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Document 22014P1002(03)

Assemblea parlamentare paritetica dell'accordo di partenariato concluso fra i membri del gruppo degli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro — Processo verbale della seduta di mercoledì 19 marzo 2014

GU C 345 del 2.10.2014, pp. 9–43 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

2.10.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 345/9


ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA DELL'ACCORDO DI PARTENARIATO CONCLUSO FRA I MEMBRI DEL GRUPPO DEGLI STATI DI AFRICA, CARAIBI E PACIFICO, DA UN LATO, E L'UNIONE EUROPEA E I SUOI STATI MEMBRI, DALL'ALTRO

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 19 MARZO 2014

2014/C 345/03

Contenuto

1.

Dichiarazione di Kyriakos Gerontopoulos, viceministro degli affari esteri della Grecia e Presidente in carica del Consiglio dell'Unione europea

2.

Dichiarazione di Mwigulu Lameck Nchemba, viceministro delle finanze della Tanzania e Presidente in carica del Consiglio ACP

3.

Tempo delle interrogazioni con il Consiglio

4.

Discussione con il Consiglio — procedura catch-the-eye

5.

Sfide e opportunità nel conseguimento degli obiettivi di istruzione e formazione professionale nei paesi ACP

6.

Stato di avanzamento dei negoziati dell'OMC

7.

Votazione sulle proposte di risoluzione incluse nelle relazioni delle tre commissioni permanenti

8.

Votazione sulle proposte di risoluzione urgenti

9.

Varie

10.

Approvazione del processo verbale della seduta di lunedì 17 marzo 2014 pomeriggio e della sedute di martedì 18 marzo 2014, mattina e pomeriggio

11.

Data e luogo della 28a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Allegato I

Elenco alfabetico dei membri dell'Assemblea parlamentare paritetica...

Allegato II

Elenco di presenza alla sessione svoltasi dal 17 al 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia)

Allegato III

Accreditamento dei delegati non parlamentari

Allegato IV

Testi approvati

Risoluzione sulla diffusione globale del terrorismo: il ruolo di Internet e dei media sociali (ACP-EU/101.544/14/def.)

Risoluzione sull'integrazione regionale e la modernizzazione dei servizi doganali per lo sviluppo sostenibile nei paesi ACP in collaborazione con l'UE (ACP-UE/101.547/14/def.)

Risoluzione sull'estrazione del petrolio e dei minerali dai fondali marini nell'ambito dello sviluppo sostenibile (ACP-EU/101.546/14/def.)

Risoluzione sui diritti umani, economici e sociali dei migranti nei paesi ACP e dell'UE (ACP-UE 101.674/14/def.)

Risoluzione sulla situazione nella Repubblica centrafricana (ACP-UE/101.675/14/def.)

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 19 MARZO 2014

(La seduta inizia alle 9.05)

PRESIDENZA: Fitz A. JACKSON

Copresidente

1.   Dichiarazione di Kyriakos Gerontopoulos, viceministro greco degli affari esteri e Presidente in carica del Consiglio dell'Unione europea

Kyriakos Gerontopoulos delinea alcune problematiche di interesse comune per l'UE e l'Africa, tra cui quelle iscritte all'ordine del giorno del vertice UE-Africa e della riunione del Consiglio ACP-UE del mese di giugno 2014. Egli presenta le priorità della presidenza, tra cui il quadro per lo sviluppo post-2015, la migrazione e il contributo del settore privato allo sviluppo. Egli sottolinea inoltre il sostegno dell'Unione europea all'integrazione regionale, come previsto nella programmazione dell'11o Fondo europeo per lo sviluppo nelle regioni del Pacifico e dei Caraibi. Kyriakos Gerontopoulos sottolinea inoltre che il rapporto con i Caraibi è sempre più strettamente legato a problematiche di portata mondiale, quali la sicurezza e il clima.

2.   Dichiarazione di Mwigulu Lameck Nchemba, viceministro delle finanze della Tanzania e Presidente in carica del Consiglio ACP

Mwigulu Lameck Nchemba mette in rilievo il sostegno del gruppo ACP al ripristino della pace e dello Stato di diritto nella Repubblica centrafricana, riconoscendo anche il contributo dell'UE e il suo sostegno tramite la strumento per la pace in Africa. Egli osserva che le questioni commerciali connesse alle banane, lo zucchero e il cotone sono state tra gli elementi discussi dai ministri dei paesi ACP, sottolinea che l'UE dovrebbe rispondere alle preoccupazioni dei paesi ACP e chiede inoltre che le sovvenzioni ai produttori europei di cotone siano maggiormente disaccoppiate dalla produzione. Egli sottolinea i progressi nei negoziati per gli accordi di partenariato economico, ma ricorda che continua ad essere importante affrontare le preoccupazioni dei paesi in via di sviluppo anche dopo la conclusione di accordi, e rafforzare l'attenzione che essi rivolgono allo sviluppo.

3.   Tempo delle interrogazioni con il Consiglio

Mwigulu Lameck Nchemba risponde, a nome del Consiglio ACP, alle interrogazioni seguenti:

 

interrogazione n. 1 di Horst Schnellhardt sulla situazione nel Sud Sudan;

 

interrogazione n. 3 di Mariya Gabriel sulla riduzione della mortalità puerperale e neonatale nella Repubblica democratica del Congo;

 

interrogazione n. 4 di Olle Schmidt sulla libertà di espressione negli Stati ACP.

 

Gli autori delle interrogazioni nn. 1, 3 e 4 non hanno domande supplementari.

 

Gli autori delle interrogazioni nn. 2 e 5 non sono presenti.

 

Kyriakos Gerontopoulos risponde a nome del Consiglio dell'UE alle seguenti interrogazioni e quesiti supplementari:

 

interrogazione n. 6 di Horst Schnellhardt sulla situazione nel Sud Sudan;

 

interrogazione n. 7 di Enrique Guerrero Salom sul rappresentante speciale dell'UE per il Sudan;

 

interrogazione n. 8 di Gay Mitchell sul conflitto nella Repubblica centrafricana;

 

interrogazione n. 11 di Jo Leinen (sostituito da Norbert Neuser) sull'agenda per lo sviluppo post-2015;

 

interrogazione n. 13 di Mariya Gabriel sulla riduzione della mortalità puerperale e neonatale nella Repubblica democratica del Congo;

 

interrogazione n. 14 di Patrice Tirolien (sostituito da Miguel Ángel Martínez Martínez) sul finanziamento dello sviluppo e per i cambiamenti climatici;

 

interrogazione n. 15 di James Kembi-Gitura (Kenya) sull'evasione fiscale da parte di corporazioni multinazionali.

 

Gli autori delle interrogazioni nn. 6, 13, 14 e 15 non hanno domande supplementari.

 

Gli autori delle interrogazioni nn. 9, 10, 12, 14 e 16 non sono presenti.

4.   Discussione con il Consiglio — procedura catch-the-eye

Intervengono: Musa Hussein Naib (Eritrea), Laurent N’Gon-Baba (Repubblica centrafricana) e Mohamed El Moctar Zamel (Mauritania).

Kyriakos Gerontopoulos prende atto dell'apprezzamento espresso dai membri per le azioni dell'UE nella Repubblica centrafricana e della richiesta di accelerare l'implementazione della missione EUFOR CAR. Egli sottolinea l'importanza della libertà dei mezzi di comunicazione, compresa la libertà di pubblicare cose che i politici percepiscono come ingiuste. In risposta alle preoccupazioni riguardanti la capacità di assorbimento degli aiuti e le procedure onerose, sottolinea che la Commissione mantiene un dialogo costante con i paesi beneficiari e che la cooperazione deve essere basata su un accordo reciproco.

5.   Sfide e opportunità nel conseguimento degli obiettivi di istruzione e formazione professionale nei paesi ACP

Discussione senza risoluzione

Alice P. Albright (Capo esecutivo di The Global Partnership for Education) fa una presentazione sulla crisi dei finanziamenti destinati all'istruzione e sui costi economici e sociali di un'istruzione di scarsa qualità.

Intervengono: Boniface Yehouetome (Benin), Mariya Gabriel, Enrique Guerrero Salom, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Mo-Mamo Karerwa (Burundi), Koffi Didier Baudoua-Kouadio (Costa d'Avorio), Musa Hussein Naib (Eritrea), Netty Baldeh (Gambia), Ousmane Kaba (Guinea), Abdikadir Omar Aden (Kenya), Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Abdourahamane Chegou (Niger), Piet Van Der Walt (Namibia), Kennedy K. Hamudulu (Zambia), Edit Bauer e Luis Riera Figueras (Commissione europea).

I membri ACP sottolineano gli sforzi dei loro paesi per migliorare l'istruzione e la necessità di aumentare gli investimenti nella formazione professionale, concentrandosi sulle competenze degli insegnanti, aumentando le iscrizioni grazie all'abolizione delle tasse scolastiche, utilizzando le nuove tecnologie e alfabetizzando gli alunni alle tecnologie informatiche per migliorare l'accesso al mercato del lavoro. I membri trattano i temi di un migliore collegamento tra istruzione e integrazione nel mercato del lavoro, di favorire l'iniziativa imprenditoriale e di garantire sia l'educazione della prima infanzia per affrontare le disuguaglianze, che la formazione degli adulti per chi non ha potuto beneficiare di un'istruzione di qualità in gioventù.

6.   Stato di avanzamento dei negoziati dell'OMC

Discussione senza risoluzione

Yonov Frederick Agah (Vicedirettore generale dell'OMC) fa una presentazione sul tema del «pacchetto di Bali» sull'agevolazione degli scambi, l'agricoltura e lo sviluppo concordato alla 9a conferenza ministeriale dell'OMC nel dicembre 2013.

Intervengono: Netty Baldeh (Gambia), Kennedy K. Hamudulu (Zambia), Olle Schmidt, il copresidente Fitz A. Jackson, Yonov Frederick Agah e Paolo Garzotti (Commissione europea).

Alcuni membri ACP esprimono scetticismo, ma la maggior parte degli intervenuti accoglie con favore l'accordo, come anche altri elementi del «pacchetto di Bali» volti a incrementare gli scambi per creare posti di lavoro e ridurre la povertà. I membri sottolineano l'importanza di aggiungere valore ai beni all'interno dei paesi ACP e invitano i partner dell'UE a rispettare i propri impegni a fornire un'assistenza adeguata, compresi gli aiuti al commercio (Aid for Trade).

(La seduta termina alle 12.40 e riprende alle 15.00)

Fitz A. JACKSON

Louis MICHEL

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Copresidenti

Cosegretari generali

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

7.   Votazione sulle proposte di risoluzione incluse nelle relazioni presentate dalle tre commissioni permanenti

Il copresidente ricorda all'Assemblea le modalità di voto.

La diffusione globale del terrorismo: il ruolo di Internet e dei media sociali (ACP-EU/101.544/14/fin.)

Commissione per gli affari politici

Relazione di Moses Kollie (Liberia) e Zita Gurmai

Emendamenti approvati: 1, 2.

La risoluzione così modificata è approvata all'unanimità.

Integrazione regionale e modernizzazione dei servizi doganali per lo sviluppo sostenibile nei paesi ACP, in collaborazione con l'UE (ACP-EU/101.547/14/fin.)

Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio

Piet Van Der Walt (Namibia) e Oldřich Vlasák

Nessun emendamento presentato

La risoluzione è approvata all'unanimità.

Estrazione del petrolio e dei minerali dai fondali marini nell'ambito dello sviluppo sostenibile (ACP-EU/101.546/14/fin.)

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

Relazione di Joe Koim Komun (Papua Nuova Guinea) e Christa Klaß

Nessun emendamento presentato

La risoluzione è approvata all'unanimità.

8.   Votazioni delle proposte di risoluzione urgenti

Diritti umani, economici e sociali dei migranti nei paesi ACP e dell'UE (ACP-EU/101.674/14/fin.)

Nessun emendamento presentato

La risoluzione è approvata all'unanimità.

Situazione nella Repubblica centrafricana (ACP-EU/101.675/14/fin.)

Emendamenti approvati: 1 emendamento orale.

La risoluzione così modificata è approvata all'unanimità.

9.   Varie

Intervengono: Jacob Oulanyah (Uganda), Mohamed Y Goumaneh (Gibuti), Abdirizak Osman Hassan (Somalia) e Fitz A. Jackson (copresidente).

I membri chiedono ai copresidenti una dichiarazione di condanna all'attacco da parte di al-Shabaab, il 18 marzo 2014, contro la missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) e le forze nazionali somale a Buulo Burto (Somalia).

