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Document 52018AE2993

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma spaziale dell’Unione e l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale e che abroga i regolamenti (UE) n. 912/2010, (UE) n. 1285/2013 e (UE) n. 377/2014 e la decisione n. 541/2014/UE» [COM(2018) 447 final — 2018/0236 (COD)]

EESC 2018/02993

OJ C 62, 15.2.2019, p. 51–55 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.2.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 62/51


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma spaziale dell’Unione e l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale e che abroga i regolamenti (UE) n. 912/2010, (UE) n. 1285/2013 e (UE) n. 377/2014 e la decisione n. 541/2014/UE»

[COM(2018) 447 final — 2018/0236 (COD)]

(2019/C 62/08)

Relatore:

Raymond HENCKS

Consultazione

Commissione europea, 12/07/2018

Consiglio, 13/07/2018

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Sezione competente

Mercato unico, produzione e consumo

Adozione in sezione

02/10/2018

Adozione in sessione plenaria

17/10/2018

Sessione plenaria n.

538

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

189/3/2

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

L’UE vanta grandi successi nel settore spaziale. Con i suoi programmi spaziali essa contribuisce a rispondere a talune grandi sfide mondiali, in particolare quelle legate ai cambiamenti climatici, alla sicurezza e al miglioramento delle condizioni di vita quotidiane dei cittadini, preservando al tempo stesso la propria sovranità e la propria indipendenza strategica nei confronti delle altre potenze spaziali.

1.2.

Il CESE sostiene l’Unione nei suoi sforzi complementari volti a rimanere una grande potenza spaziale indipendente. Esso si compiace del fatto che l’UE si doti dei mezzi finanziari all’altezza degli ambiziosi obiettivi che si è prefissa, nel caso specifico un «importo di riferimento privilegiato» di 16 miliardi di euro, che per il CESE costituisce una dotazione finanziaria minima. Il CESE reitera la richiesta di reperire, di concerto con la Banca europea per gli investimenti, nuove possibilità di finanziamento per sostenere progetti di ricerca, di concezione e di produzione nel settore spaziale per imprese private, PMI e start-up.

1.3.

Per quanto riguarda gli obiettivi specifici del programma spaziale europeo, il CESE si compiace del fatto che, in aggiunta allo sviluppo permanente dei due fiori all’occhiello del programma, Galileo e Copernicus, l’Unione riconosca un’autonomia rafforzata e capacità maggiori «alla sorveglianza dello spazio e al tracciamento» (space surveillance and tracking), per proteggere le infrastrutture spaziali dai rischi derivanti dagli innumerevoli detriti spaziali che orbitano intorno alla Terra. Si compiace inoltre della nuova iniziativa riguardante il sistema Govsatcom, che risponde alle esigenze di comunicazioni satellitari sicure europee.

1.4.

Il CESE constata tuttavia che l’Unione mantiene un profilo molto basso nelle sue comunicazioni con i cittadini sui vantaggi che l’attività comunitaria nello spazio apporta alla società e all’economia. Esso propone un’adeguata campagna per sensibilizzare i cittadini in merito al valore aggiunto delle attività spaziali europee, che sono divenute indispensabili nella loro vita quotidiana, promuovono l’occupazione, la crescita e gli investimenti, e costituiscono una risorsa per la loro sicurezza.

1.5.

L’Europa rimane inoltre ben lontana dal massimizzare i vantaggi che lo spazio rappresenta per la sua economia. Rimangono in grande misura sottoutilizzate le possibilità offerte dal programma di osservazione della Terra e l’enorme quantità di dati che esso produce. Il CESE chiede che venga avviata un’azione di informazione e di sensibilizzazione per i potenziali beneficiari, specie nel settore marittimo e dell’agricoltura.

1.6.

Sul piano internazionale il settore spaziale europeo deve far fronte a un’accanita concorrenza, dato che le attività spaziali divengono sempre più commerciali a causa di una crescente presenza del settore privato nel mercato esterno all’UE. Pertanto bisognerà assolutamente aumentare l’importanza del mercato interno e applicare un principio di «preferenza europea» nel settore spaziale.

1.7.

