EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52006AR0272

Parere del Comitato delle regioni colmare il divario nella banda larga e piano d'azione e-Government per l'iniziativa i2010

GU C 146 del 30.6.2007, p. 63–68 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
GU C 146 del 30.6.2007, p. 9–9 (MT)

30.6.2007   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 146/63


Parere del Comitato delle regioni colmare il divario nella banda larga e piano d'azione e-Government per l'iniziativa i2010

(2007/C 146/09)

IL COMITATO DELLE REGIONI

ritiene che la disponibilità di connettività a banda larga a prezzi accessibili su tutto il territorio dell'Unione sia fondamentale per garantire servizi pubblici di qualità, promuovere la competitività e la produttività sui territori, nonché permettere uno sviluppo diffuso della società dell'informazione e della conoscenza anche in zone che tradizionalmente ne sono escluse; a questo proposito, reputa che la fornitura di connettività a banda larga dovrebbe essere garantita al pari dei servizi universali, quali l'acqua potabile e la fornitura di energia elettrica,

considera molto importanti i riferimenti della Commissione allo sviluppo rurale, all'uso dei fondi strutturali e alla sua valutazione della compatibilità con la disciplina comunitaria dei progetti concernenti l'accesso a servizi a banda larga finanziati con fondi pubblici,

auspica che il nuovo quadro normativo sulle comunicazioni elettroniche sviluppi una politica di utilizzo dello spettro radio in grado di favorire l'introduzione di tecnologie wireless a banda larga,

condivide la richiesta della Commissione agli Stati membri di rafforzare le loro strategie di sviluppo della banda larga incrementando il coinvolgimento delle autorità locali e regionali,

ritiene che l'e-Government inclusivo riguardi sia la lotta a possibili nuove esclusioni generate dalla messa in rete dei servizi (digital divide infrastrutturale e culturale) sia il potenziamento delle politiche per l'inclusione sociale grazie all'impiego delle TIC,

osserva che l'uso dell'e-Government dovrebbe essere finalizzato sia alla riorganizzazione e all'aggiornamento dei servizi resi dalle pubbliche amministrazioni, sia alla realizzazione di obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione. In tale contesto, reputa che vi sia un'evidente necessità di condividere le migliori soluzioni realizzate in ambito pubblico,

raccomanda pertanto di agevolare la cooperazione, lo scambio di conoscenze, la condivisione di soluzioni riutilizzabili e iniziative per una maggiore trasparenza e partecipazione alle decisioni pubbliche, in particolare nei processi decisionali dei parlamenti.

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioniColmare il divario nella banda larga (COM(2006) 129 def.),

vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioniIl piano d'azione e-Government per l'iniziativa i2010: accelerare l'e-Government in Europa a vantaggio di tutti (COM(2006) 173 def.),

viste le decisioni della Commissione europea del 20 marzo 2006 e del 25 aprile 2006 di consultarlo su entrambi gli argomenti a norma dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione del proprio Ufficio di presidenza, del 25 aprile 2006, di incaricare la commissione Cultura, istruzione e ricerca di elaborare un parere in materia,

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «i2010Una società europea dell'informazione per la crescita e l'occupazione» (COM(2005) 229 def.) (CdR 252/2005 fin) (1),

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioniConnessioni ad alta velocità in Europa: le strategie nazionali in materia di banda larga (COM(2004) 369 def.) (CdR 257/2004 fin) (2),

visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioniAggiornamento del piano d'azione eEurope 2005 (COM(2004) 380 def.) (CdR 193/2004 fin) (3),

visto il proprio progetto di parere (CdR 272/2006 riv. 2) adottato in data 30 novembre 2006 dalla commissione Cultura, istruzione e ricerca (relatore: Luciano CAVERI, presidente della regione autonoma Valle d'Aosta (IT/ALDE)),

ha adottato il seguente parere in data 13 febbraio 2007, nel corso della 68a sessione plenaria.

