COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 12.11.2020
COM(2020) 698 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Unione dell'uguaglianza: strategia per l'uguaglianza LGBTIQ 2020-2025
VERSO L'UGUAGLIANZA LGBTIQ: LIBERI DI ESSERE SÉ STESSI NELL'UE
Non risparmierò le forze quando si tratta di costruire un'Unione dell'uguaglianza. Un'Unione in cui ognuno possa essere sé stesso, amare chi desidera, senza paura di recriminazioni o discriminazioni.
Perché essere sé stessi non è ideologia. È la propria identità.
E nessuno potrà mai usurparla.
Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea) Stato dell'Unione 2020
Ognuno di noi nell'Unione europea dovrebbe sentirsi al sicuro e libero di essere sé stesso. La nostra forza sociale, politica ed economica deriva dall'unità nella diversità: l'uguaglianza e la non discriminazione sono valori centrali e diritti fondamentali nell'UE, sanciti dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali
. Le pari opportunità sono anche uno degli elementi fondamentali del pilastro europeo dei diritti sociali. La Commissione europea, il Parlamento e il Consiglio, insieme agli Stati membri, condividono la responsabilità di tutelare i diritti fondamentali e garantire la parità di trattamento e l'uguaglianza per tutti.
Gli sviluppi legislativi, la giurisprudenza e le iniziative politiche degli ultimi decenni hanno migliorato la vita di molte persone contribuendo a realizzare società più eque e accoglienti anche per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali e queer (LGBTIQ). Nel 2015 la Commissione ha presentato "l'elenco di azioni per far progredire l'uguaglianza delle persone LGBTI", il primo quadro politico per combattere specificamente la discriminazione nei confronti delle persone LGBTI. A livello nazionale, 21 Stati membri hanno riconosciuto legalmente le coppie dello stesso sesso e quattro Stati membri hanno introdotto procedure di riconoscimento giuridico del genere senza requisiti medici.
Studi recenti mostrano inoltre che una maggiore accettazione sociale e un sostegno più significativo alla parità di diritti non hanno sempre portato a sensibili miglioramenti nella vita delle persone LGBTIQ.
Secondo un'indagine condotta nel 2019 dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, sull'identità o l'espressione di genere e sulle caratteristiche sessuali è effettivamente in aumento nell'UE: il 43 % delle persone LGBT ha dichiarato di sentirsi discriminato nel 2019, rispetto al 37 % del 2012.
La discriminazione nei confronti delle persone LGBTIQ persiste in tutta l'UE. Per molte persone LGBTIQ nell'UE non è ancora sicuro manifestare l'affetto in pubblico, parlare apertamente del proprio orientamento sessuale, della propria identità o espressione di genere e delle proprie caratteristiche sessuali, a casa o sul luogo di lavoro, o semplicemente essere sé stessi senza sentirsi in pericolo. Un numero considerevole di persone LGBTIQ è inoltre a rischio di povertà e di esclusione sociale. Non tutti si sentono sicuri di denunciare alla polizia gli abusi verbali e le violenze fisiche.
La crisi della COVID-19 ha determinato nuove pressioni per i gruppi più vulnerabili e le persone LGBTIQ non fanno eccezione. Le misure di confinamento hanno costretto molte persone LGBTIQ, giovani e anziane, in ambienti ostili in cui potrebbero essere esposti al rischio di violenza o di livelli più elevati di ansia o depressione più profonda. Sono addirittura circolate notizie false che incolpavano le persone LGBTIQ della diffusione del virus.
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Il 46 % degli intervistati in un'indagine ha dichiarato che non si sentirebbe a proprio agio (totalmente o moderatamente) se una persona intersessuale fosse eletta alla più alta carica politica.
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Il 57 % degli intervistati nella stessa indagine ha dichiarato che non si sentirebbe a proprio agio (totalmente o moderatamente) se i propri figli avessero una relazione con una persona trans.
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Il 62 % degli intervistati intersessuali nell'indagine si è sentito discriminato in almeno un ambito della vita nei dodici mesi precedenti per il fatto di essere intersessuale.
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L'esperienza quotidiana delle persone LGBTIQ varia significativamente da un paese all'altro dell'UE. Sebbene l'accettazione sociale delle persone LGBTI sia passata dal 71 % nel 2015 al 76 % nel 2019, in nove Stati membri in realtà è diminuita.
In alcune parti dell'UE si registra inoltre una preoccupante tendenza che vede un aumento degli incidenti anti-LGBTIQ, come ad esempio gli attacchi agli eventi pubblici LGBTIQ, comprese le marce del Pride, le cosiddette dichiarazioni di "zona libera dall'ideologia LGBTIQ" e le intimidazioni omofobiche durante le festività di carnevale. Sempre più spesso le organizzazioni della società civile che tutelano e promuovono i diritti delle persone LGBTIQ dichiarano di avere a che fare con manifestazioni di ostilità, in concomitanza con l'ascesa del movimento anti-genere (e anti-LGBTIQ). È indispensabile che gli Stati membri reagiscano rapidamente per invertire questi nuovi sviluppi.
L'Unione europea deve essere in prima linea negli sforzi volti a proteggere più efficacemente i diritti delle persone LGBTIQ.
Con questa strategia, la prima in assoluto per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ, la Commissione affronta le disuguaglianze e le sfide che interessano le persone LGBTIQ, al fine di progredire verso un'Unione dell'uguaglianza. Si concentra in particolare sulla diversità delle persone LGBTIQ e sulle persone più vulnerabili, inclusi coloro che subiscono discriminazioni intersezionali e le persone trans, non binarie e intersessuali, che sono tra i gruppi meno accettati nella società e che generalmente subiscono più discriminazioni e violenze rispetto ad altri gruppi all'interno delle comunità LGBTIQ. Spesso la discriminazione è multidimensionale e solo un approccio intersezionale può aprire la strada a cambiamenti sostenibili e rispettosi nella società.
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Il 40 % degli intervistati in un'indagine ha indicato l'origine etnica o la provenienza da un contesto migratorio come ulteriori motivi di discriminazione, oltre al fatto di essere LGBTI.
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La lontananza geografica può costituire un ulteriore fattore di vulnerabilità. Il 47 % degli intervistati LGBTI di tutti i gruppi nell'UE vive in una grande città, l'11 % nei sobborghi o nelle periferie di una grande città, il 30 % vive in una città o in una piccola cittadina e il 13 % in una zona rurale.
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Questa strategia fa seguito alle richieste di intervento da parte degli Stati membri e del Parlamento europeo, con il forte sostegno dell'intergruppo per i diritti delle persone LGBTI e della società civile. Essa definisce una serie di azioni mirate su quattro pilastri:
1.combattere la discriminazione nei confronti delle persone LGBTIQ;
2.garantire l'incolumità delle persone LGBTIQ;
3.costruire società inclusive per le persone LGBTIQ; e
4.guidare la lotta a favore dell'uguaglianza delle persone LGBTIQ nel mondo.
Queste azioni mirate saranno unite ad un'attenzione rivolta alle preoccupazioni specifiche della comunità LGBTIQ riguardanti una maggiore integrazione dell'uguaglianza in tutte le politiche, nella legislazione nonché in tutti i programmi di finanziamento dell'UE.
L'obiettivo della strategia è contribuire a far sentire la voce delle persone LGBTIQ e a riunire gli Stati membri e gli attori a tutti i livelli in uno sforzo comune per contrastare efficacemente i movimenti contrari all'uguaglianza LGBTIQ. È adottata in un momento in cui in alcuni Stati membri si assiste all'erosione o al regresso dei diritti fondamentali. Sebbene l'UE abbia standard molto elevati nell'ambito dei diritti fondamentali, essi non sono sempre applicati allo stesso modo. Questa strategia integra le iniziative esistenti e future volte a promuovere la dimensione UE dell'uguaglianza in generale.
