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Document 52021IR4928

Parere del Comitato europeo delle regioni — Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie

COR 2021/04928

OJ C 301, 5.8.2022, p. 33–39 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

5.8.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 301/33


Parere del Comitato europeo delle regioni — Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie

(2022/C 301/06)

Relatore:

Christophe CLERGEAU (PSE/FR), membro del consiglio regionale dei Paesi della Loira

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

Osservazioni generali

1.

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ricorda che nel marzo 2020 la sua presidenza ha invitato la Commissione europea e gli Stati membri a istituire un meccanismo dell’UE per le emergenze sanitarie (1) e che tale idea è stata poi sviluppata, sempre nel 2020, nel suo successivo parere sul tema Meccanismo europeo per le emergenze sanitarie (2). Osserva inoltre che, nella sua comunicazione COM(2021) 576, la Commissione ha trovato ispirazione in tale parere.

Il dibattito sulla creazione dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) giunge in un momento caratterizzato dal protrarsi dell’epidemia di COVID-19, che ci spinge più che mai a fare della salute una priorità per l’Unione europea. Tuttavia, l’obiettivo della creazione dell’HERA è più ampio e riguarda ogni tipo di rischio per la salute umana, su vasta scala e/o a livello transfrontaliero, nonché le fasi di preparazione e di gestione delle crisi, oltre alle sfide in materia di prevenzione e resilienza delle società e dei territori, e tutto ciò nel più ampio contesto della guerra in Ucraina, che sta avendo un impatto enorme sui servizi sanitari, sulle infrastrutture e sulla cooperazione transfrontaliera, i quali sono già stati pesantemente sollecitati e indeboliti durante i periodi peggiori della pandemia di COVID-19.

2.

Il CdR sostiene la creazione dell’HERA quale autorità responsabile della preparazione alle crisi sanitarie e della loro gestione, tenendo presente, da un lato, che la competenza in materia di prevenzione, sanità pubblica e assistenza sanitaria, preparazione alle crisi e gestione delle stesse spetta in primo luogo agli Stati membri e, dall’altro lato, che le regioni svolgono un ruolo importante, dal momento che due terzi degli Stati membri in Europa dispongono di sistemi sanitari decentrati, secondo modalità differenti. Sottolinea la necessità di una visione d’insieme in materia di protezione della popolazione, mentre l’azione della Commissione rimane frammentata tra più centri decisionali, e insiste sul sostegno che l’UE deve fornire agli Stati e alle regioni.

3.

Le crisi sanitarie, qualunque sia la loro origine, rappresentano un pericolo per la popolazione, che colpiscono in modo molto diseguale, ma costituiscono una minaccia anche per la prosecuzione del processo stesso di integrazione dell’Europa, qualora essa non sia in grado di rispondervi in modo rapido, efficace, coerente e solidale. La crisi della COVID-19 ha messo alla prova la solidarietà tra gli europei, l’integrità del mercato interno e la cooperazione in seno allo spazio Schengen. Il CdR ritiene che la crisi abbia anche dimostrato che gli obiettivi dell’UE in materia di sicurezza sanitaria e protezione della popolazione «non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale», e che un più ampio intervento dell’UE in questo settore sia pertanto conforme al principio di sussidiarietà (3).

4.

Sebbene la gestione dei sistemi sanitari e assistenziali sia di competenza nazionale, la Commissione europea svolge un ruolo importante nella protezione della salute delle persone e nella salvaguardia del funzionamento del mercato unico, in linea con i Trattati, che considerano la protezione della salute delle persone come un requisito essenziale e attribuiscono un ruolo in materia di protezione dell’acquis comunitario. Tale intervento, da realizzare in stretta collaborazione con gli Stati membri, legittima il coinvolgimento attivo del Parlamento europeo. Il CdR desidera far sentire la propria voce in questo dibattito, in primo luogo perché, in un contesto di crisi, l’azione locale e di prossimità è essenziale per garantire la protezione delle popolazioni, in secondo luogo perché molte regioni detengono ampie competenze in materia di salute e, infine, perché il sostegno delle regioni all’innovazione e all’industria è un elemento chiave per rendere disponibili le contromisure necessarie a far fronte alle crisi.