1.   Banda larga

Il divario nella banda larga

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.1

considera Internet come una delle più spettacolari innovazioni del nostro tempo, il cui potenziale di sviluppo economico può ancora produrre benefici sostanziali in termini di produzione di nuovi servizi, di creazione di posti di lavoro e opportunità di investimento, di aumento della produttività, di riduzione dei costi e di miglioramento della qualità della vita;

1.2

valuta che la diffusione delle tecnologie dell'informazione riveste un ruolo determinante nella realizzazione delle strategie di Lisbona e di Goteborg, sia per il miglioramento che esse determinano nel funzionamento delle imprese esistenti, sia per la crescita di imprese nuove ed innovanti, sia per il contributo determinante che possono offrire nella formazione dei lavoratori e dei cittadini in generale;

1.3

afferma l'importanza di incrementare la diffusione delle tecnologie informatiche disponibili a tutti i livelli della pubblica amministrazione, in particolar modo per quegli ambiti in cui gli enti pubblici sono impegnati a prestare servizi direttamente ai cittadini;

1.4

sottolinea però che i servizi on line, come l'e-Government, l'e-Health e l'e-Learning, l'e-Procurement, potranno diventare inclusivi e pienamente interattivi solo quando saranno disponibili ai cittadini e alle imprese dell'Unione europea attraverso connessioni a banda larga;

1.5

ritiene pertanto che la disponibilità di connettività a banda larga a prezzi accessibili su tutto il territorio dell'Unione sia una componente essenziale per garantire qualità dei servizi ai cittadini, promuovere la competitività e la produttività sui territori, nonché permettere uno sviluppo diffuso della società dell'informazione e della conoscenza anche in zone che tradizionalmente ne sono escluse;

1.6

apprezza il fatto che la comunicazione faccia numerosi ed espliciti riferimenti allo sviluppo rurale, compresa l'apertura di linee di finanziamento ad hoc, in quanto ciò mostra come la Commissione tenga nel debito conto sia l'impatto che un accesso capillare ai servizi a banda larga può avere sull'aumento della competitività delle zone rurali e sullo sviluppo equilibrato del territorio e, in generale, delle aree che soffrono di handicap geografici e naturali permanenti, sia l'alto valore aggiunto del quale possono beneficiare le attività produttive tradizionalmente insediate in queste zone;

1.7

considera pertanto importanti i riferimenti alle politiche che fanno capo alla direzione generale Politica regionale, in particolare relativamente all'uso dei fondi strutturali, e alla direzione generale Concorrenza, e più specificatamente la valutazione, da parte di quest'ultima, della compatibilità con la disciplina comunitaria di progetti concernenti l'accesso a servizi a banda larga finanziati con fondi pubblici in aree rurali;

1.8

teme che la diffusione della banda larga possa incappare nei tipici fenomeni di fallimento del mercato, quando gli operatori privati non vedono la redditività di investimenti infrastrutturali in aree marginali, rurali, a scarsa densità di popolazione o dove l'orografia del territorio li renda particolarmente complessi e onerosi. La dimostrazione di una tale apertura e flessibilità rappresenta un segnale importante e di buon auspicio, tenuto conto dell'essenzialità che la banda larga riveste per lo sviluppo socioeconomico di tali aree;

1.9

ricorda che, a sostegno di tale considerazione, il Comitato delle regioni, dopo aver analizzato e discusso, in varie occasioni, il range di soluzioni che le autorità locali e regionali stanno attivando in tutta Europa, ha rilevato chiaramente l'impossibilità di trovare una soluzione valida per ogni contesto. In particolare quanto può essere idoneo per i grossi centri urbani può non esserlo, ad esempio, nelle realtà svantaggiate, caratterizzate da un'orografia complessa e articolata oppure da una scarsa antropizzazione, tale da richiedere sforzi significativi per la diffusione di ogni tipo di servizio;

1.10

prende atto del significativo incremento della diffusione della banda larga avvenuto in questi ultimi anni. Tuttavia, confrontando l'obiettivo europeo di raggiungere almeno il 90 % della popolazione dell'Unione entro il 2010, permane una profonda differenza infrastrutturale tra i centri urbani e le periferie, così come tra i vecchi e nuovi Stati membri dell'Unione;

1.11

sottolinea tuttavia come la soglia di copertura del 90 % della popolazione non sia un elemento sufficiente, se non correlato con altri fattori (distribuzione geografica, densità insediativa). Infatti, in piccoli contesti, quali quelli montani, che spesso hanno difficoltà a disporre dei servizi universali (telefonia fissa e mobile, televisione terrestre, …), il 10 % residuo potrebbe significare la marginalizzazione di intere aree geografiche a bassa densità abitativa;

1.12

ricorda inoltre che, quando si parla di divario nella banda larga, deve essere posta una attenzione particolare al divario tra diffusione della banda larga e effettivo utilizzo. Colmare questo divario richiede azioni aggiuntive a livello locale di natura non tecnologica per favorire l'uso della banda larga alle persone più anziane e ai gruppi sociali più svantaggiati o tradizionalmente meno ricettivi, come ad esempio la popolazione rurale (eventi formativi, disponibilità di punti di accesso pubblico, …);

1.13

sottolinea infine che, nell'ambito della realizzazione delle infrastrutture di trasporto e dei servizi veicolati su di esse, sarà necessario prestare la massima attenzione al soddisfacimento di tutti i requisiti di sicurezza ad ogni livello per garantire adeguati standard di protezione e di rispetto della privacy degli utenti.

