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Document 32025D2254

Decisione (UE) 2025/2254 del Consiglio, del 27 ottobre 2025, relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione

ST/13303/2025/INIT

GU L, 2025/2254, 7.11.2025, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2025/2254/oj (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

Legal status of the document In force

ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2025/2254/oj

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Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea

IT

Serie L


2025/2254

7.11.2025

DECISIONE (UE) 2025/2254 DEL CONSIGLIO

del 27 ottobre 2025

relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 148, paragrafo 2,

vista la proposta della Commissione europea,

visto il parere del Parlamento europeo (1),

visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (2),

previa consultazione del Comitato delle regioni,

visto il parere del comitato per l’occupazione (3),

considerando quanto segue:

(1)

A norma dell’articolo 145 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) gli Stati membri e l’Unione devono adoperarsi per sviluppare una strategia coordinata a favore dell’occupazione, in particolare a favore della promozione di una forza lavoro qualificata, formata e adattabile, nonché di mercati del lavoro inclusivi, resilienti, orientati al futuro e in grado di rispondere ai mutamenti economici al fine di realizzare gli obiettivi di una crescita economica equilibrata, della piena occupazione e del progresso sociale, e di un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente di cui all’articolo 3 del trattato sull’Unione europea (TUE). In linea con l’articolo 146, paragrafo 2, TFUE, gli Stati membri devono considerare la promozione dell’occupazione una questione di interesse comune e devono coordinare in sede di Consiglio le loro azioni al riguardo.

(2)

A norma dell’articolo 3 TUE l’Unione deve combattere l’esclusione sociale e le discriminazioni e deve promuovere la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. A norma dell’articolo 9 TFUE, nella definizione e nell’attuazione delle sue politiche e azioni, l’Unione deve tenere conto delle esigenze connesse con la promozione di un elevato livello di occupazione, la garanzia di un’adeguata protezione sociale, la lotta contro l’esclusione sociale e un elevato livello di istruzione, formazione e tutela della salute umana.

(3)

L’Unione ha creato e attuato strumenti di coordinamento delle politiche economiche e occupazionali. Nell’ambito di tali strumenti, gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione («orientamenti in materia di occupazione»), quali figurano nell’allegato della decisione (UE) 2024/3134 del Consiglio (4), costituiscono, insieme agli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell’Unione, quali figurano nella raccomandazione (UE) 2015/1184 del Consiglio (5), gli orientamenti integrati. Gli orientamenti in materia di occupazione devono guidare l’attuazione delle politiche negli Stati membri e nell’Unione, rispecchiando l’interdipendenza tra gli Stati membri. Lo scopo è ottenere, grazie alla risultante serie coordinata di politiche e riforme a livello dell’Unione e nazionale, una combinazione adeguata e nel complesso sostenibile di politiche economiche, occupazionali e sociali che comporti ricadute positive per i mercati del lavoro e la società in generale, rafforzi la resilienza economica e sociale e risponda efficacemente alle sfide a medio e più lungo termine, che comprendono la necessità di rafforzare la competitività, l’incertezza riguardo alle politiche commerciali a livello mondiale, gli effetti connessi alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e il più ampio contesto geopolitico.

(4)

Per promuovere il progresso economico e sociale e la convergenza verso l’alto, sostenere le transizioni verde e digitale, rafforzare la base industriale, la produttività e la competitività dell’Unione, far fronte alle sfide demografiche e realizzare mercati del lavoro inclusivi e resilienti nell’Unione, gli Stati membri dovrebbero colmare le carenze di manodopera e di competenze e promuovere posti di lavoro di qualità e un’istruzione e formazione inclusiva e di qualità per tutti, in linea con la comunicazione della Commissione del 5 marzo 2025 dal titolo «L’Unione delle competenze», prestando particolare attenzione al miglioramento delle competenze di base, conformemente al piano d’azione sulle competenze di base, e delle competenze adeguate al mercato del lavoro, comprese quelle digitali e verdi, soprattutto tra gli studenti e gli adulti svantaggiati. Gli Stati membri dovrebbero anche promuovere l’istruzione e formazione nella scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (science, technology, engineering and mathematics – STEM) conformemente al piano strategico per l’istruzione STEM, rafforzare l’istruzione e formazione professionale orientata al futuro, in particolare attraendo le donne e le ragazze verso i settori STEM, la riqualificazione e il miglioramento del livello delle competenze lungo tutto l’arco della vita, impegnarsi per sistemi di istruzione inclusivi come pure garantire politiche attive del mercato del lavoro efficaci e il miglioramento delle condizioni di lavoro e delle opportunità di carriera, nel rispetto del ruolo e dell’autonomia delle parti sociali. Come enunciato nella raccomandazione del Consiglio del 16 giugno 2022 (6), l’integrazione sistematica della dimensione dell’istruzione e della formazione in altre politiche connesse alla transizione verde in una prospettiva di apprendimento permanente può sostenere l’attuazione di tali politiche. Il rafforzamento di questi elementi è particolarmente importante per le regioni meno sviluppate, remote e ultraperiferiche dell’Unione, dove le esigenze sono maggiori. Un’ulteriore risposta alle carenze registrate può consistere nel migliorare una mobilità equa dei lavoratori e dei discenti all’interno dell’UE e nell’attrarre e trattenere talenti da paesi terzi. Occorrerebbe inoltre rafforzare i legami tra i sistemi di istruzione e formazione e il mercato del lavoro nonché convalidare e riconoscere le abilità, le conoscenze e le competenze acquisite attraverso l’apprendimento non formale e informale.

