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Document 52021IP0291

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2021 sull'inclusione di ONG tedesche nell'elenco delle «organizzazioni non gradite» da parte della Russia e la detenzione di Andrei Pivovarov (2021/2749(RSP))

GU C 67 del 8.2.2022, pp. 107–112 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

8.2.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 67/107


P9_TA(2021)0291

L'inclusione di ONG tedesche nell'elenco delle «organizzazioni non gradite» da parte della Russia e la detenzione di Andrei Pivovarov

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2021 sull'inclusione di ONG tedesche nell'elenco delle «organizzazioni non gradite» da parte della Russia e la detenzione di Andrei Pivovarov (2021/2749(RSP))

(2022/C 67/13)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, tra cui la sua risoluzione del 29 aprile 2021 sulla Russia, il caso di Alexei Navalny, il dispiegamento militare ai confini con l'Ucraina e gli attacchi russi nella Repubblica ceca (1) e la sua risoluzione del 12 maggio 2016 sui tatari di Crimea (2),

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

visti la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e i relativi protocolli, in particolare l'articolo 10 sul diritto alla libertà di espressione e l'articolo 11 sul diritto alla libertà di riunione e di associazione,

visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

visti la Costituzione della Federazione russa e gli obblighi internazionali in materia di diritti umani che la Russia si è impegnata a rispettare in quanto membro del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e delle Nazioni Unite,

visto il parere n. 814/2015 della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa, del 13 giugno 2016, sulla legge federale russa n. 129-FZ relativa alla modifica di taluni atti legislativi (legge federale sulle attività non gradite di organizzazioni non governative estere e internazionali),

vista la dichiarazione del 1o maggio 2021 dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a nome dell'UE sull'imposizione di misure restrittive contro otto cittadini dell'UE,

vista la dichiarazione del 15 maggio 2021 dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a nome dell'UE sulla pubblicazione di un elenco dei cosiddetti «paesi ostili»,

vista la dichiarazione resa dal portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) il 27 maggio 2021 sull'inclusione di ONG tedesche nell'elenco delle «organizzazioni non gradite»,

vista la dichiarazione rilasciata il 1o giugno 2021 dal portavoce del SEAE in merito alla detenzione di Andrei Pivovarov,

vista la dichiarazione rilasciata il 4 giugno 2021 dal portavoce del SEAE in merito alla legge sulle cosiddette «organizzazioni estremiste»,

vista la dichiarazione rilasciata il 3 giugno 2021 dal presidente della delegazione alla commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia sull'arresto di Andrey Pivovarov, direttore della dissolta ONG «Open Russia», a bordo di un aereo commerciale dell'UE in procinto di decollare dall'aeroporto di San Pietroburgo,

visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che l'esercizio della libertà di opinione, di espressione, di associazione e di riunione pacifica è un diritto fondamentale sancito nella Costituzione della Federazione russa, nonché in numerosi strumenti giuridici internazionali che la Russia si è impegnata a rispettare, tra cui la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo; che il primato del diritto internazionale costituisce un obbligo per la Russia, che non può essere modificato e a cui non si può derogare sulla base delle recenti modifiche costituzionali;

B.

considerando che la Federazione russa ha recentemente adottato leggi repressive che hanno notevolmente ampliato il campo delle persone e dei gruppi che possono essere designati come «agenti stranieri» e hanno inasprito le restrizioni e i requisiti loro imposti, nonché le sanzioni in caso di violazione degli stessi;

C.

considerando che le organizzazioni non governative (ONG) svolgono un ruolo cruciale nelle società democratiche moderne, consentendo ai cittadini di cooperare al fine di promuovere vari obiettivi legittimi, quale forma di partecipazione pubblica indispensabile che integra, prepara e monitora il processo decisionale politico formale; che le ONG svolgono pertanto un ruolo politico importante e, pur nel rispetto della legge, devono mantenere la loro indipendenza da qualsiasi indebita interferenza da parte delle autorità pubbliche;

