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Document 52022DC0140

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Prodotti sostenibili: dall'eccezione alla regola

    COM/2022/140 final

    Bruxelles, 30.3.2022

    COM(2022) 140 final

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Prodotti sostenibili: dall'eccezione alla regola


    1.Introduzione

    L'accavallarsi di gravi crisi e shock economici negli ultimi anni non ha risparmiato nessuna parte dell'economia e della società dell'Unione. L'ultima e la più drammatica della serie, l'invasione gratuita e brutale dell'Ucraina da parte della Russia, è fondamentalmente diversa dalla pandemia e dalla sfida della ripresa o dalla necessità sempre più impellente di rispondere alle crisi del clima e della biodiversità. La situazione geopolitica che ne consegue torna a mettere a dura prova le persone e le imprese in Europa e altrove, in un momento in cui l'Unione europea, l'Ucraina e il resto del mondo si stavano preparando a ricostruire in meglio.

    D'altro canto queste crisi hanno anche molto in comune. Ci costringono a mettere in discussione le nostre certezze, a ripensare il nostro modello economico e ridefinire l'assetto del sistema energetico. Ancora una volta ci troviamo di fronte alle nostre dipendenze e alle vulnerabilità che ne possono derivare in termini di sicurezza dell'approvvigionamento, pressione finanziaria sulle famiglie e shock per le imprese, le cui attività quotidiane e sopravvivenza a lungo termine sono a rischio.

    È evidente che dobbiamo valutare come aumentare il benessere dei cittadini e garantire una crescita sostenibile attraverso un uso migliore delle risorse e dei materiali che vanno a formare i prodotti d'uso quotidiano, nonché attraverso il miglioramento dei prodotti stessi. Ridurre il consumo energetico dei prodotti, usarli più a lungo e in modo più efficiente, sostituire le materie prime primarie con materiali riciclati, propugnare modelli economici circolari all'avanguardia: tutto ciò può aiutarci a dissociare la crescita economica dall'uso delle risorse naturali e dal degrado ambientale. Favorendo un approccio armonizzato a livello dell'UE possiamo incrementare la competitività, creare nuove opportunità commerciali e posti di lavoro, promuovere un mercato unico più verde, in linea con il programma di crescita sostenibile del Green Deal europeo 1 , consentire ai consumatori di risparmiare sui costi e rendere l'economia dell'Unione più resiliente di fronte alle perturbazioni delle catene del valore integrate globali. Un simile approccio apporterà inoltre un contributo decisivo al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, agli sforzi per arrestare la perdita di biodiversità e all'obiettivo "inquinamento zero".

    Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, gli impatti dei consumi sull'ambiente continuano a spingerci oltre i confini dello spazio operativo sicuro per l'umanità e l'UE forza i limiti del pianeta in vari modi 2 : l'estrazione e la trasformazione delle materie prime primarie sono all'origine di metà delle emissioni di gas a effetto serra e del 90 % della perdita di biodiversità nel mondo 3 e il modello economico lineare tuttora dominate (prendere → produrre → usare → gettare) comporta uno spreco significativo di risorse. Affinché l'Unione possa portare a compimento la transizione verso un'economia circolare, efficiente sotto il profilo delle risorse, climaticamente neutra e non inquinante e ridurre la dipendenza dall'energia e dalle risorse, occorre adottare con urgenza nuove modalità di progettare, realizzare e utilizzare i prodotti. L'Unione si farà promotrice di questo approccio anche sulla scena internazionale, rafforzando così la sostenibilità e la resilienza delle catene del valore mondiali.

    L'odierno pacchetto di iniziative interconnesse in materia di prodotti sostenibili illustrate nella presente comunicazione mira a concretizzare questo nuovo approccio sfruttando i risultati già ottenuti. L'UE dispone già di requisiti ambientali minimi per determinati prodotti o settori, tra cui i prodotti connessi all'energia, gli imballaggi e le sostanze chimiche, che hanno contribuito a ridurre in modo sostanziale la nostra impronta ambientale e climatica, ivi compreso il consumo di energia. A titolo di esempio, le attuali norme UE in materia di progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica determinano cumulativamente una riduzione del 10 % del consumo annuo di energia dei prodotti interessati – pari all'intero consumo energetico della Polonia 4 – diminuendo così la nostra dipendenza dai combustibili fossili, anche di provenienza russa. Tuttavia le norme vigenti riguardano solo una piccola parte dei beni commercializzati nell'UE e non incoraggiano sistematicamente la circolarità, né affrontano molti dei modi in cui i prodotti incidono sul clima e sull'ambiente durante il ciclo di vita. Inoltre vi è ancora un ampio margine per ridurre ulteriormente il consumo energetico dei prodotti connessi all'energia.

    È per questo che la proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili 5 è il fulcro del pacchetto odierno. Considerato che il modo in cui un prodotto è progettato determina fino all'80 % del suo impatto ambientale nel ciclo di vita 6 , la proposta estende la progettazione ecocompatibile alla più ampia gamma possibile di prodotti. Prevede la definizione di criteri minimi non solo per l'efficienza energetica ma anche per la circolarità, insieme a una riduzione complessiva dell'impronta ambientale e climatica dei prodotti. Fino all'entrata in vigore del nuovo quadro sarà l'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile a catalizzare i miglioramenti a livello di efficienza energetica e circolarità: a tal fine la Commissione adotta, contestualmente alla proposta, il piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e l'etichettatura energetica 2022-2024, teso a disciplinare nuovi prodotti connessi all'energia e aggiornare, rendendole più ambiziose, le norme per quelli già regolamentati.

    Del pacchetto fanno parte anche iniziative settoriali mirate di sostegno, segnatamente la strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari 7 e la revisione del regolamento sui prodotti da costruzione 8 , incentrate su due gruppi di prodotti prioritari che hanno un impatto significativo sull'ambiente e sul clima. Affinché i consumatori possano continuare a sostenere attivamente la transizione la Commissione presenta inoltre una proposta legislativa sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde 9 , che introduce modifiche mirate atte a garantire che la normativa orizzontale dell'UE relativa ai consumatori sia sufficientemente ecocompatibile.