(5)

Gli orientamenti in materia di occupazione sono in linea con il nuovo quadro di governance economica dell’Unione, entrato in vigore il 30 aprile 2024 (7), e con la vigente legislazione dell’Unione e varie iniziative dell’Unione, tra cui le raccomandazioni del Consiglio del 14 giugno 2021 (8), del 29 novembre 2021 (9), del 5 aprile 2022 (10), del 16 giugno 2022 (11), del 28 novembre 2022 (12), dell’8 dicembre 2022 (13), del 30 gennaio 2023 (14), del 12 giugno 2023 (15) e del 27 novembre 2023 (16), la raccomandazione (UE) 2021/402 della Commissione (17), la risoluzione del Consiglio del 26 febbraio 2021 (18), le comunicazioni della Commissione intitolate «Creare un’economia al servizio delle persone: un piano d’azione per l’economia sociale» del 9 dicembre 2021, «Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027» del 30 settembre 2020, «Un’Unione dell’uguaglianza: strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030» del 3 marzo 2021, «Strategia europea per l’assistenza» del 7 settembre 2022, «Un piano industriale del Green Deal per l’era a zero emissioni nette» del 1o febbraio 2023, «Rafforzare il dialogo sociale nell’Unione europea» del 25 gennaio 2023, «Cambiamento demografico in Europa: strumentario d’intervento» dell’11 ottobre 2023, «Valutare meglio l’impatto distributivo delle politiche degli Stati membri» del 28 settembre 2022, «Carenze di manodopera e competenze nell’UE: un piano d’azione» del 20 marzo 2024 e «L’Unione delle competenze» del 5 marzo 2025, le decisioni (UE) 2021/2316 (19) e (UE) 2023/936 (20) del Parlamento europeo e del Consiglio e le direttive (UE) 2022/2041 (21), (UE) 2022/2381 (22), (UE) 2023/970 (23) e (UE) 2024/2831 (24) del Parlamento europeo e del Consiglio.

(6)

Il semestre europeo riunisce vari strumenti in un quadro generale per la sorveglianza e il coordinamento multilaterali integrati delle politiche economiche e occupazionali all’interno dell’Unione. Il semestre europeo è uno strumento fondamentale per realizzare le priorità definite nella bussola per la competitività: quest’ultima fornisce un quadro per stimolare la competitività colmando il deficit di innovazione, decarbonizzando l’economia dell’Unione, riducendo le dipendenze eccessive e aumentando la sicurezza e definisce attivatori trasversali che comprendono competenze, posti di lavoro di qualità ed equità sociale. Il semestre europeo integra i principi del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamati dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione nel novembre 2017 (25) («pilastro europeo dei diritti sociali»), e il suo strumento di monitoraggio, ossia il quadro di valutazione della situazione sociale, il che rende possibile anche un’analisi dei rischi e delle sfide per la convergenza sociale verso l’alto nell’Unione, oltre a prevedere un forte coinvolgimento delle parti sociali, della società civile e delle altre parti interessate. Il semestre europeo sostiene anche il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite. Le politiche economiche, sociali e occupazionali dell’Unione e degli Stati membri dovrebbero andare di pari passo con la transizione equa dell’Europa verso un’economia digitale, a impatto climatico zero e sostenibile dal punto di vista ambientale, migliorare la competitività e la produttività, garantire condizioni di lavoro adeguate, favorire l’innovazione, promuovere la democrazia sul luogo di lavoro, il dialogo sociale, la giustizia sociale, le pari opportunità e la convergenza socio economica verso l’alto, affrontare le disuguaglianze e le disparità regionali e combattere la povertà e l’esclusione sociale.