1.COMBATTERE LA DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE LGBTIQ
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Il 19 % delle persone lesbiche, gay e bisessuali, il 35 % delle persone trans e il32 % delle persone intersessuali si è sentito discriminato sul lavoro nell'anno precedente all'indagine.
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Il 46 % delle persone LGBTI non parla mai apertamente con il personale medico o i prestatori di cure mediche del fatto che è LGBTI.
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Il 51 % delle persone intersessuali e il 48 % delle persone trans, il 35 % delle lesbiche e il 31 % degli uomini gayvive in nuclei familiari che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese.
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La discriminazione colpisce le persone LGBTIQ in ogni fase della vita. Fin dalla più tenera età, i bambini e i giovani LGBTIQ e i figli delle persone LGBTIQ o delle famiglie arcobaleno, dove uno dei membri della famiglia è LGBTIQ, sono spesso stigmatizzati, diventando così bersaglio di discriminazione e bullismo che incidono sul loro rendimento scolastico e sulle loro prospettive occupazionali, sulla loro vita quotidiana nonché sul loro benessere personale e familiare.
In ambito professionale le persone LGBTIQ continuano a subire discriminazioni durante il processo di assunzione, sul posto di lavoro e al termine della loro carriera, in violazione della legislazione dell'UE in materia. Molti incontrano ostacoli nella ricerca di posti di lavoro equi e stabili, il che può aumentare il rischio di povertà, esclusione sociale e mancanza di fissa dimora. Recenti ricerche hanno dimostrato che le persone trans incontrano ulteriori ostacoli quando cercano di accedere al mercato del lavoro.
Tra le persone LGBTI la percentuale di senzatetto è elevata. Essere espulsi dalla casa familiare ed essere discriminati quando sono alla ricerca di un alloggio sono i fattori principali che inducono le persone LGTBIQ, in particolare i giovani, a diventare senzatetto. Si stima che il 25-40 % dei giovani senza fissa dimora sia identificato come LGBTI.
Anche la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, sull'identità/sull'espressione di genere e sulle caratteristiche sessuali può avere ripercussioni significative sulla salute fisica, mentale e sessuale delle persone LGBTIQ e sul loro benessere. La ricerca dell'UE ha dimostrato l'esistenza di notevoli disuguaglianze in ambito sanitario tra la comunità LGBTIQ e la popolazione nel suo complesso. Inoltre le persone LGBTIQ sono spesso riluttanti a ricorrere all'assistenza sanitaria perché hanno vissuto o temono reazioni ostili da parte degli operatori sanitari e faticano ancora ad accedere a medicinali e cure di qualità e a prezzi accessibili, compresa l'assistenza sociale e comunitaria. Le persone con disabilità, gli anziani, i migranti o coloro che appartengono a minoranze etniche o religiose sono particolarmente vulnerabili alla discriminazione. La crisi della COVID-19 ha accentuato tale vulnerabilità.
1.1
Applicazione e miglioramento della protezione giuridica contro la discriminazione
Assieme alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, il diritto dell'UE che garantisce la protezione giuridica contro la discriminazione è fondamentale per promuovere l'uguaglianza delle persone LGBTIQ. Tale protezione rientra in quadri giuridici diversi a seconda che la discriminazione subita dalle persone LGBTIQ sia basata sull'orientamento sessuale (quadro antidiscriminazione) o sul sesso, compreso il cambiamento di sesso (quadro per la parità di genere).
La direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione sancisce il diritto di non essere discriminati, né essere oggetto di molestie, nei contesti occupazionali sulla base delle tendenze sessuali. In una recente decisione, la CGUE ha chiarito che una dichiarazione pubblica di una persona che esclude l'assunzione di una persona di un determinato orientamento sessuale può costituire una discriminazione vietata. Nonostante la direttiva definisca un chiaro scenario di riferimento, l'impatto delle sue disposizioni è limitato in due modi: da difficoltà di applicazione, da una parte, e da limitazioni del campo di applicazione, dall'altra, dato che la legislazione riguarda soltanto l'occupazione.
La Commissione garantirà un'applicazione rigorosa da parte degli Stati membri dei diritti contemplati dalla direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione e riferirà in merito alla sua applicazione nel 2021. La relazione esaminerà inoltre se gli Stati membri abbiano seguito la raccomandazione della Commissione di prendere in considerazione la possibilità di designare un organismo per la parità per includere la discriminazione fondata sulla religione o sulle convinzioni personali, sulla disabilità, sull'età e sull'orientamento sessuale nel campo di applicazione della direttiva. Entro il 2022 la Commissione presenterà l'eventuale legislazione necessaria di conseguenza, in particolare per quanto riguarda il ruolo degli organismi per la parità.
La direttiva sulla parità di genere sancisce il diritto di non essere discriminati, né essere oggetto di molestie, nell'accesso all'occupazione e relativamente alle condizioni di lavoro (compresa la retribuzione) e ai regimi professionali di sicurezza sociale, sulla base del sesso, compreso il cambiamento di sesso. Il principio della parità di trattamento tra uomini e donne vieta il licenziamento per motivi connessi al cambiamento di sesso. Il diritto dell'UE, come confermato dalla Corte di giustizia dell'Unione europea, prevede inoltre il diritto di non essere discriminati sulla base del sesso, ancora una volta anche in relazione al cambiamento di sesso, nell'accesso a beni e servizi a disposizione del pubblico e nell'ambito dei regimi legali di sicurezza sociale. In questo quadro giuridico non sono ancora menzionate esplicitamente le caratteristiche sessuali tra i motivi di discriminazione vietati.
Nel 2008 la Commissione ha presentato una proposta di direttiva sulla parità di trattamento, che estenderebbe la protezione giuridica dell'UE contro la discriminazione basata, tra l'altro, sull'orientamento sessuale, oltre l'ambito dell'occupazione e della formazione professionale. La Commissione invita il Consiglio ad adottare la proposta in tempi brevi al fine di colmare le lacune esistenti nel diritto dell'UE in materia di protezione contro la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale.
Ricerche sostenute dalla Commissione, dal Consiglio d'Europa e dalla società civile hanno dimostrato che gli Stati membri hanno approcci divergenti per quanto riguarda la protezione dalle discriminazioni delle persone LGBTIQ, in particolare le persone non binarie, intersessuali e queer. La Commissione sosterrà gli Stati membri nell'intensificazione degli scambi di buone pratiche in materia di protezione giuridica contro la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, sull'identità/sull'espressione di genere e sulle caratteristiche sessuali in vari ambiti. Mentre alcuni Stati membri hanno aggiunto le caratteristiche sessuali come motivo di discriminazione alla loro legislazione nazionale in materia di parità di trattamento, altri hanno utilizzato un'interpretazione ampia di "sesso". Analogamente, i motivi dell'espressione di genere figurano nella legislazione antidiscriminazione solo in alcuni Stati membri. La Commissione sta esaminando in che modo le persone non binarie, intersessuali e queer possano essere protette meglio contro la discriminazione.
Le nuove tecnologie offrono nuove opportunità per migliorare la vita dei cittadini europei, ma pongono anche nuove sfide. Sebbene l'intelligenza artificiale (IA) possa essere utilizzata per affrontare molte questioni sociali, essa può anche esacerbare la discriminazione nella vita reale, anche nei confronti delle persone LGBTIQ, e le disuguaglianze di genere. In particolare, come sottolineato in un recente riesame delle politiche della Commissione, una delle sfide emergenti nell'ambito dei sistemi di IA per il riconoscimento facciale è l'identificazione dei volti delle persone trans, specialmente durante i periodi di transizione. La Commissione intende presentare un quadro normativo che affronti specificamente le distorsioni e le discriminazioni ingiustificate inerenti ai sistemi di IA ad alto rischio, compresi i sistemi biometrici. Proporrà requisiti specifici, anche a livello di documentazione, per la qualità dei set di dati relativi alla formazione e le procedure di prova per l'individuazione e la correzione delle distorsioni. Tali requisiti servirebbero a prevenire tempestivamente effetti discriminatori negativi e a consentire un monitoraggio e una vigilanza continui per quanto riguarda il rispetto della legislazione vigente in materia di parità durante l'intero ciclo di vita dell'IA.
