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Document 52003AR0309

Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio: “Seguito del Libro bianco : Un nuovo impulso per la gioventù europea” - Proposta di obiettivi comuni in materia di partecipazione e di informazione dei giovani a seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù

OJ C 109, 30.4.2004, p. 25–28 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

30.4.2004   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 109/25


Parere del Comitato delle regioni in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio: Seguito del Libro bianco “Un nuovo impulso per la gioventù europea” - Proposta di obiettivi comuni in materia di partecipazione e di informazione dei giovani a seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù»

(2004/C 109/05)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio: Seguito del Libro bianco «Un nuovo impulso per la gioventù europea» - Proposta di obiettivi comuni in materia di partecipazione e di informazione dei giovani a seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù, COM(2003) 184 def.,

vista la decisione della Commissione europea, del 14 aprile 2003, di consultarlo sull'argomento ai sensi dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione, adottata il 1o luglio 2003 dal proprio Ufficio di presidenza, di affidare alla commissione Cultura e istruzione l'elaborazione di un parere sull'argomento,

visti il Libro bianco della Commissione europea «Un nuovo impulso per la gioventù europea» (COM(2001) 681 def.) e il proprio parere sull'argomento (CdR 389/2001 fin. (1)),

visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione relativo all'analisi delle risposte degli Stati membri ai questionari della Commissione sulla partecipazione e l'informazione dei giovani,

visto l'articolo 149 del Trattato CE,

vista la risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2001) 681 def.),

vista la risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 sull'apprendimento permanente (2),

vista la risoluzione del Consiglio del 28 giugno 2001 sulla promozione dello spirito d'iniziativa, dell'intraprendenza e della creatività dei giovani: dall'esclusione all'autonomia,

vista la risoluzione del Consiglio in merito alla cooperazione europea in materia di gioventù del 30 maggio 2002,

visto il proprio progetto di parere (CdR 309/2003 riv. 1), adottato il 5 dicembre 2003 dalla commissione Cultura e istruzione (relatore: Jens KRAMER MIKKELSEN, DK/PSE, sindaco di Copenaghen),

considerando quanto segue:

1.

Per il futuro dell'Europa è importante che la crescente «spoliticizzazione», rilevata soprattutto tra i giovani, nonostante il livello di istruzione sempre più elevato, venga combattuta su tutti i fronti. Da studi sull'argomento emerge che i giovani mostrano il loro impegno democratico in quegli ambiti di attività che sono più vicini ai loro interessi personali.

2.

Le amministrazioni locali e regionali svolgono un ruolo determinante nella politica europea per i giovani, dato che sono proprio questi gli enti più a contatto con le nuove generazioni, e visto che è proprio a questo livello che i giovani cominciano a sperimentare, nella scuola e nel tempo libero, come si interagisce in una società democratica.

3.

La politica europea nei confronti dei giovani dovrà essere una politica coesa, pensata per e con i giovani, che dovrà coinvolgere le autorità ed i settori competenti, utilizzando al meglio le risorse disponibili in questo ambito.

4.

La risoluzione del Consiglio del 24 novembre 2003 relativa al futuro della cooperazione nel settore della gioventù (CONS 14575/03).

5.

L'articolo III-182 del progetto di Trattato, elaborato dalla Convenzione, che istituisce una Costituzione per l'Europa.

6.

La politica europea in materia di gioventù deve essere visibile a tutti i livelli amministrativi e politici e in tutti i paesi, e deve essere trasmessa attraverso il linguaggio ed i canali di comunicazione con cui i giovani hanno maggiore dimestichezza,

ha adottato il seguente parere in data 11 febbraio 2004, nel corso della 53a sessione plenaria.

1.   Osservazioni e raccomandazioni del Comitato delle regioni

1.1

Il Comitato delle regioni sottoscrive l'approccio adottato dalla Commissione quanto allo studio effettuato tramite il questionario, che coinvolge tutti gli Stati membri, inclusi i paesi candidati, e si compiace sia della consultazione del Forum europeo della gioventù sia del documento che ne sintetizza la posizione (3). Tale approccio è una conseguenza positiva del metodo contemplato nel Libro bianco Un nuovo impulso per la gioventù europea (4), nella misura in cui sono coinvolti numerosi giovani, esperti e politici dei vari paesi ad ogni livello.

