EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52021IE0087

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Verso appalti pubblici circolari» (parere d’iniziativa)

EESC 2021/00087

OJ C 341, 24.8.2021, p. 16–22 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

24.8.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 341/16


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Verso appalti pubblici circolari»

(parere d’iniziativa)

(2021/C 341/02)

Relatore:

Ferre WYCKMANS

Correlatore:

Gonçalo LOBO XAVIER

Decisione dell’Assemblea plenaria

20.2.2020

Base giuridica

Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno

 

Parere d’iniziativa

Sezione competente

Mercato unico, produzione e consumo

Adozione in sezione

11.5.2021

Adozione in sessione plenaria

9.6.2021

Sessione plenaria n.

561

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

187/4/5

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Uno strumento trasparente, digitale e competitivo per gli appalti pubblici circolari (CPP), con appalti pubblici verdi (GPP) quali definiti dalla legislazione dell’UE, si inquadra nelle politiche volte a promuovere lo sviluppo del mercato unico, a fornire beni e servizi di alta qualità ai cittadini e ai consumatori e a sviluppare una cultura europea degli appalti pubblici innovativa, intelligente, sostenibile e socialmente responsabile.

1.2.

La gestione degli appalti pubblici rappresenta un fattore centrale e decisivo per l’aumento degli investimenti a favore del settore ambientale, gli obiettivi climatici e il piano di investimenti per un’Europa sostenibile.

1.3.

Gli appalti pubblici che includono criteri minimi obbligatori per gli appalti pubblici verdi (criteri UE GPP) rientrano nell’ambito di applicazione delle politiche in materia di economia circolare, come stabilito nel piano d’azione per l’economia circolare (CEAP).

1.4.

La legislazione e la regolamentazione devono dare impulso agli appalti pubblici circolari attraverso vari strumenti quali le direttive sugli appalti e la legislazione settoriale.

1.5.

L’introduzione degli appalti pubblici circolari incoraggia lo sviluppo dell’economia circolare. Molte delle nuove norme sono ancora basate sull’aggiustamento volontario. Il CESE chiede ulteriori misure per aumentare il numero di accordi obbligatori. Inoltre, è essenziale che il quadro normativo sia semplice, chiaro e uniforme.

1.6.

Il CESE è convinto che l’introduzione di criteri minimi obbligatori in materia di appalti pubblici verdi possa innalzare la base di riferimento per gli appalti pubblici circolari e sostenibili in tutta Europa.

1.7.

Questi criteri minimi non costituiscono un ostacolo per i soggetti più all’avanguardia o per l’innovazione, né forniscono un pretesto alle amministrazioni aggiudicatrici per spingersi oltre il minimo. La condizione chiave è che i criteri minimi obbligatori devono essere regolarmente verificati e aggiornati per tener conto dei progressi tecnologici e non devono rappresentare un ostacolo per i soggetti intenzionati a spingersi oltre.

1.8.

Il CESE è convinto che gli appalti pubblici circolari consentiranno alle amministrazioni di superare il criterio del prezzo più basso al momento dell’acquisto e di eseguire la valutazione in funzione degli aspetti relativi alla qualità e alla circolarità delle offerte e alla qualità del lavoro.

1.9.

Il CESE ritiene che la qualità dell’occupazione, uno dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali, debba trovare riscontro nell’obbligo di aggiudicare gli appalti pubblici a imprese che applicano accordi collettivi o, in assenza di ciò, che seguono le leggi nazionali applicabili e le pratiche derivati dagli accordi tra le parti sociali. Ciò impedirà il dumping sociale e garantirà una concorrenza leale.

1.10.

Il CESE accoglie con favore gli strumenti standardizzati di misurazione del costo del ciclo di vita (LCC), utilizzabili gratuitamente, che sono già stati sviluppati dalla Commissione europea. Il costo del ciclo di vita di un prodotto o di un servizio e l’uso di criteri che vanno oltre il prezzo, quali la qualità, la sostenibilità o l’impatto sociale, ispirano e incoraggiano gli acquirenti pubblici a utilizzare gli appalti pubblici come strumento per esercitare un impatto sociale ed etico positivo.