L’ambito di intervento dell’HERA, la sua governance e il suo percorso di espansione

5.

Il CdR, come proposto dalla Commissione, raccomanda di attribuire all’HERA un ambito di intervento molto ampio, nel rispetto delle competenze di altri organismi esistenti (4). Lo scopo è infatti affrontare le minacce per la salute umana che possono avere caratteristiche naturali, accidentali o intenzionali, anche a seguito di atti terroristici, ed essere di origine pandemica, biologica, ambientale, nucleare o ignota.

6.

Sottolinea che, oltre all’ambito di intervento, è anche l’ambito delle attività dell’HERA ad essere molto ampio, dato che occorre individuare e analizzare i rischi che precedono le crisi, promuovere azioni di previsione, rafforzare la capacità delle società e dei territori di affrontare le crisi, definire scenari di gestione che includano risposte adeguate, rafforzare l’ecosistema industriale e di ricerca e innovazione in modo che possa sviluppare e produrre contromisure adeguate e, infine, garantire la disponibilità di queste contromisure in tutte le città e regioni dell’Unione e per l’insieme della popolazione.

7.

Di fronte a queste sfide gigantesche, il CdR è preoccupato per la capacità dell’HERA di svolgere con successo i suoi compiti.

8.

Sebbene la creazione dell’HERA sotto forma di servizio interno della Commissione debba essere intesa come una scelta pragmatica che consenta di ottenere rapidi progressi e di coordinare al meglio le diverse attività della Commissione, tale scelta dovrebbe essere solo temporanea, per poi essere riveduta al momento opportuno. Lo status di servizio interno della Commissione non deve costituire un freno all’assunzione di personale specializzato e di alto livello necessario per prepararsi alle crisi sanitarie e per gestirle. È importante garantire, in linea con i principi di sussidiarietà e proporzionalità, un’autonomia decisionale, che è indispensabile per analizzare i rischi in modo indipendente e per adottare senza indugio le misure necessarie per proteggere vite umane.

9.

Il piano d’azione per il 2022, pubblicato il 10 febbraio, prevede un bilancio annuale di 1,3 miliardi di EUR. Si tratta di un segnale positivo ma non coerente con le previsioni di bilancio di 6 miliardi di EUR per sei anni. L’esame di questo bilancio annuale evidenzia l’importanza dell’acquisto di contromisure e della costituzione e gestione delle scorte europee (675,5 milioni di EUR) — senza che sia menzionato l’impatto sul finanziamento delle altre azioni di protezione civile a livello europeo —, del sostegno a nuove capacità di produzione (160 milioni di EUR), nonché dei programmi di ricerca nell’ambito di Orizzonte Europa (350 milioni di EUR), la maggior parte dei quali non sono nuovi. In questo modo restano solo 100 milioni di EUR per le azioni di anticipazione dei rischi e di adeguamento dei sistemi sanitari.

10.

La governance dell’HERA rappresenta un terzo punto debole. Essa è infatti strettamente riservata alla Commissione e agli Stati membri, riducendo il Parlamento europeo a un ruolo di osservatore ed escludendo dagli organi permanenti dell’HERA tutte le parti interessate, le città e le regioni così come gli attori della società civile. Tale governance non è né adeguata né efficace, dato che la preparazione e la risposta alle crisi coinvolgono un’ampia gamma di attori e competenze. Le città e le regioni, gli operatori sanitari nella loro diversità, le associazioni dei pazienti, gli altri attori chiave della scienza e della ricerca, le ONG attive nel settore della salute e della solidarietà sono attori essenziali per affrontare con successo le crisi e devono essere presi pienamente in considerazione. Come minimo, le varie parti interessate dovrebbero essere membri permanenti del «forum consultivo», che dovrebbe fornire raccomandazioni agli organi direttivi dell’HERA ed essere coinvolto nei vari aspetti della sua attività.

11.

