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Document 52013AE2419

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro» — COM(2012) 727 final

OJ C 161, 6.6.2013, p. 67–72 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

6.6.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 161/67


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro»

COM(2012) 727 final

2013/C 161/13

Relatore generale: TRANTINA

Correlatore generale: DE BUCK

La Commissione europea, in data 19 dicembre 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro

COM(2012) 727 final.

L'Ufficio di presidenza del Comitato, in data 13 novembre 2012, ha incaricato la sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza di preparare i lavori del Comitato in materia.

Vista l'urgenza dei lavori, il Comitato economico e sociale europeo nel corso della 488a sessione plenaria, dei giorni 20 e 21 marzo 2013 (seduta del 21 marzo), ha nominato Pavel TRANTINA relatore generale e Philippe DE BUCK correlatore generale, e ha adottato il seguente parere con 174 voti favorevoli, 4 voti contrari e 1 astensione.

1.   Sintesi delle raccomandazioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) torna a denunciare, come ha già fatto in numerose occasioni, il tasso catastrofico di disoccupazione giovanile e chiede a tutte le parti interessate di adottare misure urgenti, efficaci e definitive per spezzare il circolo vizioso che rischia di compromettere il futuro di un'intera generazione. È ormai ora di investire adeguatamente nei giovani, sapendo che i frutti di tali investimenti si raccoglieranno nel lungo periodo.

1.2

Allo stesso tempo, il CESE sottolinea che occorre una reale strategia di crescita a livello europeo e nazionale per sostenere la creazione di posti di lavoro più numerosi e più stabili, come premessa indispensabile per il successo delle misure volte ad aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro. A tal fine si rende necessario un approccio coordinato di tutti gli sforzi e le politiche finalizzati a rafforzare la competitività e a ristabilire la fiducia degli investitori e delle famiglie. Il semestre europeo offre l'occasione di raccomandare politiche e riforme adeguate, che dovranno essere messe in atto in ciascuno Stato membro.

1.3

Il CESE accoglie con favore la proposta di un Pacchetto per l'occupazione giovanile e raccomanda di rivolgere un'attenzione particolare alla sua applicazione a livello degli Stati membri, facendo sì che le misure per la lotta alla disoccupazione giovanile diventino una parte importante dei programmi nazionali di riforma.

1.4

Il CESE sostiene l'idea che l'istituzione dei sistemi di garanzia per i giovani negli Stati membri sia finanziata tramite un fondo specifico per l'iniziativa per l'occupazione giovanile inserito nel quadro finanziario pluriennale e ne apprezza la creazione, osservando che il fondo deve essere integrato a livello nazionale. Il Comitato peraltro considera insufficiente un finanziamento del fondo di soli 6 miliardi di euro, parzialmente provenienti dagli stanziamenti già previsti del Fondo sociale europeo (FSE). Inoltre, dato che il fondo sosterrà soltanto le regioni in cui la disoccupazione giovanile si situa al di sopra del 25 %, il CESE sottolinea che le altre regioni dovrebbero poter accedere a un sostegno finanziario secondo le procedure normali dell'FSE. È però necessario agire immediatamente, finanziando le misure proposte con nuovi fondi e senza creare concorrenza fra i giovani e le altre categorie svantaggiate nel quadro dell'FSE.

1.5

Il CESE appoggia l'impostazione della Commissione, secondo cui "L'approccio della garanzia per i giovani deve essere globale e olistico in modo da garantire che, entro 4 mesi dal completamento del percorso scolastico o dal momento in cui sono disoccupati, i giovani ricevano un'offerta qualitativamente buona di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio". Il Comitato si rende conto che vi sono differenze tra gli Stati membri e riconosce l'importanza di consentire a ciascuno di loro di fissare il limite d'età in linea con le rispettive esigenze e possibilità. Tuttavia, esso raccomanda che, ove possibile, il limite d'età per accedere al sistema di garanzia sia portato a trent'anni, in modo da includere i giovani che escono tardi dall'università o quelli ancora in fase di passaggio dagli studi al lavoro e che sono a rischio di perdere il contatto con il mondo del lavoro, in particolare nei paesi col tasso di disoccupazione giovanile più elevato.

1.6

Il CESE si compiace per l'accordo politico raggiunto il 28 febbraio 2013 dal Consiglio EPSCO circa la proposta di garanzia per i giovani, ma ritiene tardivo intervenire dopo 4 mesi: la garanzia per i giovani dovrebbe iniziare ad applicarsi il prima possibile, idealmente al momento della registrazione presso un servizio di collocamento (1).

