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Document 52012IR0085

Parere del Comitato delle regioni «Efficienza energetica nelle città e nelle regioni, con particolare attenzione alle differenze tra zone rurali e urbane»

OJ C 225, 27.7.2012, p. 52–57 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

27.7.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 225/52


Parere del Comitato delle regioni «Efficienza energetica nelle città e nelle regioni, con particolare attenzione alle differenze tra zone rurali e urbane»

2012/C 225/06

IL COMITATO DELLE REGIONI

chiede che l'efficienza energetica sia l'elemento centrale, nonché parte integrante delle politiche energetiche e ottenga una posizione sufficientemente prioritaria nella gerarchia delle politiche in materia;

è favorevole a una migliore integrazione delle misure di sostegno finanziario a favore dell'efficienza e dell'economia energetica nei futuri programmi di finanziamento dell'UE;

invoca misure più incisive per influenzare il comportamento umano e i modelli di consumo energetico, e rileva la necessità di una miscela di misure di incentivazione e di penalizzazione, evidenziando le ragioni economiche, ma dando anche maggior rilievo alle esigenze improrogabili, quando necessario;

riconosce che al momento attuale l'attenzione politica è rivolta in via prioritaria alle città perché queste realizzino gli obiettivi delle politiche vigenti, ma sottolinea anche la necessità di considerare in modo più ampio e coordinato le sfide e le opportunità che si presentano alle zone rurali in termini di consumo e produzione di energia;

invita gli enti locali e regionali a condividere le migliori prassi in materia di efficienza ed economia energetica e a incrementare la resilienza energetica programmando e orientando l'erogazione dei loro servizi verso un consumo energetico minimo.

Relatore

Brian MEANEY (IE/AE), membro del consiglio della contea di Clare e della Mid-West Regional Authority

Testo di riferimento

Consultazione richiesta dalla presidenza danese in data 12 gennaio 2012

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

A)   Introduzione

1.   sottolinea che, a giusto titolo, la strategia Europa 2020 pone l'uso efficiente dell'energia al centro della realizzazione dei suoi obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la quale richiede il passaggio a un'economia basata su un uso efficiente delle risorse. L'efficienza energetica non si prefigge di ridurre la produzione o l'attività economica, bensì di mantenere lo stesso livello di attività riducendo il consumo di energia per unità di produzione. A tal fine occorre individuare ed eliminare gli usi non necessari di energia, e ricorrere a mezzi di produzione più efficaci;

2.   prende atto con preoccupazione che, in base alle previsioni, entro il 2020 l'UE riuscirà a ridurre solo del 10 % (solo metà, quindi, del 20 % proposto) il consumo di energia primaria. Il conseguimento degli obiettivi stabiliti per il 2020 richiede uno sforzo coordinato a tutti i livelli (UE, nazionale, regionale e locale). L'efficienza energetica costituisce una priorità fondamentale che rende necessario un rafforzamento delle politiche a tutti i livelli;

3.   ribadisce che, per realizzare i suoi obiettivi in materia di approvvigionamento energetico sostenibile, competitivo e sicuro, l'UE deve agire collettivamente in modo solidale ed efficace per individuare e impiegare gli sviluppi tecnologici esistenti ed emergenti e promuovere un cambiamento di comportamento che favorisca e migliori l'efficienza energetica; in tale contesto, l'UE dovrebbe, a breve e medio termine, dare priorità all'introduzione delle tecnologie più efficienti e competitive dal punto di vista commerciale;

4.   sottolinea che - non da ultimo tramite gli operatori dell'energia locali e regionali - le città, le regioni e le amministrazioni locali hanno un ruolo di primo piano da svolgere per agevolare, promuovere e regolamentare un uso più efficiente dell'energia nelle proprie attività e infrastrutture, come pure tra i consumatori e i produttori di energia. Il CdR prende atto che, per poter svolgere questa opera, le autorità devono essere messe in condizione, dal punto di vista finanziario e dell'assistenza, di contribuire all'applicazione e al potenziamento delle misure in materia di efficienza energetica;