I membri sollevano la questione della mancanza di servizi di protocollo e di trasporto all'aeroporto di Strasburgo (Francia) e delle difficoltà per ottenere visti Schengen.

Il copresidente prende atto dell'attentato terroristico, esprime le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime e comunica che una dichiarazione sarà rilasciata quando l'accaduto sarà stata chiarito. Per quanto riguarda i visti Schengen, informa l'Assemblea che il governo belga si è impegnato a facilitare la concessione di visti e ha chiesto un elenco consolidato dei rappresentanti ACP e del personale partecipante all'Assemblea. Poiché alcuni paesi hanno presentato elenchi molto lunghi, non è ancora stato possibile inviare l'elenco consolidato al governo belga.

Il copresidente Fitz A. Jackson ringrazia Louis Michel per il suo appoggio e il suo impegno incessanti e profondi al partenariato ACP-UE e gli fa i migliori auguri per le elezioni al Parlamento europeo previste per il 22-25 maggio 2014. Il copresidente Louis Michel prende commiato dai membri del Parlamento europeo che non torneranno all'Assemblea, menzionando in particolare Miguel Ángel Martínez Martínez e Olle Schmidt.

10.   Approvazione del processo verbale della seduta di lunedì 17 marzo 2014 pomeriggio e della sedute di martedì 18 marzo 2014, mattina e pomeriggio

I processi verbali sono approvati.

11.   Data e luogo della 28a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

La 28a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica si terrà dal 1o al 3 dicembre 2014 a Port Vila (Vanuatu).

Il copresidente ringrazia i membri, le cosegreterie, gli interpreti, i gruppi politici e tutto il personale per il lavoro prestato durante la sessione e, in particolare, il Presidente Schulz per la sua dedizione e il sostegno costante per quanto riguarda i lavori dell'Assemblea e per aver contribuito a rendere questo incontro un successo.

(La seduta termina alle 15.35)

Fitz A. JACKSON

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


ALLEGATO I

ELENCO ALFABETICO DEI MEMBRI DELL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA

Rappresentanti dei paesi ACP

Rappresentanti del PE

JACKSON (GIAMAICA), copresidente

MICHEL, copresidente

 

 

ANGOLA

ALFONSI

ANTIGUA E BARBUDA

ALVES

BAHAMAS

BAUER

BARBADOS (VP)

BEARDER

BELIZE

BICEP

BENIN

BULLMANN

BOTSWANA

CALLANAN

BURKINA-FASO

CARVALHO

BURUNDI

CASA

CAMERUN

CASINI

CAPO VERDE

CASPARY

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

CASTEX

CIAD (VP)

CHRISTENSEN

COMORE

COELHO

CONGO (Repubblica democratica del) (VP)

DE KEYSER

CONGO (Repubblica del)

DELVAUX

ISOLE COOK

DE MITA

COSTA D'AVORIO

DE SARNEZ

GIBUTI

DURANT

DOMINICA

ENGEL

REPUBBLICA DOMINICANA

ESTARÀS FERRAGUT

ERITREA

FERREIRA, Elisa

ETIOPIA (VP)

FERREIRA, João

FIGI

FORD

GABON

GABRIEL

GAMBIA

GAHLER (VP)

GHANA

GOERENS (VP)

GRENADA

GRIESBECK

GUINEA

GUERRERO SALOM

GUINEA-BISSAU

HALL

GUIANA

HÄNDEL

HAITI

HANNAN

GIAMAICA

HAUG

KIRIBATI

JENSEN

LESOTHO

JOLY

LIBERIA

KACZMAREK

MADAGASCAR

KLAß (VP)

MALAWI (VP)

KORHOLA

MALI

KUHN

ISOLE MARSHALL (Repubblica delle)

KURSKI

MAURITANIA

LEGUTKO

MAURIZIO

LE PEN

MICRONESIA (Stati federati di)

LÓPEZ AGUILAR

MOZAMBICO (VP)

LÖVIN

NAMIBIA

McMILLAN-SCOTT

NAURU

MANDERS

NIGER

MARTIN

NIGERIA (VP)

MARTÍNEZ MARTÍNEZ

NIUE (VP)

MATO ADROVER

PALAU

MAYER

PAPUA NUOVA GUINEA

MITCHELL

RUANDA

MIZZI

SAINT KITTS E NEVIS

MOREIRA

SANTA LUCIA

NEUSER

SAINT VINCENT E GRENADINE

NICHOLSON (VP)

SAMOA

OMARJEE (VP)

SAO TOMÉ E PRINCIPE

OUZKÝ (VP)

SENEGAL (VP)

RIVASI (VP)

SEICELLE

ROITHOVÁ

SIERRA LEONE

RONZULLI (VP)

ISOLE SALOMONE

SCHLYTER

SOMALIA

SCHMIDT

SUD AFRICA

SUDANSURINAME (VP)

SCHNELLHARDT

SCOTTÀ

SWAZILAND

SENYSZYN

TANZANIA

SPERONI (VP)

TIMOR EST

ŠŤASTNÝ (VP)

TOGO

STRIFFLER

TONGA (VP)

STURDY

TRINIDAD E TOBAGO

TIROLIEN (VP)

TUVALU

TOIA

UGANDA

VAUGHAN (VP)

VANUATU

VLASÁK

ZAMBIA

WEBER

ZIMBABWE

WIELAND

 

ZANICCHI

 

ZIMMER


COMMISSIONE POLITICA

Membri ACP

Membri PE

HLONGWANE (ZIMBABWE), copresidente

CASA, copresidente

TOPSOBA (BURKINA FASO), VP

KORHOLA, VP

WAIS (DJIBOUTI), VP

CASTEX, VP

 

 

ANTIGUA E BARBUDA

ALFONSI

YEHOUETOME (BENIN)

CALLANAN

CAMERUN

CASINI

NGON-BABA (REPUBBLICA CENTRAFRICANA)

DE KEYSER

CHANFI (COMORE)

DURANT

NDOUANE (CONGO, REPUBBLICA DEL)

FERREIRA, ELISA

ZINSOU (COSTA D'AVORIO)

GABRIEL

VOCEA (FIGI)

GAHLER

SEERAJ (GUYANA)

GRIESBECK

HAITI

HANNAN

PHILIPS (GIAMAICA)

HÄNDEL

ADEN (KENYA)

KACZMAREK

KOLLIE (LIBERIA)

LE PEN

MALAWI

LÓPEZ AGUILAR

SOUKOUNA (MALI)

MANDERS

MARSHALL (ISOLE)

MARTÍNEZ MARTÍNEZ

SITHOLE (MOZAMBICO)

MOREIRA

NAURU

NICHOLSON

SAINT VINCENT E GRENADINE

ROITHOVÁ

NZOWA (TANZANIA)

SCHMIDT

LAY (TIMOR EST)

SPERONI

KLASSOU (TOGO)

STRIFFLER

LEUELU (TUVALU)

WIELAND


COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LE FINANZE E IL COMMERCIO

Membri ACP

Membri PE

KHAN (Trinidad e Tobago), copresidente

CARVALHO, copresidente

 

 

Uganda, VP

LEGUTKO, VP

Tonga, VP

ALVES, VP

 

 

BARBADOS

BICEP

MOTHALE (BOTSWANA)

KARERWA (BURUNDI)

ANDRADE RAMOS (CAPO VERDE)

BULLMANN

CASPARY

ENGEL

WA BASHARA (CONGO (RDC))

MESSU (GUINEA EQUATORIALE)

FORD

GOERENS

DABA (ETIOPIA)

GUERRERO SALOM

KABA (GUINEA)

JENSEN

GUINEA-BISSAU

KUHN

KIRIBATI

MARTIN

MAMANGY (MADAGASCAR)

MATO ADROVER

VAN DER WALT (NAMIBIA)

MAYER

AHMED (NIGERIA)

McMILLAN-SCOTT

TAGELAGI (NIUE)

MICHEL

SAO TOMÉ E PRINCIPE

MITCHELL

SALL (SENEGAL)

MIZZI

ISOLE SALOMONE

SAINT KITTS E NEVIS

OMARJEE

SCHLYTER

LONG (SANTA LUCIA)

OMER (SUDAN)

PANKA (SURINAME)

DLAMINI (SWAZILAND)

HAMUDULU (ZAMBIA)

ŠŤASTNÝ

STURDY

TIROLIEN

WEBER

ZANICCHI


COMMISSIONE PER GLI AFFARI SOCIALI E L'AMBIENTE

Membri ACP

Membri PE

ROGOMBE (Gabon), copresidente

RIVASI, copresidente

BALDEH (Gambia), VP

BAUER, VP

JIMÉNEZ (Repubblica Dominicana), VP

SCHNELLARDT, VP

 

 

XIRIMBIMBI (ANGOLA)

BEARDER

BAHAMAS

CHRISTENSEN

PEYREFITTE (BELIZE)

COELHO

WEIDOU (CIAD)

DELVAUX

ISOLE COOK

DE MITA

DOMINICA

DE SARNEZ

ERITREA

ESTARÀS FERRAGUT

BAGBIN (GHANA)

FERREIRA, João

GRENADA

HALL

LESOTHO

HAUG

ZAMEL (MAURITANIA)

JOLY

MAURIZIO

KLAß

MICRONESIA (STATI FEDERATI DI)

KURSKI

CHEGOU (NIGER)

LÖVIN

KANAI (PALAU)

NEUSER

KOIM (PAPUA NUOVA GUINEA)

OUZKÝ

RUANDA

RONZULLI

PURCELL (SAMOA)

SCOTTÀ

POOL(SEICELLE)

SENYSZYN

BUNDU (SIERRA LEONE)

TOIA

HASSAN (SOMALIA)

VAUGHAN

SUD AFRICA

VLASÁK

LENGKON (VANUATU)

ZIMMER


ALLEGATO II

ELENCO DI PRESENZA ALLA SESSIONE SVOLTASI DAL 17 AL 19 MARZO 2014 A STRASBURGO (FRANCIA)

(Kenya), copresidente

MICHEL, copresidente

 

 

FONTES PEREIRA (Angola)

BAUER (1)  (3)

FORBES (Bahamas)

BEARDER (1)

MOTLHALE (Botswana)

BINEV (1)

TAPSOBA (Burkina Faso)

CASHMAN. (1)  (2) (in sostituzione di TOIA, P.)

MO-MAMO KARERWA (Burundi)

CHRYSOGELOS (2)

GBERI (Camerun)

GABRIEL

ANDRADE RAMOS (Capo Verde)

GAHLER (VP)

NGON-BABA (Repubblica centrafricana)

GRIESBECK (2)

ALI ABAKAR (Ciad) (VP)

GUERRERO SALOM (3)

MABAYA (Congo, Repubblica democratica del) (VP)

HAUG

NDOUNE (Congo, Repubblica del)

KLAß (VP)

TOURE (Costa d'Avorio)

MARTÍNEZ MARTÌNEZ (1)

WAIS (Gibuti)

MAYER

DAGO (Etiopia) (VP)

MITCHELL

VOCEA (Figi*)

NEUSER

ROGOMBE (Gabon)

SCHMIDT

BALDEH (Gambia)

SCHNELLHARDT

BAGBIN (Ghana)

STASTNY (VP)

KABA (Guinea)

STRIFFLER

PHILLIPS (Giamaica)

ZABORSKA (3)

ADEN (Kenya)

 

KOLLIE (Liberia)

 

MAMANGY (Madagascar)

 

SOUKOUNA (Mali)

 

ZAMEL (Mauritania)

 

SITHOLE (Mozambico) (VP)

 

CHEGOU (Niger)

 

AHMED (Nigeria) (VP)

 

TAGELAGI (Niue) (VP)

 

KOMUN (Papua New Guinea)

 

UWIMANIMPAYE (Rwanda)

 

SALL (Senegal) (VP)

 

POOL (Seicelle)

 

BUNDU (Sierra Leone)

 

HASSAN (Somalia)

 

ROTHKEGEL (Sud Africa)

 

PANKA (Suriname) (VP)

 

DLAMINI (Swaziland)

 

NZOWA (Tanzania)

 

LAY (Timor Est)

 

TIGNOKPA (Togo)

 

TAIONE (Tonga) (VP)

 

KHAN (Trinidad e Tobago)

 

OULANYAH (Uganda)

 

HAMUDULU (Zambia)

 

HLONGWANE (Zimbabwe)

 

(*)

Paese rappresentato da una persona diversa da un parlamentare.

