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Document 52021AE1173
Opinion of the European Economic and Social Committee on ‘Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions on the European Democracy Action Plan’ (COM(2020) 790 final)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul piano d’azione per la democrazia europea [COM(2020) 790 final]
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul piano d’azione per la democrazia europea [COM(2020) 790 final]
EESC 2021/01173
GU C 341 del 24.8.2021, pp. 56–65
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
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24.8.2021 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 341/56 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul piano d’azione per la democrazia europea
[COM(2020) 790 final]
(2021/C 341/09)
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Relatore: |
Carlos Manuel TRINDADE |
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Correlatore: |
Andris GOBIŅŠ |
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Consultazione |
Commissione europea, 24.2.2021 |
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Base giuridica |
Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, |
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Sezione competente |
Occupazione, affari sociali, cittadinanza |
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Adozione in sezione |
26.5.2021 |
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Adozione in sessione plenaria |
10.6.2021 |
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Sessione plenaria n. |
561 |
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Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
231/1/8 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
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1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) concorda con la Commissione europea sulla necessità di agire per aumentare la resilienza della democrazia europea. Considera, inoltre, il piano d’azione europeo per la democrazia positivo e necessario, sostiene in linea di massima le misure ivi proposte e suggerisce di puntare maggiormente l’accento e di rafforzare l’azione in diversi ambiti. |
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1.2. |
Il CESE ritiene il piano d’azione estremamente attuale, visti i preoccupanti segnali di erosione dello Stato di diritto a causa delle sfide poste alla nostra democrazia, sia provenienti dall’interno sia dovute ad attori esterni. |
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1.3. |
Il Comitato esprime preoccupazione per i tentativi di diversi Stati membri di approfittare della difficile situazione creata dalla COVID-19 per indebolire lo Stato di diritto. Ritiene pertanto che la Commissione dovrebbe intraprendere un’azione politica in tal senso. |
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1.4. |
Per le ragioni esposte nei tre punti che seguono, il CESE raccomanda alla Commissione di introdurre nel piano d’azione un pilastro specifico per il coinvolgimento della società civile e delle parti sociali e per la promozione della democrazia nei rapporti di lavoro, considerando che l’esistenza di questo nuovo pilastro sia essenziale, avanza proposte concrete in merito nel punto 6. |
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1.5. |
Il CESE è del parere che, oltre alle dimensioni già incluse nel piano d’azione, la promozione della democrazia europea dovrebbe comprendere il rafforzamento della partecipazione democratica a livello di UE, nazionale, regionale e locale, il coinvolgimento della società civile e la democrazia in tutti i suoi aspetti e ambiti, tra cui la democrazia nei rapporti di lavoro. A giudizio del CESE, questi aspetti dell’esercizio della democrazia dovrebbero essere inclusi nel piano d’azione, poiché ciascuno di essi offre vantaggi che rendono la democrazia più dinamica e resiliente. |
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1.6. |
Il CESE deplora il fatto che il piano d’azione non affronti l’importante ruolo del contratto sociale nel ridurre le disuguaglianze e nel promuovere l’adesione degli europei agli ideali democratici e non si contemplino misure per rafforzare tale ruolo, non siano riconosciuti né sostenuti il dialogo sociale e la contrattazione collettiva, né messi in evidenza i contributi di queste dimensioni alla stabilità delle democrazie europee. |
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1.7. |
Secondo il CESE, inoltre, occorre mettere maggiormente l’accento sul dialogo civile, che è un prerequisito essenziale per decisioni della massima qualità e per la loro titolarità in ogni democrazia, nel rispetto del dettato dell’articolo 11 del TUE. Il CESE ribadisce la sua raccomandazione alla Commissione, formulata nel parere SOC/627 (1), di organizzare ogni anno un forum della società civile sui diritti fondamentali e lo Stato di diritto. |
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1.8. |
