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Document 52008AR0094

Parere del Comitato delle regioni — Educazione ai media e contenuti creativi online

OJ C 325, 19.12.2008, p. 70–75 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

19.12.2008   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 325/70


Parere del Comitato delle regioni — Educazione ai media e contenuti creativi online

(2008/C 325/12)

IL COMITATO DELLE REGIONI

chiede al Consiglio e al Parlamento europeo di sviluppare ulteriormente la politica comunitaria in materia di educazione ai media (programmi con obiettivi strategici e monitoraggio del loro stato di avanzamento) e di adottare una raccomandazione sull'educazione ai media, tenendo conto del presente parere del CdR e del principio di sussidiarietà. Nel prossimo programma MEDIA andrebbe inserita una parte specifica dedicata all'educazione ai media e, in parallelo o in alternativa, andrebbero avviati progetti pilota da finanziare con risorse comunitarie,

sottolinea che le relazioni da presentare a norma dell'articolo 26 della direttiva sui servizi di media audiovisivi e le attività correlate condotte dalla Commissione e dagli Stati membri devono valutare i divari ancora esistenti e i progressi compiuti in fatto di educazione ai media a livello regionale in Europa e promuovere le buone prassi adottate dagli enti locali e regionali e da organismi analoghi,

incoraggia gli enti nazionali, regionali e locali a sostenere progetti, programmi e iniziative in materia di educazione ai media e ad agevolare in special modo il contributo della società civile. Raccomanda agli enti locali e regionali di sviluppare partenariati a favore dell'educazione ai media nei settori della formazione e dell'istruzione formale e non formale, destinati ai cittadini, in particolare ai bambini e ai giovani, ai disabili e ai gruppi sociali a rischio di esclusione,

invita gli enti locali e regionali a svolgere un ruolo determinante nel gestire il loro patrimonio culturale e linguistico tramite i contenuti creativi online, nel favorire il nascere di nuovi modelli d'impresa all'interno delle industrie creative e dei media, nonché opere creative (co-)finanziate da organizzazioni di media, o anche nel mettere in pratica l'e-government,

assume una posizione critica verso la Commissione in quanto non ha tenuto conto delle conseguenze culturali e sociali del settore emergente dei contenuti creativi online: nel campo di applicazione della raccomandazione proposta e della Piattaforma sui contenuti creativi online andrebbe compresa anche la diversità culturale.

Relatrice

:

Evangelia SCHOINARAKI-ILIAKI (EL/PSE), prefetto di Iraklion

Testi di riferimento

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un approccio europeo all'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale

COM(2007) 833 def.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni sui contenuti creativi online nel mercato unico

COM(2007) 836 def.

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

A.   Alfabetizzazione mediatica (1)

1.

investito del compito di promuovere la coesione sociale a livello regionale, tra i cui elementi fondamentali figura la convergenza digitale, esprime la propria soddisfazione riguardo alla pubblicazione della comunicazione della Commissione sull'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale; si compiace in particolare della definizione completa offerta dalla comunicazione per questa forma di educazione, che comprende la capacità e la possibilità di accesso e di utilizzo dei media, nonché la comprensione del loro funzionamento e la valutazione critica dei loro contenuti;

2.

esprime il proprio sostegno agli obiettivi e alle priorità individuati nella comunicazione e sottolinea che per il CdR educazione ai media significa:

a)

sostenere i cittadini nell'utilizzo attivo e creativo dei media — con particolare attenzione per le nuove generazioni a causa del loro duplice status di consumatori e di produttori di contenuti creativi — nonché sviluppare e aggiornare costantemente l'educazione ai media degli anziani e delle persone in età lavorativa;

b)

favorire un atteggiamento critico da parte dei cittadini nei confronti di tutti i media;

c)

promuovere il pluralismo nei media;

d)

contribuire al dibattito sulla comunicazione commerciale, con particolare attenzione per il rispetto e la tutela della vita privata;

e)

favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla politica, nella consapevolezza che i media rivestono un'importanza cruciale nel promuovere il patrimonio audiovisivo europeo, l'identità locale e regionale, il dialogo interculturale e la democrazia;

f)

promuovere l'inclusione sociale;

g)

garantire condizioni eque di accesso ai nuovi media e alle nuove tecnologie, dal momento che le telecomunicazioni e i media acquisiscono un ruolo sempre più determinante in quasi tutti i campi della vita.

