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Document 52012IP0144

Impatto della deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna della Commissione sull'erogazione degli aiuti Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sull'impatto della deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna della Commissione dai servizi centrali alle delegazioni sull'erogazione degli aiuti (2011/2192(INI))

OJ C 258E, 7.9.2013, p. 87–91 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

7.9.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 258/87


Venerdì 20 aprile 2012
Impatto della deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna della Commissione sull'erogazione degli aiuti

P7_TA(2012)0144

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sull'impatto della deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna della Commissione dai servizi centrali alle delegazioni sull'erogazione degli aiuti (2011/2192(INI))

2013/C 258 E/13

Il Parlamento europeo,

visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a norma del quale "L'obiettivo principale della politica dell'Unione in questo settore è la riduzione e, a termine, l'eliminazione della povertà. L'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo",

vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite del 2000, con particolare riferimento all'ottavo Obiettivo di sviluppo del Millennio,

visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione dal titolo "Valutazione del processo di deconcentrazione: relazione finale" (SEC(2004)0561),

vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento" (COM(2011)0637),

viste le conclusioni del Consiglio del 30 giugno 2005 sulla deconcentrazione (1),

viste le conclusioni del Consiglio del 28 giugno 2011 sulla relazione speciale n. 1/2011: "La deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna della Commissione dai servizi centrali alle delegazioni ha migliorato l'erogazione degli aiuti?" (2),

viste le conclusioni del Consiglio sulla posizione comune dell'Unione europea per il quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti (IV Forum ad alto livello, Busan, 29 novembre – 1o dicembre 2011),

vista la relazione speciale della Corte dei conti europea n. 1/2011 dal titolo "La deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna della Commissione dai servizi centrali alle delegazioni ha migliorato l'erogazione degli aiuti?",

visti i paragrafi 122 e 123 del consenso europeo sulla politica di sviluppo relativi al progresso delle riforme per quanto riguarda la gestione dell'aiuto esterno dell'UE,

visto il codice di condotta dell'Unione europea in materia di complementarità e divisione dei compiti nell'ambito della politica di sviluppo,

visti la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti del 2005, il programma d'azione di Accra del 2008 e il partenariato di Busan per un'efficace cooperazione allo sviluppo del 2011,

vista la revisione inter pares (peer review) sulla Comunità europea effettuata del comitato per l'aiuto allo sviluppo dell'OCSE (OCSE-DAS) del 2007,

vista la relazione dell'OCSE/DAS del 2008 dal titolo "Effective Aid Management: Twelve lessons from DAC Peer Reviews" (gestione efficace degli aiuti: 12 lezioni tratte dalle revisioni inter pares dell'OSCE-DAS),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per lo sviluppo e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per il controllo dei bilanci (A7-0056/2012),

A.

considerando che un approccio decentrato all'erogazione degli aiuti permette di avvicinare il processo decisionale alle realtà di destinazione e ai luoghi in cui il coordinamento e l'armonizzazione tra i donatori avvengono in modo più efficace sul piano operativo, tenendo nel contempo in debita considerazione il bisogno di titolarità a livello locale;

B.

considerando che l'obiettivo finale della deconcentrazione e della più vasta riforma dell'assistenza esterna gestita dalla Commissione è quello di aumentare la velocità, la rigorosità delle procedure di gestione finanziaria e la qualità degli aiuti nei paesi partner;

C.

considerando che, secondo le conclusioni generali della relazione della Corte dei conti, la deconcentrazione ha contribuito al miglioramento dell'erogazione degli aiuti, che l'erogazione stessa si è velocizzata e che la rigorosità delle procedure finanziarie è aumentata, ma che vi è ancora un ampio margine di miglioramento;

D.

considerando che, a tre anni dalla scadenza per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, sarà necessario migliorare notevolmente la capacità dell'Unione europea di erogare gli aiuti e la capacità di assorbimento dei paesi beneficiari;

