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Document 52019IR4764

Parere del Comitato europeo delle regioni — L’attuazione degli accordi di libero scambio (ALS): la prospettiva regionale e locale

COR 2019/04764

OJ C 324, 1.10.2020, p. 21–27 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

1.10.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 324/21


Parere del Comitato europeo delle regioni — L’attuazione degli accordi di libero scambio (ALS): la prospettiva regionale e locale

(2020/C 324/04)

Relatore:

Michael MURPHY (IE/PPE), consigliere della contea di Tipperary

Testo di riferimento:

relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione degli accordi di libero scambio (1o gennaio 2018 — 31 dicembre 2018)

COM(2019) 455 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI,

Osservazioni generali

1.

accoglie favorevolmente la relazione annuale della Commissione sull’attuazione degli accordi di libero scambio (ALS); ritiene che tale relazione rappresenti non solo un passo essenziale verso una maggiore trasparenza, ma anche uno strumento efficace per fornire al pubblico concrete informazioni generali sugli accordi commerciali negoziati dall’UE;

2.

sottolinea le notevoli potenzialità che la politica commerciale dell’UE offre ai fini dell’attuazione degli obiettivi dell’UE, specie per quanto riguarda la crescita sostenibile, l’attuazione degli obiettivi di sostenibilità, l’occupazione, la creazione di posti di lavoro e gli investimenti nell’UE. Al tempo stesso, tuttavia, è consapevole che la crisi della COVID-19 rappresenta uno shock enorme per l’economia europea e quella mondiale, e provocherà distorsioni nelle opportunità che il commercio mondiale offre alle PMI europee. Secondo un recente sondaggio della DG TRADE, nel 2020 si prevede una diminuzione degli scambi commerciali mondiali compresa tra il 10 % e il 16 %; per l’UE a 27 la riduzione prevista dovrebbe essere compresa tra il 9 % e il 15 % delle esportazioni verso paesi terzi, ossia una riduzione compresa tra 282 e 470 miliardi di euro (1);

3.

ricorda che dalle esportazioni verso paesi terzi dipendono 36 milioni di posti di lavoro nell’UE (di cui 13,7 milioni occupati da donne), che tra il 2000 e il 2017 i posti di lavoro dell’UE connessi ad attività di esportazione verso il resto del mondo sono aumentati del 66 % (generando quindi 14,3 milioni di posti di lavoro aggiuntivi) e che, rispetto al numero totale di occupati dell’UE, la percentuale dei lavoratori che operano in un settore legato alla vendita di beni e servizi verso il resto del mondo è passata dal 10,1 % del 2000 al 15,3 % del 2017 (2). Rileva con preoccupazione che, secondo le stime dell’OIL, a causa della pandemia di COVID-19 i posti di lavoro persi nella sola Europa ammonteranno a 12 milioni;

4.

sottolinea l’importanza di un commercio internazionale libero e basato su regole che vada a vantaggio di tutti i partner commerciali. Esorta la Commissione a continuare a difendere gli interessi commerciali dell’UE e a combattere la crescente tendenza al protezionismo;

5.

osserva che nell’UE gli effetti degli ALS si esplicano a livello regionale. Chiede pertanto che la Commissione lo aggiorni sistematicamente sulle possibili ripercussioni locali e regionali degli scambi commerciali e che essa tenga conto di questo tema già in una fase precoce dei negoziati;

6.

ritiene che gli ALS dovrebbero adeguarsi alle esigenze delle PMI almeno quanto le PMI dovrebbero adattarsi a questo tipo di accordi; evidenzia a questo proposito il ruolo fondamentale svolto dagli enti locali e regionali nell’informare in modo completo e sul campo le PMI sugli ALS;

7.

sottolinea la responsabilità congiunta di tutti i livelli di governance nell’assicurare un’equa ripartizione dei benefici della globalizzazione e l’attenuazione dei suoi impatti negativi;

8.

teme che la rincorsa alle misure che non rispettano le regole fissate in seno all’OMC e la minaccia di un sovraccarico normativo reciproco a causa di nuove disposizioni discriminatorie non tariffarie stiano per divenire prassi corrente nel commercio mondiale; ritiene opportuno un riesame dei vigenti programmi di sostegno dell’UE e del relativo controllo, in linea con le norme dell’UE in materia di concorrenza, al fine di aiutare, alleviando l’onere cui sono assoggettate, le regioni che subiscono gli effetti dannosi delle guerre commerciali;

