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Document 52011DC0882

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Dati apertiUn motore per l’innovazione, la crescita e una governance trasparente

/* COM/2011/0882 definitivo */

52011DC0882

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Dati apertiUn motore per l’innovazione, la crescita e una governance trasparente /* COM/2011/0882 definitivo */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Dati aperti Un motore per l’innovazione, la crescita e una governance trasparente

1. Introduzione

La strategia UE 2020 ha come obiettivo principale indirizzare le economie europee su un percorso di crescita elevata e sostenibile. A tal fine l’Europa dovrà rafforzare il proprio potenziale d’innovazione e ottimizzare l’uso delle proprie risorse, una delle quali è costituita dai dati pubblici[1] – ovvero tutte le informazioni che gli organismi pubblici nell’Unione europea producono, raccolgono o acquisiscono a pagamento. Esempi in tal senso sono le informazioni geografiche, le statistiche, i dati meteorologici, i dati acquisiti in progetti di ricerca a finanziamento pubblico e i libri digitalizzati delle biblioteche. Si tratta di informazioni dalle notevoli potenzialità – finora poco valorizzate – di riutilizzo in nuovi prodotti e servizi e che potrebbero permettere di migliorare l’efficienza delle amministrazioni. A livello economico i guadagni derivanti dalla messa a disposizione di tale risorsa nell’Unione europea si potrebbero quantificare in 40 miliardi di euro all’anno. L’apertura dei dati pubblici permetterà inoltre di incrementare la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica e darà un contributo in aree strategiche quali l’ambiente.

La presente comunicazione, parte integrante dell’Agenda digitale europea, presenta un pacchetto di misure finalizzate a superare gli ostacoli e la frammentazione che ancora esistono nell’Unione europea. Esso consiste in tre tipologie di intervento che si rafforzano reciprocamente:

· adeguare il quadro normativo per il riutilizzo dei dati. Contestualmente alla presente comunicazione sono adottate una proposta di revisione della direttiva sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico e una decisione rivista della Commissione sul riutilizzo delle informazioni in suo possesso;

· mobilitare gli strumenti finanziari a sostegno dei “dati aperti” e intraprendere azioni quali la creazione di portali di dati europei;

· facilitare il coordinamento e la condivisione di esperienze tra gli Stati membri.

Le azioni interessano settori nei quali è in gioco il funzionamento del mercato interno e in cui, grazie all’adozione di norme e metodologie comuni, potranno essere sviluppati nuovi e migliori servizi e prodotti informativi a beneficio dei consumatori europei. Tali azioni, pur basandosi sui regimi nazionali di accesso alle informazioni, non avranno alcuna incidenza sugli stessi.

2. Dati aperti, che rilevanza hanno per l’Europa? 2.1. Potenzialità inutilizzate e opportunità economiche

Nel 2009 il Digital Britain Report ha definito i dati “una valuta innovativa” e la “linfa vitale dell’economia della conoscenza”[2]. Gran parte di questa valuta innovativa è prodotta, raccolta o acquistata dai governi dell’Unione europea. Si tratta essenzialmente di materiale grezzo per un’ampia gamma di nuovi prodotti e servizi informativi che si basano su nuove possibilità di analizzare e visualizzare i dati provenienti da fonti differenti.

Si tratta di prodotti che vanno dai sistemi di supporto alle decisioni delle imprese, ai servizi basati sulla localizzazione, ai sistemi di navigazione dei veicoli, alle previsioni del tempo e ad altre applicazioni per gli smartphones.

Le dimensioni e la crescita del mercato nel settore delle informazioni geografiche evidenziano le potenzialità dei dati pubblici come strumento per la creazione di posti di lavoro. Il valore del mercato tedesco dell’informazione geografica è stato stimato a 1,4 miliardi di euro nel 2007, con un aumento del 50% rispetto al 2000[3]. Nei Paesi Bassi tale settore impiegava 15 000 persone a tempo pieno nel 2008. Anche altri settori, come quelli dei dati meteorologici e delle informazioni giuridiche ed economiche, costituiscono la base di mercati in forte crescita.

Uno studio recente riferito al 2008 stima che, a livello di Unione europea, il mercato delle informazioni del settore pubblico abbia un valore di 28 miliardi di euro[4]. Lo stesso studio indica che i guadagni economici complessivi di un’ulteriore apertura delle informazioni del settore pubblico, mediante un più facile accesso alle stesse, ammonterebbero a circa 40 miliardi di euro all’anno per la UE-27. Complessivamente, i guadagni diretti e indiretti nella UE-27 derivanti da applicazioni che utilizzano le informazioni del settore pubblico sarebbero nell’ordine di 140 miliardi di euro annui.