(7)

I cambiamenti climatici e altre sfide legate all’ambiente, la necessità di garantire una transizione verde equa, l’indipendenza energetica, una maggiore competitività delle industrie a zero emissioni nette, la sovranità tecnologica, la necessità di aumentare la spesa per la difesa e di salvaguardare l’autonomia strategica aperta dell’Europa, come pure i cambiamenti demografici e lo sviluppo della digitalizzazione, in cui rientrano l’intelligenza artificiale, la gestione algoritmica, l’economia delle piattaforme e il telelavoro, stanno trasformando profondamente le economie e le società dell’Unione. L’Unione e gli Stati membri dovrebbero collaborare per affrontare in modo efficace e proattivo tali sviluppi strutturali e adeguare i sistemi esistenti a seconda delle necessità, riconoscendo la stretta interdipendenza tra le economie e i mercati del lavoro degli Stati membri e le politiche correlate. Ciò richiede un’azione sulle politiche coordinata, ambiziosa ed efficace a livello sia dell’Unione sia nazionale, che riconosca nel contempo il ruolo delle parti sociali, conformemente al TFUE e alle disposizioni del diritto dell’Unione in materia di governance economica, tenendo conto del pilastro europeo dei diritti sociali. Tale azione sulle politiche dovrebbe comprendere un rilancio degli investimenti sostenibili in tutte le regioni dell’Unione e un rinnovato impegno a favore di riforme strutturali opportunamente cadenzate e investimenti in grado di promuovere la crescita economica sostenibile e inclusiva, le competenze, posti di lavoro di qualità, la produttività, la competitività, le condizioni di lavoro eque, la coesione sociale e territoriale, la convergenza socioeconomica verso l’alto, la resilienza e la responsabilità di bilancio. Il sostegno dovrebbe essere fornito nell’ambito dei programmi di finanziamento dell’Unione esistenti, in particolare il dispositivo per la ripresa e la resilienza istituito dal regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (26) e i fondi della politica di coesione, compresi il Fondo sociale europeo Plus istituito dal regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio (27) e il Fondo europeo di sviluppo regionale disciplinato dal regolamento (UE) 2021/1058 del Parlamento europeo e del Consiglio (28), nonché il Fondo sociale per il clima istituito dal regolamento (UE) 2023/955 del Parlamento europeo e del Consiglio (29) e il Fondo per una transizione giusta istituito dal regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio (30). L’azione sulle politiche dovrebbe combinare misure sul versante dell’offerta e della domanda, tenendo conto nel contempo dei loro effetti a livello economico, ambientale, occupazionale e sociale.

(8)

Il pilastro europeo dei diritti sociali stabilisce venti principi e diritti a sostegno del buon funzionamento e dell’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale, strutturati in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e protezione sociale e inclusione. Tali principi e diritti orientano in modo strategico l’Unione, garantendo che le transizioni verso la neutralità climatica e la sostenibilità ambientale, la digitalizzazione e gli effetti del cambiamento demografico siano socialmente equi e giusti e preservino la coesione territoriale. Il pilastro europeo dei diritti sociali costituisce, unitamente al quadro di valutazione della situazione sociale, una guida per monitorare i risultati degli Stati membri negli ambiti sociale, dell’occupazione e delle competenze, compresa la convergenza sociale verso l’alto nell’Unione, nell’ambito del semestre europeo, per guidare le riforme e gli investimenti a livello nazionale, regionale e locale e per conciliare la dimensione sociale e quella di mercato nell’economia moderna attuale, anche attraverso la promozione dell’economia sociale. Il 4 marzo 2021 la Commissione ha presentato un piano d’azione per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali («piano d’azione»), che comprende gli obiettivi principali dell’Unione per il 2030, ambiziosi ma al tempo stesso realistici, in materia di occupazione (almeno il 78 % della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro), competenze (almeno il 60 % di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione) e riduzione della povertà (almeno 15 milioni di persone in meno a rischio di povertà o di esclusione sociale, compresi 5 milioni di minori) («obiettivi principali dell’Unione per il 2030»), come pure sotto-obiettivi complementari e una revisione del quadro di valutazione della situazione sociale.

