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PARERE
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Comitato economico e sociale europeo
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Orientamenti per le politiche degli
Stati membri a favore dell'occupazione
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Proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione
[COM(2021) 282 final - 2021/0137 (NLE)]
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SOC/699
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Relatrice: Marina Elvira CALDERONE
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Consultazione
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Consiglio dell'Unione europea, 11/06/2021
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Base giuridica
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Articolo 148, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea
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Sezione competente
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Occupazione, affari sociali, cittadinanza
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Adozione in sezione
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07/09/2021
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Adozione in sessione plenaria
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23/09/2021
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Sessione plenaria n.
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563
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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185/1/16
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1.Conclusioni e raccomandazioni
1.1Il CESE accoglie con favore la proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione. Le indicazioni appaiono un riferimento utile per dare un indirizzo a politiche per l'occupazione in grado di sostenere la graduale e auspicata uscita dalla situazione di crisi pandemica e per orientare le diverse forme di sostegno economico verso un risultato favorevole in termini occupazionali. Tali orientamenti costituiranno altresì un valido riferimento affinché gli interventi volti alla resilienza ed alla ripresa pongano le basi per la creazione di posti di lavoro di qualità, all'interno di una economia sostenibile sul piano ambientale e sociale. Il coordinamento di politiche occupazionali efficaci costituisce un riferimento fondamentale per migliorare il livello di coesione tra gli Stati membri e ridurre le condizioni di disparità sociale ed economica.
1.2Gli orientamenti in materia di occupazione devono tenere conto dell'impatto della pandemia COVID-19 sul mercato del lavoro, del piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali e delle risultanze del vertice sociale di Porto, ove sono stati indicati target sociali ambiziosi in materia di occupazione, lotta alla povertà ed accesso alle competenze. Occorrerà altresì monitorare l'impatto occupazionale degli strumenti di aiuto quali il programma SURE e Next Generation EU, fondati su emissioni obbligazionarie "comunitarie" quale forma di mutualità di debito generato per sostenere anche le politiche del lavoro. I piani nazionali per la ripresa e la resilienza garantiranno inoltre disponibilità di risorse per le politiche del lavoro dei paesi membri, accompagnate però da una condizionalità specifica sugli obiettivi, gli ambiti di intervento e le modalità di spesa ed un'attenzione particolare alle politiche attive del lavoro.
1.3Le politiche europee devono essere coordinate con gli obiettivi degli orientamenti in materia di occupazione, rafforzando il mercato del lavoro, sostenendo la produttività e la capacità competitiva delle imprese, così come l'economia sociale di mercato dell'Unione europea e potenziando gli interventi strutturali per la transizione da misure temporanee di protezione del lavoro alla creazione di lavoro di qualità. In tali processi, deve essere valorizzato il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e la partecipazione alle scelte delle parti sociali e dei rappresentanti della società civile.
1.4Per quanto riguarda l'orientamento 5 "rilanciare la domanda di forza lavoro", il CESE ritiene necessario che il processo di ripresa della domanda sia accompagnato da azioni volte ad un miglioramento della domanda stessa, che favoriscano l'accesso al mercato del lavoro, promuovendo la sostenibilità economica e sociale delle imprese, la professionalizzazione dei lavoratori e la qualificazione delle condizioni di lavoro. Ciò è possibile attraverso la piena valorizzazione delle opportunità di trasformazione dei sistemi produttivi, l'adozione di tecnologie digitali e di strumenti volti alla sostenibilità ambientale e la promozione dell'apprendimento continuo durante tutto l'arco della vita. Le misure di politica economica devono essere fortemente coordinate con politiche di rilancio della domanda di forza lavoro.
