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Document 52016DC0720

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO Settima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento

    COM/2016/0720 final

    Bruxelles, 9.11.2016

    COM(2016) 720 final

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Settima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento
    x0009


    1Introduzione

    La settima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento presenta una descrizione della situazione aggiornata rispetto alla precedente relazione del 28 settembre 1 e valuta le azioni intraprese da tutti i portatori d’interessi dal 27 settembre all’8 novembre 2016 (il periodo di riferimento) al fine di onorare gli impegni assunti in base ai meccanismi di ricollocazione e reinsediamento.

    Poiché resta necessario e urgente sostenere la Grecia e l’Italia, nell’ultima riunione del 20 e 21 ottobre 2016 il Consiglio europeo 2 ha ribadito la richiesta d’intensificare ulteriormente gli sforzi volti ad accelerare la ricollocazione, in particolare dei minori non accompagnati, e i programmi di reinsediamento esistenti.

    Dal 26 settembre 2016 sono arrivate in Grecia 4 561 persone 3 . Il numero complessivo dei migranti presenti in Grecia è aumentato rispetto al precedente periodo di riferimento: all’8 novembre ammontava a circa 61 700 persone, di cui circa 16 250 nelle isole e circa 45 450 nella parte continentale del paese 4 . In Italia dal 26 settembre sono arrivate circa 29 844 persone 5 , il che rappresenta una tendenza all’aumento rispetto allo stesso periodo nel 2015 (13,5% in più). Gli arrivi di eritrei, una delle nazionalità ammissibili alla ricollocazione (la seconda per numero di arrivi in Italia: più di 3 660 persone nel periodo di riferimento), sono rimasti elevati e rappresentano il 12% del totale. Secondo i dati trasmessi dal ministero dell’Interno italiano, si trovano attualmente nel paese oltre 6 000 eritrei potenzialmente ricollocabili.

    Nel periodo di riferimento sono state effettuate altre 1 212 ricollocazioni ed è così salito a 6 925 il numero totale delle persone ricollocate finora (5 376 dalla Grecia e 1 549dall’Italia). Nonostante la tendenza complessivamente positiva delle ricollocazioni, ottobre marca una flessione dovuta alla situazione specifica regnante nel periodo di riferimento, che dovrebbe avere carattere temporaneo. Affinché la tendenza positiva si consolidi occorre tuttavia accelerare gli sforzi di ricollocazione in modo da adempiere gli obblighi previsti dalle due decisioni del Consiglio. La situazione della migrazione in Europa resta fragile e richiede un’azione continua e prolungata da parte di tutti. Con il continuo arrivo di migranti in Italia e la situazione umanitaria tuttora problematica in Grecia, la ricollocazione rimane cruciale per alleviare la pressione in tali paesi.

    Per quanto riguarda il reinsediamento, l’attuazione delle conclusioni di luglio 2015 6 , che chiedevano di reinsediare 22 504 persone, prosegue con il ritmo previsto: finora i reinsediamenti sono stati 11 852, ossia oltre la metà del numero concordato. Nel periodo intercorso dalla relazione precedente sono state reinsediate 1 157 persone, principalmente da Turchia, Giordania e Libano. Il reinsediamento operato in virtù del programma europeo concorre in parte anche a attuare il meccanismo 1:1 previsto dalla dichiarazione UE-Turchia, nel cui ambito sono state reinsediate nell’UE dalla Turchia, dalla data di avvio del 4 aprile 2016 7 , 2 217 persone, di cui 603 nel periodo intercorso dalla relazione precedente.

    2Ricollocazione

    2.1Eventi principali durante il periodo di riferimento

    Dopo il numero record di trasferimenti di settembre, ottobre si è rivelato un mese di transizione contraddistinto da un ritmo delle ricollocazioni più blando rispetto ai precedenti periodi di riferimento. Questa flessione rispecchia circostanze particolari ed è dovuta in parte al numero basso di impegni assunti ad agosto: poiché l’espletamento della procedura di ricollocazione richiede circa due mesi, il numero basso di impegni assunti ad agosto si è tradotto in un tasso basso di trasferimenti in ottobre. Di conseguenza, il forte incremento del numero di impegni osservato a settembre dovrebbe tradursi in trasferimenti effettivi soltanto in novembre. Il rallentamento temporaneo delle ricollocazioni è riconducibile anche ad altri fattori specifici ad alcuni paesi: ad ottobre lo smantellamento del campo di Calais sembra aver inciso sui numeri complessivi nel periodo di riferimento, poiché la Francia, che ricollocava mensilmente circa 450 persone, ha in quel mese rallentato il ritmo.

    Si prevede che i trasferimenti ricomincino ad aumentare a novembre attestandosi intorno a 1 800. La flessione temporanea registrata nel periodo di riferimento, in controtendenza rispetto all’aumento progressivo osservato in precedenza, conferma tuttavia la necessità di una maggiore costanza negli sforzi, che aumenti il numero di trasferimenti al mese e eviti il tipo di fluttuazioni delle ricollocazioni riscontrato ad ottobre. Nei prossimi mesi, via via che saranno rimossi gli ostacoli amministrativi e pratici alla ricollocazione, la sfida principale consisterà nella capacità di operare i trasferimenti con maggiore regolarità e in modo che rappresentino una curva continua in rapida ascesa.

    In Grecia l’assunzione di nuovo personale ha permesso al servizio di asilo ha ancora aumentato la capacità di registrazione dei richiedenti di nazionalità ammissibili alla ricollocazione, passando da 110 a 175 al giorno. Per fine gennaio 2017 dovrebbe essere formalizzata la registrazione dell’87% dei richiedenti preregistrati di nazionalità ammissibili alla ricollocazione. Gli Stati membri dovranno adoperarsi maggiormente per mettere a disposizione e occupare posti di ricollocazione in modo da tenere il ritmo che il servizio greco di asilo imprimerà al trattamento delle richieste. In particolare, gli Stati membri dovranno migliorare la programmazione, intensificare gli impegni sia per quantità sia per regolarità e aumentare la capacità di trattamento delle richieste e di accoglienza, al fine di abbreviare i tempi di risposta e di assorbire un numero maggiore di richiedenti. A ottobre l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha dovuto infatti rimandare alcuni trasferimenti perché, a quanto pareva, alcuni Stati membri non erano in grado di assorbire rapidamente i richiedenti la ricollocazione in attesa.

    Riguardo all’Italia, come già segnalato in precedenza, la riunione dei punti di contatto nazionali per la ricollocazione svoltasi a Roma il 15 settembre ha permesso di sbloccare la strozzatura causata dalla questione dei controlli di sicurezza supplementari. Il ministero dell’Interno italiano e Europol hanno ora formalizzato, con il sostegno della Commissione, gli accordi sulle modalità applicabili al ruolo di facilitatore attribuito a Europol nella procedura di ricollocazione. È stato stabilito in particolare l’iter da seguire per i controlli di sicurezza supplementari che, in casi eccezionali, gli Stati membri possono richiedere nel quadro della ricollocazione; questo iter sarà integrato nel protocollo sulla ricollocazione in via di elaborazione per l’Italia. Quest’evoluzione positiva ha già spianato la strada a un aumento della quantità e dell’intensità degli impegni da parte degli Stati membri. Si prevede ora che nelle prossime settimane l’Italia aumenti sensibilmente il numero dei trasferimenti a fini di ricollocazione.

    Nel periodo di riferimento la Commissione si è concentrata sulla questione dei minori non accompagnati per comprendere meglio gli ostacoli che ne impediscono la ricollocazione e superarli. A tal fine ha dedicato al tema una sessione specifica del 7o forum su reinsediamento e ricollocazione dell’ottobre 2016 8 .