1.2
Promuovere l'inclusione e la diversità sul luogo di lavoro
Andando oltre il divieto di discriminazione, gli ambienti di lavoro vari e inclusivi contribuiscono a creare pari opportunità sul mercato del lavoro e a migliorare i risultati delle imprese. La diversità e l'inclusione sono fondamentali per stimolare nuove idee e promuovere una società innovativa e prospera. Ad esempio esiste una correlazione comprovata tra l'inclusione delle persone LGBTIQ e i rendimenti delle attività, dell'innovazione e della produttività.
La Commissione promuove la gestione della diversità attraverso la Piattaforma europea delle Carte della diversità. I firmatari hanno adottato politiche in materia di diversità e inclusione, hanno istituito reti interne LGBTIQ, hanno fornito formazione al loro personale, hanno celebrato la Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia, la bifobia e l'interfobia (IDAHOT) e hanno partecipato a eventi Pride nazionali. I dipendenti LGBTIQ possono beneficiare di un migliore coordinamento tra la piattaforma europea, le carte nazionali della diversità e le singole imprese. La Commissione continuerà a favorire la creazione di carte nazionali della diversità e si impegnerà in modo specifico nel promuovere l'uguaglianza delle persone LGBTIQ portando avanti azioni ad hoc nel quadro della Piattaforma europea delle Carte della diversità.
La Commissione promuoverà il ricorso al Fondo sociale europeo Plus (FSE+) per migliorare la posizione socioeconomica delle persone LGBTIQ più emarginate e svilupperà iniziative incentrate su gruppi specifici quali gay, lesbiche, bisessuali, persone trans e intersessuali. La Commissione raccoglierà dati concreti sugli ostacoli che si frappongono alla piena parità nel mondo del lavoro, ma anche in altri ambiti, come la protezione sociale. Questo lavoro servirà da base per fornire orientamenti agli Stati membri e alle imprese circa il rafforzamento della partecipazione delle persone trans e intersessuali al mercato del lavoro. La Commissione promuoverà lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri e fornirà dati affidabili e comparabili in questo settore con il sostegno della FRA. La Commissione continuerà a sostenere misure nell'ambito della strategia per la parità di genere volte a migliorare la posizione socioeconomica delle donne, comprese quelle pertinenti per le donne LBTIQ.
Le imprese sociali e l'economia sociale in generale possono essere in prima linea nella lotta contro la discriminazione delle persone LGBTIQ. Possono elaborare programmi, formazioni e piani specifici per aumentare l'inclusione delle persone LGBTIQ. Nel 2021 la Commissione pubblicherà un piano d'azione europeo per l'economia sociale che promuoverà lo sviluppo di tali imprese e organizzazioni e esaminerà il modo migliore per includere nella società gruppi emarginati specifici, comprese le persone LGBTIQ.
In quanto datore di lavoro, la Commissione darà l'esempio. Nel quadro della sua nuova strategia in materia di risorse umane, continuerà ad adoperarsi per un ambiente di lavoro pienamente inclusivo, fornendo in particolare un sostegno e orientamenti più mirati al personale LGBTIQ, nonché migliorando significativamente l'uso di un linguaggio inclusivo sotto il profilo del genere in tutte le comunicazioni. La Commissione invita le altre istituzioni dell'UE a prendere provvedimenti per promuovere la diversità e l'inclusione nei rispettivi luoghi di lavoro.
1.3
Lotta alle disuguaglianze nell'istruzione, nella sanità, nella cultura e nello sport
La Commissione sosterrà la promozione degli scambi di migliori pratiche tra gli Stati membri e gli esperti su come garantire un'istruzione sicura e inclusiva per tutti i bambini, i giovani e gli adulti. Ad esempio, un nuovo gruppo di esperti che elaborerà proposte di strategie volte a creare ambienti di apprendimento favorevoli per i gruppi a rischio di risultati insufficienti e a sostenere il benessere a scuola affronterà gli stereotipi di genere nell'ambito dell'istruzione, il bullismo e le molestie sessuali. Inoltre, l'imminente strategia globale della Commissione per i diritti dei minori garantirà l'accesso indiscriminato ai diritti, alla protezione e ai servizi anche per i minori LGBTIQ. Promuovere un'istruzione più inclusiva è nell'interesse di tutti gli studenti e di tutti i cittadini, in quanto contribuisce a combattere gli stereotipi e a costruire una società più equa per tutti.
Spesso mancano ricerche sulle esperienze intersezionali delle persone LGBTIQ, ad esempio anziane o portatrici di disabilità. Il programma Orizzonte Europa fornirà sostegno agli studi di genere e alle ricerche intersezionali pertinenti per le persone LGBTIQ, ad esempio sulla salute. La Commissione diffonderà i risultati delle ricerche, comprese le rispettive raccomandazioni e gli orientamenti politici, e organizzerà una conferenza a livello dell'UE attraverso la piattaforma europea per la politica sanitaria. Proporrà altresì che il gruppo direttivo per la promozione e la prevenzione (SGPP) prenda in considerazione le buone pratiche sanitarie convalidate in questo settore che potrebbero essere attuate dagli Stati membri.
Gli Stati membri saranno incoraggiati a organizzare attività di formazione per gli operatori sanitari al fine di sensibilizzarli in merito alle esigenze sanitarie degli uomini omosessuali e bisessuali; delle donne lesbiche e bisessuali; delle persone intersessuali; e delle persone trans nonché al fine di evitare le discriminazioni e la stigmatizzazione nell'accesso ai servizi sanitari. Il materiale didattico del progetto HEALTH4LGBTI sarà ulteriormente divulgato e offerto agli Stati membri. La Commissione incoraggerà e agevolerà lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri su come affrontare i problemi in materia di salute mentale cui un numero significativo di persone LGBTIQ deve far fronte.
I pregiudizi di genere e altri stereotipi sono tra i principali fattori degli atteggiamenti negativi o ostili nei confronti delle persone LGBTIQ in numerose comunità. Possono portare in particolare all'esclusione e alla stigmatizzazione di chiunque non si conformi a norme/immagini fisse di donne e uomini, come le persone non binarie e queer. I settori dei media, della cultura e dello sport sono strumenti potenti che modificano gli atteggiamenti e mettono in discussione i pregiudizi di genere e altri stereotipi.
La Commissione sosterrà i progetti che utilizzano l'espressione culturale per contrastare la discriminazione, creare fiducia e accettazione e promuovere la piena inclusione delle persone LGBTIQ. La Commissione rafforzerà l'integrazione dell'uguaglianza delle persone LGBTIQ nelle iniziative pertinenti in materia di occupazione, istruzione e sanità (in particolare le iniziative riguardanti la salute mentale e la prevenzione dell'HIV/AIDS) e i programmi di finanziamento dell'UE (ad esempio, EU4Health ed Erasmus+). Il futuro piano europeo di lotta contro il cancro terrà conto della situazione dei gruppi vulnerabili, comprese le persone LGBTIQ. I progetti che affrontano la discriminazione intersezionale e le disuguaglianze subite dalle persone LGBTIQ, i pregiudizi di genere e altri stereotipi possono essere finanziati attraverso il programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori".