Il CdR riconosce il primato delle competenze nazionali e l’importanza cruciale del lavoro congiunto della Commissione e degli Stati membri, ma invita la Commissione e il Consiglio a riprendere la strada del metodo di coordinamento aperto e inclusivo con le parti interessate e a permettere ai rappresentanti degli enti locali e regionali e al Parlamento europeo di svolgere pienamente il proprio ruolo, indipendentemente dalle considerazioni giuridiche.

12.

L’azione operativa dell’HERA sembra concentrarsi sull’approvvigionamento di contromisure mediche. Tuttavia, nella gestione delle crisi entrano in gioco molti altri aspetti, in particolare nei settori della prevenzione e della protezione civile. Il CdR ritiene che il termine «contromisure» debba comprendere l’insieme di medicinali e prodotti farmaceutici, compresi i relativi principi attivi, nonché l’insieme di antibiotici, vaccini, test e strumenti diagnostici, dispositivi e forniture mediche, i dispositivi di protezione individuale, le attrezzature ospedaliere e nei territori, ma anche i sistemi di informazione e i sistemi di sorveglianza per le malattie infettive e i nuovi contaminanti. Tutte queste risorse sono in effetti necessarie per affrontare le crisi e proteggere le popolazioni e la loro salute.

13.

Chiede che si presti pari attenzione allo sviluppo della resilienza della società e a una cultura comune di gestione delle crisi e delle catastrofi. In tale contesto, dovrebbe essere fornito un sostegno rafforzato al meccanismo europeo di protezione civile, la cui dotazione di bilancio non dovrebbe essere indebolita dalla creazione dell’HERA. L’inserimento del termine «emergenze» nella denominazione dell’HERA non dovrebbe creare confusione né indurre l’HERA a duplicare i dispositivi di gestione delle crisi già sviluppati nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile, la cui pietra angolare è il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC) della Commissione. Tra questi due strumenti della Commissione, che potrebbero essere ravvicinati in futuro, occorrono un coordinamento molto forte e una chiara divisione dei ruoli. È inoltre necessario operare una distinzione tra le misure previste nell’atto legislativo riveduto sulle minacce per la salute a carattere transfrontaliero, attualmente in fase di negoziazione tra il Consiglio e il Parlamento, e i compiti dell’EMA e, in particolare, dell’ECDC.

14.

L’elaborazione del piano strategico pluriennale dell’HERA è una priorità assoluta e deve coinvolgere anche il Parlamento europeo, le città e le regioni, nonché le parti interessate. Tale piano dovrà stabilire il livello delle risorse di cui l’HERA ha bisogno per svolgere efficacemente i suoi numerosi compiti, descrivere le fasi del suo sviluppo e prevedere degli indicatori di monitoraggio. Il piano strategico dovrà inoltre specificare i meccanismi di cooperazione tra l’HERA e gli altri strumenti di intervento dell’UE, tra cui l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e il meccanismo di protezione civile, e indicare le modalità per rafforzare anche questi strumenti, al fine di assicurare che possano svolgere pienamente il loro ruolo in coordinamento con l’HERA.

Preparare l’Europa alle crisi e alle catastrofi, proteggere efficacemente tutte le popolazioni di tutte le città e regioni dell’UE

15.

L’esperienza della COVID-19 dimostra che non esiste un’azione efficace senza una risposta comune e coerente su scala europea, che deve essere adattata alle diverse necessità e condizioni nazionali, regionali e locali. L’HERA deve inoltre adoperarsi per raggiungere un’ambizione europea rafforzata e convergente nella protezione delle popolazioni dalle crisi. Oggi, l’emergenza della COVID-19 mette invece a nudo le disuguaglianze tra i diversi territori e le disparità sociali nell’accesso all’assistenza e alla vaccinazione, disuguaglianze che indeboliscono la risposta alle crisi sanitarie e mettono a rischio tutta l’Europa.

16.

Il CdR auspica che l’HERA realizzi un’analisi delle vulnerabilità dei territori e delle popolazioni rispetto alle crisi sanitarie. Questa analisi delle vulnerabilità deve prendere in considerazione la disponibilità delle scorte in tutta Europa e la capacità operativa per raggiungere tutte le persone e, in via prioritaria, quelle la cui salute è più fragile e quelle che vivono in una situazione di esclusione e precarietà. Deve anche riguardare la capacità dei sistemi sanitari, degli ospedali e delle altre strutture sanitarie di aumentare le loro capacità in caso di crisi, in modo da mantenere il più possibile l’assistenza programmata, pur accogliendo i pazienti aggiuntivi causati dalla crisi.