D.

considerando che la legge federale russa sulle attività non gradite di organizzazioni non governative straniere e internazionali consente di considerare non gradite sul territorio della Federazione russa le attività di organizzazioni non governative straniere e internazionali; che le organizzazioni dichiarate non gradite dalle autorità russe subiscono restrizioni della loro libertà di associazione, in quanto viene impedito lo svolgimento delle loro attività e vengono introdotte sanzioni amministrative e penali correlate a tali attività; che le autorità russe hanno fatto ricorso a tale legge per facilitare la repressione delle organizzazioni indipendenti della società civile attive in Russia;

E.

considerando che, con l'adozione di tali leggi, la Federazione russa ha concesso alle autorità il controllo quasi totale sulle organizzazioni indipendenti della società civile e ha autorizzato l'autorità russa di vigilanza sui media (Roskomnadzor) a bloccare le risorse online; che le autorità russe hanno vietato raduni in luoghi pubblici, hanno limitato il diritto di partecipare a manifestazioni individuali e hanno imposto ulteriori restrizioni ai giornalisti che si occupano di tali proteste;

F.

considerando che il 12 gennaio 2021 il garante russo delle telecomunicazioni, Roskomnadzor, ha stilato i suoi primi otto protocolli amministrativi — tutti contro Radio Free Europe/Radio Liberty — per violazione della legge sugli «agenti stranieri»; che la legislazione riguarda ormai anche i singoli reporter; che, ad oggi, Roskomnadzor ha notificato a Radio Free Europe/Radio Liberty 520 violazioni delle sue restrizioni in materia di etichettatura, le quali dovrebbero tradursi — una volta deliberate dai tribunali russi — in ammende per un valore di 2,4 milioni di USD; che a maggio le autorità russe hanno iniziato a confiscare beni dall'ufficio moscovita di Radio Free Europe/Radio Liberty;

G.

considerando che l'ultimo disegno di legge adottato dalla Duma di Stato e dal Consiglio di Federazione nel maggio 2021 ha drasticamente limitato i diritti e le libertà in Russia imponendo severe restrizioni alle persone che criticano il governo, impedendo loro di partecipare alla vita pubblica e di candidarsi alle elezioni a qualsiasi livello, comprese le elezioni parlamentari del 2021, qualora esse abbiano fondato o guidato un'organizzazione che tale progetto di legge ora designa come «estremista» o «terrorista» o abbiano lavorato per tali organizzazioni o partecipato in altro modo alle loro attività;

H.

considerando che tale progetto di legge prevede anche la sua applicazione retroattiva ed è diretto contro la fondazione anticorruzione di Aleksei Navalny, che è già stata dichiarata «agente straniero» e ora sta per essere designata come «organizzazione estremista»;

I.

considerando che la Federazione russa ha inoltre ampliato il campo di applicazione della legge sulle «organizzazioni non gradite» introducendo il divieto di partecipare alle loro attività all'estero e assegnando lo stato di «non gradite» ad organizzazioni che si ritiene siano intermediari nelle transazioni finanziarie con le organizzazioni già messe al bando;

J.

considerando che la Federazione russa ha designato numerose ONG internazionali e straniere come «non gradite», tra cui le statunitensi International Republican Institute, National Democratic Institute, National Endowment for Democracy e l'Atlantic Council, così come quelle finanziate dall'UE, quali il Fondo europeo per la democrazia, l'Association of Schools of Political Studies del Consiglio d'Europa, il Congresso mondiale ucraino e gli organi di comunicazione gestiti da Radio Free Europe/Radio Liberty, oltre alla decisione del procuratore generale russo del 26 maggio 2021 di classificare come «non gradite» tre ONG tedesche, tra cui il Forum Russischsprachiger Europäer e.V., Zentrum für die Liberale Moderne GmbHDeutsch-Russischer Austausch e.V.;

