COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles,6.11.2017
COM(2017) 479 final/2
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COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE
Investire in un'industria intelligente, innovativa e sostenibile
Una nuova strategia di politica industriale dell'UE
1.L’industria europea in una nuova era industriale
L’industria, motore essenziale della produttività e dell’innovazione, è sempre stata una pietra miliare della prosperità economica in Europa. Possiamo contare su una base industriale forte, ma sono necessari sforzi importanti da parte degli Stati membri, delle istituzioni dell’UE e soprattutto dell’industria stessa per mantenere e rafforzare la leadership industriale dell’Europa nell’era della globalizzazione, delle sfide in materia di sostenibilità e della rapida evoluzione tecnologica.
Gli orientamenti politici del presidente Juncker hanno evidenziato l’importanza di un’industria forte e altamente efficiente per il futuro dell’economia europea e la necessità di riportare il contributo dell’industria al PIL dell’UE al 20% entro il 2020. L’industria rappresenta 36 milioni di posti di lavoro diretti, contribuisce a elevati standard di vita per i nostri cittadini e svolge un ruolo chiave nel sostenere la leadership globale e la rilevanza internazionale dell’Europa. Di recente anche il presidente del Parlamento europeo ha ricordato ancora una volta che nelle nostre politiche il rafforzamento della base industriale dell’Europa deve essere in primo piano.
L’Europa è leader mondiale in molti settori, in particolare per quanto riguarda prodotti e servizi sofisticati, ad alto valore aggiunto e a basse emissioni di carbonio, una posizione guadagnata grazie a un vasto mercato unico di 500 milioni di consumatori, forti catene del valore, una forza lavoro qualificata e competente e una base scientifica di altissimo livello. Tuttavia sono necessari notevoli sforzi per rispondere alle sfide e cogliere le grandi opportunità della nuova era industriale.
Le caratteristiche di questa nuova era industriale sono il ritmo accelerato delle trasformazioni economiche, sociali e ambientali, nonché i nuovi progressi tecnologici in settori come la robotica, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale, i sistemi energetici e la bioeconomia. L’automazione, consentita dalle tecnologie informatiche, sta trasformando i processi di produzione tradizionali e la natura del lavoro. L’industria è sempre più integrata nelle catene del valore globali con forti componenti di servizio. Modelli imprenditoriali emergenti turbano i mercati tradizionali.
L’innovazione stessa e la creazione di valore stanno cambiando profondamente, guidati da una nuova generazione di consumatori che si aspetta cocreazione di valore, connettività e misurazione dei risultati in tempo reale. Questi fenomeni inoltre rendono meno marcata la distinzione tra settore manifatturiero e servizi. I dati stanno diventando il nuovo fattore competitivo del nostro mondo interconnesso e con le risorse naturali messe a dura prova e il cambiamento climatico che diventa una realtà sempre più tangibile, la domanda di prodotti sostenibili e il consumo circolare subiranno un aumento esponenziale.
Queste tendenze sono reali e irreversibili e l’industria sta iniziando a cogliere le opportunità che esse presentano. L’industria dell’UE è stata in grado di invertire la tendenza negativa delle sue quote di mercato sulle esportazioni e del suo contributo al valore aggiunto totale. L’UE sta aumentando gradualmente le proprie quote di mercato sulle esportazioni di merci mentre per quanto riguarda i servizi sono stabili. Il valore aggiunto lordo dell’industria nell’UE27 è aumentato del 6,4% tra il 2009 e il 2016 e del 4,7% nell’UE28. Nel 2016 il contributo delle industrie manifatturiere e degli input manifatturieri dalle industrie estrattive e da quelle dei beni di consumo al valore aggiunto totale era pari al 21% nell’UE-27 (19% nell’UE28). Il solo il valore aggiunto manifatturiero è cresciuto del 25% nell’UE27 (23% nell’UE28) in termini reali a partire dal 2009, mentre la sua quota nell’economia è passata dal 15,5% (14,7% nell’UE28) al 17,1% (16,1% nell’UE28).
Fonte: Eurostat
Anche il calo dell’occupazione nell’industria ha subito un’inversione di tendenza. Tra il 2009 e il 2013 l’occupazione industriale era diminuita di 1,8 milioni (5,4%) nell’UE27, ma a partire dal 2013 nell’industria sono stati creati oltre 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro. Nel settore manifatturiero i posti di lavoro sono aumentati a un ritmo ancora più sostenuto, prevalentemente quelli meglio retribuiti in ambito ingegneristico, professionale e gestionale. La crescita del valore aggiunto dell’industria e dell’occupazione si riflette anche in un tasso di crescita annuo nella produttività del lavoro nell’industria dell’UE del 2,7% in media dal 2009 al 2016. La crescita della produttività del lavoro nell’UE è maggiore rispetto alle altre grandi economie, come gli Stati Uniti (+0,7% all’anno in media nel periodo 2009-2015), il Giappone (+3,4%) e la Corea del Sud (2,3%).
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Fonte: Eurostat.
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Dobbiamo continuare a mantenerci attivi per affrontare l’evoluzione delle catene del valore, per rispondere alle sfide legate alla sostenibilità, per far fronte ai cambiamenti della domanda globale e per rimediare alle debolezze strutturali che ancora permangono nel nostro ambiente imprenditoriale. Le PMI restano particolarmente vulnerabili. Molti sono ancora coloro che non posseggono le competenze necessarie per l’industria del futuro, in particolare le competenze digitali di base. Il crescente divario di produttività tra i leader in campo tecnologico e i ritardatari ostacola la crescita potenziale, compromette la convergenza economica e sociale e nuoce alla coesione territoriale. I concorrenti dell’Europa stanno investendo ingentemente nella ristrutturazione della loro industria; mentre il tasso di investimento nell’UE non è ancora tornato alla sua media storica. Al tempo stesso, il ritardo innovativo dell’UE rispetto ad alcuni paesi è in aumento e i principali attori economici come la Cina stanno iniziando a competere precisamente nei segmenti a più alto valore aggiunto in cui l’Europa è leader.
È necessario pertanto rafforzare la capacità dell’industria di adattarsi e innovarsi costantemente, agevolando gli investimenti nelle nuove tecnologie e adottando cambiamenti prodotti dall’introduzione di una maggiore digitalizzazione e dalla transizione verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. Ma le imprese devono fare la loro parte, aggiornando la base tecnologica, adeguando i modelli di attività al futuro, assimilando i principi di sviluppo sostenibile e adottando l’innovazione.
La trasformazione industriale offre enormi opportunità, ma sfruttarle richiederà notevoli investimenti nelle tecnologie produttive avanzate, nelle competenze e nei talenti delle persone, nonché nelle attività immateriali come la ricerca e l’innovazione. Una trasformazione accelerata necessita anche di un migliore funzionamento del mercato unico. Con la tecnologia all’avanguardia, una politica industriale moderna può dare nuovo impulso alle regioni dell’UE e rafforzare la resilienza per adattarsi al contesto globale in rapida evoluzione.
