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Document 52008AR0059

    Parere del Comitato delle regioni — Piano d'azione europeo per la mobilità del lavoro (2007-2010)

    GU C 325 del 19.12.2008, p. 66–69 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    19.12.2008   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 325/66


    Parere del Comitato delle regioni — Piano d'azione europeo per la mobilità del lavoro (2007-2010)

    (2008/C 325/11)

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    appoggia fermamente la posizione della Commissione, secondo cui «la mobilità dei lavoratori è indispensabile per consentire il funzionamento efficace del mercato unico e per offrire migliori posti di lavoro a un numero maggiore di persone, obiettivo chiave della strategia di Lisbona»,

    sottolinea che la «mobilità», in questo contesto, dev'essere intesa e promossa sia in termini di mobilità geografica (all'interno e tra gli Stati membri dell'UE) sia come mobilità economica e sociale e da un lavoro all'altro,

    condivide l'obiettivo della Commissione di sensibilizzare maggiormente un ampio pubblico alle opportunità e ai vantaggi offerti dalla mobilità e sottolinea il ruolo particolare che gli enti locali e regionali possono svolgere nel diffondere le informazioni pertinenti,

    esorta a rimuovere tutte le barriere giuridiche e amministrative alla libera circolazione della manodopera entro il 2011, anno in cui giungerà a termine il piano d'azione all'esame,

    compresa la rimozione di tutte le rimanenti barriere alla libera circolazione dei lavoratori provenienti dai 10 Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004, nonché dalla Bulgaria e dalla Romania,

    fermo restando che ai nuovi Stati membri, una volta che avranno aderito all'UE, non andrà applicata alcuna restrizione,

    raccomanda che gli enti regionali e locali incrementino le possibilità di collocamento professionale di breve o media durata per i lavoratori di altri Stati membri,

    reputa che gli enti locali e regionali debbano avere la competenza giuridica per svolgere queste funzioni in materia di mobilità professionale, specialmente per quanto riguarda la diffusione delle informazioni sia ai lavoratori che ai datori di lavoro a livello locale e regionale; analogamente, è importante anche che gli organismi nazionali e europei, se del caso, conferiscano loro competenze in tal senso.

    Relatore

    :

    Dave QUAYLE (UK/PSE), membro del consiglio della circoscrizione di Trafford

    Testo di riferimento

    Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — La mobilità, uno strumento per garantire nuovi e migliori posti di lavoro: Piano d'azione europeo per la mobilità del lavoro (2007-2010),

    COM(2007) 773 def.

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    Osservazioni generali

    1.

    appoggia fermamente la posizione della Commissione, secondo cui «la mobilità dei lavoratori è indispensabile per consentire il funzionamento efficace del mercato unico e per offrire migliori posti di lavoro a un numero maggiore di persone, obiettivo chiave della strategia di Lisbona»;

    2.

    sottolinea che la «mobilità», in questo contesto, dev'essere intesa e promossa sia in termini di mobilità geografica (all'interno e tra gli Stati membri dell'UE) sia come mobilità economica e sociale e da un lavoro all'altro;

    3.

    sottolinea che, nello spirito dei principi concordati della flessicurezza, la mobilità andrebbe esercitata come scelta dei lavoratori e va appoggiata al fine di minimizzare i rischi ad essa collegati e massimizzarne i benefici sia per i datori di lavoro che per i lavoratori.

    Seguito del piano d'azione del 2002

    4.

    è favorevole a migliorare i sistemi di istruzione e di formazione in modo da rispondere meglio alle esigenze del mercato del lavoro e preparare le persone alla mobilità mediante l'apprendimento delle lingue straniere e lo sviluppo delle competenze;

    5.

    è favorevole a rimuovere le barriere giuridiche e amministrative e a promuovere il riconoscimento transfrontaliero delle qualifiche;

    6.

    è favorevole ad istituire un portale unico d'informazione sulla mobilità basato sul sistema di offerte di lavoro Eures.

    Piano d'azione per la mobilità del lavoro (2007-2010)

    7.

    approva l'intenzione di migliorare le attuali prassi legislative e amministrative in materia di mobilità dei lavoratori per garantire che l'esercizio del diritto di mobilità non comporti una diminuzione della sicurezza sociale o altri rischi sproporzionati;

    8.

    riconosce la necessità di garantire che l'obiettivo della mobilità professionale abbia il sostegno politico delle autorità a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale ed europeo;

    9.

    concorda sulla necessità di rafforzare Eures quale strumento per facilitare la mobilità dei lavoratori e delle loro famiglie;

    10.