(9)

Come riconosciuto dai capi di Stato o di governo in occasione del vertice sociale di Porto dell’8 maggio 2021 («vertice sociale di Porto»), l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali rafforzerà lo slancio dell’Unione verso una transizione digitale, verde ed equa e contribuirà a conseguire una convergenza verso l’alto in ambito socioeconomico e ad affrontare le sfide demografiche. I capi di Stato o di governo hanno sottolineato che la dimensione sociale, il dialogo sociale e il coinvolgimento attivo delle parti sociali sono al centro di un’economia sociale di mercato altamente competitiva e hanno accolto con favore i nuovi obiettivi principali dell’Unione. Come stabilito nell’agenda strategica 2019-2024 del Consiglio europeo, hanno affermato la loro determinazione a continuare ad approfondire l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali a livello dell’Unione e nazionale, tenendo debitamente conto delle rispettive competenze e dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Hanno infine sottolineato l’importanza di seguire da vicino, anche al più alto livello, i progressi compiuti verso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e degli obiettivi principali dell’Unione per il 2030.

(10)

Gli obiettivi principali dell’Unione per il 2030 sono stati accolti con favore dai capi di Stato o di governo in occasione del vertice sociale di Porto e dal Consiglio europeo del giugno 2021. Unitamente al quadro di valutazione della situazione sociale, essi agevolano il monitoraggio dei progressi compiuti verso l’attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali nell’ambito del quadro di coordinamento delle politiche nel contesto del semestre europeo. Con il vertice sociale di Porto gli Stati membri sono stati inoltre invitati a fissare obiettivi nazionali ambiziosi che, tenendo debitamente conto della posizione di partenza di ciascuno Stato membro, potessero contribuire adeguatamente al conseguimento degli obiettivi principali dell’Unione per il 2030. L’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi principali dell’Unione e degli obiettivi nazionali per il 2030 sono monitorati nella relazione comune sull’occupazione adottata dal Consiglio nel marzo 2025 («relazione comune sull’occupazione 2025») e inclusi negli strumenti di monitoraggio del semestre europeo. A partire dall’edizione del 2024 (31) la relazione comune sull’occupazione contiene una «prima fase dell’analisi per paese» sui potenziali rischi per la convergenza sociale verso l’alto, in linea con il quadro di convergenza sociale grazie al quale sono individuati gli Stati membri che presentano potenziali rischi da esaminare in una «seconda fase dell’analisi» più approfondita. Nella relazione comune sull’occupazione 2025 sono stati inizialmente individuati 10 Stati membri e non per tutti loro l’analisi più approfondita ha confermato l’esistenza di problematiche generali.

(11)

In seguito all’invasione russa dell’Ucraina il Consiglio europeo ha condannato, nelle conclusioni del 24 febbraio 2022, le azioni della Russia, tese a compromettere la sicurezza e la stabilità europee e mondiali, e ha espresso solidarietà nei confronti della popolazione ucraina, sottolineando la violazione da parte della Russia del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Nel contesto attuale, la protezione temporanea, concessa con decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio (32) e prorogata con decisione di esecuzione (UE) 2024/1836 del Consiglio (33), offre assistenza nell’Unione alle persone sfollate dall’Ucraina e consente loro di godere in tutta l’Unione di diritti minimi che offrono un livello adeguato di protezione. Partecipando ai mercati del lavoro dell’Unione, gli sfollati ucraini possono continuare a contribuire al rafforzamento dell’economia dell’Unione e a sostenere il proprio paese e il proprio popolo. In futuro l’esperienza e le competenze acquisite potranno contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina. Per i minori e gli adolescenti non accompagnati la protezione temporanea conferisce il diritto alla tutela legale e all’accesso all’educazione e cura dell’infanzia. Gli Stati membri dovrebbero continuare a coinvolgere le parti sociali nell’elaborazione, nell’attuazione e nella valutazione di misure strategiche volte ad affrontare le sfide in materia di occupazione e competenze, compresa quella del riconoscimento delle qualifiche delle persone sfollate dall’Ucraina. Le parti sociali svolgono un ruolo chiave nell’attenuare l’impatto di tale guerra in termini di salvaguardia dell’occupazione e della produzione.

