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Document 52012AE0816

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta modificata di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea — COM(2011) 739 definitivo — 2011/0183 (CNS) e alla proposta modificata di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell’Unione europea — COM(2011) 740 definitivo — 2011/0184 (APP)

OJ C 181, 21.6.2012, p. 45–51 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

21.6.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 181/45


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta modificata di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea

COM(2011) 739 definitivo — 2011/0183 (CNS)

e alla proposta modificata di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell’Unione europea

COM(2011) 740 definitivo — 2011/0184 (APP)

2012/C 181/09

Relatore: DANTIN

Il Consiglio, in data 19 ottobre 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 311 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

COM(2011) 510 final — 2011/0183 (CNS)

e alla

Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

COM(2011) 511 final — 2011/0184 (APP).

Il 9 novembre 2011 la Commissione ha adottato, in sostituzione delle succitate proposte, delle proposte modificate. Il Consiglio, in data 15 dicembre 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 311 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta modificata di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

COM(2011) 739 final — 2011/0183 (CNS)

e alla:

Proposta modificata di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

COM(2011) 740 final — 2011/0184 (APP).

La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in merito alle proposte modificate in data 7 marzo 2012.

Alla sua 479a sessione plenaria, dei giorni 28 e 29 marzo 2012 (seduta del 29 marzo), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 165 voti favorevoli, 21 voti contrari e 11 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Un sistema nel quale il 75 % circa delle risorse dell'Unione proviene direttamente dai bilanci nazionali non è conforme né allo spirito né alla lettera del Trattato di Roma (1).

1.2   Il sistema attuale, basato sostanzialmente su una «quota RNL» (aliquota prelevata sul reddito nazionale lordo), ha inasprito le discussioni sul bilancio UE portando al concetto di «giusto ritorno» e all'introduzione di meccanismi correttivi che non prendono in considerazione i vantaggi recati dall'Unione, segnatamente in termini di pace, libertà, prosperità, crescita e sicurezza.

1.3   Ciò premesso, il Comitato accoglie con favore le proposte legislative che la Commissione ha sottoposto all'attenzione del Consiglio, poiché ritiene che vadano nella direzione giusta: la Commissione propone infatti di dimezzare la «quota RNL» e di introdurre, per compensare tale riduzione, due nuove risorse proprie, la prima basata sull'IVA e la seconda costituita da una tassa sulle operazioni finanziarie. Il corrispondente aumento, in proporzione, delle risorse proprie effettive - oltre a rendere il funzionamento del bilancio dell'UE più conforme tanto allo spirito quanto alla lettera del Trattato di Roma - contribuirà ad una maggiore autonomia finanziaria dell'Unione e servirà a sostenere i significativi sforzi intrapresi dagli Stati membri in materia di bilancio.

1.4   Sebbene reputi insufficiente la strategia adottata dalla Commissione, il Comitato plaude inoltre al fatto che, quale corollario all'introduzione delle nuove risorse proprie, il documento in esame proponga l'applicazione di un nuovo sistema di importi forfettari che dovrebbe sostituire tutti i meccanismi di correzione esistenti.

1.5   Tuttavia, pur approvando nel complesso il contenuto delle proposte in esame, il CESE intende formulare le osservazioni esposte di seguito.

1.5.1   Il Comitato ha già sottolineato in diversi pareri che l'IVA intra-UE è all'origine di frodi di considerevole entità; ritiene quindi necessario che la nuova risorse propria basata sull'IVA sia accompagnata dall'adozione di misure finalizzate a ridurre, o addirittura a eliminare, le frodi. Il CESE esaminerà pertanto con particolare attenzione le proposte legislative che dovranno essere presentate sulla scia della riflessione avviata con la pubblicazione del Libro verde sul futuro dell'IVA.

1.5.2   Nella comunicazione sulla Revisione del bilancio dell'Unione europea la Commissione ha elencato una serie di oculate misure di finanziamento che, a suo avviso, avrebbero potuto a giusto titolo costituire nuove risorse proprie. Fatta eccezione per la nuova risorsa basata sull'IVA e per la tassa sulle operazioni finanziarie, tuttavia, queste opzioni sono state tutte scartate senza che la Commissione rendesse note - al di là dei vantaggi e degli svantaggi di ciascuna delle ipotesi considerate - le ragioni politiche che avevano motivato tale decisione.