    condivide l'obiettivo della Commissione di sensibilizzare maggiormente un ampio pubblico alle opportunità e ai vantaggi offerti dalla mobilità e sottolinea il ruolo particolare che gli enti locali e regionali possono svolgere nel diffondere le informazioni pertinenti;

    11.

    si compiace della creazione della «Partnership europea per la mobilità del lavoro», un'iniziativa che comprende una rete di interessati impegnati nello sviluppo della mobilità del lavoro nell'UE (azione 14) e dell'inserimento, nel programma Progress, di un sostegno al finanziamento delle attività pilota, dello scambio di buone prassi, della disseminazione dei risultati dei nuovi sviluppi e dell'emergere di programmi innovativi (azione 15);

    12.

    esorta a rimuovere tutte le barriere giuridiche e amministrative alla libera circolazione della manodopera entro il 2011, anno in cui giungerà a termine il piano d'azione all'esame,

    i)

    compresa la rimozione di tutte le rimanenti barriere alla libera circolazione dei lavoratori provenienti dai 10 Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004, nonché dalla Bulgaria e dalla Romania;

    ii)

    fermo restando che ai nuovi Stati membri, una volta che avranno aderito all'UE, non andrà applicata alcuna restrizione;

    13.

    sottolinea che, per garantire che questa strategia abbia successo e quindi la mobilità diventi una realtà per tutti i lavoratori che desiderano cercar lavoro in un altro Stato membro,

    i)

    andrebbero fornite informazioni sui posti vacanti in altri Stati membri mediante Eures, i servizi nazionali di collocamento e, a livello locale e regionale, mediante gli enti locali o regionali;

    ii)

    gli Stati membri andrebbero incoraggiati a includere la mobilità geografica e da un lavoro all'altro tra le priorità delle loro strategie nazionali a favore dell'occupazione e dell'apprendimento permanente (azione 5);

    iii)

    i lavoratori devono essere informati del loro diritto di cercare lavoro in altri Stati membri, delle modalità pratiche in base alle quali procedere e di che cosa devono fare per salvaguardare i propri diritti previdenziali in tale processo;

    iv)

    i datori di lavoro, e in particolare le PMI a livello locale, devono essere consapevoli di poter assumere lavoratori di altri Stati membri, nel rigoroso rispetto di tutte le normative vigenti sul lavoro, sulla tutela del lavoro e sulla sicurezza sociale, e dei potenziali benefici che ciò comporta;

    v)

    occorre dare maggiore importanza all'apprendimento delle lingue e alla promozione del multilinguismo;

    vi)

    dovrebbe esserci un maggior riconoscimento transfrontaliero delle qualifiche, comprese quelle professionali;

    vii)

    le parti sociali devono essere coinvolte in tutti gli aspetti della mobilità professionale;

    viii)

    è essenziale garantire la trasferibilità dei diritti a pensione (azione 4) e prevedere disposizioni più flessibili in materia di sicurezza sociale negli e tra gli Stati membri;

    ix)

    occorre garantire che i funzionari locali, regionali e statali che lavorano nel settore ricevano una formazione adeguata su tutti gli aspetti relativi alla mobilità dei lavoratori per essere in grado di fornire informazioni rapide e corrette ai lavoratori che cercano lavoro in altri paesi e aiutarli, mettendosi in contatto con i servizi competenti del paese d'accoglienza, a essere garantiti sul piano della tutela giuridica e sociale;

    14.

    reputa che, per garantire che la mobilità non provochi tensioni e instabilità sociale nelle comunità ospitanti, sia necessario:

    i)

    appoggiare la Commissione europea nel promuovere il concetto di «mobilità equa»;

    ii)

    garantire che si continui a combattere sia il lavoro non dichiarato sia il dumping sociale (azione 6);

    iii)

    appoggiare il principio generale secondo cui i lavoratori migranti ricevono il medesimo salario, hanno il medesimo rapporto di lavoro e condizioni paragonabili a quelle dei lavoratori che esercitano la medesima attività o prestano servizio presso la medesima impresa nello Stato membro ospitante;

    iv)

    appoggiare il concetto di solidarietà e inclusione sociale tra i lavoratori migranti e quelli dello Stato membro ospitante.

    Il ruolo degli enti regionali e locali nel promuovere la mobilità professionale

    15.

    reputa che gli enti regionali e locali abbiano un ruolo fondamentale nel fornire informazioni, assieme ad altre agenzie nazionali ed europee, in merito ai posti vacanti in altri Stati membri e alle modalità pratiche per potervi accedere;

    16.