(12)

Le riforme del mercato del lavoro, compresi i meccanismi nazionali di determinazione dei salari, dovrebbero tener conto delle pratiche nazionali di dialogo sociale e di contrattazione collettiva nonché dell’autonomia delle parti sociali, con l’obiettivo di garantire salari equi che consentano un tenore di vita dignitoso anche una volta in pensione, una crescita sostenibile e una convergenza socioeconomica verso l’alto. Tali riforme dovrebbero prevedere un’ampia analisi dei fattori socioeconomici, tra cui miglioramenti a livello di sostenibilità, competitività, innovazione, promozione di posti di lavoro di qualità, condizioni di lavoro eque, democrazia sul luogo di lavoro, parità di genere, prevenzione e riduzione della povertà lavorativa, istruzione, formazione e competenze di qualità, salute pubblica, protezione e inclusione sociale, cambiamento demografico e promozione delle pensioni integrative, come pure i redditi reali. L’importanza del dialogo sociale per affrontare le sfide nel mondo del lavoro, comprese le carenze di manodopera e di competenze, è stata ribadita in occasione del vertice di Val Duchesse del 2024 e nel patto per il dialogo sociale europeo firmato nel marzo 2025.

(13)

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell’Unione sostengono gli Stati membri nell’attuazione di riforme e investimenti in linea con le priorità dell’Unione, rendendo le economie e le società dell’Unione più sostenibili e resilienti e meglio preparate per le transizioni verde e digitale. La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha reso più acute le sfide socioeconomiche preesistenti, tra cui la povertà energetica dovuta all’aumento dei prezzi dell’energia, mentre le incertezze nel commercio mondiale e, più in generale, quelle derivanti dal contesto geopolitico mettono a rischio la crescita. Gli Stati membri e l’Unione dovrebbero continuare a garantire che gli impatti sociali, occupazionali ed economici siano attenuati e che le transizioni siano socialmente eque e giuste, anche alla luce del fatto che il rafforzamento dell’autonomia strategica aperta e un’accelerazione della transizione verde contribuiranno a ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia e di altri prodotti e tecnologie strategici. È essenziale rafforzare la resilienza e perseguire una società inclusiva, in cui le persone siano protette e dispongano degli strumenti per anticipare e gestire il cambiamento e possano partecipare attivamente a livello sociale ed economico.

(14)

Per sostenere l’integrazione nel mercato del lavoro e le transizioni al suo interno è necessario un insieme coerente di politiche attive del mercato del lavoro, che comprenda incentivi temporanei e mirati all’assunzione e alla transizione, politiche in materia di competenze, compreso l’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile, e servizi per l’impiego mirati, efficaci e adattabili. È dunque importante sfruttare appieno il potenziale inutilizzato del mercato del lavoro, tra l’altro favorendo la permanenza dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro e promuovendo percorsi di pensionamento flessibili, in linea con l’approccio di inclusione attiva e alla luce delle trasformazioni verde e digitale, come sottolineato tra l’altro nella dichiarazione di La Hulpe sul futuro del pilastro europeo dei diritti sociali del 2024 (34). Occorre garantire condizioni di lavoro adeguate e livelli adeguati di salute e sicurezza sul lavoro, che tengano conto della salute fisica e mentale dei lavoratori.

(15)