9.

accoglie con favore l’istituzione da parte della Commissione, in data 22 dicembre 2017, di un gruppo di esperti sugli accordi commerciali dell’UE, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e il carattere inclusivo della politica commerciale dell’UE; rileva che nessuno dei 28 esperti che compongono tale gruppo (3) rappresenta un ente locale o regionale, oppure un’associazione di tali enti; chiede alla Commissione che il suddetto gruppo di esperti mantenga la sua attuale configurazione e che il CdR conservi il suo status di osservatore. Qualora l’assetto generale del gruppo di esperti dovesse cambiare, il CdR chiede di essere invitato a parteciparvi in qualità di membro;

10.

si compiace che una percentuale compresa tra il 29 % e il 31 % degli scambi commerciali dell’UE sia disciplinata da accordi commerciali preferenziali;

Raccomandazioni connesse alla COVID-19

11.

accoglie favorevolmente l’annuncio della Commissione di voler procedere a un riesame della politica commerciale che porti alla definizione di una nuova strategia entro la fine dell’anno. Esorta tuttavia la Commissione ad assicurare che questo riesame eserciti la diligenza dovuta e riservi la debita attenzione alla questione dell’attuazione degli accordi di libero scambio nelle regioni e città degli Stati membri;

12.

la pandemia di COVID-19 ha evidenziato che le economie dei paesi di tutto il mondo sono fortemente interconnesse e che, in tempo di crisi, nessun paese può soddisfare da solo il proprio fabbisogno manifatturiero. Pertanto, al fine di assicurare un sistema commerciale mondiale che sia equo, aperto e basato su regole, il CdR raccomanda alla Commissione europea di continuare ad adoperarsi per la riforma dell’OMC. Rileva analogamente che, nei casi di distorsione della concorrenza mondiale, l’UE deve avvalersi appieno dei suoi strumenti di difesa commerciale e sviluppare inoltre nuovi strumenti tesi a contrastare le pratiche distorsive dei mercati attuate da paesi terzi;

13.

raccomanda alla Commissione europea di continuare ad adoperarsi per la questione della distorsione della concorrenza all’interno del mercato unico che è causata da sovvenzioni estere. A tale proposito, attende con interesse la pubblicazione del Libro bianco della Commissione su uno strumento relativo alle sovvenzioni estere. I progressi in questo campo sono particolarmente importanti per garantire che le imprese dell’UE godano di pari condizioni in settori come quello degli appalti pubblici;

14.

osserva che, in ultima analisi, le regioni e le giunte o i governi regionali sono in prima linea nell’affrontare la crisi, dato che si devono occupare del suo impatto sul piano sanitario ed economico. Ritiene pertanto che l’UE debba adoperarsi per costituire scorte strategiche di attrezzature vitali al fine di preparare le regioni a combattere eventuali pandemie future. A tale proposito, accoglie favorevolmente il concetto di «autonomia strategica aperta» introdotto dalla Commissione per diversificare le catene di approvvigionamento globali e riportare nell’UE parte della produzione di materiali essenziali;

15.

accoglie con favore la nuova proposta relativa al QFP avanzata lo scorso 27 maggio, anche per quel che concerne la nuova iniziativa REACT-EU e il rafforzamento temporaneo dello strumento per la ripresa (Next Generation EU). In tale contesto, accoglie favorevolmente i fondi supplementari assegnati alla politica di coesione che possono essere utilizzati per fronteggiare l’impatto economico della crisi, anche attraverso la realizzazione di investimenti e l’iniezione di liquidità nelle PMI interessate che operano sul campo, in particolare quelle dei settori più colpiti. In questo modo sarà assicurato il salvataggio del maggior numero possibile di imprese e posti di lavoro;

16.

accoglie favorevolmente l’esecuzione semplificata di una serie di programmi di finanziamento dell’UE, tra cui InvestEU, che è stata decisa per tener conto della crisi dovuta alla pandemia di COVID-19. Raccomanda tuttavia alla Commissione europea di proseguire con il sistema di accesso migliorato per finanziare tutta una serie di programmi al di là della pandemia, al fine di consentire alle PMI europee di trasformare la digitalizzazione e le tecniche di decarbonizzazione in opportunità redditizie che creino una crescita economica e posti di lavoro sostenibili;