3.

Con riferimento alle conclusioni del Consiglio del 21 maggio 2008 (2) su questo tema:

rammenta che promuovere l'educazione ai media è stata una sua priorità sin dal 2004,

riconosce gli sforzi esercitati dal Consiglio per favorire l'educazione ai media, nonostante le disparità tra gli Stati membri in termini di pratiche e di progressi,

concorda con il Consiglio sull'importanza dello scambio di informazioni e di buone pratiche per sviluppare l'educazione ai media, ma sottolinea anche che ciò si può associare ad azioni degli enti locali e regionali, che possono svolgere un ruolo di spicco in questo ambito,

ritiene che l'educazione ai media possa essere promossa stanziando ulteriori finanziamenti non solo per le iniziative esistenti, ma anche per e nuove iniziative.

Promozione dell'educazione ai media a livello comunitario

4.

Rammenta di aver già invitato la Commissione nel 2004 (3) ad accordare particolare importanza alla promozione dell'educazione ai media in tutti gli Stati membri dell'UE e a garantire a tutti un livello minimo di informazione; da questo punto di vista si congratula con la Commissione per l'avvio, con questa comunicazione di una politica comunitaria per l'educazione ai media;

5.

incoraggia la Commissione a sviluppare ulteriormente questa politica (programmi con obiettivi strategici e monitoraggio del loro stato di avanzamento) in collaborazione con tutte le istituzioni dell'UE e con gli enti locali e regionali, e a rafforzare la collaborazione in questo campo con l'Unesco e il Consiglio d'Europa;

6.

chiede al Consiglio e al Parlamento europeo di adottare una raccomandazione sull'educazione ai media, come richiesto nella comunicazione, e di tener conto del presente parere del CdR, del principio di sussidiarietà e delle competenze definite a livello locale e regionale nell'UE in materia di educazione ai media;

7.

esprime compiacimento riguardo all'obbligo imposto alla Commissione dall'articolo 26 della nuova direttiva sui servizi di media audiovisivi (SMA) 2007/65/CE di presentare una relazione sull'applicazione della direttiva stessa; rileva però che nelle relazioni e nelle attività correlate condotte dalla Commissione e dagli Stati membri andranno valutati i divari ancora esistenti e i progressi compiuti in fatto di educazione ai media a livello regionale in Europa e andranno promosse le buone prassi instaurate dagli enti locali e regionali e da organismi analoghi;

8.

accoglie con favore l'intensificarsi delle attività condotte dalla Commissione per sfruttare le competenze acquisite grazie a programmi locali e regionali sul tema dell'educazione ai media in tutta l'UE con la promozione di piattaforme di dialogo, di manifestazioni e di reti per lo scambio di buone prassi;

9.

chiede alle istituzioni dell'UE di inserire nel prossimo programma MEDIA una parte specifica dedicata all'educazione ai media, dal momento che l'edizione attuale del programma prevede soltanto un contributo limitato a questo settore. In parallelo o in alternativa, chiede alla Commissione di avviare progetti pilota a favore dell'educazione ai media da finanziare con risorse comunitarie;

10.

sottolinea che i programmi e le iniziative attuali dell'UE — ad es. a favore di un Internet più sicuro — presentano un potenziale molto limitato in termini di sviluppo e scambio di buone prassi in materia di educazione ai media, e invita la Commissione — al momento di effettuare una revisione di questi programmi — ad armonizzarli in modo da abbracciare anche questo campo.

Promozione dell'educazione ai media a livello nazionale, regionale e locale

11.

