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Document 52012DC0673
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS A Blueprint to Safeguard Europe's Water Resources
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee
/* COM/2012/0673 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee /* COM/2012/0673 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano per la salvaguardia delle risorse
idriche europee 1. Perché un piano per la
salvaguardia? Lo stato delle acque dell’UE va migliorato! L’acqua è una risorsa indispensabile per gli
esseri umani, per la natura e per l’economia. Questa risorsa si rinnova
costantemente, ma non è infinita e non può essere riprodotta o sostituita.
L’acqua dolce costituisce solo circa il 2% delle risorse idriche del pianeta e
viste le pressioni concorrenti si stima che entro il 2030 la domanda globale di
acqua possa superare del 40% l’effettiva disponibilità[1]. La
politica dell’UE in materia di acque si è rivelata efficace per proteggere le
nostre risorse idriche. Il presente Piano per la salvaguardia delle risorse
idriche europee (in prosieguo “il Piano”) mira ad eliminare gli ostacoli
all’azione di salvaguardia delle risorse idriche europee e si basa su
un’approfondita valutazione delle politiche finora adottate. Il Piano è basato
su numerose informazioni e analisi, tra cui il rapporto sullo stato delle acque
dell’Agenzia europea dell’ambiente (in prosieguo “l’AEA”)[2], la valutazione della
Commissione dei piani di gestione dei bacini idrografici, la relazione della
Commissione sulla revisione della politica europea in materia di carenza idrica
e di siccità[3]
e il “Fitness Check of EU Freshwater Policy” (check-up della politica in
materia di acqua dolce dell’UE)[4].
Il Piano è inoltre accompagnato da una valutazione d’impatto[5]. Tale Piano si basa sui
risultati di consultazioni pubbliche approfondite condotte sia in occasione
dell’elaborazione sia nel quadro del summenzionato check-up, in cui sono stati
coinvolti i cittadini, i portatori d’interesse, gli Stati membri nonché le
istituzioni e gli organi dell’UE[6].
Il Piano riconosce che gli ambienti acquatici presentano caratteristiche molto
eterogenee all’interno dell’UE, pertanto, in linea con il principio di
sussidiarietà, il documento non propone un’unica soluzione universale. Il Piano
tratta argomenti fondamentali, tra cui il miglioramento dell’uso del suolo, la
lotta contro l’inquinamento delle acque, l’aumento dell’efficienza e della
resilienza delle acque e l’ottimizzazione della governance dei soggetti
coinvolti nella gestione delle risorse idriche. 1.1. Contesto politico Negli ultimi tre decenni la politica dell’UE
in materia di acque ha contribuito fattivamente alla protezione delle acque. In
tutta Europa l’acqua di rubinetto è potabile e in migliaia di aree costiere,
fiumi e laghi l’acqua è balneabile. La regolamentazione in materia di
inquinamento di origine urbana, industriale e agricola ha comportato un
miglioramento significativo nella qualità delle acque europee, in particolare
grazie alla riduzione di concentrazioni troppo elevate di nutrienti. Di
conseguenza specie ittiche dal valore emblematico, come il salmone e lo
storione, sono tornate a popolare alcuni fiumi europei. Nel 2000 la direttiva quadro sulle acque
dell’UE[7]
ha adottato per la prima volta un approccio globale verso rischi cui sono
esposte le acque dell’Unione. Il documento ha affermato chiaramente che la
gestione delle acque va oltre il mero concetto di distribuzione e trattamento,
richiedendo anche un uso del suolo e una gestione che tengano conto degli
aspetti qualitativi e quantitativi delle acque, così come un coordinamento con
la pianificazione territoriale adottata dagli Stati membri e l’integrazione
nelle priorità di finanziamento. La direttiva quadro sulle acque ha stabilito
l’obiettivo di raggiungere un buono stato delle acque entro il 2015. Questa
data limite si sta avvicinando. Il rapporto sullo stato delle acque dell’AEA e
la valutazione della Commissione sui piani di gestione dei bacini idrografici
degli Stati membri sviluppati nel quadro della direttiva quadro sulle acque
concordano nel ritenere che tale obiettivo sarà probabilmente raggiunto per
poco più della metà (53%) delle acque dell’UE. Pertanto sono necessari