2.Rafforzare l’industria europea
La creazione di posti di lavoro e di crescita attraverso l’innovazione e gli investimenti è stata al centro delle iniziative fondamentali della Commissione, tra cui in particolare il piano di investimenti, la strategia per il mercato unico, l’unione dei mercati dei capitali, la strategia per il mercato unico digitale o la nuova agenda per le competenze in Europa. Realizzare l’Unione dell’energia, con la sua politica ambiziosa e lungimirante in materia di clima, e il piano d’azione per l’economia circolare e lavorare in prima linea per attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 stimola anche la competitività e la crescita sostenibile. Orizzonte 2020 e i Fondi strutturali e di investimento europei svolgono un ruolo importante nel promuovere l’innovazione industriale e la Commissione sta lavorando con gli Stati membri nell’ambito del semestre europeo per attuare le riforme nazionali, sostenere l’occupazione, la crescita e gli investimenti. Il documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE ha sottolineato che il bilancio dell’UE dovrebbe continuare a rendere l’economia europea più forte e più resiliente.
La politica trasversale della Commissione per il miglioramento della regolamentazione, che dovrebbe essere integrata da sforzi analoghi da parte degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale, contribuisce a garantire una legislazione e dei risultati migliori per la società. Una legislazione di qualità elevata garantisce la necessaria certezza giuridica affinché le imprese prosperino.
ØUna migliore regolamentazione garantisce che le ripercussioni economiche, sociali e ambientali siano valutate sistematicamente e integra la competitività, l’innovazione, la digitalizzazione, gli investimenti, le PMI, la protezione sociale e dei consumatori e l’ambiente nella definizione delle politiche dell’UE. Essa mira a garantire che la nuova legislazione consegua i propri obiettivi al minor costo possibile e che la legislazione in vigore sia controllata periodicamente, in modo da identificare e affrontare gli oneri burocratici inutili.
ØParallelamente, il programma della Commissione sull’adeguatezza della regolamentazione continua a produrre risultati attraverso la semplificazione della normativa esistente e la riduzione dei costi superflui
. La piattaforma REFIT e il sito internet “Ridurre la burocrazia” a essa collegato invitano le imprese e la società civile a dare suggerimenti da esaminare su come semplificare la legislazione.
ØLa partecipazione attiva dei portatori d’interessi, anche delle imprese, è fondamentale per migliorare la qualità della legislazione dell’Unione
. La Commissione li invita pertanto a esprimere il loro parerei merito alle sue iniziative e valutazioni fin dalle fasi iniziali . Essa accoglie inoltre con favore elementi di prova e contributi dettagliati nell’abito delle sue consultazioni come pure riscontri sulle sue proposte.
La grande attenzione all’industria di queste politiche è stata integrata da misure settoriali specifiche, come nel caso dell’industria siderurgica, spaziale e della difesa, e ponendo un forte accento sulle tecnologie abilitanti fondamentali.
ØCon la comunicazione “Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa” la Commissione ha adottato misure volte a rafforzare la difesa dell’UE contro le pratiche commerciali sleali. Sono state proposte azioni a livello nazionale e dell’UE per affrontare le sfide a lungo termine e la sostenibilità dell’industria siderurgica europea, in particolare attraverso la modernizzazione e gli investimenti nell’innovazione (ad esempio, attraverso partenariati pubblico-privato).
ØTenendo conto della dimensione strategica del settore spaziale per l’Europa, nell’ottobre 2016 la Commissione ha adottato una strategia spaziale per l’Europa per sfruttare al massimo i vantaggi offerti dallo spazio alla società e all’economia europee, per creare il giusto ecosistema in Europa al fine di promuovere la crescita di nuove imprese spaziali, per promuovere la leadership globale dell’Europa nel settore spaziale e aumentare la sua quota sul mercato spaziale mondiale.
È giunto il momento di fare il punto sui progressi compiuti e di colmare eventuali carenze rimaste. Come dimostrano la risoluzione del Parlamento europeo del 5 luglio 2017, le conclusioni del Consiglio europeo del 15 dicembre 2016 e del 23 giugno 2017 come pure il vivo interesse e il grande sostegno dei portatori di interessi nel loro complesso, vi è un accordo diffuso sulla necessità di una visione globale e lungimirante dell’industria europea. Ciò ci consentirà di agire meglio insieme, in base alle dieci priorità politiche della Commissione, per rafforzare la base industriale dell’Europa.
Basandosi sulla Giornata europea dell’industria svoltasi quest’anno e sui vari input ricevuti dai portatori d’interessi, la presente comunicazione risponde a tale necessità, formulando una strategia verso un’industria intelligente, innovativa e sostenibile che contribuisce alla competitività, all’occupazione e alla crescita a vantaggio di tutti. L’attuazione di questa strategia richiederà un impegno comune e sforzi sistematici da parte dell’industria, nonché da tutti i portatori di interessi regionali, nazionali e dell’UE coinvolti.
ØLa prima Giornata europea dell’industria si è svolta il 28 febbraio 2017 e ha riunito circa 600 partecipanti provenienti da svariati settori industriali e dalla società civile di tutta l’Unione per discutere quali obiettivi ha realizzato la politica industriale dell’UE e qual è il futuro dell’industria europea. Dal dibattito è emerso un ampio consenso sul fatto che le attuali politiche dell’UE contribuiscono ad affrontare le sfide a lungo termine per l’industria e ha aiutato a individuare i settori in cui sono necessari ulteriori interventi.
Occorre pertanto rafforzare ulteriormente la fruttuosa cooperazione avviata in occasione della prima Giornata europea dell’industria e renderla un evento regolare e strutturato.
3.Un mercato unico più approfondito ed equo: coinvolgere i cittadini e le imprese
Un mercato unico più profondo e più equo è alla base del successo dell’industria europea. Esso deve agevolare l’integrazione delle nostre imprese nelle catene del valore europee e globali e agire come un elemento propulsivo essenziale della competitività industriale. Al tempo stesso deve aiutare l’industria, i cittadini e le comunità locali ad adeguarsi ai cambiamenti sociali, economici e ambientali. I vantaggi della trasformazione industriale devono essere ampiamente diffusi e coloro che patiscono insuccessi devono poter trovare opportunità e assistenza per adattarsi. L’apprendimento permanente, le pari opportunità e l’equo accesso all’istruzione, alla formazione e alle competenze tecnologiche sono al centro della costruzione di tale resilienza.