Incoraggia gli enti nazionali, regionali e locali a sostenere progetti, programmi e iniziative in materia di educazione ai media che perseguano i seguenti obiettivi principali:

a)

cooperazione fra tutte le parti interessate, in particolare l'industria audiovisiva (cinema, televisione, radio, fornitori e produttori di contenuti online), le organizzazioni dei media, gli istituti di istruzione, le autorità di regolamentazione, gli istituti di ricerca e di cultura e le organizzazioni della società civile;

b)

funzionamento dei servizi per la promozione dell'educazione ai media;

c)

valutazione dei progressi compiuti a livello locale e regionale;

d)

organizzazione di campagne di informazione sull'educazione ai media, promozione dei media desk (centri di informazione sui programmi MEDIA) e creazione di centri di informazione sull'educazione ai media attivi a livello regionale;

e)

offerta di incentivi e promozione di politiche per la produzione e la diffusione di contenuti europei e per lo sviluppo di media da parte della società civile;

f)

partecipazione alle reti di cooperazione nazionali e comunitarie;

12.

invita i poteri pubblici ad agevolare in special modo il contributo della società civile, dal momento che solo un numero limitato di organizzazioni della società civile partecipa attualmente al dibattito sull'educazione ai media; al tempo stesso è favorevole a un maggiore coinvolgimento delle autorità di regolamentazione degli Stati membri e delle regioni;

13.

si compiace dell'esplicito riferimento, nella comunicazione della Commissione, al ruolo centrale degli enti locali e regionali nel promuovere iniziative nel settore dell'istruzione non formale; aggiunge però che in molti casi tali enti sono ugualmente responsabili dell'integrazione dell'educazione ai media nell'istruzione formale di ogni ordine e grado;

14.

incoraggia gli enti locali e regionali a integrare l'educazione ai media nei corsi di formazione di insegnanti e formatori, nei corsi di studio e nell'apprendimento permanente, e a promuovere i media con contenuti educativi e l'acquisizione di competenze da parte degli studenti di ogni età in materia di utilizzo e produzione di multimedia;

15.

incoraggia gli enti locali e regionali a sviluppare partenariati pubblico-privati a lungo termine a favore dell'educazione ai media nei settori dell'istruzione e della formazione formale e non formale (alcuni esempi: editori di testate locali/regionali che promuovono lo studio dei giornali e la produzione di giornali elettronici nelle scuole, festival cinematografici che prevedono iniziative di educazione ai media, nonché campagne dedicate a questo tema dalle reti pubbliche e da società di hardware/software);

16.

invita gli Stati membri a promuovere maggiormente l'educazione ai media in applicazione della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa al patrimonio cinematografico e alla competitività delle attività industriali correlate (4), nonché della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla tutela dei minori e della dignità umana e al diritto di rettifica relativamente alla competitività dell'industria europea dei servizi audiovisivi e d'informazione in linea (5).

Educazione ai media nel caso della comunicazione commerciale (pubblicità)

17.

Ribadisce la posizione già espressa nel parere dedicato alla nuova direttiva sui servizi di media audiovisivi in cui chiedeva di «introdurre il divieto di interrompere con la pubblicità i programmi per bambini e i notiziari» (6), una posizione di cui purtroppo non si è tenuto conto; si dichiara invece contrario all'approccio della Commissione, in base al quale la promozione dell'educazione ai media sarebbe un metodo più appropriato del divieto di fare pubblicità (7). Senza dubbio una migliore educazione dei cittadini, in particolare giovani e bambini, è necessaria ai fini dello sviluppo di un atteggiamento razionale e critico nei confronti dei media; il CdR ha però espresso preoccupazione riguardo alla capacità da parte dei bambini di distinguere tra i programmi e la pubblicità o di valutare correttamente il messaggio pubblicitario, ed è per questo che sostiene la possibilità di disciplinare e di rafforzare le disposizioni regolamentari vigenti negli Stati membri;

18.

condivide la posizione della Commissione, secondo cui è assolutamente necessario mettere a punto e scambiare buone pratiche in materia di comunicazioni commerciali. Ciò comporta altresì l'elaborazione e l'applicazione di codici di condotta e, se del caso, quadri di coregolamentazione e di autoregolamentazione. Occorre al tempo stesso difendere i diritti dei consumatori in relazione ai servizi di contenuti, affinché la qualità dei servizi risponda ai criteri di affidabilità e di validità;

19.

è favorevole ai programmi di educazione ai media a tutti i livelli di governo con finanziamenti pubblico/privati, purché, naturalmente, essi siano trasparenti, in modo da rendere ben chiari gli interessi dei partecipanti (soprattutto se del settore privato).

Educazione ai media nel caso delle opere audiovisive e dei contenuti online

20.