    Il numero di minori non accompagnati giunti in Italia ha continuato ad aumentare (22 775 arrivi da inizio gennaio al 4 novembre 2016, fra cui 3 569 eritrei, 167 siriani, 187 iracheni e 12 yemeniti) 9 . Riguardo alla Grecia, il Centro nazionale di solidarietà sociale (EKKA) stima in 2 400 il numero di minori non accompagnati presenti nel paese al 2 novembre. Come già indicato in precedenti relazioni, la preregistrazione di massa effettuata in Grecia ha permesso di identificare 1 225 minori non accompagnati 10 , il 48% dei quali (588 circa) appartiene a una delle nazionalità ammissibili alla ricollocazione (il 36% siriani e il 12% iracheni) 11 . Mentre in Italia i minori non accompagnati ammissibili alla ricollocazione sono perlopiù in viaggio da soli (senza parenti), in Grecia la maggior parte è costituita da “minori separati” (ossia minori che viaggiano con parenti quali nonni, fratelli/sorelle o zii/zie oppure che sono sposati con adulti). Dei 480 minori non accompagnati ammissibili alla ricollocazione per i quali è stata formalizzata la registrazione in Grecia, 274 sono “minori separati” e soltanto 122 rientrano nella categoria dei minori completamente soli, quella più difficile da ricollocare. Inoltre 320 di questi 480 minori non accompagnati hanno 16 o 17 anni.

    Nel periodo di riferimento le ricollocazioni sono state in questo contesto 43 (22 minori non accompagnati in viaggio da soli e 21 “minori separati”); includendo nelle statistiche tutte le categorie di “minori separati”, il numero complessivo di minori non accompagnati ricollocati ammonta a 148 12 . Per il prossimo futuro si prevede un aumento delle ricollocazioni di minori non accompagnati e per i prossimi mesi il trasferimento di tutti i minori non accompagnati ammissibili alla ricollocazione, perlomeno dalla Grecia. I segnali in questo senso sono positivi: nelle ultime settimane si è assistito a un’accelerazione delle ricollocazioni di minori non accompagnati, con il trasferimento in Finlandia di 31 persone in un’unica soluzione (15 minori che viaggiavano da soli e 16 “minori separati”). Gli Stati membri incontrano meno problemi con la ricollocazione dei “minori separati” e la attuano già, anche se non sempre conteggiano questi casi tra i minori non accompagnati nelle statistiche ufficiali. Riguardo ai minori non accompagnati che viaggiano da soli, vari Stati membri (Belgio, Germania, Estonia, Finlandia, Paesi Bassi, Romania e Spagna) si sono inoltre offerti per la ricollocazione di circa 160 persone nei prossimi mesi 13 , vale a dire un numero sufficiente a soddisfare i bisogni per la Grecia. Sarebbero tuttavia necessarie ulteriori offerte in risposta ai bisogni dell’Italia, la quale dovrà parimenti predisporre una procedura specifica per rendere possibile la ricollocazione dei minori non accompagnati che viaggiano da soli; gli Stati membri dovranno assumere un maggior numero di impegni specifici per questi casi.

    La Commissione continuerà a collaborare strettamente con il servizio greco di asilo, le autorità italiane, gli ufficiali di collegamento degli Stati membri, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e l’OIM per mettere a punto le modalità pratiche che permetteranno di agevolare e accelerare la ricollocazione dei minori non accompagnati.

    2.2Azioni intraprese dagli Stati membri di ricollocazione

    Dal 28 settembre all’8 novembre sono state ricollocate altre 1 212 persone, di cui 921 dalla Grecia 14 e 291 dall’Italia 15 . Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo e Romania hanno proseguito i trasferimenti settimanali e mensili regolari, mentre Belgio, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Malta hanno consolidato la tendenza dei trasferimenti mensili. La Francia è il paese che ha ricollocato il maggior numero di richiedenti (2 155), seguita dai Paesi Bassi (915) e dalla Finlandia (862). Si rilevi che, insieme a Francia, Paesi Bassi e Romania, gli Stati membri cui è assegnata una quota minore di ricollocazioni (quali Finlandia, Stati baltici, Malta o Portogallo) danno prova di maggiore regolarità e slancio e sono più nei tempi quanto al rispetto dei loro obblighi. Nei periodi di riferimento sono state effettuate le prime ricollocazioni dalla Grecia alla Svizzera e dall’Italia alla Norvegia. Entro novembre sono previsti altri 542 trasferimenti di ricollocazione dalla Grecia 16 e 397 dall’Italia 17 . Le ricollocazioni programmate per novembre indicano che la flessione d’ottobre dovrebbe essere eccezionale e di carattere temporaneo piuttosto che permanente.

    Azioni volte ad affrontare la questione del numero limitato di impegni: nel periodo di riferimento la Germania ha mantenuto la disponibilità mensile a ricollocare rapidamente richiedenti protezione internazionale (“impegni formali”) per un totale di 500 persone in provenienza dall’Italia e altre 500 dalla Grecia. La Spagna si è impegnata ad accogliere 400 persone in provenienza dalla Grecia e 100 dall’Italia. Germania, Estonia, Lettonia, Finlandia, Francia, Paesi Bassi, Romania, Svizzera e Norvegia comunicano gli impegni a cadenza mensile, Lituania, Lussemburgo, Portogallo e Slovenia ogni due mesi. Sebbene alcuni Stati membri continuino a impegnarsi solo a favore della Grecia, si prevede che il regime che attribuisce a Europol un ruolo di facilitatore in Italia ne incoraggi altri a impegnarsi attivamente nella ricollocazione dall’Italia.

    Nel complesso, tuttavia, nel periodo di riferimento solo nove Stati membri (Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Malta, Paesi Bassi e Spagna) 18 più Svizzera e Norvegia 19 hanno assunto 2 634 impegni formali (1 105 per l’Italia e 1 529 per la Grecia), numero insufficiente a soddisfare i bisogni attuali (cfr. punto 2.3). Il numero totale di impegni formali da parte degli Stati membri di ricollocazione ammonta a 16 259 (4 954 per l’Italia 20 e 11 305 per la Grecia). Occorrono progressi più rapidi e maggiore continuità per garantire che tutti gli Stati membri mettano a disposizione con maggiore regolarità un numero sufficiente di posti; a metà del periodo di attuazione la Commissione si aspetta che siano stati assunti impegni per almeno la metà delle quote assegnate agli Stati membri.

    L’Austria 21 e l’Ungheria restano gli unici due paesi che non hanno presentato alcun impegno né hanno effettuato alcuna ricollocazione. Da aprile la Polonia non ha portato avanti l’attuazione degli impegni assunti né si è impegnata a ricollocare alcun richiedente 22 . Nel periodo di riferimento la Repubblica ceca e la Slovacchia non hanno assunto alcun impegno né hanno ricollocato alcun richiedente.

    Azioni volte ad accelerare i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione: la maggior parte degli Stati membri e degli Stati associati che partecipano al meccanismo di ricollocazione si stanno adoperando per abbreviare il tempo di risposta alle richieste di ricollocazione e rispettare l’obiettivo dei 10 giorni lavorativi stabilito dai protocolli di ricollocazione. Sono tuttavia necessari maggiori sforzi per aumentare il flusso mensile e mantenerlo costante. In genere la maggior parte degli Stati risponde positivamente alle richieste di ricollocazione. Rimangono tuttavia casi in cui il tasso di accettazione potrebbe essere notevolmente accresciuto e in cui la giustificazione dei rifiuti dovrebbe essere migliorata per soddisfare i requisiti delle decisioni del Consiglio. Nel corso del 7o forum su reinsediamento e ricollocazione sono state condivise le buone prassi per quanto riguarda la giustificazione adeguata dei rifiuti di richieste di ricollocazioni, ad esempio quelle seguite dai Paesi Bassi. In risposta ai vari Stati membri preoccupati circa la condivisione di informazioni di sicurezza, Europol ha messo a disposizione uno specifico canale di comunicazione protetto in cui gli Stati membri possono giustificare in sicurezza il rifiuto di richieste di ricollocazione. Nel corso del citato 7º forum su reinsediamento e ricollocazione la Commissione ha fatto nuovamente presente la possibilità di scambiare le impronte digitali attraverso i canali della cooperazione di polizia a fini di verifica di sicurezza a livello nazionale, in particolare nei casi in cui i richiedenti non sono in grado di esibire documenti d’identità o di viaggio.