Hanno partecipato inoltre alla riunione:

ANGOLA

XIRIMBIMBI

TEIXEIRA

da CRUZ

AFONSO

NGOMA

CORDEIRO

JAIME

dos SANTOS

BAHAMAS

JACKSON

BARBADOS

BRATHWAITE

BENIN

TODJINOU

DAYORI

HOUNGNIGBO

BOTON

OGUIDAN

BOTSWANA

MANGOLE

SEEKETSO

SAUBI

BURKINA-FASO

OUEDRAOGO ZARE

DOAMBA

BAKIO

BURUNDI

MWIDOGO

NIYUNGEKO

MASUDI

BUCUMI

HABARUGIRA

BAZONYICA

NIYUBAHWE

Jean KAREKEZI

CAMERUN

NAAH ONDOUA

TCHATCHOUNG

AWUDU MBAYA

OWONA KONO

NGAYAP

MBASSA NDINE

ELOUMBA MEDJO

DAOUDA

MBANG EKOUTOU

REP. CENTRAFRICANA

NOUGANGA

CIAD

ADJI

TEKILO

DINGAOMAIBE

MOG-NANGAR

AFFONO

GUELPINA

COMORE

MOHAMED

CONGO, REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL

MABAYA GIZI AMINE

MUTIRI wa BASHARA

MOLIWA MOLEKO

KONDE VILA-ki-KAKANDA

BASIALA MAKA

KABAMBA WA UMBA

OTSHUMAMPITA ALOKI

EBUA LIHAU

KABWE

VUDISA MBOMGOMPASI

NGINDU KABUNDI BIDUAYA

LUKUKA

CONGO, Repubblica del

NDINGA MAKANDA

LIKIBI

DOUMA

NGAMELLA

COSTA D'AVORIO

ZINSOU

BAUDOUA-KOUADIO

TOURE

SANGANOKO

GIBUTI

GOUMANEH

HASSAN

SAID

BOURHAN ALI

GUINEA EQUATORIALE

MOHABA MESSU

TORAO OYO

OBAMA NSUE MENGUE

NGUEMA MANANA

NCHAMA ELA

CHEVOLA BOMALA

ERITREA

TEKLE

ETIOPIA

DABA WAKJIRA

DESTA

GABON

MILEBOU AUBUSSON MANGOUALA

MOMBO

RISSONGA

LOUNDOU

GAMBIA

SILLAH

NJIE

KEBBEH

CAMARA

GHANA

ASAMOAH

SARKU

OSEI-MENSAH

GUINEA

SYLLA

DIALLO

SYLLA

DIALLO

GROVOGUI

KENYA

KEMBI GITURA

JOHNSON

NJIRU

KARWITHA

NDINDIRI

LESOTHO

MAHASE-MOILOA

KOTO

MAPHIKE

MOQOLO

MALI

CISSE

HAMATOU

HAIDARA Aïchata CISSE

DIARRASSOUBA

TIMBINE

DIALLO

DIALLO

MAURITANIA

EL MOKHTAR

WANE

MARRAKCHY

MINT HAMA OULD GHRIB

MOZAMBICO

MALENDZA

MANUEL

DAVA

MATE

NAMIBIA

NAHOLO

NGHILEEDELE

MUCHILA

NIGER

ILLO

OUSMANE

TONDY

MAINA

IBRAHIM

ISSAKOU

CAZALICA

NIGERIA

MADWATTE

IBRAHIM

NSIEGBE

OKORIE

DALHATU

BURAIMO

MAIKASUWA

AUDU

AKPAN

ABDULLAHI

ALHASSAN

PAPUA NUOVA GUINEA

KALINOE, CSM CBE

BALANGETUMA

ME’ALIN

RUANDA

RUGEMA

SENEGAL

TALL

FALL

LO

DIALLO

SECK

SAMBOU

SEICELLE

FOCK TAVE

VEL

SAMSON

SIERRA LEONE

SORIE

LEWALLY

KUYEMBEH

KOROMA

SOMALIA

HASSAN

SUD AFRICA

ROTHKEGEL

SWART

SUDAN

HASSABELRASOUL

ABDELMAGID

OMER

MOHAMED

OSMAN

Tuna

TJIN A TSOI

WANGSABESARI

NELSON

NAAR

SWAZILAND

NHLEKO

TANZANIA

ZUNGU

MWANJELWA

THOMAS

MARWA

MBISE

YAKUBU

NZOWA

TIMOR EST

BRANCO

SANTOS

FILIPE

MARTINS

TRINIDAD E TOBAGO

KING-ROUSSEAU

JOSEPH

EDWARDS

UGANDA

BWAMBALE

AKOL

TANNA

MDHVANI

KIBIRIGE

KAWEESA

KAGORO

VANUATU

JOY

ZAMBIA

KABWE

NGULUBE

MUBANGA

ZIMBABWE

CHIKWINYA

MAHLANGU

CHIPARE

JURU

MASARA

CONSIGLIO ACP

Mwigulu LAMECK NCHEMBA, Viceministro delle finanze (Tanzania)

CONSIGLIO UE

Kyriakos GERONTOPOULOS, Viceministro degli affari esteri (Grecia)

COMMISSIONE EUROPEA

PIEBALGS, membro della Commissione responsabile per lo sviluppo

SERVIZIO EUROPEO PER L'AZIONE ESTERNA

COSTA PEREIRA, capo divisione, Affari pan-africani

COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

VERBOVEN

UNIONE AFRICANA

IGUEH

ECOWAS

KABORE

SEGRETARIATO ACP

MUMUNI, cosegretario generale

SEGRETARIATO UE

AGUIRIANO NALDA, cosegretario generale


(1)  Presente il 17 marzo 2014

(2)  Presente il 18 marzo 2014

(3)  Presente il 19 marzo 2014


ALLEGATO III

ACCREDITAMENTO DEI DELEGATI NON PARLAMENTARI

Figi

Peceli Vuniwaqa Vocea

Ambasciatore della delegazione di Figi


ALLEGATO IV

TESTI ADOTTATI

RISOLUZIONE (1)

sulla diffusione globale del terrorismo: il ruolo di Internet e dei media sociali

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Strasburgo (Francia) dal 17 al 19 marzo 2014,

visto l'accordo di partenariato ACP-CE di Cotonou, in particolare l'articolo 11A,

vista la convenzione dell'OUA sulla prevenzione e la lotta contro il terrorismo approvata nel 1999 e il piano d'azione della riunione intergovernativa di alto livello dell'Unione africana sulla prevenzione e la lotta contro il terrorismo in Africa approvato nel 2002,

viste le decisioni 3/04 e 7/06 del Consiglio ministeriale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa relative alla lotta contro l'utilizzo di Internet a fini di terrorismo,

viste le risoluzioni 1373 (2001), 1566 (2004) e 1624 (2005) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che costituiscono gli elementi essenziali del quadro giuridico internazionale per la lotta contro il terrorismo,

vista la strategia mondiale antiterrorismo delle Nazioni Unite approvata l'8 settembre 2006,

vista la relazione della commissione per gli affari politici (ACP-UE/101.544/14/A/def.),

A.

considerando il persistere delle minacce terroristiche in tutto il mondo, in particolare nei paesi ACP e nell'Unione europea;

B.

considerando che le politiche e le misure di contrasto al terrorismo possono essere efficaci solo quando sono condotte in conformità al diritto internazionale, in particolare al diritto internazionale in materia di diritti umani;

C.

considerando che la diffusione del terrorismo è accentuata dall'utilizzo di Internet e dei media sociali, che hanno reso la struttura, i metodi e i modi di finanziamento delle reti terroristiche più complessi e più difficili da smascherare;

D.

considerando che Internet e le reti sociali sono dei mezzi di comunicazione, vale a dire strumenti che possono essere utilizzati sia a fini terroristici, sia per la lotta contro la diffusione del terrorismo; che non è Internet di per sé che deve essere vista come una minaccia;

E.

considerando la nuova forma di terrorismo contro i servizi informatici, in particolare di enti pubblici, denominata «ciberterrorismo»;

F.

considerando che Internet e i media sociali come Facebook, Linkedin, Viadeo, Twitter e Youtube sono sempre più utilizzati da organizzazioni terroristiche per reclutare, finanziare, e formare gli internauti e incitarli a diffondere il terrore e a commettere atti terroristici;

G.

considerando che Internet costituisce una rete di comunicazione internazionale istantanea e uno spazio illimitato di interazione che sfugge alla censura; che Internet è anche un potente strumento per esercitare ricatti e pressioni sull'opinione pubblica internazionale attraverso la diffusione di immagini che mostrano esecuzioni o maltrattamenti inflitti a ostaggi;

H.

considerando che il ciberterrorismo permette ai gruppi terroristici di tessere e intrattenere legami senza l'ostacolo fisico delle frontiere, riducendo pertanto l'esigenza di disporre di basi o rifugi nei vari paesi; che questa caratteristica di transnazionalità rende necessario che gli Stati rispondano in modo coordinato a questo flagello;

I.

considerando che i terroristi si servono sempre più delle nuove tecnologie dell'informazione come mezzi per divulgare registrazioni audiovisive destinate a veicolarne l'ideologia, a propagare sentimenti di paura in seno alla popolazione, a individuare, reclutare e radicalizzare potenziali membri onde farne dei futuri combattenti, a raccogliere e trasferire fondi, a organizzare o incitare a compiere atti terroristici;

J.

considerando, inoltre, che le organizzazioni terroristiche utilizzano largamente Internet e i media sociali per mantenere i contatti tra di loro e tra le loro infrastrutture operative, spesso molto distanti le une dalle altre, per trasferire il know-how nel settore della fabbricazione di esplosivi e di razzi e per raccogliere donazioni;

K.

considerando che l'utilizzo di Internet e dei media sociali a fini terroristici è favorito dal fatto che gli Stati democratici esitano in generale, per tutelare la libertà di espressione, ad adottare misure e a prendere provvedimenti efficaci contro siti Internet che propagano ideologie radicali e predicano l'intolleranza, l'odio e la violenza;

L.

considerando che una serie di fattori socioeconomici e politici come la povertà, la disoccupazione giovanile, l'isolamento e l'esclusione sociale, l'intolleranza, la mancanza di istruzione, le ingiustizie sociali, i conflitti e il malgoverno possono costituire un terreno favorevole alla radicalizzazione;

M.

ribadendo che il terrorismo in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni costituisce una delle più gravi minacce per la pace e la sicurezza internazionali e che è quindi indispensabile combatterlo con ogni mezzo, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite, al diritto internazionale relativo ai diritti dell'uomo e al diritto umanitario internazionale;

N.

considerando che la risoluzione 1624(2005) del Consiglio di sicurezza dell'ONU esorta gli Stati ad adottare le opportune e necessarie misure, conformemente agli obblighi che loro incombono ai sensi del diritto internazionale, per vietare per legge l'istigazione a commettere atti terroristici e a prevenire tale comportamento.

O.

ribadendo gli impegni assunti dagli Stati ai sensi della strategia mondiale antiterrorismo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, in particolare quello di «coordinare gli sforzi su scala internazionale e regionale onde contrastare il terrorismo in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni su Internet» e «utilizzare Internet come strumento per contrastare il dilagare del terrorismo»;

1.

invita gli Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea a onorare i loro obblighi discendenti dalle risoluzioni 1373 (2001), 1566 (2004) e 1624 (2005) del Consiglio di sicurezza dell'ONU;

2.

esorta gli Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea a cooperare pienamente con il Comitato contro il terrorismo creato con la risoluzione 1373 (2001) e il Comitato creato con la risoluzione 1540 (2004) e invita tali organi a rafforzare la cooperazione tra di loro;

3.

esorta gli Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea a cooperare per rafforzare la vigilanza di fronte alle attività delle organizzazioni terroristiche; invita peraltro gli Stati ACP e l'Unione europea a reperire i mezzi per cooperare onde prevenire gli atti terroristici e lottare efficacemente contro il terrorismo, in particolare vigilando affinché le informazioni siano scambiate attraverso mezzi di comunicazione adeguati;

4.

chiede agli Stati ACP e agli Stati membri dell'Unione che non l'hanno ancora fatto di instaurare, in seno ai rispettivi governi, cellule di prevenzione e di lotta contro il terrorismo sotto ogni forma onde migliorare la cooperazione tra i servizi e assicurare il collegamento con i rispettivi interlocutori internazionali, regionali e subregionali, garantendo il diritto dei cittadini a far uso della libertà di espressione e a impegnarsi in un'opposizione e un dibattito democratici forti; invita gli Stati a rafforzare le capacità di sorveglianza di Internet, operando in stretta collaborazione con le università che formano gli esperti in questa materia;

5.