Il CESE ritiene che la Commissione avrebbe dovuto consultarlo (con la richiesta di elaborare un parere) prima di operare qualsiasi scelta.

1.5.3   Come già indicato nel parere sul tema Revisione del bilancio dell'Unione europea, il CESE ritiene che l'aumento del bilancio europeo sia di per sé non solo auspicabile ma anche necessario, di fronte alla portata delle nuove sfide che richiedono una risposta comune. Si rammarica pertanto che il testo in esame si concentri unicamente sulla struttura e la qualità dell'articolazione interna del bilancio UE senza approfittare dell'introduzione di nuove risorse proprie per affrontare il problema fondamentale del volume del bilancio stesso. Senza voler sottovalutare gli aspetti analizzati nei documenti in esame, il CESE ritiene che la questione del bilancio dell'UE non si esaurisca in una serie di cifre né si limiti alle sole scelte operate in merito all'articolazione interna degli elementi che lo compongono. Il bilancio è prima di tutto uno strumento funzionale ad un progetto politico e alle ambizioni dell'UE: data questa premessa, le scelte politiche che l'Unione compie devono essere coerenti e adeguate ai mezzi di cui essa si dota per metterle in atto. Il Comitato deplora che la Commissione non abbia sfruttato l'occasione rappresentata dalla pubblicazione delle proposte in esame per agevolare lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie, in particolare, per adempiere ai propri obblighi derivanti dal nuovo Trattato di Lisbona, dalla strategia Europa 2020 o, ancora, dalla necessità di avviare iniziative finalizzate a promuovere la crescita.

2.   Introduzione: la situazione attuale

2.1   La proposta di decisione in esame è una delle sei proposte legislative di cui è corredata la comunicazione della Commissione A Budget for Europe 2020 (Un bilancio per l'Europa 2020) (COM(2011) 500 final) (2); ciascuna di queste proposte dovrebbe formare oggetto di un'analisi specifica (3).

2.2   La questione delle risorse proprie dell'UE è importante sotto il profilo sia strutturale che politico, dal momento che l'origine di tali risorse determina la relazione tra i cittadini, gli Stati membri e le istituzioni europee mentre, al tempo stesso, rimanda al problema dell'autonomia finanziaria dell'Unione. Il dibattito sulle risorse proprie per l'UE è legato a quello ben più ampio sul futuro dell'integrazione europea, nel quale si affrontano due diverse concezioni: quella di un'Europa federalista (4) e quella di un'Europa intergovernativa.

2.2.1   Ecco perché il CESE aveva già osservato nel 2008 che la definizione delle politiche di bilancio non può prescindere da una scelta di fondo: federalismo o sistema intergovernativo. È chiaro inoltre che il grado di approfondimento dell'integrazione europea si misura anche sulla base delle modalità di finanziamento del bilancio UE (5).

2.3   Se è vero che il Trattato di Roma del 25 marzo 1957 ha previsto una fase transitoria per i contributi nazionali, è altrettanto vero che all'articolo 201 (attuale art. 269) esso stabilisce che « [i]l bilancio, fatte salve le altre entrate, è finanziato integralmente tramite risorse proprie ».

2.4   Attualmente il ventaglio delle risorse dell'UE è composto di risorse proprie dette «tradizionali», costituite da dazi doganali e diritti agricoli nonché dai cosiddetti «contributi (o quote) zucchero», e da risorse proprie dette «nuove», vale a dire un'aliquota prelevata sulla base imponibile armonizzata dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) e un'aliquota prelevata sul reddito nazionale lordo (RNL). Le risorse IVA e RNL sono di fatto delle «vere false risorse proprie», dal momento che vengono prelevate dagli Stati membri sulle loro stesse entrate, e sono considerate risorse proprie soltanto perché destinate al bilancio dell'Unione; quest'ultimo ammontava nel 2011 a 126,5 miliardi di euro, pari all'1,13 % del PIL dell'UE a 27.