Si dovrebbe contrastare la discriminazione in tutte le sue forme, garantire la parità di genere e sostenere l’occupazione dei gruppi sottorappresentati nel mercato del lavoro. A tutti dovrebbero essere garantiti parità di accesso e pari opportunità e si dovrebbero ridurre la povertà e l’esclusione sociale, segnatamente dei minori, delle persone con disabilità e dei Rom, in particolare assicurando il funzionamento efficace dei mercati del lavoro e regimi di protezione sociale adeguati e inclusivi, come indicato nelle raccomandazioni del Consiglio dell’8 novembre 2019 (35) e del 30 gennaio 2023 (36). Si dovrebbero inoltre eliminare gli ostacoli che impediscono all’istruzione e formazione, all’apprendimento permanente e alla partecipazione al mercato del lavoro di essere di qualità, inclusivi e orientati al futuro. Gli Stati membri dovrebbero investire nell’educazione e nella cura della prima infanzia, in linea con la raccomandazione (UE) 2021/1004 del Consiglio (37) e la raccomandazione sugli obiettivi di Barcellona per il 2030 (38), nel rendere l’istruzione e formazione professionale più attraente e inclusiva, in linea con la raccomandazione del Consiglio del 24 novembre 2020 (39), e nelle competenze digitali e verdi, in linea con il piano d’azione per l’istruzione digitale e le raccomandazioni relative all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile e ai percorsi per il successo scolastico. L’accesso ad alloggi adeguati e a prezzi accessibili, anche tramite alloggi sociali, è una condizione necessaria per garantire le pari opportunità. La deprivazione abitativa dovrebbe essere affrontata in modo specifico mediante misure di prevenzione, la promozione dell’accesso ad alloggi permanenti e l’offerta di servizi di sostegno abilitanti sulla base di concetti come Housing First («Prima la casa»). Alla luce dei potenziali rischi futuri per la salute e in un contesto di società che invecchiano, sono particolarmente importanti un accesso tempestivo e paritario a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili, in linea con la raccomandazione del Consiglio dell’8 dicembre 2022 (40), e l’accesso ai servizi sanitari, comprese la prevenzione e la promozione della salute. Dovrebbe essere ulteriormente realizzato il potenziale delle persone con disabilità di contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sociale, in linea con la strategia per i diritti delle persone con disabilità, che invita gli Stati membri a stabilire obiettivi in materia di occupazione e apprendimento degli adulti per le persone con disabilità. Il Quadro strategico dell’UE per i Rom di cui alla comunicazione della Commissione, del 7 ottobre 2020 dal titolo «Un’Unione dell’uguaglianza: quadro strategico dell’UE per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom» del 12 marzo 2021 (41), sottolinea che nelle comunità Rom emarginate esistono le potenzialità per ridurre la carenza di manodopera e di competenze, punta a ridurre almeno della metà il divario nei livelli di occupazione tra le comunità Rom e il resto della popolazione. Le nuove tecnologie e l’evoluzione dei luoghi di lavoro in tutta l’Unione consentono modalità di lavoro più flessibili e un miglioramento della produttività e dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata, contribuendo nel contempo agli impegni dell’Unione in materia di ambiente. Per i mercati del lavoro tali sviluppi comportano anche nuove sfide, che incidono sulle condizioni di lavoro, sulla salute e sulla sicurezza sul luogo di lavoro e su un accesso effettivo dei lavoratori dipendenti e autonomi a una protezione sociale adeguata. Gli Stati membri, in collaborazione con le parti sociali, dovrebbero garantire che l’organizzazione di nuove forme di lavoro si traduca in posti di lavoro di qualità e in condizioni e luoghi di lavoro adeguati, sani e sicuri e consenta l’equilibrio tra vita privata e professionale e l’invecchiamento attivo e in buona salute, con il mantenimento dei diritti sociali e del lavoro consolidati e il rafforzamento del modello sociale europeo.

(16)

Gli orientamenti integrati dovrebbero servire da base per le raccomandazioni specifiche per paese che il Consiglio rivolge agli Stati membri. Gli Stati membri dovrebbero utilizzare appieno il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell’Unione, tra cui il Fondo sociale per il clima, il Fondo per una transizione giusta e InvestEU, istituito dal regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio (42), come pure lo strumento di sostegno tecnico, per favorire l’occupazione di qualità e gli investimenti sociali, lottare contro la povertà e l’esclusione sociale, combattere la discriminazione, garantire l’accessibilità e l’inclusione e promuovere le opportunità di miglioramento del livello delle competenze e riqualificazione della forza lavoro, l’apprendimento permanente come pure l’istruzione e formazione di alta qualità per tutti, comprese l’alfabetizzazione e le competenze digitali, in modo da dotare i cittadini delle conoscenze e delle qualifiche necessarie per un’economia digitale, verde e competitiva. Le modifiche introdotte dal regolamento (UE) 2024/795 del Parlamento europeo e del Consiglio (43)) e la comunicazione della Commissione dal titolo «Una politica di coesione modernizzata – Riesame intermedio» mirano ad allineare il sostegno alle nuove priorità strategiche, anche per colmare le carenze di competenze in alcuni settori, ad esempio per lo sviluppo e la produzione di tecnologie critiche, l’industria della difesa e i settori interessati dalla decarbonizzazione e dalle transizioni verde e digitale. Gli Stati membri dovrebbero inoltre avvalersi pienamente del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro, istituito dal regolamento (UE) 2021/691 del Parlamento europeo e del Consiglio (44), per sostenere i lavoratori collocati in esubero a seguito di eventi di ristrutturazione significativi, come le trasformazioni socioeconomiche derivanti da tendenze globali nonché dai cambiamenti tecnologici e ambientali. Sebbene destinati agli Stati membri e all’Unione, gli orientamenti integrati dovrebbero essere attuati in partenariato con tutte le autorità nazionali, regionali e locali, con lo stretto coinvolgimento dei parlamenti nazionali, delle parti sociali e dei rappresentanti della società civile.