    Perseguendo un approccio comune a tutti i prodotti nell'Unione, queste proposte aiuteranno a creare condizioni di parità per le imprese attive nel mercato unico e faranno dell'UE un punto di riferimento nel campo dei prodotti sostenibili. Onde garantire che il passaggio a prodotti più sostenibili avvenga in modo da mitigare i costi e le sfide della transizione, la selezione dei gruppi di prodotti e la definizione di norme specifiche per prodotto saranno oggetto di pianificazione a lungo termine nell'ambito di un processo inclusivo di co-creazione e di rigorose valutazioni d'impatto, anche per quanto concerne l'accessibilità economica per i consumatori, gli effetti sulla competitività e l'onere amministrativo.

    Diversi Stati membri hanno già iniziato a fissare in maniera indipendente requisiti di sostenibilità ambientale per i prodotti 10 e sempre più cittadini chiedono loro un'azione più rapida e di più ampio respiro. Esiste però il rischio che norme nazionali discordanti causino la frammentazione del mercato unico, complicando le attività d'impresa e aumentandone i costi. Una disciplina armonizzata a livello dell'Unione eviterà distorsioni del mercato, amplierà notevolmente il mercato dei prodotti ecosostenibili e ridurrà in ultima analisi i costi e gli oneri amministrativi in capo alle imprese che operano nell'UE.

    Vi sono anche molte altre possibilità di risparmio per le imprese, data la crescente scarsità delle risorse naturali, le sfide poste dall'approvvigionamento di materie prime e la volatilità dei relativi prezzi. Ripensando i modelli d'impresa, i processi di produzione e i prodotti stessi, rendendoli più durevoli o ottimizzandone l'uso, e partecipando a un mercato ben funzionante delle materie prime secondarie le imprese possono ridurre significativamente i costi che devono sostenere per i materiali, l'energia e la gestione dei rifiuti, oltre a migliorare la propria resilienza. Le organizzazioni che si occupano di economia sociale hanno fatto da pioniere nel plasmare ed espandere le attività dell'economia circolare, ad esempio nei settori del riciclaggio di prodotti elettronici e tessili, dei beni di consumo riutilizzabili e delle attività di riparazione e rifabbricazione 11 . Anche le nuove soluzioni digitali offrono preziose opportunità di riprogettare i modelli d'impresa improntandoli all'efficienza energetica, alla circolarità e alla sostenibilità ambientale in senso lato.

    In diversi ecosistemi industriali le imprese più all'avanguardia hanno già aderito a questa transizione.

    Un quadro normativo chiaro e armonizzato sulla sostenibilità ambientale dei prodotti creerà le condizioni necessarie affinché questo approccio attecchisca e spingerà le imprese che acquistano e vendono sui mercati dell'UE a innovare e investire in modelli circolari e nei prodotti del futuro.

    Tutto ciò amplierebbe notevolmente la scelta di prodotti ecosostenibili offerta ai consumatori dell'UE, rendendoli l'alternativa più comune. A oggi la quota di mercato di questi prodotti è ancora limitata, fattore che incide anche sulla loro disponibilità e accessibilità economica per i consumatori, ma nell'Unione l'esperienza ha dimostrato che la progettazione ecocompatibile su vasta scala porta a importanti risparmi sui costi. Solo nel 2021 le specifiche vigenti per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia hanno permesso ai consumatori di risparmiare 120 miliardi di EUR, anche tenendo in considerazione i costi di acquisto 12 . Risparmi ben più ingenti sarebbero possibili se risolvessimo il problema dei prodotti con una durata di vita breve e impossibili da riparare, o dell'accesso insufficiente dei consumatori a modelli commerciali circolari. Così facendo, grazie anche a un'informazione adeguata e alla protezione dei consumatori dall'ecologismo di facciata, l'UE li responsabilizzerebbe a fondo ai fini della transizione verde e farebbe sì che i prodotti sostenibili diventino la norma, dando l'esempio al resto del mondo.

    Panoramica delle iniziative del pacchetto Economia circolare

    2.La nostra ambizione: far sì che i prodotti sostenibili diventino la norma

    Progettare prodotti più sostenibili, più circolari e con migliori prestazioni energetiche

    La proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili (ESPR, Ecodesign for Sustainable Products Regulation) è la colonna portante dell'approccio della Commissione in materia di prodotti più ecosostenibili e circolari. Definisce infatti un quadro volto a fissare specifiche di progettazione ecocompatibile per determinate categorie di prodotti, così da ottenere un marcato miglioramento della loro circolarità, della prestazione energetica e di altri aspetti legati alla sostenibilità ambientale. Muovendo dall'efficacia comprovata della direttiva sulla progettazione ecocompatibile in relazione ai prodotti connessi all'energia, consentirà di stabilire specifiche minime di progettazione ecocompatibile e obblighi di informazione per quasi tutte le categorie di beni fisici immessi sul mercato dell'Unione 13 . Per i gruppi di prodotti che presentano abbastanza caratteristiche in comune potranno essere fissate norme orizzontali.

    Le specifiche di progettazione ecocompatibile saranno adeguate alle peculiarità dei gruppi di prodotti interessati. In sede di individuazione ed elaborazione delle specifiche si terrà conto del potenziale di miglioramento e dell'efficacia relativa nel garantire una maggiore efficienza energetica e delle risorse, prolungare la durata di vita dei prodotti, massimizzare il valore intrinseco dei materiali e ridurre l'inquinamento e l'impatto complessivo dei prodotti sul clima e sull'ambiente. Le specifiche di progettazione ecocompatibile riguarderanno quanto segue, in funzione della categoria di prodotti regolamentata:

    ·durabilità, affidabilità, riutilizzabilità, possibilità di upgrading, riparabilità, facilità di manutenzione e ricondizionamento dei prodotti;

    ·restrizioni della presenza di sostanze che rappresentano un ostacolo per la circolarità di prodotti e materiali;

    ·uso di energia o efficienza energetica dei prodotti;

    ·uso delle risorse o efficienza delle risorse dei prodotti;

    ·tenore minimo di contenuto riciclato nei prodotti;

    ·facilità di smontaggio, rifabbricazione e riciclaggio di prodotti e materiali;

    ·impatto ambientale dei prodotti nel ciclo di vita, segnatamente l'impronta ambientale e di carbonio;

    ·prevenzione e riduzione dei rifiuti, inclusi quelli di imballaggio.