17.

Ritiene pertanto essenziale che l’HERA, in collaborazione con gli altri organismi comunitari competenti, elabori un quadro di valutazione delle vulnerabilità a livello sanitario e sviluppi, insieme agli Stati membri e alle regioni, programmi di reazione ai vari tipi di emergenza e di prove di stress dei sistemi sanitari. Sulla base dei risultati di queste prove, la Commissione e il Consiglio dovrebbero formulare raccomandazioni, che dovranno formare oggetto di monitoraggio, affinché gli Stati membri e le regioni rafforzino i loro sistemi sanitari e garantiscano, ove necessario, la capacità di reazione territoriale e sanitaria e l’uguaglianza nella protezione dei diversi gruppi di popolazione.

18.

Inoltre, l’HERA dovrebbe contribuire a sviluppare programmi di ricerca nel quadro di Orizzonte Europa per interventi a favore delle popolazioni più vulnerabili (persone in condizioni di povertà ed esclusione, persone appartenenti a minoranze, persone rifugiate, donne vittime di violenza, persone anziane e persone con disabilità, persone che presentano fattori di comorbilità ecc.) che, come ha dimostrato l’esperienza della COVID-19, figurano spesso tra le prime vittime. Tali programmi di ricerca dovrebbero inoltre affrontare specificamente le disuguaglianze nell’accesso alla salute per le persone anziane, la salute mentale dei bambini e dei giovani, la complementarità tra l’ospedale e la medicina di prossimità, e le innovazioni, in particolare digitali, nell’organizzazione dei sistemi sanitari. Inoltre, dovranno sempre integrare un approccio di genere che garantisca che le esigenze delle donne siano tenute in debita considerazione.

19.

Preparare le popolazioni alle catastrofi e alle epidemie future è una sfida fondamentale alla quale l’HERA deve contribuire. Abbiamo anche bisogno a livello europeo di rafforzamento e coordinamento dei programmi di prevenzione in materia di sanità pubblica, di promozione della salute e di lotta contro il divario digitale e contro la disinformazione. Queste misure di prevenzione sanitaria devono essere trasversali a tutte le politiche pubbliche. L’azione dell’HERA deve far parte di una politica europea di prevenzione più ambiziosa, definita nel quadro del programma EU4Health, che dovrebbe essere rafforzato e tenere maggiormente conto anche delle sfide in materia di salute mentale, di disabilità e di contrasto delle malattie croniche.

20.

È inoltre necessario trarre insegnamenti concreti dalla crisi della COVID-19 e dalla guerra in Ucraina attraverso azioni di ricerca. Occorre pertanto adottare misure finalizzate alla risposta rapida da parte dei sistemi sanitari e al dispiegamento accelerato di contromisure sul campo (ospedali modulari, dispositivi medici mobili e semplificati, unità medica mobile, «piccoli» centri di vaccinazione, mobilitazione di un numero sufficiente di operatori medici qualificati ecc.).

21.

Occorre prestare particolare attenzione alle sfide specifiche delle zone rurali isolate, delle zone montane e delle regioni ultraperiferiche. Va osservato che questa serie di azioni è in gran parte assente dal programma di lavoro dell’HERA per il 2022. Il CdR deplora tale assenza e chiede che ciò sia riveduto a partire dal 2023.

22.

Secondo il CdR, questo insieme di misure non andrebbe a erodere le competenze degli Stati membri, ma rappresenta, al contrario, un’opportunità per ciascuno Stato, in coordinamento con le regioni, di essere più efficace nella protezione della propria popolazione.

23.

Ai fini della gestione delle crisi future potrebbe essere utile che la Commissione europea effettui un’analisi dettagliata della spesa eseguita con le risorse della politica di coesione e del dispositivo per la ripresa e la resilienza durante gli anni della pandemia. Parimenti, per l’elaborazione delle future azioni di prevenzione e gestione delle crisi sanitarie potrebbero essere messe in risalto le buone pratiche nazionali, regionali e locali.