    Azioni volte a far fronte alle sfide connesse alla ricollocazione di richiedenti vulnerabili, tra cui minori non accompagnati: nelle ultime settimane del periodo di riferimento il ritmo delle ricollocazioni di minori non accompagnati è aumentato. Dal 28 settembre 43 minori non accompagnati (22 in viaggio da soli e 21 “minori separati”) sono stati ricollocati dalla Grecia (in Belgio, Germania, Irlanda, Finlandia e Svizzera), il che ha portato a 118 il numero totale dei minori non accompagnati ricollocati. Tenuto conto di tutte le categorie di minori separati, il numero totale sale invece a 148. Il 7o forum su reinsediamento e ricollocazione ha permesso di chiarire che la ricollocazione dei “minori separati” non pone in genere problemi agli Stati membri (cfr. supra). Quanto ai minori non accompagnati che viaggiano da soli, gli Stati membri hanno risposto all’invito della Commissione offrendo un totale di 160 posti.

    Azioni volte a rafforzare la capacità dell’EASO di sostenere l’Italia e la Grecia: il Consiglio europeo di ottobre ha sottolineato nuovamente la necessità e urgenza che gli Stati membri intensifichino il sostegno all’EASO fornendogli esperti. Nonostante l’evoluzione positiva rappresentata dalla migliore programmazione a lungo termine del distacco di esperti e del relativo avvicendamento, è necessario nominare con urgenza persone con il giusto profilo e con tempi di distacco più lunghi, in modo da assicurare una presenza adeguata dell’EASO sul campo e la capacità di trattamento delle squadre di stanza in Italia e in Grecia. I tempi brevi di distacco costituiscono un grosso ostacolo nell’iter complessivo della ricollocazione sia in Italia che in Grecia: quando l’incarico termina viene interrotto il ritmo della registrazione, finché arrivano i sostituti. La brevità del distacco e l’inadeguatezza del profilo professionale influenzano anche la qualità dei fascicoli delle richieste di ricollocazione, poiché gli esperti hanno bisogno di tempo per abituarsi alle procedure applicate. Solleciti in questo senso sono stati inviati sia dal direttore esecutivo dell’EASO sia dal commissario Avramopoulos nelle recenti lettere agli Stati membri, mentre, in coordinamento con l’EASO e la presidenza del Consiglio, la Commissione coglie l’occasione di vari consessi per ribadire costantemente le esigenze del momento così da spronare a inviare un maggior numero di esperti.

    Come indicato nel quinto bando per esperti 23 , in Grecia l’EASO necessita di 28 esperti distaccati stabilmente a sostegno del programma di ricollocazione 24 . L’EASO interagisce costantemente con i punti di contatto nazionali degli Stati membri alla ricerca di nuovi esperti per assicurare l’avvicendamento con quelli giunti a fine incarico. Alcuni Stati membri hanno assunto spontaneamente l’impegno di coprire determinati posti a più lungo termine cercando automaticamente un sostituto che assicuri l’avvicendamento con l’esperto giunto a fine incarico; Commissione e EASO accolgono con estremo favore le iniziative in questo senso.

    Ora che assume nuovo personale addetto alle registrazioni, il servizio greco di asilo ha bisogno di essere sostenuto maggiormente in modo da poter preservare la qualità e l’efficienza della procedura. A tal fine l’EASO sta già schierando più esperti specializzati in esclusione e Dublino e operatori della registrazione di livello superiore, che assicurano il funzionamento di un ufficio di assistenza ad Atene, così come esperti di rilevamento dei documenti falsificati. Le mutate esigenze per quanto riguarda il numero e il profilo professionale degli esperti troveranno riscontro in un prossimo bando. Al 7 novembre erano stati inviati in Grecia complessivamente 18 esperti in materia di asilo e 27 interpreti, i quali non sono comunque sufficienti per far fronte all’aumento dei casi ora che è stata completata la preregistrazione di massa. 

    In Italia l’ultimo bando per esperti, pubblicato il 28 maggio 2016, richiedeva altri 35 esperti per raggiungere il totale di 74 esperti in materia di asilo previsto nel piano di emergenza concordato con le autorità italiane. Al 7 novembre 2016 erano state ricevute 100 offerte 25 . Sul totale degli esperti messi a disposizione dagli Stati membri e dai paesi associati (maggiore rispetto a precedenti periodi di riferimento), al 7 novembre 2016 erano stati selezionati e schierati in Italia 47 esperti in materia di asilo e 36 mediatori culturali. Nonostante la recente evoluzione positiva, il numero degli esperti distaccati è comunque insufficiente a far fronte al numero tuttora elevato degli arrivi di persone ammissibili alla ricollocazione e al numero ingente di persone in attesa di registrazione in Italia, e in ogni caso non raggiunge il numero necessario nell’ambito della pianificazione di emergenza.

    2.3Azioni intraprese dalla Grecia e dall’Italia, ivi compresi gli elementi principali delle tabelle di marcia

    Grecia

    Azioni finalizzate ad accelerare la registrazione e il trattamento delle richieste dei migranti e ad aumentare la capacità di registrazione del servizio greco di asilo: a seguito della preregistrazione di massa il servizio greco di asilo ha programmato gli appuntamenti per la formalizzazione delle domande d’asilo. Per fine gennaio 2017 sarà formalizzata la registrazione dell’87% dei richiedenti preregistrati e l’intero arretrato sarà assorbito entro aprile 2017. Al 7 novembre la registrazione era formalizzata per 16 642 persone. Coloro che hanno mancato la fase di preregistrazione possono ancora accedere alla procedura d’asilo fissando un appuntamento tramite Skype.

    Il servizio greco di asilo ha ancora aumentato la capacità di registrazione dei richiedenti di nazionalità ammissibili alla ricollocazione, passando da 110 a 175 al giorno grazie all’assunzione di nuovo personale. L’unità di ricollocazione di Atene impiega attualmente 75 persone e anche gli uffici regionali di Salonicco e di Alessandropoli trattano casi di ricollocazione. Al 7 novembre le squadre dell’EASO di supporto alla registrazione contavano 4 esperti ad Atene, 6 a Salonicco e 3 ad Alessandropoli. Poiché il servizio greco di asilo ha bisogno di personale di livello superiore e di profili professionali specialistici (per la trasmissione delle conoscenze ai nuovi assunti), l’EASO fornirà un sostegno più diversificato.

    Nel periodo di riferimento si è allargato il divario tra il numero di richieste di ricollocazione presentate dalla Grecia e il numero di accettazioni da parte degli Stati membri (tra il 28 ottobre e il 4 novembre la Grecia ha presentato circa 1 570 richieste ottenendo solo 940 risposte). Il divario si è allargato ancor più tra il numero di registrazioni operate dal servizio greco di asilo e il numero totale degli impegni (nello stesso periodo la Grecia ha registrato 3 298 richieste di ricollocazione mentre i nuovi impegni assunti sono stati 1 499. In totale, al 7 novembre la Grecia aveva registrato 16 642 domande a fronte di un numero complessivo di impegni pari a 11 275). È in parte imputabile a tali divari il rallentamento delle ricollocazioni riscontrato ad ottobre e, come la Commissione aveva previsto in precedenti relazioni, sulla scia della preregistrazione di massa la situazione sta trasformandosi in una vera e propria strozzatura. Per scongiurare un accumulo insostenibile di casi diviene quindi prioritario assicurare una maggiore consistenza e continuità degli impegni e accelerare la ricollocazione (in particolare il tempo di risposta).

    Azioni finalizzate a migliorare la capacità di accoglienza in Grecia: all’8 novembre la capacità totale di accoglienza in Grecia era di oltre 68 863 posti 26 in strutture temporanee e in siti di accoglienza permanenti nella parte continentale del paese, sia per i migranti irregolari che per le persone potenzialmente bisognose di protezione internazionale che hanno espresso la volontà di chiedere asilo o lo hanno già fatto. Secondo i dati forniti dalle autorità greche, la capacità totale prevista dei 40 siti permanenti nella parte continentale del paese è di circa 33 186 posti.

    Dei 20 000 posti destinati ai candidati ricollocabili nell’ambito del programma di affitto dell’UNHCR 27 al 7 novembre ne erano disponibili 17 664, tra cui 5 509 in alberghi/interi edifici, 10 076 in appartamenti, 497 in famiglie ospitanti e 622 in apposite strutture per minori non accompagnati. L’UNHCR prevede di avere la disponibilità di tutti i 20 000 posti entro l’anno. Inoltre, per quanto riguarda i centri di ricollocazione, all’8 novembre era pronto soltanto uno (Lagadikia) dei tre che le autorità greche si sono impegnate a creare, con una disponibilità di 960 posti. Per gli altri due le autorità greche non hanno ancora designato siti idonei. Sono tuttora in corso discussioni tra l’UNHCR e le autorità greche riguardo alla disponibilità di altri siti per la costruzione di nuovi centri di ricollocazione, in particolare in Attica.