2.2. Affrontare le sfide sociali

Il trattamento intelligente dei dati è essenziale per affrontare le sfide sociali. A titolo di esempio, i dati possono essere utilizzati per migliorare la sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali. Un rapporto del 2011 della società McKinsey ha stimato che l’uso efficace dei dati potrebbe generare un valore di 300 miliardi di dollari americani all’anno[5].

I progressi in settori quali la genomica, la scoperta di farmaci, la diagnosi e il trattamento di malattie gravi quali il cancro o le malattie cardiovascolari, dipendono sempre di più dalle tecniche di raccolta e analisi di dati sofisticati.

La gestione dei dati è inoltre essenziale per affrontare le sfide in campo ambientale. A titolo di esempio si può citare l’analisi dei modelli di consumo energetico per migliorare l’efficienza energetica o dei dati sull’inquinamento per la gestione del traffico. L’adozione di decisioni strategiche consapevoli nei settori dei trasporti, dell’uso del territorio e dei cambiamenti climatici dipendono in misura crescente dall’analisi dei dati disponibili.

2.3. Accelerare il progresso scientifico

Le attività scientifiche si svolgono sempre di più in forma di collaborazione a livello mondiale, avvalendosi di Internet e utilizzando ingenti corpora di dati, potenti risorse informatiche e sistemi di visualizzazione altamente efficienti. L’e-science (ovvero la ricerca che si avvale di infrastrutture elettroniche e informatiche) è essenziale per rispondere alle sfide del XXI secolo nella ricerca e nell’apprendimento scientifici. I dati utilizzati provengono da simulazioni, strumenti digitali, reti di sensori e osservatori.

Il rapporto “Riding the Wave” (“Cavalcare l’onda”)[6] del 2010 ha sottolineato l’importanza fondamentale dei dati per la scienza e ha dimostrato le loro potenzialità per modificare la natura stessa del processo scientifico.

Un ampio accesso ai dati scientifici, ad esempio, aiuterà i ricercatori di ambiti differenti a collaborare sulle stesse serie di dati, a dedicarsi a forme di ricerca completamente nuove e ad analizzare le correlazioni tra i risultati della ricerca.

Il cambiamento di passo impresso al progresso scientifico dalla e-science permetterà di incrementare la produttività della ricerca e di trovare soluzioni nuove e inattese alle sfide sociali. Inoltre, l’interscambio tra la ricerca finanziata con fondi pubblici e il settore commerciale nell’ambito dello “Spazio europeo della ricerca online” permetterà di aumentare il ritmo e l’impatto dell’innovazione.

2.4. La necessità di agire a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale e unionale

I dati pubblici sono prodotti a tutti i livelli delle amministrazioni pubbliche e le condizioni alle quali sono messi a disposizione per un riutilizzo commerciale o non commerciale incidono sulla concorrenza e la competitività.

Molti prodotti e servizi basati sulle informazioni del settore pubblico sono per loro natura transfrontalieri. Nessuno vuole che i servizi offerti dal proprio telefono cellulare si interrompano una volta oltrepassati i confini del proprio paese e i servizi paneuropei di informazione commerciale che dovessero presentare lacune per uno o più paesi perderebbero gran parte del loro interesse. Inoltre, per poter beneficiare delle dimensioni del mercato interno e aiutare le PMI a crescere al di fuori dei loro confini, dovrebbe essere facilitata la diffusione dei servizi in parola in tutta l’Unione europea.

Pertanto, le stesse condizioni di base dovrebbero essere applicate in tutta l’Unione europea. In questo modo si potranno creare condizioni eque di concorrenza e stimolare un prospero mercato di prodotti e servizi innovativi basati sulle informazioni pubbliche.

3. A che punto siamo e quali risultati sono stati conseguiti fino ad oggi? 3.1. A che punto siamo?

La tendenza a rendere accessibili i dati sta prendendo piede in diversi Stati membri che sono mossi da ragioni di trasparenza, efficienza amministrativa e potenzialità economiche del riutilizzo dei dati e che sostengono il principio dell’amministrazione aperta mediante misure legislative e pratiche, quali la produzione di dati in formati adatti alla lettura ottica e la creazione di portali di dati.

