Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 32014D0863

    Decisione di esecuzione 2014/863/PESC del Consiglio, del 1 °dicembre 2014 , che attua la decisione 2013/798/PESC concernente misure restrittive nei confronti della Repubblica centrafricana

    GU L 346 del 2.12.2014, p. 52–55 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    Legal status of the document In force

    ELI: http://data.europa.eu/eli/dec_impl/2014/863/oj

    2.12.2014   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    L 346/52


    DECISIONE DI ESECUZIONE 2014/863/PESC DEL CONSIGLIO

    del 1o dicembre 2014

    che attua la decisione 2013/798/PESC concernente misure restrittive nei confronti della Repubblica centrafricana

    IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 31, paragrafo 2,

    vista la decisione 2013/798/PESC del Consiglio, del 23 dicembre 2013, concernente misure restrittive nei confronti della Repubblica centrafricana (1), in particolare l'articolo 2 quater,

    considerando quanto segue:

    (1)

    Il 23 dicembre 2013 il Consiglio ha adottato la decisione 2013/798/PESC.

    (2)

    Il 4 novembre 2014 il Comitato delle sanzioni, istituito a norma della risoluzione 2127 (2013) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite («UNSCR»), ha aggiornato le informazioni relative alle tre persone nell'elenco delle persone e delle entità soggette alle misure stabilite dai punti 30 e 32 dell'UNSCR 2134 (2014).

    (3)

    È opportuno, pertanto, modificare di conseguenza l'allegato della decisione 2013/798/PESC,

    HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

    Articolo 1

    L'allegato della decisione 2013/798/PESC è sostituito dall'allegato della presente decisione.

    Articolo 2

    La presente decisione entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

    Fatto a Bruxelles, il 1o dicembre 2014

    Per il Consiglio

    Il presidente

    B. LORENZIN


    (1)  GU L 352 del 24.12.2013, pag. 51.


    ALLEGATO

    «ALLEGATO

    ELENCO DELLE PERSONE DI CUI ALL'ARTICOLO 2 bis E DELLE PERSONE E ENTITÀ DI CUI ALL'ARTICOLO 2 ter

    A.   Persone

    1.   François Yangouvonda BOZIZÉ (alias: a) Bozize Yangouvonda )

    Data di nascita: 14 ottobre 1946

    Luogo di nascita: Mouila, Gabon

    Cittadinanza: Repubblica centrafricana

    Indirizzo: Uganda

    Altre informazioni: Nome della madre: Martine Kofio

    Data di designazione dell'ONU: 9 maggio 2014

    Informazioni tratte dalla sintesi dei motivi dell'inserimento nell'elenco forniti dal comitato delle sanzioni:

    Bozizé è stato inserito nell'elenco il 9 maggio 2014 ai sensi del punto 36 della risoluzione 2134 (2014) in quanto persona tra quelle che “intraprendono o sostengono atti che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della CAR”.

    Informazioni supplementari

    Bozizé, unitamente ai suoi sostenitori, ha incoraggiato l'attacco del 5 dicembre 2013 a Bangui. Da allora, ha continuato a cercare di avviare operazioni di destabilizzazione al fine di mantenere le tensioni nella capitale della Repubblica centrafricana. Bozizé avrebbe creato il gruppo di miliziani anti-balaka prima di fuggire dalla CAR il 24 marzo 2013. In un comunicato, Bozizé ha chiesto alle sue milizie di perpetrare atrocità contro il regime attuale e gli islamici. Bozizé avrebbe fornito assistenza finanziaria e materiale ai miliziani che operano per destabilizzare la transizione in corso e per riportare Bozizé al potere. La maggior parte degli elementi anti-balaka sono membri delle forze armate centrafricane dispersi nelle campagne in seguito al colpo di Stato e successivamente riorganizzati da Bozizé. Bozizé e i suoi sostenitori controllano oltre la metà delle unità anti-balaka.