Erasmus+ finanzia progetti che contribuiscono ad attivare e responsabilizzare i giovani che sono vittime di discriminazioni a causa del proprio genere o orientamento sessuale e di altre barriere sociali. Analogamente il Corpo europeo di solidarietà può promuovere azioni di solidarietà volte a contrastare il razzismo e la discriminazione, favorendo nel contempo una più ampia partecipazione. Per il nuovo periodo di programmazione si presterà particolare attenzione all'inclusione, all'uguaglianza e alla diversità nei programmi Erasmus+ e "Corpo europeo di solidarietà". Sarà definito un approccio poliedrico per rendere il programma più inclusivo e migliorare la partecipazione delle persone con minori opportunità, anche attraverso l'introduzione di formati più flessibili e accessibili; misure di sostegno per la preparazione e l'accompagnamento dei partecipanti e misure finanziarie per affrontare gli ostacoli incontrati dai gruppi sottorappresentati nella partecipazione ai programmi.
1.4
Difendere i diritti dei richiedenti protezione internazionale LGBTIQ
Il sistema europeo comune di asilo affronta la situazione e le esigenze specifiche dei richiedenti protezione internazionale vulnerabili (comprese le persone LGBTIQ). La Commissione ha presentato proposte per riformare il sistema europeo comune di asilo rendendolo più resiliente ed efficace nel rispetto delle esigenze di protezione di tali richiedenti.
La Commissione promuoverà scambi di buone pratiche tra gli Stati membri su come rispondere alle esigenze dei richiedenti protezione internazionale LGBTIQ, concentrandosi sui seguenti aspetti:
-come garantire condizioni di accoglienza sicure e adeguate, compreso l'alloggio, per i richiedenti protezione internazionale LGBTIQ;
-norme di protezione che si applicano in relazione al loro trattenimento (se del caso); e
-come evitare che l'esame delle loro domande sia influenzato da discriminazioni e/o stereotipi anti-LGBTIQ.
L'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo migliorerà la formazione dei funzionari responsabili della protezione e degli interpreti, al fine di garantire che l'esame delle domande di protezione internazionale presentate da persone LGBTIQ non sia influenzato da stereotipi e sia conforme al diritto internazionale/dell'UE e ad altri strumenti pertinenti.
Nelle discussioni con gli Stati membri sulle priorità di finanziamento del Fondo Asilo e migrazione, la Commissione sottolineerà la necessità di sviluppare la capacità per difendere i diritti dei richiedenti protezione internazionale e di altri migranti.
La Commissione europea garantirà sinergie nell'attuazione della strategia per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ e del piano d'azione dell'UE sull'integrazione e l'inclusione. Uno dei principi fondamentali del nuovo piano d'azione sarà "inclusione per tutti". Si terrà conto delle sfide derivanti dall'intersezione tra lo status di migrante e altri fattori di discriminazione, quali l'orientamento sessuale e il genere.
Azioni chiave della Commissione europea:
üproporre entro il 2022 una legislazione che dia seguito alla prossima relazione sull'attuazione della direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione, anche per rafforzare il ruolo degli organismi per la parità;
ügarantire un'adeguata protezione dei richiedenti vulnerabili (comprese le persone LGBTIQ) nell'ambito del sistema europeo comune di asilo e della sua riforma;
ügarantire il sostegno all'uguaglianza delle persone LGBTIQ nelle azioni nell'ambito del Fondo Asilo e migrazione;
üsostenere la ricerca sanitaria pertinente per le persone LGBTIQ, comprese le comunità trans e intersessuale, attraverso il programma Orizzonte Europa.
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La Commissione europea fornirà sostegno agli Stati membri per:
ügarantire la protezione giuridica contro la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, sull'identità/sull'espressione di genere e sulle caratteristiche sessuali in vari ambiti;
ümigliorare l'istruzione sicura e inclusiva per i bambini e i giovani LGBTIQ;
üaffrontare le esigenze specifiche dei richiedenti protezione internazionale LGBTIQ garantendo nel contempo condizioni sicure di accoglienza, trattenimento e alloggio;
ümigliorare la formazione dei responsabili della protezione e degli interpreti che si occupano delle domande di asilo presentate dalle persone LGBTIQ.
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2.GARANTIRE L'INCOLUMITÀ DELLE PERSONE LGBTIQ
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Il 38 % delle persone LGBTI ha subito molestie generate dall'odio per il fatto di essere LGBTI nei 12 mesi precedenti l'indagine.
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Negli ultimi 5 anni il 22 % delle persone intersessuali ha subito un'aggressione fisica e/o sessuale per il fatto di essere intersessuale.
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Solo il 21 % delle persone LGBTI vittime di violenze fisiche o sessuali generate dall'odio negli ultimi 5 anni ha denunciato l'episodio a una qualsivoglia organizzazione, compresi la polizia e gli organismi per la parità.
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Ognuno ha il diritto di vivere in sicurezza, nell'ambiente domestico così come in pubblico o online. Le persone LGBTIQ sono vittime di reati generati dall'odio, di incitamento all'odio e di violenza in misura sproporzionata. Per combattere l'incitamento all'odio online, nel 2016 la Commissione è giunta a un accordo con le aziende informatiche circa un codice di condotta volontario. Dalle valutazioni sull'attuazione del codice emerge che l'orientamento sessuale è il motivo più frequentemente segnalato di incitamento all'odio (33,1 %). La crisi della COVID-19 ha fatto aumentare ulteriormente i livelli di odio, violenza e discriminazione nei confronti delle persone LGBTIQ e ha polarizzato la società nel suo complesso.
I difensori dei diritti sono esposti a minacce e le marce pacifiche sono oggetto di odio.Troppo spesso le persone LGBTIQ sono vittime di abusi come capri espiatori nel dibattito politico, anche durante le campagne elettorali. Le risoluzioni riguardanti le "zone libere da LGBTIQ" hanno l'obiettivo di negare i diritti e le libertà fondamentali alla comunità LGBTI. L'abitudine di etichettare il concetto di LGBTIQ come "un'ideologia" si sta diffondendo nella comunicazione online e offline e lo stesso vale per la campagna in corso contro la cosiddetta "ideologia del gender". Le zone libere da LGBTIQ sono zone prive di umanità e non hanno alcun posto nella nostra Unione.
2.1
Rafforzare la protezione giuridica delle persone LGBTIQ contro i reati generati dall'odio, l'incitamento all'odio e la violenza
La protezione giuridica contro i reati generati dall'odio nei confronti delle persone LGBTIQ e l'incitamento all'odio varia notevolmente da uno Stato membro all'altro. Attraverso il gruppo ad alto livello dell'UE sulla lotta contro il razzismo, la xenofobia e altre forme di intolleranza, la Commissione organizzerà discussioni mirate con le autorità nazionali e la società civile per scambiare le migliori pratiche sull'attuazione della legislazione nazionale in questi ambiti.
A livello europeo, sebbene l'UE abbia adottato una legislazione che penalizza i reati generati dall'odio e l'incitamento all'odio fondati sul razzismo e sulla xenofobia, non esistono sanzioni specifiche per l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio anti-LGBTIQ. Come primo importante passo nel 2021 la Commissione presenterà un'iniziativa volta a estendere l'elenco dei "reati UE" di cui all'articolo 83, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) ai reati generati dall'odio e all'incitamento all'odio, anche quando essi sono rivolti alle persone LGBTIQ.
La Commissione inoltre adotterà misure per combattere la violenza di genere, secondo quanto annunciato nella strategia per la parità di genere. Il programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori" dovrebbe finanziare progetti volti a prevenire e combattere i reati generati dall'odio, l'incitamento all'odio e la violenza contro le persone LGBTIQ, mentre il programma Giustizia fornirà opportunità di finanziamento per promuovere i diritti delle vittime di reato, comprese le persone LGBTIQ.