1.5Per l'orientamento 6, che interviene per potenziare l'offerta di forza lavoro e migliorare l'accesso all'occupazione, abilità e competenze, il CESE osserva come sia determinante la capacità di pianificare nei singoli Stati membri un efficace coordinamento tra le misure di investimento per la formazione ed il mercato del lavoro previste dai piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) e dai fondi strutturali. La crisi attuale ha reso ancora più evidente la necessità di riconoscere e garantire il diritto alla formazione continua e l'accesso effettivo a un'istruzione e una formazione di qualità, nonché all'adeguamento delle competenze, e di ridurre la disomogeneità attualmente presente nel ricorso all'aggiornamento professionale, sia tra le categorie produttive che tra gli Stati membri; il target sull'accesso alla formazione fissato nel piano d'azione del pilastro sociale è un obiettivo che misurerà la capacità degli Stati membri di dotarsi di strumenti nuovi che riducano le disparità di accesso e rispondano alle esigenze del mercato del lavoro sulle nuove competenze necessarie.
1.6Per quanto riguarda l'orientamento 7 "migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro e l'efficacia del dialogo sociale", il CESE è favorevole a valutare la fattibilità di una piattaforma digitale europea per l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, che costituisca uno standard condiviso tra gli Stati membri ed i servizi per l'impiego, così da promuovere le politiche attive e la mobilità europea, anche attraverso il rafforzamento dei servizi per il lavoro, sia pubblici che privati. L'adozione di forti misure per la sicurezza e la prevenzione dei rischi deve costituire la base per la promozione in ogni Stato membro di una più diffusa cultura della prevenzione, quale componente fondamentale per la diffusione e la condivisione di una "cultura del lavoro" che valorizzi le potenzialità di ogni persona, promuova il benessere ed elimini ogni situazione di pericolo e di rischio sui luoghi di lavoro. Il dialogo sociale e la contrattazione collettiva sono un pilastro importante della sostenibilità e della resilienza delle economie europee, ma in taluni Stati membri vi è tuttora necessità di un quadro normativo ed istituzionale a livello nazionale che faciliti e sostenga i sistemi di relazioni industriali.
1.7Insieme al rafforzamento delle politiche occupazionali per il lavoro dipendente, il CESE ritiene importante che sia stimolata la capacità degli Stati di promuovere interventi di sostegno all'autoimpiego, al lavoro autonomo e professionale, indirizzati soprattutto ai giovani.
1.8L'orientamento 8 intende "promuovere le pari opportunità per tutti, favorire l'inclusione sociale e combattere la povertà". Il CESE condivide questo orientamento, in quanto appare fondamentale definire una strategia di politica occupazionale in grado di assicurare condizioni di parità di accesso al mercato del lavoro e nell'ambito dei rapporti di lavoro. Il rapporto tra welfare, mercato del lavoro, funzionamento dell'economia e contrasto alla disuguaglianza ed alla povertà costituisce un orientamento fondamentale ed una linea guida per politiche occupazionali in grado di determinare una connessione tra la crescita economica e lo sviluppo sociale. Il CESE ribadisce inoltre l'importanza di definire politiche efficaci volte all'inclusione, da considerare come investimenti determinanti per la stessa crescita e qualificazione dei sistemi economici e produttivi. Appare inoltre determinante introdurre dispositivi che evitino il rischio di "nuove povertà" nei lavoratori a basso reddito, in combinazione con altre strategie coerenti di lotta alla povertà.
2.Contesto
2.1Introduzione
2.1.1Le linee guida sull'occupazione sono state adottate nel 2019, ma nel 2020 sono state allineate per incorporare alcuni elementi dovuti alla crisi COVID-19, la transizione verde e digitale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il CESE ha già presentato un parere, SOC 646, di analisi e valutazione, che ribadiamo, ma questo parere intende integrare alcune osservazioni tenuto conto dell'impatto della crisi pandemica sulle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei e sulla necessità di rimodulare le priorità di intervento degli Stati membri e delle istituzioni europee.
2.1.2La proposta della Commissione prevede che le linee guida per l'occupazione – allegate alla decisione del Consiglio EU2020/1512 – siano mantenute per il 2021 e che siano di riferimento per gli Stati membri nella definizione delle politiche per l'occupazione e nei programmi di riforma nazionali. L'obiettivo prioritario appare oggi quello di garantire un positivo impatto sociale delle misure di sostegno alla resilienza ed alla ripresa economica e produttiva.