    I tre centri di ricollocazione dovrebbero raggiungere una capacità di 6 000 persone. Come indicato in precedenti relazioni, la Commissione esorta la Grecia a designare questi siti al più presto, per evitare strozzature nelle ultime fasi dell’iter di ricollocazione a seguito della preregistrazione di massa.

    Italia 

    Azioni per aumentare il numero dei punti di crisi e renderli pienamente operativi: i picchi nel numero di arrivi registrati più volte negli ultimi mesi hanno dimostrato che l’attuale capacità di 1 600 posti nei quattro punti di crisi operativi (Pozzallo, Lampedusa, Trapani e Taranto) non è sufficiente. Inoltre, la maggior parte degli sbarchi (circa il 70%) continua ad aver luogo al di fuori dei punti di crisi. Sebbene i primi preparativi siano già stati intrapresi (ad es., il miglioramento delle strutture e la dotazione di materiale), l’Italia dovrebbe comunque accelerare l’apertura dei punti di crisi aggiuntivi già annunciati. Al riguardo le autorità italiane hanno indicato che la procedura seguita nei punti di crisi è applicata anche in altri sei porti di sbarco. La Commissione ritiene che alcuni lavori, volti in particolare a realizzare strutture di accoglienza idonee, possano trasformare tali porti in veri e propri punti di crisi. Grazie a quest’evoluzione positiva, per la maggior parte dei migranti che arrivano in Italia lo sbarco avviene nel rispetto della procedura applicata nei punti di crisi. Le autorità italiane hanno altresì manifestato l’intenzione di applicare entro breve le procedure operative standard (SOP) 28 dei punti di crisi a qualsiasi sbarco nel paese ed è infatti in via di elaborazione una circolare per impartire istruzioni in tal senso a tutte le prefetture e questure sul territorio. Come indicato nella precedente relazione, data la percentuale in aumento di minori non accompagnati che sbarcano in Italia, occorre offrire loro zone specifiche e un’assistenza particolare in tutti i punti di crisi e completare il trasferimento in strutture di accoglienza di prima linea o secondarie nel più breve tempo possibile; inoltre, le prime procedure di trattamento dei migranti dovrebbero essere espletate il più rapidamente possibile, e comunque entro 72 ore.

    Azioni per migliorare il coordinamento: l’ultima riunione del gruppo di monitoraggio dell’attuazione delle SOP si è tenuta il 19 ottobre 2016. Le specifiche tecniche dell’appalto rivedute e, su tale base, i contratti nuovi e rinnovati tra prefetture e organismi di gestione dei punti di crisi dovranno essere conformi alle SOP dei punti di crisi. La persistente mancanza di un coordinatore italiano per ciascun punto di crisi continua a rappresentare un punto debole nel funzionamento del sistema. Per quanto riguarda la ricollocazione, il progetto di protocollo è in corso di adattamento sulla base delle conclusioni della riunione ad hoc dei punti di contatto nazionali per la ricollocazione del 15 settembre e delle modalità concordate fra autorità italiane e Europol; il progetto di protocollo sarà discusso in occasione della prossima riunione degli ufficiali di collegamento, prevista per novembre.

    Azioni volte a migliorare la capacità di trattamento in Italia: come segnalato in precedenza e visto il recente aumento degli impegni messi a disposizione dagli Stati membri, occorre potenziare la capacità delle autorità italiane di registrare e trattare le richieste per accelerare la registrazione delle persone appartenenti a nazionalità ammissibili alla ricollocazione e dare riscontro ai nuovi impegni assunti. In questo modo sarà possibile anche ridurre i rischi di fuga, visto che le richieste dei candidati verranno trattate più rapidamente. In tale quadro occorre rafforzare le unità preposte alla registrazione delle richieste e garantire la presenza dell’EASO nei nuovi centri di registrazione. Le squadre itineranti dell’EASO per la registrazione contribuiscono con la loro attività a una rapida registrazione dei richiedenti ospitati al di fuori dei centri di registrazione, determinando così un aumento del numero di candidati alla ricollocazione.

    Azioni volte ad accelerare i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione: a seguito dell’accordo raggiunto in occasione della riunione ad hoc dei punti di contatto nazionali per la ricollocazione, il ministero italiano dell’Interno e Europol, coadiuvati dalla Commissione, hanno formalizzato la procedura applicabile mediante uno scambio di lettere in data 4 novembre 2016. È stato stabilito in particolare, con il sostegno della Commissione, l’iter da seguire per i controlli di sicurezza supplementari che, in casi eccezionali, gli Stati membri possono richiedere nel quadro della ricollocazione; questo iter sarà integrato nel protocollo sulla ricollocazione attualmente in via di elaborazione. Questo slancio positivo ha già spianato la strada a nuovi e maggiori impegni degli Stati membri, che dovrebbero presto tradursi anche in un aumento dei trasferimenti dall’Italia.

    Azioni volte a far fronte alle sfide connesse alla ricollocazione di richiedenti vulnerabili e minori non accompagnati: finora non è stato ricollocato dall’Italia nessun minore non accompagnato. È prioritario attuare questa procedura, poiché dall’inizio del 2016 sono sbarcati in Italia circa 4 000 minori non accompagnati potenzialmente ricollocabili (provenienti per lo più dall’Eritrea). In risposta agli inviti emanati dalla Commissione europea, vari Stati membri (Belgio, Finlandia, Germania, Paesi Bassi) hanno messo a disposizione posti per minori non accompagnati, siano essi in viaggio da soli o minori separati. La Commissione esorta l’Italia a adottare tutte le misure necessarie per consentire la ricollocazione dei minori non accompagnati nei casi in cui questa risponde al loro interesse superiore e a vagliare l’ipotesi di approntare quanto prima uno o più centri di ricollocazione destinati ai minori non accompagnati. L’attuazione della procedura di ricollocazione contribuirebbe anche a contenere l’elevato tasso di minori non accompagnati potenzialmente ricollocabili che si rendono irreperibili. Secondo i dati pubblicati dal ministero del Lavoro, gli eritrei rappresentano per cittadinanza il secondo gruppo di minori non accompagnati fuggiti dalle strutture di accoglienza 29 .

     

    Azioni volte a limitare i movimenti secondari: nel quadro delle azioni intraprese dalle autorità italiane per limitare i movimenti secondari, la polizia italiana continua a rinviare sistematicamente nelle strutture di accoglienza dell’Italia meridionale i migranti che si sono spostati irregolarmente dal Sud al Nord del paese. L’unità itinerante dell’EASO che si occupa della registrazione a fini di ricollocazione ha intensificato le attività in diverse zone in cui sono sistemati i candidati (in base ai bisogni indicati dalle autorità italiane) al di fuori dei centri di registrazione. Occorre sorvegliare attentamente la presenza e gli spostamenti di migranti irregolari sul territorio italiano e impedire movimenti secondari irregolari.

    2.4Azioni della Commissione e delle agenzie dell’UE

    Commissione europea

    La Commissione ha continuato a sostenere Italia e Grecia sul terreno giorno per giorno, favorendo il coordinamento dei vari portatori d’interessi e aiutando le autorità greche e italiane a individuare le strozzature, trovare soluzioni alle sfide in stretta collaborazione con tutti i portatori d’interessi e predisporre procedure specifiche. Nell’ambito di questo sostegno la Commissione ha agevolato la conclusione degli accordi tra Italia e Europol sulle modalità dei controlli di sicurezza supplementari illustrate supra, che costituivano una delle principali strozzature cui era imputabile il rallentamento delle ricollocazioni dall’Italia; si prevede ora che più Stati membri s’impegnino attivamente con l’Italia.

