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Document 52022IP0290

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2022 sui veti nazionali volti a minare l'accordo fiscale globale (2022/2734(RSP))

OJ C 47, 7.2.2023, p. 198–201 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
OJ C 47, 7.2.2023, p. 198–198 (GA)

7.2.2023   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 47/198


P9_TA(2022)0290

Veti nazionali volti a minare l'accordo fiscale globale

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2022 sui veti nazionali volti a minare l'accordo fiscale globale (2022/2734(RSP))

(2023/C 47/14)

Il Parlamento europeo,

visti il titolo III e gli articoli 113, 115, 116 e 326 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

visti gli articoli 4 e 20 del trattato sull'Unione europea (TUE),

vista la dichiarazione del quadro inclusivo dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE)/G20 sull'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS), dal titolo «Soluzione basata su due pilastri per far fronte alle sfide fiscali derivanti dalla digitalizzazione dell'economia», che ha registrato l'adesione e la condivisione da parte di 137 dei 141 membri il 4 novembre 2021,

visto il quadro inclusivo dell'OCSE/G20 sulle norme tipo per l'attuazione a livello nazionale del secondo pilastro della BEPS,

vista la proposta di direttiva del Consiglio intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali nell'Unione (COM(2021)0823), presentata dalla Commissione il 22 dicembre 2021,

vista la sua posizione del 19 maggio 2022 sulla proposta di direttiva del Consiglio intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali nell'Unione (1),

vista la comunicazione della Commissione del 15 gennaio 2019 dal titolo «Verso un processo decisionale più efficiente e democratico nella politica fiscale dell'UE» (COM(2019)0008),

vista l'analisi dell'osservatorio fiscale dell'UE del 25 ottobre 2021 dal titolo «Revenue effects of the global minimum tax: country-by-country estimates» (Effetti in termini di gettito dell'imposta minima a livello mondiale — Stime per paese),

visti le conclusioni del Consiglio «Economia e finanza» del 5 aprile 2022 e i risultati della sessione del 17 giugno 2022,

viste la relazione finale della Conferenza sul futuro dell'Europa e la sua risoluzione del 4 maggio 2022 sul seguito da dare alle conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa (2),

vista la sua risoluzione del 29 aprile 2021 sulla tassazione del digitale: i negoziati OCSE, la residenza fiscale delle imprese digitali e una possibile imposta europea sui servizi digitali (3),

vista la sua risoluzione del 10 marzo 2022 recante raccomandazioni alla Commissione su una fiscalità equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa (seguito dato dal PE al piano d'azione della Commissione di luglio e alle sue 25 iniziative nel settore dell'IVA, delle imprese e della tassazione individuale) (4),

visto lo studio del Fondo monetario internazionale (FMI) del 25 maggio 2021 dal titolo «Taxing Multinationals in Europe» (Tassare le multinazionali in Europa),

viste le più recenti stime dell'FMI contenute nel Fiscal Monitor dell'aprile 2022,

vista la risoluzione del Parlamento europeo del 19 maggio 2022 sulle conseguenze sociali ed economiche per l'UE della guerra russa in Ucraina — rafforzare la capacità di agire dell'UE (5),

visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.

considerando che il 4 novembre 2021 137 dei 141 membri del quadro inclusivo dell'OCSE/G20 sulla BEPS, compresi tutti gli Stati membri dell'UE, hanno concordato una riforma del sistema fiscale internazionale mediante una soluzione basata su due pilastri per far fronte alle sfide derivanti dalla digitalizzazione dell'economia, comprensiva dell'imposizione di limitazioni al trasferimento degli utili e alla concorrenza fiscale concordate a livello multilaterale attraverso l'introduzione di un'aliquota minima d'imposta globale del 15 %; che l'accordo è il risultato di un ampio compromesso e il prodotto di diversi cicli di negoziati svoltisi nel corso di diversi anni;

B.