24.

Il CdR chiede che le spese per il rafforzamento del sistema sanitario e di preparazione alle crisi, che sono inevitabilmente destinate ad aumentare, formino oggetto di un approccio specifico nel quadro del semestre europeo e siano ammissibili, in modo permanente, ai finanziamenti della politica di coesione, a seguito dell’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus. Esprime preoccupazione per il fatto che finora le spese sanitarie abbia rappresentato solo una quota molto minoritaria del piano per la ripresa, e chiede un maggiore sostegno per rafforzare la resilienza e le attrezzature delle città e delle regioni in materia di salute e protezione civile.

25.

Ricorda che le città e le regioni dovrebbero svolgere un ruolo attivo, a fianco dell’UE e degli Stati membri, nello sviluppo di questi nuovi approcci alla protezione delle popolazioni, a maggior ragione quando esse dispongono di competenze specifiche in materia di salute e quando sono responsabili per la gestione del sistema ospedaliero e sanitario. Tale ruolo deve essere riconosciuto a livello nazionale ed europeo conformemente al principio di sussidiarietà attiva.

Insegnamenti da trarre dalla guerra in Ucraina

26.

Il CdR accoglie con favore la partecipazione dell’HERA alla campagna di vaccinazione dei rifugiati ucraini nell’UE e il suo contributo al meccanismo di protezione civile dell’UE, che garantisce vaccini per i bambini e altre forniture mediche essenziali attraverso il sostegno dell’industria farmaceutica e dei ministeri della Salute.

27.

Il CdR ritiene che la guerra in Ucraina ricordi con forza che l’Europa deve essere preparata a tutti i tipi di crisi: esattamente come la COVID-19 ha colpito i nostri territori senza preavviso, anche il conflitto armato nel vicinato diretto dell’UE non era affatto previsto. Il suo impatto sui sistemi sanitari, in particolare nell’Europa centrale e orientale, è in costante aumento e deve essere monitorato attentamente per evitare di raggiungere un punto di rottura. Le capacità di analisi e di previsione dell’HERA devono essere sviluppate rapidamente per garantire che la prossima catastrofe imminente non colga l’Unione europea alla sprovvista.

28.

Ribadisce pertanto che occorre dare priorità, in tutti gli Stati membri e in tutte le regioni dell’UE, al rafforzamento delle capacità dei sistemi sanitari di adattarsi rapidamente a eventi imprevisti. In tal senso, il «quadro di valutazione delle vulnerabilità a livello sanitario» e i programmi di prove di stress dei sistemi sanitari sembrano più che mai azioni prioritarie.

29.

Il CdR richiama l’attenzione sul rischio di esposizione alle radiazioni provocate da possibili danni alle infrastrutture nucleari civili, nonché sul rischio di interruzione del trattamento delle malattie croniche, tra cui il cancro e l’HIV (l’Ucraina registra uno dei tassi di incidenza di HIV più elevati in Europa); tali rischi possono interessare anche i sistemi sanitari dei paesi ospitanti.

30.

La guerra in Ucraina, che ha comportato l’arrivo nell’UE di milioni di persone non vaccinate è un incentivo a rafforzare la cooperazione internazionale in materia di accesso alle contromisure, e in particolare ai vaccini, in via prioritaria con il nostro vicinato. Il CdR è pertanto preoccupato per la debolezza di tali azioni nell’ambito del programma di lavoro dell’HERA per il 2022.

Una politica industriale e degli appalti pubblici al servizio della salute

31.

Il CdR accoglie con favore le iniziative adottate dall’inizio della crisi per accelerare la disponibilità di contromisure e il progetto di regolamento del Consiglio sulle misure di gestione delle crisi. Ritiene tuttavia che le attuali proposte non costituiscano ancora un dispositivo sufficiente per prepararsi efficacemente alle crisi sanitarie.

32.