    Il 7o forum su reinsediamento e ricollocazione ha riunito i punti di contatto nazionali per la ricollocazione di tutti gli Stati membri e dei paesi associati e i portatori d’interessi (EASO, UNHCR, OIM, Europol) per una discussione sui progressi compiuti nell’attuazione del programma di ricollocazione a un anno di distanza dall’entrata in vigore delle decisioni del Consiglio in materia. I lavori si sono concentrati sui minori non accompagnati e sulle questioni di sicurezza. La riunione era intesa a individuare gli ostacoli che ancora intralciano la procedura di ricollocazione, a trovare soluzioni comuni e a condividere le migliori pratiche. Le principali conclusioni cui è giunta la riunione, già via via evidenziate nella presente relazione, riceveranno un attento seguito in Grecia e Italia nel corso delle periodiche riunioni degli ufficiali di collegamento organizzate dalla Commissione, di cui la prossima si terrà nella seconda metà di novembre.

    Nell’ambito del monitoraggio dell’attuazione delle decisioni del Consiglio sulla ricollocazione la Commissione ha espresso e continuerà a esprimere riserve nei riguardi degli Stati membri che finora non hanno adempiuto i rispettivi obblighi. Il commissario Avramopoulos ha trasmesso di recente agli Stati membri una lettera ricordando gli obblighi che incombono loro in virtù delle decisioni del Consiglio sulla ricollocazione.

    Ufficio europeo di sostegno per l’asilo

    Azioni volte ad accelerare il processo di ricollocazione e a migliorare la capacità di registrazione in Grecia e Italia: sono distaccati esperti con varie funzioni.

    In Grecia 9 esperti svolgono attualmente funzioni di supporto diretto per la procedura di registrazione, che si esplicano nel trattamento congiunto, mentre altri 9 esercitano funzioni di informazione e consulenza. Sulla base delle raccomandazioni su come migliorare il processo di abbinamento tra richiedenti e Stati membri specifici, l’EASO testerà lo strumento apposito a dicembre 2016-gennaio 2017.

    A seguito della preregistrazione il servizio greco di asilo sta potenziando la capacità di registrazione. L’EASO ha diversificato il sostegno che offre per la procedura di ricollocazione coinvolgendo un maggior numero di esperti in materia di indicatori di esclusione, regolamento Dublino, unità del nucleo familiare e documenti falsificati, così come operatori della registrazione di livello superiore. Tali esperti fungono da ufficio di assistenza per i casi difficili, il che aiuterà a decongestionare il regolare processo di registrazione e a salvaguardare la qualità dei fascicoli di ricollocazione. Resta l’esigenza di potenziare il sostegno nelle varie fasi della procedura di ricollocazione, dalla trasmissione di informazioni alla registrazione e al processo di abbinamento. L’EASO aumenterà ancora il numero degli esperti di registrazione presenti a Salonicco e, per offrire loro spazi di lavoro, sta espletando la gara d’appalto per la fornitura di unità mobili. Prevede altresì che sarà necessario rinfoltire nei campi il numero degli esperti in materia di trasmissione delle informazioni.

    In Italia l’EASO schiera attualmente 47 dei 74 esperti degli Stati membri e dei paesi associati richiesti: 10 esperti nei punti di crisi, 7 esperti in due unità mobili (a Roma e Catania), 10 esperti nei centri di registrazione, 5 esperti nella squadra itinerante di registrazione, 1 esperto di sostegno per la comunicazione alla stampa e 14 esperti nell’unità Dublino di Roma. L’EASO impiega inoltre fino a 48 mediatori culturali (per arabo, tigrino e curdo) per sostenere il processo di ricollocazione (al 7 novembre erano presenti sul campo 36 mediatori culturali). Nel periodo di riferimento l’unità itinerante dell’EASO che si occupa della registrazione a fini di ricollocazione ha intensificato le attività in diverse località in cui sono sistemati i candidati (in base ai bisogni indicati dalle autorità italiane) al di fuori dei centri di registrazione 30 . La squadra itinerante assiste altresì le questure sul territorio, aiutando gli operatori di polizia a sviluppare la capacità di effettuare essi stessi le registrazioni.

    L’EASO si sta inoltre adoperando per garantire alle sue squadre condizioni di lavoro adeguate ed efficienti nei punti di crisi. Sono stati allestiti 5 uffici mobili (container) in alcuni dei punti di crisi e dei centri (1 nel punto di crisi di Trapani e 2 rispettivamente nei centri di Villa Sikania e di Bari) e un altro sarà allestito al porto di Augusta, teatro di numerosi sbarchi. A sostegno delle attività collegate alla ricollocazione sono state inoltre messe a disposizione delle autorità italiane attrezzature tecniche (computer): 5 postazioni di lavoro sono state allestite in ciascun centro di registrazione e alla Questura di Roma, altre 20 lo saranno presso l’unità Dublino una volta ottenuto il nulla osta di sicurezza per il loro collegamento con il sistema esistente.

    Nelle conclusioni del 20 e 21 ottobre 2016 il Consiglio europeo ha invitato l’EASO a fare in modo che il gruppo d’intervento in materia di asilo diventi operativo quanto prima. L’EASO ha pertanto chiesto al consiglio di amministrazione di aggiornare rapidamente tale gruppo d’intervento nominando entro il 27 ottobre 2016 esperti nazionali dotati di determinati profili professionali. Per suscitare una risposta più ampia ai bandi di esperti l’EASO sta mettendo a punto su base pilota un programma propedeutico di formazione destinato agli operatori addetti ai casi che hanno esperienza limitata e ha altresì proposto alcune modifiche delle regole applicabili alla retribuzione degli esperti, per consentire all’agenzia di versare un compenso agli esperti distaccati tramite servizi nazionali di cui non sono però dipendenti a tempo indeterminato.

    3Reinsediamento

    Sulla base delle informazioni ricevute dagli Stati partecipanti, 11 852 persone erano state reinsediate al 7 novembre 2016, nel quadro del programma di reinsediamento del 20 luglio 2015, in 21 Stati di reinsediamento (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito). Svezia, Regno Unito, Finlandia e gli Stati associati Svizzera, Liechtenstein e Islanda hanno già adempiuto gli impegni assunti.

    La maggior parte degli Stati che partecipano al programma ha comunicato che l’impegno a favore del reinsediamento era rivolto principalmente, ma non esclusivamente, ai cittadini siriani presenti in Giordania, Libano e Turchia. Ciò include gli sforzi fatti dagli Stati membri per reinsediare siriani dalla Turchia in conformità della dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo.

    I reinsediamenti dalla Turchia continuano ad aumentare, man mano che gli Stati membri proseguono nelle valutazioni dei fascicoli loro inviati dalla Turchia tramite l’UNHCR. Gli Stati membri stanno altresì preparando ulteriori missioni in Turchia per svolgere colloqui con i candidati al reinsediamento. Tra i candidati inclusi nell’elenco dei reinsediandi trasmesso all’UNHCR dalla direzione generale della gestione della migrazione della Turchia a inizio settembre, il tasso di rinuncia è risultato inferiore rispetto agli elenchi precedenti, il che indica un miglioramento generale del processo di selezione. Le autorità turche stanno stilando i prossimi elenchi di reinsediandi, che si presume tenderanno ad essere più brevi e ad essere comunicati a cadenza più regolare in modo da permettere una programmazione fluida delle operazioni.

    Dal 4 aprile 2016, 2 217 Siriani sono stati reinsediati dalla Turchia nell’ambito della parte del meccanismo 1:1 relativa al reinsediamento. Altre 346 persone sono state approvate e sono ora in attesa di reinsediamento. Complessivamente si prevede che a novembre saranno effettuati 472 reinsediamenti e resteranno quindi 11 228 impegni da soddisfare.

    I reinsediamenti hanno tenuto il ritmo: tra il 26 settembre e il 7 novembre sono stati reinsediati 603 siriani. Oltre che in Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia, sono stati effettuati reinsediamenti anche in Norvegia.

    Il 28 settembre è stata adottata la decisione (UE) 2016/1754 del Consiglio 31 per consentire agli Stati membri di adempiere ai loro obblighi a norma della decisione (UE) 2015/1601 utilizzando i 54 000 posti non assegnati per ricollocare richiedenti protezione internazionale dall’Italia e dalla Grecia o per ammettere nel loro territorio cittadini siriani in evidente bisogno di protezione internazionale presenti in Turchia attraverso il reinsediamento o altra forma di ammissione legale. Dando immediatamente seguito alla norma, la Commissione ha già chiesto agli Stati membri di comunicare entro il 7 novembre il numero di siriani presenti in Turchia per cui prevedono l’ammissione legale in virtù di tale decisione.