Nel corso degli ultimi due anni la Commissione ha presentato una serie di misure per consentire all’Europa e alle sue imprese di sfruttare appieno i vantaggi del mercato unico. L’agenda europea per l’economia collaborativa sta incentivando lo sviluppo equilibrato di modelli imprenditoriali collaborativi, che hanno anche grandi potenzialità per un utilizzo più efficiente delle risorse all’interno dell’economia. La modernizzazione del sistema di normazione permetterà di elaborare in tempo utile norme orientate al mercato che consentano alle nostre imprese di cogliere le opportunità nei segmenti di mercato emergenti. Il pacchetto sui servizi di quest’anno affronta gli ostacoli normativi sproporzionati, facilitando la mobilità dei professionisti e snellendo le procedure che i prestatori di servizi sono tenuti a seguire quando espandono le loro attività in altri paesi dell’UE. Più di recente il pacchetto sulla conformità ha posto un forte accento sull’applicazione delle regole del mercato unico e sull’aiuto ai cittadini e alle imprese affinché il mercato unico sia una realtà tangibile.
Per rafforzare ulteriormente il mercato unico, la Commissione proporrà anche norme volte a semplificare il funzionamento del reciproco riconoscimento e a rivedere il corpus di norme sulla vigilanza del mercato per garantire la sicurezza dei prodotti e assistere meglio le oltre 500 autorità nazionali di sorveglianza dei mercati nel coordinamento e nello svolgimento dei loro compiti. La Commissione presenterà una serie di iniziative volte a modernizzare il quadro della proprietà intellettuale. Per aiutare le autorità a utilizzare meglio gli appalti pubblici e renderli un propulsore di tecnologia intelligente, sostenibile e innovativa, la Commissione proporrà inoltre misure volte a promuovere gli appalti strategici e ad aiutare gli Stati membri per quanto riguarda gli aspetti relativi agli approvvigionamenti di grandi progetti infrastrutturali.
Per far fronte alla forte pressione verso l’adattamento che la trasformazione industriale in corso sta esercitando sull’industria europea e sulla sua forza lavoro, occorre prestare particolare attenzione alla formazione della resilienza e all’aiuto a persone e comunità affinché colgano le opportunità di cambiamento. I sistemi di istruzione e formazione devono assicurare che le persone dispongano delle competenze adeguate per guidare questo cambiamento ed evitare un aumento dei divari sociali. Queste competenze devono essere sviluppate ben prima dell’ingresso nel mercato del lavoro e devono essere aggiornate nel corso di tutta la vita lavorativa. Il coinvolgimento dei principali portatori di interessi, comprese le parti sociali, è essenziale a tale riguardo.
L’agenda europea per le competenze elenca dieci azioni chiave per il miglioramento delle competenze in Europa, che vanno dalle iniziative volte ad affrontare la carenza di competenze di base, che coinvolge oltre 70 milioni di adulti in Europa, alle misure per sostenere lo sviluppo e la previsione di competenze di livello elevato nei settori emergenti. La Commissione, in collaborazione con l’OCSE, sta aiutando gli Stati membri a sviluppare strategie nazionali relative alle competenze. L’approccio orientato al futuro del piano della Commissione per la cooperazione settoriale sulle competenze sarà prossimamente esteso ad altri settori industriali di fondamentale importanza, quali l’edilizia, la siderurgia, l’industria cartaria, le tecnologie rispettose dell’ambiente, l’energia rinnovabile, la manifattura e il trasporto marittimo. La Coalizione per le competenze e le occupazioni digitali propone azioni concrete per la formazione e la riqualificazione dei cittadini europei e della forza lavoro in seguito alla digitalizzazione. La recente iniziativa del pilastro europeo dei diritti sociali affronta il futuro del lavoro e l’emergente mercato del lavoro digitale. Fra l’altro, esso intende affrontare le sfide legate alle forme nuove e non convenzionali di rapporti lavorativi, alle condizioni di lavoro e all’accesso alla protezione sociale.
La Commissione rafforzerà ulteriormente l’orientamento ai risultati del Fondo sociale europeo per sostenere la resilienza e la competitività dei mercati del lavoro. Le politiche nazionali per il mercato del lavoro svolgono un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’anticipazione del futuro fabbisogno di competenze e l’uso del Fondo sociale europeo per gestire meglio il cambiamento e contribuire a fornire una formazione adeguata. Anche il programma Erasmus+ è uno strumento chiave per sviluppare nuove competenze mediante la formazione all’estero. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione fornisce un sostegno ai lavoratori vittime di licenziamenti su grande scala causati dalla globalizzazione o dalla crisi.
4.Portare l’industria a un livello adeguato all’era digitale
Il futuro dell’industria sarà digitale. La trasformazione digitale è al centro della rivoluzione industriale in atto. I progressi tecnologici in settori quali i big data, l’intelligenza artificiale e la robotica, l’internet delle cose e il calcolo ad alte prestazioni, influiscono sulla natura stessa del lavoro e della società nel suo insieme. Con l’avvento delle tecnologie digitali, la componente “servizi” dell’industria sta diventando sempre più importante, pertanto è fondamentale per la crescita e la competitività dell’Europa, promuovere la diffusione delle tecnologie intelligenti all’interno delle catene del valore industriali e tra di esse e la crescita delle imprese .
Sebbene l’Europa sia un leader mondiale in molte industrie manifatturiere e le sue imprese siano spesso all’avanguardia della digitalizzazione e dell’automazione in settori chiave dell’industria, il suo ruolo nell’economia dei dati e delle piattaforme è limitato e la diffusione della tecnologia digitale nelle PMI è bassa. Solo un quinto delle imprese dell’UE è altamente digitalizzato. Anche le imprese devono fare la loro parte, facendosi carico degli investimenti iniziali nelle tecnologie digitali e sfruttando in seguito gli incrementi di produttività e i vantaggi innovativi che essi offrono. I modelli e i processi imprenditoriali potrebbero cambiare; probabilmente i dirigenti e il personale dovranno acquisire nuove competenze e il ritmo della trasformazione potrebbe aumentare. Ciononostante anche rinunciare alla digitalizzazione porterà a dei cambiamenti, con la probabile perdita di competitività, di quote di mercato e, in ultima analisi, di occupazione, mettendo, in pericolo, nel peggiore dei casi, l’esistenza stessa dell’impresa.
Questo è il motivo per cui la strategia globale sulla digitalizzazione dell’industria europea pone un forte accento su una maggiore digitalizzazione dell’industria. La piattaforma europea delle iniziative nazionali sulla digitalizzazione lanciata a marzo istituisce un quadro di coordinamento europeo e stimola le politiche di digitalizzazione in tutti gli Stati membri. La Commissione investe anche nella diffusione dei poli dell’innovazione digitale e di altri centri tecnologici per offrire alle imprese dell’UE servizi di assistenza migliori e più coordinati. Ciò contribuisce a raggiungere le imprese che non sono ancora impegnate nella trasformazione digitale.
Le piattaforme industriali digitali (ad esempio, internet industriale e piattaforme di dati industriali) contribuiranno a riunire diverse tecnologie e applicazioni, favorendo lo sviluppo di nuovi prodotti, di processi e, in particolare, di nuovi modelli di impresa e di servizi. La Commissione sta pubblicando inviti mirati per sostenerne lo sviluppo in una serie di settori quali l’automazione e la collaborazione nel settore manifatturiero, l’agricoltura di precisione e l’energia.