1.2

Già in precedenti occasioni il Comitato ha espresso compiacimento per l'applicazione del metodo di coordinamento aperto e del principio di sussidiarietà alla politica europea in materia di giovani, a condizione che questo metodo coinvolga appieno gli enti locali e regionali. Per l'avvenire il Comitato chiede quindi di essere consultato, e non semplicemente informato, quando si tratta di prendere iniziative sulla politica che interessa i giovani.

1.3

Il Comitato condivide l'idea della Commissione secondo cui una politica coerente in materia di gioventù, che tenga conto della situazione dei singoli paesi, nonché delle sfide e dei problemi che i giovani di oggi si trovano ad affrontare, può contribuire alla realizzazione degli obiettivi strategici stabiliti in occasione dei Consigli europei di Lisbona e di Barcellona: fare dell'Europa l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.

1.4

Il Comitato concorda con la Commissione nel ritenere che l'istruzione non formale e informale, nonché le azioni di mobilità, costituiscono, accanto all'istruzione ufficiale, un fattore determinante sia per lo sviluppo personale dei giovani sia per la cittadinanza attiva: a queste forme di istruzione deve quindi essere accordata importanza prioritaria nelle politiche in materia di gioventù a livello locale, regionale, nazionale e europeo. A livello europeo tali obiettivi vanno integrati soprattutto nella nuova generazione di programmi, ad esempio il programma Gioventù e il programma Grundtvig (periodo 2006-2012).

Obiettivi comuni per accrescere la partecipazione dei giovani

1.5

Il Comitato condivide l'obiettivo generale della Commissione di delineare ed appoggiare azioni che favoriscano l'esercizio di una cittadinanza attiva dei giovani e rafforzare la loro partecipazione effettiva alla vita democratica, ma ritiene decisivo sottolineare l'importanza di coinvolgere i giovani anche nella formulazione degli obiettivi concreti della politica loro destinata e anche far presente che per «giovani» si intende tutti i «giovani».

1.6

Il Comitato concorda con la Commissione nel rilevare il progressivo allontanamento dalla politica, soprattutto da parte delle nuove generazioni, e invita ad effettuare uno studio approfondito circa i meccanismi all'origine di questo fenomeno, nonché a proporre misure per affrontarne le cause e promuovere un'inversione di tendenza. Queste iniziative andranno intraprese parallelamente all'attuazione di obiettivi comuni per favorire la partecipazione dei giovani alla vita democratica.

Maggiore partecipazione dei giovani alla vita sociale delle comunità locali

1.7

Il Comitato concorda con la Commissione e con la Carta europea sulla partecipazione dei giovani alla vita municipale e regionale del Consiglio d'Europa nel sottolineare il ruolo determinante delle comunità locali, ed esorta i governi degli Stati membri a creare, insieme agli attori locali, condizioni legislative e finanziarie che consentano di lavorare affinché tutti i giovani partecipino alla vita politica delle rispettive comunità locali.

1.8

Per questo motivo il Comitato incoraggia e sostiene la creazione di consigli giovanili a livello locale.

1.9

Il Comitato si compiace degli interventi proposti con l'intento di incoraggiare questa partecipazione, ma ritiene che grande importanza debba essere data al coinvolgimento paritario di uomini e donne in giovane età e debba inoltre essere perseguita la partecipazione di quei gruppi di giovani che, per motivi sociali o etnici, per handicap fisici o mentali o per altre ragioni ancora, incontrano particolari difficoltà nel partecipare alla vita politica. Il Comitato giudica imprescindibile la tutela della parità di accesso ai processi democratici.

1.10

Il Comitato ritiene che una migliore interazione tra, da una parte le ONG private, le associazioni giovanili e quelle per il tempo libero, nonché le associazioni dei genitori e, dall'altra, gli enti pubblici e le istanze politiche, costituisca una premessa fondamentale per la riuscita del progetto di partecipazione. Lo stesso principio vale per la cooperazione tra il livello locale, regionale, nazionale ed europeo.

1.11

Il Comitato si compiace del fatto che la Commissione europea lanci progetti pilota intesi ad accrescere la partecipazione dei giovani (DG EAC 43/03), ed esprime soddisfazione per il grande interesse suscitato. Chiede tuttavia alla Commissione di destinare risorse più ingenti alle prossime tornate di proposte, dato che l'ultima volta è stato possibile finanziare solo una minima parte dei progetti presentati.