2.2Le linee guida sono:
·Orientamento 5: rilanciare la domanda di forza lavoro
·Orientamento 6: potenziare l'offerta di forza lavoro e migliorare l'accesso all'occupazione, abilità e competenze
·Orientamento 7: migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro e l'efficacia del dialogo sociale
·Orientamento 8: promuovere le pari opportunità per tutti, favorire l'inclusione sociale e combattere la povertà
2.3La proposta sottolinea che l'UE e gli Stati membri dovrebbero:
2.3.1Combattere l'esclusione sociale e la discriminazione e promuovere la giustizia e la protezione sociale, cosi come la parità di genere, la solidarietà tra generazioni e la salvaguardia dei diritti dell'infanzia: in occasione del vertice sociale di Porto, gli Stati membri si sono impegnati ad attuare target sociali ambiziosi per la definizione di politiche nazionali e nuovi strumenti europei a sostegno della transizione verde e digitale e verso una convergenza economica e sociale che rafforzi la competitività dell'economia sociale di mercato dell'UE.
2.3.2Assicurare che le politiche economiche e dell'occupazione siano coordinate per realizzare la neutralità climatica nell'UE, per accompagnare la transizione europea verso un'economia digitale e verde sostenibile, per aggiornare le competenze, per migliorare la competitività, assicurando condizioni di lavoro adeguate, stimolando l'innovazione, promuovendo la giustizia sociale e le pari opportunità, così come affrontando le diseguaglianze e le disparità regionali. La condivisione di politiche e l'implementazione di efficaci ed omogenee strategie occupazionali costituiscono un elemento determinante per passare dalla gestione dell'emergenza ad una fase di ripresa in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile sul piano ambientale e sociale e di creare nuovi posti di lavoro e migliori condizioni per l'occupazione.
2.3.3Lavorare insieme per affrontare i fattori strutturali quali il cambiamento climatico e le sfide ambientali, la globalizzazione, la digitalizzazione, l'intelligenza artificiale, il telelavoro, l'economia su piattaforma ed i cambiamenti demografici, adattando, ove necessario, i sistemi esistenti.
2.3.4Adottare le misure e le politiche necessarie per rafforzare la crescita sostenibile dell'economia, l'occupazione di qualità e la produttività, ma incrementando la coesione sociale e territoriale, stimolando la convergenza verso l'alto e la resilienza delle economie e promuovendo la responsabilità di bilancio degli Stati membri.
2.3.5Assicurare che le riforme del mercato del lavoro, inclusi i meccanismi nazionali di definizione dei salari, rispettino le pratiche nazionali di dialogo sociale e di contrattazione collettiva, con l'obiettivo di assicurare salari equi e standard di vita e di lavoro dignitosi.
2.3.6Assicurare che l'impatto economico, sociale e occupazionale della crisi COVID-19 sia mitigato con politiche e strumenti efficaci.
2.4Gli Stati membri e l'Unione devono adoperarsi per sviluppare una strategia coordinata a favore dell'occupazione e in particolare a favore della promozione di una forza lavoro qualificata, formata e con competenze adeguate alle trasformazioni in atto (nonché di mercati del lavoro orientati al futuro e in grado di rispondere ai mutamenti economici). Gli Stati membri devono considerare la promozione dell'occupazione una questione di interesse comune e coordinare in sede di Consiglio le loro azioni al riguardo. L'articolo 148 TFUE prevede che il Consiglio adotti orientamenti in materia di occupazione, che definiscono la portata e la direzione del coordinamento delle politiche degli Stati membri e servono da base per le raccomandazioni specifiche per paese nell'ambito del semestre europeo.
2.5Appare importante sottolineare come la presenza di fattori di rischio, come reso evidente dall'impatto della pandemia da COVID-19 sui sistemi economici e sociali, implichi strumenti di sostegno, anche finanziario, che permettano la condivisione tra gli Stati membri di iniziative comuni per contrastare l'impatto delle crisi sulle condizioni di lavoro e di vita dei cittadini europei.