Incoraggia gli enti locali e regionali a promuovere attività, con il sostegno degli Stati membri e dell'UE, sulla base delle priorità individuate nella comunicazione della Commissione. Tali attività, che sono destinate ai cittadini, in particolare ai bambini e ai giovani, ai disabili e ai gruppi sociali a rischio di esclusione, sono volte a:

a)

familiarizzare il pubblico con il patrimonio culturale dell'Europa e risvegliare interesse per le opere audiovisive europee;

b)

offrire l'occasione ai cittadini di conoscere da vicino la produzione di opere e di servizi audiovisivi e di acquisire competenze creative, nonché di esprimersi e di interrogarsi riguardo alla propria identità culturale;

c)

comprendere l'importanza dei diritti di autore,

d)

consentire agli utenti di valutare in modo critico i contenuti online e di utilizzare meglio i motori di ricerca;

e)

promuovere l'e-inclusione dei cittadini, come già sottolineato dal CdR nel suo parere sul tema (8);

21.

sottolinea la necessità di integrare il patrimonio audiovisivo europeo nelle politiche in materia di istruzione e di cultura degli Stati membri, delle regioni e dei comuni, nonché di sostenere e incoraggiare i nuovi autori, che rappresentano di fatto il futuro del settore audiovisivo europeo. Su questo tema il CdR ha già preso posizione in passato (9) formulando alcune raccomandazioni a favore di un incremento del sostegno economico e della promozione dei festival degli audiovisivi locali e regionali in modo da incentivare le opere dei nuovi autori europei e migliorare la formazione dei professionisti del settore audiovisivo in paesi e regioni con un basso livello di produzione e/o una limitata estensione geografica e linguistica.

B.   Contenuti creativi online nel mercato unico (10)

22.

Accoglie con favore la comunicazione della Commissione sui contenuti creativi online nel mercato unico e condivide la posizione della Commissione secondo cui «il trasferimento dei servizi di contenuti creativi verso un ambiente online comporta un cambiamento sistemico», in quanto le tecnologie digitali facilitano la creazione di opere audiovisive e consentono l'agevole diffusione dei contenuti creativi in un mercato audiovisivo senza confini, aumentando al tempo stesso la possibilità di accesso a tali contenuti tramite strumenti, reti e servizi. Il termine «contenuto» abbraccia le creazioni audiovisive online come film, programmi televisivi, brani musicali, trasmissioni radiofoniche, giochi online, pubblicazioni online, contenuti educativi online, nonché le creazioni degli stessi utenti;

23.

sottolinea che occorre intensificare le azioni volte a realizzare a fondo il potenziale dei contenuti creativi europei allo scopo di rafforzare sia la produzione che la disponibilità e la circolazione di opere europee di qualità e innovative, esaltare la diversità culturale dell'Europa e incentivarne la competitività;

24.

sottolinea che le sfide attuali vanno affrontate non soltanto dall'UE, dagli Stati membri, dalle imprese di produzione e diffusione di contenuti, dagli operatori di reti, dai titolari di diritti, dai consumatori e dagli organi di regolamentazione indipendenti, ma anche dagli enti locali e regionali;

25.

invita gli enti locali e regionali a svolgere un ruolo determinante nel gestire il loro patrimonio culturale e linguistico, nel favorire il nascere di nuovi modelli di impresa nelle industrie creative e nei media locali, nel promuovere opere creative (co-)finanziate da istituti e organizzazioni di media, o anche nel mettere in pratica l'e-government tramite l'offerta di servizi attraverso canali diversi;

26.

sostiene le due principali iniziative annunciate dalla Commissione nella sua comunicazione, vale a dire a) la proposta di una raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio sui contenuti creativi online e b) la creazione di un forum di discussione e cooperazione tra le parti interessate, denominato «piattaforma sui contenuti online» per sviluppare un dialogo sul tema, e chiede che sia garantita la rappresentanza del livello locale e regionale.

Contenuti creativi online e diversità culturale

27.