ulteriori interventi per preservare e migliorare lo stato delle acque dell’UE. Le principali cause
degli impatti negativi sullo stato delle acque sono interconnesse. Vi rientrano
i cambiamenti climatici, l’uso del suolo, attività economiche come la
produzione energetica, l’industria, l’agricoltura e il turismo, lo sviluppo
urbano e i cambiamenti demografici. Le conseguenze si manifestano sotto forma
di emissioni di inquinanti, di un utilizzo eccessivo delle acque (stress
idrico), di modifiche fisiche ai corpi idrici e di eventi estremi come
alluvioni e siccità, fenomeni che continueranno a crescere se non si
interverrà. Pertanto, lo stato ecologico e chimico delle acque dell’UE è in
pericolo, diversi territori dell’UE sono a rischio di carenza idrica e gli
ecosistemi idrici, dal cui apporto dipendono le nostre società, possono
diventare più esposti a eventi estremi come alluvioni e siccità. È fondamentale
affrontare queste sfide per preservare la base di risorse necessaria per gli
esseri viventi, la natura e l’economia e proteggere la salute umana. È necessario che l’UE si concentri sulla
crescita ecocompatibile e renda più efficienti le risorse impiegate (comprese
le risorse idriche) al fine di superare in maniera sostenibile l’attuale crisi
economica e ambientale, adeguarsi ai cambiamenti climatici e aumentare la
resilienza alle catastrofi. Se interverremo per contrastare queste sfide avremo
buone possibilità di rafforzare la competitività e la crescita del settore
europeo dell’acqua, che comprende 9 000 PMI attive e che conta, nel solo
comparto delle società di approvvigionamento idrico, 600 000 posti di
lavoro diretti. La crescita ecocompatibile ha buone prospettive anche in altri
settori collegati al settore idrico (industrie che utilizzano acqua, sviluppo
di tecnologie in ambito idrico, ecc.), in cui l’innovazione può aumentare
l’efficienza operativa. Il sessanta per cento del territorio dell’UE
si trova in bacini idrografici transfrontalieri. I cicli idrologici sono
talmente interconnessi che l’uso del suolo in un paese può condizionare le
precipitazioni oltre frontiera. Anche il mercato europeo, le politiche comuni
dell’UE e le politiche degli Stati membri hanno un impatto significativo sullo
stato delle acque. Per questo la Commissione propone il presente Piano per
la salvaguardia delle risorse idriche europee. L’obiettivo a lungo termine
è assicurare la sostenibilità di tutte le attività che hanno un impatto sulle
acque, in modo tale da garantire la disponibilità di acqua di qualità per un
uso idrico sostenibile ed equo. Questo obiettivo è già stato espresso in
diversi modi nella direttiva quadro sulle acque. Il Piano contribuirà al
raggiungimento dell’obiettivo individuando i vari ostacoli e i modi per
superarli. 2. L’obiettivo
di un “buono stato delle acque” e come raggiungerlo: migliorare, ampliare e
innovare Nonostante il fatto che l’obiettivo del Piano
non sia nuovo, è la prima volta che disponiamo di una quantità così importante
di informazioni sullo stato delle acque in tutto il continente, in particolare
grazie allo sviluppo dei piani di gestione dei bacini idrografici previsti
dalla direttiva quadro sulle acque e alle valutazioni di cui sopra. Quanto
esposto e le opinioni dei portatori d’interesse concordano nell’evidenziare che
l’attuale quadro giuridico dell’UE in materia di acque è ampio, flessibile e
sostanzialmente in grado di affrontare le sfide cui è esposto l’ambiente
acquatico. Tuttavia è necessario migliorarlo sotto il profilo
dell’attuazione e dell’integrazione degli obiettivi politici in materia di
acque in altre politiche settoriali, come la politica agricola comune (PAC), i
Fondi di coesione e strutturali e le politiche sulle energie rinnovabili, i
trasporti o la gestione integrata delle catastrofi. Le ragioni per cui il
livello di attuazione e integrazione è ancora insufficiente sono complesse e
sono state analizzate nel quadro della valutazione d’impatto che accompagna il
presente documento. Si tratta di una serie di problemi di gestione delle
risorse idriche correlati all’uso insufficiente degli strumenti economici, al
mancato sostegno di misure specifiche, a una governance scadente e a
lacune nelle competenze. Solo una quantità limitata delle lacune riscontrate