Il Regno Unito ha creato il portale data.gov.uk che riunisce i dati di organizzazioni governative a tutti i livelli. Altri Stati membri hanno creato portali analoghi, ad es. la Francia con ETALAB. Portali di dati esistono inoltre a livello regionale, come dadesobertes.gencat.cat in Catalogna e dati.piemonte.it nella regione Piemonte in Italia.

Tuttavia, la portata delle iniziative e il livello di consapevolezza sulle questioni dei “dati aperti” variano a seconda degli Stati membri. Vi è il rischio che l’Europa non riesca a cogliere le opportunità in questo ambito e che accumuli ritardi nei confronti di altre regioni che dispongono invece di politiche consolidate in materia di dati aperti.

3.2. Quali risultati sono stati conseguiti fino ad oggi nell’Unione europea? 3.2.1. Quadro legislativo e iniziative politiche

(1) La direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico

La direttiva del 2003 relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico[7] ha stabilito il quadro legislativo generale a livello europeo e ha fissato un livello minimo di armonizzazione. Nel 2009 la revisione della direttiva ha indicato che, nonostante i progressi registrati dal 2003, persistevano gli ostacoli a un uso transfrontaliero delle informazioni del settore pubblico. Alcuni possono essere rimossi mantenendo la legislazione in vigore, mentre per altri ciò non è possibile.

(2) Iniziative strategiche

La strategia generale in materia di riutilizzo è integrata da iniziative legislative o strategiche in settori specifici. A titolo di esempio si possono citare:

· l’accesso all’informazione ambientale e le direttive INSPIRE[8] per garantire la massima diffusione possibile delle informazioni ambientali e l’armonizzazione delle principali serie di dati;

· la comunicazione della Commissione sulle conoscenze oceanografiche 2020[9], che ha l’obiettivo, tra l’altro, di rendere più semplice e meno costoso l’uso dei dati relativi all’ambiente marino;

· le iniziative del Piano d’azione[10] per la diffusione di sistemi di trasporto intelligenti in Europa del 2008, relative, tra l’altro, all’accesso dei prestatori di servizi privati alle informazioni in tempo reale sul traffico e la mobilità;

· la strategia della Commissione sull’accesso aperto all’informazione scientifica[11], comprendente un progetto pilota di accesso aperto alle pubblicazioni risultanti da progetti finanziati dall’Unione europea e l’infrastruttura partecipativa di ricerca online delle banche dati di libero accesso; in tale ambito significativo è anche l’archivio delle pubblicazioni del CCR;

· le politiche di digitalizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo di Europeana, l’enciclopedia digitale europea (oltre che archivio e museo) che mira a garantire il più ampio uso possibile del materiale culturale digitalizzato e dei relativi metadati.

Il riutilizzo dei dati del settore pubblico, per fini sia commerciali sia non commerciali, dovrebbe avvenire nel pieno rispetto delle legislazioni nazionale ed europea sulla tutela della vita privata. Gli obiettivi di una maggiore diffusione dei dati pubblici e della protezione dei dati personali possono rafforzarsi reciprocamente se sono basati su una gestione proattiva e consapevole delle informazioni da parte del settore pubblico.

Inoltre, l’applicazione di politiche in materia di dati aperti dovrebbe avvenire nel pieno rispetto dei diritti di proprietà intellettuale dei terzi e degli obblighi che incombono all’Unione europea in virtù di trattati internazionali sui diritti di proprietà intellettuale.

3.2.2. Cofinanziamento di R&S&I

La Commissione è intervenuta a sostegno delle politiche in materia di dati aperti tramite i suoi programmi di finanziamento, in particolare il Programma quadro di ricerca e sviluppo, il programma competitività e innovazione e il programma ISA. I progetti interessano un’ampia gamma di aree di ricerca e applicazione e tipi di organizzazioni.

Il progetto Linked Open Data (LOD2)[12], avviato nel settembre 2010 e che avrà durata quadriennale, esamina le possibilità di utilizzo del web come piattaforma per l’integrazione di dati e informazioni e l’uso di tecnologie semantiche per garantire una migliore fruibilità dei dati provenienti dalle amministrazioni pubbliche.