2.6Il CESE ritiene che le decisioni prese dalla Commissione nel corso degli ultimi mesi e che hanno portato alla approvazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza siano condivisibili e che vadano nella direzione del sostegno ad un modello di sviluppo equo e sostenibile. Allo stesso modo va scongiurato che, in uscita dalla crisi derivante dalla pandemia, si determinino condizioni di maggiore rischio di esclusione sociale ed una accelerazione di quella condizione di squilibrio territoriale che negli ultimi anni si è aggravata anche tra le regioni europee, come rilevato fin dal 2013 dal Regional Competitiveness Index della Commissione europea, che misura la capacità competitiva tra i territori.
2.7La costruzione di un modello economico e di sviluppo inclusivo impone di affiancare le politiche e gli investimenti rivolti al potenziamento delle infrastrutture per la produttività, la digitalizzazione e la logistica, ad interventi rivolti alla coesione territoriale, alla promozione del capitale umano, alla formazione della forza lavoro oltre che al rafforzamento degli strumenti di sostegno del mercato del lavoro ed il sistema dei servizi sociali ed alla persona. Un'Europa che comprenda eccessive differenze e disomogeneità nell'accesso alle opportunità è più debole ed il CESE ritiene che la coesione debba continuare a costituire il pilastro di riferimento anche per le politiche rivolte alla crescita.
2.8La crisi derivante dalla pandemia ha aggravato alcuni problemi strutturali presenti nel mercato del lavoro europeo ed ha evidenziato problematiche che richiedono una politica di largo respiro, in grado di affrontare sia la situazione delle categorie più fragili che la presenza di elementi di difficoltà in particolari settori del mercato del lavoro. La transizione che gli Stati membri stanno affrontando richiede politiche, azioni e misure fortemente condivise e coordinate ed un costante supporto del dialogo sociale.
2.9Tutti i lavoratori dovrebbero avere accesso alla protezione sociale, anche nel caso del telelavoro e delle nuove forme di occupazione, ivi compreso il lavoro su piattaforma digitale, tramite un rafforzamento dei sistemi di welfare. Deve essere favorita l'inclusione delle categorie più deboli e la piena valorizzazione della partecipazione femminile al mercato del lavoro, in modo da evitare ogni forma di discriminazione ed eliminare il gender pay gap.
3.Osservazioni generali
3.1Il CESE, anche in riferimento a quanto indicato in precedenti pareri sugli orientamenti in materia di occupazione, sottolinea quanto segue:
3.1.1Il tema della lotta contro le discriminazioni coincide con l'impegno per migliorare la qualità del lavoro e questo sforzo implica la condivisione tra gli Stati membri di strategie volte a collegare la produttività e la capacità competitiva a sistemi in grado di promuovere il capitale umano e di garantire le migliori condizioni di lavoro per i lavoratori.
3.1.2Le situazioni di crisi tendono a incrementare i fattori di rischio sociale e, in particolare, di disuguaglianza, e per questa ragione gli investimenti e le forme di sostegno alla ripresa economica devono essere collegate da un robusto sistema di investimenti per le infrastrutture sociali e del lavoro, in grado di migliorare con adeguate politiche e misure gli standard della protezione sociale presenti negli Stati membri.
3.1.3Il processo di crescita dei sistemi economici e sociali europei deve prevedere un'azione forte e condivisa volta a prevenire fenomeni di dumping sociale fra gli Stati membri basati sulla diminuzione delle forme di tutela, di garanzia e di sicurezza dei lavoratori, mentre va favorita una competizione equa che guardi all'innovazione e sia fondata sulla valorizzazione della forza lavoro e sulla sostenibilità delle produzioni e dei servizi. Sono necessarie politiche attive del mercato del lavoro, quali incentivi temporanei all'assunzione per i gruppi vulnerabili, opportunità di miglioramento delle competenze e di riqualificazione professionale, nonché sostegno imprenditoriale, anche per l'economia sociale.
3.1.4Per innovare è determinante la spinta proveniente dalle nuove generazioni, alle quali va garantito l'accesso a posti di lavoro di qualità e stabili, valorizzando la mobilità dei lavoratori tra i paesi membri. Il CESE condivide il contenuto della dichiarazione di Porto, laddove si afferma che "i giovani rappresentano una fonte indispensabile di dinamismo, talento e creatività per l'Europa". Anche a questi fini, il lavoro autonomo, intellettuale e professionale è parte importante da sostenere insieme a nuove attività di impresa e start-up innovative.