2.4.1   La relazione sul funzionamento del sistema delle risorse proprie (6) elaborata dai servizi della Commissione dimostra come l'attuale sistema di finanziamento dia risultati poco soddisfacenti secondo la maggior parte dei criteri di valutazione. Inoltre, il meccanismo è complesso e poco trasparente, il che lo rende leggibile solo da parte di una ristretta cerchia di esperti, ne limita l'accesso e la conoscenza effettiva da parte dei cittadini e ostacola l'esercizio di un controllo democratico sul sistema stesso.

D'altro canto, le modalità di finanziamento del bilancio europeo inducono taluni Stati membri a considerare i loro contributi unicamente come spese, il che è inevitabilmente fonte di tensioni ogni qual volta il dibattito verta sul bilancio.

2.4.2   Sulla base di queste considerazioni, la Commissione ha deciso di sottoporre al Consiglio una proposta di modifica del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea; la proposta, che tiene conto del nuovo quadro giuridico determinato dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è in conformità con il contenuto della precedente comunicazione della Commissione sulla Revisione del bilancio dell'Unione europea  (7).

2.5   Ciò premesso, il presente documento verrà elaborato in pieno accordo con il parere, adottato dal CESE nella sessione plenaria di giugno 2011, relativo a quest'ultima comunicazione (8).

3.   Un nuovo quadro giuridico

3.1   Il Trattato di Lisbona crea un nuovo quadro giuridico e introduce importanti modifiche, non soltanto alla procedura di bilancio dell'UE ma anche al modo in cui il bilancio dell'UE è finanziato.

L'articolo 311 del TFUE stabilisce che «è possibile istituire nuove categorie di risorse proprie o sopprimere una categoria esistente.» A norma del medesimo articolo, «il Consiglio, deliberando mediante regolamenti […] stabilisce le misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione […].» Vi è quindi la possibilità di ridurre il numero di risorse proprie esistenti e di crearne di nuove, le cui condizioni di esecuzione devono essere stabilite mediante regolamento.

4.   Contenuto della proposta di decisione trasmessa al Consiglio

4.1   La proposta di decisione in esame relativa alle risorse proprie dell'UE comprende tre elementi principali: la semplificazione dei contributi degli Stati membri, l'introduzione di nuove risorse proprie e la riforma dei meccanismi di correzione. L'articolazione unitaria delle tre proposte dà vita ad una proposta unica che forma oggetto di una sola decisione.

4.1.1   Semplificare i contributi degli Stati membri

La Commissione propone di sopprimere, a partire dal 31 dicembre 2013, l'attuale risorsa propria basata sull'IVA, poiché è complessa e apporta uno scarso valore aggiunto rispetto alla risorsa propria basata sull'RNL.

4.1.2   Introdurre nuove risorse proprie

Nella citata comunicazione sulla Revisione del bilancio dell'Unione europea, la Commissione ha individuato sei possibili nuove risorse proprie. Nei documenti in esame propone di introdurne due: una tassa sulle operazioni finanziarie a decorrere, al più tardi, dal 1o gennaio 2014 e una nuova risorsa propria basata sull'IVA anch'essa a partire, al più tardi, dal 1o gennaio 2014. Queste nuove risorse proprie finanzierebbero il 51,4 % delle spese dell'UE; le risorse proprie tradizionali rappresenterebbero, dal canto loro, quasi il 20 % del totale e la risorsa propria RNL il rimanente 30 % circa, ossia passerebbe dal 74,2 % al 29,7 % (9).

4.1.3   Riformare i meccanismi di correzione

4.1.3.1   Oggi sono stati predisposti meccanismi di correzione temporanei, la cui applicazione arriva tuttavia a scadenza nel 2013. La correzione accordata al Regno Unito e le riduzioni sul finanziamento del bilancio concesse a quattro Stati membri (Germania, Paesi Bassi, Austria e Svezia), nonché la correzione non apparente che consiste nel trattenere, a titolo di spese di riscossione, il 25 % degli importi riscossi dagli Stati membri a titolo di risorse proprie tradizionali, continueranno ad applicarsi, senza alcuna modifica, fino all'entrata in vigore di una nuova decisione sulle risorse proprie.