5.   mette in risalto il ruolo svolto dagli enti regionali e locali nel servire da esempio, nell'attirare gli investimenti e nel creare posti di lavoro, e invita l'UE a promuovere l'elaborazione di piani regionali e locali in materia di efficienza energetica che contribuiscano alla realizzazione degli obiettivi nazionali ed europei nel campo dell'energia nonché al miglioramento dei sistemi d'informazione energetica, creando al tempo stesso appositi meccanismi a sostegno di tali attività;

6.   approva la proclamazione, da parte delle Nazioni Unite, dell'Anno internazionale dell'energia sostenibile per tutti, dal momento che questa iniziativa offre un'opportunità preziosa per sensibilizzare l'opinione pubblica all'importanza di migliorare l'efficienza energetica e le energie rinnovabili a livello locale, nazionale, regionale e internazionale. La mancanza di accesso a un'energia pulita, affidabile e a prezzi ragionevoli pregiudica lo sviluppo umano, sociale ed economico e costituisce uno dei principali ostacoli alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio. La transizione verso una piena riconversione alle energie rinnovabili deve andare di pari passo con un maggiore impegno nella diminuzione del consumo energetico e nello sviluppo di nuove fonti energetiche, il che comporta anche una riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili;

7.   osserva inoltre che le economie di India e Cina sono ancora in fase di «avviamento», e che la domanda energetica della Cina dovrebbe aumentare vertiginosamente del 75 % entro il 2035 (1); il conseguente aumento della concorrenza per le risorse energetiche attualmente importate dall'UE potrebbe provocare problemi di approvvigionamento, distribuzione e costi, con gravi ripercussioni economiche e sociali a diversi livelli. Occorre mettere a punto piani di azione concreti e fattibili per reagire a questi sviluppi, al fine di coprire al più presto il fabbisogno energetico grazie a fonti rinnovabili locali. Le autorità municipali, regionali e locali dovrebbero partecipare pienamente alla definizione di tali piani;

8.   richiama l'attenzione sui benefici sociali ancora da trarre dai progetti di riconversione ecologica nei comuni e nelle regioni; in relazione a ciò, sottolinea che la Commissione europea e i governi degli Stati membri dovrebbero destinare risorse finanziarie consistenti all'aumento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici;

9.   prende atto del dibattito in corso in merito alla direttiva sull'efficienza energetica e chiede che sia adottato un testo deciso e ambizioso. Le città e le regioni non possono che trarre beneficio da un aumento della propria efficienza energetica e dalla riduzione dei propri consumi energetici: ciò permetterebbe loro di diminuire la dipendenza dalle importazioni di petrolio, creare fino a 2 milioni di posti di lavoro a livello locale grazie alle attività di costruzione e adeguamento (2) e consentirebbe alle famiglie di effettuare risparmi notevoli sulle spese energetiche. Inoltre, l'UE potrebbe ridurre ulteriormente le proprie emissioni di gas a effetto serra e prefiggersi obiettivi ancora più ambiziosi in questo ambito. La direttiva proposta costituisce pertanto un primo passo avanti concreto per alleviare l'attuale crisi. Essa tuttavia, nel suo complesso, non ha un respiro sufficientemente ampio, visto che si prefigge essenzialmente obiettivi economici, ovverosia ridurre le importazioni di petrolio e gas e reinvestire i miliardi di euro così risparmiati nelle economie dell'UE, senza al tempo stesso presentare delle idee concrete per il necessario sviluppo massiccio delle fonti energetiche rinnovabili. Per conseguire tali obiettivi ogni Stato membro deve poter operare in funzione delle proprie specificità, in modo da poter adottare le misure più efficaci per ciascuna realtà nazionale;