(17)

In conformità dei rispettivi mandati a norma degli articoli 150 e 160 TFUE, il comitato per l’occupazione e il comitato per la protezione sociale dovrebbero monitorare come siano attuate le politiche in questione alla luce degli orientamenti in materia di occupazione. Tali comitati e altri organi preparatori del Consiglio coinvolti nel coordinamento delle politiche economiche e sociali dovrebbero collaborare strettamente. È opportuno mantenere il dialogo politico tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione, in particolare sugli orientamenti in materia di occupazione.

(18)

Il comitato per la protezione sociale è stato consultato,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

Gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione, quali figurano nell’allegato della decisione (UE) 2024/3134, sono mantenuti per il 2025 e gli Stati membri ne tengono conto nelle loro politiche a favore dell’occupazione e nei loro programmi di riforma.

Articolo 2

Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.

Fatto a Lussemburgo, il 27 ottobre 2025

Per il Consiglio

Il presidente

J. JENSEN


(1)  Parere dell’8 ottobre 2025 (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).

(2)  Parere del 18 settembre 2025 (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).

(3)  Parere dell’8 luglio 2025 (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).

(4)  Decisione (UE) 2024/3134 del Consiglio, del 2 dicembre 2024, relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (GU L, 2024/3134, 13.12.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2024/3134/oj).

(5)  Raccomandazione (UE) 2015/1184 del Consiglio, del 14 luglio 2015, relativa agli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell’Unione europea (GU L 192 del 18.7.2015, pag. 27, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2015/1184/oj).

(6)  Raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, relativa all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile (GU C 243 del 27.6.2022, pag. 1).

(7)  Regolamento (UE) 2024/1263 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2024, relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale e che abroga il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio (GU L, 2024/1263, 30.4.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/1263/oj).

(8)  Raccomandazione (UE) 2021/1004 del Consiglio, del 14 giugno 2021, che istituisce una garanzia europea per l’infanzia (GU L 223 del 22.6.2021, pag. 14, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2021/1004/oj).

(9)  Raccomandazione del Consiglio, del 29 novembre 2021, relativa ad approcci di apprendimento integrato per un’istruzione primaria e secondaria di alta qualità e inclusiva (GU C 504 del 14.12.2021, pag. 21).

(10)  Raccomandazione del Consiglio, del 5 aprile 2022, «Costruire ponti per un’efficace collaborazione a livello europeo nel campo dell’istruzione superiore» (GU C 160 del 13.4.2022, pag. 1).

(11)  Raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, relativa all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile (GU C 243 del 27.6.2022, pag. 1); raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, relativa a un approccio europeo alle microcredenziali per l’apprendimento permanente e l’occupabilità (GU C 243 del 27.6.2022, pag. 10); raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, sui conti individuali di apprendimento (GU C 243 del 27.6.2022, pag. 26); raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica (GU C 243 del 27.6.2022, pag. 35).

(12)  Raccomandazione del Consiglio, del 28 novembre 2022, sui percorsi per il successo scolastico che sostituisce la raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico (GU C 469 del 9.12.2022, pag. 1).

(13)  Raccomandazione del Consiglio, dell’8 dicembre 2022, relativa all’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili (GU C 476 del 15.12.2022, pag. 1); raccomandazione del Consiglio, dell’8 dicembre 2022, in materia di educazione e cura della prima infanzia: obiettivi di Barcellona per il 2030 (GU C 484 del 20.12.2022, pag. 1).

(14)  Raccomandazione del Consiglio, del 30 gennaio 2023, relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca l’inclusione attiva (GU C 41 del 3.2.2023, pag. 1).

(15)  Raccomandazione del Consiglio, del 12 giugno 2023, sul rafforzamento del dialogo sociale nell’Unione europea (GU C, C/2023/1389, 6.12.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1389/oj).

(16)  Raccomandazione del Consiglio, del 27 novembre 2023, sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale (GU C, C/2023/1344, 29.11.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1344/oj).

(17)  Raccomandazione (UE) 2021/402 della Commissione, del 4 marzo 2021, relativa a un sostegno attivo ed efficace all’occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 (GU L 80 dell’8.3.2021, pag. 1).

(18)  Risoluzione del Consiglio su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell’istruzione e oltre (2021-2030) (GU C 66 del 26.2.2021, pag. 1).

(19)  Decisione (UE) 2021/2316 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 dicembre 2021, relativa a un Anno europeo dei giovani (2022) (GU L 462 del 28.12.2021, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2021/2316/oj).

(20)  Decisione (UE) 2023/936 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, relativa a un Anno europeo delle competenze (GU L 125 dell’11.5.2023, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2023/936/oj).