    Le forze leali a Bozizé, armate con fucili d'assalto, mortai e lanciarazzi, sono state sempre più coinvolte in rappresaglie contro la popolazione musulmana della CAR. La situazione nella Repubblica centrafricana si è rapidamente deteriorata dopo l'attacco perpetrato il 5 dicembre 2013 a Bangui dalle forze anti-balaka, che ha fatto oltre 700 morti.

    2.   Nourredine ADAM (alias: a) Nureldine Adam; b) Nourreldine Adam; c) Nourreddine Adam; d) Mahamat Nouradine Adam)

    Designazione: a) generale; b) ministro della sicurezza; c) direttore generale del “comitato straordinario per la difesa dei risultati democratici”

    Data di nascita: a) 1970 b) 1969 c) 1971 d) 1o gennaio 1970.

    Luogo di nascita: Ndele, Repubblica centrafricana

    Cittadinanza: Repubblica centrafricana Numero di passaporto: D00001184

    Indirizzo: Birao, Repubblica centrafricana

    Data di designazione dell'ONU: 9 maggio 2014

    Informazioni tratte dalla sintesi dei motivi dell'inserimento nell'elenco forniti dal comitato delle sanzioni:

    Nourredine è stato inserito nell'elenco il 9 maggio 2014 ai sensi del punto 36 della risoluzione 2134 (2014) in quanto persona tra quelle che “intraprendono o sostengono atti che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della CAR”.

    Informazioni supplementari

    Nourredine è uno dei leader iniziali della coalizione Séléka. È stato identificato sia come generale sia come presidente di uno dei gruppi di ribelli armati della Séléka, il Central PJCC, un gruppo formalmente conosciuto come la Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace e il cui acronimo è anche noto come CPJP. In qualità di ex capo del gruppo scissionista “Fundamental” della Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace (CPJP/F), è stato il coordinatore militare dell'ex-Séléka nel corso delle offensive della precedente ribellione nella Repubblica centrafricana, svoltasi tra inizio dicembre 2012 e marzo 2013. Senza l'assistenza e gli stretti rapporti di Nourredine con le Forze speciali ciadiane, la Séléka non sarebbe probabilmente riuscita a strappare il potere all'ex presidente del paese François Bozizé.

    In seguito alla nomina di Catherine Samba-Panza a presidente ad interim il 20 gennaio 2014, è stato uno dei principali artefici del ritiro tattico dell'ex-Séléka a Sibut, avente lo scopo di attuare il suo piano per la creazione di una roccaforte musulmana nel nord del paese. Ha chiaramente esortato le sue forze a resistere agli ordini del governo transitorio e dei leader militari della missione internazionale di sostegno alla Repubblica centrafricana sotto guida africana (MISCA). Nourredine dirige attivamente l'ex-Séléka, le forze dell'ex-Séléka che risulterebbero dissolte da Djotodia nel settembre 2013, guida le operazioni contro le zone cristiane e continua sostenere e dirigere in misura significativa l'ex-Séléka attiva nella Repubblica centrafricana.

    Nourredine è stato anche inserito nell'elenco il 9 maggio 2014 ai sensi del punto 37(b) della risoluzione 2134 (2014) in quanto persona tra quelle “implicate nel pianificare, dirigere o compiere atti che violano il diritto internazionale dei diritti umani o il diritto internazionale umanitario applicabili”.