A suo avviso, il piano d’azione dovrebbe comprendere un’iniziativa su vasta scala per promuovere l’educazione alla democrazia e ai diritti fondamentali, determinante per salvaguardare i valori democratici e la cittadinanza attiva, soprattutto in relazione ai giovani. |
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1.9. |
Il CESE invita la Commissione a garantire che il piano d’azione rifletta la valutazione dell’attuazione da parte degli Stati membri della direttiva sui servizi di media audiovisivi, ed esorta gli Stati membri a recepire rapidamente tale direttiva. |
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1.10. |
Per quanto riguarda la vigilanza, il Comitato chiede che le piattaforme online siano rese responsabili e trasparenti, e sostiene la creazione di un meccanismo di regolamentazione nel quadro della legge sui servizi digitali e della legge sui mercati digitali per prevenire la disinformazione, l’incitamento all’odio e le manipolazioni. |
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1.11. |
Il CESE invita le istituzioni europee a prendere urgentemente le misure proposte relative alla sicurezza e alle condizioni di lavoro dei giornalisti, nonché alla protezione contro le intimidazioni dei giornalisti stessi e di altri difensori dell’interesse pubblico vittime di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica («azioni bavaglio»). |
2. Contesto
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2.1. |
L’Unione europea si fonda sui «valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e dello Stato di diritto» (2) e la tutela dei diritti fondamentali sul suo territorio è sancita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (3). |
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2.2. |
Il CESE crede fermamente nei valori democratici europei, sostiene con convinzione gli sforzi che la Commissione sta compiendo per salvaguardare e rafforzare tali valori e ribadisce le conclusioni dei precedenti pareri sulla democrazia e lo Stato di diritto (4). Il valore della democrazia e l’importanza dello Stato di diritto nella nostra società non devono essere dimenticati o sottovalutati dai cittadini. |
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2.3. |
La storia ha dimostrato che la democrazia deve essere attivamente promossa e continuamente difesa da ripetuti attacchi. Nei suoi orientamenti politici per l’Unione europea, la presidente Ursula von der Leyen ha inserito «uno slancio per la democrazia europea» come una delle sue sei tematiche prioritarie (5). |
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2.4. |
I profondi cambiamenti politici, sociali ed economici dovuti alla digitalizzazione — e che la pandemia di COVID-19 ha solo accelerato — creano nuovi rischi e vulnerabilità, tra cui l’erosione dei tradizionali meccanismi di pari opportunità per i candidati nelle campagne elettorali, il finanziamento incontrollato degli attori politici, la vessazione nei confronti dei giornalisti, la diffusione di informazioni false e le campagne di disinformazione coordinate, gli attacchi informatici e numerosi altri comportamenti che compromettono l’integrità delle elezioni. Si osservano anche rischi per il pluralismo dei media e dell’informazione e per il dibattito pubblico, nonché attacchi all’indipendenza dei media e l’indebolimento della società civile. |
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2.5. |
La pandemia di COVID-19 si è ripercossa anche sulla qualità delle democrazie europee, data la necessità di adottare misure eccezionali in risposta all’emergenza sanitaria pubblica. La Commissione di Venezia ha esaminato queste misure e ha concluso che la crisi della COVID-19 non dovrebbe essere usata come occasione per rafforzare i governi a scapito dei parlamenti (6). Ha altresì osservato che occorre esaminare seriamente l’esigenza di porre in essere il quadro normativo necessario e di stabilire in che misura alcuni di questi provvedimenti possano essere mantenuti nel tempo. |
3. Sul piano d’azione per la democrazia europea
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3.1. |
Il piano d’azione per la democrazia europea, che consideriamo necessario e tempestivo in un’epoca in cui la democrazia in Europa affronta serie sfide, aggravate dalle misure adottate in risposta alla COVID-19, definisce un quadro politico rafforzato e misure specifiche dell’UE sulla base di tre pilastri:
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3.2. |
Il piano d’azione proposto sostiene anche la responsabilizzazione dei cittadini e della società civile per contrastare le minacce alla democrazia e allo Stato di diritto, considerandola una questione trasversale a tutti i pilastri. |
4. Osservazioni generali
4.1. Sullo stato della democrazia in Europa e sulla necessità del piano d’azione per la democrazia europea
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4.1.1. |