1.7

Per la piena e corretta attuazione della garanzia per i giovani, il CESE ritiene fondamentale definire meglio e più chiaramente, a livello unionale e nazionale, strumenti, responsabilità, obiettivi e indicatori per il monitoraggio. Per questo, il Comitato propone che l'attuazione della garanzia per i giovani sia inserita fra gli indicatori nel quadro del processo del semestre europeo.

1.8

Sulla scorta degli esempi di successo di alcuni Stati membri, le parti sociali e le organizzazioni giovanili, nonché le loro piattaforme rappresentative, dovrebbero svolgere un ruolo centrale nella concezione, attuazione, promozione e sorveglianza del sistema.

1.9

La riforma dei servizi EURES e, ove necessario, dei servizi pubblici dell'occupazione (SPO) negli Stati membri dovrebbe anche sostenere attivamente i giovani e adeguare servizi e approcci per renderli più accessibili. Occorre inoltre mettere in atto servizi personalizzati di consulenza e orientamento professionale già durante il percorso scolastico.

1.10

Si dovrebbero migliorare le condizioni per offrire tirocini e apprendistati, e occorre garantire alti livelli di qualità in materia mediante criteri specifici che dovrebbero essere obbligatori quando viene richiesto un sostegno finanziario. Come misura di accompagnamento, è opportuno introdurre migliori dispositivi di monitoraggio e di garanzia dei diritti dei tirocinanti.

2.   Sintesi delle iniziative della Commissione

2.1

I tassi generali di occupazione dei giovani sono scesi di quasi cinque punti percentuali negli ultimi quattro anni: tre volte di più rispetto a quelli degli adulti. Le possibilità di trovare lavoro sono assai scarse per i giovani disoccupati: solo il 29,7 % delle persone di età compresa fra 15 e i 24 anni che erano disoccupate nel 2010 è riuscita a ottenere un impiego nel 2011, con un calo di quasi il 10 % in tre anni. Oltre il 30 % dei disoccupati sotto i 25 anni di età sono senza lavoro da oltre 12 mesi: nel 2011 si trattava di 1,6 milioni di persone, contro 0,9 milioni del 2008. Secondo Eurofound, 14 milioni di giovani europei di età compresa fra i 15 e i 29 anni (7,5 milioni nella fascia 15-24) sono NEET, not in employment, education or training (cioè non hanno un lavoro e non seguono un percorso scolastico o formativo) (2). Secondo le stime, il costo economico della mancata integrazione dei giovani nel mercato del lavoro supera 150 miliardi di euro l'anno, pari all'1,2 % del PIL dell'Unione europea. Fra le conseguenze sociali di questo fenomeno vi sono il disimpegno rispetto alla società, la sfiducia nel sistema politico, scarsi livelli di autonomia, la paura dell'ignoto e lo "spreco dei cervelli".

2.2

La Commissione europea ha presentato il proprio Pacchetto per l'occupazione giovanile, comprendente quattro settori d'azione. Il primo è una proposta di raccomandazione agli Stati membri sull'introduzione di una "garanzia per i giovani" che assicuri che tutti i giovani fino a 25 anni ricevano un'offerta di lavoro, di prosecuzione dell'istruzione scolastica, di apprendistato o di tirocinio di qualità elevata entro quattro mesi dal termine di un ciclo d'istruzione formale o dall'inizio di un periodo di disoccupazione. La proposta di raccomandazione invita gli Stati membri a formare solidi partenariati con le parti interessate, a far intervenire tempestivamente i servizi di collocamento e altri partner a favore dei giovani, a prendere misure che aiutino l'inserimento nel mondo del lavoro, a utilizzare appieno, a tal fine, il Fondo sociale europeo e altri fondi strutturali, a valutare e a migliorare costantemente i sistemi di garanzia per i giovani e ad attuarli rapidamente. La Commissione sosterrà gli Stati membri con finanziamenti UE, promuovendo scambi di pratiche esemplari fra i paesi dell'Unione, seguendo l'attuazione delle garanzie per i giovani durante il semestre europeo ed intraprendendo attività di sensibilizzazione.

2.3

Per facilitare la transizione dalla scuola al lavoro, il Pacchetto lancia anche una consultazione delle parti sociali europee su un quadro di qualità per i tirocini che consenta ai giovani di acquisire esperienze di lavoro di qualità in condizioni di sicurezza.