chiede alla Commissione e alle organizzazioni internazionali come il Comitato per la lotta contro il terrorismo (CTC), Interpol, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e la criminalità (UNODC) nonché l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) di dare l'assistenza necessaria agli Stati ACP per rafforzarne la capacità in materia di prevenzione e di lotta contro il terrorismo;

6.

invita gli Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea a scambiarsi informazioni sull'utilizzo di Internet per fini terroristici e a collaborare all'elaborazione di mezzi efficaci di lotta contro tale minaccia;

7.

chiede una rigorosa sorveglianza dei siti web che istigano all'odio e fanno circolare idee terroristiche, nonché informazioni collegate alle azioni e alle attività terroristiche; chiede altresì che tale sorveglianza sia trasparente e che i dati raccolti siano protetti;

8.

ricorda che Internet è uno strumento di grande pregio, che consente ai cittadini di esprimere o far valere il proprio punto di vista, di accedere all'informazione e di rivendicare diritti, e che costituisce un eccellente mezzo di comunicazione, di apertura al mondo e di arricchimento personale;

9.

invita gli Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea a adottare una legislazione in grado di introdurre procedure efficaci, trasparenti e democratiche che consentano di chiudere rapidamente i siti Internet che servono gli interessi dei terroristi;

10.

osserva che non è sufficiente adottare leggi per lottare contro il dilagare del terrorismo attraverso Internet e le reti sociali, vista la difficoltà di fare applicare tali leggi a livello della rete; invita quindi gli Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea a porre l'accento sulla prevenzione e l'informazione, in particolare presso i giovani, per renderli utenti responsabili e consapevoli, ma anche presso il personale impiegato più o meno direttamente nel settore della sicurezza nazionale, le cui informazioni personali, se lasciate su Internet, potrebbero essere utilizzate a fini di terrorismo;

11.

invita gli Stati ACP, gli Stati membri dell'Unione e la Commissione a lavorare in cooperazione con i grandi gruppi dell'industria della rete, in particolare le reti sociali, per trovare modalità di lotta contro l'utilizzo di Internet a fini di terrorismo, per sorvegliare, ma anche prevenire, il reclutamento di internauti, nel rispetto dei diritti dell'individuo alla vita privata e alla libertà di espressione; osserva che gli Stati e le organizzazioni internazionali hanno anch'essi la possibilità di ricorrere maggiormente a Internet e alle reti sociali per diffondere argomenti di contrasto volti a lottare contro la radicalizzazione;

12.

chiede ai governi di esercitare un rigoroso controllo onde evitare che donazioni elargite a organizzazioni caritatevoli e associazioni sociali si trasformino in fonti di finanziamento delle attività terroristiche;

13.

invita tutti gli Stati a cooperare senza riserve alla lotta contro il terrorismo conformemente agli obblighi che incombono loro in virtù del diritto internazionale;

14.

chiede alle competenti organizzazioni internazionali, regionali e sub-regionali di rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo e intensificare i rapporti con l'Organizzazione delle Nazioni Unite, in particolare con il Comitato contro il terrorismo, allo scopo di facilitare l'applicazione integrale e immediata della risoluzione 1373 (2001); incoraggia gli Stati membri dell'Unione europea e gli Stati ACP a intrattenere relazioni regolari con il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo e la lotta contro il terrorismo e a invitarlo alle riunioni;

15.

sottolinea l'esigenza di rafforzare maggiormente i programmi di lotta contro la povertà e l'emarginazione onde favorire la risoluzione dei conflitti per contenere la crescente fragilizzazione di interi strati della popolazione che possono essere indotti, per disperazione, a dare un certo credito ai discorsi di persuasione o di predicazione dei gruppi estremistici;

16.

invita tutti gli organi audiovisivi pubblici e privati a includere nelle rispettive produzioni contenuti destinati a informare le popolazioni sui pericoli connessi alla propaganda veicolata dei gruppi radicali e a combattere le idee distruttrici e estremistiche che vi sono associate;

17.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, all'Unione africana, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e alle organizzazioni regionali degli Stati ACP.

RISOLUZIONE (2)

sull'integrazione regionale e la modernizzazione dei servizi doganali per lo sviluppo sostenibile nei paesi ACP in collaborazione con l'UE

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Strasburgo (Francia) dal 17 al 19 marzo 2014,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visti l'accordo di partenariato fra i membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (accordo di Cotonou), in particolare gli articoli 36 e 37, nonché le modifiche apportate all'accordo nel 2005 (3) e nel 2010 (4),

vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, del 18 settembre 2000, che enuncia gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) quali obiettivi stabiliti collettivamente dalla comunità internazionale per l'eliminazione della povertà,

viste le comunicazioni della Commissione intitolate «Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento» (COM(2011)0637), e «Il futuro approccio al sostegno dell'Unione europea al bilancio dei paesi terzi» (COM(2011)0638),

vista la proposta della Commissione relativa a un regolamento del Consiglio relativo all'esecuzione dell'11o Fondo europeo di sviluppo (COM(2013)0445),

visto il regolamento (CE) n. 1528/2007 del Consiglio, del 20 dicembre 2007, recante applicazione dei regimi per prodotti originari di alcuni Stati appartenenti al gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) previsti in accordi che istituiscono o portano ad istituire accordi di partenariato economico (5),

visto il regolamento (UE) n. 978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate e che abroga il regolamento (CE) n. 732/2008 del Consiglio (6),

visto il regolamento (CE) n. 1207/2001 del Consiglio, dell'11 giugno 2001, sulle procedure destinate a facilitare il rilascio dei certificati di circolazione EUR 1, la compilazione delle dichiarazioni su fattura e dei formulari EUR 2 e la concessione della qualifica di esportatore autorizzato previsti dalle disposizioni sugli scambi preferenziali tra la Comunità europea e alcuni paesi e che abroga il regolamento (CEE) n. 3351/83 (7),

visti gli orientamenti comunitari sull'applicazione nella Comunità delle disposizioni relative alla validità delle prove dell'origine,

vista la comunicazione della Commissione che precisa le condizioni di informazione degli operatori economici e delle amministrazioni degli Stati membri in materia di regimi tariffari preferenziali in caso di «dubbio fondato» circa l'origine delle merci (8),

visto il manuale della Banca Mondiale del 2005 sulla modernizzazione delle dogane (versione francese 2007),

visto il consenso europeo in materia di sviluppo (9),

visti il codice delle Nazioni Unite per il commercio e i siti di trasporto (UN/LOCODE) e i relativi aggiornamenti annuali,

visti i codici SA dello strumento rapido doganale per il monitoraggio delle sostanze che riducono lo strato di ozono,

visto il documento dell'OCSE del luglio 2012 intitolato «Tax administration: detecting corruption», pubblicato nell'ambito dell'iniziativa CleanBiz (10),

vista l'ottava conferenza PICARD (Partnership in Customs Academic Research and Development) organizzata dall'OMD presso l'Istituto per il commercio e il diritto internazionale della National Research University di San Pietroburgo, dal 18 al 20 settembre 2013 (11),

visto il regolamento (UE) n. 528/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 giugno 2013, recante modifica del regolamento (CE) n. 450/2008, che istituisce il codice doganale comunitario (Codice doganale aggiornato), per quanto riguarda la data di applicazione (12),

visto il regolamento (UE) n. 608/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 giugno 2013, relativo alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle autorità doganali e che abroga il regolamento (CE) n. 1383/2003 del Consiglio (13),

visto l'accordo dell'OMC sull'applicazione dell'articolo VII (valutazione doganale) (14),

visto l'accordo dell'OMC sulle norme d'origine (15),

visti il documento dell'Organizzazione mondiale delle dogane intitolato «Customs in the 21st Century» e la risoluzione del Consiglio di cooperazione doganale del giugno 2009 sulla risposta continua dell'OMD alla crisi economica globale,

vista la nota 14 all'articolo 51 dell'accordo TRIPS dell'OMC sulle «merci contraffatte» e le «merci usurpative» (16),

vista la conferenza 2013 del CIAT sul Rafforzamento delle relazioni tra le autorità doganali e fiscali per lottare contro l'evasione fiscale, tenutasi a Nairobi (Kenya) dal 9 al 12 settembre 2013 (17),

viste la dichiarazione ministeriale e le decisioni della nona conferenza ministeriale dell'OMC organizzata a Bali dal 3 al 6 dicembre 2013,

vista la relazione della commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio (ACP-UE/101.547/14/def.),

A.

considerando che le dogane svolgono un ruolo essenziale nella riscossione delle imposte sul commercio di beni, le quali costituiscono una fonte di reddito imprescindibile per il bilancio pubblico, specialmente per i paesi, come la maggior parte degli Stati ACP, che devono lottare con livelli elevati di deficit e debito pubblico;

B.

considerando che uno degli obiettivi del sostegno di bilancio nel quadro dell'11o FES (2014-2020) è migliorare e intensificare l'assistenza tecnica e lo scambio di buone pratiche nel settore delle dogane;

C.

considerando che l'intensificazione dell'integrazione regionale nei paesi ACP, che comprenda la creazione e il mantenimento delle unioni doganali, necessita di una cauta modernizzazione delle dogane, di una buona governance e di trasparenza nelle questioni doganali, nonché di un quadro giuridico efficiente per ideare e attuare strumenti di difesa degli scambi;

D.

considerando che la modernizzazione delle dogane deve essere effettuata in modo trasparente, coinvolgendo i parlamenti e le parti interessate nazionali, e che il processo di modernizzazione dovrebbe comportare l'assunzione e la formazione di esperti doganali, un'adeguata infrastruttura tecnica, compresa la connettività TIC, e una maggiore capacità di esecuzione istituzionale da parte delle autorità doganali;

E.

considerando che le riforme nazionali e le iniziative d'integrazione regionale nel settore doganale devono essere condotte in sinergia con gli sforzi di agevolazione degli scambi nel quadro multilaterale dell'OMC;

F.

considerando che una rapida e completa applicazione delle disposizioni dell'accordo sulla facilitazione degli scambi concluso alla nona conferenza ministeriale dell'OMC a Bali contribuirà a ammodernare i regimi doganali e a accelerare le procedure commerciali nonché a migliorare gli scambi commerciali;

G.

considerando che la modernizzazione delle dogane dovrebbe funzionare in modo agevole per i consumatori al fine di coadiuvare la lotta contro le merci contraffatte e usurpative e contribuire così ad accrescere la possibilità di scelta e la sicurezza dei consumatori;

H.

considerando che per l'efficienza delle dogane è necessario ridurre la burocrazia, gli oneri amministrativi superflui e i costi che questi comportano, come pure mantenere condizioni di parità con gli altri partner commerciali, cosa che poi comporta sia un'integrazione regionale sia un sano commercio UE-ACP;

I.

considerando che, per facilitare il cumulo a livelli diversi, la Commissione impone la conclusione di accordi di cooperazione doganale con Stati e regioni, e che le norme d'origine SPG non prevedono il cumulo totale per i capi da 1 a 24 del codice del sistema armonizzato (SA), pur trattandosi dei prodotti per cui molti Stati ACP meno avanzati presentano un vantaggio concorrenziale e comparativo in materia di esportazioni;

1.

accoglie favorevolmente il ruolo più attivo delle amministrazioni doganali, non solo nell'esecuzione dei provvedimenti, ma anche nell'individuazione di possibili reati, specialmente reati di traffico illecito, ed evidenzia la necessità di combattere i reati fiscali e le cattive pratiche doganali, compresa la corruzione;

2.

ritiene che i paesi ACP trarrebbero grandi vantaggi dal rafforzamento delle autorità doganali nell'ottica di facilitare l'attuazione degli obiettivi di integrazione regionale;

3.

rileva l'importante ruolo svolto dalle unioni doganali regionali nell'agevolazione del commercio intraregionale;

4.

riconosce che i dazi doganali costituiscono un'importante fonte di entrate per i bilanci pubblici, specialmente per taluni paesi ACP, ma che essi non dovrebbero rappresentare l'unica fonte di reddito; sottolinea che l'abolizione delle tariffe, ovvero la riduzione dei dazi doganali, possono essere compensate da maggiori volumi degli scambi, da una diversificazione delle politiche fiscali, nonché da maggiori contributi RNL;

5.

loda i paesi OCSE che hanno riconosciuto la capacità dell'imposta sul valore aggiunto di generare introiti in modo trasparente e invita l'UE a fornire assistenza tecnica ai paesi ACP partner impegnati nel processo di introduzione di una tassa sui consumi ad ampio spettro per incoraggiare la conformità agli orientamenti OCSE in materia di IVA e di imposta sulle merci e sui servizi; sottolinea che, nel contesto della liberalizzazione internazionale degli scambi, l'introduzione dell'IVA rappresenta una delle migliori alternative ai dazi doganali;