10.   più specificamente, il CdR si rammarica, in questo contesto, dell'assenza di una visione coerente a lungo termine per il rinnovo, laddove necessario, del parco immobiliare ad uso abitativo, nonché dell'assenza di impegni specifici ed espliciti in materia di assistenza finanziaria agli enti locali e regionali, volti a promuovere gli investimenti nell'efficienza energetica a livello locale e regionale; a questo proposito è importante tenere conto della differenza tra obiettivi di interesse pubblico e obiettivi imprenditoriali. Per un'impresa, il rinnovo di un edificio dipende dalle sue possibilità sul piano economico, mentre è compito dello Stato garantire il conseguimento degli obiettivi di pubblica utilità;

11.   raccomanda all'UE di potenziare i sistemi d'informazione in materia di efficienza energetica, compresi i dati concernenti le politiche nazionali e regionali in materia, i sistemi per valutare il calcolo del risparmio energetico ottenuto a livello territoriale, gli indicatori di efficienza energetica, le basi dati relative agli standard per le misure applicabili ai fini del risparmio energetico, gli orientamenti in materia di buone pratiche, le norme di attuazione, ecc. Conviene con l'associazione europea degli enti locali Energy Cities sulla «cruciale» importanza dei finanziamenti per la realizzazione delle misure proposte. Rileva inoltre che la direttiva sull'efficienza energetica non contempla obiettivi vincolanti né un processo di valutazione significativo, ma prevede clausole di non partecipazione (opt-out) di facile utilizzo. Accoglie quindi con favore l'impegno delle presidenze del Consiglio polacca e danese volto ad inserire le misure di finanziamento necessarie ed altri elementi ancora mancanti nella proposta di direttiva. Il CdR appoggia gli sforzi della presidenza danese per raggiungere un compromesso politico che garantisca agli enti pubblici la possibilità di continuare ad accrescere l'efficienza energetica del loro patrimonio immobiliare, tenendo conto delle diverse situazioni locali e regionali dei singoli Stati membri. Risulta particolarmente gradita la proposta di rendere obbligatorio per le imprese del settore energetico un risparmio medio di energia dell'1,5 % annuo;

12.   sottolinea che una maggiore efficienza energetica non può essere conseguita con una rigida ripartizione delle aree di intervento effettuata dai governi centrali senza tener conto delle diverse situazioni locali e regionali dei singoli Stati membri; chiede pertanto che gli obiettivi di riduzione del consumo energetico, pur restando invariati, possano essere raggiunti adottando approcci alternativi, e che comuni e regioni possano a loro volta proporre strategie di risparmio energetico;

13.   nota che nell'UE vige la tendenza alla parcellizzazione della politica e della riflessione in materia di energia. Questo ambito è infatti suddiviso in settori (trasporti, edilizia, ecc.) invece di tenere conto delle ineguaglianze spaziali e territoriali e delle potenzialità da sfruttare se si vuole far progredire tutta l'Unione contemporaneamente;

14.   chiede che, oltre a migliorare l'efficienza energetica, vengano sviluppate adeguate misure di gestione/conservazione dell'energia e che vengano fissati obiettivi in tal senso volti a ridurre il consumo energetico che potrebbero rafforzare e superare gli obiettivi stabiliti tramite un miglioramento dell'efficienza energetica;

15.   chiede che la presidenza danese dell'UE riconosca il ruolo degli enti locali e regionali nel quadro della realizzazione degli obiettivi di efficienza energetica previsti dalla strategia Europa 2020. Infatti non esiste in pratica alcun riferimento agli enti locali e regionali né nell'attuale progetto di documento negoziale del Consiglio sulla futura direttiva sull'efficienza energetica né nella comunicazione della Commissione Tabella di marcia per il 2050. Il CdR ritiene inoltre che i programmi nazionali di riforma riveduti e le raccomandazioni specifiche per paese debbano rispecchiare più chiaramente gli impegni assunti in materia di efficienza energetica;