4.1.3.2   Avendo constatato rilevantissimi sviluppi della situazione oggettiva di un certo numero di Stati membri come pure che, dal 1984 (accordo di Fontainebleau) ad oggi le condizioni alla base dei meccanismi di correzione fin qui applicati si sono notevolmente modificate (la parte rappresentata dalla politica agricola comune (PAC) nel bilancio dell'UE e il finanziamento su base IVA sono entrambi notevolmente diminuiti; per di più, il Regno Unito è attualmente uno degli Stati membri più prosperi dell'UE (10)), la Commissione ritiene opportuno rivedere la correzione britannica.

4.1.3.3   La proposta di decisione in esame prevede quindi di introdurre delle correzioni temporanee a favore della Germania, dei Paesi Bassi, del Regno Unito e della Svezia; in seguito, a partire dal 1o gennaio 2014, un nuovo sistema di importi forfettari dovrebbe sostituire tutti i meccanismi di correzione preesistenti. Infine, la Commissione propone di ridurre la percentuale del meccanismo di correzione non apparente, portandola dal 25 al 10 %.

5.   Osservazioni generali

5.1   Un sistema nel quale il 75 % circa delle entrate dell'Unione non deriva da risorse proprie effettive ma proviene direttamente dai bilanci nazionali attraverso la risorsa basata sull'RNL, mentre il 15 % proviene da una risorsa come l'aliquota prelevata sulla base imponibile IVA che, viste le sue modalità di determinazione, non può considerarsi in nessun caso una risorsa propria dell'UE, non è conforme né allo spirito né alla lettera del Trattato di Roma.

5.2   Il Comitato rileva come proprio queste «quote» abbiano inasprito il dibattito sui «contribuenti netti», un dibattito miope che non tiene conto dei benefici apportati a tutti i cittadini dall'Unione europea in termini di pace, libertà, prosperità, crescita e sicurezza.

5.2.1   Il CESE considera che il principio del «giusto ritorno», consacrato - per così dire - dal pagamento delle «quote RNL», sia oggi ancora meno accettabile di quanto non lo fosse agli albori del progetto europeo. Tale concetto ha troppo spesso distorto il corretto funzionamento dell'Unione europea, monopolizzando il dibattito, ed è in gran parte responsabile delle lacune, dei ritardi e dei fallimenti del processo di integrazione europea, oltre ad essere contrario allo spirito di un'Unione tra gli Stati e i popoli e a qualsiasi ragionamento economico razionale. In un'Unione economica, monetaria e politica, infatti, i benefici e il valore aggiunto devono, per definizione, andare a vantaggio di tutti. I progressi conseguiti dall'Unione europea si sono interamente basati sull'effetto moltiplicatore di una condivisione delle risorse, vale a dire su un principio esattamente contrario a quello del «giusto ritorno» (11).

5.3   L'attuale sistema di risorse proprie, basato sui contributi degli Stati membri, è complesso e poco trasparente, il che limita l'esercizio del controllo democratico sul sistema stesso e non aiuta a mettere in risalto l'impegno a favore dell'integrazione europea; per di più, poiché contribuisce a far percepire il contributo versato all'Unione europea come un ulteriore aggravio per i bilanci nazionali, tale sistema non fornisce all'Unione risorse sufficienti per tutte le politiche europee.

5.3.1   Inoltre il sistema attuale, con il suo ventaglio di meccanismi di correzione o di riduzione - che si tratti di quelli generali a favore di un determinato Stato membro (come la correzione britannica) o di quelli specifici (come le correzioni destinate al finanziamento di altre correzioni) - è eccessivamente complesso, poco trasparente e totalmente incomprensibile per i cittadini europei. Un sistema di questo tipo non risponde assolutamente all'esigenza di creare un legame diretto tra l'UE e i cittadini.