2.2
Rafforzare le misure per combattere l'incitamento all'odio online contro le persone LGBTIQ e la disinformazione
Entro la fine del 2020 la Commissione proporrà una legge sui servizi digitali. Pur non definendo ciò che è considerato illegale, la proposta mirerà ad affrontare in modo più efficace tutti i tipi di contenuto illegale ospitati su vari tipi di piattaforme, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali, compresa la libertà di espressione. La Commissione estenderà inoltre il proprio impegno e la propria cooperazione con le imprese e le piattaforme informatiche, anche nel contesto dell'attuazione del codice di condotta.
La Commissione garantirà il corretto recepimento e la rigorosa applicazione della direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi, che rafforza la protezione contro i contenuti che incitano all'odio o alla violenza e vieta le comunicazioni commerciali audiovisive che contengono o promuovono qualsiasi tipo di discriminazione, incluse quelle fondate sul sesso e sull'orientamento sessuale. Nel 2020 la Commissione adotterà un piano d'azione per la democrazia europea per affrontare alcune sfide principali, tra cui la lotta contro la disinformazione, la protezione dalle interferenze esterne e dalla manipolazione nelle elezioni, la libertà e il pluralismo dei media.
2.3
Segnalazione di reati generati dall'odio anti-LGBTIQ e scambio di buone pratiche
La Commissione europea continuerà a promuovere un ambiente sicuro affinché le vittime LGBTIQ possano denunciare i reati, nonché migliore protezione e sostegno per le vittime della violenza di genere, della violenza domestica e dei reati generati dall'odio contro le persone LGBTIQ. Nell'ambito della strategia dell'UE sui diritti delle vittime (2020-2025), aiuterà gli Stati membri a garantire che i servizi di assistenza alle vittime, comprese le case sicure, siano disponibili e accessibili alle persone LGBTIQ. La Commissione promuoverà inoltre un sostegno integrato e mirato alle vittime con esigenze particolari, comprese le vittime LGBTIQ di reati generati dall'odio, attraverso le possibilità di finanziamento dell'UE.
La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per garantire la piena e corretta attuazione della direttiva sui diritti delle vittime, dando seguito alla relazione di attuazione del maggio 2020, accrescerà la consapevolezza dei diritti delle vittime attraverso una campagna di comunicazione a livello dell'UE e agevolerà lo scambio di buone pratiche (come la creazione di uno "sportello arcobaleno" presso le stazioni di polizia locali).
Attraverso una più stretta cooperazione con l'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto (CEPOL) e con il Consiglio d'Europa, gli Stati membri e la società civile, nell'ambito di un nuovo gruppo di lavoro sulla formazione in materia di reati generati dall'odio e sullo sviluppo di capacità per le autorità di contrasto, la Commissione sosterrà la formazione per aiutare il personale delle autorità di contrasto a individuare e registrare i pregiudizi anti-LGBTIQ nonché aumentare la segnalazione dei reati.
2.4Proteggere e promuovere la salute fisica e mentale delle persone LGBTIQ
Pratiche dannose quali interventi chirurgici non vitali e interventi medici su bambini e adolescenti intersessuali senza il loro consenso personale e pienamente informato (mutilazioni genitali intersessuali), medicalizzazione forzata delle persone trans e pratiche di conversione rivolte a persone LGBTIQ, possono avere gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale. La Commissione promuoverà lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri su come porre fine a tali pratiche. L'aborto forzato, la sterilizzazione forzata e altre pratiche dannose nei confronti delle donne e delle ragazze sono forme di violenza di genere e costituiscono gravi violazioni dei diritti delle donne e dei minori. La Commissione includerà inoltre una prospettiva intersezionale nella raccomandazione sulle pratiche dannose contro le donne e le ragazze annunciata nella strategia per la parità di genere 2020-2025.
Azioni chiave della Commissione europea:
üpresentare, nel 2021, un'iniziativa per ampliare l'elenco dei "reati dell'UE" (articolo 83 TFUE) includendo i reati generati dall'odio e l'incitamento all'odio, anche quando sono rivolti alle persone LGBTIQ;
üfornire opportunità di finanziamento per iniziative volte a combattere i reati generati dall'odio, l'incitamento all'odio, la violenza e le pratiche dannose nei confronti delle persone LGBTIQ (programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori") e promuovere i diritti delle vittime di reato, comprese le persone LGBTIQ (programma Giustizia);
üpresentare una raccomandazione sulla prevenzione delle pratiche dannose contro le donne e le ragazze.
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La Commissione europea fornirà sostegno agli Stati membri per:
üscambiare le migliori pratiche in materia di protezione contro l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio nei confronti delle persone LGBTIQ;
üpromuovere un ambiente sicuro e favorevole per le vittime di reato LGBTIQ;
ümigliorare la formazione e lo sviluppo di capacità per le autorità di contrasto al fine di individuare e registrare meglio i pregiudizi anti-LGBTIQ e aumentare la denuncia di reati.
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3.COSTRUIRE SOCIETÀ INCLUSIVE PER LE PERSONE LGBTIQ
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Il 53 % delle persone LGBTI manifesta raramente o quasi mai il fatto di essere LGBTI.
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21 Stati membri riconoscono le unioni delle coppie dello stesso sesso, mentre 15 Stati membri prevedono l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso.
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Il riconoscimento giuridico del genere basato sull'autodeterminazione si applica in quattro Stati membri.
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La Carta dei diritti fondamentali sancisce il diritto al rispetto della vita privata e della vita familiare, nonché il diritto dei minori alla protezione e all'assistenza necessarie per il loro benessere. Nell'UE esiste un'ampia varietà di modelli familiari, tra cui le famiglie arcobaleno con uno o più membri LGBTIQ. A causa delle differenze nel diritto di famiglia degli Stati membri, può succedere che i legami familiari non siano riconosciuti quando le famiglie arcobaleno attraversano le frontiere interne dell'UE. Le misure di confinamento per combattere la diffusione della COVID-19 hanno aggravato questa situazione. Le difficoltà che alcune famiglie arcobaleno incontrano per ottenere il riconoscimento giuridico dei loro documenti e delle loro relazioni hanno creato ulteriori problemi durante la pandemia, mentre i paesi chiudevano i confini. In alcuni casi le persone sono state bloccate alle frontiere ed è stato impedito loro di raggiungere le loro famiglie durante il confinamento.
Le persone trans, non binarie e intersessuali spesso non sono riconosciute né dalla legge né nella pratica, il che comporta difficoltà giuridiche per la loro vita privata e familiare, anche in situazioni transfrontaliere.
3.1
Garantire i diritti delle persone LGBTIQ in situazioni transfrontaliere
La normativa dell'UE in materia di libera circolazione, in particolare la direttiva sulla libera circolazione, riconosce il diritto di tutti i cittadini dell'UE e dei loro familiari, compresi i partner registrati e le famiglie arcobaleno, di circolare e di soggiornare liberamente nell'UE.
La Commissione continuerà a garantire la corretta applicazione della normativa in materia di libera circolazione, anche per affrontare le difficoltà specifiche che impediscono alle persone LGBTIQ e alle loro famiglie di godere dei propri diritti. Ciò comprende dialoghi specifici con gli Stati membri in relazione all'esecuzione della sentenza Coman, in cui la CGUE ha chiarito che il termine "coniuge" utilizzato nella direttiva sulla libera circolazione si applica anche ai partner dello stesso sesso. Se necessario, la Commissione può intraprendere azioni legali.
Al fine di migliorare la certezza del diritto per i cittadini dell'UE che esercitano i loro diritti di libera circolazione e di garantire un'applicazione più efficace e uniforme della legislazione sulla libera circolazione in tutta l'UE, nel 2022 la Commissione riesaminerà gli orientamenti del 2009 sulla libera circolazione. Gli orientamenti riesaminati rispecchieranno la diversità delle famiglie e contribuiranno pertanto ad agevolare l'esercizio dei diritti di libera circolazione per tutte le famiglie, comprese le famiglie arcobaleno. La Commissione continuerà a raccogliere dati oggettivi sui problemi effettivamente affrontati dalle persone LGBTIQ e dalle loro famiglie in situazioni transfrontaliere.