Realizzare appieno il potenziale degli accordi commerciali — il punto di vista delle regioni e delle imprese

17.

condivide pienamente il punto di vista della Commissione secondo cui le imprese dell’UE possono beneficiare degli accordi commerciali conclusi dall’Unione soltanto se dispongono di informazioni pertinenti sul contenuto di tali accordi e ne comprendono il funzionamento nella pratica; sottolinea la necessità di coinvolgere i rappresentanti regionali negli sforzi volti a migliorare l’attuazione degli ALS; in quest’ottica, evidenzia l’importanza di sviluppare piani d’azione per l’attuazione degli ALS che siano elaborati su misura per ciascuno Stato membro, per le rispettive regioni e per gli interessi economici regionali;

18.

osserva con preoccupazione che la complessità delle regole di origine e delle formalità amministrative imposte dai partner commerciali dell’Unione al fine di concedere alle imprese dell’UE le preferenze concordate — complessità che va a sommarsi agli sforzi richiesti per dimostrare l’origine preferenziale — sembra sproporzionata per le PMI dell’UE, in quanto non dispongono delle stesse risorse delle grandi imprese;

19.

ribadisce la posizione che sostiene da tempo, secondo cui i futuri accordi commerciali dell’UE non devono impedire ai governi di qualsiasi livello di fornire, sostenere o regolamentare i servizi pubblici, oppure di ampliare la gamma di servizi offerti al pubblico;

20.

ricorda che la maggior parte dell’attività di esportazione delle PMI è principalmente rivolta al mercato unico (4), e che soltanto la metà circa di queste imprese vende beni a paesi terzi (5); rileva inoltre che l’attività di esportazione delle PMI presenta un alto grado di concentrazione (6), dato che oltre i due terzi di tutte le esportazioni realizzate da queste imprese sono riconducibili a sei Stati membri;

21.

sottolinea che, secondo una recente indagine condotta dal CdR e dall’Associazione delle Camere di commercio e dell’industria europee (Eurochambres), per un’efficace attuazione degli accordi sugli scambi commerciali è necessario (7):

a)

colmare la carenza di conoscenze sugli ALS conclusi dall’UE fornendo informazioni pratiche su come le PMI possono avvalersi concretamente di un determinato ALS e potenziando le attività d’informazione rivolte alla comunità imprenditoriale a livello regionale e locale (formazioni, seminari, workshop, presentazioni itineranti ecc.);

b)

migliorare la facilità d’uso degli strumenti gratuitamente disponibili pensati per aiutare le imprese, in particolare le PMI, e sensibilizzare il pubblico alla loro esistenza;

c)

affrontare la questione della complessità delle regole di origine e delle procedure doganali, anche sul piano della loro mancanza di coerenza;

d)

introdurre in breve tempo uno strumento di calcolo, online e gratuito, delle regole di origine quale ulteriore primo sportello di aiuto a cui le PMI dell’UE possano rivolgersi quando cercano di orientarsi nelle complesse regole stabilite dagli accordi commerciali dell’UE;

22.

è dell’avviso che occorra fare di più per fornire informazioni sul funzionamento del commercio internazionale, in particolare a livello degli Stati membri e dei loro enti locali e regionali, che hanno un ruolo cruciale da svolgere per effetto della loro conoscenza del territorio e della loro vicinanza alle PMI locali; individua pertanto un’opportunità di collaborazione sistematica tra il CdR e la Commissione ai fini della diffusione di informazioni pertinenti e dello sviluppo di opportuni strumenti interattivi, come un calcolatore delle regole di origine per le PMI;

23.

esprime compiacimento per lo stato avanzato dei lavori della Commissione sul portale online in cui saranno inglobati due banche dati, oltre a quella sull’accesso ai mercati (Market Access Database), e l’helpdesk per il commercio;

24.

esprime altresì compiacimento per gli strumenti attualmente impiegati dalla Commissione europea al fine di promuovere e aiutare le PMI dell’UE nei loro sforzi di internazionalizzazione affinché siano più competitive a livello mondiale, e sottolinea la necessità di assicurare che tali strumenti siano impiegati secondo un’impostazione dal basso;

25.

prende atto con preoccupazione delle questioni in sospeso con i partner commerciali che sono illustrate nella relazione della Commissione, in particolare il fatto che i prodotti dell’UE continuino a incontrare ostacoli in fase di penetrazione in diversi mercati dei paesi partner. Bisognerebbe assegnare un’elevata priorità al riconoscimento reciproco e non burocratico delle norme tecniche;

Garantire che il dialogo economico a livello mondiale non generi disparità tra le regioni dell’UE

26.