    La proposta di regolamento che istituisce un quadro dell’Unione per il reinsediamento 32 , adottata dalla Commissione il 13 luglio 2016, è attualmente all’esame dei colegislatori.

    4Prospettive future

    I capi di Stato e di governo hanno riconosciuto a varie riprese l’urgenza di una soluzione alla situazione migratoria in Europa e hanno sollecitato ulteriori azioni per accelerare l’attuazione del meccanismo di ricollocazione come espressione essenziale di tale solidarietà con gli Stati membri in prima linea. A ottobre il Consiglio europeo ha sottolineato nuovamente la necessità che gli Stati membri intensifichino ulteriormente gli sforzi volti ad accelerare la ricollocazione.

    La Commissione ha operato in costante collaborazione con le autorità italiane e greche, gli Stati membri e l’UNHCR, l’OIM, l’EASO, Frontex ed Europol per sostenere e migliorare la procedura di ricollocazione sul terreno. Nell’ultimo periodo di riferimento la Grecia ha aumentato del 60% la capacità di trattamento delle richieste e proseguirà su questa via anche nei prossimi mesi. L’Italia sta aumentando la capacità di trattamento delle richieste e ha mostrato flessibilità nei confronti delle richieste degli Stati membri di ricollocazione relative a questioni di sicurezza. Gli accordi con Europol sono ormai in vigore. L’UNHCR, l’OIM, l’EASO, Frontex ed Europol stanno intensificando il sostegno all’Italia e alla Grecia per accelerare la procedura di ricollocazione e renderla più efficiente. Alcuni Stati membri hanno dato prova di un autentico impegno a favore della ricollocazione e hanno offerto contributi significativi alle tendenze positive registrate negli ultimi mesi in termini sia di impegni sia di ricollocazioni effettive.

    Tuttavia i risultati conseguiti non sono ancora all’altezza degli impegni e degli obblighi previsti dalle decisioni del Consiglio né dell’entità delle sfide cui reagire. Non dobbiamo allentare gli sforzi. In Italia e in Grecia migliaia di richiedenti sono in attesa di essere ricollocati. Quando i meccanismi di ricollocazione rallentano, per i richiedenti si allungano i tempi di attesa nei centri di accoglienza e aumenta l’incertezza per il futuro, con ripercussioni negative sulla capacità dell’Italia e della Grecia di far fronte con efficacia alla crisi. Il numero di migranti che arriva in Italia continua ad essere elevato, mentre la situazione umanitaria resta difficile in Grecia. La ricollocazione si conferma quindi un meccanismo fondamentale per alleviare la pressione su tali paesi. Aumentare il numero mensile e la regolarità dei trasferimenti è essenziale per consentire la programmazione efficace e il flusso regolare necessari per evitare problemi logistici sul terreno.

    Occorre ora rispondere alle richieste formulate dai capi di Stato e di governo con un’azione risoluta da parte dei servizi nazionali competenti. Gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero proseguire sulla scia di quanto già realizzato accogliendo totalmente tali richieste e intensificando ulteriormente e urgentemente gli sforzi per sostenere la Grecia e l’Italia, in adempimento dei loro obblighi giuridici e in applicazione pratica della solidarietà.

    Ai fini dell’attuazione effettiva delle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione, la Commissione invita gli Stati membri a:

    Da parte loro, la Grecia e l’Italia dovrebbero continuare ad accrescere la capacità di trattamento. La Grecia dovrebbe inoltre approntare con urgenza i centri di ricollocazione rimanenti, mentre l’Italia dovrebbe attuare gli accordi conclusi con Europol e effettuare le prime ricollocazioni di minori non accompagnati.

    assumere impegni e procedere con regolarità alle ricollocazioni in base alla quota assegnata loro;

    accelerare i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione per raggiungere l’obiettivo di 10 giorni lavorativi fissato nei protocolli sulla ricollocazione e condividere le informazioni riguardanti i motivi di rifiuto attraverso il canale protetto messo a disposizione da Europol;

    aumentare le capacità di accoglienza per offrire una sistemazione ai candidati alla ricollocazione, compresi i minori non accompagnati, conformemente alla quota assegnata;

    nominare gli esperti necessari per rispondere ai vari bandi dell’EASO, allungando la durata dei distacchi e ricercando profili professionali specialistici di livello superiore;

    se non hanno ancora assunto impegni o non hanno effettuato alcuna ricollocazione, attivarsi in tal senso al più presto.

    Nella prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento 33 la Commissione ha valutato che, per centrare gli obiettivi fissati nelle decisioni del Consiglio, occorresse completare almeno 6 000 ricollocazioni al mese. Ora che le decisioni del Consiglio entrano nel secondo anno di applicazione, per adempiere gli obblighi giuridici ivi previsti occorrerà un notevole aumento del numero e della regolarità degli impegni e un’accelerazione della ricollocazione nei prossimi mesi.

    La Commissione continuerà a seguire da vicino l’attuazione delle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione e presenterà l’ottava relazione a dicembre 2016. Essa si riserva il diritto di adottare provvedimenti nei confronti degli Stati membri che non ottemperano ai rispettivi obblighi.

    Parallelamente gli Stati membri dovrebbero continuare a onorare i loro impegni di reinsediamento, anche nell’ambito dell’attuazione della dichiarazione UE-Turchia 34 .

    (1)

       COM(2016) 636 final.

    (2)

       Conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre 2016: http://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2016/10/21-european-council-conclusions/ .

    (3)

       Numero di attraversamenti illegali della frontiera marittima e terrestre in provenienza dalla Turchia riscontrati al di fuori dei valichi autorizzati nel periodo dal 26 settembre al 6 novembre 2016 secondo le informazioni comunicate dalla Grecia attraverso l’applicazione JORA (Joint Operations Reporting Application).

    (4)

       Fonte: autorità greche. I numeri per la Grecia continentale dovrebbero diminuire gradualmente in funzione dei trasferimenti di ricollocazione.

    (5)

       Fonte: ministero dell’Interno italiano per il periodo dal 26 settembre al 6 novembre 2016.

    (6)

       Conclusioni dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul reinsediamento, attraverso programmi multilaterali e nazionali, di 20 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale (11130/15).

    (7)

       SN 38/16 del 18.3.2016.

    (8)

       Ai sensi dell’articolo 2, lettera l), della direttiva qualifiche (direttiva 2011/95/UE) per “minore non accompagnato” s’intende il minore (di età inferiore a anni 18) che giunge nel territorio dello Stato membro senza essere accompagnato “da un adulto che ne sia responsabile in base alla normativa o alla prassi dello Stato membro interessato” [sottolineatura aggiunta]. Le differenze tra le normative e le prassi seguite negli Stati membri determinano una definizione di “minore non accompagnato” diversa da uno Stato membro all’altro, con la conseguenza che un minore separato, compreso quello sposato con un adulto, è considerato non accompagnato in alcuni Stati membri ma non in altri. Da questo conseguono anche incongruenze nella comunicazione del numero totale di minori non accompagnati ricollocati, perché alcuni Stati membri considerano tali unicamente quelli soli e non includono nei dati comunicati i minori separati ricollocati.

    (9)

       Sono citate soltanto le nazionalità potenzialmente ammissibili alla ricollocazione.

    (10)

        http://asylo.gov.gr/en/wp-content/uploads/2016/08/Preregistration-data_template_5_EN_EXTERNAL.pdf .

    (11)

       Il gruppo più nutrito di minori non accompagnati in Grecia è costituito dagli afghani, che non sono ammissibili alla ricollocazione. Il governo greco è tuttavia in contatto con vari Stati membri per negoziare un eventuale trasferimento volontario di questi minori con uno status diverso da quello di richiedenti protezione internazionale.