Il diritto sostanziale di famiglia è di competenza degli Stati membri. La legislazione dell'UE in materia di diritto di famiglia si applica nei casi transfrontalieri o in caso di implicazioni transfrontaliere e si applica alle persone LGBTIQ. Sono comprese norme volte ad agevolare il riconoscimento reciproco, da parte degli Stati membri, delle sentenze di divorzio, delle responsabilità e dei diritti genitoriali (compresi l'affidamento dei figli e i diritti di visita), degli alimenti (per le coppie e i figli), dei beni posseduti nel contesto del matrimonio e delle unioni registrate e delle successioni (per le coppie e i figli).
La Commissione garantirà l'applicazione rigorosa del diritto di famiglia transfrontaliero nei confronti delle famiglie arcobaleno, concentrandosi maggiormente su questo gruppo nel monitoraggio della sua applicazione.
3.2
Migliorare la protezione giuridica delle famiglie arcobaleno in situazioni transfrontaliere
La legislazione nazionale di oltre la metà degli Stati membri contiene disposizioni applicabili ai genitori arcobaleno. Tuttavia, e nonostante il vigente diritto dell'UE quale interpretato dalla Corte di giustizia, quando queste famiglie viaggiano o si trasferiscono in altri Stati membri, talvolta vi è il rischio che il legame dei minori con il genitore o i genitori LGBTIQ sia interrotto, il che può avere un impatto sui diritti dei minori. Anche i coniugi e i partner registrati possono incontrare difficoltà quando viaggiano o si trasferiscono in un altro Stato membro.
La Commissione insisterà a favore del riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell'UE. Chi è genitore in un paese, è genitore in tutti i paesi. Nel 2022 la Commissione proporrà un'iniziativa legislativa orizzontale per sostenere il riconoscimento reciproco della genitorialità tra Stati membri, ad esempio il riconoscimento in uno Stato membro della genitorialità validamente attribuita in un altro Stato membro.
La Commissione continuerà inoltre a sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a garantire il rispetto dei diritti delle famiglie arcobaleno sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE (in particolare il diritto alla vita privata e familiare e i diritti dei minori), che si applica nell'attuazione del diritto dell'UE. Esaminerà possibili misure per sostenere il riconoscimento reciproco dello status giuridico dei coniugi dello stesso sesso e dei partner registrati in situazioni transfrontaliere.
3.3
Migliorare il riconoscimento delle identità trans e non binarie e delle persone intersessuali
I requisiti necessari che si applicano ai singoli individui che desiderano modificare il proprio genere giuridico variano notevolmente da uno Stato membro all'altro. Negli ultimi anni un numero crescente di Stati membri ha modificato in modo significativo la propria legislazione in materia di riconoscimento di genere, orientandosi verso un modello di autodeterminazione personale. Altri mantengono una serie di requisiti per il riconoscimento del genere delle persone trans e non binarie. Essi possono non essere proporzionati e violare le norme in materia di diritti umani, come deciso dalla Corte europea dei diritti dell'uomo in caso di requisiti chirurgici e di sterilizzazione.
La Commissione promuoverà scambi di buone pratiche tra gli Stati membri su come mettere in atto una legislazione e procedure giuridiche accessibili di riconoscimento del genere, basate sul principio dell'autodeterminazione e senza limiti di età.
La Commissione avvierà un dialogo intersettoriale con diversi portatori d'interesse, compresi gli Stati membri, le imprese e gli operatori sanitari, per sensibilizzare in merito alle identità trans e non binaria e alle persone intersessuali e incoraggiare l'inclusività in tutte le azioni e procedure pertinenti, anche in seno alla Commissione.
3.4
Promuovere un contesto favorevole per la società civile
La Commissione fornirà finanziamenti per promuovere un ambiente favorevole e sostenibile per le organizzazioni LGBTIQ della società civile. Questa strategia fa riferimento ai pertinenti programmi di finanziamento dell'UE e alle loro priorità di finanziamento per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ. Oltre ai finanziamenti basati sui progetti, il programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori" 2021-2027 aumenterà le opportunità di finanziamento per le organizzazioni di piccole e medie dimensioni e metterà delle sovvenzioni operative a disposizione delle reti che promuovono l'uguaglianza LGBTIQ. I fondi dell'UE devono contribuire alla costruzione di una società non discriminatoria e sostenere gli sforzi della Commissione volti a garantire un'Unione di uguaglianza.
Inoltre la Commissione manterrà e incoraggerà un dialogo strutturato e aperto e la consultazione con la società civile sul piano legislativo e decisionale, in particolare per discutere dell'attuazione della strategia. Promuoverà un dialogo con gli Stati membri, le agenzie dell'UE, le parti sociali e il settore privato per contribuire all'ulteriore sviluppo di politiche volte a combattere la discriminazione nei confronti delle persone LGBTIQ. La Commissione continuerà a sensibilizzare in merito alla necessità di uguaglianza e non discriminazione delle persone LGBTIQ e parteciperà a eventi pubblici che costituiscono le pietre miliari per la comunità LGBTIQ.
I giovani hanno un ruolo cruciale nella costruzione di società inclusive. La Commissione, insieme agli Stati membri, ha raccolto le loro opinioni attraverso il processo di dialogo dell'UE con i giovani, dal quale sono scaturiti 11 obiettivi europei per i giovani che, tra le altre cose, chiedono la parità di genere e società inclusive. Questi obiettivi per i giovani rispecchiano le opinioni dei giovani europei e presentano una visione per un'Europa che consenta loro di realizzare appieno il loro potenziale, contribuendo nel contempo a ridurre gli ostacoli che impediscono alle persone con minori opportunità di partecipare alla vita sociale ed economica.
Azioni chiave della Commissione europea:
üriesaminare nel 2022 gli orientamenti del 2009 sulla libera circolazione per rispecchiare la diversità delle famiglie e contribuire ad agevolare l'esercizio dei diritti di libera circolazione per tutte le famiglie, comprese le famiglie arcobaleno;
üproporre un'iniziativa legislativa orizzontale sul riconoscimento reciproco della genitorialità tra gli Stati membri;
üesaminare possibili misure a sostegno del riconoscimento reciproco delle unioni tra persone dello stesso tra gli Stati membri;
üfornire opportunità di finanziamento, in particolare attraverso il programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori".
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La Commissione europea fornirà sostegno agli Stati membri per:
ümettere in atto una legislazione e procedure giuridiche accessibili in materia di riconoscimento del genere;
ümigliorare l'inclusione delle persone trans, non binarie e intersessuali nella documentazione, nelle domande, nelle indagini e nei processi pertinenti;
üapplicare rigorosamente il diritto alla libera circolazione e le norme dell'UE in materia di diritto di famiglia.
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4.GUIDARE LA LOTTA A FAVORE DELL'UGUAGLIANZA DELLE PERSONE LGBTIQ NEL MONDO
I diritti delle persone LGBTIQ sono diritti umani e le persone LGBTIQ dovrebbero essere in grado di esercitare pienamente i propri diritti ovunque e in qualsiasi momento.