K.

considerando che una società civile attiva rappresenta una componente cruciale di una società democratica e aperta, nonché per la salvaguardia dei diritti umani e dello Stato di diritto;

L.

considerando che la Duma di Stato, adottando tali disegni di legge che prevedono un'applicazione immediata della responsabilità penale, ha preso di mira il movimento civico Open Russia, una rete a favore della democrazia e dei diritti umani, che è stata quindi costretta a sciogliersi al fine di proteggere i suoi attivisti e sostenitori da ulteriori azioni penali;

M.

considerando che il 27 maggio 2021 Open Russia ha annunciato che avrebbe cessato le sue attività onde tutelare il suo personale e i suoi membri da eventuali azioni penali nell'ambito della legislazione russa sulle «organizzazioni non gradite»;

N.

considerando che il 31 maggio 2021, l'ex leader del movimento Russia aperta, Andrei Pivovarov, è stato prelevato da un aereo polacco della LOT in fase di rullaggio a San Pietroburgo, detenuto arbitrariamente e due giorni dopo posto in custodia cautelare per due mesi con l'accusa di aver «svolto attività di un'organizzazione non gradita», per la quale rischia fino a sei anni di reclusione; che anche l'attivista di Nizhny Novgorod, Mikhail Iosilevich, è tra coloro che sono attualmente perseguiti penalmente e detenuti con le stesse accuse;

O.

considerando che tali azioni si aggiungono alla pletora di procedimenti penali di matrice politica avviati dalla Federazione russa nei confronti di persone che esprimono opinioni dissenzienti o che hanno annunciato la loro intenzione di candidarsi alle elezioni parlamentari previste a settembre 2021 in Russia, come l'incarcerazione del militante impegnato nella lotta contro la corruzione e politico dell'opposizione Aleksei Navalny o la condanna a cinque anni con sospensione della pena inflitta al blogger dell'opposizione di sinistra e politico Nikolai Platoshkin; richiama altresì l'attenzione sui recenti casi contro il politico dell'opposizione Dmitry Gudkov, contro mezzi di informazione quali Radio Free Europe/Radio Liberty, Meduza e VTimes, e alcuni giornalisti accusati di essere «agenti stranieri»; che anche le riviste studentesche sono oggetto di misure repressive; che secondo il Centro per i diritti umani Memorial, le autorità russe detengono attualmente quasi 400 prigionieri politici in violazione degli obblighi della Federazione russa;

P.

considerando che le autorità russe hanno represso severamente i manifestanti pacifici che sono scesi in strada in tutto il paese per sostenere Aleksei Navalny e protestare contro la corruzione e l'ingiustizia; che, secondo l'organizzazione di monitoraggio russa OVD-Info, oltre 11 000 manifestanti sono stati arrestati durante tre giorni di proteste a gennaio e febbraio, tra cui decine di giornalisti indipendenti e difensori dei diritti umani che riferivano delle proteste o le monitoravano; che migliaia di procedimenti amministrativi e più di 100 casi penali sono stati avviati in tutto il paese e che sono in corso ulteriori arresti e detenzioni sulla base di accuse false;

Q.

considerando che, secondo numerose segnalazioni, i manifestanti pacifici condannati alla «detenzione amministrativa» sono stati sottoposti a maltrattamenti, compresi, tra l'altro, la collocazione in strutture di detenzione gravemente sovraffollate, il diniego di cibo e acqua per diverse ore e il fatto di essere costretti a trascorrere lunghi periodi di tempo (diverse ore alla volta, spesso di notte) in furgoni di polizia durante il trasferimento; che le persone che hanno partecipato alle proteste hanno anche riferito di essere state minacciate di espulsione, o sono state espulse da università o collegi o hanno perso il lavoro; che anche i manifestanti pacifici, compresi gli anziani e i bambini, sono stati sottoposti a un uso eccessivo della forza da parte della polizia antisommossa;