1.11.

È essenziale aumentare la partecipazione delle PMI e delle imprese sociali agli appalti pubblici e questo obiettivo potrebbe essere raggiunto fornendo sostegno alle PMI nelle gare d’appalto e utilizzando un attento equilibrio tra criteri qualitativi e quantitativi nei capitolati.

1.12.

Il CESE è convinto che le misure volte a rendere obbligatoria l’inclusione di clausole sociali nei bandi di gara garantiranno che la valutazione dell’aspetto sociale, che, accanto agli aspetti economici e ambientali, rappresenta il terzo pilastro dello sviluppo sostenibile, diventi una parte permanente delle procedure di gara.

1.13.

Analogamente, il CESE ritiene che i marchi di qualità ecologica siano un buon meccanismo da utilizzare se si possono includere gli aspetti della circolarità, ma le attuali direttive rendono questa possibilità inutilmente complicata per il committente, in quanto pongono l’accento sulla conoscenza esatta del contenuto del marchio di qualità ecologica da parte del committente.

1.14.

È essenziale formare gli acquirenti pubblici sugli aspetti giuridici e tecnici degli appalti pubblici circolari e sul concetto di costo del ciclo di vita, nonché formare gli acquirenti che sono utilizzatori finali all’uso sostenibile dei prodotti.

1.15.

Per il CESE è essenziale promuovere il concetto di appalti pubblici circolari attraverso una più ampia comunicazione di esempi e buone pratiche, oppure attraverso campagne promozionali o, se del caso, iniziative pubbliche e di formazione. Sono necessari partenariati e orientamenti attraverso i quali l’UE dovrebbe sostenere lo sviluppo di una piattaforma con una vasta rete di appalti.

1.16.

Anche le istituzioni dell’UE dovrebbero dare l’esempio, ricorrendo ad appalti pubblici circolari e illustrando tali pratiche attraverso studi di casi per sottolineare le opportunità e i benefici a disposizione di tutti gli acquirenti pubblici.

2.   Osservazioni generali

2.1.

La spesa pubblica annua rappresenta circa il 14 % del prodotto interno lordo dell’Unione europea (1): i governi sono pertanto i maggiori consumatori europei e la loro spesa è determinata dagli appalti pubblici.

2.2.

Uno strumento trasparente, digitale e competitivo per gli appalti pubblici circolari, con appalti pubblici verdi quali definiti dalla legislazione dell’UE, si inquadra nelle politiche volte a promuovere lo sviluppo del mercato unico, a fornire beni e servizi di alta qualità ai cittadini e ai consumatori e a sviluppare una cultura europea degli appalti pubblici innovativa, intelligente, sostenibile e socialmente responsabile (2).

2.3.

Lo sviluppo dell’economia circolare è uno dei principali settori di interesse del CESE. La gestione degli appalti pubblici rappresenta un aspetto centrale e decisivo per l’aumento degli investimenti nel settore ambientale, nonché nel piano di investimenti per un’Europa sostenibile (3) e nel parere del CESE sul Nuovo piano d’azione per l’economia circolare (4).

2.4.

L’obiettivo del parere è proporre l’integrazione nella legislazione europea di una serie di strumenti diversi, al fine di promuovere la diffusione degli appalti pubblici circolari, ossia allineare l’obiettivo principale di un contratto alla tutela dell’ambiente e dei diritti sociali e ricercare e scegliere soluzioni economiche con un minore impatto ambientale durante il loro ciclo di vita.

2.5.