La situazione nei nuovi Stati membri

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.14

fa presente che, per quanto riguarda la valutazione della penetrazione, della copertura e dell'effettivo utilizzo di servizi on line a banda larga per i nuovi Stati membri, a livello regionale, non esistono ancora dati comparabili a quelli disponibili invece per gli Stati UE-15;

1.15

invita pertanto la Commissione a condurre rapidamente un'indagine circa lo stato dell'arte delle infrastrutture nelle regioni dei nuovi Stati membri e nelle aree meno urbanizzate dei vecchi Stati membri, al fine di individuare gli interventi necessari per aggiornare le infrastrutture esistenti allo standard necessario al raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona.

Le soluzioni tecnologiche

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.16

accoglie favorevolmente l'iniziativa della Commissione volta a rivedere il contesto normativo delle comunicazioni elettroniche;

1.17

auspica che nel nuovo quadro normativo sia assicurata, nel rispetto del principio di sussidiarietà, una competizione senza discriminazioni tra gli operatori e le tecnologie esistenti e future, sviluppando una politica di utilizzo dello spettro radio basata sul principio della «neutralità tecnologica». Questo perché la recente introduzione di tecnologie wireless, particolarmente adatte alla risoluzione dei problemi di copertura che si verificano in zone rurali o con orografie particolarmente difficili, necessitano che una parte sufficientemente estesa dello spettro sia resa disponibile a beneficio della diffusione della banda larga;

1.18

relativamente allo spettro, concorda pienamente con le comunicazioni presentate dalla Commissione in settembre e novembre 2005 ed in marzo e giugno 2006, riguardanti neutralità tecnologica, trasparenza, uso efficiente dello spettro e promozione di un ambiente competitivo ed innovativo che consenta alle nuove tecnologie di svilupparsi;

1.19

condivide la visione della Commissione europea secondo cui l'utilizzo delle frequenze non debba più seguire una logica per la quale ad ogni banda corrisponde una specifica tecnologia, finalizzata alla veicolazione del servizio assegnato alla frequenza (ad esempio i 900 MHz utilizzati dalla fonia mobile con il servizio eTacs);

1.20

chiede quindi che la Commissione europea contribuisca ad impostare una strategia che consenta un uso flessibile della tecnologia utilizzata all'interno della gamma di frequenze dello spettro;

1.21

sottolinea l'importanza che l'applicazione ed il rispetto del nuovo quadro normativo, basato sulla neutralità tecnologica, conducano alla messa a disposizione di frequenze per le comunicazioni wireless e alla diffusione della banda larga, con l'obiettivo di attenuare le gravi disparità di cui soffrono le aree ad handicap geografico e naturale permanente;

1.22

fa presente come tecnologie per la diffusione della banda larga quali il WiMAX permetterebbero di trovare soluzioni efficaci anche per queste aree geograficamente svantaggiate. A questo proposito è interessante citare, a titolo di esempio, come questa stessa tecnologia wireless sia attualmente oggetto di ingenti investimenti da parte degli operatori del settore attivi sul mercato statunitense.

Necessità dell'intervento pubblico

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.23

ritiene che la fornitura di connettività a banda larga dovrebbe essere garantita al pari dei servizi universali, quali l'acqua potabile e la fornitura di energia elettrica;

1.24

osserva che l'abbattimento del divario nella banda larga nelle aree particolarmente complesse dal punto di vista orografico, quali le aree ad handicap geografico e naturale permanente, comporta maggiori investimenti rispetto alle zone di pianura, tali da rendere economicamente non sostenibili investimenti remunerativi;

1.25

sottolinea come la consultazione pubblica aperta dal Digital Divide Forum abbia confermato l'importanza dell'intervento pubblico sia da parte delle autorità nazionali e locali sia da parte dell'industria e del mondo associativo.