Assume una posizione critica nei confronti della Commissione perché essa non ha tenuto conto delle conseguenze culturali e sociali del settore emergente dei contenuti creativi online e non ha proposto le misure necessarie per promuovere la diversità culturale e garantire l'accesso universale ai vantaggi delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC); come già affermato nel parere sul tema i2010 — Una società europea dell'informazione per la crescita e l'occupazione  (11), il CdR ritiene che le politiche riguardanti i nuovi servizi e i nuovi media digitali, nonché i contenuti creativi, «non debbano ubbidire soltanto a criteri economici, ma svilupparsi anche in base alle esigenze sociali e culturali». Di conseguenza i contenuti creativi innovativi devono favorire la coesione sociale e l'inclusione, rivolgendosi in particolare a determinate categorie a rischio di esclusione (donne, giovani, disabili);

28.

constata che, nella politica e nella legislazione relative ai contenuti creativi online, occorre trovare un equilibrio tra la loro importanza in quanto bene culturale e la loro rilevanza quale bene economico. L'accresciuta interazione tra i settori della cultura, dei mezzi audiovisivi e delle TIC rende necessario lo sviluppo di una politica coerente in materia di industria, imprese creative e contenuti online;

29.

chiede alla Commissione di inserire la tutela della diversità culturale nel quadro dei contenuti online e, a tal fine, di riesaminare:

a)

l'estensione del campo di applicazione della proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio sui contenuti creativi online e della «piattaforma sui contenuti online» in modo da inserirvi l'aspetto della diversità culturale;

b)

secondo quali modalità l'UE intende applicare la convenzione Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali. Nel suo parere sul tema Un'agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione il CdR invitava la Commissione «ad adottare misure intese all'attuazione di questo accordo globale, fermo restando il rispetto del principio di sussidiarietà» (12);

c)

le modalità di applicazione da parte dell'UE della clausola di compatibilità tra culture (articolo 151, paragrafo 1, del TCE) a questa politica:

d)

lo scambio di informazioni tra Stati membri, nonché la diffusione delle buone pratiche in questo settore;

30.

mira a garantire la diversità e l'identità culturale anche in una società europea pluralista nel mondo digitale del futuro e, a tal fine, ribadisce alcune sue precedenti richieste (13), e più precisamente:

a)

tutela dei contenuti e del dialogo in tutte le lingue, tenuto conto del ricorso sempre più diffuso, nei contenuti creativi online, a un'unica lingua;

b)

sostegno della digitalizzazione, del doppiaggio, del sottotitolaggio e della realizzazione di copie multilingui delle opere audiovisive europee;

c)

garanzia del fatto che i fornitori di servizi di media non digitali promuovano la realizzazione e l'accesso ad opere di produttori europei, anche indipendenti;

d)

«discriminazione positiva» nel caso delle misure di sostegno comunitario ai paesi dotati di minori capacità di produrre contenuti creativi online e/o di una estensione geografica e linguistica limitata;

e)

considerazione delle esigenze degli utenti di diverse aree linguistiche al momento di creare biblioteche digitali. I materiali di tali biblioteche devono essere accessibili al di là delle frontiere nazionali e indipendentemente dai diritti di utilizzazione.

Azioni specifiche

31.

Condivide la preoccupazione della Commissione riguardo alle opere orfane e al fatto che numerosi artisti esitino ancora a concedere i diritti di diffusione delle loro opere online nel timore di perdere il controllo di tali opere a causa delle riproduzioni illegali. Dal momento che ciò costituisce un ostacolo alla creazione di nuovi mercati per le opere creative europee e alla diversità culturale nell'ambiente digitale, il CdR lancia un appello agli Stati membri e agli enti locali e regionali perché agevolino il dialogo tra le parti interessate allo scopo di individuare soluzioni appropriate in merito ai termini degli accordi tra i titolari dei diritti e i distributori online, e perché si impegnino maggiormente nell'applicazione della Carta europea del film online del 2006;

32.

rileva una contraddizione tra la possibilità da parte dei fornitori di servizi di contenuti online di raggiungere il pubblico su scala mondiale e il legame tradizionale tra diritti di autore e estensione territoriale limitata; rileva altresì scarsa corrispondenza tra l'obiettivo politico culturale di incrementare lo scambio e la diffusione di contenuti creativi online e il fatto che molti titolari di diritti aspirino ad acquisire licenze in un numero limitato di Stati membri dove tali licenze presentano per loro un interesse economico;

