EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 62016CB0356

Causa C-356/16: Ordinanza della Corte (Terza Sezione) del 26 ottobre 2017 — (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Nederlandstalige rechtbank van eerste aanleg Brussel — Belgio) — procedimento penale a carico di Wamo BVBA, Luc Cecile Jozef Van Mol (Rinvio pregiudiziale — Articolo 99 del regolamento di procedura della Corte — Direttiva 2005/29/CE — Pratiche commerciali sleali — Normativa nazionale che vieta la pubblicità per interventi di chirurgia estetica o di medicina estetica non chirurgica)

OJ C 5, 8.1.2018, p. 14–15 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

8.1.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 5/14


Ordinanza della Corte (Terza Sezione) del 26 ottobre 2017 — (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Nederlandstalige rechtbank van eerste aanleg Brussel — Belgio) — procedimento penale a carico di Wamo BVBA, Luc Cecile Jozef Van Mol

(Causa C-356/16) (1)

((Rinvio pregiudiziale - Articolo 99 del regolamento di procedura della Corte - Direttiva 2005/29/CE - Pratiche commerciali sleali - Normativa nazionale che vieta la pubblicità per interventi di chirurgia estetica o di medicina estetica non chirurgica))

(2018/C 005/19)

Lingua processuale: il neerlandese

Giudice del rinvio

Nederlandstalige rechtbank van eerste aanleg Brussel

Imputati nella causa principale

Wamo BVBA, Luc Cecile Jozef Van Mol

Dispositivo

La direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e che modifica la direttiva 84/450/CEE del Consiglio e le direttive 97/7/CE, 98/27/CE e 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 2006/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio («direttiva sulle pratiche commerciali sleali»), dev’essere interpretata nel senso che essa non osta a una normativa nazionale, quale quella in questione nel procedimento principale, la quale tutela la sanità pubblica nonché la dignità e l’integrità delle professioni di chirurgo estetico e di medico estetico, vietando a qualsiasi persona fisica o giuridica di diffondere pubblicità per interventi di chirurgia estetica o di medicina estetica non chirurgica.


(1)  GU C 335 del 12.9.2016.


Top