2.4

Inoltre, la Commissione annuncia la creazione di un'Alleanza europea per l'apprendistato che migliori la qualità e l'offerta di quanto disponibile in questo campo diffondendo in tutti gli Stati membri adeguati regimi di apprendistato, e illustra i modi per ridurre gli ostacoli alla mobilità dei giovani.

2.5

Infine, rispetto alle sostanziali differenze riscontrabili fra i livelli di disoccupazione giovanile nei diversi Stati membri, la Commissione suggerisce misure per aumentare la mobilità transnazionale dei giovani lavoratori, in particolare un miglioramento del sistema EURES.

2.6

Le misure proposte nel Pacchetto per l'occupazione giovanile si basano sulle azioni dell'Iniziativa "Opportunità per i giovani", varata nel dicembre 2011. La Commissione ricorre anche ad altri strumenti politici per combattere la disoccupazione giovanile, come le sue raccomandazioni specifiche per paese (RSP). Le raccomandazioni del luglio 2012 (3) finalizzate a migliorare la situazione dei giovani si rivolgono a quasi tutti gli Stati membri.

3.   Osservazioni generali sul pacchetto della Commissione

3.1

Serve una reale strategia di crescita a livello dell'UE e nazionale per sostenere la creazione di posti di lavoro più numerosi e più stabili. A tal fine si rende necessario un approccio coordinato di tutti gli sforzi e le politiche finalizzati a rafforzare la competitività e a ristabilire la fiducia degli investitori e delle famiglie. Il semestre europeo offre l'occasione di raccomandare politiche e riforme adeguate, che dovranno essere messe in atto in ciascuno Stato membro. Non vanno sottovalutati gli effetti sinergici, come nel caso dell'inclusione degli aspetti sociali nei bandi di gara per appalti pubblici.

3.2

La situazione lavorativa della gioventù europea rappresenta una preoccupazione di prima grandezza. Per facilitare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro è importante adottare misure propedeutiche per:

ridurre gli ostacoli che impediscono l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro,

ridurre le mancate corrispondenze tra l'offerta e la domanda di qualifiche,

sostenere l'autonomia delle persone,

aumentare l'attrattiva dell'istruzione e della formazione professionali, in particolare degli apprendistati nei settori strategicamente importanti, come la tecnologia e l'ingegneria,

promuovere collaborazioni e sinergie fra tutte le parti interessate,

incoraggiare e sostenere le imprese nella creazione di posti di lavoro e tirocinio per i giovani.

3.3

Il CESE accoglie con favore l'attenzione di lungo termine che la Commissione rivolge ai giovani. Al riguardo, il Pacchetto per l'occupazione giovanile rappresenta un altro passo in avanti verso un approccio coerente e integrato di lotta alla disoccupazione giovanile e di promozione di un passaggio di qualità dallo studio al mondo del lavoro. Occorre considerare la necessità di rivolgere un'attenzione particolare agli Stati membri, che sono i principali responsabili per l'occupazione giovanile e dovrebbero adottare le azioni necessarie nei prossimi mesi. Tuttavia, data l'urgenza della situazione e l'importanza cruciale di investire nei giovani in quanto risorsa fondamentale sul mercato del lavoro, questo non basta: è indispensabile stabilire un clima di fiducia introducendo principi comuni che regolino la garanzia per i giovani in Europa, allo scopo di aumentare la qualità, accessibilità ed efficacia dello strumento in tutto il continente.

3.4

Il CESE è pronto a contribuire attivamente alla concezione e promozione del pacchetto, dal momento che:

i suoi membri, i quali rappresentano le organizzazioni datoriali e sindacali e le altre organizzazioni della società civile, sono stati coinvolti nei processi che devono portare a una migliore occupazione dei giovani sul lungo periodo, dispongono dei contatti necessari e quindi possono raggiungere più capillarmente gli interessati, e hanno sviluppato numerose iniziative per affrontare la questione della disoccupazione giovanile;

il Comitato dispone di un'ampia esperienza nel settore, avendo organizzato un buon numero di convegni, audizioni e seminari negli ultimi anni (4), e avendo prodotto una serie di importanti pareri su questo argomento (5).