6.

ritiene che le modifiche apportate alle regole preferenziali in materia di origine negli accordi di partenariato economico debbano tener conto dell'impatto sull'economia dei singoli paesi ACP misurato grazie a un'analisi dei costi e dei benefici associati; ritiene necessario che i metodi di calcolo ai fini della determinazione dell'origine, basati su un esame del valore aggiunto, siano soggetti a una rigorosa analisi dei costi e dei benefici per gli Stati membri dell'Unione e i paesi ACP;

7.

invita pertanto l'UE, in qualità di principale donatore di aiuti pubblici allo sviluppo a favore dei paesi ACP, e i governi beneficiari a impegnarsi per garantire che vi siano sufficienti risorse di bilancio, e chiede alle autorità doganali di dar prova di trasparenza e di responsabilità per migliorare l'efficienza delle loro operazioni quotidiane e l'impatto complessivamente positivo che esse hanno sullo sviluppo dei flussi commerciali legali, siano questi transfrontalieri, bilaterali, plurilaterali e multilaterali;

8.

evidenzia che, su richiesta, l'UE dovrebbe sostenere le riforme e la modernizzazione in ambito doganale, condividendo le sue competenze e migliori prassi in termini di cooperazione doganale e ottimizzando l'utilizzo dei fondi e degli strumenti nell'ambito del quadro esistente;

9.

incoraggia lo scambio di migliori prassi per quanto concerne la modernizzazione dei servizi doganali e l'agevolazione degli scambi tra l'Unione europea e i paesi ACP;

10.

evidenzia che le dogane contribuiscono alla gestione efficace ed efficiente delle frontiere, il che è fondamentale per promuovere gli scambi, ridurre i costi commerciali e quindi rafforzare la competitività di un paese, e che l'obiettivo primario delle dogane nel XXI secolo si sta spostando dal controllo fisico delle spedizioni all'atto dell'importazione alla verifica a posteriori mediante controlli basati su revisioni contabili, aspetto che aumenta la domanda di un sostegno TIC appropriato;

11.

è convinto che un sistema doganale ben funzionante sia un elemento centrale dello sviluppo sostenibile che permette, a titolo di esempio, la partecipazione del settore privato all'economia reale, la coesione regionale e l'integrazione dei mercati attraverso la cooperazione transfrontaliera, nonché lo sviluppo di un commercio aperto ed equo compatibile con l'OMC;

12.

ritiene che le tappe concrete che consentono di giungere alla modernizzazione delle dogane debbano concentrarsi, tra l'altro, sui seguenti obiettivi:

tenere in opportuna considerazione i pareri degli operatori economici autorizzati (OEA) per garantire la semplificazione efficace e l'ottimizzazione delle procedure in uso;

progettare e attuare un approccio basato sul rischio per il controllo dei pacchi e delle spedizioni nel quadro di una strategia efficiente di lotta alla contraffazione, evitando al contempo inutili oneri burocratici, ritardi nelle operazioni di sdoganamento e costi supplementari a carico di imprese e cittadini;

creare e attuare regole armonizzate nel quadro di una normativa doganale unica, che comprenda una tariffa esterna unificata, per ciascuna unione doganale, e la possibilità, per un rappresentante doganale conforme allo status OEA, di fornire i suoi servizi in un paese membro dell'unione doganale diverso da quello in cui è stabilito;

garantire che gli operatori economici autorizzati che operano nel rispetto delle norme e sono affidabili godano dei vantaggi derivanti dagli accordi internazionali sul riconoscimento reciproco dello status di OEA;

elaborare o rafforzare le misure in vigore per la tracciabilità delle merci;

garantire sufficienti opportunità di formazione per gli agenti doganali incaricati della verifica della documentazione per lo sdoganamento, soprattutto in materia di norme d'origine, codice UN/LOCODE e codici delle sostanze che riducono lo strato di ozono;

13.

ritiene inoltre che una banca dati degli operatori economici autorizzati, contenente informazioni sui reati doganali e sulle indagini in corso, messa gratuitamente a disposizione delle autorità doganali ACP, potrebbe agevolare la condivisione delle informazioni e delle migliori pratiche e aumentare la percentuale di attuazione delle norme doganali;

14.

invita la Commissione a instaurare, in cooperazione con le autorità doganali degli Stati membri dell'Unione e con il nuovo Osservatorio europeo per la contraffazione e la pirateria, un programma di scambi destinato agli esperti doganali e agli altri membri delle forze dell'ordine operanti nell'Unione e nei paesi ACP allo scopo di rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di lotta contro il commercio parallelo illecito di merci, di migliorare la tutela della proprietà intellettuale dei titolari di diritti registrati e di sorvegliare da vicino il commercio di sostanze che assottigliano lo strato di ozono e favoriscono il riscaldamento climatico;

15.

ritiene che l'efficacia delle politiche di protezione commerciale si basi su un sistema doganale moderno ed efficiente e che, pertanto, le autorità incaricate dello svolgimento delle pratiche di protezione commerciale dovrebbero tenere pienamente conto dell'esperienza e delle competenze delle autorità doganali;

16.

invita le amministrazioni doganali a rafforzare la cooperazione inter-agenzia con altre entità di frontiera e transfrontaliere, in particolare con le autorità sanitarie e di sicurezza, a livello ACP e di UE;

17.

invita l'Unione europea e i paesi ACP a incoraggiare eventuali iniziative miranti a una profonda integrazione regionale nel settore doganale, garantendo nel contempo che le norme stabilite mediante tali iniziative vadano in una direzione favorevole al regime multilaterale internazionale e perseguano l'obiettivo inteso a creare un mercato aperto ed equo;

18.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea e alla Presidenza del Consiglio dell'UE, nonché all'Unione africana, al Parlamento panafricano, ai parlamenti nazionali e regionali e alle organizzazioni regionali dei paesi ACP.

RISOLUZIONE (18)

sull'estrazione del petrolio e dei minerali dai fondali marini nell'ambito dello sviluppo sostenibile

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Strasburgo dal 17 al 19 marzo 2014,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto l'accordo di partenariato ACP-CE («accordo di Cotonou»), in particolare l'articolo 32 sull'ambiente e sulle risorse naturali, nonché l'articolo 49 relativo al commercio e all'ambiente,

vista la dichiarazione di Bruxelles sullo sviluppo sostenibile e la gestione dell'industria delle risorse minerarie degli Stati ACP (ACP/89/008/10), adottata nel corso della prima riunione dei ministri ACP competenti per l'industria delle risorse minerarie tenutasi dal 13 al 15 dicembre 2010 a Bruxelles, in Belgio,

viste la missione e le attività del Gruppo internazionale del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) sulla gestione sostenibile delle risorse naturali,

vista la sua risoluzione del 13 settembre 2011 su una strategia efficace per le materie prime in Europa (19),

visto lo studio del Centro africano per la politica commerciale sullo sfruttamento minerario, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sostenibile nelle regioni EAC (Comunità dell'Africa orientale), SADC (Comunità per lo sviluppo dell'Africa meridionale) ed ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale) (2009),

vista la direttiva 94/22/CE, del 30 maggio 1994, relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi,

vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino),

vista la direttiva 2013/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 giugno 2013, sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) del 1982 e l'accordo del 1994 relativo all'attuazione della parte XI della stessa,

visto il protocollo della convenzione di Barcellona del 24 marzo 2011 relativo alla protezione del Mare Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo («protocollo offshore»),

vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2007 dal titolo «Una politica marittima integrata per l'Unione europea» (COM(2007)0575),

vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Affrontare la sfida della sicurezza delle attività offshore nel settore degli idrocarburi» (COM(2010)560),

vista la comunicazione della Commissione del 13 settembre 2012 dal titolo «Crescita blu: opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo» (COM(2012)0494),

visto il codice minerario dell'Autorità internazionale dei fondali marini,

visto l'accordo internazionale sull'ambiente (IEA) del 14 agosto 1987 relativo alla risoluzione di problemi pratici rispetto alle aree minerarie dei grandi fondali marini, firmato da Canada, Belgio, Paesi Bassi, Italia e Russia,

visti gli atti del seminario internazionale sulle esigenze della gestione ambientale per la ricerca e lo sfruttamento di minerali dei grandi fondali marini, tenutosi a Nadi, nelle Figi, dal 29 novembre al 2 dicembre 2011,

vista la relazione della Commissione dell'11 settembre 2012 dal titolo «Progressi della politica marittima integrata dell'UE» (COM(2012)0491),

vista la relazione della commissione per gli affari sociali e l'ambiente (ACP-EU/101.546/14/def.),

A.

considerando che le risorse naturali costituiscono una condizione imprescindibile per l'attività economica, il lavoro e il benessere di un paese;

B.

considerando che le conseguenze a breve e a lungo termine delle operazioni estrattive, in particolare nel mare profondo, rimangono poco chiare e vi sono persistenti preoccupazioni circa la maggiore tossicità dell’acqua e un cambiamento nell’habitat, nonché circa le perdite, le fuoriuscite e la corrosione;

C.

considerando che, da un lato, le risorse sono limitate e, dall'altro, che nuove risorse sono necessarie per l'innovazione e lo sviluppo;

D.

considerando che qualsiasi attività di sfruttamento ed estrattiva ha un impatto sugli ecosistemi e sull'ambiente;

E.

considerando che molti paesi ACP dispongono di risorse minerarie nei fondali marini delle loro acque territoriali o nelle acque internazionali, siano esse costiere o marine profonde;

F.

considerando che le industrie manifatturiere attualmente si affidano spesso all'approvvigionamento di materie prime e del petrolio per la loro attività industriale e che la loro offerta è spesso controllata da alcuni fornitori;

G.

considerando che la maggior parte del petrolio estratto e dei minerali estratti dai fondali marini viene esportata senza un gran valore aggiunto nei paesi produttori ACP;

H.

considerando che l'accordo di Cotonou prevede la cooperazione in materia di protezione ambientale nonché utilizzo e gestione sostenibili delle risorse naturali e ribadisce l'impegno per la promozione del commercio internazionale in modo tale da garantire una gestione sana e sostenibile dell'ambiente;

I.

considerando che i governi dei paesi ACP esercitano la sovranità e la giurisdizione sulle rispettive zone economiche esclusive, in conformità con il diritto internazionale, così come gli Stati membri in virtù della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare;

J.

considerando che, in assenza di governi forti che regolamentino e controllino il settore minerario dei fondali marini, le attività di estrazione nei fondali marini svolte dalle imprese minerarie sono suscettibili di arrecare notevoli danni ambientali e sociali nel lungo termine;

K.

considerando che è un principio costante del diritto internazionale che le risorse minerarie in alto mare, essendo al di là della giurisdizione marittima della zona economica esclusiva di uno Stato, costituiscano patrimonio comune dell'umanità;

L.

considerando che tra il 1990 e il 2008 la produzione mondiale di 14 minerali più importanti è passata da 1 milione di tonnellate a circa 2,5 milioni di tonnellate, e che la domanda globale dovrebbe aumentare in modo significativo giacché la popolazione raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050;

M.

considerando che il codice minerario contiene un corpus completo di norme, regolamenti e procedure emanati dall'Autorità internazionale dei fondali marini per disciplinare la prospezione, la ricerca e lo sfruttamento dei minerali marini presenti nell'area internazionale dei fondali marini;

1.

esprime la propria preoccupazione che, malgrado i paesi in via di sviluppo dispongano di un ricco patrimonio di risorse minerarie, l'attuale modello commerciale, in base al quale tali paesi esportano materie prime e acquistano prodotti lavorati dai paesi industrializzati, non è riuscito ad affrontare i persistenti problemi di povertà;

2.

sottolinea innanzitutto che qualsiasi attività di sfruttamento e di estrazione dovrebbe cercare di mantenere intatti gli ecosistemi e di limitare le azioni di disturbo al minimo;

3.

invita i governi ACP-UE a porre fine alla «maledizione delle risorse» e a collocare le ricche risorse minerarie dei paesi ACP al centro della strategia di sviluppo volta a favorire tutta la popolazione anziché arricchire gli investitori e le piccole élite senza beneficiare i comuni cittadini;

4.

esorta i paesi ACP a impiegare esperti qualificati e dotati di esperienza in sede di negoziato dei contratti di estrazione con le società minerarie; incoraggia i paesi ACP ad investire anche nei propri specialisti in materia giuridica ed estrattiva attraverso l'istruzione e la formazione al fine di garantire un accumulo duraturo e sostenibile di conoscenze; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere iniziative di trasferimento delle conoscenze;

5.