L'uso dei fondi europei

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.26

concorda con la Commissione sull'importanza di incoraggiare le autorità locali e regionali a fare il miglior uso possibile delle opportunità offerte dai fondi strutturali e dal Fondo per lo sviluppo rurale sia per la fornitura che per l'uso della banda larga. Il Comitato delle regioni ha in numerose occasioni dimostrato la necessità e gli effetti positivi di questo approccio;

1.27

auspica che la Commissione puntualizzi i propri orientamenti in merito ai casi in cui i servizi senza filo a banda larga vengono predisposti, con il sostegno dei fondi strutturali, in regioni dove esiste già in parte un'offerta di tali servizi. Da un punto di vista geografico, e specialmente quando si utilizzano nuove tecnologie senza filo, risulta praticamente impossibile limitare l'accesso a tali tecnologie solo alle regioni a bassa densità di popolazione, escludendo i nuclei urbani dove tali servizi sono già disponibili;

1.28

desidera tuttavia attirare l'attenzione sul fatto che non tutte le aree rurali e le aree ad handicap geografico e naturale permanente, dove le azioni per colmare il divario digitale sono più urgenti e presentano problemi di più difficile soluzione, siano aree svantaggiate secondo i parametri utilizzati per l'eleggibilità ai finanziamenti dei fondi strutturali;

1.29

ritiene quindi importante trovare soluzioni nuove e flessibili per intervenire efficacemente in queste aree, sia con politiche di sostegno economico all'infrastrutturazione definite a livello locale e regionale ma coordinate a livello nazionale ed europeo, sia tramite linee guida che consentano di affrontare i fallimenti del mercato, evidenti nelle citate aree geografiche, nel rispetto dei principi comunitari della libera concorrenza;

1.30

evidenzia che, rispetto alla diffusione della banda larga nei territori ad handicap geografico e naturale permanente, sui quali, come si è detto, gli operatori non investono per l'impossibilità di un ritorno economico, sono difficilmente attuabili forme di partenariato pubblico-privato o moderne forme di project financing, se non con un preponderante investimento pubblico, che deve pertanto trovare nuove forme di incentivazione;

1.31

ritiene, inoltre, poco proficuo definire sgravi fiscali per gli abbonati in quanto il problema della diffusione della banda larga coinvolge principalmente non «la domanda» bensì «l'offerta». Si ritiene più proficuo studiare incentivi o sgravi fiscali su progetti di infrastrutturazione in aree a handicap geografico e commerciale permanente da parte degli operatori stessi, riducendo, pertanto, la curva di ritorno dell'investimento;

1.32

considerato l'impegno che egli stesso ha sempre profuso nei confronti di attività di scambio delle best practices, ritiene lodevole l'iniziativa della Commissione per incoraggiare ulteriormente lo scambio delle best practices e facilitare la domanda di aggregazione attraverso un sito web paneuropeo che serva da punto di raccolta delle informazioni, in particolare tra i fornitori e i governi locali e regionali;

1.33

ritiene quindi molto importante che la Commissione cerchi attivamente di creare significative sinergie tra i propri programmi settoriali e le azioni di finanziamento previste nell'ambito dei fondi strutturali e dello sviluppo rurale.

Strategie regionali e nazionali per lo sviluppo delle banda larga

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.34

condivide la richiesta della Commissione agli Stati membri di rafforzare le loro strategie di sviluppo della banda larga incrementando il coinvolgimento delle autorità locali e regionali e ponendo obiettivi misurabili per l'estensione della banda larga, specie per i servizi pubblici.

2.   i2010 — piano d'azione per l'e-Government

La correlazione tra broadband ed e-Government

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.1

condivide l'affermazione della Commissione, secondo cui la banda larga è uno dei principali fattori abilitanti la diffusione della società dell'informazione, in particolare, per assicurare eguaglianza di accesso a tutti i cittadini, aumentare la competitività delle imprese e migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione (PA);

2.2

ritiene che la presenza di un «digital divide infrastrutturale», ovvero di un divario fra chi abita in zone dove sono disponibili infrastrutture e servizi avanzati e chi abita in aree ad handicap geografico e naturale permanente, ove tali infrastrutture e servizi non sono disponibili, rappresenti un forte limite alla partecipazione di tutti alla società dell'informazione (e-Inclusion) e alla possibilità, da parte del settore pubblico in particolare, di pensare a forme innovative di interazione con i propri clienti, cittadini e imprese, determinando un vero e proprio lack democratico sostanziale;

2.3

ritiene altresì che permanga un importante «digital divide culturale», ovvero un divario relativo alle conoscenze che consentono di diventare utente dei servizi erogati tramite le TIC, tra nuovi e vecchi Stati membri, tra Stati membri e Stati membri, tra zone più urbanizzate e zone rurali, nonché tra le diverse generazioni e classi sociali che compongono la società europea, e che sia pertanto fondamentale trovare strumenti di intervento adeguati per dotare il più alto numero di cittadini delle conoscenze di base che consentano loro di trarre profitto dall'innovazione che si è verificata in questo campo.