richiederebbe un’integrazione del quadro attuale con una nuova azione di
natura legislativa/giuridica. Chiaramente
il successo dell’approccio proposto dal Piano dipenderà dalla misura in cui gli
Stati membri saranno disposti a intervenire per coinvolgere i portatori
d’interesse e dare un seguito alle proposte della Commissione per il
miglioramento dell’attuazione della legislazione in vigore. A tale proposito, è
auspicabile che la strategia comune di attuazione della direttiva quadro sulle
acque, che coinvolge tutti gli Stati membri e i rispettivi portatori
d’interesse, continui a svolgere un ruolo positivo nell’attuazione di tale
direttiva. Il Piano mira, laddove possibile, a fare leva su tale strategia per
creare un senso di identificazione e sostenere l’attuazione delle proposte
della Commissione. Tuttavia la Commissione non si limiterà ad affidarsi alla
strategia comune di attuazione e non rinuncerà al suo ruolo nell’applicazione
della legislazione sulle acque. A seconda dei progressi raggiunti dagli Stati
membri nel colmare le lacune dell’attuazione, potrà essere necessario avviare
procedimenti d’infrazione. Se del caso si dovrà considerare l’ipotesi di
iniziative di tipo legislativo. Le seguenti sezioni del documento trattano gli
aspetti problematici e suggeriscono soluzioni in merito all’uso del suolo/allo
stato ecologico, allo stato chimico e all’inquinamento delle acque, all’efficienza
idrica, alla vulnerabilità e a problematiche trasversali. È tuttavia necessario
sottolineare che nella gestione delle acque tutti gli aspetti indicati sono
interconnessi e che le misure proposte contribuiranno al raggiungimento di più
di un obiettivo. Ad esempio, è prevedibile che le misure realizzate in tema di
efficienza idrica e di vulnerabilità abbiano effetti positivi sullo stato
ecologico e chimico e viceversa. 2.1. L’uso del suolo e lo stato
ecologico delle acque nell’UE: problemi e soluzioni Dal rapporto sullo stato delle acque dell’AEA
e dalla valutazione della Commissione sui piani di gestione dei bacini
idrografici emerge che attualmente il 43% delle acque dolci analizzate presenta
un buono stato ecologico e che grazie alle misure supplementari previste dai
piani la percentuale dovrebbe salire al 53% entro il 2015. Se da un lato le valutazioni sullo stato sono
ancora perfettibili, sembra che le pressioni più pesanti sullo stato ecologico
nell’UE (19 Stati membri) siano riconducibili alle modifiche ai corpi idrici[8] riconducibili, ad esempio, a
dighe per la produzione di energia idroelettrica e per la navigazione e a
terreni drenanti per l’agricoltura o ad argini per la protezione dalle
alluvioni. Ci sono metodi comprovati per contrastare tali
pressioni ed è opportuno metterli in pratica. Laddove delle strutture costruite
per produrre energia idroelettrica, per la navigazione o per altri fini
interrompono la continuità fluviale e, non di rado, una migrazione ittica,
l’applicazione di misure di attenuazione come i varchi e i cosiddetti
“ascensori per pesci” dovrebbe essere una pratica corrente. Ciò sta
accadendo, spesso per nuove strutture, in seguito alle disposizioni della
direttiva quadro sulle acque (articolo 4, paragrafo 7), ma per migliorare lo
stato delle acque è importante che siano gradualmente adeguate anche le
strutture già esistenti. In presenza di piani che prevedono modifiche
significative ai corpi idrici, è opportuno che siano realizzate delle valutazioni
ambientali strategiche[9]
che integrino le valutazioni dell’impatto ambientale[10] per determinati progetti. Ad
esempio, sarebbe opportuno sottoporre i piani nazionali e regionali per la
produzione di energia idroelettrica a una valutazione ambientale strategica per
individuare i luoghi in cui la costruzione di dighe creerebbe un impatto minimo
in termini di effetti negativi sull’ambiente ed esposizione al rischio di
catastrofe oppure per confrontare tali piani con lo sviluppo di fonti
energetiche alternative rinnovabili[11].
Analogamente, le valutazioni ambientali strategiche di piani finalizzati allo
sviluppo della navigazione interna dovrebbero analizzare quali vie navigabili
garantiscano la maggiore portata al minor costo ambientale e la combinazione
più sostenibile con altri mezzi di trasporto[12].