Molte altre iniziative nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale stanno spingendo verso la digitalizzazione dell’industria e l’ammodernamento dei servizi pubblici, anche attraverso azioni sulla normazione delle TIC, la pubblica amministrazione, la connettività ad alta velocità (compreso il 5G) e l’internet delle cose. Ma la revisione intermedia della strategia dimostra che l’Europa deve andare ancora più lontano. Nell’ambito di questo mandato la Commissione presenterà una serie di ulteriori iniziative ambiziose per dare all’industria europea il mercato unico digitale di cui ha bisogno. Queste iniziative riguardano questioni quali lo sviluppo dell’economia dei dati, l’intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni, che sono cruciali per gli ecosistemi industriali intelligenti e le applicazioni dei big data.
L’esauriente pacchetto sulla cibersicurezza adottato oggi è un importante contributo contro le minacce cibernetiche e rafforza ulteriormente l’apparato di sicurezza e protezione dei dati dell’Europa. In particolare, l’iniziativa per creare una rete delle competenze in materia di cibersicurezza con un Centro europeo per la ricerca e le competenze in materia di cibersicurezza sosterrà lo sviluppo delle capacità industriali. Ciò permetterà inoltre di dare nuovo slancio agli sforzi dell’UE di diventare un leader mondiale nello sviluppo delle tecnologie digitali di prossima generazione. L’iniziativa per il libero flusso dei dati contribuirà a rafforzare l’economia europea dei dati, rendendo migliori e più concorrenziali i servizi dati.
Lo stato dell’arte dell’infrastruttura digitale e lo sfruttamento adeguato di risorse ad ampio spettro sono inoltre essenziali per lo sviluppo di innovazioni digitali rivoluzionarie, come la produzione additiva o la guida automatica, e per un’ampia diffusione della digitalizzazione a tutti i comparti delle nostre economie e ai cittadini. L’UE e i suoi Stati membri devono garantire adeguate condizioni quadro per lo sviluppo di tali infrastrutture. Inoltre, con più di 20 miliardi di EUR di finanziamento previsti per i progetti, il Fondo europeo per gli investimenti strategici è già diventato un importante motore di investimenti in infrastrutture digitali. Orizzonte 2020, il meccanismo per collegare l’Europa e i Fondi strutturali e d’investimento europei stanno inoltre investendo in modo massiccio nelle principali tecnologie digitali del futuro.
La connettività di nuova generazione — in particolare il 5G — è la base su cui si fonderanno i modelli imprenditoriali futuri. I veicoli autonomi, l’internet delle cose e innumerevoli altre applicazioni da cui dipenderà la forza industriale futura non possono essere realizzati senza una velocità della connessione internet rapida e senza soluzione di continuità. Gli sforzi per accelerare l’adozione del 5G sono enormi, ma lo sono anche i potenziali benefici che potrebbero dare all’industria europea il vantaggio del precursore e un vantaggio competitivo mondiale.
5.Basarsi sulla leadership europea nell’economia circolare e a basse emissioni di carbonio
L’UE persegue lo sviluppo sostenibile in modo trasversale ed è la forza propulsiva dell’accordo di Parigi sulle iniziative a favore del clima e dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. È all’avanguardia nella transizione globale verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. L’Europa deve ora sfruttare questa posizione di leadership in tutti i settori e affrontare la crescente concorrenza mondiale nella produzione ecologica e nelle tecnologie energetiche pulite.
La trasformazione delle nostre imprese verso modelli più sostenibili ed efficienti sul piano delle risorse non contribuisce solo a proteggere l’ambiente, ma crea anche un vantaggio competitivo, generando importanti risparmi sui costi. Può creare nuovi posti di lavoro e opportunità per i lavoratori e gli imprenditori. Nel dicembre 2017 la Commissione presenterà una nuova serie di azioni in materia di economia circolare, tra cui una strategia per il passaggio a un’economia circolare della plastica in Europa, anche mediante la promozione dell’innovazione e degli investimenti. Un maggiore sviluppo della bioeconomia può anche aiutare l’UE ad accelerare i progressi verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio e a migliorare la produzione di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione in prodotti a base biologica e in bioenergia. Le imprese dell’UE sono sempre più integrate nelle catene di approvvigionamento mondiali pertanto la transizione verso un’economia circolare non può essere perseguita nell’isolamento. Data l’importanza strategica delle materie prime per l’industria manifatturiera dell’UE
, la Commissione intraprende attualmente un’ampia gamma di azioni nel quadro dell’iniziativa “materie prime” dell’UE e continuerà a garantirne l’approvvigionamento sicuro, sostenibile e a prezzi accessibili. Alcune materie prime sono di particolare importanza in quanto di grande rilevanza economica e sono associate a un elevato rischio di approvvigionamento. Parallelamente a questa strategia la Commissione presenta un elenco riveduto delle materie prime essenziali per l’UE.
La Commissione ha già presentato la maggior parte delle proposte legislative per attuare la strategia quadro per un’Unione dell’energia e l’accordo di Parigi e si sta concentrando sull’attuazione di azioni concrete per accelerarne l’attuazione. Sebbene l’accordo di Parigi segni una grande svolta a livello mondiale, l’impegno stabilito a livello nazionale cambia da un paese all’altro. Pertanto, nella misura in cui permarrà una disparità di condizioni, i settori a rischio continueranno ad avere diritto all’assegnazione di quote a titolo gratuito nell’ambito del sistema UE di scambio delle quote di emissioni (ETS). La politica dell’UE in materia di clima fornisce anche gli strumenti per sostenere direttamente l’innovazione a basse emissioni di carbonio nell’industria. La riserva per i nuovi entranti ha stanziato 2,1 miliardi di EUR per 39 progetti altamente innovativi. Per il periodo successivo al 2020, le quote del sistema ETS dovrebbero essere abbandonate a favore della creazione di un Fondo per l’innovazione a sostegno della dimostrazione su larga scala delle tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio per l’industria ad alta intensità energetica, le energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Un fondo per la modernizzazione sosterrà l’ammodernamento del settore energetico in dieci Stati membri a reddito più basso.
Nel pacchetto Energia pulita adottato lo scorso novembre, la Commissione ha proposto un nuovo quadro per accelerare, trasformare e consolidare la transizione energetica dell’economia dell’UE, assicurando al contempo la leadership dell’UE e la competitività della nostra economia. Il pacchetto porterà a una maggiore concorrenza nel mercato al dettaglio dell’energia elettrica e lo aprirà a nuovi servizi e modelli di impresa. Esso stabilisce inoltre un quadro favorevole alla transizione verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio attraverso misure concrete e a breve termine per contribuire al conseguimento di risultati tangibili da parte dell’industria, delle regioni, delle città, dei lavoratori e dei cittadini dell’UE. Per contribuire ad accelerare l’assorbimento da parte del mercato dell’innovazione nel mondo, nel 2018 l’UE e i paesi nordici ospiteranno un importante vertice mondiale (la missione ministeriale sull’innovazione e l’energia pulita), con impegni da parte di partner internazionali che rappresentano l’85-90% degli investimenti mondiali nell’energia pulita.