Il progetto OpenAIRE[13], avviato nel dicembre 2009 con la partecipazione di soggetti di 25 paesi dell’Unione europea e di diversi paesi associati, si propone di creare un’infrastruttura partecipativa per il progetto pilota UE sull’accesso aperto alle informazioni della ricerca.

L’azione ISA sull’interoperabilità semantica (SEMIC.EU)[14] promuove l’idea di metadati aperti delle pubbliche amministrazioni come primo passo verso l’allineamento dei metadati a livello nazionale e europeo.

3.2.3. Passare dalle parole ai fatti

Nel 2006 la Commissione ha istituito una politica aperta per il riutilizzo delle risorse informative in suo possesso tramite una decisione sul riutilizzo delle informazioni che rende accessibili, in generale, le informazioni in possesso della Commissione per fini sia commerciali che non commerciali. A titolo di esempio si possono indicare i dati di Eurostat e le memorie di traduzione delle istituzioni UE. Le informazioni sono in generale disponibili a titolo gratuito; in casi eccezionali viene chiesto un contributo per i costi marginali di divulgazione.

4. Sfide e opportunità 4.1. Nuove opportunità grazie al progresso tecnologico

In questo ambito diversi sviluppi fungono da stimolo per nuove opportunità di riutilizzo dei dati – inclusi quelli del settore pubblico – in nuovi prodotti e servizi informativi.

In primo luogo la quantità di dati disponibili al mondo registra un aumento esponenziale. La libreria del Congresso degli Stati Uniti nel solo aprile 2011 ha raccolto 235 tetrabyte di dati[15]. A livello mondiale si prevede una crescita dei dati pari al 40% annuo.

Una parte di questa crescita proviene da nuovi tipi di dati. Già oggi nei trasporti, nelle imprese di utilità pubblica, nel settore automobilistico e in altri settori vi è una rete con più di 30 milioni di nodi di sensori[16].

Allo stesso tempo siamo testimoni di una rivoluzione nelle tecnologie di analisi, valorizzazione e trattamento dei dati, ad esempio nella ricerca multilingue e nell’estrazione automatica di significati dalle reti di sensori.

4.2. Sfide e ostacoli da superare

Benché negli ultimi anni si siano registrati progressi nell’apertura dei dati pubblici, permangono tuttora diversi ostacoli.

Il quadro giuridico

Nonostante l’armonizzazione minima introdotta dalla direttiva del 2003 sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico, permangono differenze significative nelle norme e pratiche nazionali, con conseguente frammentazione del mercato interno dell’informazione e presenza di ostacoli alla creazione di servizi di informazione transfrontalieri.

Le differenze sono particolarmente evidenti per quanto riguarda la tariffazione: in alcuni casi viene chiesto il pagamento dei costi di recupero delle informazioni mentre in altri il riutilizzo dei dati è interamente gratuito o quasi gratuito. L’analisi svolta da studi recenti indica che su un piano macroeconomico il modello dei dati aperti garantisce risultati complessivamente migliori[17]. Una serie di studi relativi a organismi pubblici, che sono passati da un sistema di recupero integrale dei costi a un sistema di addebito marginale degli stessi, ha evidenziato non solo un aumento del riutilizzo dei dati ma anche effetti benefici per gli organismi pubblici interessati[18]. Un approccio centrato sui dati aperti elimina inoltre possibili tendenze monopolistiche che si fondano su dati provenienti da un’unica fonte.

Consapevolezza degli organismi pubblici e delle imprese

Un altro fattore significativo è la mancanza di consapevolezza degli organismi pubblici per quanto riguarda le potenzialità dei dati aperti. Al contrario si registra ancora una paura diffusa di perdere il controllo. Alcune preoccupazioni sono legittime, ad esempio quelle attinenti alla protezione della vita privata, alla sicurezza nazionale e alla necessità di tutelare i diritti di proprietà intellettuale dei terzi. Altri argomenti sembrano invece essere semplici pretesti per non intervenire[19].

Per cambiare la mentalità diffusa nelle amministrazioni è necessario un forte impegno politico al più alto livello e un dialogo dinamico tra le parti in causa, tra cui le amministrazioni, i detentori di dati pubblici, le imprese e la comunità accademica. Prove e progetti pilota, condivisione di buone pratiche e campagne di mobilitazione (utilizzando, ad esempio, concorsi sui dati aperti) possono aiutare il settore pubblico ad adottare una cultura dei dati aperti. In questo modo si potrebbero inoltre sensibilizzare le imprese sulla disponibilità di dati e sulle opportunità che ne scaturiscono.