La legislazione e la regolamentazione devono dare un impulso agli appalti pubblici circolari attraverso vari strumenti (criteri minimi in materia di appalti pubblici verdi, promozione di un approccio settoriale, rafforzamento del quadro di progettazione ecocompatibile e miglioramento della normativa in materia di progettazione ecocompatibile, monitoraggio obbligatorio) in grado di promuovere gli appalti pubblici dell’economia circolare, al fine di:

2.5.1.

promuovere la qualità e l’innovazione, anche da un punto di vista ambientale e sociale;

2.5.2.

ridurre le spese attualmente sostenute dagli enti locali per i servizi che offrono;

2.5.3.

rendere gli appalti pubblici più intelligenti ed efficienti;

2.5.4.

utilizzare gli appalti pubblici per affrontare sfide globali quali i cambiamenti climatici, la scarsità di risorse e le disuguaglianze, sostenendo le politiche sociali;

2.5.5.

accelerare la transizione verso catene logistiche e modelli commerciali più sostenibili e competitivi;

2.5.6.

fornire un orientamento nell’uso del quadro per gli appalti pubblici nella situazione di emergenza connessa con la crisi della COVID-19 (5);

2.5.7.

aiutare le PMI e le imprese dell’economia sociale ad accedere a una quota di mercato più ampia, promuovendo nel contempo la loro presenza sui mercati locali e, al tempo stesso, una presenza ancora maggiore nei sistemi industriali europei, dal momento che il circolo virtuoso può costituire una forza trainante per gli investimenti nell’innovazione ambientale e una maggiore domanda di posti di lavoro specializzati e qualificati;

2.5.8.

difendere e ampliare i diritti dei consumatori e promuovere più efficacemente l’applicazione dei principi di giustizia ed equità stabiliti nel pilastro europeo dei diritti sociali.

2.6.

L’introduzione degli appalti pubblici circolari incoraggia lo sviluppo dell’economia circolare. Molte delle nuove norme sono ancora basate sull’aggiustamento volontario. Il passo successivo consiste nell’aumentare il numero di accordi obbligatori. Inoltre, è essenziale che il quadro normativo sia semplice, chiaro e uniforme.

3.   Criteri minimi obbligatori dell’UE per gli appalti pubblici verdi

3.1.

L’introduzione di criteri minimi obbligatori per gli appalti pubblici verdi può innalzare la base di riferimento per gli appalti pubblici circolari e sostenibili in tutta Europa. Tali criteri possono rendere i capitolati più semplici da formulare: essi comprendono gli obblighi che le amministrazioni pubbliche sono tenute a rispettare, i vantaggi per le imprese con certificazione ambientale, i bonus per le offerte meritevoli, i nuovi criteri di valutazione delle offerte e l’aggregazione della domanda pubblica al fine di promuovere una valutazione qualitativa delle offerte. È importante che questi criteri minimi non costituiscano un ostacolo per i soggetti più all’avanguardia o per l’innovazione, né esonerino le amministrazioni aggiudicatrici dallo spingersi oltre il minimo. La condizione chiave è che i criteri minimi obbligatori devono essere regolarmente verificati e aggiornati per tener conto dei progressi tecnologici e non devono rappresentare un ostacolo per i soggetti intenzionati a spingersi oltre. Nel frattempo, i modelli flessibili devono promuovere l’innovazione.

3.2.

Gli appalti pubblici socialmente responsabili (SRPP) prevedono il conseguimento di risultati sociali positivi in questo campo e sono potenzialmente in grado di influenzare il mercato in senso ampio sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta. Acquistando oculatamente, gli acquirenti pubblici possono promuovere le opportunità occupazionali, il lavoro dignitoso e l’inclusione nel contesto sociale e nel mercato del lavoro, migliori condizioni per le persone con disabilità e le persone svantaggiate, l’accessibilità e gli scambi commerciali etici (6).

3.3.

L’acquisto responsabile ed etico può anche migliorare il profilo degli imprenditori più sensibili a queste tematiche, incoraggiandoli ad impegnarsi in una gestione più responsabile e sostenibile del processo di produzione e dell’occupazione dei lavoratori. Ciò rende gli appalti pubblici socialmente responsabili uno strumento strategico per promuovere efficacemente le politiche sociali e del lavoro. È importante attuare politiche attive volte ad agevolare e finanziare le imprese, in particolare le PMI, che intendono promuovere questi modelli imprenditoriali.