Non lasciare indietro nessuno — accrescere l'inclusione tramite l'e-Government

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.4

ritiene che l'e-Government inclusivo riguardi sia la lotta a possibili nuove esclusioni generate dalla messa in rete dei servizi (digital divide infrastrutturale e culturale), sia il potenziamento delle politiche per l'inclusione sociale grazie all'impiego dell'Information and Communication Technology (TIC);

2.5

osserva che, al fine di evitare forme di emarginazione nell'accesso ai servizi pubblici, le amministrazioni dovrebbero impiegare la multicanalità permettendo all'utenza di interagire utilizzando il mezzo ritenuto più congeniale (sportello fisico, siti web, TV digitale, telefonia mobile, ecc.);

2.6

considera opportuno prevedere specifiche azioni di formazione e supporto per garantire pari opportunità favorendo l'accesso telematico ai servizi da parte dei cittadini socialmente svantaggiati;

2.7

riconosce la necessità che i portali delle amministrazioni pubbliche siano resi conformi agli standard di riferimento sulla web usability definiti dal W3C. Tale conformità potrebbe essere valutata da appositi organismi di certificazione riconosciuti a livello internazionale;

2.8

considera importante che ognuna delle azioni progettuali finalizzate all'inclusione venga inserita all'interno di un quadro programmatico d'insieme per mitigare il rischio di realizzare interventi isolati e non sinergici.

Concretizzare l'obiettivo di un governo efficace ed efficiente — metriche e bechmarking

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.9

osserva che l'uso delle TIC dovrebbe essere finalizzato sia alla riorganizzazione e all'aggiornamento dei servizi resi dalla PA, sia alla realizzazione di obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione;

2.10

constata che la riduzione dei tempi per spostamenti, code e espletamento delle pratiche, la maggior facilità nella compilazione dei moduli, un front office unico e la riduzione della possibilità di errore grazie al controllo diretto sui dati inseriti siano vantaggi che possono orientare l'erogazione di servizi verso forme più moderne alternative alle modalità tradizionali di erogazione;

2.11

ritiene utile lo sviluppo di metriche di misurazione dei costi, dei benefici, degli impatti, ecc. con indicatori e metodi condivisi a livello europeo;

2.12

è convinto che gli investimenti del settore pubblico, finalizzati all'integrazione e cooperazione tra sistemi, alla condivisione delle informazioni e all'erogazione di servizi on line, si dovrebbero tradurre nei seguenti principali benefici monetizzabili, quindi sommabili e confrontabili: risparmio di tempo per cittadini e imprese e maggiore efficienza e produttività della PA, oltre ovviamente a benefici qualitativi quali un alto livello di soddisfazione degli utenti riguardo ai servizi della PA e una maggiore trasparenza e responsabilità della PA;

2.13

ritiene che, per la definizione del sistema comune di metriche di valutazione, sarebbe utile comparare i diversi sistemi nazionali o regionali per poi adottare i modelli di eccellenza;

2.14

crede perciò che un ruolo importante possa essere svolto dalla condivisione delle migliori soluzioni realizzate in ambito pubblico (best practices), sia dal punto di vista organizzativo sia sotto il profilo tecnologico, al fine di ottimizzare le risorse disponibili, ma anche per costruire valore aggiunto con la creazione progressiva di comunità professionali in tema di e-Government secondo un'ottica sistemica. L'esame delle esperienze che non hanno prodotto i risultati attesi (worst practices) può inoltre essere utile per valutare i fattori di rischio e le criticità;

2.15

suggerisce che le PA titolari di programmi applicativi realizzati su commessa pubblica li rendano disponibili in formato sorgente, corredati dalla documentazione, in uso gratuito ad altre amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarli alle proprie esigenze.