5.4   Tenuto conto delle osservazioni generali illustrate sopra, il Comitato accoglie con favore le proposte di decisione che la Commissione ha sottoposto all'attenzione del Consiglio. Ritiene infatti che esse vadano nella giusta direzione, poiché semplificano la struttura del bilancio e prevedono in particolare - con una maggiore aderenza sia allo spirito che alla lettera del Trattato di Roma - la riduzione dei contributi nazionali al bilancio dell'UE dall'attuale quota dell'85,3 % (111,8 miliardi di euro) al 29,7 % (48,3 miliardi di euro); nel quadro di tale riduzione, la risorsa propria basata sull'RNL passerebbe dal 74,2 % (97,3 miliardi di euro) al 29,7 % (48,3 miliardi di euro). Il corrispondente aumento, in proporzione, delle risorse proprie effettive contribuirà ad una maggiore autonomia finanziaria dell'UE e, nel contempo, servirà a sostenere i significativi sforzi intrapresi dagli Stati membri in materia di bilancio.

6.   Osservazioni particolari

6.1   Nella comunicazione intitolata Revisione del bilancio dell'Unione europea la Commissione ha elencato una serie di misure di finanziamento che, a suo avviso, avrebbero potuto costituire nuove risorse proprie: la tassazione europea del settore finanziario, le entrate derivanti dalle aste organizzate nel quadro del sistema di scambio delle quote di emissioni di gas a effetto serra, una tassa europea relativa al trasporto aereo, un'IVA europea, un'imposta europea sull'energia, un'imposta europea sulle società.

6.1.1   Per ciascuna di queste potenziali fonti di finanziamento la Commissione ha svolto un'analisi (12) che ha permesso di metterne in evidenza i rispettivi vantaggi e svantaggi; non ha però mai comunicato in base a quali considerazioni politiche abbia finito per scartare alcune di queste soluzioni privilegiando invece la scelta di introdurre una nuova risorsa basata sull'IVA e una tassa sulle operazioni finanziarie.

6.1.2   Il Comitato ritiene non solo che la Commissione avrebbe dovuto spiegare le motivazioni politiche che l'hanno indotta a scartare alcune delle ipotesi di finanziamento del bilancio sopra elencate, ma che avrebbe anche dovuto consultarlo (con richiesta di elaborare un parere) prima di operare una qualsiasi scelta.

6.2   Il contenuto delle proposte modificate

6.2.1   Sopprimere l'attuale risorsa propria basata sull'IVA. Semplificare i contributi degli Stati membri

Questa «vera falsa risorsa propria», che viene prelevata dagli Stati membri sulle loro stesse entrate, appare ormai obsoleta. Essa corrisponde ad una mera base matematica per il calcolo dei contributi nazionali, senza dire che è complessa, richiede molto lavoro amministrativo per ottenere una base imponibile armonizzata e offre soltanto uno scarso valore aggiunto. Il CESE è favorevole a questa semplificazione.

6.2.2   La creazione di una nuova risorsa IVA

La nuova risorsa basata sull'IVA sarebbe uno degli aspetti di un regime IVA nell'UE rinnovato in profondità e rappresenterebbe, entro il 2020, il 18,1 % delle nuove risorse proprie (cfr. l'allegato I).

L'introduzione della nuova risorsa darebbe in parte seguito alle raccomandazioni formulate dalla Commissione nel Libro verde sul futuro dell'IVA  (13). Il Comitato approva le iniziative di cui la Commissione annuncia l'adozione in tale documento.

Questa quota dell'IVA applicabile alle forniture di beni e servizi, agli acquisti intracomunitari di beni e alle importazioni di beni soggetti ad un'aliquota normale dell'IVA in ogni Stato membro, a norma della direttiva 2006/112/CE (14), non dovrebbe essere superiore a due punti percentuali dell'aliquota normale, mentre il regolamento che stabilisce le misure di esecuzione prevede un punto percentuale effettivo.

Il CESE approva la creazione della nuova risorsa IVA in sostituzione di quella oggi in vigore e ormai inadeguata, come dimostra l'analisi fin qui condotta. Ritiene infatti che il bilancio dell'UE, e quindi le risorse di cui esso si compone, vadano considerati come uno strumento al servizio di obiettivi comuni.

