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Document 52020XR3956

    Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sul Barometro regionale e locale annuale 2020 — Gli enti locali e regionali dinanzi alla COVID-19 e il loro ruolo nella costruzione della ripresa

    COR 2020/03956

    GU C 440 del 18.12.2020, p. 1–3 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    18.12.2020   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 440/1


    Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sul Barometro regionale e locale annuale 2020 — Gli enti locali e regionali dinanzi alla COVID-19 e il loro ruolo nella costruzione della ripresa

    (2020/C 440/01)

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),

    vista la sua relazione Barometro regionale e locale annuale 2020, fondata su un approccio inclusivo, fattuale e basato su dati concreti, che coinvolge molteplici partner e istituzioni;

    considerando che l’obiettivo della relazione è quello di riflettere sulla dimensione regionale e locale dello stato dell’Unione, fornire ai responsabili politici a livello europeo, nazionale, regionale e locale dati sulle sfide più urgenti per l’anno a venire e formulare raccomandazioni essenziali per guidare le risposte politiche dell’Europa. Tali raccomandazioni dovrebbero consentire lo svolgimento di dibattiti aperti e inclusivi a tutti i livelli al fine di spiegare le scelte da compiere e rafforzare la legittimità delle decisioni da adottare;

    considerando che gli enti locali e regionali sono in prima linea nella gestione della crisi, dal momento che sono responsabili di aspetti fondamentali delle misure di contenimento, dell’assistenza sanitaria, dei servizi sociali e dello sviluppo economico, responsabilità queste che sono ripartite tra i diversi livelli di governance degli Stati membri;

    considerando che l’impatto della crisi della COVID-19 è estremamente diversificato e presenta una forte dimensione territoriale che ha implicazioni importanti per la gestione della crisi e le risposte a livello politico;

    considerando che le amministrazioni subnazionali svolgono un ruolo di primo piano nella gestione della crisi della COVID - 19 sia attraverso le loro decisioni e azioni politiche, sia attraverso l’attuazione delle politiche decise ad altri livelli di governance;

    1.

    sottolinea l’importanza della governance multilivello e la necessità di un coordinamento nella gestione dell’assistenza sanitaria di emergenza e nella cooperazione sanitaria transfrontaliera, al fine di garantire una risposta coerente ed efficiente alle crisi future;

    2.

    sottolinea che, secondo un sondaggio d’opinione condotto nel settembre 2020 per conto del CdR sul punto di vista dei cittadini dell’UE in merito alla crisi causata dal coronavirus e sul ruolo degli enti locali e regionali, questi ultimi rimangono, nell’UE, il livello di governance che riscuote maggiore fiducia (52 %), anche per quanto riguarda l’adozione, ora e in futuro, di misure adeguate per superare l’impatto economico e sociale della crisi del coronavirus (48 %). Una netta maggioranza di europei (58 %) ritiene inoltre che una maggiore influenza da parte degli enti regionali e locali avrebbe un effetto positivo sulla capacità dell’UE di risolvere i problemi, e questo è il punto di vista prevalente in tutti gli Stati membri;

    3.

    sottolinea che la crisi ha determinato un aumento della spesa e una riduzione delle entrate per gli enti locali e regionali, e chiede che essi ricevano risorse sufficienti dai governi centrali e dall’UE per rafforzare i loro sistemi sanitari nell’immediato e a lungo termine. Le disparità regionali a livello di sistemi sanitari e le strozzature nella preparazione alle emergenze dovrebbero essere affrontate dalle autorità nazionali competenti. Il programma EU4Health, la riserva rescEU e le misure di flessibilità dovrebbero integrare tali sforzi;

    4.

    sottolinea che il Barometro regionale e locale annuale 2020 dimostra che i criteri per ricevere finanziamenti dovrebbero consentire di tenere conto delle specificità regionali e dovrebbero essere basati su una serie completa di indicatori che rispecchino i diversi livelli di esposizione e vulnerabilità, in particolare in relazione alla perdita di PIL dall’inizio della crisi, alla quota di settori a rischio, alla dipendenza dal turismo, dal commercio e dai trasporti transfrontalieri e internazionali e alla quota di lavoratori autonomi e PMI dell’economia regionale;

    5.

    sottolinea che il dispositivo per la ripresa e la resilienza, attorno al quale ruota il piano di ripresa dell’UE, non deve ignorare la dimensione territoriale: le amministrazioni subnazionali devono essere strettamente coinvolte nella definizione dei piani nazionali ed elaborare i loro piani di ripresa regionali e locali in modo coerente con quelli a livello UE e nazionale. Il semestre europeo, in quanto meccanismo di governance di tale dispositivo, deve includere un codice di condotta per il coinvolgimento degli enti locali e regionali, nel rispetto dei principi di partenariato e di sussidiarietà attiva;

    6.

    ricorda che le PMI e i settori maggiormente colpiti, come i trasporti, il turismo e il settore culturale, hanno bisogno di accedere a un ventaglio di strumenti di sostegno finanziario sostenibili, quali sovvenzioni pubbliche, capitale di rischio e accesso al credito a condizioni di rimborso agevolate a lungo termine;

    7.

    insiste sulla necessità di un rapido accordo sul nuovo strumento per la ripresa (e sul QFP), in modo che le risorse possano essere mobilitate rapidamente per far fronte agli effetti negativi della crisi, sostenendo l’economia e la creazione di posti di lavoro a livello locale;

    8.