è dell’avviso che, sebbene gli ALS abbiano indotto una crescita economica globale, è probabile che alcuni settori economici, così come le regioni in cui tali settori sono impiantati, ne risentiranno negativamente;

27.

appoggia il punto di vista della Commissione secondo cui gli accordi commerciali dell’UE offrono grandi potenzialità per le esportazioni di prodotti agricoli dell’Unione, ma esprime preoccupazione per quanto lascia intendere il progetto di relazione intermedia sulla valutazione d’impatto per la sostenibilità riguardante l’accordo commerciale con il Mercosur, ossia che si prevedono effetti negativi per l’agricoltura e le zone rurali dell’Unione europea, motivo per cui l’accordo, nella sua forma attuale, è stato respinto da alcuni Stati membri. Ribadisce inoltre che l’accordo con il Mercosur deve essere valutato in rapporto all’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. In quest’ottica, la ratifica dell’accordo con il Mercosur dovrebbe essere subordinata all’introduzione di misure che invertano la deforestazione nella regione amazzonica del Brasile, che ha attualmente raggiunto un livello senza precedenti;

28.

sottolinea che, secondo quanto emerge dall’indagine sull’attuazione degli ALS che il CdR ha condotto in collaborazione con Eurochambres, l’aumento della pressione concorrenziale esercitata dalle imprese di paesi terzi figura tra i motivi di seria preoccupazione delle regioni al momento dell’entrata in vigore degli accordi commerciali dell’UE (8);

29.

sottolinea che, come evidenziato da un recente studio condotto dall’EPRS (9) sulla base di un’analisi dei flussi commerciali in alcuni Stati membri, i risultati delle regioni in termini di export mostrano una forte correlazione positiva con il PIL e in ciascuno degli Stati membri considerati gli scambi commerciali sono altamente concentrati in poche regioni;

30.

ricorda che la Commissione ha riconosciuto l’impatto territoriale disomogeneo della globalizzazione nel documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione e nel documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE, sottolineando che «se è vero che i benefici della globalizzazione sono ampiamente distribuiti, i costi sono spesso localizzati»;

31.

sottolinea che, per eliminare le disparità summenzionate, è necessaria una risposta a livello dell’UE che assicuri che nessuna persona o regione venga lasciata indietro;

32.

è fermamente convinto che le valutazioni d’impatto territoriale possono costituire validi strumenti per individuare e quantificare fin dall’inizio i possibili impatti asimmetrici degli accordi commerciali sulle regioni europee, consentendo in tal modo ai territori interessati di adottare le giuste politiche pubbliche per gestire tali impatti; ritiene che questo aspetto rappresenti un elemento cruciale nella formulazione di politiche commerciali solide, trasparenti e basate su dati concreti;

33.

pone in particolare l’accento sulla funzione della politica di coesione nel miglioramento della competitività dei territori dell’UE mediante investimenti mirati che siano adeguati ai fabbisogni di un territorio specifico in settori cruciali come le infrastrutture di rete, la ricerca e l’innovazione, le PMI, i servizi informatici, l’ambiente e l’azione per il clima, l’occupazione di qualità e l’inclusione sociale;

34.

ricorda, alla luce delle solide indicazioni emerse sull’andamento regionale dei flussi commerciali internazionali, che se l’UE intende introdurre un’ulteriore liberalizzazione degli scambi, è essenziale che ogni iniziativa di rilievo in questo campo sia preceduta da valutazioni d’impatto incentrate sui possibili effetti al livello nazionale e, soprattutto, infranazionale;

35.

si compiace che, nel suo piano europeo di ripresa presentato nel maggio 2020, la Commissione abbia proposto di rafforzare i suoi strumenti di emergenza, compreso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), e di renderli più flessibili affinché, in caso di necessità, le risorse possano essere mobilitate rapidamente e nella misura opportuna. Si attende che la Commissione presenti rapidamente la sua proposta e ribadisce (10) in tale contesto che la precedente proposta relativa al FEG per il periodo di finanziamento 2021-2027 prevedeva soglie di ammissibilità relativamente elevate (almeno 250 esuberi) (11) e una dotazione finanziaria modesta, essendo limitata a circa 225 milioni di euro l’anno;

La politica commerciale quale strumento fondamentale per rafforzare la sostenibilità

36.