    Aiutare imprese e consumatori a scegliere con cognizione di causa

    In aggiunta alle specifiche di fabbricazione, l'ESPR fornisce anche un quadro per fissare obblighi di informazione sulla sostenibilità ambientale dei prodotti. A seconda del prodotto in questione, tali obblighi possono riguardare informazioni sul consumo di energia, sul contenuto riciclato, sulla presenza di sostanze che destano preoccupazione e sulla durabilità, la riparabilità (compreso un indice di riparabilità), la disponibilità di parti di ricambio e la riciclabilità.

    Tutti i prodotti disciplinati dall'ESPR saranno muniti di un passaporto digitale del prodotto che consente di contraddistinguerli e identificarli e rimanda alle informazioni pertinenti sulla circolarità e la sostenibilità. Il ricorso a questa soluzione pionieristica per i dati sulla sostenibilità ambientale può anche aprire la strada alla condivisione volontaria di altre informazioni, non limitata ai prodotti e ai requisiti contemplati dall'ESPR. Inoltre il passaporto digitale può essere usato per veicolare informazioni su altri aspetti legati alla sostenibilità dei gruppi di prodotti interessati, laddove atti normativi distinti dell'Unione ne richiedano la divulgazione.

    Strutturare le informazioni sulla sostenibilità ambientale e trasmetterle attraverso i passaporti digitali dei prodotti aiuterà le imprese della catena del valore – fabbricanti, importatori, distributori e rivenditori, ma anche chi si occupa di riparazione, rifabbricazione e riciclaggio – ad accedere a informazioni utili per il loro lavoro, al fine di migliorare la prestazione ambientale dei prodotti, prolungarne la durata di vita, promuovere l'efficienza e incrementare l'uso di materie prime secondarie, con conseguente riduzione del fabbisogno di risorse naturali, dei costi e delle dipendenze strategiche. Consentirà inoltre di monitorare più facilmente la presenza di sostanze che destano preoccupazione lungo l'intero ciclo di vita dei materiali e dei prodotti, dando seguito agli impegni assunti nell'ambito della strategia in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità 14 e contribuendo al conseguimento dell'obiettivo "inquinamento zero" dell'UE. I passaporti digitali dei prodotti possono anche aiutare i consumatori a scegliere con più cognizione di causa, migliorare la trasparenza a vantaggio delle organizzazioni che agiscono nell'interesse pubblico e sostenere le autorità nazionali nelle loro attività di contrasto e sorveglianza.

    L'ESPR consentirà inoltre all'UE di stabilire prescrizioni in materia di etichettatura, ad esempio in relazione alla riparabilità dei prodotti. Le nuove etichette energetiche dell'UE includeranno informazioni supplementari su aspetti inerenti alla circolarità, tra cui un indice di riparabilità, mentre per altri prodotti sarà la nuova etichetta imposta dall'ESPR a fornire queste informazioni. Su alcuni prodotti potrebbero essere apposte entrambe – etichetta energetica dell'UE ed etichetta ESPR – se vi sono elementi per ritenere che sia l'opzione più efficace per i consumatori e meno onerosa per le imprese. Come dimostra il sistema di etichettatura energetica dell'UE 15 , l'obbligo di fornire informazioni chiave al momento dell'acquisto può essere un mezzo efficace per richiamare l'attenzione su aspetti pertinenti della prestazione ambientale dei prodotti, soprattutto quando ciò consente di confrontare facilmente prodotti della stessa categoria.

    In parallelo all'elaborazione delle norme specifiche per prodotto di cui all'ESPR e in un'ottica sinergica, la Commissione lavorerà al riesame o alla definizione di nuovi criteri specifici per prodotto nel quadro dell'Ecolabel UE, marchio ben noto e di fiducia, che da trent'anni riconosce e certifica i prodotti con prestazioni ambientali d'eccellenza.

    Porre fine alla distruzione dei beni di consumo invenduti

    La proposta ESPR include misure tese a prevenire e porre fine alla distruzione dei beni di consumo invenduti. Il primo passo consisterà nell'imporre alle grandi imprese che scartano i prodotti invenduti di rendere pubblica, motivandola, la quantità di prodotti scartati ogni anno e fornire informazioni sul volume di tali prodotti destinati al riutilizzo, alla rifabbricazione, al riciclaggio, al recupero di energia e alle operazioni di smaltimento, in linea con la gerarchia dei rifiuti. Il regolamento contemplerà anche la possibilità di vietare del tutto la distruzione di alcune categorie di prodotti invenduti.

    Promuovere e acquistare prodotti più sostenibili

    Se è vero che le specifiche di progettazione ecocompatibile in materia di prestazioni e informazioni obbligatorie permetteranno a imprese e consumatori di scegliere prodotti più ecosostenibili, gli Stati membri possono svolgere un ruolo di maggior rilievo attraverso gli incentivi e gli appalti pubblici. La Commissione ha già elaborato diversi criteri per gli appalti pubblici verdi, che hanno però un impatto limitato perché al momento l'applicazione è volontaria. L'ESPR mira pertanto a mobilitare la spesa pubblica per stimolare la domanda di prodotti più ecosostenibili attraverso criteri obbligatori per gli appalti pubblici che riguardano tali prodotti, attingendo se del caso ai criteri volontari esistenti. Ciò significa che le amministrazioni aggiudicatrici sarebbero tenute ad applicare i criteri per gli appalti verdi per acquistare determinati gruppi di prodotti. È inoltre possibile fare leva sugli incentivi forniti dagli Stati membri introducendo requisiti di sostenibilità ambientale per i prodotti interessati.