3.5

Il CESE accoglie con favore la proposta di raccomandazione della Commissione europea sull'introduzione di una garanzia per i giovani che assicuri che tutti i giovani fino a 25 anni ricevano un'offerta di lavoro, di prosecuzione dell'istruzione scolastica, di apprendistato o di tirocinio di qualità elevata entro quattro mesi dal termine di un ciclo d'istruzione formale o dall'inizio di un periodo di disoccupazione. La garanzia, se correttamente applicata, potrebbe rappresentare un passo importante per investire nei giovani, può ridurre gli elevatissimi costi causati dalla disoccupazione giovanile ai singoli e all'Europa nel suo complesso e può svolgere un ruolo fondamentale per aumentare la qualità e l'efficacia del passaggio dei giovani dagli studi al mondo del lavoro. Tuttavia, il CESE ritiene tardivo intervenire dopo 4 mesi: la garanzia per i giovani dovrebbe iniziare ad applicarsi il prima possibile, idealmente al momento della registrazione presso un servizio di collocamento.

3.6

Il CESE sostiene l'idea che l'istituzione dei sistemi di garanzia per i giovani negli Stati membri sia finanziata tramite un fondo specifico per l'iniziativa per l'occupazione giovanile inserito nel quadro finanziario pluriennale e ne apprezza la creazione, osservando che il fondo deve essere integrato a livello nazionale. Il Comitato peraltro considera insufficiente un finanziamento del fondo di soli 6 miliardi di euro, parzialmente provenienti dagli stanziamenti già previsti del Fondo sociale europeo (FSE). Inoltre, dato che la perdita (in termini di trasferimenti aggiuntivi dei sistemi di protezione sociale, di proventi mancati e di tasse non pagate) dovuta alla mancata integrazione dei giovani nel mercato del lavoro ammonta ad oltre 150 miliardi di euro l'anno, pari all'1,2 % del PIL (6), e che l'OIL ha concluso che investire 21 miliardi di euro può produrre un cambiamento significativo nei prossimi anni (7), il CESE giudica la garanzia per i giovani una misura sociale utile con un enorme effetto positivo dal punto di vista del rapporto costi-benefici.

3.7

Il CESE appoggia l'impostazione della Commissione, secondo cui "L'approccio della garanzia per i giovani deve essere globale e olistico in modo da garantire che, entro 4 mesi dal completamento del percorso scolastico o dal momento in cui sono disoccupati, i giovani ricevano un'offerta qualitativamente buona di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio". Il Comitato è consapevole dell'esistenza di differenze tra gli Stati membri e riconosce l'importanza di consentire ai diversi paesi di definire il limite d'età in linea con le rispettive esigenze e possibilità. Tuttavia, esso raccomanda che, ove possibile, il limite d'età per accedere al sistema di garanzia sia portato a trent'anni, in modo da includere i giovani che escono tardi dall'università o quelli ancora in fase di passaggio dagli studi al lavoro e che sono a rischio di perdere il contatto con il mondo del lavoro, in particolare nei paesi col tasso di disoccupazione giovanile più elevato. Inoltre, la garanzia per i giovani deve diventare una misura strutturale nel quadro delle politiche attive dell'UE riguardanti il mercato del lavoro, e non limitarsi a questo periodo di crisi.

3.8

Il CESE considera importante elaborare criteri di qualità e indicatori chiari per quanto riguarda lo sviluppo e l'attuazione dei sistemi di garanzia per i giovani a livello europeo e nazionale. I tirocini avviati nel quadro della garanzia per i giovani devono essere in linea col quadro di qualità relativo ai tirocini stessi e dovrebbero anche consentire ai giovani di vivere in modo autonomo. Gli Stati membri inoltre sono incoraggiati a sviluppare servizi personalizzati di consulenza e di orientamento professionale, nonché a introdurre meccanismi per monitorare le diverse opportunità offerte e per valutare l'impatto del sistema di garanzia sul successivo passaggio dei beneficiari al mondo del lavoro.

3.9

Il CESE sottolinea che l'iniziativa della garanzia per i giovani dovrebbe essere inserita nel quadro di una strategia occupazionale attiva finalizzata a sostenere l'inserimento duraturo dei giovani nel mercato del lavoro, per garantirne l'autonomia. Un altro aspetto importante di una strategia di questo tipo dovrebbe riguardare la riforma degli SPO negli Stati membri che, ove necessario, dovrebbe essere finalizzata a raggiungere capillarmente i giovani e ad adeguare i servizi e gli approcci per renderli più accessibili, in parallelo a un miglioramento dei servizi forniti a tutti i disoccupati. Gli SPO dovrebbero cooperare con gli istituti educativi, allacciando contatti direttamente con i giovani e offrendo loro un posto di lavoro o possibilità di seguire un'ulteriore formazione, nel quadro di un approccio di tutoraggio proattivo e su misura dei singoli, per tempo prima che questi concludano gli studi. Il Comitato esorta la Commissione europea a considerare questo elemento nella sua strategia di sostegno per gli SPO europei. Al riguardo, i servizi EURES dovrebbero risultare più rispondenti alle esigenze dei giovani, ed essere più diffusamente pubblicizzati presso le giovani generazioni.