Il CESE prende atto con preoccupazione delle gravi sfide che incombono negli ultimi anni sulla democrazia e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni di governo, come dimostrano tra l’altro fattori quali: il calo dell’affluenza alle urne; il numero di violazioni dello Stato di diritto in diversi Stati membri; l’emergere e il diffondersi del populismo e dell’incitamento all’odio; le pressioni e persino la violenza nei confronti dei giornalisti; gli attacchi all’indipendenza e al pluralismo dei media; la concentrazione della proprietà dei media; le ingerenze illegittime nei processi elettorali, sia dall’interno che dall’esterno, dovute a disinformazione, finanziamenti illeciti e influenze esterne; i tentativi di indebolire la società civile organizzata e la sua partecipazione ai processi decisionali e di screditare o addirittura sopprimere il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e la negoziazione. |
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4.1.2. |
Il CESE considera il piano d’azione uno strumento positivo e necessario, e sostiene in linea generale le misure in esso contenute, fatte salve le osservazioni specifiche di cui al punto 5 e le proposte formulate nel punto 6 del presente parere. |
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4.1.3. |
Il CESE si rammarica che nella preparazione del piano d’azione sia stato previsto soltanto un dialogo limitato, poiché il dialogo avrebbe rafforzato l’efficacia del piano. |
4.2. Sul campo di applicazione e sull’attuazione del piano d’azione per la democrazia europea
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4.2.1. |
Il CESE ritiene che le azioni tese a promuovere la democrazia in Europa dovrebbero includere obbligatoriamente la protezione dell’integrità delle elezioni, il rafforzamento della libertà e del pluralismo dei media e la lotta contro qualsiasi disinformazione e interferenza, anche se non limitandosi a questi aspetti. |
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4.2.2. |
Il campo di applicazione del piano d’azione, secondo il Comitato, dovrebbe essere ampliato e includere un pilastro separato sull’importanza della cittadinanza attiva esercitata attraverso il coinvolgimento della società civile (cfr. il punto 6). |
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4.2.3. |
Il CESE ritiene che il piano d’azione avrebbe dovuto attribuire maggior valore alla democrazia a livello nazionale, regionale e locale. |
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4.2.4. |
Parimenti, esso dovrebbe contemplare tutti gli aspetti e i settori della democrazia europea, compresi la democrazia nei rapporti di lavoro e il dialogo strutturato con la società civile. |
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4.2.5. |
Il CESE auspica che il piano sia attuato tenendo presente la necessità che l’UE svolga un ruolo importante quale modello di promozione dei valori e delle norme democratici, attraverso l’esempio della coerenza della sua azione interna ed esterna. |
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4.2.6. |
Il CESE sostiene che l’UE deve agire per rafforzare la resilienza delle democrazie europee, il loro contratto sociale e la loro competitività economica, in linea con le ambizioni della Conferenza sul futuro dell’Europa. |
4.3. Integrazione del piano d’azione nelle politiche dell’UE e monitoraggio efficace
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4.3.1. |
Il CESE ritiene che per ottenere buoni risultati il piano d’azione dovrebbe essere strettamente collegato ad altre iniziative in corso al livello dell’UE che concorrono agli stessi obiettivi e, in particolare, all’attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, al meccanismo europeo per lo Stato di diritto e all’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e delle nuove strategie in materia di uguaglianza, e si rammarica che questa articolazione non sia sufficientemente visibile. Il Comitato raccomanda di rendere esplicite ed effettive le articolazioni tra i diversi piani d’azione. |
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4.3.2. |
Il CESE ribadisce la sua raccomandazione alla Commissione, formulata nel parere SOC/627, di organizzare ogni anno un forum della società civile sui diritti fondamentali e lo Stato di diritto. Propone pertanto di aggiungere al piano d’azione per la democrazia europea una parte distinta dedicata alla situazione della democrazia, compresa la questione dell’applicazione dell’articolo 11 del trattato UE. |
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4.3.3. |
Il CESE si rammarica che il piano d’azione per la democrazia europea non sia accompagnato da un quadro di monitoraggio e da un annesso modello di follow-up per misurare i progressi, nonché del fatto che per molte delle misure non sia stato fissato un calendario, il che rende difficile dare un seguito tempestivo alla valutazione prevista per il 2023. Il Comitato propone che venga presentato un quadro di monitoraggio adeguato. Un ruolo importante può essere svolto dalla relazione sullo Stato di diritto descritta nel punto 6. |