3.1.5La necessità di garantire la qualità sociale della crescita impone una rinnovata attenzione al lavoro non produttivo, in particolare ai servizi alla persona, al territorio ed alle forme di organizzazione cooperativa delle attività economiche e sociali, in un contesto che collochi i legami sociali come elemento fondamentale per lo sviluppo e la crescita.
3.1.6In quest'ambito appare fondamentale, che gli orientamenti siano mirati all'implementazione del pilastro europeo dei diritti sociali, che costituisce il riferimento per garantire un adeguato e positivo impatto sulla società delle misure volte a superare la crisi economica e sociale, in un contesto di maggior rischio di esclusione determinato dall'emergenza sanitaria. I tre nuovi target definiti nel piano d'azione sul tasso di occupazione, sull'accesso alla formazione e adeguamento delle competenze e sulla lotta alla povertà, a partire da quella infantile, impongono agli Stati membri la necessità di individuare politiche e strumenti, nel quadro del processo del semestre europeo, che definiscano le tappe per il raggiungimento degli obiettivi indicati. Inoltre, il Comitato ha già sottolineato la necessità di definire nuovi indicatori sociali per misurare i progressi effettuati dagli Stati membri.
3.1.7Il coinvolgimento attivo e strutturato delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile è essenziale per l'implementazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) ed il raggiungimento degli obiettivi del piano d'azione. Il Comitato ribadisce la necessità di istituire procedure formali di consultazione che facilitino gli scambi reali con i governi e le istituzioni nazionali e rimuovano gli ostacoli esistenti per una efficace consultazione e partecipazione della società civile; inoltre, devono essere definiti strumenti per rafforzare la contrattazione collettiva e promuovere la copertura contrattuale.
3.1.8Appare del tutto evidente come la connessione tra le politiche sociali, economiche e del lavoro sia costituita dai sistemi formativi e dall'apprendimento continuo e che questa centralità e trasversalità delle competenze sia determinante anche per l'efficacia delle politiche attive e debba costituire una linea di fondo degli orientamenti.
3.1.9L'evoluzione qualitativa dei sistemi formativi va indicata come obiettivo prioritario, non solo nella promozione di competenze trasversali che riguardano il digitale e la sostenibilità ambientale, ma anche per quanto riguarda il rafforzamento delle soft skills e della capacità di collaborazione tra i lavoratori.
3.1.10La situazione di emergenza ha portato all'attivazione di forme specifiche di sostegno finalizzate alla gestione delle crisi e all'attenuazione del rischio di disoccupazione, tra cui il programma SURE. Alla luce dell'orientamento 5 e nel corso del processo di ripresa, appare importante che la Commissione preveda il mantenimento di strumenti di finanziamento e sostegno per il contrasto alla crisi, unitamente a strumenti e politiche di riaccompagnamento al lavoro dei disoccupati.
3.1.11Questi interventi devono consentire il sostegno finanziario a misure quali i regimi di riduzione dell'orario di lavoro, i meccanismi di compensazione del reddito e altre misure volte a prevenire la disoccupazione, fino al superamento dell'attuale situazione di crisi derivante dalla COVID-19.
3.1.12In quest'ottica appare determinante il proseguimento nel 2021 delle politiche avviate dal 2020, attraverso l'uso di strumenti di solidarietà, volti a dare sollievo alle situazioni di maggiore difficoltà occupazionale, accompagnate da politiche attive del mercato del lavoro.
3.1.13Appare pertanto decisivo favorire l'accesso al credito, sostenere gli investimenti innovativi e produttivi, ed in generale creare condizioni territoriali, fiscali ed infrastrutturali favorevoli all'innovazione e alla promozione di iniziative economiche, in particolare per le PMI, le imprese dell'economia sociale, il lavoro autonomo e professionale, tali da generare effetti sull'occupazione.