Cionondimeno, sarebbe stato più semplice valutare in modo dettagliato la proposta, sia nel merito che nel metodo, se i testi in esame avessero riportato dati precisi sulle modifiche apportate alla struttura dell'IVA e, tramite uno studio, avessero calcolato le differenze di volumi finanziari che tali modifiche comportano per ciascuno Stato membro.

Inoltre, come ha già sottolineato in diversi pareri, il Comitato richiama ancora una volta l'attenzione sul fatto che l'IVA intra-UE è all'origine di frodi di notevole entità. Ritiene quindi necessario che la nuova risorse propria basata sull'IVA sia accompagnata dall'adozione di misure finalizzate a ridurre, o addirittura ad eliminare, le frodi. Ciò premesso, il CESE esaminerà quindi con particolare attenzione le disposizioni legislative che dovranno essere presentate sulla scia della riflessione avviata con la pubblicazione del Libro verde sul futuro dell'IVA.

6.2.3   Introdurre una tassa sulle operazioni finanziarie

Il Comitato si è già espresso in una serie di pareri (15) a favore dell'introduzione di una tassa sulle operazioni finanziarie (financial transaction tax - FTT), purché siano rispettate talune condizioni. Ha formulato in particolare le seguenti raccomandazioni:

sarebbe opportuno e preferibile introdurre la FTT a livello mondiale, considerate le perplessità espresse circa i rischi relativi agli effetti di delocalizzazione di un'introduzione al solo livello UE; tuttavia, qualora questo non fosse realizzabile, il Comitato si dichiara a favore dell'adozione di una FTT a livello dell'Unione, tenendo conto delle conclusioni della valutazione d'impatto condotta dalla Commissione europea;

oltre ad assicurare ai mercati finanziari una maggiore stabilità ed efficacia poiché ne diminuirebbe la volatilità, la FTT è necessaria sia agli Stati membri che all'intera UE per generare entrate destinate a ridurre gli squilibri di bilancio.

Come indicato dalla Commissione nella proposta di decisione trasmessa al Consiglio, la nuova tassazione potrebbe difatti costituire un nuovo flusso di entrate, prelevato a livello dell'UE, che consentirebbe di ridurre i contributi degli Stati membri, offrire ai governi nazionali maggiori margini di manovra e contribuire così allo sforzo generale di risanamento di bilancio. Questa iniziativa dell'UE dovrebbe inoltre costituire un primo passo verso l'applicazione di una tassa sulle operazioni finanziarie a livello mondiale, proposta che è oggi all'esame del G20.

Alla luce delle considerazioni suesposte e delle raccomandazioni di precedenti pareri, il CESE è favorevole all'introduzione di una tassa sulle operazioni finanziarie in quanto risorsa propria del bilancio dell'UE.

Entro il 2020 la FTT rappresenterebbe il 33,3 % delle risorse proprie dell'Unione, pari ad una somma di 54,2 miliardi di euro sul bilancio totale (cfr. l'allegato I), mentre secondo stime preliminari, in funzione delle reazioni dei mercati, il gettito annuale ottenuto con questa nuova tassa potrebbe ammontare a 57 miliardi di euro (16).

L'aliquota della nuova tassa in percentuale della base imponibile non sarà inferiore allo 0,1 % in caso di operazioni finanziarie non relative a contratti derivati e allo 0,01 % in caso di operazioni finanziarie relative a contratti derivati (17).

6.2.4   La riforma dei meccanismi di correzione

Il Comitato si compiace che la proposta di decisione in esame preveda di rivedere la correzione britannica e di introdurre un nuovo sistema di importi forfettari che dovrebbe sostituire tutti i meccanismi di correzione preesistenti a partire dal 1o gennaio 2014. Approva inoltre la riduzione (dal 25 al 10 %) della percentuale della correzione non apparente. (cfr. il punto 4.1.3.)