Maggiore partecipazione dei giovani ai meccanismi di democrazia rappresentativa

1.12

Il Comitato concorda nel ritenere necessario un cambiamento nella mentalità e nell'atteggiamento non solo dei giovani, ma anche dei politici: il cambiamento dei giovani è infatti possibile soltanto in presenza di un impegno concreto da parte delle istanze politiche. Il dialogo con i giovani deve quindi essere intensificato soprattutto laddove i giovani sono/possono trovarsi nella posizione di partecipare alle decisioni politiche favorendone il coinvolgimento nella progettazione e gestione dei servizi che li riguardano e sperimentando forme di partecipazione attiva della gioventù alla vita della comunità. Le iniziative in tal senso devono essere concrete e contenere, tra l'altro, proposte per un lavoro di raccolta di dati inteso a coinvolgere quei giovani che non sono organizzati in associazioni o altre entità.

1.13

Il Comitato sottolinea l'importanza di mettere a disposizione delle organizzazioni europee dei giovani e delle altre organizzazioni impegnate a promuovere una politica attiva in materia di gioventù strumenti economici che consentano loro una più stretta cooperazione, per potersi scambiare buone pratiche in questo settore. Si compiace quindi della Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce un programma d'azione comunitario per la promozione degli organismi attivi a livello europeo nel settore della gioventù (5).

1.14

Il Comitato conviene sul fatto che le condizioni socioeconomiche, le differenze di istruzione, le circostanze etnico-culturali, le differenze di genere e gli handicap fisici o mentali impediscano a molti giovani di partecipare ai processi democratici. È quindi determinante che, al di là delle attività di mainstreaming, vengano investite, soprattutto a livello locale, risorse per indagare sui motivi più profondi alla base della scarsa partecipazione di tali giovani, e che si lancino iniziative atte a prevenire e correggere i fattori negativi individuati.

1.15

È per questo motivo che il Comitato appoggia energicamente l'idea che l'articolo III-182 del progetto di Costituzione per l'Europa proponga di completare le disposizioni dei Trattati attualmente in vigore nel settore della politica sulla gioventù, in modo da sottolineare che l'Unione mira ad incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell'Europa.

Imparare a partecipare

1.16

Il Comitato concorda nel ritenere che l'istruzione, nelle sue varie dimensioni, cioè non formale (ossia le iniziative che facilitano l'accesso all'istruzione per le popolazioni svantaggiate), formale o informale (ad esempio Second Chance Schools, ovvero scuole «della seconda opportunità», o iniziative analoghe, che appoggiano una visione olistica della persona), sia una delle pietre miliari per sviluppare nei giovani la capacità di partecipare ai processi democratici: spetta quindi alle autorità nazionali, regionali e locali strutturare le politiche dell'istruzione, orientandole concretamente verso un'istruzione di tipo decisamente democratico.

1.17

Come la Commissione, anche il Comitato ritiene importante che i giovani comprendano e sperimentino la democrazia rappresentativa, e invita ad attuare misure e iniziative concrete, organizzando, ad esempio, giornate dedicate alla politica per la gioventù e attivando, nei luoghi dove i giovani si trovano (scuole, centri giovanili, ecc.) e/o a livello cittadino, strumenti di democrazia partecipativa.

1.18

Il Comitato ritiene che la cosiddetta «eredità sociale» condizioni in maniera determinante anche la capacità e la volontà di partecipare ai processi democratici. Chiede quindi che, nel coordinare l'istruzione formale con quella non formale e informale, si tenga conto, quanto più possibile, dell'effettiva partecipazione dei genitori e delle famiglie.

1.19

Anche il Comitato ritiene necessario approfondire la ricerca sulle cause di emarginazione dei gruppi di giovani per motivi legati, tra l'altro, alla suddetta «eredità sociale», e invita a prendere iniziative concrete a livello europeo, incluso il benchmarking.

1.20

Il Comitato condivide l'idea della Commissione secondo cui l'informazione dei giovani si rivolge, in linea di principio, ad almeno due gruppi destinatari: (1) i giovani stessi e (2) gli adulti che con essi hanno contatti. Quando si diffondono le informazioni, è quindi importante essere ben consapevoli dei destinatari, in modo da orientare la divulgazione, la forma, il mezzo di diffusione ed il contenuto delle informazioni stesse. Si dovranno in particolare prevedere servizi d'informazione, orientamento e consulenza specificamente dedicati ai giovani (informagiovani).