4.Osservazioni particolari
4.1Il CESE ribadisce quanto espresso nel parere SOC/646, ma intende sottolineare alcuni aspetti tenuto conto dell'impatto della pandemia, che ha evidenziato criticità, ma anche priorità di azione e di intervento. Il CESE ritiene fondamentale, a fronte di un fenomeno di crescita degli squilibri in atto da più di un decennio ed aggravato dalla fase della crisi derivante dalle conseguenze dalla COVID-19, intervenire con politiche efficaci in grado di allineare la crescita economica allo sviluppo sociale, attraverso misure di sostegno alla capacità competitiva ed in grado di fare leva sulla qualità dei sistemi del lavoro e delle politiche occupazionali. In questo senso gli investimenti collegati al piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) debbono essere attuati negli Stati membri e verificati in ragione degli obiettivi degli orientamenti indicati per il 2021, con particolare attenzione al miglioramento della domanda ed offerta di lavoro ed alla promozione delle condizioni per le pari opportunità, il funzionamento del mercato del lavoro e l'inclusione. Occorre agire per un'azione di stretto e coerente coordinamento tra le politiche definite per affrontare l'emergenza, le forme di sostegno avviate tramite il programma SURE, gli interventi e gli investimenti promossi per la ripresa attraverso il Recovery plan e quanto definito e finanziato attraverso la programmazione dei fondi strutturali 2021-2027.
4.2La ripresa economica auspicata per il 2021 e resa possibile in particolare dai progetti di investimento collegati ai piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) può determinare una diffusa ripresa occupazionale se accompagnata da interventi mirati degli Stati membri in campo sociale e del lavoro, che rispondano alle sfide dei cambiamenti in atto.
4.3In questo scenario appare importante ribadire gli obiettivi del pilastro europeo per i diritti sociali e dell'Agenda per lo sviluppo sostenibile. Si tratta di decisioni che devono spingere la Commissione e gli Stati membri verso scelte non procrastinabili, che la fase di pandemia ha reso ancora più evidenti e necessarie rispetto al modello di sviluppo da promuovere. In particolare, gli obiettivi indicati dall'Agenda per la sostenibilità economica, sociale ed ambientale e la centralità del benessere umano indicano un percorso di estrema rilevanza ed ispirano alcune scelte di fondo riportate sia dal Recovery plan che dai principali orientamenti dei fondi strutturali europei.
4.4Il CESE condivide la necessità di rilanciare la domanda di forza lavoro – orientamento 5 – e di garantire salari minimi adeguati ed equi a tutti i lavoratori in Europa, nel rispetto delle normative e delle prassi nazionali ed estendendo la protezione sociale e l'accesso ai sistemi di welfare a tutti i lavoratori, anche nelle nuove forme di lavoro. Per passare dalla gestione della crisi alla ripresa, l'accento dovrebbe essere posto su misure di welfare sostenibile e incentivi efficaci alle assunzioni, in particolare per le PMI. A tale proposito occorre favorire interventi di riqualificazione anche nell'ambito dei periodi di lavoro a orario ridotto a causa della pandemia. Dovrebbe essere promosso il dialogo sociale, e le parti sociali dovrebbero essere coinvolte in un processo di relazioni industriali solido, nel rispetto dell'autonomia delle stesse. La diminuzione della pressione fiscale sul lavoro non deve tradursi in una riduzione della copertura sociale che avrebbe effetti negativi sui sistemi di welfare e sulla loro sostenibilità; il CESE ritiene che vada rafforzata la lotta all'evasione e all'elusione fiscale.
4.5Per l'orientamento 6 che interviene per potenziare l'offerta di forza lavoro e migliorare l'accesso all'occupazione, abilità e competenze, il CESE osserva come sia determinante la capacità di pianificare nei singoli Stati membri un efficace coordinamento tra le misure di investimento per la formazione ed il mercato del lavoro previste dai piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) e dai fondi strutturali. In particolare dovrà essere attuato un coordinamento tra l'FSE+ e le misure di protezione sociale e di tutela previste fino al 31 dicembre 2022 dal programma SURE e da altri strumenti, per favorire la creazione di sistemi nazionali di attivazione al lavoro efficaci che consentano l'inserimento, la riqualificazione e la ricollocazione dei lavoratori. Dovrebbero essere presi in considerazione incentivi efficaci all'assunzione e misure di riqualificazione per sostenere la creazione di posti di lavoro durante la ripresa.