È necessario inoltre porre l’accento sulla mobilità a basse emissioni. Dopo la Strategia europea per una mobilità a basse emissioni del 2016 e il pacchetto Mobilità della primavera 2017, questo autunno la Commissione presenterà nuove proposte per contribuire a tale obiettivo, tra cui norme rafforzate sul biossido di carbonio post-2020/2021 per autovetture e furgoni e un piano d’azione sulle infrastrutture per i combustibili alternativi per sostenere la creazione di un’infrastruttura portante di ricarica per l’UE.
Affinché l’UE rimanga competitiva in questo settore, sarà necessario completare gli anelli mancanti delle pertinenti catene del valore. È per questo motivo che gli investimenti nelle batterie sono di importanza strategica. Per stimolare l’avvio delle iniziative guidate dall’industria volte alla formazione nell’UE di una catena del valore completa delle batterie per applicazioni sia fisse che mobili, la Commissione organizzerà una riunione dei portatori di interessi con l’intento di contribuire a ottimizzare l’eventuale intervento pubblico. A tale riunione seguirà, nella prima metà del 2018, una proposta di norme in materia di biossido di carbonio anche per autocarri e autobus (veicoli pesanti) .
ØUn’industria automobilistica competitiva e moderna è fondamentale per l’economia dell’UE, che fa sempre più affidamento sull’automazione, sulla digitalizzazione e su un più alto livello di prestazioni ambientali. L’obiettivo è garantire che siano sviluppate, offerte e prodotte in Europa le soluzioni, le attrezzature e i veicoli migliori per la mobilità sostenibile e a basse emissioni e che si realizzino le infrastrutture più moderne per sostenerli. A tal fine il settore automobilistico europeo dovrà sottoporsi a cambiamenti rapidi e profondi per restare competitivo e prosperare sul mercato mondiale. Le sfide emerse con evidenza nell’ambito del dieselgate offrono anche delle opportunità: per ripristinare la fiducia, l’industria automobilistica dell’UE deve riconoscere l’importanza di una transizione verso tecnologie più sostenibili e nuovi modelli imprenditoriali. In tutta Europa vengono create stazioni elettriche di ricarica e le autorità pubbliche e il settore privato uniscono le forze per migliorare le capacità europee nelle tecnologie delle batterie. L’industria automobilistica europea deve reagire a questa sfida, intensificare e accelerare la transizione verso l’elettricità e altre tecnologie a basse emissioni di carbonio. Se l’Europa coglie questa opportunità, potranno essere creati posti di lavoro sostenibili e migliorate le condizioni di vita nelle sue regioni e comunità.
Nell’ambito dell’Unione dei mercati dei capitali la Commissione sta elaborando anche una strategia sul finanziamento sostenibile per orientare meglio i flussi di capitale privato verso investimenti più sostenibili. Una migliore differenziazione tra gli investimenti sostenibili e quelli di altro tipo sarà fondamentale per integrare rischi e benefici più ampi nelle decisioni di investimento a lungo termine e per aumentare la fiducia nell’attuazione, nell’informativa e nell’etichettatura dei progetti.
6.Investire nell’industria del futuro
Gli investimenti interni ed esterni all’UE in infrastrutture e nuove tecnologie sono una condizione indispensabile affinché la nostra industria sia un motore di trasformazione industriale. Sebbene i livelli globali d’investimento stiano progressivamente aumentando, gli investimenti nell’innovazione e in altre attività immateriali restano inferiori a quelli di molti concorrenti. L’Europa deve stimolare più investimenti di capitale, favorire la diffusione di innovazioni promettenti e creare un ambiente favorevole allo sviluppo di PMI dinamiche.
Nell’ambito del “piano Juncker”, noto anche come piano di investimenti per l’Europa, varato nel novembre 2014, è stato creato un Fondo europeo per gli investimenti strategici per sostenere progetti strategici in tutto il continente, contribuendo in tal modo a colmare la carenza di investimenti. Il Fondo è già riuscito a mobilitare notevoli investimenti privati nell’infrastruttura digitale, nell’energia, nella ricerca, nei trasporti, in progetti di sviluppo e innovazione, garantendo in tal modo un finanziamento significativo dell’economia e sostenendo la recente ripresa degli investimenti. Il gruppo della Banca europea per gli investimenti ha sviluppato inoltre gli investimenti in equity, che rivestono un’importanza particolare per le imprese innovative in fase iniziale.
ØFino a luglio 2017 erano state approvate 572 operazioni sostenute dal Fondo europeo per gli investimenti strategici, per un valore totale dell’investimento di 225,3 miliardi di EUR (72% dell’obiettivo complessivo di 315 miliardi di EUR entro la metà del 2018). Tali operazioni riguardano tutti gli Stati membri e dovrebbero raggiungere più di 445 000 PMI e imprese a media capitalizzazione con più del 30% del volume totale.
La proposta della Commissione di rivedere e ampliare il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS 2.0) prevede che il 40% dell’aumento della capacità di rischio del FEIS sia orientato al miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per le PMI e che la Banca europea per gli investimenti aumenti la sua quota di finanziamento per le imprese a media capitalizzazione. Al contempo la proposta della Commissione per un regolamento “omnibus” semplificherà la combinazione del FEIS con le risorse provenienti dai Fondi strutturali e di investimento europei, al fine di ottenere un maggiore impatto, anche per le piattaforme d’investimento.
Per garantire un settore manifatturiero altamente competitivo in Europa, una strategia di successo deve basarsi sui punti di forza e sulle attività dell’Europa nelle catene del valore strategiche nelle nuove tecnologie e renderli più solidi. Ciò richiede un’azione congiunta, sforzi ben coordinati e investimenti da parte delle autorità pubbliche e delle imprese di diversi Stati membri. La comunicazione della Commissione concernente gli importanti progetti di comune interesse europeo è concepita per tali progetti strategici. Tra gli esempi di catene del valore di importanza strategica per l’Europa vi sono lo stoccaggio dell’energia e i chip elettronici. Se utilizzate dagli Stati membri, esse possono svolgere un ruolo essenziale nella promozione di politiche e azioni in settori chiave per la crescita economica. La Commissione, nell’intento di seguire, con gli Stati membri e l’industria, un approccio più proattivo per quanto riguarda gli importanti progetti di comune interesse europeo, istituirà un forum strategico coinvolgendo i principali portatori di interessi per individuare le principali catene del valore e i progetti d’investimento e per monitorare i progressi compiuti.