Se vuole mantenere un accesso autonomo allo spazio in un contesto di aumento del numero di lanciatori (razzi vettori) e di forte concorrenza, l’Europa ha bisogno di lanciatori concorrenziali, adeguati per il mercato commerciale e per quello istituzionale. Il CESE incoraggia la Commissione a valutare con quali mezzi sostenere la ricerca e le infrastrutture di lancio europee.

1.8.

Il CESE ritiene che il progetto futuristico di estrazione e recupero di risorse naturali fuori dell’orbita terrestre (space mining), che vede uno Stato membro in posizione di pioniere, meriti che l’UE ne segua più da vicino l’evoluzione, per conservare un evidente valore aggiunto europeo.

2.   Introduzione

2.1.

A partire dagli anni Novanta, l’UE ha sviluppato una politica spaziale comunitaria finalizzata a rendere l’UE indipendente dalle altre potenze spaziali, in particolare attraverso lo sviluppo di programmi e applicazioni in settori industriali fondamentali quali le comunicazioni, la sicurezza, i servizi di emergenza, i sistemi di navigazione, l’informazione, le trasmissioni televisive di eventi, i cambiamenti climatici le previsioni meteorologiche ecc.

2.2.

Nel frattempo l’UE, con la partecipazione dell’Agenzia spaziale europea (ESA), dispone di una vasta rete di satelliti e di un proprio accesso allo spazio, attraverso la Guyana, grazie a lanciatori europei. Gli Stati membri dell’ESA (1) dispongono, a loro volta, di proprie agenzie spaziali e di propri programmi, nonché di centri di ricerca, di installazioni a terra e di notevoli capacità industriali e sono, in generale, all’origine delle iniziative spaziali che vengono successivamente riprese nel quadro dell’UE o dell’ESA.

2.3.

L’UE interviene, in particolare, attraverso l’elaborazione, il finanziamento integrale e la gestione dei seguenti programmi spaziali, di cui si assume la responsabilità generale riguardo all’attuazione, anche per quanto riguarda la sicurezza:

Galileo è la prima infrastruttura di radionavigazione ad alta precisione e di posizionamento satellitare, progettata espressamente a fini civili, fornita gratuitamente agli utilizzatori;

Copernicus fornisce dati di osservazione della Terra riguardanti sei ambiti: il monitoraggio del territorio, dell’ambiente marino, dell’atmosfera, dei cambiamenti climatici, nonché la gestione delle emergenze e la sicurezza;

EGNOS è un sistema paneuropeo di 3 satelliti che migliora la qualità dei segnali aperti emessi dai sistemi globali di radionavigazione via satellite esistenti e fornisce dati di geolocalizzazione più precisi;

SST (sorveglianza dello spazio e tracciamento) è un sistema di sorveglianza dello spazio e di osservazione di circa 780 000 rifiuti spaziali (detriti spaziali) in orbita intorno alla Terra;

Govsatcom è un sistema di telecomunicazioni governative (civili e militari) via satellite, considerato uno degli elementi della strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’UE.

2.4.

La Commissione ha attualmente delegato lo sviluppo e la realizzazione dell’infrastruttura spaziale all’ESA, che è responsabile della realizzazione dell’infrastruttura Galileo, mentre l’agenzia dell’UE che ha sede a Praga (Agenzia del GNSS europeo — GSA) ha il compito di agevolare la penetrazione di Galileo nel mercato. L’ESA gestisce anche una parte delle operazioni di Copernicus.

2.5.

L’industria spaziale europea dà lavoro a oltre 231 000 persone, di cui 41 333 nel settore della costruzione spaziale, e genera un valore aggiunto stimato dalla Commissione europea tra 53 e 62 miliardi di EUR nel 2017.

3.   Proposta della Commissione

3.1.

Il programma spaziale proposto risponde alla strategia industriale presentata dal presidente Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2017 e alla comunicazione della Commissione del 26 ottobre 2016, in cui si propone una nuova strategia spaziale per l’Europa.

3.2.

I seguenti atti:

regolamento (UE) n. 1285/2013 relativo all’attuazione e all’esercizio dei sistemi europei di radionavigazione via satellite, Galileo e EGNOS;

regolamento (UE) n. 377/2014 che istituisce il programma Copernicus;

decisione n. 541/2014/UE che istituisce un quadro di sostegno alla sorveglianza dello spazio e al tracciamento (SST), e

regolamento (UE) n. 912/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l’Agenzia del GNSS europeo

sono abrogati e sostituiti dal regolamento in esame, che istituisce norme comuni per tutte le componenti del programma, in particolare per quanto concerne i contributi e i meccanismi di bilancio, le disposizioni finanziarie, gli appalti pubblici, la governance e la sicurezza. Il suddetto regolamento stabilisce, inoltre, alcune regole specifiche per ciascuna di queste componenti.