(21)  Direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022, relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea (GU L 275 del 25.10.2022, pag. 33, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2022/2041/oj).

(22)  Direttiva (UE) 2022/2381 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 novembre 2022, riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori delle società quotate e relative misure (GU L 315 del 7.12.2022, pag. 44, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2022/2381/oj).

(23)  Direttiva (UE) 2023/970 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione (GU L 132 del 17.5.2023, pag. 21, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2023/970/oj).

(24)  Direttiva (UE) 2024/2831 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2024, relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali (GU L, 2024/2831, 11.11.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2024/2831/oj).

(25)  Proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali (GU C 428 del 13.12.2017, pag. 10).

(26)  Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/241/oj).

(27)  Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/1057/oj).

(28)  Regolamento (UE) 2021/1058 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 60, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/1058/oj).

(29)  Regolamento (UE) 2023/955 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, che istituisce un Fondo sociale per il clima e che modifica il regolamento (UE) 2021/1060 (GU L 130 del 16.5.2023, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2023/955/oj).

(30)  Regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo per una transizione giusta (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/1056/oj).

(31)  Nella sessione del Consiglio EPSCO del giugno 2023 si sono tenute discussioni su un quadro di convergenza sociale, con il contributo dell’EMCO e del CPS sotto forma di messaggi chiave basati sul lavoro svolto dall’apposito gruppo di lavoro congiunto EMCO-CPS da ottobre 2022 a maggio 2023. Per la prima volta, la relazione comune sull’occupazione 2024 conteneva, in via sperimentale, una prima fase dell’analisi per paese sui potenziali rischi per la convergenza sociale verso l’alto.

(32)  Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, del 4 marzo 2022, che accerta l’esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall’Ucraina ai sensi dell’articolo 5 della direttiva 2001/55/CE e che ha come effetto l’introduzione di una protezione temporanea (GU L 71 del 4.3.2022, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec_impl/2022/382/oj).

(33)  Decisione di esecuzione (UE) 2024/1836 del Consiglio, del 25 giugno 2024, che proroga la protezione temporanea introdotta dalla decisione di esecuzione (UE) 2022/382 (GU L, 2024/1836, 3.7.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec_impl/2024/1836/oj).

(34)  Firmata dal Regno del Belgio a nome di 25 Stati membri.

(35)  Raccomandazione del Consiglio, dell’8 novembre 2019, sull’accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi (GU C 387 del 15.11.2019, pag. 1).

(36)  Raccomandazione del Consiglio, del 30 gennaio 2023, relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca l’inclusione attiva (GU C 41 del 3.2.2023, pag. 1).

(37)  Raccomandazione (UE) 2021/1004 del Consiglio, del 14 giugno 2021, che istituisce una garanzia europea per l’infanzia (GU L 223 del 22.6.2021, pag. 14, ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/2021/1004/oj).

(38)  Raccomandazione del Consiglio, dell’8 dicembre 2022, in materia di educazione e cura della prima infanzia: obiettivi di Barcellona per il 2030 (GU C 484 del 20.12.2022, pag. 1).

(39)  Raccomandazione del Consiglio, del 24 novembre 2020, relativa all’istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza (GU C 417 del 2.12.2020, pag. 1).

(40)  Raccomandazione del Consiglio, dell’8 dicembre 2022, relativa all’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili (GU C 476 del 15.12.2022, pag. 1).

(41)  Raccomandazione del Consiglio, del 12 marzo 2021, sull’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom (GU C 93 del 19.3.2021, pag. 1).

(42)  Regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 marzo 2021, che istituisce il programma InvestEU e che modifica il regolamento (UE) 2015/1017 (GU L 107 del 26.3.2021, pag. 30, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/523/oj).

(43)  Regolamento (UE) 2024/795 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 febbraio 2024, che istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) e modifica la direttiva 2003/87/CE e i regolamenti (UE) 2021/1058, (UE) 2021/1056, (UE) 2021/1057, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) 2021/1060, (UE) 2021/523, (UE) 2021/695, (UE) 2021/697 e (UE) 2021/241 (GU L, 2024/795, 29.2.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/795/oj).

(44)  Regolamento (UE) 2021/691 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 aprile 2021, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG) e che abroga il regolamento (UE) n. 1309/2013 (GU L 153 del 3.5.2021, pag. 48, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/691/oj).


ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2025/2254/oj

ISSN 1977-0707 (electronic edition)


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