Sebbene vadano nella direzione giusta, tuttavia, queste proposte non sono sufficienti, poiché non traggono tutte le conseguenze dal fatto che il bilancio è composto per la maggior parte da risorse proprie.

Secondo il Comitato, infatti, con un bilancio composto per oltre il 66 % da risorse proprie occorre abbandonare il principio del «giusto ritorno» poiché esso è contrario ai valori di solidarietà e di reciproco vantaggio dell'integrazione europea (cfr. il punto 5.2.1). Il CESE sostiene la proposta della Commissione relativa alla prevalenza di un sistema basato sulle risorse proprie in quanto si attende in particolare da tale riforma una possibile soppressione, in futuro, dei meccanismi correttivi nazionali, non più giustificati in un bilancio europeo rinnovato che garantirà un valore aggiunto rafforzato per tutti gli Stati membri (18).

Ciononostante, per quanto riguarda un giudizio nel merito delle proposte avanzate nei testi in esame, il CESE rileva che è difficile darne una valutazione accurata, nella misura in cui esse non motivano il volume delle correzioni proposte né offrono un raffronto con la situazione esistente.

6.3   Come già indicato nella comunicazione sulla Revisione del bilancio dell'Unione europea  (19), il documento in esame sottolinea che, secondo la Commissione, «l'introduzione di nuove risorse proprie» non è «un'argomentazione che riguarda l'entità del bilancio […]». Il Comitato non condivide questa impostazione. Difatti, quando si procede ad una «revisione del bilancio dell'UE» e alla riorganizzazione di tale bilancio apportando delle modifiche, introducendo nuove risorse proprie e rivedendo i meccanismi correttivi, è opportuno interrogarsi su quale sarà l'impatto delle modifiche sul volume del bilancio, e orientarle in funzione delle scelte politiche operate o ancora da operare.

6.3.1   In questa prospettiva, il CESE ritiene che la questione del bilancio dell'UE non si esaurisca in una serie di cifre né si limiti alle sole scelte operate o unicamente all'articolazione interna dei diversi elementi che lo compongono. Il bilancio è prima di tutto uno strumento funzionale ad un progetto politico e alle ambizioni dell'UE: data questa premessa, gli obiettivi politici che l'Unione si prefigge devono essere coerenti e adeguati ai mezzi di cui essa si dota per realizzarli. Oggi invece l'Unione europea non dispone di risorse di bilancio sufficienti per attuare la propria strategia politica (la strategia Europa 2020) né per adempiere ai propri obblighi derivanti dal nuovo Trattato di Lisbona.

Il CESE ritiene che l'aumento del bilancio europeo sia di per sé non solo auspicabile ma anche necessario, di fronte alla portata delle nuove sfide che richiedono una risposta comune (20).

Bruxelles, 29 marzo 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  Articolo 201.

(2)  Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 – COM(2011) 398 final; progetto di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria, COM(2011) 403 final; proposta modificata di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea, COM(2011) 739 final; proposta modificata di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea COM(2011) 740 final; proposta modificata di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie tradizionali e della risorsa basata sull'RNL nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria (rifusione), COM(2011) 742 final; proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE, COM(2011) 594 final.

(3)  Cfr. in proposito il parere CESE sul tema Sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie (Cfr. pagina 55 della presente Gazzetta ufficiale) e il parere CESE sul tema Bilancio 2014-2020 (non ancora pubblicato in GU).

(4)  «Con “federalismo” si può intendere un sistema fondato sui seguenti principi:

principio dei “livelli multipli” (le competenze dello Stato sono ripartite tra il governo federale e i governi degli Stati federati);

principio di autonomia (ciascun livello di governo è autonomo – o “sovrano” – nel proprio ambito giurisdizionale);

principio di partecipazione (le entità federate sono rappresentate a livello di governo federale e partecipano al processo decisionale a tale livello).

Le modalità di applicazione di questi principi possono variare, tuttavia anche in un sistema in linea di principio federalista non è necessariamente escluso, di fatto, un certo grado, più o meno elevato, di centralismo e di democrazia.»