16.   accoglie con favore lo strumento di finanziamento Energia intelligente — Europa (EIE) e approva gli sforzi che esso pone in atto per superare le barriere di mercato. Il programma EIE dovrebbe concentrarsi sulle azioni intese a incoraggiare i cambiamenti comportamentali. Il CdR chiede però che i risultati e le raccomandazioni dei progetti EIE siano diffusi con maggiore decisione (informazione, legislazione, ecc.) in tutta l'UE e che, allo stesso modo, siano garantiti i finanziamenti 2014-2020 a favore del programma EIE o dei programmi che lo sostituiranno;

17.   tenuto conto della particolare dimensione territoriale della questione, il CdR sottolinea che:

le aree rurali dell'UE impiegano fonti energetiche più inquinanti rispetto alle aree urbane; occorre quindi promuovere con particolare insistenza la sostituzione, in via transitoria, dei combustibili fossili altamente inquinanti con combustibili fossili meno inquinanti, da rimpiazzare poi con energie rinnovabili;

le aree rurali, pur in fase di recupero, presentano tuttora un livello di sviluppo economico inferiore alla media UE, in particolare rispetto alle aree urbane. Il divario tra le aree rurali e quelle urbane è estremamente marcato nell'Europa centrorientale; tale fenomeno è ancor più preoccupante dal momento che tra il 2000 e il 2007 esso si è accentuato a seguito della rapida espansione dei grandi centri urbani e delle capitali.

B)   Città, enti regionali e locali

18.   ribadisce l'invito a realizzare un migliore equilibrio tra zone urbane e zone rurali nel quadro delle politiche a favore dell'energia sostenibile nell'UE e sottolinea la necessità di sfruttare il potenziale delle aree rurali per conseguire gli obiettivi di efficienza energetica fissati dalla strategia Europa 2020. Le aree rurali presentano infatti notevoli possibilità sia in termini di produzione di energia che di riduzione del consumo: solo nelle aree rurali si trovano ampie superfici di terreno da destinare alle centrali eoliche o solari. Nel contempo, l'agricoltura moderna ha bisogno di notevoli quantitativi di energia per il proprio funzionamento. Ciononostante non si tiene granché conto del potenziale di risparmio energetico del settore né del potenziale di sviluppo di nuove fonti di energia;

19.   sottolinea l'esistenza di notevoli disparità tra le aree urbane e quelle rurali. Nelle aree rurali l'efficienza energetica è in una situazione critica e richiede un intervento urgente. Le famiglie e le piccole imprese presenti in queste aree sono spesso svantaggiate sul piano del consumo energetico, particolarmente a causa delle caratteristiche dei nuclei familiari e della qualità del parco immobiliare. Nelle aree rurali gli edifici sono considerevolmente più vecchi, la loro ristrutturazione risulta più costosa e spesso al di fuori della portata dei proprietari. Ciò è dovuto in parte alla densità della popolazione, visto che all'isolamento termico delle abitazioni rurali individuali non si applicano le stesse economie di scala di cui possono beneficiare le abitazioni urbane occupate da diversi inquilini. Questa situazione, che vale per tutti gli Stati membri, anche se in grado diverso, determina un aumento - in proporzione maggiore - del costo dell'energia nelle aree rurali, in cui il reddito pro capite è dal 21 % al 62 % inferiore rispetto a quello delle zone urbane (3);

20.   sottolinea che, in fatto di energia, le politiche dell'UE sono state però elaborate in funzione delle esigenze dei grandi centri urbani. Gli investitori si concentrano tuttora quasi esclusivamente sulle infrastrutture destinate alle aree urbane;