3.4.

L’aspetto della sostenibilità sociale presuppone un impegno concreto a garantire che gli appalti pubblici siano aggiudicati solo a imprese che applicano accordi collettivi validi o, in assenza di ciò, che seguono le leggi nazionali applicabili e le pratiche derivati dagli accordi tra le parti sociali. Ciò impedirà il dumping sociale e garantirà una concorrenza leale.

3.5.

La Commissione europea può facilitare l’adozione di criteri socialmente responsabili in materia di appalti pubblici e promuoverne l’utilizzo in tutta l’UE. Potrebbe, ad esempio, organizzare una serie di seminari per pubblicizzare la nuova guida sugli acquisti sociali (attesa nel 2021) e sensibilizzare in merito all’uso di criteri e clausole sociali da parte degli acquirenti pubblici, al fine di sostenere le organizzazioni dell’economia sociale e massimizzare le opportunità di responsabilità sociale nella produzione di beni e nella fornitura di servizi. Potrebbe inoltre aggiornare la campagna #WeBuySocialEU, che ha raccolto e diffuso 71 buone pratiche e una serie di video (7) per ispirare e incoraggiare gli acquirenti pubblici a utilizzare gli appalti pubblici come strumento per esercitare un impatto sociale ed etico positivo.

3.6.

Attraverso l’impegno a integrare negli appalti pubblici criteri minimi in materia di appalti pubblici verdi, verranno promosse l’imprenditoria sociale e l’economia sociale, con effetti positivi sia per le PMI che per i consumatori in connessione con le organizzazioni interessate. Inoltre, le amministrazioni devono garantire che l’introduzione di criteri ambientali non comporti aumenti significativi in termini di oneri amministrativi. Tali oneri, previsti nelle procedure di appalto, figurano infatti tra gli ostacoli principali alla partecipazione delle PMI.

3.7.

Gli appalti pubblici circolari consentiranno alle amministrazioni di superare il criterio del prezzo più basso al momento dell’acquisto, di valutare gli aspetti relativi alla qualità e alla circolarità delle offerte, nonché il costo del ciclo di vita di un prodotto o di un servizio, e di utilizzare criteri che vanno al di là del prezzo, quali la qualità, la sostenibilità o l’impatto sociale. La Commissione europea, che ha già sviluppato strumenti standardizzati di misurazione del costo del ciclo di vita (8), utilizzabili gratuitamente, si trova nella posizione ideale per fornire tali strumenti trasparenti e affidabili, che i committenti possono utilizzare con fiducia. Tali strumenti dovrebbero anche fornire la possibilità di calcolare e includere i costi del carbonio dei prodotti. Il CESE chiede che gli acquirenti pubblici siano incoraggiati ad avvalersi degli strumenti esistenti negli appalti pubblici per contribuire allo sviluppo di soluzioni innovative, ad esempio attraverso partenariati per l’innovazione o dialoghi competitivi.

3.8.

Gli appalti pubblici circolari dovrebbero mirare a orientare i contratti verso il soddisfacimento di un determinato fabbisogno piuttosto che il semplice acquisto di un determinato prodotto nell’ambito di un processo di routine. In particolare, uno studio più completo dei bisogni consentirà di adottare un approccio funzionale o basato sulle prestazioni, consentendo in tal modo di integrare una maggiore flessibilità nel processo e di innovare e fornire le soluzioni più efficaci, diminuendo quindi i costi e le risorse utilizzate. Gli appalti di servizi (piuttosto che di prodotti), compresi i servizi di manutenzione e ritiro si prestano meglio a realizzare approcci funzionali e basati sulle prestazioni. La domanda di tali servizi genererà nuove opportunità commerciali a livello locale.

3.9.