33.

esprime, a tale proposito, soddisfazione riguardo all'intenzione espressa dalla Commissione di chiarire ulteriormente le opzioni in fatto di miglioramento degli strumenti esistenti, tra i quali le licenze multiterritoriali, prima di trattare questo complesso tema nella raccomandazione annunciata;

34.

riconosce, come già in un precedente parere (14), il contributo della Commissione allo sviluppo di un quadro per la gestione dei diritti digitali (DRM) e apprezza l'invito delle parti interessate a discussioni comuni, nel corso delle quali i titolari dei diritti digitali siano incoraggiati a trovare un accordo sul livello di interoperabilità;

35.

considera che, mentre gran parte del patrimonio culturale europeo del passato non è più vincolata dai diritti di autore ed è quindi disponibile su Internet, particolarmente importante è la riforma della normativa sui diritti di autore che riguardano il patrimonio culturale più recente (15);

36.

appoggia la proposta della Commissione di avviare procedure di cooperazione (codici di condotta) tra fornitori di accesso/servizi, produttori di contenuti, titolari di diritti e, in particolare, consumatori, in modo da garantire misure favorevoli al consumatore per una tutela adeguata delle opere intellettuali, rispettare i diritti dei creatori e lottare contro la pirateria e la riproduzione illegale;

37.

chiede agli enti locali e regionali di sostenere le attività ufficiali e informali in materia di informazione e di sensibilizzazione sull'importanza dei diritti di autore per poter disporre di contenuti digitali;

38.

propone alle istituzioni dell'UE, nel quadro dell'Anno europeo 2009 della creatività e dell'innovazione, di prevedere azioni a livello locale e regionale a favore della conoscenza e della comprensione dei seguenti temi: accesso ai contenuti creativi online, rispetto dei diritti di autore e lotta contro la pirateria;

39.

ritiene che il lancio da parte delle istituzioni europee di azioni volte a rafforzare e a promuovere la produzione e la disponibilità di contenuti creativi online debba associarsi ad iniziative corrispondenti a favore dell'educazione ai media.

Bruxelles, 9 ottobre 2008.

Il presidente

del Comitato delle regioni

Luc VAN DEN BRANDE


(1)  La relatrice, dopo un ampio dibattito con i cittadini e con gli operatori del settore, è giunta alla conclusione che il termine «γραμματισμός» (alfabetizzazione) con il quale viene reso in greco l'inglese «literacy» non è appropriato, in quanto non esprime in modo comprensibile per i cittadini il concetto e il contenuto trattato; suggerisce pertanto di sostituirlo nel testo del parere con il termine «αγωγή» (o «παιδεία»), che significa «educazione», in questo caso ai media. (NdT: anche in italiano si è preferito il termine «educazione» ad «alfabetizzazione»).

(2)  Conclusioni del Consiglio del 22 maggio 2008 relative a un approccio europeo all'educazione ai media nell'ambiente digitale — 2868a riunione del Consiglio Istruzione, gioventù e cultura, Bruxelles, 21 maggio 2008.

(3)  CdR 67/2004 fin.

(4)  Raccomandazione 2005/865/CE.

(5)  Raccomandazione 2006/952/CE.

(6)  CdR 106/2006 fin.

(7)  Cfr. dichiarazione della commissaria europea Reding e comunicato stampa della Commissione IP/07/1970.

(8)  CdR 5/2008 fin.

(9)  CdR 303/2004 fin.

(10)  La relatrice, dopo un ampio dibattito con i cittadini e organismi specifici, è giunta alla conclusione che il termine «επιγραμμικό» con il quale viene reso in greco l'inglese «on line» non è adatto, in quanto non esprime in modo comprensibile per i cittadini il concetto e il contenuto trattato; suggerisce pertanto di sostituirlo nel testo del parere con il termine «διαδικτυακό». (NdT.: la presente nota non riguarda la versione italiana del parere).

(11)  CdR 252/2005 fin.

(12)  CdR 172/2007 fin.

(13)  CdR 106/2006 fin, CdR 33/2006 fin, CdR 252/2005 fin, CdR 303/2004 fin, CdR 67/2004 fin.

(14)  CdR 252/2005 fin.

(15)  CdR 32/2006 fin.


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