21.   sottolinea che, in generale, l'accesso all'energia è più dispendioso nelle aree rurali e nelle regioni periferiche, in cui, oltretutto, l'efficienza energetica è inferiore a causa della scarsa diffusione di tecnologie «pulite» e di un inefficiente isolamento termico. Chiede che vengano adottate soluzioni adeguate in termini di governance e di finanziamento allo scopo di consentire alle aree rurali di tutta l'UE di recuperare il ritardo rispetto alle aree urbane, soprattutto grazie alle potenzialità del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del suo approccio Leader. Un gran numero di buone pratiche e di progetti pilota attuati su tutto il territorio dell'UE hanno già dimostrato chiaramente che le aree rurali hanno le potenzialità per provvedere al proprio fabbisogno energetico attraverso l'utilizzo di fonti di energia diverse, come fonti che non generano emissioni di gas a effetto serra e sono neutrali sul piano delle emissioni di carbonio, biomassa, celle a combustibile, ecc.;

22.   ritiene che il sostegno destinato dal Fondo sociale europeo allo sviluppo delle capacità, e in particolare alla riqualificazione dei lavoratori, che può consistere anche nel recupero di tecniche tradizionali con materiali caratteristici della regione, dovrebbe prendere atto e tenere conto delle diverse esigenze delle aree urbane e di quelle rurali in modo da non trascurare i lavoratori agricoli. In caso contrario, verrebbero a mancare le qualifiche necessarie ad utilizzare le tecnologie più adatte alle aree rurali e si accentuerebbe il divario energetico tra queste aree e quelle urbane;

23.   sottolinea che la politica in materia di istruzione può svolgere un ruolo importante nel sensibilizzare all'efficienza energetica e nell'influenzare i cambiamenti necessari sul piano del comportamento umano; suggerisce di condurre un'analisi comparativa delle iniziative esistenti in materia di istruzione in modo da individuare le migliori prassi e mettere a punto programmi di studi che possano integrare il tema della sostenibilità nelle prime fasi del processo di apprendimento formale; chiede inoltre che il prossimo programma Erasmus per tutti crei delle alleanze della conoscenza tra istituti di istruzione superiore e «imprese verdi» per mettere a punto nuovi programmi di studi che colmino le carenze in materia di innovazione e di competenze nel settore dell'efficienza e della economia energetica;

24.   sottolinea che gli enti locali e regionali possono anche contribuire alla realizzazione di risparmi energetici integrando sistematicamente i fattori ambientali nelle procedure relative agli appalti pubblici. A questo proposito accoglie con soddisfazione la proposta di direttiva sugli appalti pubblici adottata dalla Commissione (4). In base a tale proposta, gli enti locali e regionali possono tenere conto dei fattori ambientali, tra cui l'efficienza energetica, nelle procedure di appalto. Si dovrebbe incoraggiare l'aggiudicazione degli appalti da parte degli enti locali e regionali in base al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (Most Economically Advantageous Tender, MEAT) in modo da tener conto del risparmio energetico per tutta la durata della procedura di appalto.

C)   Consumatori

25.   sottolinea inoltre l'esistenza di una dimensione sociale per cui la povertà energetica può colpire fortemente i gruppi a basso reddito. Il fenomeno può interessare alcuni paesi più di altri. Tuttavia, anche nelle cause e negli effetti della povertà energetica esistono notevoli differenze tra zone urbane e rurali, di cui occorre tenere conto nelle misure da adottare e che non sono necessariamente correlate con i risultati generali ottenuti da un dato paese o regione in materia di efficienza energetica;

26.   richiede misure atte a mettere i consumatori in condizione di negoziare benefici con i produttori/fornitori in cambio di modelli comportamentali diversi. Ad esempio, i singoli utenti che decidono in massa di spostare l'utilizzo dell'energia verso le ore non di punta vanno aiutati ad ottenere gli stessi sconti di cui godono gli acquirenti all'ingrosso. Analogamente, va incoraggiato in quanto bene pubblico l'impiego di tecnologie avanzate nel campo delle reti intelligenti per la misurazione del consumo e della fatturazione, tecnologie che permettono di incrementare i livelli di efficienza energetica dei fornitori (attraverso una gestione efficiente della rete e una più adeguata manutenzione delle reti e delle apparecchiature, ecc.) e dei consumatori (attraverso una maggiore conoscenza dei metodi di misurazione del consumo e dei sistemi di fatturazione, dei servizi aggiudicatori e di quelli di rete, nonché mediante un consumo interattivo intelligente, ecc). Inoltre, non va tollerata la resistenza da parte commerciale a tali tecnologie, anzi la loro introduzione generalizzata dovrebbe avvenire prima di quanto previsto attualmente. È importante garantire che l'installazione dei dispositivi avanzati di misurazione non comporti un consistente aumento delle tariffe per i consumatori;