Ostacoli pratici e tecnici

Restano infine da risolvere problemi di tipo pratico e tecnico. È necessario sormontare le barriere linguistiche, risolvere problemi di interoperabilità, in modo da poter combinare le risorse provenienti da differenti organizzazioni e paesi. La disponibilità delle informazioni in formato a lettura ottica e la presenza di uno strato minimo di metadati definiti di comune accordo potrebbero facilitare il controllo incrociato e l’interoperabilità dei dati, aumentando così considerevolmente il valore di un loro riutilizzo. È necessario inoltre disporre dell’infrastruttura necessaria per garantire la disponibilità delle informazioni nel lungo termine e garantire un maggiore sostegno per ricerca, sviluppo e innovazione nell’analisi dei dati e negli strumenti di visualizzazione.

4.3. Conclusioni

La valorizzazione dei dati in possesso di organismi pubblici presenta potenzialità enormi per l’economia dell’Unione europea e il benessere dei consumatori. Tuttavia, gli strumenti normativi esistenti e la loro applicazione, la mancanza di consapevolezza delle amministrazioni e delle imprese e la lenta adozione di tecnologie innovative frenano lo sviluppo di un genuino mercato del riutilizzo dei dati pubblici e non consentono di trarre il massimo beneficio dalle nuove opportunità offerte dai dati e dalle nuove tecnologie.

Le considerazioni sopraesposte hanno indotto la Commissione a rivedere e rafforzare la sua strategia in materia di dati pubblici, concentrandosi sul quadro giuridico che disciplina il riutilizzo e sugli strumenti di supporto disponibili.

5. Interventi a livello europeo: una strategia rivista in materia di dati pubblici aperti

La strategia rivista della Commissione segue tre direttrici tra loro complementari:

· adeguare il quadro che disciplina il riutilizzo dei dati, mediante atti legislativi, interventi normativi non cogenti e misure strategiche;

· mobilitare strumenti finanziari, assegnando priorità ai dati aperti nei programmi di R&S&I e infrastrutturali;

· facilitare il coordinamento e la condivisione di esperienze tra gli Stati membri.

5.1. Un quadro legislativo rivisto per facilitare l’apertura e il riutilizzo

La presente comunicazione è accompagnata da una proposta di revisione della direttiva relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico che:

– introduce il principio che tutte le informazioni in possesso del settore pubblico, che non rientrano esplicitamente tra le eccezioni, sono riutilizzabili per fini commerciali e non commerciali;

– stabilisce che l’importo addebitabile per l’acquisizione di informazioni del settore pubblico non può essere superiore ai costi marginali di divulgazione e che solo in casi eccezionali rimane possibile addebitare l’intero costo di produzione e divulgazione delle informazioni;

– amplia il campo di applicazione della direttiva per includervi biblioteche, archivi, musei e biblioteche universitarie, in modo tuttavia da limitare i possibili effetti finanziari e non imporre oneri amministrativi eccesivi a tali istituzioni.

Anche nel caso di altri organismi del settore pubblico le modifiche contenute nella direttiva comporteranno nella peggiore delle ipotesi oneri finanziari e amministrativi limitati più che controbilanciati dai benefici attesi per l’insieme della società.

Allo stesso tempo la Commissione sta aggiornando le norme sul riutilizzo delle risorse informative in suo possesso. In questo ambito i cambiamenti principali riguardano l’inclusione delle informazioni prodotte nel campo della ricerca dal Centro comune di ricerca, misure per migliorare l’attuazione della decisione e disposizioni relative ai formati per la lettura ottica. Nel 2012 la Commissione valuterà se e in che misura norme simili possano essere adottate dalle altre istituzioni dell’Unione europea e dalle principali agenzie europee.

Nelle sue prossime iniziative legislative e strategiche in settori quali i trasporti, l’ambiente, la politica marittima e la politica spaziale, la Commissione terrà pienamente conto delle opportunità offerte dai dati pubblici e, se pertinente, andrà oltre le condizioni minime fissate dalla direttiva sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico per garantire il più ampio utilizzo possibile delle risorse di dati.