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4.3.4. |
Il CESE, sottolineando il ruolo di una forte riduzione delle disuguaglianze sociali nel rafforzamento della democrazia, valuta negativamente il fatto che il mantenimento della coesione sociale non sia menzionato nel piano d’azione come elemento chiave della stabilità delle democrazie europee, né lo sia il ruolo svolto dal contratto sociale nell’adesione agli ideali democratici da parte dei cittadini europei e la necessità di agire per preservare e rafforzare tali elementi. Il CESE raccomanda di inserire questa dimensione nel piano d’azione. |
4.4. Sull’impatto della digitalizzazione sulle società democratiche
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4.4.1. |
L’impatto degli attacchi alla vita democratica è aggravato dalla mancanza di regolamentazione delle piattaforme online, iperconcentrate in un gruppo molto ristretto ampiamente utilizzato in tutto il mondo, nonché dall’azione dei loro algoritmi opachi. I meccanismi utilizzati per garantire la responsabilità di queste piattaforme sono insufficienti. Assicurare che i processi elettorali coinvolgano gli elettori, garantiscano il pluralismo e siano equi e trasparenti è una sfida che concerne tutte le nazioni democratiche e richiede attenzione e azioni. |
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4.4.2. |
Il CESE ribadisce quanto affermato nel parere NAT/794 (8), secondo cui l’UE dovrebbe adottare politiche che promuovano l’ulteriore integrazione dei nostri valori sociali nell’economia digitale. |
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4.4.3. |
Il CESE condivide l’idea che sia necessario un approccio più vigoroso alla regolamentazione delle piattaforme online, assicurando che i principali attori siano resi responsabili nei confronti del pubblico e garantendo una regolamentazione da parte di poteri pubblici forti. |
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4.4.4. |
Il Comitato accoglie con favore i provvedimenti normativi preliminari adottati per responsabilizzare le piattaforme online, in particolare quelle di grandi dimensioni, attraverso la legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali proposte. |
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4.4.5. |
Considera inoltre la valutazione e l’aggiornamento del Codice di condotta sulla disinformazione un importante passo intermedio per garantire un solido monitoraggio dell’impatto della disinformazione, anche in relazione alla COVID-19, e delle relative risposte delle piattaforme online. |
5. Osservazioni particolari
5.1. Sulla promozione di elezioni libere e regolari e di una forte partecipazione democratica
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5.1.1. |
Il CESE condivide la necessità di agire per garantire la trasparenza della pubblicità e della comunicazione di natura politica (punto 2.1 del piano d’azione) e sostiene l’adozione di una legislazione europea che garantisca ai cittadini la piena trasparenza dei contenuti sponsorizzati di natura politica a tutti i livelli decisionali. Le autorità nazionali dovrebbero ricevere tutte le informazioni necessarie dalle reti dei social media e da altri soggetti per poter garantire elezioni libere e regolari a livello europeo, nazionale, regionale e locale. |
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5.1.2. |
Il CESE sostiene l’imposizione di ulteriori restrizioni al microtargeting realizzato mediante algoritmi opachi e alla profilazione psicologica nel contesto politico, aspetti che la Commissione intende esplorare nella sua proposta legislativa sulla trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati. |
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5.1.3. |
Il Comitato ritiene che elezioni libere e regolari, parte integrante di sistemi elettorali affidabili, costituiscano una sfida costante per tutti i sistemi democratici, accoglie con favore una più stretta cooperazione europea in materia di elezioni nell’UE e invita la Commissione, il Parlamento europeo e gli Stati membri a elaborare ulteriori forme di cooperazione rafforzata in questo settore per garantire che le elezioni siano più inclusive, trasparenti e rappresentative. La raccolta di buone pratiche dovrebbe sostenere questi sforzi. |
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5.1.4. |
Il CESE si rallegra dell’adozione di un nuovo meccanismo operativo dell’UE, organizzato e coordinato tramite la rete europea di cooperazione in materia elettorale (punto 2.3), per sostenere processi elettorali resilienti. |
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5.1.5. |
Il Comitato condivide la preoccupazione espressa nel piano d’azione in merito alla necessità di prevenire e contrastare l’influenza straniera sui processi democratici europei e ritiene opportuno che l’Unione europea imponga dei costi attraverso sanzioni comuni, chiare e severe nei confronti dei responsabili di tali ingerenze e mediante un’iniziativa comune sulla sicurezza informatica. |