    è convinto che sia necessario, da un lato, garantire che i datori di lavoro a livello locale, in particolare nelle PMI, siano consapevoli del proprio diritto di assumere lavoratori provenienti da tutta l'UE e, dall'altro, fornire assistenza pratica e consulenza qualora essi desiderino avvalersi di questa opportunità;

    17.

    riconosce che gli enti locali e regionali sono spesso i principali fornitori di istruzione di livello primario e secondario e reputa che l'istruzione dovrebbe comprendere la formazione linguistica, la promozione del multilinguismo e lo sviluppo delle competenze interculturali necessarie per preparare le persone a vivere e lavorare in ambienti culturali diversi;

    18.

    sottolinea che gli enti regionali e locali promuovono e forniscono la formazione lungo tutto l'arco della vita (spesso in partenariato con altre agenzie);

    19.

    richiama l'attenzione sul fatto che gli enti regionali e locali sono importanti datori di lavoro e dovrebbero essere incoraggiati a cercare lavoratori in tutti gli Stati membri dell'UE per coprire i posti vacanti; raccomanda che gli enti regionali e locali incrementino altresì le possibilità di collocamento professionale di breve o media durata per i lavoratori di altri Stati membri.

    Per svolgere questi compiti ed essere generalmente coinvolti nella mobilità del lavoro, gli enti regionali e locali hanno bisogno di quanto segue:

    —   Base giuridica e di competenze

    20.

    reputa che gli enti locali e regionali debbano avere la competenza giuridica per svolgere queste funzioni in materia di mobilità professionale, specialmente per quanto riguarda la diffusione delle informazioni sia ai lavoratori che ai datori di lavoro a livello locale e regionale; analogamente, è importante anche che gli organismi nazionali e europei, se del caso, conferiscano loro competenze in tal senso.

    —   Risorse

    21.

    rileva che gli enti locali e regionali possono trovarsi sotto pressione quando un gran numero di lavoratori migranti inizia un'attività professionale e si domicilia nella loro area, in particolare se questo cambiamento è repentino; questo vale soprattutto per i servizi sociali, l'istruzione, l'assistenza sanitaria e gli alloggi. Occorre pertanto mettere a disposizione delle risorse per affrontare questa situazione. Quest'iniziativa non solo è utile per i nuovi arrivati, ma allevia anche le potenziali tensioni tra i lavoratori migranti e la comunità ospitante. Il Comitato appoggia pertanto gli sforzi intesi a raccogliere i dati statistici relativi alle esigenze dei diversi attori del mercato del lavoro e a scambiare tali informazioni a livello europeo al fine di migliorare la pianificazione e la gestione dei movimenti dei lavoratori. Le autorità nazionali, regionali e locali devono pianificare in anticipo, in modo coordinato, come strutturare i servizi sociali per gestire meglio l'afflusso di migranti europei. Ciò è necessario in parte poiché la migrazione intereuropea per motivi di lavoro aumenterà notevolmente in futuro e in parte dato che una mancata pianificazione e le conseguenti tensioni sociali e cattive relazioni a livello di comunità nuoceranno alla migrazione intereuropea e potrebbero perfino compromettere la stessa unità dell'Europa;

    22.

    occorre altresì rendere disponibili risorse per fornire informazioni relative alla mobilità professionale e al maggiore apprendimento delle lingue straniere.

    —   Consapevolezza e accesso alle «buone pratiche»

    23.

    sottolinea la propria disponibilità a continuare a svolgere un ruolo attivo in materia di mobilità professionale sia nel promuovere la mobilità sia nell'individuare le migliori pratiche garantendo poi che esse siano ampiamente disponibili ad altri enti locali e regionali;

    24.

    incoraggia gli enti regionali e locali a cooperare con istituzioni analoghe negli altri Stati membri per sviluppare «le buone pratiche» in questo settore e promuoverle poi a livello nazionale e in tutti gli Stati membri (azioni 7 e 15).

    Per quanto riguarda Eures

    25.

    appoggia la Commissione nel suo sforzo di sviluppare e rafforzare Eures, quale «unico strumento per facilitare la mobilità dei lavoratori e delle loro famiglie»; tuttavia, nel rispetto della sussidiarietà, esso va integrato con strutture a livello nazionale, regionale e locale;

    26.

    concorda con la Commissione sul fatto che il compito principale di Eures è «la sensibilizzazione sul principio della parità di trattamento e sul rispetto delle norme del lavoro all'interno dei mercati del lavoro europei» (azione 9);

    27.

    è d'accordo sul fatto che Eures dovrebbe «[migliorare] i suoi servizi per rispondere alle esigenze di categorie specifiche di lavoratori (disoccupati di lunga durata, lavoratori giovani, lavoratori più anziani, donne, [ecc.])» (azione 10).

    Bruxelles, 9 ottobre 2008.

    Il presidente

    del Comitato delle regioni

    Luc VAN DEN BRANDE


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