    3.Un approccio intersettoriale ai prodotti sostenibili

    L'ESPR è concepito per essere coerente e in linea con la legislazione e le politiche settoriali esistenti e future. Una volta istituito il quadro normativo, le specifiche dei prodotti saranno introdotte seguendo piani di lavoro pluriennali, il che consentirà alla Commissione di effettuare un'attenta valutazione dei settori in cui c'è maggiore necessità di un'azione normativa.

    Laddove la legislazione dell'UE fissi già requisiti di sostenibilità ambientale di livello soddisfacente, l'ESPR non si applicherà. Si applicherà invece qualora tali requisiti si rivelino carenti a fronte di un potenziale di circolarità, efficienza energetica e delle risorse e riduzione degli impatti climatici e ambientali tanto elevato da giustificare un intervento. I provvedimenti adottati nell'ambito dell'ESPR saranno accompagnati da apposite valutazioni di impatto per garantire la proporzionalità, la debita considerazione della dimensione internazionale e dell'impatto sui paesi terzi, e la coerenza con altri atti normativi dell'UE.

    Tre diversi esempi illustrano in che modo l'ESPR proposto è concepito per affiancarsi a iniziative settoriali legislative e politiche intese ad accelerare la transizione verde.

    Creare nuove norme UE specifiche per prodotto: l'esempio dei prodotti tessili

    Per i prodotti per i quali non esiste una normativa specifica dell'UE che fissa requisiti obbligatori di sostenibilità ambientale, sarà l'ESPR a fornire il quadro giuridico in base al quale stabilire norme unionali. È il caso dei prodotti tessili e delle calzature: benché attualmente questi prodotti debbano rispettare determinate prescrizioni, tra le altre in materia di sostanze chimiche 16 ed etichettatura 17 , non esistono requisiti specifici di circolarità che riguardino per esempio la durabilità, la riparabilità, la riciclabilità e il contenuto riciclato.

    Dopo l'adozione e l'entrata in vigore dell'ESPR, e previa valutazione d'impatto, questa lacuna normativa sarà colmata attraverso atti di diritto derivato che istituiscano specifiche di progettazione ecocompatibile relative alla prestazione dei prodotti tessili, obblighi di informazione e un passaporto digitale dei prodotti. Saranno prese in considerazione anche modifiche mirate dell'etichettatura, a norma del regolamento sull'etichettatura dei prodotti tessili 18 . Seguendo la stessa logica, nel primo piano di lavoro dell'ESPR saranno individuati altri prodotti prioritari oltre a quelli tessili (cfr. punto 4).

    Inoltre la strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari adottata dalla Commissione nell'ambito del presente pacchetto presenta una serie completa di azioni che vanno oltre l'ESPR, allo scopo di trasformare il settore e cambiare il modo in cui i prodotti tessili sono progettati, ma anche di promuovere modelli d'impresa circolari e ridurre i rifiuti tessili, tenendo in debito conto la necessità di garantire l'accessibilità economica ai consumatori e la competitività delle imprese. La strategia segna anche l'inizio del processo di co-creazione del percorso di transizione che l'ecosistema industriale tessile dovrà intraprendere.

    Integrare le attuali norme UE specifiche per prodotto: l'esempio dei prodotti da costruzione, delle batterie, degli imballaggi e delle sostanze chimiche

    Dato l'ampio ambito di applicazione dell'ESPR, alcuni dei prodotti da esso disciplinati saranno soggetti anche a una normativa distinta e specifica per prodotto. In questi casi, di norma l'ESPR si applicherà solo qualora non sia possibile intervenire in modo esaustivo e adeguato sugli aspetti di sostenibilità ambientale di tali prodotti mediante altri strumenti. In questo modo si migliorerà la coerenza delle norme UE su prodotti specifici, evitando di creare oneri amministrativi per le imprese costringendole a rispettare requisiti stabiliti in diversi atti legislativi dell'UE. Tuttavia, una volta effettuate le necessarie consultazioni e valutazioni di impatto, circostanze specifiche potrebbero giustificare l'adozione di misure mirate anche nel quadro dell'ESPR. Potrebbe essere una scelta logica nel caso di prodotti che fanno parte di un altro prodotto (per esempio le batterie) o che sono strettamente collegati ad esso (per esempio gli imballaggi), oppure quando si fissano requisiti di sostenibilità ambientale per un gruppo di prodotti.

    Sebbene i prodotti da costruzione rientrino nell'ambito di applicazione dell'ESPR, vista la necessità di gestire gli stretti legami tra prestazioni ambientali e strutturali, comprese la salute e la sicurezza, vi sono le basi per definire requisiti di sostenibilità ambientale a norma del regolamento riveduto sui prodotti da costruzione, anch'esso parte del presente pacchetto sui prodotti sostenibili. Ciononostante, nel caso dei prodotti da costruzione connessi all'energia, gli aspetti relativi alla sostenibilità saranno affrontati prevalentemente nel quadro dell'ESPR, poiché tali prodotti sono già disciplinati dall'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile. Se necessario può comunque intervenire a titolo complementare il regolamento sui prodotti da costruzione. I due regolamenti proposti comprendono disposizioni intese a mantenere uno stretto allineamento giuridico in fase di elaborazione e attuazione delle norme.

    Dei requisiti di sostenibilità delle batterie si occuperà principalmente la proposta di regolamento sulle batterie 19 . Qualora emergesse la necessità di fissare ulteriori requisiti specifici di sostenibilità, ad esempio per applicazioni particolari delle batterie in altri prodotti, si potrebbe fare appello all'ESPR riguardo agli aspetti complementari.

    Per quanto riguarda gli imballaggi, la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio 20 , attualmente in fase di revisione, stabilisce i requisiti essenziali per quelli autorizzati sul mercato dell'UE. Tuttavia, poiché gli imballaggi variano molto in funzione della categoria di prodotto, dovrebbero essere uno dei principali aspetti da considerare durante l'elaborazione delle norme specifiche per prodotto nell'ambito dell'ESPR. Si dovranno quindi integrare con disposizioni più mirate i requisiti essenziali stabiliti nella direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

    Quanto alle sostanze chimiche, l'ambito di competenza dell'ESPR è definito chiaramente: permetterà di intervenire per limitare la presenza di sostanze chimiche nei prodotti per ragioni legate al miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto durante il suo ciclo di vita, andando a integrare la legislazione vigente in materia di sostanze chimiche (per esempio il regolamento REACH 21 , teso soprattutto a garantire la sicurezza chimica, o la direttiva RoHS 22 , che riguarda solo le apparecchiature elettriche ed elettroniche).