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5.1.6. |
Il Comitato crede che i processi elettorali debbano essere inclusi tra le infrastrutture critiche di cui è già possibile tenere conto nel valutare un investimento estero diretto nell’Unione (9), e che il meccanismo operativo dell’UE per sostenere processi elettorali resilienti debba disporre delle condizioni operative e dei mezzi per garantire la sicurezza delle procedure, compresa la sicurezza informatica delle elezioni, a tutti i livelli. |
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5.1.7. |
Il CESE suggerisce di applicare un significativo criterio di trasparenza per quanto concerne la distribuzione dei contenuti online, che comprenda la verifica degli algoritmi, una migliore trasparenza nell’ecosistema della pubblicità online e processi trasparenti per la promozione/retrocessione dei contenuti; di consentire alla società civile (accademici, ricercatori, giornalisti, OSC) e alle autorità di regolamentazione indipendenti di svolgere il loro ruolo nel far rispettare la responsabilità degli attori online; di sanzionare coloro che agiscono in malafede, soprattutto se tentano ripetutamente di sottrarsi alla trasparenza e alla responsabilità pubblica. |
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5.1.8. |
Il Comitato si rammarica che il piano d’azione non preveda un pilastro separato per la promozione dell’impegno democratico e della partecipazione attiva al di là delle elezioni, che non riconosca il ruolo del dialogo sociale nella stabilità democratica e che non includa misure specifiche al riguardo. Il CESE raccomanda che la promozione del dialogo sociale, la libertà di associazione delle imprese e dei sindacati, la contrattazione collettiva e il diritto all’informazione e alla consultazione siano inclusi nel nuovo pilastro proposto nel punto 6. |
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5.1.9. |
Per quanto riguarda le proposte già presenti nel piano d’azione sulla promozione dell’impegno democratico e della partecipazione attiva al di là delle elezioni (punto 2.4), il CESE, pur apprezzando che l’educazione alla cittadinanza sia menzionata in relazione all’impiego dei fondi strutturali, ritiene che nel piano d’azione dovrebbe essere inserita un’iniziativa su vasta scala per promuovere l’educazione alla democrazia, compresa l’alfabetizzazione mediatica e in materia d’informazione. |
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5.1.10. |
Il CESE ricorda il suo invito, espresso nel parere SOC/627, a favore di un’ambiziosa strategia di comunicazione, educazione e sensibilizzazione dei cittadini in materia di diritti fondamentali, Stato di diritto e democrazia. Tale strategia dovrebbe includere un forte accento sulla cittadinanza attiva. |
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5.1.11. |
Il CESE raccomanda agli Stati membri di utilizzare i fondi strutturali e alla stessa Commissione di impiegare i fondi a sua disposizione per sostenere e rafforzare le capacità della società civile. |
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5.1.12. |
I verificatori indipendenti di fatti dovrebbero ricevere finanziamenti adeguati per poter operare in tempo reale, come già raccomandato dal CESE in relazione al piano d’azione contro la disinformazione (10). È importante rafforzare la capacità della Commissione a livello europeo affinché il suo intervento sia più efficace a tale livello e sostenga inoltre più adeguatamente l’azione degli Stati membri a livello nazionale. |
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5.1.13. |
Il CESE raccomanda di prestare la massima attenzione affinché il fatto di prendere in esame l’idea di classificare come reati i discorsi d’incitamento all’odio a livello europeo (punto 2.4) non possa essere interpretata come una limitazione della libertà di espressione e sottolinea che qualsiasi iniziativa in questo ambito deve rispettare il principio di sussidiarietà. |
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5.1.14. |
Il Comitato osserva con soddisfazione che il piano d’azione per la democrazia europea sostiene la promozione dell’uguaglianza a tutti i livelli e la partecipazione alla vita politica delle donne, delle persone LGBTIQ, dei giovani svantaggiati, delle persone appartenenti a minoranze razziali o etniche, delle persone con disabilità e delle persone o dei gruppi con bassi livelli di alfabetizzazione digitale e di partecipazione digitale. |
5.2. Sul sostegno alla libertà e all’indipendenza dei media
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5.2.1. |
Per quanto riguarda la sicurezza dei giornalisti (punto 3.1), il CESE nutre preoccupazione per i segnali di restrizioni alla libertà dei giornalisti, comprese le minacce alla loro incolumità fisica, e concorda sul fatto che la situazione è allarmante. Il Comitato ritiene molto importante che la Commissione proponga l’elaborazione di una raccomandazione al riguardo ancora nel 2021 e invita la Commissione, il Parlamento europeo e gli Stati membri a proporre con urgenza meccanismi efficaci per proteggere i giornalisti, l’indipendenza editoriale, la diversità e il pluralismo, l’alfabetizzazione mediatica, un ambiente propizio alla sostenibilità del settore e buone condizioni di lavoro per i giornalisti. |