3.10

Il CESE raccomanda inoltre agli Stati membri di potenziare il sostegno per le imprese, le cooperative e le organizzazioni del terzo settore che desiderino partecipare ai sistemi di garanzia per i giovani in stretta cooperazione con gli SPO. Meccanismi quali incentivi fiscali, sussidi per i costi fissi del lavoro e la possibilità di accedere a finanziamenti per la formazione sul posto sono elementi importanti per far sì che il sistema di garanzia funzioni e sostenere le imprese desiderose di investire nel potenziale dei giovani in modo corretto ed efficace. L'applicazione di tali meccanismi dovrebbe essere collegata al rispetto delle norme e degli orientamenti in materia di qualità e prevedere l'istituzione di dispositivi di monitoraggio. Il CESE considera necessario sostenere il rafforzamento delle capacità di tutti i soggetti partecipanti ai sistemi di apprendistato di qualità.

3.11

A giudizio del Comitato, le parti sociali possono svolgere un ruolo fondamentale nella concezione, attuazione e sorveglianza del sistema di garanzia. Un dialogo sociale funzionante è cruciale per offrire ai giovani dei sistemi di garanzia dagli elevati criteri qualitativi sia per le imprese che per i giovani stessi. In questo contesto, è anche importante coinvolgere le parti sociali nel monitoraggio dell'attuazione della garanzia per i giovani e dell'offerta di lavoro o di formazione proposta nel quadro dei diversi sistemi.

3.12

Un ruolo importante spetta anche alle organizzazioni del terzo settore, in particolare alle organizzazioni giovanili e alle loro piattaforme rappresentative, che sono importanti canali di partecipazione dei giovani e consentono loro di sviluppare competenze e di apprendere rapporti professionali e comportamenti sul lavoro adeguati; per questo è importante coinvolgere tali organizzazioni anche nella concezione e attuazione dei sistemi di garanzia. Si potrebbero coinvolgere anche le imprese sociali e altri soggetti rilevanti. Il Comitato inoltre attira l'attenzione sulle buone pratiche seguite in Austria (8), Svezia e Finlandia (9) relativamente al coinvolgimento delle parti interessate.

3.13

Un'altra priorità dovrebbe essere ampliare l'accesso al sistema di garanzia per le organizzazioni giovanili e quelle del terzo settore: partecipando, tali organizzazioni potrebbero presentare offerte di lavoro per migliorare la situazione delle loro comunità locali e svolgere quindi un ruolo benefico per i giovani e la società.

3.14

Il CESE considera fondamentale dotare la proposta dei mezzi adeguati per sostenere gli Stati membri e le regioni che desiderino istituire sistemi ambiziosi di garanzia per i giovani o alleanze per l'apprendistato. In quest'ottica, il CESE tiene a raccomandare che i fondi stanziati dall'UE siano assegnati ai sistemi conformi ai criteri minimi di qualità stabiliti dall'iniziativa dell'UE e dagli Stati membri.

3.15

Il CESE sostiene quindi l'idea che l'istituzione dei sistemi di garanzia per i giovani negli Stati membri sia finanziata tramite una specifica iniziativa per l'occupazione giovanile inserita nel quadro finanziario pluriennale e dotata di almeno 6 miliardi di euro, metà dei quali verrà dal Fondo sociale europeo. Il CESE accoglie con favore la creazione del fondo ma, dato che questo sosterrà soltanto le regioni in cui la disoccupazione giovanile è al di sopra del 25 %, sottolinea che le altre regioni dovrebbero poter accedere a un sostegno finanziario secondo le procedure normali dell'FSE. Questo denaro costituirà una risorsa fondamentale, e integrerà gli investimenti necessari a carico dei bilanci nazionali.