    Nuove norme UE nell'ambito dell'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile: l'esempio dell'elettronica di consumo

    Il flusso di rifiuti legato all'elettronica è quello in più rapida crescita. Gli utenti sono frustrati dalla velocità con cui i loro dispositivi si rompono o diventano obsoleti, impossibili da aggiornare o da riparare. Per di più nell'UE recuperiamo solo una piccola parte dei componenti o dei materiali, compresi quelli critici 23 , che potrebbero essere riutilizzati per fabbricare nuovi prodotti. In questo contesto la Commissione sta lavorando a nuove misure di progettazione ecocompatibile per smartphone, tablet e computer portatili, la cui adozione è prevista dal piano di lavoro a norma dell'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile. Già prima che il nuovo ESPR sostituisca il quadro vigente, le misure riguarderanno, oltre all'efficienza energetica, altri aspetti della progettazione ecocompatibile che sono essenziali per la circolarità, in particolare la durabilità, la riparabilità e la riciclabilità. Parallelamente è in corso la revisione delle norme di progettazione ecocompatibile per gli alimentatori esterni, volta principalmente a introdurre requisiti in termini di interoperabilità ed economia circolare per integrare la recente iniziativa sui caricabatterie standardizzati, adottata come revisione della direttiva sulle apparecchiature radio 24

    Oltre a definire specifiche di progettazione ecocompatibile, la Commissione ha avviato una revisione delle norme UE che limitano l'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, ossia la direttiva RoHS 25 , per far sì che quest'ultima raggiunga gli obiettivi previsti nel modo più efficiente ed efficace possibile 26 . Sta inoltre valutando opzioni per incentivare il ritiro e la restituzione di piccole apparecchiature elettroniche come i vecchi telefoni cellulari, tablet e caricabatterie conservati in casa. L'obiettivo è estendere la durata di vita e migliorare la raccolta di questi prodotti, promuovendo così modelli d'impresa circolari.

    4.Il metodo di progettazione ecocompatibile: pianificazione, consultazione, co-creazione

    Le politiche dell'UE in materia di progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica sono già molto efficaci nel garantire l'efficienza energetica: consentono ai consumatori di risparmiare, diminuiscono la nostra dipendenza dalle importazioni di energia di origine fossile e riducono le emissioni. Negli ultimi dieci anni sono state definite norme per circa 30 gruppi di prodotti connessi all'energia 27 . L'adozione di piani di lavoro pluriennali per orientare attentamente gli interventi è stata fondamentale per garantire la chiara definizione delle priorità, l'efficacia e l'efficienza nel contesto della direttiva sulla progettazione ecocompatibile. Per l'ESPR si procederà allo stesso modo, sulla base di un approccio solido ed efficace per l'individuazione dei prodotti prioritari.

    Per garantire una transizione agevole verso il quadro ESPR, nell'ambito del presente pacchetto è adottato il nuovo piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e l'etichettatura energetica per il periodo 2022-2024. Esso garantisce che, fino all'entrata in vigore del nuovo quadro ESPR, i lavori a titolo dell'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile possano continuare a pieno ritmo, rendendo possibili ulteriori riduzioni del consumo di energia e materiali associato ai prodotti connessi all'energia. Altri prodotti individuati, come gli emettitori a bassa temperatura, presentano un potenziale di risparmio energetico che si può tradurre in una riduzione della spesa per i consumatori dell'ordine di miliardi di euro. È importante sottolineare che il nuovo piano di lavoro garantisce che si dedichi sempre più attenzione agli aspetti relativi alla circolarità, per quanto possibile nell'ambito dell'attuale quadro giuridico.

    Parallelamente, la Commissione intende avviare i lavori nell'ambito dell'ESPR proposto per disciplinare nuovi prodotti e nuovi parametri e proporrà senza indugio misure specifiche per prodotto non appena il nuovo quadro sarà entrato in vigore. Per fare sì che la definizione delle giuste priorità avvenga in modo trasparente e inclusivo, entro la fine del 2022 avvierà una consultazione pubblica sulle categorie di prodotti da includere nel primo piano di lavoro dell'ESPR. Da una valutazione preliminare effettuata dalla Commissione è emerso che categorie come i prodotti tessili, i mobili, i materassi, gli pneumatici, i detergenti, le vernici e i lubrificanti, così come il ferro, l'acciaio e l'alluminio, hanno un elevato impatto ambientale e un ampio margine di miglioramento, e sono quindi candidati idonei ad essere inclusi nel primo piano di lavoro.

    I successi ottenuti finora dalla direttiva sulla progettazione ecocompatibile dipendono in larga misura dalla partecipazione di tutti i principali attori, che danno il loro contributo in modo inclusivo, aperto e trasparente. L'ESPR farà proprio questo approccio di co-creazione, dall'elaborazione di un piano di lavoro e dall'individuazione dei prodotti prioritari alla valutazione e all'elaborazione di tutte le nuove specifiche di prodotto. Il forum sulla progettazione ecocompatibile, derivato dal forum consultivo istituito dalla direttiva sulla progettazione ecocompatibile 28 , rimarrà la piattaforma per gli scambi mirati tra i gruppi di portatori di interessi in tutte le fasi principali del processo, riunendo così l'industria, le autorità nazionali e le autorità incaricate dell'applicazione della normativa. Processi di consultazione e valutazioni d'impatto approfondite precederanno e sosterranno l'elaborazione e l'adozione delle specifiche di prodotto.