3.3.

L’Agenzia del GNSS europeo, incaricata della realizzazione di una nuova generazione di sistemi di radionavigazione via satellite (GNSS), diventa Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale, il cui compito consiste nel contribuire al programma, in particolare riguardo alla sicurezza, alle attività di comunicazione e di promozione e alle attività di commercializzazione dei servizi offerti da Galileo ed EGNOS.

3.4.

Il nuovo programma spaziale mira a:

fornire servizi, informazioni e dati spaziali aggiornati, di qualità e, se del caso, sicuri;

massimizzare i benefici socioeconomici;

rafforzare la sicurezza dell’Unione e dei suoi Stati membri;

promuovere il ruolo dell’Unione sulla scena internazionale in quanto attore di primo piano.

3.5.

La proposta di regolamento fissa la dotazione di bilancio complessiva per l’insieme delle attività spaziali dell’Unione, compresa la ricerca, a 16 miliardi di EUR per il periodo 2021-2027 (rispetto ai 12,6 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020). Tale dotazione finanziaria costituisce l’importo di riferimento privilegiato, conformemente all’accordo istituzionale sulla disciplina di bilancio del 2 dicembre 2013, ed è ripartita come segue:

Galileo ed EGNOS 9,7 miliardi di EUR;

Copernicus 5,8 miliardi di EUR;

SST/Govsatcom 0,5 miliardi di EUR.

3.6.

Il nuovo regolamento tratta, inoltre, diverse forme di cooperazione e partenariato tra le parti interessate nonché le relazioni con le organizzazioni internazionali e i soggetti terzi.

3.7.

La Commissione presenterà ogni anno al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull’attuazione del programma spaziale, sulla base di indicatori di performance da definire.

3.8.

Il programma, inoltre, sarà sottoposto a una valutazione almeno ogni quattro anni. Le conclusioni delle valutazioni, accompagnate dalle osservazioni della Commissione, saranno comunicate al Parlamento europeo, al Consiglio, al CESE e al Comitato delle regioni.

4.   Osservazioni generali

4.1.

In primo luogo, bisogna riconoscere che l’UE può sfruttare il fatto di avere sviluppato in tempo utile la propria politica spaziale, e di essere attualmente indipendente dalle altre potenze spaziali, compresa quella considerata in passato come un partner affidabile, ma diventata nel frattempo imprevedibile.

4.2.

Il CESE sostiene l’Unione nei suoi sforzi complementari per restare una grande potenza spaziale indipendente e dotarsi dei mezzi necessari per consolidare i suoi vantaggi tecnici. Il settore spaziale è un ambito che richiede risorse finanziarie notevoli. Non può esistere una politica spaziale ambiziosa priva di un bilancio adeguato.

4.3.

Non può non destare compiacimento, quindi, il fatto che il progetto di regolamento preveda di assegnare all’Unione mezzi finanziari all’altezza degli ambiziosi obiettivi che si è prefissa, nel caso specifico una dotazione di 16 miliardi di euro per il programma in oggetto, a titolo di «importo di riferimento privilegiato» minimo. Ne consegue che il Parlamento e il Consiglio, come pure la Commissione quando elabora il progetto di bilancio, si impegnano a non discostarsi di più del 10 % da tale importo per l’intera durata del programma (salvo circostanze eccezionali). Il CESE reitera tuttavia la richiesta di reperire, di concerto con la Banca europea per gli investimenti (BEI), nuove possibilità di finanziamento per sostenere progetti di ricerca, di concezione e di produzione nel settore spaziale per imprese private, PMI e start-up, ad esempio nei settori dei nanosatelliti, dei sistemi di propulsione miniaturizzati, del prolungamento della durata di vita dei satelliti, delle nuove applicazioni per l’osservazione della Terra e altro ancora.

4.4.

Inoltre, la ricerca e l’innovazione nel settore spaziale, che devono necessariamente essere rafforzate se l’Unione vuole restare all’avanguardia, possono essere finanziate attraverso il programma Orizzonte Europa nell’ambito del programma di lavoro «Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali», dotato di un bilancio di 13,5 miliardi di euro.