5.2. Strumenti giuridici non vincolanti per un’informazione aperta in materia di ricerca

Viste le specificità dei dati nel settore della ricerca, la Commissione illustrerà nei dettagli e in documenti a parte la propria strategia per i dati nei settori scientifico e della ricerca e le relative infrastrutture. A tal fine nel 2012 essa intende adottare una comunicazione e una raccomandazione sull’accessibilità e la conservazione delle informazioni scientifiche e cooperare con gli Stati membri al fine di accelerare le loro attività finalizzate a garantire un accesso aperto alle informazioni scientifiche sulla base di una serie concreta di misure. In parallelo la Commissione illustrerà in che modo intenda gestire i risultati della ricerca finanziata dall’Unione europea.

5.3. Misure di finanziamento e di sostegno: stimolare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione in materia di dati aperti

Tramite i suoi programmi di finanziamento la Commissione intende continuare a promuovere attività per favorire l’accessibilità dei dati in possesso delle amministrazioni pubbliche, avvalendosi di strumenti differenti per stimolare il mercato, testare e promuovere soluzioni innovative e garantire il massimo utilizzo possibile dei dati aperti.

(1) Sostegno alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione

La Commissione continuerà a sostenere le attività di R&S nelle tecnologie di gestione dei dati, quali estrapolazione, analisi e visualizzazione. Nel biennio 2011-2013 la Commissione investirà circa 100 milioni di euro per attività di ricerca e sviluppo in questi ambiti. La gestione delle informazioni è inoltre una delle priorità indicate per le TIC nel programma Orizzonte 2020, relativo al sostegno dell’Unione europea alla ricerca e all’innovazione nel periodo 2014-2020.

La Commissione sosterrà l’innovazione e l’adozione delle tecnologie mediante progetti pilota per sottoporre a prova e dimostrazione applicazioni innovative quali i sistemi di informazione geografica e i servizi basati sulla localizzazione (GIS) e applicazioni per i contenuti creativi nel campo dell’istruzione, della cultura e della moda. Nel 2012-2013 queste azioni saranno finanziate nell’ambito del sostegno alla politica in materia di TIC del programma per la competitività e l’innovazione (CIP) e altre azioni di sostegno sono previste nell’ambito del programma Orizzonte 2020.

La Commissione contribuirà inoltre all’organizzazione di concorsi sui dati aperti per favorire lo sviluppo di nuovi servizi informativi e adotterà iniziative per migliorare l’accesso al capitale per imprenditori che vogliano mettere a punto nuovi servizi informativi basati sui dati del settore pubblico.

(2) Sostegno alle infrastrutture per i dati – portali di dati per l’Europa

Al fine di facilitare lo sviluppo di prodotti e servizi informativi che utilizzino dati provenienti da tutta l’Unione europea, la Commissione europea lavorerà alla creazione di due portali di dati europei tra loro collegati.

Nel 2012 sarà operativo un portale che renderà facilmente accessibili e utilizzabili le risorse della Commissione e di altre istituzioni e agenzie europee. In parallelo saranno individuate e sostenute definizioni di metadati con elevate potenzialità di riutilizzo. Per garantire il massimo utilizzo dei dati europei nell’ambito di servizi d’informazione innovativi saranno definite condizioni standard d’uso in conformità con la decisione della Commissione sul riutilizzo delle informazioni in suo possesso.

La Commissione collaborerà con gli Stati membri, con gli organismi del settore pubblico e con gli aggregatori regionali per creare un portale di dati paneuropeo che sarà operativo nel 2013 e che consentirà un accesso diretto a diverse serie di dati provenienti da tutta l’UE (inclusi quelli disponibili tramite il portale della Commissione). Nella misura del possibile il lavoro si baserà sugli sviluppi e le strutture esistenti e il portale amplierà gradualmente i propri contenuti per offrire serie di dati fondamentali provenienti da tutti gli Stati membri.

Nella fase di avviamento (2011-2013) il progetto sarà finanziato tramite il programma per la competitività e l’innovazione. Nel periodo 2014-2020 i finanziamenti a favore dell’infrastruttura di servizi elettronici per i dati pubblici saranno erogati tramite il “Meccanismo per collegare l’Europa”[20].

La Commissione continuerà inoltre a sostenere le attività di digitalizzazione e lo sviluppo della piattaforma Europeana, che tratta un aspetto importante del riutilizzo dei dati.