    Le nuove norme dell'ESPR dovranno fondarsi su approcci metodologici robusti affinché le specifiche relative agli aspetti chiave identificati nell'ESPR possano ridurre in maniera efficace l'impatto ambientale e climatico dei prodotti. Data l'ampia gamma di prodotti a cui potrebbe applicarsi il futuro quadro, sarà fondamentale scegliere e adattare la metodologia più idonea in funzione del prodotto o gruppo di prodotti in questione e dell'aspetto ambientale o legato alla circolarità sul quale si intende intervenire. Tale approccio si baserà sull'esperienza acquisita grazie all'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile, che continuerà ad essere aggiornata, e ove necessario sul metodo dell'impronta ambientale dei prodotti. La Commissione svilupperà prima di tutto nuove metodologie incentrate sugli aspetti supplementari legati alla circolarità introdotti dall'ESPR, comprese per esempio metodologie relative alla durabilità, alla riparabilità e al contenuto riciclato, tenendo conto anche dei risultati dei progetti di ricerca finanziati dal programma Orizzonte Europa. 

    5.Modelli d'impresa circolari

    Oltre a far sì che i prodotti sostenibili diventino la norma, dobbiamo incentivare e investire sempre di più nell'adozione di modelli d'impresa circolari, che comprendono, fra gli altri, i modelli di prodotto come servizio (product-as-a-service), la condivisione tra pari e la logistica del ricircolo, la produzione su richiesta e i servizi di riutilizzo e riparazione. Ciò è necessario per ridurre la domanda complessiva di energia e risorse e per dissociare la crescita dall'uso delle risorse primarie.

    I modelli d'impresa circolari sono concepiti per generare e acquisire valore, contribuendo nel contempo a ottimizzare e contenere l'uso delle risorse. In particolare, per spingere i produttori a garantire una migliore progettazione e durata di vita dei prodotti e mantenerne il valore durante e dopo l'utilizzo, non si ricorrerà solo a requisiti normativi specifici per prodotto ma si dovranno anche dare i corretti segnali di mercato per modelli d'impresa circolari. Ad esempio la vendita di prodotti come servizi (descritta dal noto esempio della vendita di luce e non di lampadine 29 ) comporta un cambiamento della logica economica e fa sì che i profitti non dipendano più dal volume di prodotti venduti. Diventa invece vantaggioso garantire che i prodotti forniti come servizi siano durevoli e riparabili, in quanto l'impresa ne mantiene la proprietà e si deve assumere i costi per acquistarne di nuovi.

    Se ad oggi i modelli imprenditoriali circolari faticano ad affermarsi ed espandersi, le specifiche di prodotto a norma dell'ESPR ne promuoveranno l'adozione in quanto lo sviluppo delle attività circolari dipende in larga misura dalle caratteristiche fisiche di progettazione dei prodotti e dall'accesso ai dati pertinenti. Altri fattori determinanti per passare a tali modelli sono costituiti dai passaporti digitali dei prodotti e dall'uso intelligente dell'innovazione digitalizzata. Tuttavia il miglioramento delle informazioni e della progettazione dei prodotti non basta per cambiare radicalmente gli approcci imprenditoriali. Vi è la chiara esigenza di identificare le strozzature, individuare mezzi efficaci che promuovano l'adozione dei modelli d'impresa circolari, garantirne la redditività e renderli sempre più allettanti per i consumatori, favorire lo scambio di migliori pratiche e prestare consulenze su misura a imprese nuove ed esistenti per agevolare la loro transizione verso la circolarità.

    Per raggiungere tale obiettivo la Commissione intende riunire diversi portatori di interessi nella nuova piattaforma europea delle imprese circolari, che sosterrà la diffusione dei modelli imprenditoriali circolari e convoglierà informazioni e servizi, comprese iniziative di sensibilizzazione, cooperazione, formazione e scambio di migliori pratiche. La piattaforma si baserà sulle competenze e sui servizi delle attuali azioni dell'UE, in particolare la piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare 30 , i consulenti in materia di sostenibilità della rete Enterprise Europe 31 e la rete dei cluster europei di tecnologie verdi 32 .

    Inoltre, per aiutare le imprese, gli Stati membri e le regioni ad adottare misure la Commissione preparerà orientamenti sulla promozione di modelli imprenditoriali circolari tesi fra l'altro a indirizzare gli investimenti e i finanziamenti e a ottimizzare gli stock e i flussi di risorse locali per generare valore e posti di lavoro circolari. In aggiunta la Commissione fornirà orientamenti 33 su come sostenere l'adesione all'economia circolare e i partenariati in tal senso tra le imprese sociali e altri soggetti, fra cui le imprese tradizionali.

    Inoltre, attraverso l'agenda per le competenze per l'Europa 34 , la Commissione sostiene gli investimenti nelle competenze indispensabili allo sviluppo di un'economia circolare. Nell'ambito del patto per le competenze 35 la Commissione istituisce partenariati su vasta scala che riuniscono rappresentanti dell'industria, parti sociali e soggetti che erogano istruzione e formazione professionale 36 .

    6.Responsabilizzare e tutelare i consumatori

    La maggior parte dei consumatori desidera svolgere un ruolo attivo nella transizione verde 37 . L'ESPR sosterrà i consumatori nella transizione verde: farà in modo che i prodotti soddisfino i requisiti minimi in materia di prestazione ambientale e fornirà informazioni e un'etichettatura migliori nonché un maggiore accesso a pezzi di ricambio, aggiornamenti e riparazioni, tenendo conto dell'accessibilità economica, incrementando la convenienza a beneficio dei consumatori e offrendo loro l'accesso a prodotti di qualità superiore.

    Tuttavia occorre anche migliorare la qualità delle informazioni presso il punto vendita e rafforzare la fiducia dei consumatori nelle dichiarazioni spontanee dei produttori sui benefici ambientali dei loro prodotti. La proposta sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde 38 mette i consumatori nella condizione di decidere cosa acquistare con cognizione di causa.

    La proposta introdurrà modifiche mirate della normativa orizzontale dell'UE in materia di tutela dei consumatori 39 affinché siano informati presso il punto vendita dell'esistenza di una garanzia commerciale di durabilità del prodotto e ottengano informazioni sulla riparazione (compreso un indice di riparabilità se disponibile). Proibirà inoltre ai professionisti di formulare determinati tipi di dichiarazioni ambientali ritenute ingannevoli, comprese dichiarazioni ambientali vaghe (ad esempio "verde", "rispettoso dell'ambiente", "vantaggioso per l'ambiente") non adeguatamente motivate né verificate in conformità alle norme vigenti, e vieterà diverse pratiche associate all'obsolescenza precoce, tra cui quelle di obsolescenza programmata.