E.

considerando che il 74 % dell'assistenza esterna dell'Unione a carico del bilancio dell'UE e del Fondo europeo di sviluppo (FES) è gestito direttamente tramite 136 delegazioni UE;

F.

considerando che il programma di cambiamento ha riconosciuto la necessità di migliorare il coordinamento tra l'Unione europea, gli Stati membri e i paesi partner nonché di coordinare e armonizzare le attività di sviluppo e di aumentarne l'efficacia e l'efficienza;

G.

considerando che la recente riorganizzazione all'interno della Commissione e la creazione del SEAE in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona non hanno ancora comportato l'aumento previsto in termini di efficienza e coerenza complessive dell'assistenza allo sviluppo dell'Unione europea;

H.

considerando che, con la creazione del SEAE, le delegazioni sono state costrette ad assumere ulteriori competenze quali diplomazia, informazione/comunicazione e politiche in materia di libertà, sicurezza e giustizia, pur dovendo ancora far fronte alle sfide esistenti di coordinamento, coerenza e carenza di risorse;

I.

considerando che gli aiuti gestiti dalle singole delegazioni continuano a riguardare una vasta gamma di settori, il che implica un'ulteriore pressione sulle risorse disponibili a livello di delegazione;

J.

considerando che procedure e regolamenti gravosi possono compromettere il ricorso ai sistemi dei paesi e alla programmazione congiunta e che, inoltre, nella cooperazione internazionale allo sviluppo sarebbe auspicabile l'uso dei quadri di programmazione pluriennali;

K.

considerando che il sostegno al bilancio generale e settoriale è la modalità di aiuto più idonea a ridurre i costi di transazione per i paesi partner, poiché si concentra maggiormente sulla qualità dell'aiuto, sulla natura dei partenariati e sulle necessità di suddetti paesi;

L.

considerando che il processo di deconcentrazione dovrebbe essere abbinato a un meccanismo a livello di Stati membri volto a fornire tutte le informazioni pertinenti su come le agenzie intendano spendere il bilancio di cui dispongono, rendendo quindi gli aiuti maggiormente mirati e consentendo di individuare i divari in termini di risorse e le opportunità di finanziamento nei singoli paesi;

M.

considerando che la riforma dell'assistenza esterna dell'UE dovrebbe essere utilizzata per dimostrare come l'impatto degli aiuti stia migliorando le condizioni di vita dei poveri, sia in risposta al crescente sostegno da parte dei cittadini europei agli aiuti pubblici allo sviluppo quale strumento per eliminare la povertà e conseguire gli OSM che alla luce dei fatti che sconfessano lo scetticismo nei confronti dell'efficacia degli aiuti;

N.

considerando che dai sopralluoghi eseguiti regolarmente dall'OCSE/DAS nel quadro delle revisioni inter pares emerge che il personale locale può sentirsi sottoutilizzato o non completamente integrato nel gruppo di donatori locali;

1.

plaude alle conclusioni generali della relazione della Corte dei conti e invita la Commissione a continuare ad adoperarsi per aumentare l'efficacia dell'erogazione degli aiuti;

2.

valuta positivamente l'esauriente relazione analitica elaborata dalla Corte dei conti europea nonché l'ottimo tempismo con cui sono stati valutati i risultati del processo di deconcentrazione;

3.

invita la Commissione a garantire che i suoi servizi centrali dispongano delle capacità e del personale sufficienti per fornire un adeguato sostegno alle delegazioni attraverso la direzione "Qualità delle operazioni";

4.

osserva che, secondo la relazione della Corte, sono necessari ulteriori sforzi da parte della Commissione per migliorare il modo in cui valuta la qualità e i risultati dei suoi interventi; ritiene che ne deriverà una migliore rendicontabilità per gli interventi finanziari dell'UE e la garanzia di una visibilità più ampia alle sue azioni;

5.