Si stanno compiendo importanti progressi anche con l’Unione dei mercati dei capitali e l’iniziativa a favore delle start-up nell’ambito della strategia per il mercato unico, al fine di agevolare l’accesso ai finanziamenti per le prime fasi di sviluppo delle nostre imprese innovative. L’Unione dei mercati dei capitali agevola gli investimenti per le imprese in vari settori attraverso un migliore accesso alle fonti di finanziamento alternative. Le regole dei fondi di capitale di rischio europei sono state riviste in modo che possano finanziare un numero maggiore di imprese e il regolamento relativo al prospetto è stato modificato per facilitare la raccolta di fondi per le PMI. È stato creato un fondo di fondi paneuropeo di venture capital per affrontare la necessità di maggiori investimenti in capitale di rischio dopo la fase iniziale.
La Commissione valuterà ora il modo in cui la legislazione dell’UE potrebbe creare un ambiente normativo più proporzionato per sostenere la quotazione delle PMI sui mercati pubblici. Saranno inoltre adottate ulteriori iniziative in materia di tecnologie finanziarie (FinTech), soprattutto per promuovere strumenti di finanziamento innovativi, quali il finanziamento collettivo (crowdfunding), e per esaminare la possibilità di sviluppare prestiti obbligazionari garantiti come strumenti per i prestiti per le PMI e le infrastrutture. Per colmare ulteriormente la carenza di finanziamenti nel passaggio dall’innovazione ai mercati, la Commissione studierà l’istituzione di un’azione complementare di sviluppo per il capitale di rischio, onde consentire ai fondi di capitale di rischio di aumentare la loro capacità d’investimento.
A causa dei loro diversi profili di rischio e della portata o dell’ambito delle loro attività, alcuni settori affrontano più ostacoli di altri nell’accesso ai finanziamenti. La Commissione adotta attualmente misure mirate nei settori dello spazio e della difesa affinché i vari attori della catena di approvvigionamento possano cogliere nuove opportunità . Con il Fondo europeo per la difesa, la Commissione ha stabilito un solido presupposto per il futuro settore europeo della difesa.
ØIl piano d’azione europeo in materia di difesa stabilisce misure concrete per sostenere una maggiore efficienza della spesa per la difesa nelle capacità comuni e per favorire lo sviluppo di una base industriale competitiva e innovativa. Ciò avviene in particolare con la creazione di un Fondo europeo per la difesa e il rafforzamento di un mercato della difesa aperto e competitivo in Europa. Fin dalla sua creazione, il Fondo europeo per la difesa ha prodotto i primi risultati, in particolare attraverso l’attuazione dell’azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa e la recente proposta per istituite un programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa. Insieme ai contributi degli Stati membri per finanziare progetti di sviluppo comuni, a medio termine il Fondo potrebbe generare un investimento totale di 5,5 miliardi di EUR l’anno nella ricerca e nello sviluppo di capacità in materia di difesa.
Migliorare le condizioni quadro per gli investimenti, compresa la prevedibilità normativa, la concorrenza leale e lo Stato di diritto, deve continuare a essere uno dei temi principali del lavoro della Commissione con gli Stati membri sulle riforme nel semestre europeo nell’ambito del terzo pilastro del piano di investimenti per l’Europa. Le autorità nazionali e regionali che dispongono di un margine di bilancio per sostenere gli investimenti di qualità e colmare la carenza di investimenti accumulata dall’inizio della crisi dovrebbero compiere maggiori sforzi.
I fondi dell’UE e degli Stati membri dovrebbero essere utilizzati come incentivi per creare valore aggiunto nell’economia senza compromettere lo sviluppo di un mercato privato dinamico per il finanziamento dei progetti. L’Unione provvede affinché gli aiuti di Stato incoraggino in modo corretto le imprese a investire nella ricerca e nello sviluppo (per esempio anche ammettendo la possibilità di ottenere aiuti pari a quelli ricevuti da concorrenti situati al di fuori dell’UE per progetti analoghi) e in altre misure a favore della competitività, e affinché a determinate imprese non beneficino di vantaggi economici che incidono negativamente sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri.
7.Sostenere l’innovazione industriale sul campo
L’Europa può vantare eccellenti risultati della ricerca in molti ambiti tecnologici che contribuiscono direttamente o indirettamente allo sviluppo di un’industria intelligente, innovativa e sostenibile. È necessario andare oltre e trasformare la ricerca in innovazioni rivoluzionarie per la creazione di nuovi mercati che favoriscano la crescita e l’occupazione. Finora sono state troppo poche le imprese innovative che sono riuscite a crescere, diventando importanti datori di lavoro e leader di mercato. L’Europa deve rafforzare il contesto favorevole, al fine di garantire che le sue innovazioni radicali, sebbene rischiose, creino nuovi mercati e leadership industriale sul suo territorio anziché fuori da esso. È inoltre necessario intraprendere iniziative per accelerare e migliorare la diffusione delle tecnologie, in particolare tra PMI e industrie tradizionali.
Le start-up e le imprese ad alto tasso di crescita che si sviluppano diventando imprese più grandi creano più posti di lavoro rispetto ad altre imprese, innovano e rafforzano la nostra economia. In Europa avviare un’impresa non è un problema , ma sono troppo poche le nuove imprese europee in grado di sopravvivere e crescere nel lungo termine. Sono le imprese ad alto tasso di crescita a essere in grado di espandersi, creando occupazione sostenibile e crescita economica, stimolando l’innovazione a lungo termine. Per questo motivo l’iniziativa Start-up e scale-up della Commissione ha proposto una serie di misure volte a rendere più agevole l’avvio e l’espansione di un’impresa.
Le nostre start-up e le PMI dinamiche devono avere accesso al capitale di rischio e a un contesto imprenditoriale favorevole per innovarsi e crescere in tutta Europa. Devono essere aiutate a entrare in contatto con persone qualificate, centri tecnologici e organizzazioni di sostegno all’interno e all’esterno della propria regione per accelerare la diffusione della conoscenza e inserirsi nelle catene del valore globali. L’Istituto europeo di innovazione e tecnologia raggruppa imprese, università e laboratori di ricerca di spicco per rafforzare la capacità di innovazione dell’Europa. La Commissione sta inoltre promuovendo un dialogo sull’eccellenza della politica dei cluster e adottando misure per facilitare l’integrazione di creatività, design e innovazioni non tecnologiche con le tecnologie all’avanguardia, al fine di generare nuovi prodotti, nuove catene del valore industriali e rivitalizzare settori tradizionali.