La situazione di queste persone in varie parti del mondo resta tuttavia estremamente precaria: esse subiscono infatti gravi abusi e violazioni dei diritti senza accesso alla giustizia. Molte sono vittime di discriminazione, molestie, persecuzione, incarcerazione o addirittura omicidio o pena di morte, semplicemente per il fatto di essere chi sono. La Commissione e il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) si impegnano a proteggerle e a consentire loro di far valere i propri diritti. Inoltre la situazione delle persone LGBTQ varia notevolmente da un paese all'altro. Occorre adottare un approccio su misura per massimizzare gli effetti del sostegno dell'UE, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione. L'UE conduce dialoghi politici con i paesi partner per trattare leggi, politiche e pratiche discriminatorie nei confronti delle persone LGBTIQ e depenalizzare le relazioni tra persone dello stesso sesso e le identità trans. Darà l'esempio dimostrando solidarietà e rafforzando la resilienza nella protezione e nella promozione dei diritti delle persone LGBTIQ in tutto il mondo e contribuendo a una ripresa globale che consenta a tutti di prosperare sul piano sociale, economico e politico e non lasci indietro nessuno.
Sempre più spesso i difensori dei diritti umani rischiano la vita per promuovere l'uguaglianza LGBTIQ. Spesso situazioni ostili o che mettono a rischio la vita costringono le persone LGBTIQ a fuggire dai loro paesi di origine. Al centro di tutte le attività dell'UE vi è un forte impegno a favore della promozione e della tutela dei diritti umani. È importante che le azioni interne ed esterne dell'UE in questo ambito siano coerenti e si rafforzino reciprocamente. L'UE promuoverà il proprio ruolo di guida mondiale nella tutela dell'universalità e dell'indivisibilità dei diritti umani per tutti, comprese le persone LGBTIQ.
Indipendentemente dalle motivazioni della loro domanda di asilo, i richiedenti asilo LGBTIQ sono spesso esposti a ulteriori pericoli al loro arrivo nell'UE e le loro esigenze possono essere diverse da quelle di altri richiedenti asilo.
4.1
Rafforzare l'impegno dell'UE per le questioni LGBTIQ in tutte le sue relazioni esterne
L'UE rafforzerà il proprio impegno per le questioni LGBTIQ nelle sue relazioni esterne, sia a livello politico sia tecnico. Si adopererà particolarmente per combattere la violenza, l'odio e la discriminazione e garantirà la difesa dei diritti delle persone LGBTIQ nei paesi partner.
Per quanto riguarda i paesi candidati e candidati potenziali, anche nel contesto dei negoziati di adesione e del processo di stabilizzazione e associazione, la Commissione farà pressione a favore dell'uguaglianza delle persone LGBTIQ nel dialogo politico e nelle misure di sostegno per combattere la violenza, l'odio e la discriminazione nei confronti delle persone LGBTIQ, compreso il sostegno alle organizzazioni della società civile attraverso lo strumento di assistenza preadesione (IPA). Sosterrà altresì il monitoraggio e la raccolta di dati sulla situazione delle persone LGBTIQ in questa regione e continuerà a monitorare e a riferire in merito alla loro situazione nelle relazioni per paese del pacchetto annuale sull'allargamento.
La Commissione condividerà le migliori pratiche in materia di lotta alla discriminazione e promozione dei diritti LGBTIQ oltre i confini dell'UE, attraverso la cooperazione e il dialogo con il Consiglio d'Europa, le Nazioni Unite e altri organismi internazionali e regionali competenti.
Il piano d'azione per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 rinnova l'impegno dell'UE e chiede misure per combattere tutte le forme di discriminazione, con particolare attenzione alle molteplici forme di discriminazione interdipendenti. Condanna le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie, compresa la configurazione come reato delle relazioni tra persone dello stesso sesso. L'UE si attiverà per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ nei consessi internazionali, costituirà partenariati internazionali fondati sui principi di uguaglianza e non discriminazione e dialogherà regolarmente con i paesi partner in materia di politica e diritti umani in linea con i suoi orientamenti per promuovere e tutelare i diritti umani delle persone LGBTI e con i suoi orientamenti in materia di diritti umani sulla non discriminazione nell'azione esterna.
Le organizzazioni locali della società civile che operano in prima linea per promuovere e proteggere i diritti delle persone LGBTIQ riceveranno sostegno tramite finanziamenti dell'UE.
La Commissione proseguirà nella sua azione di sostegno ai programmi nazionali, regionali e globali a favore dei difensori dei diritti umani LGBTIQ e delle loro organizzazioni. Attualmente sta prestando sostegno, ad esempio, per accrescere le capacità di:
-costruire potenti movimenti in tutto il mondo;
-rafforzare le iniziative locali, nazionali e regionali in materia di diritti umani; e
-creare alleanze regionali nelle regioni dell'allargamento e del vicinato, in Africa, Asia e Pacifico, America latina e Caraibi.
L'UE continuerà a offrire una risposta rapida per proteggere i difensori dei diritti delle persone LGBTIQ. La Commissione si adopererà ancora per garantire che gli aiuti umanitari rimangano sensibili al genere e all'età, siano commisurati alle esigenze dei diversi gruppi di genere e di età (comprese le comunità/le persone LGBTIQ) e siano in linea con i principi umanitari, tra cui quello dell'imparzialità (non discriminazione). Infine, il piano d'azione sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nelle relazioni esterne (GAP III) per il periodo 2021-2025 si basa, tra l'altro, sul principio dell'intersezionalità e promuove la parità tra donne e uomini in tutta la loro diversità.
La crisi della COVID-19 ha anche aggravato la discriminazione e le violenze nei confronti delle persone LGBTIQ al di fuori dei confini europei. Nella sua risposta globale (Team Europa) alla COVID-19 dell'8 aprile 2020, l'UE ha adottato un approccio basato sui diritti umani, volto a "ricostruire meglio" e a sostenere società più eque, inclusive e sostenibili e ad attuare l'Agenda 2030, secondo il principio di non lasciare indietro nessuno. L'UE sta dando priorità alle misure sanitarie e socioeconomiche, anche per garantire che i servizi di sostegno e i servizi sociali essenziali rimangano a disposizione di tutti, e continuerà a promuovere e difendere i diritti umani, l'uguaglianza e la non discriminazione, condizioni di lavoro dignitose, la lotta contro la violenza nonché i valori fondamentali in tale contesto.
Azioni chiave della Commissione europea:
üattuare azioni a sostegno dei diritti delle persone LGBTIQ in linea con il piano d'azione sui diritti umani e la democrazia 2020-2024 e con gli orientamenti dell'UE volti a promuovere e tutelare l'esercizio di tutti i diritti umani da parte delle persone LGBTI;
ügarantire il sostegno all'uguaglianza delle persone LGBTIQ nelle azioni nell'ambito degli strumenti NDICI e IPA.
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5.ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA: UTILIZZARE APPIENO LE INIZIATIVE DELL'UE
La strategia sarà attuata utilizzando l'intersezionalità come principio trasversale: l'orientamento sessuale, l'identità/l'espressione di genere e/o le caratteristiche sessuali saranno considerati insieme ad altre caratteristiche o identità personali, quali il sesso, la razza/l'origine etnica, la religione/le convinzioni personali, la disabilità e l'età. Tale principio serve a spiegare il ruolo che le intersezioni rivestono nelle esperienze di discriminazione e vulnerabilità dei singoli individui. Le donne LBTIQ possono subire discriminazioni sia come donne che come persone LBTIQ. Le persone LGBTIQ con disabilità possono incontrare ulteriori difficoltà nell'ottenere sostegno e informazioni, oltre che partecipare pienamente alla comunità LGBTIQ e alla società in generale, a causa di una mancanza di accessibilità, il che aggrava ancora di più la loro esclusione. Le persone LGBTIQ con disabilità devono avere accesso alle informazioni sul sostegno e sui diritti in formati accessibili e alternativi, nonché agli spazi, ai luoghi e alle reti di sostegno LGBTIQ.