3.16

Al fine di dotare i giovani di qualifiche che risulteranno fondamentali nella loro futura vita professionale, il CESE esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire una maggiore efficacia e stabilità delle misure di stimolo all'occupazione giovanile, in particolare di quelle interamente o parzialmente finanziate dai fondi europei, per evitare di dover sostenere i giovani dopo un collocamento temporaneo o non retribuito.

3.17

Dal momento che l'istituzione della garanzia per i giovani sarà efficace soltanto se integrata negli approcci europei e nazionali per la crescita e l'occupazione, il CESE torna a chiedere, come ha già fatto in numerose occasioni, che si definiscano nuovi obiettivi per ridurre la disoccupazione giovanile (10) come elemento fondamentale dei programmi nazionali di riforma connessi con la strategia Europa 2020.

4.   Osservazioni specifiche sulle proposte della Commissione

4.1   La garanzia per i giovani

4.1.1

Il CESE apprezza che la proposta di raccomandazione del Consiglio sull'istituzione di una garanzia per i giovani presentata dalla Commissione contenga un certo numero di elementi importanti, compresa una definizione chiara della garanzia per i giovani come "offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale". Il Comitato però ritiene tardivo intervenire dopo 4 mesi: la garanzia per i giovani dovrebbe iniziare ad applicarsi il prima possibile, idealmente al momento della registrazione presso un servizio di collocamento.

4.1.2

È importante sottolineare il rapporto costi-benefici degli investimenti nella garanzia per i giovani, dal momento che, secondo Eurofound (11), la perdita annua a livello europeo causata dalla situazione attuale in cui tanti giovani non hanno un lavoro e non seguono un percorso scolastico o formativo (in termini di trasferimenti aggiuntivi dei sistemi di protezione sociale, di proventi mancati e di tasse non pagate) è pari all'1,2 % del PIL, ossia 153 miliardi di euro. Allo stesso tempo, al momento di investire per combattere il fenomeno, occorre concentrarsi su migliori collaborazioni, sul miglioramento dei servizi connessi e sul coinvolgimento attivo degli operatori dell'istruzione.

4.1.3

Il CESE mette in risalto l'esigenza di una convalida adeguata dell'istruzione non formale, che rappresenta un modo di valorizzare competenze richieste dal mercato del lavoro.

4.1.4

Il CESE attira l'attenzione sulle nuove tipologie di NEET e sulla necessità di rivolgersi anche alle categorie tradizionalmente considerate non a rischio di esclusione, come i laureati e i giovani che hanno già acquisito delle esperienze professionali o di tirocinio ma che non sono ancora in grado di rimanere in modo permanente sul mercato del lavoro.

4.1.5

Si dovrebbe anche considerare il numero crescente di giovani competenti e qualificati costretti a lavorare al di sotto del loro potenziale, con lo "spreco dei cervelli" che ne consegue, dal momento che una simile situazione comporta non soltanto che quei giovani non possono usare la propria istruzione o formazione nel posto di lavoro che ricoprono, ma ha anche un effetto sociale e psicologico negativo su di loro. Una migliore corrispondenza tra qualifiche personali ed esigenze del mercato del lavoro potrebbe ridurre questo fenomeno.

4.2   Quadro di qualità per i tirocini

4.2.1

Il CESE riconosce il ruolo positivo che può essere svolto da tirocini di qualità per facilitare l'accesso dei giovani all'occupazione e aiutare le imprese a trovare lavoratori qualificati potenziali. Un'esperienza di questo tipo può consentire ai giovani di acquisire competenze necessarie e in linea con le loro esigenze e con le qualifiche precedenti, nonché di ricevere un compenso adeguato e di ottenere accesso alla protezione sociale e ad altri percorsi educativi nel quadro dell'apprendimento permanente. In questo senso, uno dei settori su cui si dovrebbe concentrare l'attenzione è quello dei tirocini che si svolgono al di fuori del sistema educativo, in particolare dopo la laurea, e che dovrebbero venire considerati momenti d'inserimento nel lavoro ed essere quindi protetti in base alle norme internazionalmente accettate in materia d'impiego.

4.2.2

Il CESE sottolinea l'importanza di fissare elevati criteri qualitativi per apprendistati e tirocini e, in quest'ottica, ribadisce il proprio impegno a seguire da vicino e sostenere "tutte le iniziative finalizzate al miglioramento della qualità dei tirocini, come la Carta europea della qualità per i tirocini e gli apprendistati (European Quality Charter on Internships and Apprenticeships), presentata dal Forum europeo della gioventù, così da rafforzare il dialogo della società civile per l'elaborazione di norme adeguate nel settore" (12).