considerando che l'applicazione dell'aliquota minima d'imposta globale nell'ambito di tale riforma basata su due pilastri consentirebbe ai paesi di riscuotere circa 150 miliardi di USD di nuove entrate ogni anno (6); che lo storico accordo raggiunto nella riunione del quadro inclusivo dell'OCSE/G20 sulla BEPS dell'ottobre 2021, che gode di un ampio sostegno da parte di paesi che rappresentano oltre il 90 % dell'economia globale, costituisce un grande successo politico che deve essere attuato rapidamente e ampiamente per divenire un successo sociale ed economico e promuovere un'imposizione equa;

C.

considerando che, secondo le più recenti stime dell'FMI, l'imposta minima dovrebbe aumentare il gettito fiscale globale derivante dal reddito delle società del 5,7 % attraverso l'imposta integrativa e potenzialmente di un ulteriore 8,1 % mediante le limitazioni al trasferimento degli utili e alla concorrenza fiscale concordate a livello multilaterale (7);

D.

considerando che l'UE, da sola, avrebbe buone probabilità di aumentare il proprio gettito dell'imposta sulle società di circa 64 miliardi di EUR l'anno applicando un'aliquota minima effettiva d'imposta sulle società del 15 % conformemente al secondo pilastro di tale accordo globale (8);

E.

considerando che le questioni fiscali nell'Unione sono soggette a una procedura legislativa speciale e sono decise all'unanimità in sede di Consiglio; che la proposta di direttiva del Consiglio intesa ad attuare il secondo pilastro del quadro inclusivo, presentata dalla Commissione il 22 dicembre 2021, si basa sull'articolo 115 TFUE;

F.

considerando che tutti i paesi dell'OCSE e del G20, compresi tutti e 27 gli Stati membri dell'UE, hanno sostenuto l'accordo di riforma delle norme fiscali internazionali nell'ottobre 2021;

G.

considerando che, nonostante tale impegno, l'adozione di una direttiva dell'UE intesa a sostenere e ad attuare il secondo pilastro del suddetto accordo internazionale («direttiva sul secondo pilastro») è fallita tre volte nella formazione «Economia e finanza» (ECOFIN) del Consiglio dell'Unione europea a causa della mancanza di unanimità;

H.

considerando che, durante i negoziati in sede di Consiglio, la Polonia ha invocato il proprio veto nazionale per impedire l'adozione della direttiva sul secondo pilastro in tutta l'Unione, sebbene tutti gli altri 26 Stati membri la sostenessero; che la Polonia ha successivamente abbandonato la sua opposizione;

I.

considerando che l'Ungheria, nonostante avesse acconsentito all'attuazione della direttiva durante le precedenti sessioni dell'ECOFIN, ha invocato il proprio veto in occasione dell'ECOFIN del giugno 2022 a seguito del ritiro del veto da parte della Polonia;

J.

considerando che le entrate pubbliche derivanti dall'attuazione della direttiva sul secondo pilastro nell'UE sarebbero particolarmente rilevanti in considerazione degli effetti combinati senza precedenti dell'aggressione russa contro l'Ucraina, della perturbazione delle catene di approvvigionamento globali, nonché della necessità di garantire la ripresa economica post-pandemia e gli investimenti necessari per conseguire gli obiettivi climatici dell'Unione;

K.

considerando che negli ultimi decenni sono stati compiuti numerosi tentativi di istituire un'aliquota minima d'imposta sulle società nell'Unione;

L.

considerando che il risultato finale della Conferenza sul futuro dell'Europa include proposte sulle politiche di bilancio e fiscali, quali presentate nella relativa relazione del 9 maggio 2022;

M.

considerando che il coinvolgimento del Parlamento europeo attraverso la procedura legislativa ordinaria migliorerebbe il processo decisionale nel settore della fiscalità e porterebbe a risultati più efficaci, pertinenti e ambiziosi per la politica fiscale dell'UE;

Considerazioni generali

1.

afferma che le norme fiscali internazionali esistenti sono largamente obsolete e non sono in grado di affrontare la crescente digitalizzazione dell'economia né di arginare efficacemente l'evasione e l'elusione fiscali; evidenzia la necessità urgente di riformare le norme attraverso l'adozione dell'accordo fiscale globale OCSE/G20, per garantire che i sistemi fiscali internazionali, dell'UE e nazionali siano idonei a rispondere alle nuove sfide economiche, sociali e tecnologiche del XXI secolo;

