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Il futuro della cattura e dello stoccaggio del carbonio in Europa

La cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) è una tecnica che consente di intrappolare le emissioni di biossido di carbonio provenienti da fonti di una certa importanza, come ad esempio le centrali elettriche, quindi di comprimerle e trasportarle per garantirne lo stoccaggio sicuro sottoterra. Questa tecnologia può risultare estremamente efficace per contribuire a mitigare i cambiamenti climatici. Tuttavia, i costi che comporta, in particolare per quanto riguarda la cattura delle emissioni, sono piuttosto elevati.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul futuro della cattura e dello stoccaggio del carbonio in Europa, COM(2013) 180 final del 27.3.2013

SINTESI

CHE COSA FA LA COMUNICAZIONE?

La comunicazione della Commissione europea sottolinea che le tecnologie CCS sono fondamentali per compiere la transizione a un’economia a basse emissioni entro il 2050. È in grado di conciliare l’aumento della domanda di combustibili fossili con la necessità di ridurre le emissioni di gas serra. La comunicazione illustra i progressi compiuti fino a oggi e invita le parti interessate a esprimersi in merito ad alcune opzioni per incoraggiare un utilizzo più esteso e commercialmente redditizio di questa tecnologia nell’Unione europea (UE).

PUNTI CHIAVE

A livello mondiale sono già operativi più di venti progetti CCS su scala dimostrativa; otto di questi utilizzano tutte le tecnologie di cattura, trasporto e stoccaggio e nessuno di essi si trova nell’UE.

La comunicazione identifica gli ostacoli a un utilizzo più esteso delle tecnologie CCS:

  • assenza di ragioni economiche che spingano a investire nelle tecnologie CCS dato il basso livello dei prezzi fissati dall’ETS;
  • opposizione dei cittadini allo stoccaggio terrestre delle emissioni di CO2 (si veda la sezione Contesto riportata di seguito);
  • esistono capacità di stoccaggio sufficienti, ma non tutte sono accessibili o in prossimità di emittenti di CO2;
  • necessità di cooperazione a livello internazionale.

I finanziamenti per i progetti CCS dimostrativi su grande scala sono elargiti nel quadro del programma energetico europeo per la ripresa e del programma NER300.

CONTESTO

Le emissioni di CO2 possono essere immagazzinate in vari siti, come ad esempio giacimenti di petrolio, gas o acquiferi salini profondi e giacimenti di carbone non minabili. Non devono entrare a contatto con l’atmosfera. La legislazione in vigore dal 2009 sullo stoccaggio geologico delle emissioni di CO2, nota come direttiva CCS, stabilisce le modalità da seguire per selezionare, autorizzare, utilizzare e chiudere i siti di stoccaggio. I siti devono dimostrare l’assenza di rischi significativi di fuoriuscite o danni alla salute umana e all’ambiente.

Una relazione del 2005 del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha concluso che i serbatoi geologici, se adeguatamente selezionati e gestiti, possono «molto probabilmente» conservare oltre il 99 % delle emissioni di CO2 immagazzinate per oltre 100 anni e «probabilmente» per più di 1 000 anni.

Per ulteriori informazioni, consultare il sito web dedicato alla cattura del carbonio e allo stoccaggio geologico.

Ultimo aggiornamento: 19.08.2015

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