27.   si rallegra del rinnovo e della prosecuzione del programma di etichettatura Energy Star nel quadro della proposta di un programma di etichettatura di efficienza energetica delle apparecchiature per ufficio, e osserva che la proposta di regolamento COM(2012) 109 final prevede di rinnovare l'accordo Energy Star sulla base di una decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra il governo degli Stati Uniti d'America e l'Unione europea per il coordinamento dei programmi di etichettatura di efficienza energetica delle apparecchiature per ufficio (COM(2012) 108 final). Andrebbe incentivato il ricorso all'etichettatura Energy Star. Si osserva che gli elevati costi dell'energia incentiveranno la vendita di elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Inoltre, la Commissione dovrebbe considerare l'opportunità di evidenziare sull'etichetta l'energia intrinseca utilizzata nella produzione dell'apparecchio.

D)   Finanziamenti

28.   alla luce del parere sul tema L'integrazione dei cambiamenti climatici e il futuro bilancio dell'UE  (5), ribadisce la propria preoccupazione per l'accento posto sulle misure di austerità, che mette in ombra qualunque questione attinente all'economia reale nel contesto del futuro bilancio dell'UE per il periodo 2014-2020, in particolare l'incremento urgente degli stanziamenti di bilancio riservati agli investimenti regionali e locali, urbani e rurali nel campo delle energie sostenibili, già richiesto dal CdR in alcuni pareri precedenti. Accoglie tuttavia con favore il fatto che «la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori» sia inserita tra le priorità d'investimento del quadro strategico comune (QSC) (6). Aggiunge però che, mentre i fondi nell'ambito del QSC vanno utilizzati per far fronte a determinate sfide individuate a livello regionale, è anche necessario stabilire un equilibrio tra produzione sostenibile ed efficienza energetica;

29.   si rammarica che il Consiglio non abbia considerato l'opportunità di inserire nel testo della direttiva sull'efficienza energetica lo stanziamento di fondi, tra cui ad esempio quelli per migliorare l'efficienza energetica a livello nazionale; sottolinea inoltre la necessità di promuovere in modo più incisivo il ruolo della Banca europea per gli investimenti attraverso gli enti creditizi nazionali e locali al fine di finanziare gli investimenti nel campo dell'efficienza energetica;

30.   chiede che la presidenza danese si adoperi affinché la futura concessione di aiuti per la promozione delle misure di efficienza nel riscaldamento e nel raffreddamento dei locali sia collegata ai risparmi energetici quantificati realizzati per ciascun impianto;

31.   chiede che, nel quadro del prossimo bilancio UE, la Commissione europea tenga conto della proposta di direttiva in materia di efficienza energetica e garantisca fondi sufficienti da destinare alla promozione dell'efficienza energetica negli alloggi rurali;

32.   evidenzia il fatto che uno dei principali problemi, nelle aree rurali, è costituito dalla capacità degli enti locali e regionali di accedere ai fondi esistenti:

meccanismi finanziari (ELENA - Assistenza energetica europea a livello locale, ecc.) e fondi per l'efficienza energetica (EEEF, ecc.);

l'esperienza acquisita con il quadro finanziario in corso dimostra che, per tutta una serie di ragioni, non è possibile utilizzare integralmente le risorse per l'efficienza energetica provenienti dai fondi strutturali. Nel quadro finanziario 2014-2020, che prevede una percentuale più elevata di fondi da destinare all'efficienza energetica, occorre quindi fare in modo di agevolare l'accesso degli enti locali e regionali a tali risorse;