Gli appalti pubblici circolari possono riguardare la promozione della progettazione ecocompatibile di un prodotto e la sua progettazione per la riciclabilità, la responsabilità estesa del produttore, la prevenzione dei rifiuti, i materiali di imballaggio e la condivisione, l’economia collaborativa, il riutilizzo e la rigenerazione.

3.10.

Le direttive non contengono norme obbligatorie specifiche in materia di emissioni o di economia circolare, ma consentono alle autorità pubbliche di:

ricorrere ad appalti strategici, utilizzando quindi uno strumento pertinente e potente di risposta alle sfide riguardanti la società, l’ambiente e l’economia, per plasmare il comportamento sul mercato del settore sia pubblico che privato;

perseguire obiettivi sociali comuni nelle procedure di appalto, sulla base di considerazioni sociali nell’aggiudicazione degli appalti, con particolare attenzione alla promozione della parità di genere, delle opportunità di occupazione e della lotta contro la discriminazione (9).

Una possibilità consiste nel valutare se sostituire l’attuale sistema, che lascia in gran parte agli Stati membri la decisione di ricorrere agli appalti strategici, con criteri minimi dell’UE in alcuni ambiti come la sostenibilità e il costo del ciclo di vita. Tale politica potrebbe al tempo stesso incentivare lo sviluppo di un quadro di R&S per la ricerca di soluzioni circolari.

4.   Osservazioni specifiche

4.1.   PMI

4.1.1.

L’obiettivo è aumentare la partecipazione delle PMI e delle imprese sociali agli appalti pubblici attraverso un sistema innovativo di appalti pubblici circolari e una maggiore professionalizzazione di tutte le parti interessate.

4.1.2.

È necessario aiutare i potenziali fornitori, in particolare le PMI e le imprese sociali, a partecipare alle gare per appalti pubblici circolari. Molte PMI continuano a non essere a conoscenza delle opportunità offerte dal mercato né di come trovarle; non hanno familiarità con il portale Tenders Electronic Daily (TED) (10) dove vengono pubblicati i bandi di gara; non sanno come trovare i bandi di gara in altri paesi, e faticano a fornire le certificazioni ambientali e sociali di cui i committenti hanno bisogno per confrontare le offerte. Un sistema di appalti efficace ed efficiente richiede la presentazione di offerte di qualità.

4.1.3.

In tale contesto, i criteri sociali e ambientali possono determinare quali PMI sono in grado di offrire i loro beni e servizi. Per soddisfare tali criteri, le PMI dovranno effettuare investimenti significativi senza alcuna garanzia. Pertanto, le amministrazioni devono fare attenzione a non aggiudicare appalti basati principalmente, o esclusivamente, sul prezzo più basso, in quanto ciò danneggerebbe le PMI.

4.1.4.

Rendere più efficiente l’uso delle risorse e puntare alla sostenibilità ha un effetto sull’innovazione e sul vantaggio competitivo per una parte del sistema di produzione, e ciò è ancora più vero nel caso delle PMI.

4.1.5.

Questo approccio innovativo agli appalti pubblici circolari opera non solo a livello nazionale o regionale, ma indubbiamente anche a livello locale, dove il suo impatto sarà maggiore nel caso delle PMI e delle cooperative. L’iniziativa Big Buyer della Commissione europea sulle costruzioni circolari e sostenibili, ad esempio, mira ad aumentare la diffusione di appalti innovativi incentrati su cantieri a emissioni zero, veicoli pesanti elettrici e materiali da costruzione circolari.

4.1.6.

Sarà dato maggiore impulso all’innovazione commerciale; si può prevedere un monitoraggio razionalizzato (risultati economici e ambientali); la digitalizzazione delle procedure aiuterà i piccoli soggetti economici a partecipare ai bandi di gara.

4.2.   Clausole e marchi

4.2.1.

L’obbligo di applicare i criteri minimi dell’UE in materia di appalti pubblici verdi alle offerte di qualsiasi importo (vale a dire sul 100 % del valore basato sull’offerta anziché su una percentuale dell’offerta) faciliterà la transizione e garantirà che gli appalti siano «verdi» ma anche «sostenibili».