    Informazioni supplementari

    Dopo che la Séléka ha assunto il controllo di Bangui il 24 marzo 2013, Nourredine Adam è stato nominato ministro della sicurezza e successivamente direttore generale del “comitato straordinario per la difesa dei risultati democratici” (Comité extraordinaire de défense des acquis démocratiques — CEDAD, un servizio di intelligence centrafricano che ora non esiste più). Nourredine Adam ha impiegato il CEDAD come forza di polizia politica personale incaricata di eseguire numerosi arresti arbitrari, atti di tortura ed esecuzioni sommarie. Inoltre, è stato una delle principali figure dietro la sanguinosa operazione di Boy Rabe. Nell'agosto 2013, le forze Séléka hanno attaccato Boy Rabe, una zona della Repubblica centrafricana considerata un bastione dei sostenitori di François Bozizé e del suo gruppo etnico. Con il pretesto di cercare depositi clandestini di armi, le truppe Séléka avrebbero ucciso numerosi civili e quindi saccheggiato con violenza la zona. Quando tali attacchi si sono estesi ad altri quartieri, migliaia di residenti hanno invaso l'aeroporto internazionale, ritenuto un luogo sicuro data la presenza di truppe francesi, occupandone la pista.

    Nourredine è stato anche inserito nell'elenco il 9 maggio 2014 ai sensi del punto 37(d) della risoluzione 2134 (2014) in quanto persona tra quelle che “forniscono sostegno a gruppi armati o a reti criminali mediante lo sfruttamento illecito delle risorse naturali”.

    Informazioni supplementari

    A inizio 2013, Nourredine Adam ha svolto un importante ruolo nell'ambito delle reti di finanziamento dell'ex-Séléka. Si è recato in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati arabi uniti per raccogliere fondi per la precedente ribellione. Ha inoltre svolto la funzione di mediatore per il cartello ciadiano di traffico di diamanti attivo tra la Repubblica centrafricana e il Ciad.

    3.   Levy YAKETE (alias: a) Levi Yakite; b) Levy Yakété; c) Levi Yakété)

    Data di nascita: a) 14 agosto 1964 b) 1965

    Luogo di nascita: Bangui, Repubblica centrafricana

    Cittadinanza: Repubblica centrafricana

    Indirizzo: Nantes, Francia

    Altre informazioni: Nome del padre: Pierre Yakété; nome della madre: Joséphine Yamazon

    Data di designazione dell'ONU: 9 maggio 2014

    Informazioni tratte dalla sintesi dei motivi dell'inserimento nell'elenco forniti dal comitato delle sanzioni:

    Yakete è stato inserito nell'elenco il 9 maggio 2014 ai sensi del punto 36 della risoluzione 2134 (2014) in quanto persona tra quelle che “intraprendono o sostengono atti che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della CAR”.

    Informazioni supplementari

    Il 17 dicembre 2013, Yakete ha assunto l'incarico di coordinatore politico del nuovo gruppo di ribelli anti-balaka denominato “Movimento di resistenza popolare per la riforma della Repubblica centrafricana”. Ha partecipato direttamente alle decisioni di un gruppo di ribelli coinvolto in atti che hanno minato la pace, la stabilità e la sicurezza del paese, in particolare il 5 dicembre 2013 e in seguito. Questo gruppo è stato inoltre esplicitamente menzionato nelle risoluzioni 2127, 2134 e 2149 per tali atti. Yakete è stato accusato di aver ordinato l'arresto di persone collegate alla Séléka, di aver chiesto l'aggressione di oppositori del presidente Bozizé e di aver reclutato giovani miliziani per attaccare con il machete chi è ostile al regime. Rimasto nell'entourage di François Bozizé dopo il marzo 2013, si è unito al fronte per il ripristino dell'ordine costituzionale nella Repubblica centrafricana (Front pour le Retour à l'Ordre Constitutionnel en CentrAfrique — FROCCA), mirante a riportare al potere con qualsiasi mezzo il presidente destituito.

    A fine estate 2013 si è recato in Camerun e Benin dove ha cercato di reclutare combattenti contro la Séléka. Nel settembre 2013 ha provato a recuperare il controllo delle operazioni condotte dai combattenti pro-Bozizé nelle città e nei villaggi nei pressi di Bossangoa. Yakete è anche sospettato di aver promosso la distribuzione di machete a giovani disoccupati cristiani per facilitare gli attacchi contro i musulmani.

    B.   Entità»


    Top