ricorda che il passaggio a società a basse emissioni di carbonio, e quindi la sostituzione dei combustibili fossili, deve essere un obiettivo a lungo termine per i paesi ACP e UE; esorta i paesi e gli investitori a sfruttare in modo migliore le enormi potenzialità in materia di energie rinnovabili presenti nei paesi ACP;

6.

sottolinea il ruolo importante che i parlamenti nazionali devono svolgere nella sorveglianza degli accordi e dei contratti minerari affinché si assumano la loro responsabilità nei confronti dei cittadini;

7.

sottolinea che occorrono quadri normativi e regolamentari trasparenti e di efficace applicazione per disciplinare l'industria delle risorse minerarie dei fondali marini; ricorda, a tale proposito, la necessità di legiferare contro l'uso di sostanze tossiche vietate a livello internazionale; invita i governi e i parlamenti nazionali ad attuare le politiche e a regolamentare gli investimenti esteri nell'interesse pubblico, in consultazione con la società civile, in modo che gli investimenti esteri favoriscano l'economia locale, creino un valore aggiunto interno e promuovano lo sviluppo;

8.

sottolinea che i paesi devono garantire che le licenze di estrazione mineraria dai fondali marini siano rilasciate mediante una procedura trasparente, competitiva e non discrezionale e che le stesse devono contenere disposizioni giuridicamente vincolanti in materia di norme sociali e ambientali; chiede che i paesi controllino le attività di estrazione e verifichino che vengano applicate queste norme sociali e ambientali;

9.

invita tutti i paesi e i loro governi a prevedere obblighi e doveri per gli investitori stranieri che operano nei paesi in via di sviluppo per quanto concerne il rispetto dei diritti umani e ambientali e delle norme fondamentali dell'OIL;

10.

esorta i partner di sviluppo, compresa l'Unione europea, a fornire assistenza tecnica ai paesi che svolgono attività minerarie nei fondali marini per valutare l'impatto ambientale e sociale precedente e attuale di tali attività, a stabilire le responsabilità dei danni arrecati all'ambiente e alla salute a tutti i livelli, a risarcire le vittime e a recuperare l'ecosistema in base al principio «chi inquina paga»;

11.

esorta le società ad utilizzare le migliori tecnologie disponibili al fine di ridurre al minimo l'impatto ambientale a breve e a lungo termine dell’estrazione;

12.

accoglie con favore il progetto dal titolo «Deep Sea Minerals in the Pacific Islands Region: a Legal and Fiscal Framework for Sustainable Resource Management» (Le risorse minerarie in acque profonde nella regione delle isole del Pacifico: un quadro giuridico e di bilancio per una gestione sostenibile), finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del 10o Fondo europeo di sviluppo (FES) e realizzato dal Segretariato della Comunità del Pacifico (SPC); invita a realizzare studi scientifici e valutazioni riguardanti le opportunità e i rischi delle attività minerarie nei fondali marini, il loro impatto diretto e indiretto sull'ambiente e il loro rapporto costi-benefici;

13.

incoraggia i paesi ACP-UE a creare o rafforzare le agenzie nazionali per la scienza, la tecnologia e l'innovazione nonché la loro capacità di controllo onde promuovere le tecnologie e il know-how nell'esplorazione e nell'estrazione nei fondali marini al fine di migliorare la sostenibilità e la sicurezza nelle zone interessate;

14.

plaude alla consultazione pubblica della Commissione prevista per il 2014 sulle attività minerarie nei fondali marini in preparazione di una comunicazione che sarà pubblicata nel 2015; invita la Commissione a riferire periodicamente all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sui progressi realizzati nella procedura di consultazione;

15.

ricorda che l'esplorazione di idrocarburi può avere fin da ora conseguenze socio-ambientali impreviste; sottolinea che le società dovrebbero valutare gli impatti sociali e ambientali prima dell’esplorazione e dello sfruttamento;

16.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, alla presidenza del Consiglio dell'Unione europea, all'Unione africana, al Parlamento panafricano, all'Autorità internazionale dei fondali marini e al programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.

RISOLUZIONE (20)

sui diritti umani, economici e sociali dei migranti nei paesi ACP e dell'UE

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunita a Strasburgo (Francia) dal 17 al 19 marzo 2014,

visto l'articolo 18, paragrafo 2, del suo regolamento,

visto l'accordo di Cotonou rivisto, in particolare l'articolo 13 relativo al dialogo sulle migrazioni ACP-UE,

vista la dichiarazione congiunta del Consiglio ACP-UE sulla migrazione e lo sviluppo del giugno 2010,

vista la relazione sul dialogo 2011-2012 sulla migrazione e lo sviluppo approvata dal Consiglio dei ministri ACP-UE nella 37a sessione del 14 giugno 2012 a Port-Vila,

visto il dialogo di alto livello delle Nazioni Unite sulle migrazioni internazionali e lo sviluppo del 3 ottobre 2013 e la dichiarazione comune dell'Unione europea e dei suoi Stati membri e dei paesi ACP sul tema,

vista la creazione di un osservatorio ACP sulle migrazioni,

vista la strategia comune Africa-UE,

vista la dichiarazione congiunta Africa-UE sulla migrazione e lo sviluppo firmata a Syrte il 23 novembre 2006,

visti gli articoli 77 e 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'approccio globale alla questione delle migrazioni e della mobilità dell'Unione europea del 2005, rivista nel novembre 2011,

visti il patto europeo sull'immigrazione e l'asilo, approvato dal Consiglio nell'ottobre 2008, la prima relazione annuale della Commissione sull'immigrazione e l'asilo (2009) (COM(2010)0214) e le conclusioni del Consiglio sul seguito dato al patto europeo sull'immigrazione e l'asilo del 3 giugno 2010,

visto il regolamento (UE) n. 439/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, che istituisce l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (21),

visto il programma di Stoccolma per il periodo 2010-2014, il patto europeo sull'immigrazione e l'asilo e la comunicazione della Commissione del 20 aprile 2010 dal titolo "Creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei — Piano d'azione per l'attuazione del programma di Stoccolma (COM(2010)0171),

vista la direttiva 2013/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (22),

vista la direttiva 2009/50/CE del Consiglio del 25 maggio 2009 che stabilisce condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati (23), la direttiva 2011/98/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 dicembre 2011 relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro (24), e la proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro stagionale (COM(2010)0379),

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme per quanto riguarda la sorveglianza delle frontiere marittime esterne nel contesto della cooperazione operativa coordinata dall'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (COM(2013)0197),

vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 20 marzo 2013 dal titolo «Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte» (JOIN(2013)0004),

visto il discorso tenuto dal Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, dinanzi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 4 maggio 2010, in cui è stata sottolineata la necessità di un approccio globale alla gestione delle crisi e alla costruzione della pace e sono stati messi in risalto i legami evidenti esistenti tra sicurezza, sviluppo e diritti dell'uomo,

vista la risoluzione del Parlamento europeo del 5 aprile 2011 sui «Flussi migratori connessi all'instabilità: portata e ruolo della politica estera dell'UE (25)» e quella del 21 ottobre 2013 sui flussi migratori nel Mediterraneo, in particolare alla luce dei tragici fatti avvenuti al largo di Lampedusa (26) e la sua posizione del 5 febbraio 2014 sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei cittadini dei paesi terzi per motivi di lavoro stagionale (27), che copre i loro diritti umani, economici e sociali,

vista la relazione annuale 2012 dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) sullo stato della migrazione ambientale,

visto il mandato del relatore speciale sui diritti dell'uomo dei migranti, istituito nel 1999 dalla commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite,

vista la commissione mondiale sulle migrazioni internazionali, il dialogo di alto livello delle Nazioni Unite sulle migrazioni internazionali e lo sviluppo e il Forum mondiale sulla migrazione e lo sviluppo,

vista la convenzione internazionale delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata il 18 dicembre 1990;

vista la convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata e i relativi protocolli approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel novembre 2000,

visti le convenzioni di Ginevra del 1949 e i relativi protocolli aggiuntivi,

visti la convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati e il protocollo aggiuntivo del 31 gennaio 1967,

vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 7 dicembre 2000,

A.

considerando che l'instabilità politica, sociale e economica, la recessione, il malgoverno, l'insicurezza, le violazioni dei diritti dell'uomo, la repressione politica, le crisi umanitarie, le calamità naturali e le disparità crescenti delle condizioni di vita sono i principali fattori all'origine delle migrazioni; che gli Stati fragili sono i più vulnerabili agli sconvolgimenti interni e esterni;

B.

considerando che la migrazione costituisce un'opportunità e una sfida al contempo per lo sviluppo in quanto ha conseguenze importanti sul piano economico e sociale per i paesi d'origine, di transito e di destinazione nonché per i migranti stessi;

C.

considerando che la corretta gestione delle migrazioni può essere vantaggiosa sia per i paesi dell'Unione europea sia per i quelli ACP perché può aiutare a rispondere al fabbisogno di manodopera presente e futura e contribuire allo sviluppo di tutti i paesi;

D.

considerando che la migrazione Sud-Sud è molto più importante di quella Sud-Nord, in quanto la prima rappresenta il 62,6 % della migrazione totale; che l'84,7 % del totale dei migranti si stabiliscono al di fuori dell'Unione (28),

E.

considerando che secondo l'OIM si stima che il 50 % dei 214 milioni di migranti internazionali nel mondo erano lavoratori con una proporzione crescente di donne; che il fenomeno della femminilizzazione dei lavoratori migranti è stato osservato nel corso degli ultimi decenni;

F.

considerando che dal 2000 le migrazioni internazionali costituiscono un tema prioritario in materia di governance mondiale e che sono stati creati un gran numero di partenariati bilaterali e multilaterali; che l'emergere di un prospettiva che consideri la migrazione come una leva di sviluppo ha dettato le basi di nuove forme di cooperazione e di dialogo tra le regioni;

G.

considerando che occorre elaborare una politica dell'immigrazione più efficace e armonizzata onde appianare le relazioni tra i paesi d'origine, di transito e di accoglienza e garantire i diritti umani, economici e sociali dei migranti;

H.

considerando che il Consiglio ACP-UE ha deciso nel maggio 2011 di proseguire il dialogo sulla mobilità delle persone qualificate, la migrazione legale, la riammissione, i visti, l'introduzione clandestina di migranti e la tratta degli esseri umani, i diritti dei migranti e i trasferimenti di fondi; che i paesi ACP e quelli dell'Unione si sono impegnati a garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti a prescindere dal loro status di migranti;

I.

considerando che il partenariato Africa-UE sulle migrazioni, la mobilità e l'occupazione impegna le parti a dialogare sulle diaspore, sulle rimesse di denaro dei lavoratori emigrati, sulla fuga di cervelli, sul diritto dei migranti, sulle conseguenze sociali della migrazione, sulle migrazioni legali, circolari e clandestine, sui visti, sulle filiere dell'immigrazione clandestina e la tratta dei migranti, sulla riammissione e sul ritorno, sulla protezione dei rifugiati nonché sulla mobilità degli studenti;

J.

considerando che la discriminazione e la violenza che colpiscono particolarmente i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo e sono accompagnate da un aumento della xenofobia, dei sentimenti antimigranti, dei discorsi odiosi e dei crimini motivati dall'odio restano fonti di profonda preoccupazione per l'Unione e i paesi ACP;

K.

considerando che i passatori e i trafficanti di esseri umani sfruttano le migrazioni clandestine e che reti criminali introducono le vittime in Europa con la forza, l'astuzia o l'inganno e che tali problemi costituiscono una grave minaccia per la sicurezza dell'Unione e per la vita dei migranti;

L.

considerando che la protezione dei diritti dei migranti, compresi donne e bambini, è uno dei principali elementi della politica sostenibile dell'immigrazione;

M.

considerando che il nuovo regime d'asilo europeo comune (RAEC) rivisto mira a stabilire norme più precise e a garantire una tutela appropriata e equa per i profughi che hanno bisogno di protezione internazionale;

N.

considerando che la legislazione dell'UE contempla già alcuni strumenti che consentono il rilascio di visti umanitari per i rifugiati, tra cui il codice dei visti e il codice frontiere Schengen;

O.

considerando che occorre incoraggiare gli Stati membri dell'Unione a utilizzare i mezzi finanziari assegnati al fondo «Asilo e migrazione» nonché all'azione preparatoria volta a consentire il reinsediamento dei profughi in situazioni di emergenza;

P.

considerando che la migrazione legale è un processo di enorme valore per le persone che cercano di spostarsi dal proprio paese di origine e per il paese di accoglienza,

Q.