2.

prende atto con grande preoccupazione della frammentazione delle aliquote nazionali d'imposta sulle società all'interno dell'UE, che può avere un effetto distorsivo sul mercato unico ed essere dannosa per l'economia dell'Unione; prende atto, inoltre, del continuo calo registrato nell'UE, negli ultimi decenni, dalle aliquote medie d'imposta sulle società; ribadisce l'urgente necessità di stabilire un'ampia base imponibile e di ridurre lo spazio per l'evasione fiscale, la frode fiscale e una pianificazione fiscale aggressiva, anche attraverso l'attuazione dell'accordo dell'OCSE a livello dell'UE;

3.

sottolinea che le norme fiscali esistenti e i disallineamenti tra le norme fiscali dei vari Stati membri e di altri paesi, cui si aggiunge, fra altri problemi, la mancanza di cooperazione internazionale, consentono alle multinazionali di intraprendere una pianificazione fiscale aggressiva che riduce significativamente le loro aliquote fiscali effettive; ricorda che tale situazione pone oltretutto le piccole e medie imprese (PMI) in una posizione di notevole svantaggio competitivo, in quanto ad esse si applicano aliquote fiscali effettive notevolmente più elevate rispetto a quelle delle multinazionali, il che è inaccettabile;

4.

mette in evidenza la posizione che ha recentemente adottato in merito alla direttiva sul secondo pilastro, con cui chiede un'attuazione rapida entro il gennaio 2023;

5.

sottolinea che le richieste notificate dall'Ungheria, segnatamente per quanto concerne le esclusioni basate sulla sostanza economica, sono già state ampiamente prese in considerazione nell'accordo internazionale;

6.

ricorda a tutti gli Stati membri, in tale contesto, il loro impegno a favore dell'accordo globale dell'OCSE; sottolinea che un'attuazione rapida e su vasta scala dell'accordo sarà decisiva per il successo globale del processo; sottolinea altresì che è importante che l'UE assuma un ruolo guida a livello mondiale nella lotta ai paradisi fiscali essendo la prima regione ad attuare l'accordo dell'OCSE; insiste sui rischi legati alla mancata attuazione, nell'UE, della direttiva sul secondo pilastro; sottolinea che la mancata attuazione, da parte dell'UE, della direttiva sul secondo pilastro potrebbe compromettere l'attuazione del secondo pilastro da parte degli Stati Uniti e di altre giurisdizioni;

Processo decisionale attuale e impatto dei veti nazionali

7.

ricorda agli Stati membri che l'unanimità quale prevista dai trattati deve essere controbilanciata da un livello molto elevato di responsabilità ed essere in linea con il principio di leale cooperazione basato sull'articolo 4, paragrafo 3, TUE;

8.

sottolinea che il voto all'unanimità in seno al Consiglio sulla politica fiscale non favorisce l'introduzione dei cambiamenti necessari per far fronte alle sfide attuali; si rammarica del fatto che la situazione attuale spesso comporta ritardi e una mancanza di progressi nell'armonizzazione e nel coordinamento delle norme fiscali in tutta l'Unione che andrebbero a vantaggio di tutti;

9.

sottolinea che i veti nazionali hanno sistematicamente ostacolato i progressi in molti importanti settori della fiscalità; si rammarica del fatto che proposte come la base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB), la revisione della direttiva sugli interessi e sui canoni e la riforma del codice di condotta in materia di tassazione delle imprese rimangano bloccate al Consiglio;

10.

condanna il fatto che alcuni Stati membri abbiano abusato dei veti nazionali in materia fiscale per ottenere concessioni in altri settori strategici; sottolinea che l'esistenza di tali veti minaccia di perpetuare l'ingiustizia sociale e pratiche fiscali dannose che compromettono la capacità dell'Unione di funzionare efficacemente, di promuovere condizioni di parità e di tutelare gli interessi superiori dei suoi cittadini e delle sue PMI;

Raccomandazioni d'azione e ambiti di riforma

11.