Fonte: http://fr.wikipedia.org/wiki/Fédéralisme

(Nota del traduttore: traduzione dalla pagina web di Wikipedia in francese; il testo che figura nella pagina web in italiano alla voce «Federalismo», infatti, non corrisponde esattamente a quello della pagina web in francese).

(5)  Cfr. il parere del CESE sul tema La riforma del bilancio dell'UE e le future modalità di finanziamento, GU C 204 del 9.8.2008, pag. 113.

(6)  Documento di lavoro dei servizi della Commissione: «Relazione della Commissione europea sul funzionamento del sistema delle risorse proprie», SEC(2011) 876 final del 29 giugno 2011.

(7)  COM(2010)700 final.

(8)  Cfr. il parere del CESE sul tema Revisione del bilancio dell'Unione europea, GU C 248 del 25.8.2011, pag. 75.

(9)  Cfr. l'allegato I.

(10)  Cfr. l'allegato II.

(11)  Cfr. la nota 5.

(12)  SEC(2011) 876 final – Documento di lavoro dei servizi della Commissione Il finanziamento del bilancio dell'UE: Relazione della Commissione europea sul funzionamento del sistema delle risorse proprie, allegato al documento Proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

(13)  Cfr. il parere del CESE in merito al Libro verde sul futuro dell'IVA - Verso un sistema dell'IVA più semplice, solido ed efficiente, GU C 318 del 29.10.2011, pag. 87.

(14)  GU L 347 dell'11.12.2006, pag. 1.

(15)  Cfr. il parere del CESE sul tema La relazione del gruppo de Larosière, GU C 318 del 23.12.2009, pag. 57; il parere del CESE sul tema Tassa sulle operazioni finanziarie, GU C 44 dell'11.2.2011, pag. 81, (Sintesi e conclusioni, punto 1.10); il parere del CESE sul tema Politica di bilancio: crescita e aggiustamento del bilancio, GU C 248 del 25.8.2011, pag. 8, punti 4.4.2, 1.5.3 e 1.5.4; e il parere del CESE in merito alla comunicazione della Commissione La tassazione del settore finanziario, GU C 248 del 25.8.2011, pag. 64.

(16)  Cfr. COM(2011) 594 final, direttiva del Consiglio concernente un sistema comune di tassazione delle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE.

(17)  Ibidem, nota a piè di pagina 10.

(18)  Cfr. il parere del CESE sul tema Revisione del bilancio dell'Unione europea, GU C 248 del 25.8.2011, pag. 75 (punto 44).

(19)  COM(2010)700 final.

(20)  Cfr. il parere del CESE sul tema Revisione del bilancio dell'Unione europea, GU C 248 del 25.8.2011, pag. 75 (punti 1.1 e 4.1).


ALLEGATO I

Evoluzione prevista della struttura del finanziamento dell'UE (2012-2020)

 

Progetto di bilancio 2012

2020

miliardi di EUR

% delle risorse proprie

miliardi di EUR

% delle risorse proprie

Risorse proprie tradizionali

19,3

14,7

30,7

18,9

Contributi nazionali esistenti

di cui:

111,8

85,3

48,3

29,7

Risorsa propria basata sull'IVA

14,5

11,1

Risorsa propria basata sull'RNL

97,3

74,2

48,3

29,7

Nuove risorse proprie

di cui:

83,6

51,4

Nuova risorsa IVA

29,4

18,1

Tassa dell'UE sulle operazioni finanziarie

54,2

33,3

Totale risorse proprie

131,1

100,0

162,7

100,0

Fonte: calcoli effettuati dalla Commissione sulla base degli importi riportati nella tabella di cui al COM(211)510, aggiornati sulla base del COM(2011)738


ALLEGATO II

Evoluzione dei parametri chiave (1984-2011)

 

1984

2005

2011

Quota della PAC nel bilancio (% del totale)

69 %

50 %

44 %

Contributo basato sull'IVA (% del totale)

57 %

16 %

11 %

Prosperità del Regno

Unito (RNL pro capite in SPA)

93 % dell'UE-10

117 % dell'UE-25

111 % dell'UE-27

Fonte: Commissione europea, DG Bilancio


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