incoraggia la Commissione a integrare i criteri e a consolidare le procedure per valutare la qualità dei progetti finanziati, al fine di migliorare la qualità degli aiuti e ridurre ulteriormente il numero dei progetti con performance negativa; rileva che l'impatto della spesa per gli aiuti è di fondamentale importanza per il Parlamento;

6.

esprime preoccupazione per il fatto che nel periodo 2005-2008 la composizione del personale delle delegazioni è cambiata assumendo funzioni di carattere maggiormente politico e commerciale e invita la Commissione a stabilire il giusto equilibrio, per quanto concerne il personale delle delegazioni, tra la gestione degli aiuti e le altre funzioni;

7.

ritiene che l'alto tasso di rotazione del personale delle delegazioni sia inaccettabile (il 40 % del personale della Commissione è costituito da agenti contrattuali), in quanto detta situazione indebolisce la memoria istituzionale e incide negativamente sull'efficienza delle operazioni;

8.

rileva che il 6 % degli impegni di bilancio disponibili per il 2006 non è stato aggiudicato entro il 2009 ed è quindi andato perso secondo la regola D+3; chiede che tale percentuale venga ridotta e desidera essere informato relativamente alle percentuali e agli importi pertinenti del 2010 e del 2011;

9.

invita la Commissione e il SEAE ad affrontare specificamente i settori identificati dall'audit, in particolare il carico di lavoro presso le delegazioni, l'adeguatezza dei livelli di organico tra le delegazioni e l'equilibro tra il personale delle delegazioni incaricato della gestione degli aiuti e quello preposto ad altre funzioni;

10.

invita la Commissione, in fase di decisione sui progetti di aiuto e di monitoraggio del loro stato di avanzamento, a prendere in considerazione, ove possibile, la promozione di consultazioni a livello locale;

11.

ritiene che, per aumentare la coerenza e l'efficacia della politica di sviluppo dell'Unione, i servizi della Commissione all'interno delle delegazioni dell'UE dovrebbero contribuire all'elaborazione delle politiche di aiuto allo sviluppo e guidarne l'attuazione; invita nuovamente la Commissione a istituire in ciascuna delegazione punti focali per la coerenza della politica di sviluppo (CPS) onde monitorare l'impatto della politica dell'UE a livello dei paesi partner;

12.

osserva che andrebbe considerata la possibilità di impiegare esperti locali e che il personale già operativo delle delegazioni dell'Unione europea dovrebbe adoperarsi ai fini di una maggiore partecipazione nelle società locali, onde superare il divario di conoscenza e assicurare una comprensione accurata del contesto locale in cui opera;

13.

invita la Commissione a offrire e garantire con maggiore sistematicità la formazione giuridica e finanziaria degli agenti locali, al fine di ottimizzare la gestione degli aiuti dell'UE e di assicurare una buona governance nel medio periodo a livello dell'amministrazione locale;

14.

ritiene che tanto il mandato quanto le competenze del SEAE nella cooperazione allo sviluppo siano ancora poco chiari e invita il Consiglio e la Commissione ad adottare le misure necessarie per risolvere tale situazione; osserva con preoccupazione, a tale proposito, che la separazione tra i compiti politici e amministrativi del SEAE e i compiti per la gestione degli aiuti della Commissione potrebbe comportare eventuali incongruenze nell'attuazione dei principi della dichiarazione di Parigi;

15.

sottolinea che, conformemente alla decisione che istituisce il SEAE, tutto il personale impiegato in seno a una delegazione debba essere sotto l'autorità del capo delegazione, essendo l'unico modo per garantire la coerenza dell'azione esterna dell'UE in un dato paese, in linea con il trattato di Lisbona;

16.

invita la Commissione e il Consiglio a continuare ad adoperarsi per ottenere una riduzione del numero di settori d'intervento, in linea con il codice di condotta dell'Unione europea in materia di complementarità e divisione dei compiti e con il programma di cambiamento;

17.