R.

considerando che è fondamentale garantire nell'ambito di una strategia globale dell'UE nei confronti della Russia che l'impegno con la Russia non comprometta i valori della democrazia e la tutela dei diritti umani;

S.

considerando che il regime del Cremlino sta facendo tutto ciò che è in suo potere per isolare il popolo russo dalla comunità internazionale e privarlo della speranza di un futuro democratico, anche ricorrendo a varie modalità per vietare ai candidati dell'opposizione di partecipare alle elezioni parlamentari del 2021 in Russia;

T.

considerando che le ricerche condotte dal Centro Levada mostrano che il partito Russia Unita al potere è secondo i sondaggi al minimo storico, dopo aver sostenuto una riforma delle pensioni impopolare ed essere riuscito a far adottare un progetto di modifiche costituzionali, tra cui una che potrebbe consentire al Presidente Vladimir Putin di rimanere in carica fino al 2036; che la crescente repressione nei confronti della società civile e dell'opposizione politica da parte delle autorità russe rivela che le autorità russe temono il malcontento popolare per gli scarsi risultati socioeconomici del paese e la corruzione della classe dirigente;

1.

invita le autorità russe a:

a)

rilasciare immediatamente e incondizionatamente Andrei Pivovarov e a ritirare tutte le accuse nei suoi confronti e di tutte le altre persone perseguite a norma della legge sulle «organizzazioni non gradite» o comunque detenute arbitrariamente;

b)

porre fine a tutte le rappresaglie contro gli oppositori politici e altre voci critiche nel paese; garantire a tutti i partiti politici parità di accesso e pari opportunità durante le elezioni;

c)

porre fine ai procedimenti penali nei confronti di difensori e attivisti dei diritti umani nel quadro della legge sugli «agenti stranieri» e della legge sulle «organizzazioni non gradite», revocare tale legislazione discriminatoria e annullare la decisione del procuratore generale russo di classificare «non gradite» tre ONG tedesche come pure altre ONG straniere, complessivamente 34;

d)

abrogare la legislazione recentemente adottata e smettere di creare nuove leggi speciali o di abusare di altre leggi penali o amministrative convenzionali che introducono nuove e ampie restrizioni nei confronti della società civile indipendente, del diritto alla libertà di riunione pacifica e di associazione e dell'accesso alle informazioni online, nonché rivedere la propria legislazione e allinearla ai propri obblighi internazionali, al diritto internazionale in materia di diritti umani e alla propria Costituzione;

e)

astenersi dall'adottare la legislazione supplementare attualmente in fase di preparazione che vieterebbe al personale o ai sostenitori di organizzazioni elencate arbitrariamente come «non gradite» di partecipare alle elezioni;

f)

riconoscere il contributo positivo di una società civile dinamica e attiva allo stato della democrazia e della società e garantire un contesto favorevole in cui le organizzazioni e gli attivisti della società civile possano contribuire liberamente alla promozione e alla tutela dei diritti umani, delle libertà fondamentali e del benessere sociale;

g)

rivedere e allineare al diritto internazionale in materia di diritti umani altre normative utilizzate per limitare la libertà di espressione, compresa la legislazione russa sulle campagne di disinformazione, sulla lotta all'estremismo e al terrorismo;

h)

rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i manifestanti pacifici e gli altri attivisti e politici della società civile, compresi Aleksei Navalny e coloro che sono stati arrestati e detenuti per «illeciti» amministrativi pretestuosi o perseguiti con accuse penali false unicamente per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, tra cui giornalisti, avvocati, attivisti dell'opposizione, difensori dei diritti umani e altri attori della società civile, compresi i membri del personale e gli associati di Aleksei Navalny e della sua Fondazione anticorruzione;

i)

contribuire alla promozione dei contatti interpersonali a beneficio sia della Federazione russa che dell'Unione europea;

2.

invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Consiglio, le delegazioni dell'UE, gli Stati membri e la Commissione, in preparazione della strategia globale dell'UE nei confronti della Russia e in risposta all'erosione dello Stato di diritto, delle libertà fondamentali e dei diritti umani in Russia, a concentrarsi sui seguenti aspetti:

a)

introduzione di una nuova condizionalità nelle relazioni UE-Russia volta a porre fine alla repressione nel paese nei confronti di attivisti politici e della società civile, difensori dei diritti umani e avvocati, politici dell'opposizione, giornalisti, media indipendenti, sindacati e ONG e, ove tale situazione non sia affrontata introducendo nuove sanzioni dell'UE, negando ad esempio agli oligarchi russi e ai funzionari responsabili di violazioni dei diritti umani l'accesso all'acquisto di immobili, ai visti, ai prodotti finanziari, ecc. nell'UE;

b)

adozione di misure nell'ambito delle relazioni UE-Russia e di qualsiasi dialogo con la Russia per affrontare la questione dei diritti umani allo scopo di evidenziare con precisione la gravità della repressione dei diritti umani nel paese, in particolare dal gennaio 2021 ad oggi; continua testimonianza di solidarietà e dimostrazione di unità di azione allo scopo di coordinare le posizioni sulla Russia per limitare l'impatto negativo delle leggi restrittive recentemente adottate in Russia, e presa in considerazione dell'idea di ripartire l'onere delle sanzioni economiche sul regime russo tra gli Stati membri in uno spirito di equità, bloccando il proseguimento di progetti strategici come Nord Stream 2 e integrando l'attuale regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani con un regime analogo anticorruzione;

c)

intervento coordinato per contrastare e limitare l'impatto negativo delle leggi restrittive recentemente adottate in Russia e priorità al dialogo strategico con gli attivisti per la democrazia e i diritti umani in Russia, in particolare integrando i diritti umani, tra cui la parità di genere, e la consultazione della società civile in tutti i dialoghi e ambiti della cooperazione UE-Russia, anche mediante la collaborazione in materia di digitalizzazione, cambiamento climatico e programmi di cooperazione in materia di istruzione e cultura, effettuando al contempo valutazioni periodiche dell'impatto sui diritti umani per riesaminare tale collaborazione;

d)

valutazione di quali istituzioni, organizzazioni e organi di comunicazione con stretti legami con il governo russo debbano essere monitorati in relazione alle loro attività nell'UE;

e)

maggiore sostegno ai difensori dei diritti umani, alle ONG e ai media indipendenti, alla società civile e ai difensori delle libertà politiche e civili in Russia, dimostrando ad esempio un impegno più costante e di alto livello riguardo ai singoli casi fondamentali che destano preoccupazione, tra cui l'avvelenamento di Vladimir Kara-Murza, sfruttando appieno le visite degli ambasciatori e di altri funzionari nelle regioni per sollevare preoccupazioni in materia di diritti umani e incontrare i difensori dei diritti umani e la società civile, utilizzando in maniera strategica i social media, gli articoli di opinione e gli interventi stampa per esprimere sostegno ai difensori dei diritti umani, anche in russo e tramite canali russi indipendenti, nonché sostenendo i giornalisti indipendenti in Russia con azioni diplomatiche/consolari qualora siano a rischio, tra cui una politica flessibile dei visti; il Parlamento, pur sottolineando che tale cooperazione con la società civile deve essere un pilastro del futuro approccio strategico dell'UE nei confronti della Russia, esorta gli Stati membri a prendere in considerazione la possibilità di accogliere dalla Russia le ONG minacciate o messe al bando e di consentire loro di operare dal territorio dell'UE, se necessario, e di potenziare il loro sostegno al lavoro dei difensori dei diritti umani e, se del caso, di agevolare il rilascio di visti di emergenza e di fornire un alloggio temporaneo negli Stati membri dell'UE;

f)