    sottolinea che le disuguaglianze sociali, intergenerazionali e di genere sono state drasticamente aggravate dall’impatto disastroso della COVID-19 in tutta Europa, compromettendo un decennio di progressi in soli sei mesi. Onde limitare le conseguenze a lungo termine di questa pandemia, la ripresa economica deve quindi poggiare su politiche mirate, ambiziose e adeguatamente finanziate, che trovino un equilibrio tra le priorità economiche e quelle sociali e sanitarie;

    9.

    sottolinea che gli abitanti delle città e delle regioni maggiormente colpite dai cambiamenti climatici, da un ambiente degradato e da ecosistemi naturali indeboliti sono maggiormente esposti alla diffusione di agenti patogeni. Insiste pertanto affinché la Commissione europea e gli Stati membri utilizzino l’attuale crisi come un’opportunità per combinare la ripresa post-pandemia con una transizione accelerata verso un’Unione europea a impatto climatico zero entro il 2050;

    10.

    esorta le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a garantire una migliore integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) nel quadro di un semestre europeo rinnovato, basato sulla dimensione territoriale e riformato, in modo da collegare più efficacemente il piano di ripresa, il Green Deal e il pilastro europeo dei diritti sociali;

    11.

    sottolinea che la crisi ha trasformato l’accesso a tecnologie e infrastrutture informatiche al passo con i tempi in una risorsa ancora più fondamentale, e chiede che si affronti il «divario digitale», che si raggiunga un’elevata connettività in tutte le regioni e i comuni dell’UE, comprese le zone rurali, periferiche, ultraperiferiche e geograficamente svantaggiate, e che si garantisca che i cittadini di qualsiasi età e livello socioeconomico possano adattarsi alla crisi e all’evoluzione del mondo del lavoro;

    12.

    deplora il fatto che le nuove misure volte ad accrescere la flessibilità e ad accelerare l’utilizzo dei finanziamenti della politica di coesione comportino il rischio di una maggiore centralizzazione a livello degli Stati membri; chiede pertanto che eventuali riassegnazioni di risorse e modifiche ai programmi della politica di coesione siano effettuate in linea con i principi di sussidiarietà, di partenariato e di governance multilivello, coinvolgendo pienamente gli enti locali e regionali nei processi decisionali sulla [ri]programmazione degli investimenti nel quadro di REACT-EU. Sottolinea che la flessibilità, in particolare la rinuncia alla concentrazione tematica, dovrebbe rimanere di natura temporanea, e che si dovrebbe prevedere un ritorno alle norme ordinarie per i programmi della politica di coesione non appena le condizioni lo consentiranno;

    13.

    fa notare che le regioni con il maggior numero di persone anziane (ossia oltre i 65 anni) sono state particolarmente colpite dall’epidemia di COVID-19 e che le persone appartenenti a questa fascia di età sono maggiormente a rischio di contrarre il virus. Sottolinea pertanto la costante necessità dello scambio di buone pratiche su come proteggere efficacemente le persone anziane, anche facilitando loro l’accesso alla telemedicina;

    14.

    invita la Commissione, alla luce del numero di strumenti di sostegno e delle modifiche alle norme esistenti e future sull’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei, a garantire che vi sia sufficiente chiarezza per quanto riguarda l’interazione tra i diversi nuovi meccanismi, quali REACT-EU, il Fondo per una transizione giusta e il dispositivo per la ripresa e la resilienza, da un lato, e i regimi nazionali e UE esistenti, dall’altro, per evitare ulteriori complessità e tassi di assorbimento potenzialmente bassi; sottolinea a questo proposito che non basta accordarsi su grandi dotazioni finanziarie e che gli enti locali e regionali hanno bisogno anche di tempo sufficiente per presentare programmi e progetti, come ad esempio per il programma REACT-EU;

    15.

    rileva con preoccupazione che la crisi ha messo a dura prova il mercato unico, causando interruzioni della libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi, con un grave impatto sulle PMI e ripercussioni sulla vita di tutti i cittadini dell’UE, in particolare nelle regioni frontaliere; plaude alla flessibilità prevista in relazione alle norme in materia di aiuti di Stato e osserva che occorre adottare misure per garantire il buon funzionamento del mercato unico nelle crisi future;

    16.

    sottolinea che le finanze degli enti locali e regionali sono gravemente compromesse dalla crisi, il che mette a repentaglio la loro capacità di fornire servizi pubblici preziosi; ribadisce che gli enti locali e regionali hanno bisogno di nuove regole di bilancio più intelligenti sia a livello nazionale che europeo e di una regola d’oro sugli investimenti sostenibili per garantire che i servizi pubblici e gli investimenti a livello locale siano considerati essenziali per costruire economie e società maggiormente competitive, resilienti e sostenibili;

    17.

    osserva che la COVID-19 ha indotto i governi, sia nell’UE che al fuori, ad adottare misure rigorose che incidono sulle libertà dei cittadini e che è stato necessario trovare un complesso equilibrio per preservare la democrazia, lo Stato di diritto e la fiducia nelle istituzioni, cercando nel contempo di contenere la pandemia. Questi tempi difficili potrebbero trasformarsi in un’opportunità per rafforzare la democrazia locale e per riflettere collettivamente sui valori fondanti dell’Europa durante la conferenza sul futuro dell’Europa;

    18.

    incarica il suo presidente di trasmettere il Barometro regionale e locale annuale 2020 e la presente risoluzione ai presidenti del Parlamento europeo, della Commissione europea e del Consiglio europeo, nonché ai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell’UE; e invita i rappresentanti politici eletti a livello regionale e locale in Europa a diffondere la relazione presso i cittadini e i media locali.

    Bruxelles, 14 ottobre 2020

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Apostolos TZITZIKOSTAS


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