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5.2.2. |
Il CESE esprime disappunto per le vessazioni subite dai giornalisti e da altri difensori dell’interesse pubblico sotto forma di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica («azioni bavaglio»). L’UE deve garantire che il campo di applicazione delle misure volte a combattere tali fenomeni includa, tra gli altri, giornalisti, attivisti, sindacalisti, accademici, ricercatori nel campo della sicurezza digitale, difensori dei diritti umani, e organizzazioni dei media e della società civile. |
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5.2.3. |
Per quanto riguarda le misure a sostegno del pluralismo dei media (punto 3.4), il CESE si rammarica della vaghezza con cui il piano d’azione descrive le modalità con cui la Commissione agirà per preservare il pluralismo dei mezzi di comunicazione, principio sancito dalla Carta dei diritti fondamentali, in particolare per quanto riguarda l’importantissima questione della proprietà dei media. È necessario un atteggiamento più proattivo da parte dell’Unione europea, alla luce della constatazione contenuta nella relazione 2020 sullo Stato di diritto, secondo cui alcuni Stati membri non dispongono di un sistema per garantire la trasparenza della proprietà dei media o incontrano ostacoli nel renderla effettivamente pubblica. Il CESE incoraggia pertanto la Commissione a comprendere meglio chi siano gli attori che operano sui mercati dei media e quali siano le garanzie e le condizioni che favoriscono il pluralismo, nonché a monitorare la concentrazione delle reti di distribuzione e gli intermediari che sempre più influenzano o determinano la natura dei media e dei contenuti, e le condizioni per accedervi. La consultazione pubblica sul piano d’azione ha inoltre dimostrato l’ampio consenso sull’idea di imporre a tutti i mezzi d’informazione e a tutte le imprese del settore obblighi chiari relativi alla pubblicazione di informazioni dettagliate sulla loro proprietà. |
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5.2.4. |
Il CESE esprime preoccupazione per i tentativi in atto in diversi Stati membri di sfruttare la difficile situazione creata dalla pandemia di COVID-19, che ha indebolito il settore dei media, per attaccare la libertà di stampa con azioni abusive, discriminatorie e persino repressive. Il Comitato invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri per colmare la lacuna individuata nella relazione sullo Stato di diritto in merito alle norme sull’assegnazione della pubblicità statale ai mezzi di comunicazione. |
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5.2.5. |
Il CESE invita la Commissione a esaminare i meccanismi utilizzati per finanziare il pluralismo dei media, sostenendo l’innovazione, i giornalisti freelance e i mezzi di comunicazione locali. Si potrebbe considerare l’idea di valutare l’attuazione e l’efficacia del diritto connesso al diritto d’autore conferito agli editori di pubblicazioni a stampa nella direttiva sul mercato unico digitale. |
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5.2.6. |
Poiché il termine per l’attuazione della direttiva sui servizi di media audiovisivi da parte degli Stati membri è venuto a scadere il 19 settembre 2020, il CESE chiede alla Commissione di garantire che il piano d’azione rifletta la valutazione di questo processo e invita gli Stati membri ad attuare rapidamente la direttiva. |
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5.2.7. |
Il Comitato esorta la Commissione ad analizzare la possibilità di consentire lo streaming gratuito per tutti gli Stati membri dei media pubblici, anche attraverso reti via cavo e fornitori di servizi streaming. Questo sarebbe un chiaro passo avanti verso il multilinguismo, nonché verso una migliore comprensione e cooperazione, oltre che verso la creazione di uno spazio pubblico comune dell’UE, unendo le persone nella diversità e nel pluralismo. |
5.3. Sul contrasto alla disinformazione
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5.3.1. |
Il CESE condivide il rilievo dato al contrasto alla disinformazione (punto 4 della comunicazione) e ritiene importante rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri per combatterla. |
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5.3.2. |
Il Comitato sottolinea l’importanza della legge sui servizi digitali (punto 4.2) in termini di controllo, responsabilità e trasparenza delle piattaforme online e sostiene l’elaborazione di un meccanismo di regolamentazione per prevenire la disinformazione. |
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5.3.3. |