considerando che la migrazione può esacerbare la fuga di cervelli, fenomeno che ha ripercussioni negative sul lungo termine sul mercato del lavoro dei paesi in via di sviluppo;

1.

chiede ai paesi ACP e a quelli dell'Unione europea di impegnarsi di più a favore del rafforzamento della cooperazione nel settore della migrazione e dello sviluppo e promuovere una corretta gestione delle migrazioni che consenta di favorire uno sviluppo sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale; sottolinea che un miglior coordinamento della gestione delle migrazioni dovrebbe garantire il pieno rispetto dei diritti umani, sociali e economici dei migranti;

2.

rileva che è necessario rafforzare il partenariato tra i paesi d'origine, di transito e di destinazione onde gestire meglio la migrazione in modo globale attraverso la condivisione delle responsabilità e la cooperazione;

3.

insiste sul fatto che la povertà, il crollo delle economie, la mancanza di sviluppo, di crescita in favore dei poveri e di occupazione, le violazioni dei diritti dell'uomo e i conflitti armati sono le cause fondamentali all'origine delle migrazioni internazionali; chiede all'Unione di aumentare gli sforzi per quanto riguarda lo sviluppo e la democratizzazione dei paesi d'origine e di promuovere lo stato di diritto; incoraggia i paesi ACP a approvare politiche efficaci e mirate maggiormente a ridurre la povertà e a favorire lo sviluppo economico con l'obiettivo di creare posti di lavoro;

4.

esprime preoccupazione dinanzi al numero crescente di persone che rischiano la vita intraprendendo pericolose traversate del Mediterraneo in direzione dell'UE; ricorda che la solidarietà europea deve andare di pari passo con la responsabilità; ricorda agli Stati membri dell'Unione che hanno l'obbligo giuridico di venire in aiuto ai migranti in mare; chiede a tal fine ai paesi ACP, in particolare all'Eritrea, da cui proviene la maggior parte delle vittime, di cercare di attuare una cooperazione internazionale per lottare contro la tratta di esseri umani e garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini;

5.

sottolinea che la vigente legislazione dell'Unione (direttive 2009/50/CE e 2011/98/UE) garantisce la parità di trattamento tra gli immigranti legali e i cittadini dello Stato membro d'accoglienza per quanto riguarda: i) le condizioni di lavoro, ii) la libertà di riunione, iii) l'istruzione e la formazione professionale, iv) il riconoscimento di diplomi, certificati e altre qualifiche professionali, v) i settori della sicurezza sociale, vi) i vantaggi fiscali, vii) l'accesso ai beni e ai servizi, e viii) i servizi di consulenza proposti dalle agenzie per l'occupazione e segnala che gli Stati membri non possono restringere la parità di trattamento se non in settori definiti dalla legislazione;

6.

invita i paesi ACP e quelli dell'Unione a combattere attivamente il sentimento di xenofobia e gli atti di violenza motivati dalla xenofobia nei confronti dei migranti, in particolare sensibilizzando l'opinione generale e i professionisti che operano con i migranti al rispetto dei loro diritti umani;

7.

chiede agli Stati membri dell'Unione di rispettare il principio di non respingimento previsto dal diritto internazionale e da quello europeo in vigore; li invita a porre immediatamente fine a tutte le pratiche di detenzione abusiva e prolungata;

8.

invita le autorità dei paesi ACP e quelle dell'Unione a attuare politiche che rispondano alle esigenze particolari delle donne migranti vittime di violenza e di abusi — minacce queste che sono sempre presenti in particolare nei campi profughi — e garantire il rispetto del principio fondamentale dell'interesse superiore dei bambini;

9.

sottolinea che, garantendo il rispetto dei diritti dell'uomo per tutti i migranti, l'Unione deve concentrarsi sui profughi ai sensi della convenzione di Ginevra onde fornire la migliore assistenza e protezione possibile; invita la Commissione a favorire le misure di protezione a beneficio dei gruppi vulnerabili e delle persone più suscettibili di essere vittime della tratta di esseri umani e di sfruttamento sessuale e attraverso il lavoro;

10.

insiste sul carattere fondamentale della protezione dei diritti dei migranti nell'ambito delle procedure di riammissione; chiede a tutte le parti interessate di vigilare sull'applicazione delle politiche tendenti a garantire il rispetto di tali diritti e della dignità umana in tutte le tappe del processo, conformemente agli impegni assunti in materia su scala internazionale;

11.

chiede all'Unione, a Frontex e agli Stati membri di vigilare affinché l'assistenza ai migranti in difficoltà faccia parte delle principali priorità nell'applicazione del regolamento Eurosur;

12.

invita a una maggiore cooperazione nell'ambito della lotta contro l'immigrazione clandestina attraverso in particolare la conclusione di accordi sulla questione del ritorno e della riammissione degli immigrati clandestini nel rispettivo paese d'origine e delle relative modalità, come pure di accordi bilaterali e multilaterali;

13.

accoglie con favore le recenti proposte della Commissione sulla migrazione legale delle persone che non richiedono asilo e la invita a sviluppare ulteriori strumenti per creare una politica comune in materia di immigrazione, gestire la migrazione economica in vista della promozione del progresso economico e sociale nei paesi di origine, di transito e di accoglienza e aumentare la coesione sociale tramite una migliore integrazione dei migranti;

14.

invita gli Stati membri a collaborare con i paesi ACP per far sì che le informazioni relative alle migrazioni legali siano facilmente disponibili annettendo particolare attenzione ai diritti e agli obblighi dei migranti, come ciò avviene segnatamente sul portale dell'Unione europea sull'immigrazione;

15.

sostiene la creazione di centri d'informazione e di gestione delle migrazioni al di fuori dell'Unione europea come quello ubicato in Mali onde aiutare i paesi d'origine o di transito a definire una politica di migrazione rispondente alle preoccupazione dei potenziali migranti e di quelli che ritornano nel proprio paese, proporre consulenze sull'immigrazione legale e sulle possibilità di occupazione e le condizioni di vita nei paesi di destinazione, nonché fornire assistenza in materia di formazione professionale;

16.

plaude al prossimo vertice UE-Africa che si svolgerà il 2 e 3 aprile 2014 a Bruxelles e auspica una politica più audace nonché strategie concrete e appropriate per rispondere alle sfide delle migrazioni nell'ambito della strategia comune UE-Africa;

17.

insiste sul fatto che la fuga di cervelli può causare gravi problemi nei paesi in via di sviluppo e che devono essere compiuti sforzi per incoraggiare la migrazione circolare;

18.

pone in evidenza il ruolo importante del dialogo continuo ACP-UE sulla migrazione e lo sviluppo e del Forum mondiale sulla migrazione lo sviluppo che fornisce un quadro strutturato per la promozione di un dialogo e di una cooperazione rafforzati tra gli attori governativi e non governativi;

19.

sottolinea che le rimesse di denaro effettuate dai migranti costituiscono la fonte principale e più stabile di flusso finanziario sempre che si mettano a disposizione sistemi per il trasferimento di denaro meno onerosi, più rapidi e più sicuri; chiede quindi all'Unione europea e ai paesi ACP di facilitare l'invio di fondi e ridurre i costi di trasferimento nei paesi di spedizione e in quelli destinatari nell'interesse dello sviluppo;

20.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ACP-UE, alla Commissione europea, al Consiglio dell'Unione europea, al vicepresidente della Commissione e all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, all'Unione africana, ai governi e ai parlamenti dei paesi ACP e agli Stati membri dell'Unione europea, nonché all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

RISOLUZIONE (29)

sulla situazione nella Repubblica centrafricana

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Strasburgo (Francia) dal 17 al 19 marzo 2014,

visto l'articolo 18, paragrafo 2, del suo regolamento,

visto l'accordo di Cotonou riveduto,

visto l'accordo di Libreville dell'11 gennaio 2013 sulla risoluzione della crisi politico-militare nella Repubblica centrafricana (RCA), firmato sotto l'egida dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), in cui si stabiliscono le condizioni per porre fine alla crisi della RCA, e viste le dichiarazioni dei capi di Stato e di governo CEEAC in occasione dei vertici del 3 e 18 aprile 2013 a N'Djamena, che fissano la tabella di marcia della transizione,

viste le risoluzioni 2088(2013) del 24 gennaio 2013, 2121(2013) del 10 ottobre 2013, 2127(2013) del 5 dicembre 2013 e 2134 (2014) del 28 gennaio 2014, del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

vista la dichiarazione stampa rilasciata il 27 gennaio 2014 dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, Navi Pillay,

vista la relazione del 3 marzo 2014 del Segretario generale delle Nazioni Unite al Consiglio di sicurezza sulla situazione nella Repubblica centrafricana,

viste le dichiarazioni sulla Repubblica centrafricana rilasciate dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza in data 5 dicembre 2013 e 21 gennaio 2014,

viste le dichiarazioni in data 10 settembre e 30 dicembre 2013, rilasciate dal commissario UE per gli aiuti umanitari e la protezione civile sull'aggravamento della crisi nella Repubblica centrafricana,

visto il comunicato stampa della Commissione europea del 10 febbraio 2014 sulla Repubblica centrafricana; visto il comunicato stampa pubblicato dalla Commissione europea il 13 marzo 2014 in occasione della visita del Commissario europeo per lo sviluppo nella Repubblica centrafricana, congiuntamente con i ministri dello sviluppo della Germania e della Francia,

vista l'istituzione, nel maggio 2013, di un gruppo di contatto internazionale sulla RCA incaricato di coordinare l'azione a livello regionale, continentale e internazionale per giungere a una soluzione duratura dei problemi ricorrenti del paese;

visto lo statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) del 1998, ratificato dalla RCA nel 2001,

visto il protocollo opzionale alleato alla convenzione sui diritti dell'infanzia, concernente il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati, di cui la RCA è firmataria,

visto il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo CEEAC a N'Djamena (Ciad) del 9 gennaio 2014,

vista l'adozione di una nuova dottrina operativa da parte del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana (UA) del 10 ottobre 2013,

visto il comunicato emesso dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana, del 7 marzo 2014, in cui accoglie con favore il significativo miglioramento delle condizioni di sicurezza nella RCA, pur riconoscendo che la situazione rimane preoccupante in alcuni luoghi e che gli sforzi devono continuare,

vista la dichiarazione resa dai copresidenti dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE ad Addis Abeba (Etiopia) il 27 novembre 2013,

vista la dichiarazione del 3 marzo 2014, sulla situazione nella Repubblica centrafricana del presidente della Commissione dell'Unione africana, Nkosazana Dlamini-Zuma,

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 16 dicembre 2013, del 20 gennaio 2014 e del 10 febbraio 2014 sulla Repubblica centrafricana,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 17 gennaio 2013, 12 settembre 2013 e 12 dicembre 2013, sulla situazione nella Repubblica centrafricana,

vista la propria risoluzione del 19 giugno 2013 sulla RCA,

vista la riunione ad alto livello sull'azione umanitaria nella RCA, tenutasi a Bruxelles il 20 gennaio 2014,

vista la conferenza dei donatori per la Missione di supporto internazionale per l'Africa Centrale (MISCA), tenutasi a Addis Abeba il 1o febbraio 2014,

A.

considerando che il deterioramento della crisi nella RCA nel dicembre 2013 ha portato alle dimissioni del Capo dello Stato transitorio, Michel Djotodia, e del Primo ministro di transizione, Nicolas Tiangay, il 10 gennaio 2014;

B.

considerando che il 20 gennaio 2014 un nuovo Capo di Stato della transizione, Catherine Samba-Panza, è stato eletto dal Consiglio nazionale di transizione (CNT) in applicazione della decisione della Comunità economica degli Stati dell'Africa Centrale (CEEAC); che il 25 gennaio 2014 il Presidente di transizione ha nominato André Nzapayéké Primo ministro e che un nuovo governo è stato formato;

C.

considerando che un deterioramento della situazione nella RCA potrebbe causare instabilità nella regione; che il ripristino della sicurezza è una priorità che richiede il disarmo di tutti gli anti-balaka e il proseguimento della neutralizzazione degli ex ribelli séléka;

D.

considerando l'eccellente cooperazione e complementarità tra le forze della Missione di supporto internazionale per l'Africa centrale sotto la responsabilità dell'Unione Africana (MISCA) e le forze armate francesi (Sangaris); che il dispositivo attualmente dispiegato non è sufficiente a garantire la sicurezza della popolazione; che il Consiglio UE ha deciso di organizzare una missione EUFOR RCA allo scopo di garantire la sicurezza dell'aeroporto di Bangui e il campo dei 1 00  000rifugiati che si trova nelle vicinanze;

E.