4.2.2.

Rendendo obbligatoria l’inclusione di clausole sociali nei bandi di gara per l’aggiudicazione di contratti di concessione e di lavori, servizi e forniture, tra l’altro, in particolare, ma non solo, quelli relativi al lavoro ad alta intensità di manodopera (come i servizi di pulizia e ristorazione, nonché altri servizi), si garantirà che la valutazione dell’aspetto sociale, che, accanto agli aspetti economici e ambientali, rappresenta il terzo pilastro dello sviluppo sostenibile, diventi una parte permanente delle procedure di gara.

4.2.3.

Le clausole sociali riguardano la corretta applicazione dell’accordo collettivo applicabile a tutti i lavoratori, ma possono anche risultare utili per l’interesse sociale generale: occupazione delle categorie a rischio, progetti di economia sociale.

4.2.4.

Ove possibile, l’amministrazione aggiudicatrice dovrebbe richiedere un marchio di qualità ecologica o una certificazione nel capitolato d’oneri. I marchi di qualità ecologica possono rappresentare uno strumento prezioso per i committenti. Attualmente i committenti possono specificare che i beni e i servizi devono essere conformi alle specifiche tecniche di un marchio di qualità ecologica. Possono chiedere un certo marchio di qualità ecologica, ma devono garantire che esso soddisfi determinate condizioni stabilite nelle direttive sugli appalti pubblici. Si tratta di una procedura complicata per la quale molti committenti non hanno né abbastanza risorse né abbastanza tempo.

4.2.5.

I marchi di qualità ecologica sono un buon meccanismo da utilizzare se si possono includere gli aspetti della circolarità, ma le attuali direttive rendono questa possibilità inutilmente complicata per il committente, in quanto pongono l’accento sulla conoscenza esatta del contenuto del marchio di qualità ecologica da parte del committente. L’obiettivo del marchio di qualità ecologica è invece facilitare il compito di un committente, non obbligandolo a comprendere tutti i dettagli tecnici di un prodotto/servizio e il relativo impatto. È importante che il marchio di qualità ecologica sia affidabile e controllato accuratamente per evitare dichiarazioni false e pratiche di greenwashing (ecologismo di facciata). Man mano che i committenti si orienteranno verso approcci più funzionali o basati sulle prestazioni, la domanda di servizi dell’economia circolare aumenterà. I marchi di qualità ecologica possono essere attribuiti anche a servizi, come il recente marchio Ecolabel UE per i servizi di pulizia.

4.3.   Formazione

4.3.1.

È essenziale formare gli acquirenti pubblici sugli aspetti giuridici e tecnici degli appalti pubblici circolari e sul concetto di costo del ciclo di vita, nonché formare gli acquirenti che sono utilizzatori finali all’uso sostenibile dei prodotti. L’ICLEI (11), insieme ad altre organizzazioni, ha aggiornato il toolkit di formazione sugli appalti pubblici verdi della Commissione europea. Un programma di formazione della Commissione, che consenta ai lavoratori interessati di diventare specialisti in appalti pubblici circolari in diversi settori, costituirebbe un investimento che potrebbe, in ultima analisi, ridurre le spese e generare quindi risparmi. Anche le competenze trasversali, come le capacità di dialogo con il mercato, sono importanti. La collaborazione e il dialogo tra acquirenti e fornitori aiutano i primi a comprendere quali sono le disponibilità del mercato e i secondi a prepararsi a soddisfare le future esigenze dei compratori. Un programma di formazione che consenta ai lavoratori interessati di diventare specialisti in diversi settori è un investimento che può portare, in ultima analisi, a una riduzione della spesa e quindi a risparmi. Inoltre, è necessario aiutare i potenziali fornitori, in particolare le PMI e le imprese sociali, a partecipare alle gare per appalti pubblici circolari.

4.4.   Promozione

4.4.1.