4.2.3

Il Comitato è convinto che sia prioritario aumentare la qualità dei tirocini e considera l'iniziativa della Commissione europea su un quadro di qualità europeo per i tirocini un passo avanti in questa direzione. Allo stesso tempo, il CESE esorta tutte le istituzioni, gli Stati membri e le parti sociali interessati a fare il miglior uso possibile dei risultati delle consultazioni in corso, tenendo conto del sostegno precedentemente espresso dalle parti sociali, dalle ONG, dal pubblico e da un certo numero di operatori dell'istruzione. Le istituzioni dell'UE devono agire rapidamente per creare un quadro per la qualità dei tirocini e garantire il coinvolgimento diretto e continuo dei giovani e delle loro organizzazioni in questo processo accanto alle parti sociali. Al riguardo, la Carta europea della qualità per i tirocini e gli apprendistati (13) propone criteri qualitativi minimi per colmare il divario fra i paesi europei in termini di processi di apprendimento, disponibilità di servizi di orientamento e tutoraggio, diritti sociali e dei lavoratori, riconoscimento delle competenze, disposizioni giuridiche dei contratti, rimborsi e remunerazioni, valutazione e monitoraggio, ecc.

4.2.4

Il CESE considera inoltre fondamentale orientare questo quadro verso il sostegno alle imprese nei loro sforzi di offrire ai giovani tirocini di elevata qualità. Pertanto, il quadro dovrebbe essere realizzato anche a livello nazionale mediante misure dirette verso questo obiettivo.

4.3   L'Alleanza europea per l'apprendistato

4.3.1

Il CESE è convinto dell'utilità dell'Alleanza europea per l'apprendistato, in quanto una stretta cooperazione fra gli istituti educativi, le imprese, le parti sociali, i responsabili politici, gli operatori del settore e i rappresentanti dei giovani è essenziale per il successo dell'istruzione e della formazione professionali. Questo principio è dimostrato dal successo dei sistemi di formazione in alternanza scuola-lavoro istituiti in alcuni Stati membri. Lo sviluppo dell'Alleanza dovrebbe incoraggiare lo scambio delle conoscenze e delle idee e aiutare in ultima analisi ad aumentare il numero e la qualità dei posti di tirocinio disponibili nei diversi Stati membri, nonché incoraggiare la partecipazione dei giovani a tali sistemi.

4.3.2

L'Alleanza dovrebbe anche sostenere campagne europee e nazionali volte a cambiare la percezione dell'istruzione professionale, anche nel contesto del processo di Copenaghen, e organizzare un forum periodico di discussione sul monitoraggio della strategia europea in materia di tirocini con le parti interessate a livello nazionale ed europeo.

4.3.3

Si dovrebbero inoltre fornire incentivi per agevolare il finanziamento delle attività transfrontaliere di formazione che consentono alle imprese e alle parti sociali di partecipare all'istituzione di un sistema di formazione in alternanza. Si possono trovare ulteriori proposte nella pubblicazione Creating Opportunities for Youth: How to improve the quality and image of apprenticeships ("Creare opportunità per i giovani: come migliorare la qualità e l'immagine degli apprendistati") edita da BusinessEurope nel 2012 (14), o nell'accordo sindacale ispano-tedesco su criteri di qualità per gli apprendistati.

4.4   Mobilità per i giovani

4.4.1

Il CESE ritiene che, al fine di promuovere la mobilità dei giovani lavoratori, gli Stati membri debbano compiere ulteriori progressi in direzione del mutuo riconoscimento delle competenze e delle qualifiche, nonché della compatibilità dei sistemi nazionali di sicurezza sociale, in particolare di quelli pensionistici, e investire maggiormente nell'apprendimento delle lingue, poiché anche le barriere linguistiche devono essere superate. La Commissione dovrebbe rafforzare ulteriormente il coordinamento della sicurezza sociale, per garantire che coloro che iniziano un periodo di lavoro in un altro paese dell'UE non perdano neanche un mese di contributi sociali.

4.4.2

Il CESE sottolinea l'utilità di programmi di mobilità dell'UE come Erasmus e Gioventù in azione per la mobilità dei giovani e il sostegno allo sviluppo delle loro qualifiche e competenze e del loro carattere attraverso attività di volontariato e altre iniziative di valore civico. Il Comitato chiede un finanziamento appropriato per il futuro programma Erasmus per tutti / YES Europe nell'ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale che, rispetto alla proposta iniziale, si ritrova attualmente con un miliardo di euro in meno.

