione, nella misura in cui si realizzino livelli comuni di competenza degli organismi di certificazione accreditati, nonché criteri di selezione più rigorosi e delle procedure di selezione armonizzate, per le valutazioni di conformità (12).

    4.9

    Il Comitato ritiene importante il riconoscimento normativo delle tecnologie a uso duale per stimolare tecnologie ibride ad uso congiunto civile/militare, ma sostiene ancor più il rafforzamento, sia finanziario sia di contenuti, nell'ambito della priorità Tecnologie abilitanti, prevista in Orizzonte 2020, unitamente agli interventi del futuro Fondo sicurezza interna.

    4.9.1

    In tema di proprietà industriale e intellettuale, pur essendo certamente importanti le impostazioni innovative previste per Orizzonte 2020, occorre rafforzare le tutele IPR in sede OMC e nell'ambito degli accordi europei bilaterali e multilaterali d'associazione, con particolare attenzione alle clausole di limitazione di responsabilità e di accesso ai mercati pubblici esteri.

    4.9.2

    Il CESE concorda sull'utilità di utilizzare appieno le nuove possibilità offerte dallo strumento degli appalti pre-competitivi, previsto da Orizzonte 2020.

    4.10

    Il CESE condivide appieno il rafforzamento della dimensione sociale ed etica nelle norme che regolano il settore industriale delle tecnologie della sicurezza.

    5.   Osservazioni particolari

    5.1

    Superamento della frammentazione del mercato per tipologie di prodotto. Il CESE raccomanda priorità d'azione, non per settori, ma per tipologie di prodotti che possano più agevolmente rispondere ad esigenze del mercato unico, attraverso regolamentazioni e procedure armonizzate, in ragione delle loro alte potenzialità di mercato e del loro impatto su una larga fascia di cittadini e di lavoratori, con particolare riguardo alla promozione dello sviluppo delle PMI, sia sotto il profilo delle risorse finanziarie e di ricerca che sotto quello organizzativo.

    5.2

    Ricerca e innovazione, IPR e appalti. Il CESE chiede un rafforzamento dei fondi UE dedicati alle tecnologie di sicurezza in Orizzonte 2020, accompagnato da una forte presenza nelle tematiche di «Tecnologie Abilitanti»; il rafforzamento dei progetti comuni di interoperatività dedicati alla sicurezza nel Programma ISA (13); l'applicazione delle esenzioni al settore, nel regime di aiuti di stato all'innovazione; la verifica dell'effettiva applicazione delle direttive CE/2004/18-CE/2009/81 e degli strumenti d'appalto pre-competitivo all'industria della sicurezza; più cooperazione pubblico/privato e civile/militare e l'agevolazione delle strategie di fusione e raggruppamento transnazionale di imprese; l'armonizzazione delle norme di «Third party limited liability protection-TPLL»; migliori normative interne IPR.

    5.3

    Accesso ai mercati esteri. Il CESE ritiene che occorra rafforzare le azioni di politica estera integrate e comuni, nei settori industriali della sicurezza, potenziando le tutele IPR in sede OMC e di accordi europei bilaterali e multilaterali d'associazione, garantendo la parità d'accesso ai mercati esteri e agli appalti pubblici su base di reciprocità, aumentando il peso dell'azione europea nella standardizzazione internazionale e lanciando un marchio di qualità Euro Security Label.

    5.4

    Dimensione sociale ed etica. Tutti i sistemi/prodotti/servizi di sicurezza devono rispettare le libertà e i diritti fondamentali dei cittadini, specie il diritto alla confidenzialità, e contribuire al progresso economico e sociale, al commercio sicuro e al benessere e sicurezza delle persone. Gli sviluppi tecnologici devono consentire di incrementare ab origine la tutela dei dati personali e la confidenzialità, fornendo – col sostegno del dialogo pubblico/privato – strumenti per un'applicazione trasparente e responsabile della legge che deve avere al centro la tutela dell'uomo.

    5.5

    Dimensione formativa, d'inquadramento e inserimento di risorse umane qualificate e in linea con i requisiti di sicurezza e di applicazione di tecnologie di sicurezza avanzate, in grado di erogare, in regime di piena interoperatività, servizi professionali di qualità, rispettosi dell'individuo e della sua dignità.

    Bruxelles, 16 gennaio 2013

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Staffan NILSSON


    (1)  Cfr. GU C 218 del 23.7.2011, pag. 25.

    (2)  Cfr. Homeland Security Act of 2002 e US Safety Act of 2002.

    (3)  Cfr. GU C 100 del 30.4.2009, pag. 39, GU C 128 del 18.5.2010, pag. 142.

    (4)  Cfr. GU C 44 del 11.2.2011, pag. 173.

    (5)  Cfr. GU C 65 del 17.3.2006, pag. 30.

    (6)  Cfr. GU C 44 del 11.2.2011, pag. 162 e GU C 191 del 29.6.2012, pag. 134.

    (7)  Cfr. GU C 256 del 27.10.2007, pag. 47, GU C 256 del 27.10.2007, pag. 73 e GU C 181 del 12.6.2012, pag. 175.

    (8)  A metà del suo percorso, il 7PQ aveva già finanziato oltre 130 progetti di ricerca in materia di sicurezza. La Commissione europea ha pubblicato un catalogo di progetti di successo finanziati dal 7PQ.

    (9)  Cfr. INT/651 Tecnologie abilitanti.

    (10)  GU C 218 del 23.7.2011, pag. 38.

    (11)  Cfr. GU C 68 del 6.3.2012, pag. 35.

    (12)  Cfr. GU C 120 del 16.5.2008, pag. 1.

    (13)  ISA – Interoperability Solutions for European Public Administrations 2010-2015.


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