1.21

Il Comitato conviene che spetta sia agli Stati membri sia agli enti locali e regionali diffondere le informazioni su e per i giovani, ma sottolinea che sono soprattutto il livello locale e quello regionale, come principali responsabili dell'attuazione, a dover essere coinvolti quanto più possibile nell'ideazione della strategia.

Migliorare l'accesso dei giovani ai servizi d'informazione

1.22

Il Comitato prende atto delle conclusioni raggiunte dalla Commissione circa l'analisi dei servizi d'informazione per i giovani negli Stati membri, molti dei quali mostrano diverse lacune sotto il profilo della qualità, del coordinamento tra i livelli europeo, nazionale, regionale e locale, e della fruibilità. Conviene quindi sulla necessità di un sensibile miglioramento in questo senso, soprattutto quando i destinatari sono i gruppi di giovani più svantaggiati, tra cui i portatori di handicap fisici o mentali. Questi servizi d'informazione devono coinvolgere attivamente le attività di ricerca di informazioni e puntare sulla partecipazione dei giovani stessi.

1.23

Pur condividendo le azioni proposte circa il coordinamento delle varie istanze d'informazione, nonché l'opportunità di una più stretta cooperazione sia verticale che orizzontale a livello europeo, il Comitato ritiene che manchino indicazioni concrete su come attuare queste iniziative.

1.24

Per quanto riguarda l'informazione dei gruppi più svantaggiati, il Comitato ritiene che, ancor prima di attivarsi per garantire loro pari opportunità di accesso, si devono conoscere i risultati della ricerca in merito ai fattori che ne fanno un gruppo sfavorito.

Offrire informazioni di qualità

1.25

Il Comitato accoglie con favore la proposta della Commissione di istituire un codice normativo nel settore dei servizi d'informazione e consulenza destinati ai giovani, definendo tra l'altro criteri di qualità comuni e meccanismi di controllo della qualità. Ritiene tuttavia necessario effettuare un'analisi comparativa (benchmarking) dell'impatto. Operando con un codice normativo comune si rafforza automaticamente la dimensione europea.

1.26

Come la Commissione, anche il Comitato ritiene necessario migliorare la formazione del personale attivo nel settore dell'informazione. Sarebbe soprattutto opportuno includere nei programmi in questo campo l'avvicinamento all'universo dei giovani ed alle loro modalità di comunicazione, in rapida evoluzione, dove le nuove tecnologie, inclusi SMS e Internet, svolgono un ruolo determinante.

Maggior coinvolgimento dei giovani nell'elaborazione e nella divulgazione delle informazioni

1.27

Il Comitato delle regioni, pur condividendo la proposta della Commissione di coinvolgere le organizzazioni giovanili, e in generale i giovani, nel pianificare e attuare le strategie d'informazione, tiene a sottolineare l'importanza di far partecipare le minoranze (etniche o di altro tipo) alla raccolta, produzione e diffusione d'informazioni, destinate soprattutto ai giovani esclusi.

1.28

Il Comitato si compiace che la Commissione intenda realizzare gli obiettivi comuni avvalendosi del metodo di coordinamento aperto, in maniera flessibile e tenendo conto del principio di sussidiarietà, e provvedendo al relativo follow-up.

1.29

Il Comitato chiede che sia definito e rispettato il ruolo attivo degli enti locali e regionali per quanto riguarda lo scambio di esperienze e di buone prassi, nonché la partecipazione ai frequenti incontri transnazionali previsti.

1.30

Invita inoltre gli Stati membri a consultarsi con gli enti locali e regionali per la stesura, prevista per il 2005, delle relazioni nazionali sullo stato di attuazione delle due priorità «partecipazione» e «informazione», sulla base delle quali la Commissione predisporrà una relazione intermedia all'attenzione del Consiglio.

Bruxelles, 11 febbraio 2004.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Peter STRAUB


(1)  GU C 287 del 22.11.2002, pag. 6.

(2)  GU C 163 del 9.7.2003.

(3)  Implementing common objectives to enhance the participation of young people and improve information for young people (25 e 26 aprile 2003).

(4)  (COM(2001) 681 def.)

(5)  COM(2003) 272 def.


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