Sottolinea l’esigenza di una politica industriale e di innovazione in preparazione alle crisi e insiste sull’assoluta necessità di creare un nuovo quadro normativo e di intervento per rendere possibile la sovranità sanitaria dell’UE e sviluppare la sua capacità di industrializzare i prodotti della ricerca e dell’innovazione.

33.

Ritiene che l’Unione europea debba dotarsi dei mezzi per produrre sul suo territorio le contromisure «essenziali», che sono in gran parte comuni alla gestione delle diverse tipologie di crisi. La produzione in Europa di questi medicinali, compresi i principi attivi in essi contenuti, dispositivi medici, test, strumenti di diagnosi e attrezzature «di base» può essere resa possibile solo attraverso una politica proattiva di appalti pubblici che presuppone costi di approvvigionamento eventualmente più elevati. Attualmente nessun elemento permette di comprendere in che modo le norme e i principi d’azione europei consentiranno di raggiungere questo obiettivo pur tuttavia essenziale.

34.

Esprime profonda preoccupazione per le difficoltà incontrate da molte imprese che, a seguito delle richieste ricevute dalle autorità pubbliche all’inizio della crisi, hanno investito risorse per sopperire alle carenze e che oggi si trovano invece abbandonate, per via degli acquisti effettuati al di fuori dell’UE. Ritiene che gli insegnamenti della crisi non siano stati appresi e che la questione debba essere affrontata con urgenza. In particolare, chiede che le scorte strategiche nazionali ed europee siano costituite e rinnovate, ove possibile, con prodotti fabbricati in Europa.

35.

Il CdR invita pertanto la Commissione europea a studiare e a proporre un quadro legislativo adeguato che consenta di derogare alle norme in materia di aiuti di Stato e appalti pubblici, in particolare per quanto riguarda le contromisure «essenziali». Ciò che è attualmente in corso nel settore dei semiconduttori (legislazione europea sui semiconduttori) dovrebbe essere contemplabile anche nel settore della salute.

36.

Questo nuovo quadro giuridico dovrebbe rendere flessibili le norme in materia di appalti pubblici, in particolare quelli innovativi, rafforzare il controllo degli investimenti esteri e introdurre la possibilità di aiuti diretti sufficienti per fornire un contributo efficace per l’accelerazione dello sviluppo e l’immissione sul mercato di innovazioni mediche quali i vaccini. Oggi, infatti, l’Unione europea non può avere lo stesso tipo di intervento del Regno Unito o degli Stati Uniti, e ciò mette a rischio la sua capacità di accesso ai vaccini.

37.

Il CdR è preoccupato per il tempo perso, deplora che la pubblicazione del programma di lavoro dell’HERA per il 2022 non sia stata accompagnata dal lancio di un’iniziativa a tal fine, e invita la Commissione a presentare rapidamente una proposta al Parlamento e al Consiglio.

38.

Il CdR prende atto dei recenti progressi compiuti nella strutturazione della ricerca e dell’innovazione nel campo della preparazione alle crisi sanitarie. La presidenza francese sostiene in effetti fermamente un «importante progetto di comune interesse europeo» (IPCEI) «al fine di rafforzare la politica industriale e il posizionamento strategico dell’Unione nel settore della salute, promuovendo l’innovazione nei diversi segmenti delle industrie del settore della sanità». Nell’aprile 2021 la Commissione ha avviato le consultazioni per varare, nel quadro del programma di lavoro 2023-2024 di Orizzonte Europa, un partenariato europeo pubblico-pubblico sulla preparazione alle pandemie, inteso a coordinare le attività di ricerca svolte dagli Stati membri. Tuttavia, al momento non esiste un quadro che garantisca coerenza tra tutte le azioni di Orizzonte Europa che possono contribuire alle missioni dell’HERA, e il bilancio previsto è di soli 1,7 miliardi, a fronte dei 4 miliardi mobilitati nei due precedenti programmi quadro per la ricerca sulle pandemie e i vaccini. Il CdR chiede pertanto:

l’istituzione di un comitato scientifico dell’HERA che sia pluralistico e che coinvolga le parti interessate, con il compito di definire le priorità scientifiche e una tabella di marcia per la ricerca e l’innovazione a cui dovrebbe dar risposta Orizzonte Europa;

un maggiore sforzo di mobilitazione di bilancio nel quadro di Orizzonte Europa per rispondere alle esigenze dell’HERA in materia di ricerca e innovazione;

l’avvio di una riflessione sulla creazione di una futura «missione» dedicata alla preparazione e alla gestione delle crisi sanitarie, che consentirebbe un approccio trasversale nell’ambito di Orizzonte Europa, un coordinamento scientifico e operativo e la partecipazione di tutte le parti interessate, con particolare attenzione alla promozione di partenariati pubblico-privato.