(3) Sostegno alle infrastrutture per i dati della ricerca

La Commissione sostiene nell’ambito nel Settimo programma quadro – e prevede di continuare a farlo nell’ambito di Orizzonte 2020 – lo sviluppo di una solida e duratura infrastruttura per i dati della ricerca in Europa per rispondere alle esigenze (ad alta intensità di dati) della scienza e della ricerca in prospettiva del 2020 e sulla scorta delle raccomandazioni del rapporto “Riding the Wave” (“Cavalcare l’onda”). In questo modo si consentirà l’accesso a un flusso continuo di informazioni e l’interazione con lo stesso, dai dati grezzi, frutto di osservazioni e sperimentazioni, alle pubblicazioni in tutti gli ambiti scientifici.

L’infrastruttura citata comprende aspetti tecnici, organizzativi e regolamentari che richiedono un ampio coordinamento con gli Stati membri e con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali al fine di garantire l’interoperabilità e l’accesso reciproco a livello mondiale. La Commissione coopererà con i partner internazionali allo sviluppo di norme relative all’interoperabilità e all’accesso ai dati a livello mondiale.

5.4. Coordinare le misure a livello di Stati membri e di Unione europea

La Commissione continuerà a operare per facilitare il coordinamento e la condivisione di esperienze tra tutti gli Stati membri, in particolare mediante:

· il gruppo ISP (“informazione del settore pubblico”), un gruppo di esperti degli Stati membri attivo nello scambio di buone pratiche e nelle iniziative a sostegno del riutilizzo delle informazioni del settore pubblico;

· la piattaforma per le informazioni del settore pubblico, un portale web che fornisce notizie sugli sviluppi a livello europeo, sulle buone pratiche, esempi di nuovi prodotti e servizi e cause legali relative al riutilizzo delle informazioni del settore pubblico;

· la rete LAPSI che analizza gli aspetti legali connessi con le informazioni del settore pubblico e promuove il dibattito tra ricercatori e parti interessate. La rete produrrà una serie di orientamenti sulle politiche e le prassi dell’accesso e del riutilizzo;

· l’azione ISA sull’interoperabilità semantica.

La Commissione continuerà a sostenere (partecipandovi essa stessa) le attività di gruppi consultivi quali il forum e il gruppo di riflessione sulle infrastrutture digitali, importanti per il coordinamento tra gli Stati membri sulle infrastrutture per i dati scientifici.

6. Conclusioni

Le informazioni prodotte, raccolte o acquisite a pagamento da organismi pubblici nell’Unione europea costituiscono una risorsa fondamentale nell’economia dell’informazione. Attualmente le loro potenzialità sono ben lungi dall’essere pienamente sfruttate. Nella presente comunicazione la Commissione propone interventi concreti per valorizzare le potenzialità delle risorse del settore pubblico europeo, tra cui la revisione della direttiva sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico e la creazione di un portale paneuropeo.

Gli Stati membri possono contribuire alla reale apertura dei dati mediante l’adozione, il recepimento e l’applicazione in tempi rapidi della direttiva rivista sul riutilizzo dei dati del settore pubblico. In questo modo si creeranno le condizioni per un’attività economica basata sui dati aperti e si stimoleranno le applicazioni transfrontaliere.

Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero definire e applicare politiche sui dati aperti, adottando gli esempi di buone pratiche utilizzate nell’Unione europea. A titolo di esempio si dovrebbero sostenere progetti pilota e concorsi sui dati aperti, in particolare quelli rivolti all’elaborazione di prodotti e servizi transfrontalieri.

Infine, la Commissione invita gli Stati membri a contribuire allo sviluppo di un portale di dati paneuropeo. La Commissione avvierà discussioni con gli esperti degli Stati membri al fine di assicurare fondamenta solide al portale. Nel corso della fase applicativa gli Stati membri dovranno mettere a disposizione un’ampia gamma di serie di dati attraverso il portale per trasformare quest’ultimo in un servizio funzionante e in una base per le attività economiche.

La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio, nei rispettivi ambiti di competenza, a creare le corrette condizioni quadro per il riutilizzo delle informazioni del settore pubblico all’interno dell’Unione europea e a sostenere i progetti e le infrastrutture che possono trasformare i dati pubblici di cui dispone l’Europa in un motore per l’innovazione, la crescita e la trasparenza.

Strategia sui dati aperti: misure principali

Il quadro legislativo

· Proposta di revisione della direttiva sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico, dicembre 2011;

· Revisione della decisione della Commissione relativa al riutilizzo delle informazioni della Commissione, dicembre 2011; Interventi per estendere tale regime alle altre istituzioni e agenzie europee, 2012;

· Utilizzo dei dati aperti per iniziative legislative e strategiche settoriali.