La strategia affronta anche le disuguaglianze evidenziate dalla crisi della COVID-19, che ha colpito in modo sproporzionato le persone vulnerabili della comunità LGBTIQ. Nell'ambito di questo lavoro, la Commissione incoraggerà gli Stati membri a sfruttare appieno le possibilità offerte da Next Generation EU per attenuare l'impatto sproporzionato della crisi e promuovere l'uguaglianza LGBTIQ. Inoltre la Commissione europea sarà pronta ad aiutare gli Stati membri a integrare la parità nell'elaborazione e nell'attuazione delle riforme attraverso lo strumento di sostegno tecnico.
I finanziamenti dell'UE sono fondamentali per sostenere l'attuazione delle politiche dell'UE negli Stati membri. I fondi dell'UE gestiti dagli Stati membri devono andare a beneficio di tutti i cittadini dell'UE senza alcuna forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età e l'orientamento sessuale. Attraverso un monitoraggio rigoroso, la Commissione e gli Stati membri devono garantire che i fondi dell'UE contribuiscano all'uguaglianza e che tutti i progetti finanziati dall'UE siano conformi al diritto dell'UE, compresi i trattati e la Carta dei diritti fondamentali. Se i progetti violano le norme antidiscriminatorie dell'UE, i finanziamenti possono essere sospesi o ritirati. La proposta della Commissione relativa a un nuovo regolamento recante disposizioni comuni (RDC) che stabilisce le norme per il periodo di programmazione 2021-2027 contiene una "condizione abilitante" relativa alla Carta
. Inoltre, per la selezione dei progetti, gli Stati membri sono tenuti a stabilire e applicare criteri e procedure che non siano discriminatori e tengano conto della Carta.
Sarà fondamentale disporre di dati affidabili e comparabili sull'uguaglianza per valutare la situazione delle persone LGBTIQ e contrastare efficacemente le disuguaglianze. La Commissione inviterà l'Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) e l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) a continuare a fornire agli Stati membri assistenza tecnica e sostegno metodologico per la progettazione e l'attuazione di esercizi di raccolta di dati sulle persone LGBTIQ, per ragioni sia singole sia molteplici. Sosterrà inoltre la raccolta di dati intersezionali dettagliati da parte della FRA, dell'EIGE e degli Stati membri, in particolare attraverso il sottogruppo di dati sulla parità del gruppo ad alto livello sulla non discriminazione, l'uguaglianza e la diversità.
La Commissione organizzerà altresì una tavola rotonda sui dati sulla parità riunendo i principali portatori di interessi al fine di esaminare gli ostacoli che si frappongono alla raccolta di dati relativi all'origine razziale o etnica e individuare percorsi verso un approccio più armonizzato, anche relativamente ai dati intersezionali riguardanti, ad esempio, l'origine razziale o etnica e l'orientamento sessuale.
La Commissione (Eurostat) continuerà a lavorare sui dati relativi alla parità in generale, affrontando la questione direttamente con gli Stati membri nel contesto di riunioni tecniche con gli istituti nazionali di statistica, ove pertinente. Eurostat fornirà ai servizi della Commissione un sostegno metodologico per valutare la possibilità di raccogliere dati statistici sulle persone LGBTIQ messi a disposizione su base volontaria dagli Stati membri.
Nel 2023 sarà pubblicato un nuovo Eurobarometro sulla discriminazione nell'UE. La Commissione incoraggerà inoltre la FRA a condurre un'indagine approfondita sulle persone LGBTIQ nel 2024.
Gli Stati membri sono incoraggiati ad attingere alle migliori pratiche esistenti
e a sviluppare piani d'azione propri sull'uguaglianza delle persone LGBTIQ. L'obiettivo sarà quello di rafforzare la protezione contro la discriminazione delle persone LGBTIQ, garantire la verifica a livello nazionale degli obiettivi e delle azioni definiti nella presente strategia e integrarli con misure volte a promuovere l'uguaglianza delle persone LGBTIQ nei settori di competenza degli Stati membri. La Commissione continuerà inoltre a sostenere e rendere visibili gli sforzi delle città nel mettere in atto solide politiche di inclusione a livello locale, anche tramite la nomina annuale di una o più capitali europee dell'inclusione e della diversità.
Oltre a realizzare le azioni chiave definite nella presente strategia, la Commissione istituirà un sottogruppo sull'uguaglianza delle persone LGBTIQ nell'ambito del gruppo ad alto livello sulla non discriminazione, l'uguaglianza e la diversità per sostenere e monitorare i progressi compiuti negli Stati membri, anche in merito all'elaborazione di piani d'azione nazionali sull'uguaglianza delle persone LGBTIQ. Organizzerà riunioni periodiche, a livello politico e di esperti, con la società civile e gli Stati membri e parteciperà ai lavori della rete di punti focali LGBTI governativi del Consiglio d'Europa. Monitorerà regolarmente l'attuazione delle azioni illustrate nella presente strategia e presenterà una revisione intermedia nel 2023.
Azioni chiave della Commissione europea:
üvalutare e monitorare il rispetto della condizione abilitante relativa alla Carta dei diritti fondamentali, come previsto nella proposta della Commissione relativa a un nuovo regolamento recante disposizioni comuni (RDC);
ümonitorare l'attuazione dei programmi finanziati dall'UE per garantire che rispettino i principi dell'uguaglianza e il diritto dell'UE, compresi i trattati e la Carta dei diritti fondamentali;
üinvitare la FRA e l'EIGE a continuare a fornire agli Stati membri assistenza tecnica e sostegno metodologico per la progettazione e l'attuazione di esercizi di raccolta di dati sulle persone LGBTIQ.
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La Commissione coadiuverà gli Stati membri nelle azioni seguenti:
üsviluppare piani nazionali sull'uguaglianza delle persone LGBTIQ.
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6.
CONCLUSIONI: LAVORARE INSIEME PER L'UGUAGLIANZA DELLE PERSONE LGBTIQ
La presente strategia si basa sulla visione di un'Europa in cui le persone, in tutta la loro diversità, sono uguali, in cui sono libere di vivere indipendentemente dall'orientamento sessuale, dall'identità o dall'espressione di genere o dalle caratteristiche sessuali.
Sebbene negli ultimi anni l'Europa abbia compiuto progressi graduali, questa strategia per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ segna una nuova fase del nostro lavoro volto a promuovere la parità per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali e queer, continuando nel contempo a porre l'accento sui settori prioritari. Essa sottolinea inoltre la necessità di integrare una prospettiva di uguaglianza delle persone LGBTIQ in tutte le politiche dell'UE e nei programmi di finanziamento dell'Unione.
Combattere le disuguaglianze nell'UE è una responsabilità condivisa, che richiede sforzi congiunti e azioni a tutti i livelli. Le istituzioni e le agenzie dell'UE, gli Stati membri, comprese le autorità regionali e locali, gli organismi per la parità, la società civile e le imprese devono rafforzare il loro impegno per realizzare gli obiettivi della strategia.
Tutte le istituzioni dovrebbero impegnarsi chiaramente a perseguire una strategia comune. La Commissione invita il Parlamento europeo a rinnovare il suo impegno e a sostenere l'attuazione della strategia e il Consiglio ad adottare conclusioni per dare seguito alla strategia. Invita il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo a promuovere il dialogo con le autorità locali e regionali e la società civile, comprese le parti sociali, su come promuovere l'uguaglianza delle persone LGBTIQ. Attraverso indagini periodiche, assistenza tecnica e sostegno metodologico agli Stati membri, l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali e l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere continueranno a sostenere l'uguaglianza delle persone LGBTIQ.
La discriminazione, la violenza e l'odio nei confronti delle persone LGBTIQ sono contrari ai valori fondamentali dell'Unione europea e vanno eliminati. Insieme possiamo abbattere gli ostacoli all'uguaglianza delle persone LGBTIQ e compiere entro il 2025 progressi evidenti verso un'UE in cui le persone LGBTIQ, in tutta la loro diversità, siano sicure e abbiano pari opportunità di partecipare pienamente alla società, sviluppando appieno le proprie potenzialità.