39.

La ricerca sulla resistenza agli agenti antimicrobici sembra essere una priorità assoluta per l’HERA. L’eccessivo ricorso agli antimicrobici, sia nella zootecnia che nella salute umana, è una vera e propria bomba a orologeria. Se il problema non viene risolto rapidamente, è probabile che ci troviamo presto di fronte a uno scenario in cui non avremo più «né rimedio né cura». Quasi tutti i nuovi antibiotici immessi sul mercato negli ultimi decenni sono variazioni nelle famiglie di antibiotici che erano state scoperte negli anni ‘80. Per il momento, la Commissione non ha ottenuto risultati conclusivi in questo settore, come confermato dalla relazione della Corte dei conti del 2019 (5). È pertanto necessario rafforzare i servizi sanitari di prevenzione affinché attuino il coordinamento di tutti gli attori coinvolti, nel controllo dell’uso degli antimicrobici a livello territoriale, ospedaliero e di comunità, e investire nella ricerca su nuovi antibiotici e metodi di profilassi alternativi.

40.

Un nuovo quadro legislativo permetterebbe di sviluppare un partenariato strategico tra l’Unione e le industrie farmaceutiche, al fine di tenere maggiormente conto degli obiettivi sanitari di interesse generale. Il sostegno diretto dell’Unione dovrebbe essere controbilanciato da una industrializzazione in Europa, un accesso privilegiato ai prodotti e un diritto di controllo sul prezzo delle contromisure e sulla politica di concessione delle licenze.

41.

Occorre inoltre interrogarsi sulle azioni di ricerca e innovazione previste e sul ruolo dell’HERA a tale riguardo. È necessario migliorare rapidamente l’attuazione di questa componente nell’ambito di Orizzonte Europa, al fine di dotare rapidamente l’HERA di una tabella di marcia in materia di ricerca e innovazione, che consenta di chiarire i particolari operativi degli 1,8 miliardi di EUR della sua dotazione a valere su questo programma.

42.

Il CdR sottolinea la necessità di rafforzare senza indugio il tessuto delle PMI innovative nell’ambito delle contromisure mediche, nonché di tutti i tipi di dispositivi e attrezzature per proteggere le popolazioni e far fronte alle crisi. Occorre innanzitutto sostenere la creazione di imprese e l’innovazione, competenza questa delle città e delle regioni, e poi aiutare tali imprese a crescere e a sviluppare la capacità di condurre sperimentazioni cliniche e realizzare prodotti in Europa.

43.

Ciò presuppone notevoli investimenti e il rafforzamento del capitale delle imprese interessate. Appare pertanto necessario mobilitare il Consiglio europeo per l’innovazione al fine di strutturare più efficacemente un ecosistema europeo dell’innovazione attorno allo sviluppo di contromisure e alla gestione delle crisi sanitarie, e rafforzare gli strumenti di intervento in materia di capitale di rischio e di sviluppo, per consentire alle imprese innovative di crescere mantenendo le loro radici in Europa. Tali interventi devono inoltre consentire di condividere il rischio industriale legato allo sviluppo e alla produzione di contromisure.

44.