ribadisce al Consiglio il suo invito ad adottare rapidamente la direttiva sul secondo pilastro, affinché l'accordo possa diventare effettivo entro gennaio 2023;

12.

esorta l'Ungheria a porre immediatamente fine al blocco dell'accordo fiscale globale in seno al Consiglio; si rammarica del fatto che un unico Stato membro abbia la capacità di bloccare l'attuazione di un accordo storico come questo e altri 26 altri Stati membri;

13.

sollecita la Commissione e il Consiglio a non entrare in contrattazioni politiche con Stati membri che abusano dei loro veti nazionali;

14.

ribadisce alla Commissione e al Consiglio l'invito a insistere sulla condizionalità concordata delle politiche dell'UE e la trasparenza del processo decisionale, e ad astenersi dall'approvare il piano nazionale ungherese per la ripresa e la resilienza fintanto che l'Ungheria non avrà pienamente rispettato tutti i criteri stabiliti nel regolamento, in particolare le raccomandazioni specifiche per paese in materia di Stato di diritto, indipendenza della magistratura e prevenzione, individuazione e lotta contro la frode, i conflitti di interesse e la corruzione;

15.

sottolinea che tutti gli scenari possibili dovrebbero restare aperti nel contesto attuale e che dovrà essere intrapresa un'azione rapida se l'Ungheria persiste con il veto nazionale nei prossimi mesi; esorta la Commissione e il Consiglio a esplorare opzioni alternative per consentire all'UE di onorare gli impegni assunti a livello di OCSE/G20;

16.

invita la Commissione e gli Stati membri a riflettere su potenziali misure di breve termine che consentano all'UE di rispettare i suoi impegni internazionali, ad esempio stabilire se non sarebbe opportuno, in ultima istanza, attuare l'accordo fiscale globale attraverso la procedura di «cooperazione rafforzata» di cui all'articolo 20 TUE; ritiene che, qualora non si riescano a concordare altre alternative per l'attuazione a livello dell'UE, l'attuazione unilaterale della direttiva sul secondo pilastro da parte di tutti gli Stati membri potrebbe dare risultati accettabili;

17.

invita la Commissione ad avvalersi, se del caso, della procedura relativa a determinate politiche fiscali di cui all'articolo 116 TFUE; ricorda, a tale proposito, il manifesto di Ursula von der Leyen all'epoca della sua candidatura a Presidente della Commissione, che includeva l'impegno ad avvalersi delle clausole dei trattati che permettono di adottare proposte in materia fiscale secondo la procedura di codecisione e con un voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio;

18.

ricorda il discorso sullo stato dell'Unione pronunciato nel 2018 dall'ex Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, in cui si chiedeva che, relativamente a determinate questioni fiscali, le decisioni fossero prese a maggioranza qualificata;

19.

sottolinea che, a lungo termine, gli Stati membri dovrebbero considerare il valore aggiunto della transizione al voto a maggioranza qualificata, come raccomandato dalla Conferenza sul futuro dell'Europa; invita a tale proposito la Commissione a rilanciare la discussione sul ricorso alla votazione a maggioranza qualificata relativamente ad alcune questioni fiscali attraverso un approccio graduale, come seguito alla comunicazione del 2019 sulla questione e in risposta ai risultati della Conferenza sul futuro dell'Europa;

o

o o

20.

incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1)  Testi approvati, P9_TA(2022)0216.

(2)  Testi approvati, P9_TA(2022)0141.

(3)  GU C 506 del 15.12.2021, pag. 54.

(4)  Testi approvati, P9_TA(2022)0082.

(5)  Testi approvati, P9_TA(2022)0219.

(6)  https://www.oecd.org/tax/international-community-strikes-a-ground-breaking-tax-deal-for-the-digital-age.htm.

(7)  FMI, Fiscal Policy from Pandemic to War (Politica di bilancio dalla pandemia alla guerra), pag. 28, https://www.imf.org/en/Publications/FM/Issues/2022/04/12/fiscal-monitor-april-2022.

(8)  https://www.taxobservatory.eu/wp-content/uploads/2021/10/Note-2-November-2021-1.pdf


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