Portali e piattaforme europee sui dati aperti

· Portale per l’accesso ai dati della Commissione e di altre istituzioni e agenzie dell’Unione europea, primavera 2012;

· Avvio di un portale di dati paneuropeo che consenta l’accesso a di dati provenienti da tutta l’Unione europea, primavera 2013, dopo un lavoro preparatorio in cooperazione con gli Stati membri a partire dal 2011;

· Cofinanziamento di un’infrastruttura europea di servizi online per i dati aperti tramite il Meccanismo per collegare l’Europa 2014-2020.

Dati aperti per il settore scientifico

· Comunicazione e raccomandazione agli Stati membri sull’informazione scientifica, inizio 2012;

· Estensione del progetto pilota sull’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche all’intero programma Orizzonte 2020 + progetto pilota sull’accesso aperto ai dati della ricerca.

Ricerca e innovazione

· Progetti di ricerca e innovazione che hanno rilevanza per i dati aperti, in particolare nell’ambito del Settimo programma quadro e dei programmi PIC e Orizzonte 2020, con finanziamenti per le infrastrutture di supporto all’accesso aperto ad articoli e dati sulla ricerca;

· Concorsi sui dati aperti (2012-2013) + un migliore accesso ai capitali per imprenditori attivi in questo ambito.

Obiettivi

La Commissione si impegna a:

· avviare nel 2012 un portale della Commissione sui dati aperti;

· avviare nel 2013 un portale pilota con interfaccia multilingue e strumenti di ricerca alimentato da dati provenienti dal tutta l’Unione europea.

La cooperazione con gli Stati membri dovrebbe permettere:

· di definire e attuare politiche sui dati pubblici aperti in tutti gli Stati membri entro i primi mesi del 2013;

· di rendere accessibile tramite il portale paneuropeo un terzo di tutti i dati aperti strutturati disponibili a livello di organismi pubblici degli Stati membri entro il 2015.

Impatto complessivo previsto:

· entro il 2017 (tre anni dopo il previsto recepimento della direttiva sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico), i guadagni ascrivibili al riutilizzo dei dati del settore pubblico nell’Unione europea dovrebbero attestarsi a 100 miliardi di euro all’anno, calcolando anche lo sviluppo di nuove attività economiche e i guadagni di efficienza nei servizi del settore pubblico.

[1]               Nella presente comunicazione i termini “dati” e “informazioni” sono usati in modo intercambiabile e si riferiscono a tutti i tipi di contenuto, a prescindere dal relativo supporto.

[2]               http://www.official-documents.gov.uk/document/cm76/7650/7650.pdf.

[3]               Assessment of the Re-use of Public Sector Information (PSI) in the Geographical Information, Meteorological Information and Legal Information sectors, MICUS, 12/2008.

[4]               Review of recent studies on PSI re-use and related market developments, G. Vickery, agosto 2011.

[5]               Rapporto della società McKinsey dal titolo: “Big Data, The next frontier for innovation, competition and productivity”, maggio 2011.

[6]               Rapporto finale del Gruppo di esperti di alto livello sui dati scientifici, ottobre 2010.

[7]               GU L 345 del 31.12.2003, pag. 90.

[8]               Direttiva 2003/4/CE, GU L 41 del 14.2.2003, pag. 26 e direttiva 2007/2/CE, GU L 108 del 14.3.2007, pag. 1.

[9]               COM(2010) 461 definitivo.

[10]             COM(2008) 886 definitivo/2.

[11]             Comunicazione sull’informazione scientifica nell’era digitale, COM(2007) 56, comunicazione sulle infrastrutture TIC per la e-scienza COM(2009) 108 e le relative conclusioni del Consiglio.

[12]             http://lod2.eu/.

[13]             http://www.openaire.eu/.

[14]             http://www.semic.eu/

[15]             McKinsey, op.cit.

[16]             Ibidem.

[17]             G. Vickery, op.cit.

[18]             Studio “Pricing of Public Sector Information”, Deloitte consulting et al., giugno 2011.

[19]             Alcuni esempi sono riportati sul sito:               http://www.dr0i.de/lib/2011/07/04/a_sample_of_data_hugging_excuses.html

[20]             Si vedano le relative proposte della Commissione, COM(2011)665, COM(2011)657/3.

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