4.4.3

Il CESE suggerisce di migliorare ancora l'iniziativa "Il tuo primo posto di lavoro EURES" e di effettuare gli investimenti necessari. Più specificamente, il Comitato invita la Commissione europea a migliorare il sistema EURES in modo da aumentarne la visibilità e la disponibilità per i giovani, nonché di renderne più semplice l'utilizzo. I giovani devono essere incoraggiati attivamente a partecipare, in modo che superino gli ostacoli rappresentati dalle barriere culturali e linguistiche, dalla mancanza di capacità organizzative e dalla paura dell'ignoto. Si può far questo mediante un sistema migliorato di orientamento alla carriera e di consulenza personale che dovrebbe aiutare gli studenti, i tirocinanti e i giovani in generale a conoscere meglio le proprie aspirazioni, capacità e opportunità di lavoro, prevedendo anche servizi di consulenza sul diritto del lavoro e il contesto sociopolitico, nonché sui diritti e i doveri di datori di lavoro e lavoratori.

4.4.4

Il CESE sostiene l'iniziativa del Parlamento europeo volta ad aggiornare la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali. La direttiva attuale è sorpassata, dal momento che molte professioni si evolvono rapidamente. La modernizzazione della direttiva consentirebbe anche di introdurre una carta elettronica indicante le qualifiche e le esperienze di ciascun professionista, in modo da aiutare i lavoratori a trovare un impiego e ad ottenere il riconoscimento delle proprie qualifiche in un altro Stato membro; essa inoltre consentirebbe di armonizzare la formazione, le competenze e le pratiche seguite nell'UE e incoraggerebbe la mobilità e lo scambio di competenze.

Bruxelles, 21 marzo 2013

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  Parere del CESE sull'Analisi annuale della crescita 2013 (GU C 133 del 09.05.2013).

(2)  http://www.eurofound.europa.eu/emcc/labourmarket/youth.htm.

(3)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/en/ecofin/131662.pdf.

(4)  Convegno La crisi, l'istruzione e il mercato del lavoro – Bruxelles, 24 gennaio 2012; convegno Dalla scuola al lavoro organizzato dall'Osservatorio del mercato del lavoro (OML) – Roskilde (DK), 4 febbraio 2012; convegno Lavoro di qualità per i giovani: chiediamo troppo? organizzato dall'OML insieme al Forum europeo della gioventù – 20 aprile 2012; convegno del III gruppo Istruzione e occupazione per i giovani nel quadro della strategia Europa 2020 – Sofia, 8 giugno 2012; convegno del I gruppo Il futuro dei giovani in Europa - Speranza o disperazione per la nuova generazione? – Versailles, 29-30 agosto 2012.

(5)  GU C 132 del 3.5.2011, pagg. 55-62; GU C 318 del 29.10.2011, pagg. 50-55; GU C 68 del 6.3.2012, pagg. 11-14; GU C 181 del 21.6.2012, pagg. 143-149; GU C 181 del 21.6.2012, pagg. 150-153; GU C 68 del 6.3.2012, pagg. 1-10; GU C 181 del 21.6.2012, pagg. 154-159; GU C 299 del 4.10.2012, pagg. 97-102; Parere del CESE Verso una ripresa fonte di occupazione (GU C del 15.1.2013, pag. 65).

(6)  http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1254.htm.

(7)  Studio dell'Istituto internazionale di studi sociali dell'OIL EuroZone job crisis: trends and policy responses ("La crisi occupazionale nella zona euro: tendenze e risposte politiche").

(8)  http://issuu.com/yomag/docs/youth_guarantee.

(9)  http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1242.htm.

(10)  GU C 143 del 22.5.2012, pagg. 94-101 e SOC/477: parere del CESE sugli Orientamenti a favore dell'occupazione (GU C 133 del 09.05.2013).

(11)  NEETs - Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and policy responses in Europe ("NEET – Giovani che non hanno un lavoro e non seguono un percorso scolastico o formativo: caratteristiche, costi e risposte politiche in Europa), 2012.

(12)  GU C 299 del 4.10.2012, pagg. 97-102.

(13)  http://qualityinternships.eu/it/.

(14)  http://www.businesseurope.eu/Content/default.asp?pageid=568&docid=29967.


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