    (12)

       Nella precedente relazione il numero totale dei minori non accompagnati ricollocati era di 75. Il totale delle ricollocazioni di minori non accompagnati nel periodo di riferimento dovrebbe quindi ammontare a 118, numero che tuttavia comprende i minori in viaggio da soli e unicamente alcune categorie di “minori separati”. I numeri sono stati rivisti per rispecchiare con maggiore precisione il numero complessivo dei minori non accompagnati ricollocati, compresi i minori in viaggio da soli e tutte le categorie di “minori separati”.

    (13)

       Questi numeri vanno intesi come numeri minimi: la Commissione attende ancora altre risposte alla sua richiesta di impegni per i minori non accompagnati che viaggiano da soli. Alcuni Stati membri si sono inoltre impegnati con offerte aperte che non specificano un numero massimo di ricollocazioni di minori non accompagnati in viaggio da soli.

    (14)

       24 in Belgio, 23 in Bulgaria, 17 in Estonia, 110 in Finlandia, 203 in Francia, 1 in Germania, 40 in Irlanda, 72 in Lettonia, 61 in Lituania, 81 nei Paesi Bassi, 73 in Portogallo, 153 in Romania, 35 in Spagna e 28 in Svizzera. Si rilevi che per 2 persone che la relazione precedente dava per ricollocate in Romania si è trattato piuttosto di un trasferimento Dublino.

    (15)

       5 in Croazia, 20 in Lussemburgo, 20 a Malta, 108 nei Paesi Bassi, 20 in Norvegia, 78 in Portogallo, 31 in Romania e 9 in Slovenia. 62 persone ricollocate in Finlandia il 27 settembre non erano state conteggiate nella relazione precedente.

    (16)

       170 in Francia, 38 in Lituania, 103 nei Paesi Bassi, 20 in Norvegia, 15 in Portogallo, 149 in Romania, 6 in Slovacchia, 41 in Slovenia. Per novembre sono previsti inoltre ulteriori trasferimenti verso Portogallo, Lussemburgo, Malta e Germania, ma non c’è ancora conferma della data definitiva né del numero totale di persone interessate.

    (17)

       226 in Germania, 39 in Finlandia, 50 in Francia, 21 in Svizzera e 61 in Norvegia.

    (18)

       Cipro: 30 per la Grecia e 30 per l’Italia; Estonia: 21 per la Grecia; Finlandia: 150 per la Grecia e 150 per l’Italia; Germania: 500 per la Grecia e 500 per l’Italia; Irlanda: 80 per la Grecia; Lettonia: 60 per la Grecia; Malta: 28 per la Grecia; Paesi Bassi: 100 per la Grecia e 100 per l’Italia; Spagna: 400 per la Grecia e 100 per l’Italia.

    (19)

       Svizzera: 100 per la Grecia; Norvegia: 60 per la Grecia e 225 per l’Italia.

    (20)

       Nella relazione precedente non era stato incluso un impegno assunto dalla Romania il 9 settembre.

    (21)

       In conformità con la decisione 2016/408 del Consiglio, del 10 marzo 2016, l’Austria beneficia di una sospensione temporanea della ricollocazione per una percentuale fino al 30% dei richiedenti ad essa assegnati in base alla decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio. Di conseguenza, fino all’11 marzo 2017 è sospesa la ricollocazione in Austria di 1 065 richiedenti. L’Austria rimane tuttavia tenuta a rispettare gli obblighi previsti dalla decisione 2015/1601 per le restanti quote e di conseguenza ci si attendono da parte sua impegni e ricollocazioni.

    (22)

       All’inizio di aprile la Polonia ha sospeso il trattamento di 73 richieste di ricollocazione trasmessele dal servizio greco di asilo sulla base di un impegno presentato il 16 dicembre 2015, congelando di fatto la procedura di ricollocazione tre mesi e mezzo dopo avere presentato l’impegno. Lo stesso vale per le richieste provenienti dall’Italia.

    (23)

       Il quinto bando dell’EASO per esperti di supporto alla ricollocazione in Grecia è stato pubblicato il 21 aprile ed è stato menzionato per la prima volta nella terza relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento. L’incarico di vari esperti è giunto a scadenza durante il periodo di riferimento.

    (24)

       Necessità distinta dall’obbligo che incombe agli Stati membri di sostenere l’attività condotta dall’EASO nelle isole in attuazione della dichiarazione UE-Turchia (che fa parte del settimo bando dell’EASO).

    (25)

       Austria, Svizzera, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Regno Unito, Romania, Germania, Lettonia, Spagna, Francia, Croazia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Malta, Belgio, Slovacchia e Bulgaria.

    (26)

       Questa cifra include i posti forniti nell’ambito della capacità del programma di affitto dell’UNHCR e i posti di accoglienza nei punti di crisi. http://www.media.gov.gr/images/prosfygiko/REFUGEE_FLOWS-27-10-2016.pdf  

    http://data.unhcr.org/mediterranean/documents.php?page=1&view=grid&Country[]=83

    Queste strutture temporanee di emergenza e strutture permanenti sono presenti sia nelle isole dell’Egeo nei punti di crisi, sia nella Grecia continentale. Stando alle informazioni di cui dispone la Commissione, all’8 novembre 2016 solo 1 140 posti di accoglienza permanenti ospitano esclusivamente candidati alla protezione internazionale e minori non accompagnati.

    (27)

       I principali beneficiari dell’accordo di delega concluso con l’UNHCR per il programma di affitto di 20 000 posti del gennaio 2016 sono i richiedenti asilo ammissibili alla ricollocazione. Il testo dell’accordo di delega è stato riveduto nel luglio 2016 per chiarire che il programma di alloggio include la possibilità di stabilire posti nei siti di ricollocazione gestiti dell’UNHCR e che il gruppo beneficiario del programma di alloggio comprende non solo i candidati alla ricollocazione ma anche altri richiedenti asilo. L’UNHCR ha accettato di mettere a disposizione dei centri di ricollocazione 6 000 posti nell’ambito del programma di affitto, al fine di ospitare tutti i candidati alla ricollocazione per cui la registrazione è stata formalizzata.

    (28)

        http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/hotspots_sops_-_versione_italiana.pdf

    (29)

       http://www.lavoro.gov.it/notizie/Documents/Report%20MSNA%2030_09_2016.pdf (ultima pagina).

    (30)

       A oggi la squadra ha operato nelle seguenti località: Cagliari, Foggia, Bologna, Torino, Milano, Verona, Venezia, Vicenza, Teramo, Chieti, Firenze, Pisa, Grosseto e Modena.

    (31)

       GU L 268 dell’1.10.2016, pag. 82.

    (32)

       COM(2016) 468 final.

    (33)

       COM(2016) 165 final.

    (34)

       Terza relazione sui progressi compiuti nell’attuazione della dichiarazione UE-Turchia (COM(2016) 634 final).

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    Bruxelles, 9.11.2016

    COM(2016) 720 final

    ALLEGATO

    della

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Settima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


    Allegato 1 - Ricollocazioni dalla Grecia all’8 novembre 2016

    Stato membro

    Impegno formale 1

    Ricollocazioni effettive

    Impegno giuridicamente previsto nelle decisioni del Consiglio

    Austria 2

    1491

    Belgio

    400

    177

    2415

    Bulgaria

    260

    29

    831

    Croazia

    10

    10

    594

    Cipro

    95

    42

    181

    Repubblica ceca

    30

    12

    1655

    Estonia

    149

    66

    204

    Finlandia

    740

    540

    1299

    Francia

    2970

    1924

    12599

    Germania

    1240

    196

    17209

    Ungheria

    988

    Islanda

    Irlanda

    333

    109

    240

    Lettonia

    249

    140

    295

    Liechtenstein

    10

    Lituania

    460

    147

    420

    Lussemburgo

    160

    104

    309

    Malta

    52

    24

    78

    Paesi Bassi

    850

    629

    3797

    Norvegia

    80

    Polonia

    65

    4321

    Portogallo

    1130

    445

    1778

    Romania

    1022

    343

    2572

    Slovacchia

    20

    3

    652

    Slovenia

    100

    60

    349

    Spagna

    750

    348

    6647

    Svezia 3

    2378

    Svizzera

    130

    28

    TOTALE

    11305

    5376

    63302

    (1)

       Trasmesso tramite DubliNet ai sensi dell’articolo 5, paragrafo 2, della decisione del Consiglio.