33.   sottolinea che esistono altri strumenti finanziari, come i contratti di prestazione energetica, i partenariati pubblico-privati e i fondi nazionali o regionali per l'efficienza energetica, che promuovono i lavori volti a migliorare tale efficienza in un periodo in cui i finanziamenti pubblici tendono a rarefarsi. In effetti, soprattutto ora che le risorse finanziarie pubbliche sono limitate e che molte PMI si trovano in difficoltà, occorre preoccuparsi in particolare di conseguire il migliore equilibrio possibile, nelle spese dell'UE, fra infrastrutture su vasta scala, da un lato, e l'essenza stessa dell'energia rurale, ossia il decentramento della produzione di energia, dall'altro; il CdR invita inoltre l'UE a promuovere e disciplinare a livello europeo la figura delle imprese di servizi energetici quali finanziatrici di investimenti nel campo dell'efficienza, perché queste possano in tal modo accedere a fondi europei specifici;

34.   ritiene che, per migliorare l'accesso ai finanziamenti, vi sia bisogno di strumenti che aiutino i consumatori e le autorità pubbliche a soddisfare i requisiti di cofinanziamento e a elaborare piani innovativi in grado di attrarre gli stanziamenti;

35.   rammenta che dall'indagine Europa 2020 realizzata dal CdR all'inizio del 2010 sul tema Politiche energetiche sostenibili attuate dalle regioni e città dell'UE: buone pratiche e sfide è emerso che, in generale, le iniziative lanciate dagli enti locali e regionali hanno carattere multisettoriale e integrato, e contribuiscono al tempo stesso alla competitività, alla crescita e all'occupazione. È pertanto essenziale tenere dovuto conto di questa realtà nella futura elaborazione del bilancio dell'UE;

36.   chiede che gli enti locali e regionali siano dotati delle capacità di integrare l'efficienza energetica nei loro requisiti di pianificazione rurale e urbana.

E)   Logistica

37.   sottolinea l'importanza di sviluppare dei sistemi logistici a livello UE che consentano di realizzare una maggiore efficienza nel trasporto merci, come ad esempio il Central European Logistics System (Sistema logistico centrale europeo - CELS). A tal fine sarebbe necessario mettere a punto un sistema di mappatura unificato che integri tutti i modi di trasporto europei (trasporto ferroviario, stradale, aereo, marittimo e navigazione interna) in un'unica rappresentazione;

38.   ritiene che il CELS possa offrire l'assistenza necessaria per la mappatura visiva e l'analisi dei costi indispensabili al fine di promuovere una connessione ecologica, economica ed efficiente del trasporto intermodale. Esso costituirebbe un repertorio online del trasporto merci al quale potrebbero iscriversi gli operatori del trasporto stradale, ferroviario, aereo, marittimo e della navigazione interna, facendone di conseguenza il catalogo più completo di tutti gli operatori del trasporto merci. Esso permetterebbe inoltre di individuare i percorsi più adatti al trasporto combinato, consentendo di scegliere gli itinerari stradali più brevi;

39.   sottolinea l'importanza di politiche energetiche integrate, transettoriali e sostenibili per le aree rurali, che includano sia l'efficienza energetica sul piano degli edifici, dei trasporti ecc., sia la produzione decentrata di energia rinnovabile.