necessità di proseguire la cooperazione con la società civile russa e quindi di fronteggiare i crescenti ostacoli che le autorità russe frappongono ai contatti interpersonali, alla cooperazione della società civile e al sostegno alle organizzazioni della società civile russa;

g)

condanna delle nuove forme di repressione sommersa volte a sanzionare, sia nella capitale che altrove, la partecipazione di dipendenti, medici ospedalieri, docenti e operatori dei servizi sociali alle manifestazioni o il loro sostegno agli oppositori dell'attuale regime;

h)

necessità che l'UE e i suoi Stati membri sollevino con urgenza, in sede di Consiglio d'Europa, la questione relativa all'adozione di recenti atti legislativi autoritari da parte della Federazione russa, alla luce dell'adempimento dei suoi obblighi internazionali nell'ambito del Consiglio d'Europa;

i)

azione coordinata con partner internazionali affini, tra cui i paesi del G7, per esortare le autorità russe ad arrestare la repressione interna contro attivisti filodemocratici e della società civile nonché difensori dei diritti umani, che dovrebbe comprendere anche interventi pubblici e di alto livello, iniziative coordinate e un controllo costante nei consessi internazionali e regionali sui diritti umani, quali il Consiglio d'Europa, l'OSCE e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

j)

svolgimento di valutazioni d'impatto periodiche sui diritti umani per garantire che il dialogo con le autorità russe non comprometta gli obiettivi in materia di diritti umani e non contribuisca, direttamente o indirettamente, alla violazione dei medesimi;

k)

incoraggiamento delle città dell'UE che hanno progetti di gemellaggio attivi con le loro omologhe russe a riesaminare e aggiornare tali accordi per tenere conto della dimensione dei diritti umani e a concentrare la cooperazione essenzialmente sulla società civile e sui contatti interpersonali;

l)

osservanza dell'invito rivolto dal Parlamento alla delegazione dell'UE e alle rappresentanze diplomatiche nazionali in Russia affinché seguano da vicino le condizioni e i processi dei singoli prigionieri politici in loco, offrano loro e alle loro famiglie tutta l'assistenza necessaria e collaborino per garantirne la rapida liberazione;

m)

impegno a evitare di conferire legittimità ai funzionari responsabili di violazioni dei diritti umani e repressione, garantendo, ad esempio, che gli ambasciatori e i visitatori di spicco evitino riunioni discrezionali con funzionari coinvolti nella repressione, ad esempio con deputati alla Duma di Stato coinvolti nell'elaborazione della legge sugli «agenti stranieri» come Andrei Klimov; monitoraggio a tale riguardo dei forum bilaterali quali il dialogo di Trianon e il dialogo di Sochi; valutazione della loro eventuale sospensione, seguendo l'esempio del dialogo di Pietroburgo, che ha deciso di non riunirsi più fintantoché alcuni dei suoi membri fossero discriminati in quanto «organizzazioni straniere non gradite»;

3.

esprime sostegno a tutti gli individui e a tutte le organizzazioni che sono vittime della repressione ed esorta le autorità russe a porre fine ai loro atti di vessazione e intimidazione e ai loro attacchi alla società civile, ai media e alle organizzazioni e agli attivisti per i diritti umani; condanna l'incapacità delle autorità russe di tutelare tali soggetti da attacchi, vessazioni e intimidazioni da parte di terzi o di indagare in modo imparziale su tali attacchi;

4.

ricorda a tutte le imprese che operano in Russia di agire con particolare diligenza e ad adempiere alla propria responsabilità di rispettare i diritti umani, in linea con i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; esprime preoccupazione per il fatto che politici europei di spicco accettino contratti lucrativi con società di proprietà del Cremlino o ad esso collegate quali Gazprom o Rosnieft;

5.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e al Presidente, al governo e alla Duma di Stato della Federazione russa.

(1)  Testi approvati, P9_TA(2021)0159.

(2)  GU C 76 del 28.2.2018, pag. 27.


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