    Inoltre la Commissione sta lavorando a una proposta di norme più specifiche in materia di dichiarazioni di ecocompatibilità per incrementare l'affidabilità, la comparabilità e la verificabilità, avvalendosi dei metodi per misurare l'impronta ambientale dei prodotti e delle organizzazioni, 40 e sta sviluppando un'iniziativa tesa ad incoraggiare la riparazione dei beni di consumo ("diritto alla riparazione"), la cui adozione è prevista nell'autunno 2022. Tale iniziativa integrerà l'ESPR e ne favorirà gli effetti pratici dando ai consumatori la possibilità di utilizzare più a lungo i prodotti acquistati grazie al diritto alla riparazione.

    7.Trainare l'azione in materia di prodotti e modelli imprenditoriali sostenibili e circolari a livello mondiale

    L'UE vanta una lunga storia di promozione della sostenibilità in tutto il mondo. Al momento dell'immissione dei propri prodotti sul mercato dell'UE i produttori si attengono già alle norme vigenti in materia di sostanze pericolose, progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica. Le proposte contenute nel pacchetto di iniziative per prodotti sostenibili contribuiranno ad accelerare l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Espandendo i mercati dei prodotti ecosostenibili, l'UE mira a rafforzare la sostenibilità delle catene globali del valore e a contribuire ai cambiamenti in positivo nei paesi partner, concorrendo al conseguimento di diversi obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

    La sola azione dell'UE non è tuttavia sufficiente in quanto non basta a realizzare la transizione verso la maggiore ecosostenibilità e circolarità di cui il mondo ha bisogno. Dobbiamo collaborare con i nostri partner rafforzando la cooperazione internazionale e promuovendo la nostra ambizione in tutto il mondo. L'UE intensificherà l'impegno nei confronti dei paesi terzi a livello globale, regionale e bilaterale, in particolare quelli a basso e medio reddito, per sostenere la transizione verso la sostenibilità e facilitare il rispetto delle nuove norme. A livello bilaterale l'UE lavorerà in partenariato con i paesi terzi in materia di sviluppo di capacità, rafforzamento del dialogo, cooperazione tecnica, accesso alle reti di sostegno per le imprese, accesso ai finanziamenti per gli investimenti nell'economia circolare e scambio di migliori pratiche per individuare potenziali ostacoli tecnici e promuovere iniziative congiunte.

    A livello globale l'UE continuerà a perseguire l'agenda per l'economia circolare nei consessi multilaterali, nel G7 e nel G20 e nel quadro dell'alleanza globale per l'economia circolare e l'efficienza delle risorse. La Commissione sosterrà la creazione di un forum globale sul consumo e la produzione sostenibili per alimentare un ampio dibattito tra i paesi e i portatori di interessi su come rispondere al recente appello dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente, che ha esortato gli Stati membri ad adottare misure di concerto con il settore privato per migliorare la progettazione dei prodotti tenendo conto delle valutazioni del ciclo di vita e favorire il prolungamento della durata di vita, la riparazione, il riutilizzo e un riciclaggio più semplice dei prodotti nell'ambito dell'economia circolare, al fine di contribuire al conseguimento dell'efficienza delle risorse 41 . L'UE continuerà a sostenere le Nazioni Unite e le altre iniziative a livello globale e multilaterale che promuovono una produzione e un consumo sostenibili, oltre ad appoggiare il lavoro svolto dall'International Resource Panel e contribuire a diffonderne le conclusioni. L'UE coopererà con i suoi partner commerciali in seno all'Organizzazione mondiale del commercio, condividendo e discutendo migliori pratiche su come incrementare la circolarità nelle catene globali del valore conformemente al diritto interno e internazionale.

    Infine la recente proposta della Commissione sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità 42 contribuirà alla promozione di modelli imprenditoriali sostenibili a livello mondiale e incoraggerà la transizione verso la sostenibilità delle imprese in tutti i settori industriali, imponendo loro di considerare e affrontare gli impatti negativi sull'ambiente nelle rispettive catene globali del valore. Sulla base delle norme proposte le imprese di maggiori dimensioni devono anche dotarsi di un piano per garantire che la loro strategia commerciale sia compatibile con il contenimento del riscaldamento globale a 1,5 °C, in linea con l'accordo di Parigi.

    8.Conclusioni

    Le iniziative sui prodotti sostenibili mirano a garantire che entro il 2030 una parte significativa dei prodotti a disposizione dei consumatori dell'UE sia progettata in modo da essere durevole, efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse, riparabile, riciclabile e fabbricata prediligendo materiali riciclati. Le imprese di tutto il mondo saranno in grado di competere senza essere battute sul prezzo da quelle che trasferiscono i costi sulla società e sull'ambiente. I consumatori avranno inoltre accesso alle informazioni necessarie per fare scelte più sostenibili, godranno di maggiore protezione dalle pratiche dannose per la transizione verde e potranno contare su prodotti che funzionano il più a lungo possibile, mentre le imprese potranno accedere ai dati di cui hanno bisogno per garantire l'ecosostenibilità e la circolarità dei propri prodotti e modelli imprenditoriali. Queste azioni sono esplicitamente raccomandate dai cittadini europei, che, nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa, hanno chiesto politiche più incisive in materia di economia circolare anche per quanto attiene alla lotta all'obsolescenza programmata e alla fornitura di informazioni sul riutilizzo e la riparazione dei prodotti.