4.5.

In tale contesto non può non suscitare compiacimento il fatto che il Regno Unito intenda chiedere di continuare a partecipare al programma spaziale europeo anche dopo la Brexit. Il CESE si rammarica tuttavia del fatto che solo 20 degli attuali 28 Stati membri dell’UE siano membri dell’ESA.

4.6.

Per quanto concerne gli obiettivi specifici del programma spaziale, il CESE approva che le nuove applicazioni e i nuovi servizi tengano conto dei progressi compiuti in materia di autovetture a guida autonoma, di droni, di robot e di Internet degli oggetti (Galileo) e pongano l’accento, nell’interesse dell’umanità, sul monitoraggio dei cambiamenti climatici (ad esempio la sorveglianza delle emissioni antropiche di CO2 e di gas a effetto serra), la destinazione dei terreni a sostegno dell’agricoltura, l’osservazione delle regioni polari, la gestione delle foreste e delle acque e l’individuazione di piccoli oggetti (ad esempio imbarcazioni) per monitorare i traffici illeciti (Copernicus).

4.7.

Il CESE appoggia altresì la proposta di conferire maggiore autonomia e capacità rafforzate all’SST, al fine di proteggere le infrastrutture spaziali e la Terra dai rischi spaziali, e la creazione di nuove attività per l’osservazione dei detriti spaziali e dei fenomeni meteorologici spaziali estremi derivanti dall’attività solare o di asteroidi e comete (oggetti vicini alla Terra). Il problema dei detriti spaziali riguarda direttamente oltre 60 paesi che attualmente possiedono e gestiscono dei satelliti. La sorveglianza dello spazio è di fatto fondamentale, visto il rischio di danneggiare infrastrutture essenziali per la vita quotidiana dei cittadini, con le interruzioni dei servizi, i disagi e le perdite economiche che ne conseguirebbero.

4.8.

La nuova iniziativa riguardante il sistema Govsatcom risponde alle esigenze di comunicazioni europee sicure via satellite (sorveglianza delle frontiere, comunità marittima, compiti di polizia, protezione civile, aiuti umanitari, azione esterna dell’UE e altro) e permetterà di migliorare la sicurezza e l’indipendenza europea dai futuri sistemi e servizi sicuri di telecomunicazioni, obiettivo che il CESE non può che sostenere.

4.9.

L’UE può quindi vantare i suoi grandi successi nel settore spaziale. Il CESE constata tuttavia che l’Unione, nelle sue comunicazioni con i cittadini, mantiene un profilo molto basso circa i vantaggi che lo spazio rappresenta per la società e l’economia, Molti cittadini non sono consapevoli del fatto che quando, ad esempio, utilizzano un telefono cellulare, uno smartphone, un sistema di navigazione, oppure guardano la TV via satellite, viaggiano via terra, via mare e via aria, o ritirano dei soldi, stanno usando servizi spaziali. Bisognerà quindi fare in modo, grazie a un’adeguata campagna d’informazione, che i cittadini si rendano conto che le attività spaziali europee sono indispensabili nella loro vita quotidiana, promuovono l’occupazione, la crescita e gli investimenti, e costituiscono uno strumento per la loro sicurezza.

4.10.

Analogamente, l’Europa rimane ben lontana dal massimizzare i vantaggi che lo spazio rappresenta per la sua economia. Rimangono in grande misura sottoutilizzate le possibilità offerte dal programma di osservazione della Terra e l’enorme quantità di dati che esso produce. Il CESE chiede che venga avviata un’azione di informazione e di sensibilizzazione per i potenziali beneficiari, specie nel settore marittimo e dell’agricoltura.

4.11.

Come sottolinea la Commissione, il settore spaziale fa fronte a difficoltà legate alla sua insufficiente capacità di assumere personale adeguato. Il CESE ritiene che la scienza spaziale debba essere integrata nel sistema di istruzione, e che le università degli Stati membri debbano essere sensibilizzate in merito all’esigenza di offrire un master in ingegneria spaziale.

4.12.