Data l’importanza dell’educazione alla cittadinanza per la qualità della vita democratica (punto 4.3), il CESE ritiene che il piano d’azione dovrebbe essere molto più ambizioso a tale proposito e stabilire obiettivi e traguardi per sostenere progetti innovativi e finanziare iniziative della società civile in quest’ambito. |
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5.3.4. |
I meccanismi dell’UE dovrebbero sostenere una migliore cooperazione tra le autorità di regolamentazione competenti per ridurre il rischio che la disinformazione si diffonda attraverso canali di propaganda registrati nell’UE. |
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5.3.5. |
Le piattaforme pubblicitarie online dovrebbero essere obbligate a presentare relazioni annuali sulla trasparenza, idealmente a un’autorità di controllo designata e indipendente. Dette relazioni potrebbero includere informazioni e delucidazioni dettagliate sulle politiche e i processi interni adottati per contrastare la disinformazione, i criteri di promozione e retrogradazione, e i meccanismi di selezione e presentazione dei contenuti, nonché le politiche di targeting e trasmissione degli annunci, le politiche sulla visualizzazione di informazioni «precise» (ad esempio sulla pandemia di COVID-19 e le elezioni), e i meccanismi di ricorso per i contenuti ingiustamente ritirati. L’organismo di controllo indipendente potrebbe assumere la forma di un organismo a livello di UE composto dalle autorità nazionali di controllo, un nuovo organo dell’UE per il controllo delle piattaforme di social media. |
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5.3.6. |
Poiché la legge sui servizi digitali offre l’opportunità di contrastare il potere e l’asimmetria dell’informazione da parte dei controllori dell’accesso (gatekeeper) digitali come Google e Facebook che hanno un enorme impatto sulla democrazia, il piano d’azione europeo per la democrazia dovrebbe garantire che la legge sui servizi digitali segua un’impostazione basata sui diritti. |
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5.3.7. |
I responsabili politici dell’UE devono garantire la tutela dei principi di libertà di espressione in sede di adozione della legislazione in materia di contrasto alla disinformazione. In particolare, il ricorso al diritto penale per combattere la disinformazione su vasta scala rischia di creare uno spazio pericoloso per l’abuso dei diritti umani sotto forma di intimidazione sostenuta dallo Stato e di indebita persecuzione delle voci critiche. |
6. Proposta di creazione di un quarto pilastro nel piano d’azione per la democrazia europea:«Promozione della partecipazione attiva e democratica al di là delle elezioni»
6.1. Contesto
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6.1.1. |
Il CESE ritiene che, per dare il giusto peso nel piano d’azione a una strategia chiara sulla cittadinanza attiva, sarebbe opportuno creare uno specifico pilastro all’interno del piano. Ciò, secondo il Comitato, è essenziale per facilitare una ripresa più armoniosa dalla crisi attuale e per aprire la strada a una democrazia più sostenibile e più solida in Europa. |
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6.1.2. |
Questo nuovo pilastro dovrebbe includere la promozione del dialogo sociale, della contrattazione collettiva e del dialogo civile. |
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6.1.3. |
Il trattato sull’Unione europea ha introdotto un’importante innovazione: il concetto di partecipazione dei cittadini, sancito all’articolo 11. Tuttavia, a più di 10 anni dalla sua entrata in vigore, le opportunità per i cittadini di partecipare alle decisioni al di là delle elezioni sono ancora nettamente inferiori a quanto necessario, il che è spesso fonte di duplice insoddisfazione: per le politiche stesse e per la mancanza di opportunità di influenzare le decisioni. In tale contesto, il CESE ricorda la posizione espressa nel parere SOC/423 (11), secondo cui è della massima importanza elaborare proposte di azioni concrete affinché le istituzioni dell’UE possano prendere le iniziative necessarie per definire le misure appropriate per l’attuazione dell’articolo 11, paragrafi 1 e 2, del TUE. |
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6.1.4. |
In maniera analoga, anche il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, all’articolo 152, stabilisce che l’Unione europea riconosce e promuove il ruolo delle parti sociali. |
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6.1.5. |
Il CESE propone pertanto la creazione di un quarto pilastro nel piano d’azione: «Promozione della partecipazione attiva e democratica al di là delle elezioni», per la cui formulazione offre il presente contributo |
6.2. Promuovere una cultura della partecipazione attiva
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6.2.1. |
Creare un ambiente aperto e favorevole per la società civile in Europa
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6.2.2. |
L’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani dovrebbe costituire una priorità per l’Unione europea.