    Gli effetti del pacchetto di iniziative odierne si faranno sentire poco a poco. Alcune misure saranno applicabili sin dall'entrata in vigore, mentre altre richiederanno tempo a causa del quadro giuridico e del tipo di cambiamenti sistemici che comportano. Il regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili consentirà un approccio su più fronti alla regolamentazione dei prodotti, segnando una vera svolta che prenderà slancio nel corso del tempo. Definendo un quadro intersettoriale esaustivo e compiendo passi importanti quali l'adozione di piani di lavoro si potranno chiarire con largo anticipo l'orientamento generale e gli obiettivi, dando alle imprese il tempo di fare i preparativi necessari sul fronte organizzativo e sistemico, anche prima che siano stabilite norme dettagliate sui prodotti.

    Le proposte contenute in questo pacchetto sono fondamentali per il Green Deal europeo giacché apporteranno un contributo considerevole agli obiettivi ambientali e climatici dell'Unione europea, in particolare al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, al raddoppio del tasso di circolarità dell'uso dei materiali entro il 2030 e al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi dell'UE in materia di efficienza energetica. Contribuiranno inoltre agli obiettivi del decennio digitale per il 2030, della nuova strategia industriale, del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali e del nuovo Bauhaus europeo, beneficiandone.

    Le proposte del presente pacchetto possono avvicinare notevolmente l'UE al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, purché se ne preservi il livello di ambizione e siano attuate in modo rapido ed efficace.

    La Commissione invita pertanto il Parlamento europeo, il Consiglio e tutti gli altri portatori di interessi ad approvare l'approccio e le ambizioni di tali proposte e ad adoperarsi per la loro rapida adozione e attuazione.

    (1) COM(2019) 640 final.
    (2) Sala, S. et al. (2020). "Environmental sustainability of European production and consumption assessed against planetary boundaries". Journal of environmental management, 269, 110686.
    (3) International Resource Panel delle Nazioni Unite (2019). "Global Resources Outlook 2019: Natural Resources for the Future We Want" ( https://www.resourcepanel.org/reports/global-resources-outlook ).
    (4) Rispetto a uno scenario di status quo in cui non è in vigore alcuna norma di progettazione ecocompatibile. Fonte: Ecodesign Impact Accounting Overview Report 2020.
    (5)   COM(2022) 142 final.
    (6)   https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/4d42d597-4f92-4498-8e1d-857cc157e6db  
    (7)   COM(2022) 141 final.
    (8)   COM(2022) 144 final.
    (9)   COM(2022) 143 final.
    (10) Cfr. allegato 7 del documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD(2022) 82.
    (11)  Documento di sintesi dell'OCSE "Making the most of the social economy's contribution to the circular economy" (2022), https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/be4e83a2-735a-11ec-9136-01aa75ed71a1/language-it  
    (12) Piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e l'etichettatura energetica 2022-2024.
    (13)  Salvo alcune eccezioni degne di nota quali alimenti e mangimi ai sensi del regolamento (CE) n. 178/2002 (legislazione alimentare generale).
    (14) COM(2020) 667 final.
    (15) Regolamento (UE) 2017/1369.
    (16)  Regolamento (CE) n. 1907/2006, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) e direttiva 2011/65/UE, dell'8 giugno 2011, sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RoHS).
    (17) Regolamento (UE) n. 1007/2011.
    (18) Regolamento (UE) n. 1007/2011.
    (19) COM(2020) 798 final.
    (20) Direttiva 94/62/CE.
    (21) Regolamento (CE) n. 1907/2006 e direttiva 2011/65/UE.
    (22) Direttiva 2011/65/UE.
    (23)  Le materie prime critiche sono quelle che rivestono una grande importanza economica per l'UE e presentano un elevato rischio di approvvigionamento. Cfr. anche: https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/d1be1b43-e18f-11e8-b690-01aa75ed71a1 . 
    (24) COM(2021) 547 final.
    (25) Direttiva 2011/65/UE.
    (26)  "European Green Deal: Commission seeks views on reviewing rules on hazardous substances in electrical and electronic equipment", https://ec.europa.eu/environment/news/european-green-deal-commission-seeks-views-reviewing-rules-hazardous-substances-electrical-and-2022-03-10_it .
    (27) Secondo le stime, nel 2020 nell'UE sono stati venduti circa 3 miliardi di prodotti cui si applicano misure di progettazione ecocompatibile e/o di etichettatura energetica, di cui circa 1,5 miliardi di sorgenti luminose, 880 milioni di prodotti elettronici, 350 milioni di pneumatici e 240 milioni di altri prodotti.
    (28)   https://ec.europa.eu/transparency/expert-groups-register/screen/expert-groups/consult?do=groupDetail.groupDetail&groupID=3609&lang=it .
    (29)   https://ellenmacarthurfoundation.org/circular-examples/why-buy-light-bulbs-when-you-can-buy-light-signify
    (30)   https://circulareconomy.europa.eu/platform/  
    (31)   https://een.ec.europa.eu/  
    (32)   https://resourceefficient.eu/it  
    (33) Come annunciato nel piano d'azione per l'economia sociale COM(2021) 778.
    (34)  COM(2020) 274 final.
    (35)   Patto per le competenze - Occupazione, affari sociali e inclusione - Commissione europea (europa.eu)
    (36)  Sono già stati istituiti patti per le competenze in ecosistemi industriali quali l'edilizia, la microelettronica e il settore tessile, dell'abbigliamento, della calzatura e della pelletteria.
    (37) Il 94 % degli europei afferma che per loro proteggere l'ambiente è importante e il 68 % ritiene che le proprie abitudini di consumo abbiano un impatto negativo sull'ambiente. Atteggiamenti dei cittadini europei nei confronti dell'ambiente - marzo 2020 - indagine Eurobarometro (europa.eu)
    (38)

    COM(2022) 143.

    (39)  Direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali e direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori.
    (40) Raccomandazione (UE) 2021/2279 della Commissione, del 15 dicembre 2021, sull'uso dei metodi dell'impronta ambientale per misurare e comunicare le prestazioni ambientali del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni (GU L 471 del 30.12.2021, pag. 1).
    (41)

     Risoluzione 5 dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente sul rafforzamento dell'economia circolare come contributo al conseguimento di un consumo e di una produzione sostenibili, adottata il 5 marzo 2022, UNEP/EA5/L17/REV.1.

    (42) COM(2022) 71 final. 
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