Occorre compiere progressi a tutti i livelli per garantire che i nostri quadri normativi offrano la flessibilità necessaria a consentire lo sviluppo dell’innovazione. Dobbiamo imparare a prendere in considerazione la prospettiva degli innovatori che spesso hanno meno voce in capitolo rispetto agli operatori già presenti sul mercato. A tal fine la Commissione applicherà il principio dell’innovazione attraverso la sua agenda “Legiferare meglio”. Il principio dell’innovazione prevede di prendere in considerazione l’impatto sulla ricerca e l’innovazione al momento dell’elaborazione e della revisione della regolamentazione in tutti i settori politici, ossia garantire che la regolamentazione dell’UE consenta alle imprese di accedere più facilmente ai mercati.
La nostra politica di concorrenza è un elemento importante che consente alle imprese di innovare e investire. Vi è un forte legame tra il livello di concorrenza e una maggiore produttività, che a sua volta garantisce crescita economica sostenibile a lungo termine. La politica di concorrenza garantisce che le imprese possano rifornirsi dei fattori produttivi in condizioni ottimali e beneficiare degli sbocchi per i loro prodotti, il che comporta, in generale, un uso migliore delle risorse della società. La recente proposta della Commissione per conferire maggiori poteri alle autorità nazionali garanti della concorrenza mira a rafforzare l’effettiva applicazione delle norme antitrust dell’UE a tutti i livelli, dato che le autorità nazionali adottano l’85% circa di tutte le decisioni che le applicano .
La Commissione ha promosso vivamente l’equità fiscale e la semplificazione. La base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società rilanciata di recente fornisce inoltre importanti incentivi per l’innovazione e l’espansione delle imprese. Per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto — un settore invariabilmente annoverato tra i più gravosi sul piano legislativo — la Commissione presenterà ancora quest’anno proposte volte a semplificare notevolmente gli obblighi per le imprese e a tracciare il cammino da seguire per la creazione di uno spazio unico europeo dell’IVA.
In termini di sostegno finanziario fornito dall’Unione stessa all’innovazione, il programma di lavoro 2018-2020 di Orizzonte 2020 prevede una dotazione di oltre 2,6 miliardi di EUR per il progetto pilota relativo al consiglio europeo per l’innovazione per sostenere più efficacemente i progetti incentrati su innovazioni che creano nuovi mercati. Inoltre sono stati accantonati 2,2 miliardi di EUR in settori prioritari per accelerare l’innovazione nel campo delle energie pulite. I principali gruppi target sono gli innovatori e le imprese ad alto potenziale di espansione che non riescono a ottenere sufficienti investimenti privati. Il progetto pilota per un consiglio europeo per l’innovazione intende creare un nuovo standard di eccellenza per le innovazioni altamente promettenti ma potenzialmente rischiose, contribuendo a concentrare il sostegno a livello dell’UE.
È inoltre necessario assicurare la leadership nelle tecnologie strategiche per l’industria del futuro. Un gruppo ad alto livello sulle tecnologie abilitanti fondamentali riesaminerà le tecnologie abilitanti fondamentali e le migliori modalità per massimizzarne l’applicazione industriale.
8.La dimensione internazionale
Il commercio aperto fondato su norme è un elemento essenziale dei nostri sforzi per governare la globalizzazione. L’UE sfrutta la sua influenza per promuovere condizioni di parità nei negoziati commerciali bilaterali e multilaterali, contesti in cui ciò è diventato sempre più importante. Gli accordi commerciali dell’UE creano opportunità economiche per i cittadini europei, ossia posti di lavoro. Piccole e grandi imprese si servono degli accordi commerciali per godere dei benefici della globalizzazione nel proprio contesto,ma il commercio aperto deve essere equo e sostenibile. Strumenti per la difesa commerciale rafforzati e un nuovo quadro che consenta di vagliare gli investimenti esteri diretti che potrebbero costituire una minaccia per la sicurezza o l’ordine pubblico contribuiranno a far sì che l’Europa operi in condizioni di parità a livello globale.
L’UE ha un’agenda commerciale ambiziosa, con una serie di negoziati in corso o conclusi di recente. In particolare, l’accordo UE-Canada che sarà applicato in via provvisoria dal 21 settembre 2017, sopprimerà il 99% dei dazi, eliminerà gli ostacoli al commercio dei servizi e garantirà alle imprese dell’UE un accesso al mercato canadese degli appalti pubblici migliore di quanto spetti a qualsiasi altro partner commerciale del Canada. Inoltre a luglio l’UE e il Giappone — rispettivamente al secondo e al quarto posto tra le maggiori economie mondiali e che insieme rappresentano il 22% del commercio globale — sono giunti a una conclusione politica su un accordo ambizioso, che lancia un chiaro messaggio in un momento in cui, in altre parti del mondo, si assiste a una crescente tendenza protezionistica.
Gli strumenti di difesa commerciale dell’UE garantiscono alle imprese dell’UE una concorrenza equa e la Commissione si avvale pienamente dei mezzi disponibili per reagire alle pratiche commerciali sleali. Una volta adottate dai colegislatori, le due proposte della Commissione sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale e su una nuova metodologia di calcolo antidumping renderanno tali strumenti ancora più efficaci nell’affrontare le gravi distorsioni del mercato.
Nel settore degli appalti pubblici molti dei principali partner commerciali dell’UE applicano ancora pratiche restrittive discriminatorie nei confronti delle imprese dell’UE e non garantiscono la reciprocità in termini di accesso al mercato. La Commissione sollecita pertanto la rapida adozione della proposta riveduta relativa a uno strumento per gli appalti internazionali: uno strumento volto a promuovere un accesso aperto e reciproco ai mercati degli appalti pubblici a livello mondiale.
Le norme dell’UE devono anche essere idonee alle crescenti sfide della concorrenza mondiale, come il timore che le imprese europee che detengono tecnologie fondamentali siano acquisite da investitori stranieri, in particolare da imprese pubbliche, per ragioni strategiche. È per questo che la Commissione propone ora un quadro che consenta agli Stati membri di vagliare gli investimenti esteri diretti che potrebbero costituire una minaccia per la sicurezza o l’ordine pubblico, nonché un meccanismo di cooperazione e un quadro per il controllo a livello dell’UE. Alla stregua della presente comunicazione, tale quadro è un elemento importante del seguito da dare al documento di riflessione della Commissione sulla gestione della globalizzazione.
9.Partenariato con gli Stati membri, le regioni, le città e il settore privato
Mentre l’UE migliora il quadro per l’occupazione, la crescita e l’innovazione, la maggior parte degli strumenti per stimolare e sostenere la competitività industriale è disponibile a livello nazionale e regionale. L’ambizione di rafforzare l’industria europea a livello dell’UE deve essere accompagnata pertanto da sforzi di riforma nazionali, tenendo conto delle specificità nazionali e delle differenze regionali.