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6.3. Dare ai cittadini e alle loro organizzazioni una reale voce in capitolo nei processi decisionali dell’UE
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6.3.1. |
L’UE e gli Stati membri dovrebbero sostenere la mobilitazione pratica dei cittadini e consentire loro di esprimersi in tutta la loro diversità, dando concreta attuazione al loro «diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione», sancito dall’articolo 10 del TUE. L’UE e gli Stati membri devono dare ai cittadini gli strumenti per partecipare a «un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile» (articolo 11 del TUE). Su questo tema il CESE dovrebbe redigere una relazione annuale. |
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6.3.2. |
Occorre coinvolgere appieno i cittadini e le loro organizzazioni nella definizione delle politiche dell’UE; garantire un buon equilibrio tra i contributi delle diverse parti interessate, rivedendo la metodologia di consultazione per includere un maggior numero di organizzazioni della società civile e sociali al livello dell’UE e nazionale e sfruttando il potenziale offerto dall’iniziativa dei cittadini europei affinché siano questi ultimi a definire l’agenda. |
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6.3.3. |
È necessario dare piena attuazione alle disposizioni dell’articolo 11 del TUE per un «dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile» in tutti i settori d’intervento dell’UE. La Commissione dovrebbe promuovere un accordo interistituzionale sul dialogo con la società civile europea. |
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6.3.4. |
Occorre garantire la partecipazione significativa e inclusiva della società civile alla Conferenza sul futuro dell’Europa, con un collegamento al piano d’azione per la democrazia europea, quale opportunità per discutere di come rafforzare i processi democratici e l’impegno civico attivo. |
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6.3.5. |
Nei loro piani relativi al quadro finanziario pluriennale, gli Stati membri dovrebbero essere invitati a stanziare risorse adeguate per finanziare il dialogo civile e rafforzare la capacità delle OSC di partecipare ai processi decisionali; la Commissione dovrebbe includere la partecipazione dei cittadini/la democrazia tra le priorità orizzontali delle sue raccomandazioni specifiche per paese. |
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6.3.6. |
Sarebbe opportuno istituire un evento annuale che riunisca i rappresentanti di più alto livello delle istituzioni dell’UE e delle organizzazioni/associazioni rappresentative della società civile, nonché i rappresentanti dei dialoghi settoriali e dei dialoghi locali, regionali, nazionali e macroregionali (transnazionali e nell’ambito della politica di vicinato) per condividere le buone pratiche ed elaborare un piano annuale per rafforzare la democrazia, la partecipazione e il dialogo civile. Nell’ambito di questo processo, la Commissione e il CESE dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano in qualità di organizzatori. |
6.4. Rafforzare le strutture di sostegno per il dialogo sociale e la contrattazione collettiva
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6.4.1. |
È necessario agire per sostenere la democrazia attraverso la coesione economica e sociale, anche mediante la promozione della democrazia nei rapporti di lavoro. La democrazia subisce attacchi anche su questo fronte e la pandemia ha sollevato questioni importanti che devono essere affrontate rapidamente. |
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6.4.2. |
Il dialogo sociale e la contrattazione collettiva sono tra i migliori esempi di funzionamento della democrazia. Il dialogo tra organizzazioni aventi prerogative e valori propri costituisce uno spazio strutturato nel quale discutere e negoziare questioni di importanza comune, anche se sulla base di interessi diversi. Il riconoscimento e il rispetto reciproci tra gli interlocutori e la ricerca razionale di soluzioni a situazioni, problemi e conflitti costituiscono i capisaldi della cultura democratica. |
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6.4.3. |
Il pilastro dovrà includere misure per promuovere detti principi, quali ad esempio:
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Bruxelles, 10 giugno 2021
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) GU C 282 del 20.8.2019, pag. 39.
(2) Preambolo del trattato sull’Unione europea.
(3) GU C 202 del 7.6.2016, pag. 389.
(4) Cfr. in particolare i pareri: GU C 228 del 5.7.2019, pag. 24; GU C 282 del 20.8.2019, pag. 39 e GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 16.
(5) https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/political-guidelines-next-commission_it.pdf
(6) Commissione di Venezia (2020), Interim Report on the measures taken in the EU Member States as a result of the COVID-19 crisis and their impact on democracy, the Rule of Law and Fundamental Rights («Relazione intermedia sulle misure adottate negli Stati membri dell’UE a seguito della crisi della COVID-19 e il loro impatto sulla democrazia, sullo Stato di diritto e sui diritti fondamentali»), adottata dalla Commissione di Venezia in occasione della sua 124a sessione plenaria (tenutasi online, 8-9 ottobre 2020) (https://www.venice.coe.int/webforms/documents/?pdf=CDL-AD(2020)018-e).
(7) COM(2020) 790 final.
(8) GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 187.
(9) Come enunciato nella comunicazione, in particolare nella nota 17.
(10) Conclusioni — punto 1.7 del parere (GU C 228 del 5.7.2019, pag. 89).
(11) GU C 11 del 15.1.2013, pag. 8.
(12) Convenzione europea sui diritti dell’uomo, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
(13) OSCE/ODIHR, Guidelines on Freedom of Association («Orientamenti sulla libertà di associazione»).