è fermamente convinto che la politica commerciale abbia un ruolo importante da svolgere nell’assicurare che la globalizzazione abbia effetti positivi a livello economico, sociale, territoriale e ambientale per i cittadini e le imprese, sia in Europa che altrove;

37.

ricorda che, secondo un’indagine speciale di Eurobarometro pubblicata nel 2019 (12), è stato osservato un aumento della percentuale di intervistati che si sono dichiarati preoccupati per gli impatti ambientali negativi del commercio internazionale, e dalla stessa indagine è anche emerso un aumento degli intervistati che hanno dichiarato di non trarre beneficio dal commercio internazionale a causa del suo impatto ambientale;

38.

ricorda che il Green Deal deve abbracciare sia la politica commerciale che quella economica, normativa e concorrenziale in uno sforzo globale, allo scopo di proteggere l’ambiente e fissare obiettivi ambientali ambiziosi per l’intera industria;

39.

ritiene che sia possibile utilizzare un meccanismo che affronti il problema della delocalizzazione delle emissioni di CO2 al fine di assicurare condizioni di concorrenza uniformi; osserva tuttavia che questa misura deve bilanciare la dimensione ambientale e quella commerciale con le preoccupazioni relative all’equità, al fine di evitare ritorsioni contro le esportazioni degli Stati membri dell’Unione e, quindi, ripercussioni dannose per l’industria dell’UE;

40.

appoggia con decisione il piano d’azione in 15 punti della Commissione, che rappresenta uno strumento fondamentale per aumentare l’efficacia dei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile (CSS) che fanno parte di tutti i moderni accordi commerciali dell’UE. Tuttavia, ciò può essere attuato solo mediante clausole appropriate che rendano possibili l’applicabilità, la verificabilità e la sanzionabilità dei requisiti di sostenibilità;

41.

per quanto riguarda la questione se il mancato rispetto di una disposizione dei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile debba avere certe conseguenze commerciali (legate agli scambi commerciali), è dell’avviso che occorra prevedere anche meccanismi sanzionatori per i paesi che praticano una concorrenza sleale, ad esempio eludendo le norme fondamentali dell’OIL o le norme sulla sostenibilità;

42.

sottolinea la necessità di migliorare l’attuazione dei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile inclusi negli accordi commerciali dell’UE adottando una linea d’azione morbida e facendo un uso migliore delle risorse diplomatiche dell’UE e degli Stati membri;

43.

chiede inoltre che gli accordi commerciali dell’UE prevedano norme rigorose sulla determinazione erronea o abusiva dei prezzi di trasferimento e sull’evasione fiscale da parte di società quotate.

44.

condivide il punto di vista secondo cui i capitoli sul CSS possono, attraverso gli scambi commerciali, migliorare la situazione generale per quanto riguarda, ad esempio, il lavoro dignitoso, la protezione dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici, al fine di realizzare un cambiamento efficace e sostenibile delle politiche (13) nei paesi terzi; osserva tuttavia al contempo che tali questioni sono, per definizione, il risultato di processi democratici che prendono forma all’interno dell’ordinamento costituzionale di ogni paese;

45.

si compiace, a tale riguardo, per la decisione della Commissione di nominare un responsabile dell’esecuzione degli accordi commerciali con il compito di monitorare attentamente il rispetto delle disposizioni a protezione del clima, dell’ambiente e dei lavoratori che sono previste negli accordi commerciali dell’UE, e confida che questo alto responsabile stabilirà efficienti canali di comunicazione con la società civile e gli enti locali e regionali. Chiede alla Commissione europea di assicurare che al responsabile dell’esecuzione degli accordi commerciali vengano assegnate le risorse sufficienti per raggiungere i suoi obiettivi;

46.