La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri nel quadro del semestre europeo per rispondere alle principali esigenze in materia di competitività industriale, quali in particolare il miglioramento delle condizioni quadro per gli investimenti, ‘allocazione delle risorse che consenta di aumentare la produttività e un miglioramento del contesto imprenditoriale. Le riforme del mercato dei prodotti e dei servizi dovrebbero contribuire a facilitare la mobilità continua e l’integrazione della catena del valore attraverso le frontiere geografiche e settoriali. I mercati del lavoro e i sistemi sociali devono continuare il percorso di riforma per assolvere al loro ruolo presso i cittadini e per promuovere l’innovazione e l’adeguamento, offrendo sicurezza e assistenza e consentendo di assumere rischi, partecipare all’istruzione, alla formazione e all’apprendimento permanente, di acquisire le qualifiche necessarie e di adattarsi all’evoluzione delle mansioni, delle carriere professionali e della vita lavorativa.
Il nuovo programma di sostegno alle riforme strutturali consente un’assistenza pratica nell’attuazione delle riforme strutturali nell’ambito del semestre europeo, mentre per le riforme specifiche dei loro sistemi di ricerca e innovazione gli Stati membri e le regioni possono avvalersi anche del meccanismo di sostegno delle politiche di Orizzonte 2020 e della piattaforma di specializzazione intelligente. La Commissione nominerà degli inviati incaricati degli investimenti negli Stati membri che fungeranno da punto di contatto per le autorità nazionali e regionali, i promotori dei progetti, gli investitori e la società civile per le questioni relative agli investimenti.
La Commissione lancerà un’azione pilota per fornire sostegno mirato e concertato per mezzo del quale rispondere alle sfide specifiche delle regioni che attraversano una crisi grave o sperimentano una fase di declino. In stretta collaborazione con gli Stati membri e le rispettive autorità regionali e locali, l’iniziativa punterà a superare gli ostacoli alla crescita, contribuendo a trasformare le economie regionali e a diversificarle in nuovi settori economici sostenibili che guardano al futuro.
Più in generale, l’UE svolge un ruolo importante nel dare alle regioni e ai comuni gli strumenti per far fronte alle sfide e imparare gli uni dagli altri, anziché applicare un approccio unico uguale per tutti. Essa fornisce agli Stati membri e alle regioni gli strumenti per rispondere alle loro esigenze specifiche di trasformazione, grazie alla specializzazione intelligente. La recente comunicazione della Commissione “Rafforzare l’innovazione nelle regioni d’Europa” mette in evidenza i modi per sfruttare al massimo il potenziale dell’Europa con la specializzazione intelligente, collaborando tra i vari livelli, regionale, nazionale e dell’UE, come nella piattaforma di specializzazione intelligente.
Sono necessari ulteriori interventi per favorire una maggiore collaborazione strategica interregionale lungo le catene del valore industriali. Occorre rafforzare la capacità delle comunità locali di affrontare e di adattarsi ai mutamenti economici o sociali. L’esperienza degli imprenditori sociali e degli innovatori dimostra come creare resilienza sociale all’interno delle comunità, affrontando le specifiche esigenze sociali e generando al contempo attività economica e occupazione. Anche la responsabilità sociale delle imprese è importante per raggiungere la sostenibilità e, alla luce dell’evoluzione delle preferenze dei consumatori, contribuisce a rendere le imprese più competitive e innovative.
Un intenso dialogo tra l’industria, i sindacati e gli altri portatori di interessi contribuisce ad anticipare i cambiamenti e ad adattarsi alle esigenze future. La prima Giornata europea dell’industria, nel febbraio 2017, ha segnato l’inizio di un dialogo globale con tutti i portatori di interessi. Ci baseremo su questo per istituire un forum aperto e inclusivo per promuovere la cooperazione e monitorare i progressi compiuti nell’attuazione della strategia di politica industriale dell’UE. Questo processo si baserà anche sulle riflessioni dei gruppi esistenti collegati a iniziative dell’UE in materia di politica industriale. Nel 2018, ad esempio, la Giornata europea dell’industria sarà dedicata, tra l’altro, alle tecnologie del futuro, sulla base dei lavori del gruppo di alto livello sulle tecnologie abilitanti fondamentali e contribuirà ad alimentare il programma del Forum strategico per importanti progetti di comune interesse europeo.
10.Conclusioni
Esiste ampio consenso tra gli Stati membri, le istituzioni europee e i portatori di interessi, compresi gli esponenti di spicco dell’industria europea, circa la necessità di unire le forze a favore di una strategia globale e olistica per la competitività industriale e circa i principali elementi che tale strategia dovrebbe comportare.
La presente comunicazione indica l’orientamento e le priorità di massima di tale strategia globale di politica industriale, una strategia che consente alle industrie di creare occupazione e crescita, difende le regioni e i cittadini più colpiti dalla trasformazione industriale e rafforza e protegge la posizione di leadership, la competitività e il prestigio tecnologico che contraddistinguono l’Europa. La strategia fornisce un importante punto di riferimento e consentirà un approccio più coerente al modo di progettare, sviluppare e attuare le nostre politiche, la nostra normativa e i nostri programmi finanziari.
Nonostante gli importanti passi compiuti, molto rimane da fare per attuare pienamente la strategia e consentire all’industria e ai nostri cittadini di cogliere le opportunità future, in tutte le regioni dell’UE. La responsabilità di tutto ciò è condivisa e dipenderà dall’impegno, dalla cooperazione e dalla coscienziosità delle istituzioni dell’UE, dagli attori nazionali e regionali, ma soprattutto dalla partecipazione attiva dell’industria stessa.
È necessario un forum di dialogo aperto, inclusivo e collaborativo per monitorare i progressi di questa strategia di politica industriale e per individuare ulteriori azioni necessarie a tutti i livelli (internazionale, UE, nazionale, regionale, locale). Tutti i portatori di interessi devono avere la possibilità di contribuire a tale processo.
La Commissione organizzerà ogni anno una Giornata dell’industria, con la partecipazione di tutti i portatori di interessi, in vista del Consiglio europeo di primavera con l’obiettivo, da un lato, di garantire che le nostre politiche a livello europeo, nazionale, regionale e locale abbiano i medesimi effetti e permettano all’industria europea di creare occupazione, crescita e innovazione in Europa e, dall’altro, di porre in evidenza tendenze emergenti in campo industriale, sociale e ambientale che possano richiedere una risposta politica.
La Commissione presenterà le conclusioni della Giornata dell’industria in una Tavola rotonda industriale ad alto livello, che sarà istituita nel 2018 con i rappresentanti delle autorità nazionali, regionali e locali, dell’industria, delle parti sociali e della società civile. La Tavola rotonda fornirà un riscontro sulle iniziative e le azioni della Commissione e fungerà da piattaforma di consulenza sull’attuazione della politica industriale a più livelli.
La Giornata europea dell’industria e la Tavola rotonda industriale ad alto livello avranno un ruolo importante nell’assicurare che gli obiettivi di competitività industriale siano effettivamente rispettati nelle politiche a tutti i livelli. Per dare l’impulso necessario, la Commissione continuerà a lavorare in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e attende con interesse i bilanci che il Consiglio europeo traccerà regolarmente al riguardo.