considerando che le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite forniscono un quadro giuridico all'azione dell'UA, della Francia e dell'Unione europea; che dal 5 dicembre 2014 le operazioni in questione riguardano principalmente il mantenimento dell'ordine e non operazioni militari in senso stretto; che non è possibile raggiungere un livello totale di sicurezza; che a breve la RCA dovrà dotarsi di un esercito centrafricano;

F.

considerando che il presidente di transizione ha accolto con favore l'intervento dell'UE e ha invitato le Nazioni Unite a avviare un'operazione per il mantenimento della pace nella RCA al fine di tenere la crisi multidimensionale sotto controllo; considerando la possibilità, come previsto nella risoluzione 2027 (2013) del Consiglio di Sicurezza ONU, che la MISCA si trasformi in un'operazione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in modo da garantirne il sostegno finanziario; appoggiando in tal senso la raccomandazione del Segretario generale, Ban Ki-Moon per il dispiegamento nella RCA di 11  820 caschi blu dell'ONU, di cui 10  000 soldati e 1  820 agenti di polizia, al fine di ristabilirvi l'ordine e la sicurezza;

G.

considerando che l'aiuto finanziario fornito dalla comunità internazionale è vitale per il ripristino della sicurezza e l'autorità dello Stato e per lo svolgimento delle funzioni sovrane dello Stato e dei suoi compiti nei settori educativo e sociale; che questo aiuto è urgente e non può essere subordinato al rischio zero o a un grado di totale sicurezza;

H.

considerando che il disarmo, la riconciliazione, la riparazione, il dialogo politico e la fine delle impunità sono essenziali se si vogliono eliminare le cause di instabilità nel paese e che la sua integrità territoriale non può essere compromessa; che una riorganizzazione amministrativa minima dello Stato è essenziale per la tenuta delle elezioni previste per il 15 febbraio 2015; che, a tal fine, la comunità internazionale deve sostenere la transizione onde accompagnare il processo elettorale;

I.

considerando che il 14 marzo 2014 il CNT ha lanciato ufficialmente il lavoro di preparazione del nuovo progetto di Costituzione; che l'Autorità Nazionale Elettorale (NEA) è stata istituita; che il 13 marzo 2014 il Commissario europeo per lo sviluppo ha annunciato uno stanziamento di nuovi aiuti pari a 81 milioni di euro per la RCA, importo questo che viene quindi ad aggiungersi ai 20 milioni di euro già impegnati dall'UE per sostenere il processo elettorale nella RCA;

J.

considerando che nessuna azione giudiziaria è stata avviata nei confronti di molti autori di violazioni dei diritti umani e crimini di guerra; che la signora Marie-Thérèse Aissata Keita-Bocoum è stata nominata il 20 gennaio 2014 come esperto indipendente sulla situazione dei diritti umani de è stata invitata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a presentare una relazione nel marzo 2014; che il 22 gennaio 2014 il Segretario generale delle Nazioni Unite ha annunciato l'istituzione di una commissione internazionale per esaminare tutte le denunce di violazione dei diritti umani segnalate; che tale commissione ha iniziato i suoi lavori l'11 marzo 2014;

K.

considerando che la risoluzione 2134 (2014) del 28 gennaio 2014 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite autorizza l'uso di sanzioni contro coloro che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza; che il 7 febbraio, il Procuratore della Corte penale internazionale ha aperto un'indagine preliminare sui crimini commessi dal settembre 2012;

L.

considerando che da entrambe le parti sono state segnalate le atrocità compiute e che il 3 marzo 2014 il Segretario generale delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto nel quale ha confermato le violazioni dei diritti umani; che la crisi non è ancora degenerata in una guerra civile settaria, ma che il rischio di escalation persiste;

M.

considerando che gli abusi, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità hanno indotto i musulmani a fuggire dal paese per tornare al loro paese d'origine o a riversarsi nei campi allestiti per i rifugiati all'interno della RCA; che questa fuga volontaria o forzata verso i paesi della subregione sta causando una grave crisi dell'economia reale; che inoltre il bilancio dello Stato è inesistente e i salari del settore pubblico sono rimasti in arretrato da diversi mesi, mentre le prefetture hanno bisogno di essere riabilitate;

N.

considerando che le perturbazioni nell'ambito della sicurezza e dell'ordine pubblico nella RCA stanno causando una grave crisi umanitaria che ha fatto sfollare quasi un milione di persone; che questa crisi è caratterizzata da scarsità di cibo, mancanza di strutture sanitarie operative e carenza di medicinali;

O.

considerando che il sistema di istruzione non funziona più da due anni; che i giovani non hanno lavoro; che, secondo l'UNICEF, 6  000 bambini sono stati reclutati dalle forze armate e da gruppi armati;

P.

considerando che è importante affrontare le cause profonde della crisi nella RCA adottando un approccio olistico e ampio, che tenga conto delle interrelazioni tra la governance, lo sviluppo economico e la sicurezza del paese al fine di migliorare le condizioni di vita della popolazione stabilendo una pace duratura;

Q.

considerando che l'Unione europea è il più importante partner umanitario e di sviluppo della RCA; che l'UE ha rafforzato il suo impegno umanitario con oltre 100 milioni di euro nel 2013/2014; che il 20 gennaio 2014 donatori internazionali si sono impegnati a fornire un aiuto ulteriore pari a 496 milioni di dollari; che la Commissione europea lancerà un programma di sviluppo centrato sulla persona con un finanziamento di 101 milioni di euro per ripristinare i servizi sociali di base e fornire mezzi di sussistenza in particolare nei settori dell'istruzione, della sanità e della sicurezza alimentare e nutrizionale;

1.

accoglie con favore l'elezione da parte del Consiglio nazionale di transizione di Catherine Samba-Panza come nuovo presidente di transizione della RCA e la formazione del nuovo governo; assicura loro il suo sostegno senza riserve e chiede a tutte le forze politiche di contribuire al ripristino della pace e al risanamento del paese;

2.

esprime profonda preoccupazione sulla situazione nella RCA caratterizzata da un grave deterioramento dell'ordine pubblico; condanna le violenze che non permettono il corretto funzionamento dei servizi di base e aggravano una già precaria situazione umanitaria e economica; sottolinea l'urgenza di ripristinare i servizi sociali e sanitari e di risistemare e riaprire le scuole;

3.

invita i partner internazionali a sostenere pienamente gli sforzi congiunti nei settori della sicurezza, dell'aiuto umanitario, dell'instaurazione di uno Stato di diritto e del rilancio economico;

4.

condanna fermamente le gravi violazioni del diritto umanitario e le diffuse violazioni dei diritti dell'uomo;

5.

sottolinea che per coloro che hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale non può esservi impunità; chiede che gli autori di tali atti siano segnalati, identificati, sottoposti a indagini e puniti conformemente al diritto penale nazionale e internazionale; accoglie con favore l'istituzione di una commissione internazionale di tre membri per indagare sulle violazioni dei diritti umani e la nomina della signora Marie-Therese Aissata Keita-Bocoum in qualità di esperto indipendente;

6.

plaude all'efficace lavoro effettuato dalla MISCA e dalle forze francesi (Sangaris); osserva che la situazione a Bangui è in graduale miglioramento;

7.

sostiene l'attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2127 (2013) che autorizza il disarmo forzato di tutte le milizie, senza distinzione alcuna;

8.

invita gli Stati membri dell'Unione europea a contribuire alla missione EUFOR RCA in modo che possa essere dispiegata rapidamente; invita i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad aderire alle richieste del Segretario generale e delle autorità di transizione della RCA onde autorizzare l'organizzazione di una missione di pace delle Nazioni Unite e il relativo finanziamento; invita a rafforzare la MISCA e si congratula con gli Stati africani che vi stanno contribuendo;

9.

esorta la comunità internazionale a mobilitare tutte le necessarie risorse finanziarie, umane e di altro tipo per rafforzare la presenza della forza internazionale di sicurezza che è essenzialmente africana;

10.

condanna gli attacchi mirati contro i musulmani e i cristiani; teme che il conflitto possa degenerare in una guerra civile tra confessioni religiose; accoglie con favore gli sforzi delle autorità religiose tesi a prevenire un conflitto settario e a preservare la tradizionale convivenza pacifica;

11.

ritiene indispensabile istituire una commissione per la verità e la riconciliazione al fine di porre rimedio agli atti di violenza, difendere i diritti delle vittime, evitare l'impunità e agevolare la transizione del paese verso uno Stato democratico basato sul rispetto dei diritti dell'uomo, lo Stato di diritto e la responsabilizzazione, in modo che la popolazione possa vivere in condizioni dignitose;

12.

auspica il ripristino delle istituzioni della RCA; supporta lo svolgimento delle elezioni parlamentari e presidenziali del febbraio 2015 e incoraggia la società civile a partecipare ai dibattiti sul futuro della RCA;

13.

chiede che siano adottate urgentemente misure per affrontare le conseguenze dei conflitti, in particolare per riformare le forze armate e le forze di sicurezza e rimpatriare i rifugiati, per il ritorno degli sfollati nei loro territori, per riabilitare le autorità locali, mobilitare il potenziale umano esistente all'interno del paese e della società civile e attuare programmi di sviluppo sostenibile; invita la comunità internazionale ad assistere e sostenere le autorità della RCA e dei paesi confinanti che hanno dovuto far fronte alle conseguenze di questo conflitto, in particolare alle minacce di insicurezza alimentare;

14.

sottolinea l'importanza di attuare una strategia integrata e subregionale che non solo vada al di là della sicurezza, ma includa anche lo sviluppo economico e sociale, la democrazia e il rispetto dei diritti dell'uomo, allo scopo di spianare la strada allo sviluppo sostenibile della regione;

15.

accoglie con favore gli sforzi compiuti dalle autorità dei paesi della subregione;

16.

si compiace del maggiore sostegno dell'UE in risposta alla crisi umanitaria, incoraggia l'UE e i suoi Stati membri a proseguire gli sforzi per coordinare la loro azione con quella di altri donatori e invita tutte le parti a garantire alle agenzie umanitarie l'accesso immediato e senza ostacoli a tutte le persone nel bisogno; invita la comunità internazionale a onorare il proprio impegno a fornire fondi;

17.

ricorda che le risorse finanziarie non devono essere subordinate a una sicurezza totale; sostiene l'appello urgente lanciato dal Presidente transitorio per gli aiuti sotto forma di aiuto finanziario accompagnato da una cogestione;

18.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alle istituzioni di transizione della Repubblica centrafricana, alle istituzioni dell'Unione Africana e dell'Unione europea, al Consiglio ACP, all'Organizzazione internazionale della Francofonia (IOF), alla Comunità economica degli Stati Centrali dell'Africa (CEEAC) e al Segretario generale delle Nazioni Unite.


(1)  Approvata dall’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia).

(2)  Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia).

(3)  GU L 287 del 28.10.2005, pag. 4.

(4)  GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3.

(5)  GU L 348 del 31.12.2007, pag. 1.

(6)  GU L 303 del 31.10.2012, pag. 1.

(7)  GU L 165 del 21.6.2001, pag. 1.

(8)  GU C 332 del 30.10.2012, pag. 1.

(9)  GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

(10)  http://www.oecd.org/cleangovbiz/toolkit/49360071.pdf

(11)  http://www.wcoomd.org/en/media/newsroom/2013/september/wco-picard-conference.aspx

(12)  GU L 165 del 18.6.2013, pag. 62.

(13)  GU L 181 del 29.6.2013, pag. 15.

(14)  http://www.wto.org/english/docs_e/legal_e/20-val_01_e.htm

(15)  http://www.wcoomd.org/en/about-us/legal-instruments/~/link.aspx?_id=8FB281B82DD8465CB7FE588031749A3B&_z=z

(16)  http://www.wto.org/english/news_e/news12_e/trip_05jun12_e.htm

(17)  http://www.ciat.org/index.php/en/international-cooperation/international-activities/technical-conferences/2682.html

(18)  Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia).

(19)  GU C 51 E del 22.2.2013, pag. 21.

(20)  Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia).

(21)  GU L 132 del 29.5.2010, pag. 11.

(22)  GU L 180 del 29.6.2013, pag. 96.

(23)  GU L 155 del 18.6.2009, pag. 17.

(24)  GU L 343 del 23.12.2011, pag. 1.

(25)  GU C 296 E del 2.10.2012, pag. 1.

(26)  Testi approvati, P7_TA(2013)0448.

(27)  P7_TC1-COD(2010)0210.

(28)  J. Crush, Between North and South: The EU-ACP Migration Relationship, CIGI Papers no 16, avril 2013, pag. 8.

(29)  Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia).


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