L’efficacia delle contromisure mediche va di pari passo con una gestione più agile delle sperimentazioni cliniche e, contestualmente, con la garanzia del rispetto delle norme etiche e della protezione dei dati personali. L’HERA deve proporre un quadro di cooperazione più solido con l’EMA, per il coordinamento delle sperimentazioni cliniche su media e larga scala, in modo da colmare le gravi lacune apparse evidenti al culmine della crisi della COVID-19. Le iniziative «Vaccelerate» e «HERA incubator» sono un incoraggiante inizio in questa direzione, ma occorre stabilire collegamenti operativi più chiari con le autorità nazionali, al fine di eliminare più rapidamente eventuali ostacoli di tipo normativo o protocollare. L’esame della nuova strategia farmaceutica europea deve consentire importanti sviluppi, e in particolare la centralizzazione delle autorizzazioni per le sperimentazioni cliniche di medicinali destinati a un’autorizzazione europea per l’immissione in commercio.

45.

Anche le infrastrutture di ricerca sono fondamentali. Per combattere i grandi flagelli sanitari di portata transfrontaliera, è infatti indispensabile disporre di laboratori di analisi adeguati, computer ad alte prestazioni, archivi di dati di studi epidemiologici e studi di coorte completi, per esaminare le minacce emergenti e i possibili modelli di risposta.

Un’azione internazionale basata sulla prevenzione e sulla solidarietà

46.

Il CdR ritiene che intervenire là dove emergano nuovi rischi sanitari sia nell’interesse dell’Europa, al fine di limitare l’esposizione dell’Unione ai rischi. L’HERA deve pertanto disporre dei mezzi per operare in rete con numerosi partner (in particolare a livello internazionale, Nazioni Unite e Consiglio d’Europa) e per partecipare a interventi al di fuori dell’UE, in collaborazione con i paesi interessati, non appena vengono individuati i rischi, mobilitando a tal fine risorse significative. Tale cooperazione dovrebbe riguardare anche la fase preparatoria e, in particolare, le misure volte a prevenire, ridurre le vulnerabilità e preparare le società alle crisi. A tal fine, l’HERA dovrà sviluppare partenariati con gli attori della società civile, le ONG locali e internazionali, e le organizzazioni multilaterali impegnate nei programmi di prevenzione dei rischi.

47.

L’abolizione della proprietà intellettuale sui vaccini e su altri prodotti medici non è una soluzione sufficiente se i paesi meno avanzati non hanno la capacità di sviluppare da soli la produzione. Il CdR chiede che il prezzo di determinati medicinali sia regolamentato, ove necessario, e che l’industria farmaceutica sia tenuta a rilasciare licenze di fabbricazione, come suggerito dall’OMC. Chiede altresì che le politiche dell’Unione contribuiscano allo sviluppo di prodotti adatti al contesto specifico dei paesi meno avanzati. Auspica che l’Unione si impegni in una politica attiva di trasferimento di tecnologie e di sostegno alla produzione locale, e fornisca aiuti diretti appropriati per contribuire a garantire la copertura sanitaria delle popolazioni, ove ciò sia necessario.

48.

Il CdR rileva e condivide le grandissime aspettative dei cittadini europei per quanto riguarda il conferimento all’UE di un ruolo più incisivo nel settore della salute. Osserva che l’attuale formulazione molto restrittiva dell’articolo 168 dei Trattati costituisce oggi un ostacolo a tale obiettivo, e ritiene che la questione del rafforzamento delle competenze europee in materia di sicurezza sanitaria dovrebbe essere inserita in agenda al termine della Conferenza sul futuro dell’Europa. Le competenze dell’Unione in materia di mercato interno dovrebbero fin da ora consentire di spingersi oltre nell’azione comunitaria nel settore della salute; il programma EU4Health deve poter essere rafforzato e i ministri della Salute dell’UE dovrebbero riunirsi a intervalli molto frequenti, in una formazione ad hoc del Consiglio, anziché solo due volte l’anno, come semplice appendice della riunione del Consiglio «Occupazione, politica sociale, salute e consumatori» (EPSCO).

Bruxelles, 27 aprile 2022

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  https://cor.europa.eu/it/news/Pages/COVID-19-CoR-President-calls-for-a-EU-Health-Emergency-Mechanism-to-support-regions-and-cities.aspx.

(2)  GU C 440 del 18.12.2020, pag. 15.

(3)  https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:12008M005:IT:HTML.

(4)  In particolare, il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC — Protezione civile), l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

(5)  https://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=%7b8892C8C4-6776-4B27-BE36-C181456EED71%7d.


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