Sul piano internazionale, l’Europa spaziale dovrà raccogliere la sfida di un’accanita concorrenza, dato che le attività spaziali divengono sempre più commerciali a causa di una crescente presenza del settore privato. I principali soggetti europei del settore svolgono la maggior parte delle loro attività al di fuori dell’Europa. Pertanto bisognerà assolutamente aumentare l’importanza del mercato interno e applicare un principio di «preferenza europea» nel settore spaziale.

4.13.

Come precisato dalla Commissione, lo spazio è parte di una catena del valore globale interessata da grandi cambiamenti, i quali stanno ampliando i confini tradizionali di questo settore. Questo «nuovo spazio» (New Space) sta rivoluzionando il settore spaziale, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche da quello dei modelli commerciali. Per questo motivo è importante che l’Unione sostenga attivamente l’intero settore spaziale, in particolare per quanto riguarda ricerca e sviluppo, start-up e incubatori di imprese attivi in questo settore. Il CESE si rammarica del fatto che, nel regolamento in esame, la Commissione si limiti ad annunciare che il programma spaziale sostiene la cooperazione tra imprese sotto forma di poli spaziali che riuniscono, a livello regionale e nazionale, gli operatori del settore spaziale e di quello digitale, senza ulteriori indicazioni circa il funzionamento e il finanziamento di tali poli.

Un progetto del genere, denominato «New Space» potrebbe consistere nello sviluppo dell’economia delle risorse spaziali (space mining = attività minerarie nello spazio), il cui obiettivo è estrarre e recuperare risorse naturali al di fuori dell’orbita terrestre. Ad esempio gli asteroidi possono contenere nichel, platino, ferro e cobalto. La NASA stima in 700 mila miliardi di dollari il valore della cintura di asteroidi (oltre un milione) che si trova tra Marte e Giove. Tali risorse potranno essere portate sulla Terra o essere utilizzate nello spazio come energia per i satelliti, oppure per costruire basi da cui far partire un’esplorazione spaziale che si spinga più lontano.

4.14.

Il Lussemburgo è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, ad adottare un quadro giuridico, da alcuni contestato, che autorizza la ricerca e l’utilizzo commerciale delle risorse spaziali. La BEI partecipa anch’essa al progetto con un ruolo di consulenza, allo stesso titolo dell’ESA, che prevede di fornire pareri e orientamenti tramite il proprio servizio di consulenza finanziaria in materia di innovazione.

4.15.

Il CESE ritiene che l’UE dovrebbe partecipare più attivamente, dal punto di vista tecnologico, finanziario e giuridico, alla ricerca sulle attività minerarie nello spazio, e fare in modo che tale progetto conservi un evidente valore europeo, mentre già adesso altre organizzazioni o imprese statunitensi, arabe o asiatiche si sono associate a questo progetto.

4.16.

Se vuole mantenere un accesso autonomo allo spazio, l’Europa ha bisogno di lanciatori adeguati per il mercato commerciale e per quello istituzionale. I razzi riutilizzabili rappresentano un passo avanti particolarmente promettente che ridurrà i costi e i tempi di rotazione tra i lanci. Sul mercato commerciale la concorrenza continua ad essere intensa e talvolta sleale. Il CESE invita la Commissione a studiare le modalità per sostenere la ricerca e le infrastrutture di lancio europee, alla luce dell’importanza vitale di mantenere un accesso indipendente dell’Europa allo spazio.

4.17.

Sebbene ai sensi del TFUE la competenza di definire i servizi di interesse generale spetti agli Stati membri, ciò non pregiudica in alcun modo le competenze dell’Unione di definire, al proprio livello, tali servizi, qualora questo risulti necessario per la realizzazione degli obiettivi dell’UE. Il CESE auspica che le istituzioni dell’UE riconoscano l’esistenza e la necessità di servizi di interesse generale dell’Unione negli ambiti in cui l’azione dell’UE risulta più efficace per rispondere ai suoi propri obiettivi, come è palese nel caso del settore spaziale.

Bruxelles, il 17 ottobre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  L’ESA passa così ad avere 22 Stati membri Siedono nel consiglio dei governatori dell’ESA gli organismi nazionali responsabili dello spazio di Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria. Anche il Canada partecipa al consiglio e ad alcuni progetti nel quadro di un accordo di cooperazione. La Slovenia è membro associato. Altri sette Stati dell’UE hanno concluso degli accordi di cooperazione con l’ESA: Bulgaria, Cipro, Croazia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovacchia.


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