È essenziale promuovere l’idea degli appalti pubblici circolari attraverso una più ampia comunicazione di esempi e buone pratiche, o eventualmente attraverso altre azioni di gestione, quali campagne promozionali o, se del caso, iniziative pubbliche e di formazione che il CESE potrebbe sostenere e organizzare. Oltre a committenti qualificati, gli appalti pubblici circolari richiedono decisori impegnati, utenti informati, responsabili dei contratti e fornitori impegnati in grado di soddisfare nuove esigenze. I progetti pilota offrono agli acquirenti pubblici l’opportunità ideale di sviluppare capacità, sensibilizzare e catalizzare il cambiamento del mercato offrendo reali opportunità commerciali. I futuri flussi di finanziamento europei dovrebbero continuare a sostenere progetti pilota di appalti pubblici circolari innovativi che promuovano l’apprendimento attraverso la pratica e offrano opportunità di espansione e replicazione.

4.4.2.

Dal 2010 la Commissione ha raccolto 189 esempi stimolanti di appalti pubblici verdi. Altri 12 saranno preparati nel 2021. Molti di questi riguardano anche appalti pubblici circolari. La Commissione potrebbe intensificare gli sforzi per promuovere le buone pratiche che sono state diffuse in tutti gli Stati membri (12).

4.4.3.

Nel marzo 2017, è stata varata la piattaforma delle parti interessate per l’economia circolare, un’iniziativa congiunta della Commissione europea e del CESE, che riunisce le parti interessate attive nel settore dell’economia circolare in Europa e facilita lo scambio di buone pratiche, conoscenze e insegnamenti tratti dall’economia circolare (13)(14).

4.4.4.

Alcuni paesi assegnano premi nazionali nel settore degli appalti, che prevedono solitamente riconoscimenti per gli appalti verdi/innovativi/sociali. Il CESE propone di istituire un premio europeo per gli appalti pubblici.

4.4.5.

Anche le istituzioni dell’UE dovrebbero dare l’esempio, ricorrendo ad appalti pubblici circolari e illustrando tali pratiche attraverso studi di casi per sottolineare le opportunità e i benefici a disposizione di tutti gli acquirenti pubblici. In generale, tutte le offerte devono prevedere criteri relativi agli appalti pubblici verdi.

Bruxelles, 9 giugno 2021

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  https://ec.europa.eu/growth/single-market/public-procurement_it.

(2)  Nel 2017 la Commissione europea ha pubblicato un utile opuscolo su questo tema: https://ec.europa.eu/environment/gpp/pdf/cp_european_commission_brochure_it.pdf

(3)  Cfr. Piano d’azione per l’economia circolare della Commissione; parere del CESE sul Nuovo piano d’azione per l’economia circolare e relazione d’iniziativa del Parlamento europeo.

(4)  GU C 364 del 28.10.2020, pag. 94.

(5)  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020XC0401(05)&from=IT.

(6)  Questo aspetto sarà menzionato nella guida Acquisti sociali della Commissione europea, attualmente in preparazione.

(7)  #webuysocialeu — YouTube.

(8)  Calcolo dei costi del ciclo di vita — Appalti pubblici verdi — Ambiente — Commissione europea (europa.eu).

(9)  Pursuing social goals through public procurement (Perseguire obiettivi sociali attraverso gli appalti pubblici) EASME (europa.eu)..

(10)  https://ted.europa.eu/TED/browse/browseByMap.do.

(11)  Consiglio internazionale per le iniziative ambientali locali (https://iclei-europe.org).

(12)  Cfr. https://ec.europa.eu/environment/gpp/case_group_en.htm.

(13)  Cfr. https://circulareconomy.europa.eu/platform/en/good-practices.

(14)  Un esempio interessante di piano locale per gli appalti è il piano di Amsterdam https://mk0mraduurzaamnh901f.kinstacdn.com/wp-content/uploads/2020/01/MRA_CirculairInkopen_ENGdef01.pdf.


Top