F)   Conclusioni

40.   in questo contesto ritiene che la politica di coesione possa offrire un quadro adeguato per adottare un approccio coordinato nei confronti di questa problematica complessa. Alla luce delle interconnessioni esistenti tra gli obiettivi della strategia Europa 2020, è necessario che i responsabili politici dell'UE siano pienamente consapevoli della possibilità di realizzare miglioramenti in tutti gli ambiti della strategia, a patto che le misure intese a rendere più efficiente l'uso dell'energia siano ampiamente applicate a livello dell'UE;

41.   sottolinea la necessità di trovare un migliore equilibrio tra la dimensione interna e quella esterna dell'approvvigionamento energetico dell'UE, promuovendo la ricerca e il perseguimento dell'efficienza energetica perlomeno al pari degli investimenti in nuove condutture per i combustibili fossili provenienti da paesi terzi. Ricorda inoltre alla Commissione che l'efficienza energetica richiede tuttora investimenti di miliardi di euro nell'edilizia abitativa e nei trasporti. Anche la questione della gestione/conservazione dell'energia va riconosciuta come una necessità di grande attualità e affrontata di conseguenza;

42.   ribadisce che gli Stati membri dovrebbero avviare processi di consultazione che coinvolgano gli attori regionali e locali nell'elaborazione di piani nazionali in materia di efficienza energetica (approccio dal basso verso l'alto), garantendo la coerenza di tali piani con gli obiettivi e le risorse locali e regionali; inoltre sollecita la partecipazione degli attori regionali e locali alla fase di monitoraggio, in quanto autorità competenti per lo sviluppo dei piani stessi;

43.   pone ancora una volta l'accento sull'iniziativa del Patto dei sindaci che dimostra in maniera concreta l'impegno dei governi locali a favore della promozione dell'efficienza energetica nonché la volontà di far fronte ai cambiamenti climatici; osserva tuttavia che i firmatari del Patto non adottano una metodologia comune per l'elaborazione dei loro rapporti. In base a tale iniziativa le regioni sono tenute a elaborare un rapporto sulle loro prestazioni di efficienza energetica rispettando criteri rigidi e concordati (7);

44.   chiede alla Commissione di adottare quanto prima misure che consentano di realizzare l'idea di una rete interconnessa di distribuzione di energia che copra tutto il territorio dell'UE. Ciò permetterebbe all'Unione di garantire un approvvigionamento energetico sicuro a tutti i cittadini. La questione riveste una certa importanza anche sul piano della politica di sicurezza, dal momento che permetterebbe di ridurre la dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili provenienti da paesi in cui vigono regimi autoritari.

45.   Messaggi principali - Priorità d'azione

IL COMITATO DELLE REGIONI

a)

chiede che l'efficienza energetica sia l'elemento centrale, nonché parte integrante delle politiche energetiche e ottenga una posizione sufficientemente prioritaria nella gerarchia delle politiche in materia;

b)

è favorevole a una migliore integrazione delle misure di sostegno finanziario a favore dell'efficienza e dell'economia energetica nei futuri programmi di finanziamento dell'UE;

c)

invoca misure più incisive per influenzare il comportamento umano e i modelli di consumo energetico, e rileva la necessità di una miscela di misure di incentivazione e di penalizzazione, evidenziando le ragioni economiche, ma dando anche maggior rilievo alle esigenze improrogabili, quando necessario;

d)

riconosce che al momento attuale l'attenzione politica è rivolta in via prioritaria alle città perché queste realizzino gli obiettivi delle politiche vigenti, ma sottolinea anche la necessità di considerare in modo più ampio e coordinato le sfide e le opportunità che si presentano alle zone rurali in termini di consumo e produzione di energia;

e)

invita gli enti locali e regionali a condividere le migliori prassi in materia di efficienza ed economia energetica e a incrementare la resilienza energetica programmando e orientando l'erogazione dei loro servizi verso un consumo energetico minimo.

Bruxelles, 4 maggio 2012

La presidente del Comitato delle regioni

Mercedes BRESSO


(1)  Agenzia internazionale dell'energia (AIE) - Relazione globale sull'energia 2011.

(2)  Commissione europea.

(3)  Eurostat.

(4)  COM(2011) 896 final.

(5)  Parere di prospettiva L'integrazione dei cambiamenti climatici e il futuro bilancio dell'UE (CdR 104/2011).

(6)  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (COM(2011) 615 final).

(7)  http://ec.europa.eu/energy/publications/doc/2012_thinkbooklet.pdf.


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