    (2)

       Decisione di esecuzione (UE) 2016/408 del Consiglio, del 10 marzo 2016, relativa alla sospensione temporanea della ricollocazione del 30% dei richiedenti assegnati all’Austria a norma della decisione (UE) 2015/1601 che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia.

    (3)

       Decisione (UE) 2016/946 del Consiglio, del 9 giugno 2016, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio della Svezia, conformemente all’articolo 9 della decisione (UE) 2015/1523 e all’articolo 9 della decisione (UE) 2015/1601 che istituiscono misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia.

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    Bruxelles, 9.11.2016

    COM(2016) 720 final

    ALLEGATO

    della

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Settima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


    Allegato 2 - Ricollocazioni dall’Italia all’8 novembre 2016

    Stato membro

    Impegno formale 1

    Ricollocazioni effettive

    Impegno giuridicamente previsto nelle decisioni del Consiglio

    Austria 2

    462

    Belgio

    130

    29

    1397

    Bulgaria

    140

    471

    Croazia

    16

    9

    374

    Cipro

    45

    10

    139

    Repubblica ceca

    20

    1036

    Estonia

    8

    125

    Finlandia

    530

    322

    779

    Francia

    350

    231

    7115

    Germania

    1010

    20

    10327

    Ungheria

    306

    Islanda

    Irlanda

    20

    360

    Lettonia

    75

    8

    186

    Liechtenstein

    Lituania

    60

    251

    Lussemburgo

    60

    40

    248

    Malta

    47

    46

    53

    Paesi Bassi

    375

    286

    2150

    Norvegia

    305

    20

    Polonia

    35

    1861

    Portogallo

    388

    261

    1173

    Romania

    680

    43

    1608

    Slovacchia

    250

    Slovenia

    30

    23

    218

    Spagna

    150

    50

    2676

    Svezia 3

    50

    39

    1388

    Svizzera

    430

    112

    TOTALE

    4954

    1549

    34953

    (1)

       Trasmesso tramite DubliNet ai sensi dell’articolo 5, paragrafo 2, della decisione del Consiglio.

    (2)

       Decisione di esecuzione (UE) 2016/408 del Consiglio, del 10 marzo 2016, relativa alla sospensione temporanea della ricollocazione del 30% dei richiedenti assegnati all’Austria a norma della decisione (UE) 2015/1601 che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia.

    (3)

       Decisione (UE) 2016/946 del Consiglio, del 9 giugno 2016, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio della Svezia, conformemente all’articolo 9 della decisione (UE) 2015/1523 e all’articolo 9 della decisione (UE) 2015/1601 che istituiscono misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia.

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    Bruxelles, 9.11.2016

    COM(2016) 720 final

    ALLEGATO

    della

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Settima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


    Allegato 3 - Reinsediamenti al 7 novembre 2016 in base alle conclusioni del 20 luglio 2015
    e al "meccanismo 1:1" con la Turchia (in applicazione dal 4 aprile 2016)

    Stato membro /
    Stato associato

    Impegni presi in base al programma del 20 luglio 2015

    Totale dei reinsediamenti in base al programma del 20 luglio 2015, compreso il meccanismo 1:1 con la Turchia

    Paese terzo da cui è avvenuto il reinsediamento

    Austria

    1900

    1501 1

    Libano: 881; Giordania: 442; Turchia: 177; Iraq: 1

    Belgio

    1100

    519

    Libano: 365; Turchia: 102 (di cui 98 nell'ambito del meccanismo 1:1); Giordania: 28; Egitto: 24;

    Bulgaria

    50

    0

    Croazia

    150

    0

    Cipro

    69

    0

    Repubblica ceca

    400

    52

    Libano: 32; Giordania: 20

    Danimarca

    1000

    481

    Libano, Uganda

    Estonia

    20

    11

    Turchia: 11 nell'ambito del meccanismo 1:1

    Finlandia

    293 2

    293 3

    Libano: 245; Egitto: 37; Giordania: 4; Iraq: 3; Yemen: 2; Israele: 2; Turchia: 136 nell'ambito del meccanismo 1:1, al di fuori del programma del 20 luglio

    Francia

    2375 4

    726 5

    Libano: 296; Turchia: 402 nell’ambito del meccanismo 1:1 (di cui 228 in virtù del programma del 20 luglio e 174 al di fuori); Giordania: 202

    Germania

    1600

    766

    Turchia: 766 nell'ambito del meccanismo 1:1

    Grecia

    354

    0

    Ungheria

    0

    0

    Islanda

    50

    50 6

    Libano

    Irlanda

    520

    500

    Libano

    Italia

    1989

    505

    Libano: 376; Turchia: 75 nell'ambito del meccanismo 1:1; Sudan: 48; Giordania: 6

    Lettonia

    50

    6

    Turchia: 6 nell'ambito del meccanismo 1:1

    Liechtenstein

    20

    20

    Turchia

    Lituania

    70

    25

    Turchia: 25 nell'ambito del meccanismo 1:1

    Lussemburgo

    30

    0 7

    Turchia: 52 nell'ambito del meccanismo 1:1, al di fuori del programma del 20 luglio

    Malta

    14

    0

    Paesi Bassi

    1000

    687

    Libano: 339; Turchia: 258 (di cui 251 nell'ambito del meccanismo 1:1); Kenya: 70; Etiopia: 8; Giordania: 7; Israele: 2; Marocco: 1; Egitto: 1; Arabia Saudita: 1

    Norvegia

    3500

    2370

    Libano: 2 299; Turchia: 54 nell'ambito del meccanismo 1:1; Giordania: 17;

    Polonia

    900

    0

    Portogallo

    191

    12 8

    Turchia: 12 nell'ambito del meccanismo 1:1

    Romania

    80

    0

    Slovacchia

    100

    0

    Slovenia

    20

    0

    Spagna

    1449

    118

    Libano: 61; Turchia: 57 nell'ambito del meccanismo 1:1

    Svezia

    491

    491 9

    Turchia: 272 nell'ambito del meccanismo 1:1 (di cui 269 in virtù del programma del 20 luglio); Sudan: 124; Kenya: 80; Libano: 8; Iraq: 8; Egitto: 1; Giordania: 1 

    Svizzera

    519

    519

    Libano: 431; Siria: 88

    Regno Unito

    2200

    2200 10

    Giordania, Libano, Turchia, Egitto, Iraq e altri

    TOTALE

    22504

    11852

     

    In tutto 2 217 persone sono state reinsediate dalla Turchia in base al meccanismo 1:1, di cui 1 852 in virtù del programma del 20 luglio 2015.

    (1)

         Il numero comprende alcuni casi basati sul programma austriaco di ammissione umanitaria.

    (2)

      Questo numero fa parte della quota nazionale finlandese per il 2016, che ammonta a 750 reinsediamenti.

    (3)

         Questo numero non comprende i 136 siriani che sono stati reinsediati a partire dalla Turchia nell'ambito del meccanismo 1:1 tramite il programma nazionale finlandese.

    (4)

         Questo numero si aggiunge alla quota nazionale annuale della Francia e ai precedenti impegni.

    (5)

    Questo numero non comprende i 174 siriani che sono stati reinsediati a partire dalla Turchia nell'ambito del meccanismo 1:1 tramite il programma nazionale francese.

    (6)

    L’Islanda ha reinsediato in tutto 56 persone nel periodo dall’8 giugno 2015 al 7 novembre 2016.

    (7)

    Non sono ancora stati effettuati reinsediamenti in base alle conclusioni del 20 luglio 2015, ma 52 siriani sono stati reinsediati nell'ambito del programma nazionale di reinsediamento del Lussemburgo.

    (8)

         Il Portogallo ha reinsediato 39 rifugiati dall'Egitto nel 2015 nell'ambito del programma nazionale, al di fuori del programma del 20 luglio 2015.

    (9)

         La Svezia ha reinsediato 1 900 persone nel 2015 nell'ambito del suo programma nazionale, al di fuori del programma del 20 luglio 2015.

    (10)

    A giugno 2016 erano state reinsediate nel Regno Unito in tutto 3 439 persone nell'ambito dei vigenti programmi nazionali di reinsediamento del Regno Unito.

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