è del parere che l'approccio e il funzionamento dei pertinenti strumenti finanziari dell'UE, come pure del Fondo europeo di sviluppo (FES), debbano essere maggiormente incentrati sulla povertà e dar prova di maggiore flessibilità e che vadano anche promossi una maggiore responsabilità e trasparenza nonché un miglior rapporto costi-benefici per il raggiungimento di risultati evidenti;

18.

auspica che la Commissione adotti tutte le misure necessarie a colmare le carenze dei sistemi di supervisione e di controllo, segnatamente a livello delle delegazioni, come indicato dalla Corte; chiede alla Commissione di informare le commissioni competenti del Parlamento entro e non oltre la fine del 2012 in merito alle misure intraprese;

19.

prende atto delle critiche formulate dalla Corte dei conti (3) per quanto concerne il rapporto funzionale tra i servizi centrali della Commissione e le delegazioni in merito alla gestione degli aiuti esterni; chiede che i processi in questione siano rivisti e semplificati allo scopo di ridurre la burocrazia interna e che sia presentata una relazione sulle iniziative intraprese in merito al Parlamento;

20.

incoraggia la Commissione a chiedere alle delegazioni di svolgere sistematicamente visite di monitoraggio tecnico e finanziario dei progetti e a focalizzare maggiormente il sistema di comunicazione interna sui risultati conseguiti dagli interventi di aiuto;

21.

invita la Commissione, con la partecipazione attiva delle delegazioni, ad analizzare e individuare possibilità di incentivazione dei programmi di aiuto nei paesi partner, con il coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (BEI) e delle istituzioni europee nazionali e internazionali che finanziano lo sviluppo;

22.

invita la Commissione a spiegare in quale modo l'ulteriore deconcentrazione delle competenze finanziarie e in materia di personale dai suoi servizi centrali alle delegazioni possa creare valore aggiunto attraverso il miglioramento del dialogo, del coordinamento e della programmazione dell'aiuto dell'Unione europea in loco;

23.

sottolinea che né la Commissione né gli Stati membri dovrebbero usare l'attuale crisi economica e finanziaria per giustificare un approccio del "fare di più con meno" che comporti il contenimento o la riduzione dell'organico nelle agenzie di aiuti bilaterali;

24.

evidenzia l'importanza di assicurare i massimi livelli di professionalità del personale responsabile della cooperazione allo sviluppo, sia in seno alla Commissione che alle delegazioni dell'UE e alle agenzie di aiuti bilaterali;

25.

ritiene che, per una corretta esecuzione del bilancio dell'UE, i capi delle delegazioni dovrebbero poter delegare ai loro rappresentanti la gestione delle spese di amministrazione della delegazione; ritiene altresì che il regolamento finanziario dovrebbe essere rivisto di conseguenza, se necessario;

26.

invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi maggiormente al fine di migliorare i rapporti tra le delegazioni dell'UE, le agenzie bilaterali e i governi partner nonché altri gruppi impegnati nello sviluppo, quali i gruppi di riflessione (think tank), le università, le fondazioni, le ONG e le autorità subnazionali, dal momento che legami più stretti massimizzeranno i vantaggi comparativi del processo di deconcentrazione e dei diversi attori nel contesto nazionale, evitando nel contempo l'inutile duplicazione degli sforzi;

27.

chiede che, durante il processo di deconcentrazione della gestione dell'assistenza esterna dell'UE dai servizi centrali alle delegazioni, il Parlamento mantenga i propri poteri di controllo e scrutinio;

28.

accoglie favorevolmente l'osservazione della Corte dei conti secondo la quale il ruolo del SEAE nell'area di protezione consolare dovrebbe essere ulteriormente analizzato;

29.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al SEAE.


(1)  Doc. 10749/2005.

(2)  Doc. 12255/2011.

(3)  Cfr. grafico 1 della relazione speciale n. 1/2011 della Corte dei conti europea.


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