a tale proposito, rimanda tuttavia allo studio del CdR sul tema La dimensione democratica dei negoziati UE sugli accordi commerciali: ruolo e responsabilità dei cittadini e degli enti locali e regionali, nel quale si sottolinea che la mera disponibilità di informazioni è insufficiente ad assicurare un processo trasparente e partecipativo e che occorre prestare maggiore attenzione ai meccanismi a livello nazionale e locale volti a garantire l’accesso a tali informazioni; in particolare gli enti locali e regionali sottolineano la frequente assenza di formali meccanismi di confronto con i rispettivi livelli nazionali in materia di politica commerciale, assenza ancor più avvertita al livello dell’UE;

47.

ritiene altresì che la politica commerciale dell’UE debba sostenere, e non compromettere, gli sforzi dell’UE per l’aiuto allo sviluppo nei paesi vicini e chiede che venga adottato un approccio equilibrato al libero scambio nel caso delle economie più fragili; ricorda l’importanza del commercio libero ed equo, e ne sottolinea il potenziale in termini di riduzione della povertà attraverso l’integrazione economica a livello sia interregionale che intraregionale. Chiede una maggiore coerenza delle politiche nei settori del commercio internazionale e dell’aiuto allo sviluppo, e prende atto che l’UE è passata da una strategia di assistenza internazionale allo sviluppo a un approccio di partenariato su basi più paritarie;

Attenuare l’impatto negativo di situazioni particolari su determinati settori e regioni

48.

invita tutti i principali attori istituzionali a prestare particolare attenzione agli attuali legami commerciali tra le regioni dell’UE-27 e il Regno Unito, dato che tali legami determineranno in ampia misura l’impatto che il recesso del Regno Unito avrà sulle rispettive economie; bisogna studiare misure appropriate per i settori e i territori che risentirebbero di effetti particolarmente negativi;

49.

accoglie favorevolmente le raccomandazioni che la Commissione europea ha rivolto al Consiglio in data 3 febbraio 2020, al fine di avviare un negoziato sul nuovo rapporto che dovrà legare l’UE al Regno Unito; ritiene che la Commissione europea debba assicurare che gli interessi dell’UE vengano tutelati nell’accordo che risulterà dal negoziato;

50.

rimanda al documento che illustra la posizione della delegazione spagnola presso il Comitato stesso (14), ed esprime rammarico per la decisione degli Stati Uniti di introdurre dazi doganali supplementari sui prodotti europei, per un valore pari a 7,496 miliardi di dollari statunitensi, come misura di ritorsione per gli aiuti concessi dall’UE e dai governi di alcuni Stati membri al produttore di aeromobili Airbus; tali dazi colpiranno principalmente i prodotti agricoli e agroalimentari degli Stati membri dell’UE;

51.

sottolinea che le tariffe doganali statunitensi sull’acciaio hanno portato a una grave diversione degli scambi di prodotti siderurgici di paesi terzi, che entrano sempre più nel mercato europeo. Bisognerebbe riesaminare l’efficacia delle misure di salvaguardia dell’UE nel settore dell’acciaio alla luce della debole situazione congiunturale dell’industria siderurgica, per evitare ulteriori danni alle nostre imprese siderurgiche. Tale riesame dovrebbe riguardare espressamente la revoca dei precedenti aumenti dei contingenti tariffari;

Assicurare la parità di condizioni per le imprese dell’UE in un sistema commerciale disciplinato da regole

52.

ricorda che i paesi terzi rispondono alle sanzioni imposte dall’UE per motivi geopolitici non connessi agli scambi commerciali con misure di ritorsione che colpiscono in modo sproporzionato alcune regioni aventi legami commerciali consolidati nei suddetti paesi terzi; è dell’avviso che occorra assicurare un giusto equilibrio tra l’adozione di misure compensative e la salvaguardia della concorrenza e che sia opportuno un riesame dei vigenti programmi di sostegno dell’UE, al fine di aiutare le regioni che subiscono gli effetti pregiudizievoli delle guerre commerciali;

53.