Servizi chiave ad alto impatto per cittadini ed imprese

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.16

ritiene fondamentale, ai fini di un concreto sviluppo dell'e-Government su scala europea, identificare servizi ad alto valore aggiunto che possano avere un impatto importante per cittadini, imprese e per le stesse PA e svolgere una funzione trainante per la diffusione su larga scala dei fattori abilitanti illustrati al successivo punto 2.20;

2.17

auspica, con riferimento al principale servizio già identificato di e-Procurement:

l'adeguamento degli ordinamenti alla normativa europea in materia in tutti gli Stati membri,

la definizione delle condizioni organizzative per supportare l'e-Procurement presso gli Stati membri,

il perfezionamento degli standard tecnologici minimi, di interoperabilità e di sicurezza tra le diverse piattaforme.

I fattori chiave abilitanti per l'e-Government

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.18

ritiene che l'organizzazione degli enti pubblici, la convergenza della normativa a livello europeo, la diffusione della cultura innovativa fra le risorse umane nella PA, le modalità di gestione delle funzioni legate alle TIC siano tutti fattori che condizionano i processi di innovazione nella PA e lo sviluppo dell'e-Government;

2.19

suggerisce, rispetto a tali fattori, lo sviluppo di iniziative quali:

l'analisi e la revisione dei processi di back-office della PA, finalizzate sia a supportare l'erogazione di servizi on line a cittadini ed imprese, ritenuti strategici all'interno del piano di azione, sia a rivedere alcune logiche formali di cooperazione mediante un uso avanzato dei documenti digitali e della posta elettronica,

interventi a livello normativo, volti a definire strategie, regole, standard e formati comuni nell'ambito delle TIC con l'obiettivo di favorire l'interoperabilità e la cooperazione applicativa,

interventi di formazione diffusa e continua per tutto il personale dipendente, con particolare riferimento al personale tecnico specialistico (es. reti, sistemi, sicurezza, privacy), al personale direttamente coinvolto nei processi ad alto utilizzo di TIC (es. tecnologie web, sicurezza, privacy), al personale genericamente o indirettamente coinvolto nei processi di innovazione e ammodernamento (es. alfabetizzazione informatica, privacy),

l'incentivo all'utilizzo di piattaforme di tipo open source, per favorire, grazie a investimenti contenuti, lo sviluppo dell'e-Government e dei servizi on line anche presso le piccole amministrazioni,

la realizzazione di sistemi federati di autenticazione che permettano di identificare gli utenti che vogliono accedere ai servizi in rete,

la condivisione del patrimonio informativo pubblico, con l'obiettivo di eliminare i duplicati e le ridondanze di informazioni, al fine di garantire una maggior correttezza dei dati, inclusi quelli personali,

la costituzione di centri servizi territoriali (CST) che possano avviare e sostenere i processi di e-Government, garantendo alle amministrazioni partecipanti (con particolare riferimento a quelle di piccole e medie dimensioni) l'erogazione e la gestione di servizi TIC, il continuo miglioramento delle prestazioni e dei livelli di servizio e la disponibilità delle risorse professionali e tecnologiche.

Rafforzare la partecipazione e i processi decisionali democratici in Europa

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.20

considera il miglioramento dei processi decisionali pubblici ed una maggiore partecipazione dei cittadini agli stessi un fattore critico per la coesione della società europea, al quale le TIC possono fornire un contributo a vari livelli, anche se ritiene che permangano interrogativi su molti aspetti, dai rischi di una nuova esclusione alla qualità dei processi decisionali stessi;

2.21

ritiene quindi opportuno agevolare la cooperazione, lo scambio di conoscenze, la condivisione di soluzioni riutilizzabili e iniziative per una maggiore trasparenza e partecipazione alle decisioni pubbliche, in particolare nei processi decisionali dei parlamenti;

2.22

valuta fondamentale razionalizzare e strutturare le forme di comunicazione fra le istituzioni che producono norme, per una condivisione e un utilizzo coordinato di tutte le risorse, con particolare riferimento ai servizi che ogni pubblica amministrazione rivolge a cittadini e imprese;

2.23

è consapevole dei benefici del coinvolgimento dei cittadini in un processo continuo di miglioramento della qualità dell'azione amministrativa e dei servizi erogati dal settore pubblico. Tale coinvolgimento potrebbe essere agevolato anche attraverso la realizzazione di un osservatorio virtuale permanente, che consenta di rilevare indicazioni e suggerimenti che provengono dagli utenti fruitori degli stessi.

Bruxelles, 13 febbraio 2007.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Michel DELEBARRE


(1)  GU C 192 del 16.8.2006, pag. 21.

(2)  GU C 71 del 22.3.2005, pag. 55.

(3)  GU C 71 del 22.3.2005, pag. 59.


Top