4.6La pandemia, con la diffusione del lavoro da remoto, ha reso ancora più evidente la necessità di definire regole e strumenti volti a rendere virtuoso il rapporto tra organizzazione del lavoro, benessere aziendale ed utilizzo delle tecnologie digitali. Il CESE ribadisce l'importanza di sfruttare il pieno potenziale offerto dal telelavoro come strumento per migliorare le condizioni di svolgimento della prestazione lavorativa e l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, evitando, nel contempo, che diventi una possibile fonte di discriminazioni e di disagio.
4.7La crisi attuale ha reso ancora più evidente la necessità di riconoscere e garantire il diritto alla formazione continua e l'accesso effettivo a un'istruzione e una formazione di qualità, nonché all'adeguamento delle competenze, e di ridurre la disomogeneità attualmente presente nel ricorso all'aggiornamento professionale, sia tra le categorie produttive che tra gli Stati membri; il target sull'accesso alla formazione fissato nel piano d'azione del pilastro sociale è un obiettivo che misurerà la capacità degli Stati membri di dotarsi di strumenti nuovi che riducano le disparità di accesso e rispondano alle esigenze del mercato del lavoro sulle nuove competenze necessarie.
4.8Il CESE, per l'orientamento 7, che interviene per migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro e l'efficacia del dialogo sociale, osserva che gli obiettivi legati al sostegno della mobilità e occupabilità dei lavoratori potrebbero essere raggiunti attraverso la realizzazione di una piattaforma digitale europea per l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, che costituisca uno standard condiviso tra gli Stati membri ed i servizi per l'impiego, così da promuovere le politiche attive e la mobilità europea.
4.9Il dialogo sociale e la contrattazione collettiva sono un pilastro importante della sostenibilità e della resilienza delle economie europee, ma in taluni Stati membri vi è tuttora necessità di un quadro normativo ed istituzionale a livello nazionale che faciliti e sostenga i sistemi di relazioni industriali; l'attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) rappresenterà un banco di prova della reale volontà degli Stati membri di coinvolgere e far partecipare la società civile alle scelte e agli interventi di sviluppo nazionale.
4.10Per quanto riguarda l'orientamento 8, volto a promuovere le pari opportunità per tutti, favorire l'inclusione sociale e combattere la povertà, il CESE ribadisce l'importanza in questa fase di definire efficaci politiche volte all'inclusione, da considerare come investimenti determinanti per la stessa crescita dei sistemi economici e produttivi. Il CESE afferma altresì il ruolo dell'attivazione al lavoro come strumento per l'inclusione e la lotta alla povertà, evitando il ricorso a misure meramente assistenziali e promuovendo l'inclusione attraverso l'occupabilità e l'inserimento al lavoro. In questa logica appare tuttavia determinante introdurre dispositivi che evitino il rischio di "nuove povertà" nei lavoratori a basso reddito, in combinazione con politiche coerenti di lotta alla povertà.
4.11Costituiscono infine componenti determinanti della strategia per le pari opportunità la condivisione di standard comuni per quanto riguarda le politiche di genere, l'integrazione dei disabili e delle persone che vivono condizioni di fragilità e la realizzazione di sistemi di promozione sociale in grado di promuovere l'invecchiamento attivo ed il passaggio generazionale delle competenze.
4.12La pandemia ha reso evidente quanto sia fondamentale investire per garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e quanto sia urgente potenziare gli ispettorati del lavoro negli Stati membri per assicurare controlli a tutela dei lavoratori. Diversi paesi europei hanno sottoscritto protocolli con le parti sociali per contrastare la diffusione del virus nei luoghi di lavoro dimostrando responsabilità e capacità di reazione di fronte a situazioni di emergenza.
Bruxelles, 23 settembre 2021
Christa SCHWENG
Presidente del Comitato economico e sociale europeo
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