richiama l’attenzione sugli appelli recenti a favore di una politica commerciale dell’UE più decisa a difesa delle tecnologie, delle imprese e dei mercati europei contro le pratiche commerciali sleali applicate da paesi terzi e ritiene che l’UE necessiti di una politica commerciale più proattiva, in grado di proteggere le imprese europee mediante adeguate misure compensative, costantemente allineate agli sviluppi più recenti della catena del valore, e un quadro giuridico vincolante per le controversie di natura commerciale; esprime compiacimento per il sostegno dell’UE al multilateralismo e per le varie proposte di riforma dell’OMC che l’UE ha formulato, e si congratula con la Commissione per la posizione proattiva adottata in rapporto alla situazione di stallo in cui versa l’organo d’appello dell’OMC, vale a dire gli accordi provvisori in materia di arbitrato d’appello che sono stati conclusi con il Canada e la Norvegia;

54.

osserva tuttavia che, sebbene si possa ragionevolmente prevedere che nessun paese potrà isolarsi dal processo di globalizzazione senza incorrere in costi enormi, il rischio di un crollo del sistema commerciale multilaterale è reale e quindi l’UE deve riflettere su un piano alternativo;

55.

appoggia con decisione la proposta della Commissione di modificare il regolamento (UE) n. 654/2014, al fine di permettere alla Commissione di adottare contromisure qualora un paese partner impedisca a una controversia di raggiungere il punto in cui l’OMC potrebbe autorizzare l’adozione di tali contromisure;

56.

condivide il punto di vista secondo cui l’UE deve passare all’offensiva per garantire la reciprocità e combattere il protezionismo nell’accesso ai mercati degli appalti pubblici dei paesi terzi;

57.

deplora pertanto la mancanza di progressi nelle trattative interistituzionali sulla proposta riveduta relativa a uno strumento per gli appalti internazionali (15) che la Commissione ha presentato nel 2016.

Bruxelles, 2 luglio 2020

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  https://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2020/may/tradoc_158764.pdf

(2)  http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/november/tradoc_157516.pdf

(3)  http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2017/december/tradoc_156487.pdf

(4)  EPRS, CETA implementation: SMEs and regions in focus (Attuazione del CETA dal punto di vista delle PMI e delle regioni), studio realizzato su richiesta del CdR, 18 novembre 2019, disponibile all’indirizzo web http://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document.html?reference=EPRS_IDA(2019)644179

(5)  Indagine Flash n. 421 di Eurobarometro, Internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, ottobre 2015.

(6)  Belgio, Germania, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito.

(7)  European Committee of the Regions — Eurochambres, Survey Results Note Implementation of Free Trade Agreements — Challenges and opportunities for businesses and regions (Relazione sui risultati dell’indagine sull’attuazione degli accordi commerciali di libero scambio: le sfide e le opportunità per le imprese e le regioni), https://cor.europa.eu/en/events/Documents/ECON/Survey_Note_CoR-Eurochambres_Survey_15_November_2019.pdf

(8)  European Committee of the Regions — Eurochambres, Survey on the implementation of FTAs (Indagine sull’attuazione degli accordi commerciali di libero scambio), agosto — ottobre 2019.

(9)  EPRS, Interactions between trade, investment and trends in EU industry: EU regions and international trade (Interazioni tra scambi commerciali, flussi d’investimento e tendenze nell’industria dell’UE), studio realizzato su richiesta del CdR, 27 ottobre 2017, disponibile all’indirizzo web http://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document.html?reference=EPRS_STU(2017)608695

(10)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Rafforzare la resilienza territoriale: dare a regioni e città gli strumenti per far fronte alla globalizzazione (GU C 54 del 13.2.2018, pag. 32).

(11)  Considerando, in particolare, che il programma equivalente attuato negli Stati Uniti (Trade Adjustment Assistance — TAA) non prevede che si debba raggiungere alcuna soglia minima di licenziamenti.

(12)  https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/index.cfm/survey/getsurveydetail/instruments/special/surveyky/2246

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_19_6294

(13)  Parlamento europeo, Free trade or geo-economics? Trends in world trade («Libero scambio o geoconomia? Tendenze nel commercio mondiale»), Dipartimento tematico Relazioni esterne, Direzione generale delle Politiche esterne dell’Unione, settembre 2019.

(14)  Posizione della delegazione spagnola presso il Comitato delle regioni in merito alle conseguenze delle controversie commerciali e dell’introduzione di nuovi dazi sui prodotti agricoli e agroalimentari per l’economia degli enti locali e regionali dell’UE, https://cor.europa.eu/en/news/Pages/US-tariffs-on-EU-agri-food-products.aspx

(15)  https://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/march/tradoc_157728.pdf


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