La Commissione seguirà in maniera particolarmente attenta l’applicazione
dell’articolo 4, paragrafo 7. Inoltre nel quadro delle relazioni dell’UE con
paesi terzi, ad esempio nell’ambito delle politiche europee di vicinato e di
allargamento andrebbero discussi gli aspetti transfrontalieri. La pressione esercitata dall’agricoltura e
dalla protezione dalle alluvioni può essere attenuata o prevenuta. Tra i vari
metodi a disposizione ci sono delle fasce tampone, che consentono una
continuità biologica tra i fiumi e i loro bacini, e, laddove possibile, infrastrutture
verdi come il ripristino di zone riparie, zone umide e pianure alluvionali
per contenere le acque, sostenere la biodiversità e la fertilità del suolo e
per prevenire alluvioni e siccità. Ciò costituisce una valida alternativa alle
tradizionali infrastrutture grigie (ad es. argini, sbarramenti e dighe). Si
dovrebbe prestare particolare attenzione alla prevenzione del degrado delle
sorgenti, ossia dei piccoli corpi idrici (che fanno da incubatore a molte
specie ittiche) che, come riportato dall’AEA, sono spesso minacciati da
interventi agricoli (drenaggio, riempimento) e dal disseccamento. Anche gli
stagni piscicoli svolgono un ruolo importante nella ritenzione e nello
stoccaggio di acque nel paesaggio, nonché nella prevenzione di alluvioni ed
erosione. Per affrontare questa problematica la proposta
di quadro finanziario pluriennale (in prosieguo “il QFP”) per il periodo 2014-2020[13] presentata dalla Commissione
contiene efficaci strumenti di integrazione delle politiche che potrebbero dare
un importante contributo all’espansione delle infrastrutture verdi. La proposta
volta a destinare il 20% del bilancio dell’UE all’integrazione delle questioni
climatiche nel QFP è volta ad aumentare il sostegno a tutte le misure in
materia di acque legate all’adattamento ai cambiamenti climatici. Gli elementi
inerenti alle zone di interesse ecologico previsti nella proposta della
Commissione sull’inverdimento (il cosiddetto greening) del primo
pilastro della PAC, ad esempio le fasce tampone, potrebbero fungere da
misure di ritenzione naturale delle acque (Natural Water Retention Measures -
NWRM) Tali misure potrebbero anche essere sostenute a livello finanziario dai Fondi
di coesione e strutturali come alternative alle infrastrutture grigie. La
proposta relativa al nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca
prevede l’introduzione di misure in favore dello sviluppo di un’acquacoltura
sostenibile a sostegno della conservazione e del miglioramento dell’ambiente,
della biodiversità, della gestione del territorio e delle caratteristiche
tradizionali delle zone destinate all’acquacoltura. Le proposte della Commissione relative al
quadro finanziario pluriennale dovranno essere sostenute e ulteriormente
sviluppate nell’ambito di norme di attuazione. È necessario che gli Stati
membri attribuiscano la giusta priorità agli obiettivi di politica delle acque
in sede di negoziazione degli accordi di partenariato con la Commissione nel
quadro della programmazione delle spese dei fondi dell’UE. Al fine di espandere le infrastrutture verdi,
gli Stati membri dovrebbero impegnarsi maggiormente in favore dell’integrazione
delle politiche a livello nazionale. Gli Stati membri dovrebbero sfruttare al
massimo i piani di gestione dei bacini idrografici che richiedono un approccio
integrato alla gestione delle risorse idriche esteso a diverse politiche, ad
esempio in materia di agricoltura, acquacoltura, energia, trasporti e gestione
integrata delle catastrofi. La Commissione propone di sviluppare degli
orientamenti per la strategia comune di attuazione sulle misure di ritenzione
naturale delle acque al fine di agevolare tale approccio integrato e
considererà inoltre l’elaborazione di orientamenti volti a garantire un livello
adeguato di protezione delle acque desinate alla molluschicoltura. La seconda pressione che incide più
frequentemente sullo stato ecologico dell’UE (in 16 Stati membri) è una
conseguenza dell’estrazione eccessiva di acqua. I casi di assegnazione
eccessiva di acqua agli utenti in un bacino fluviale dovuti a una
sopravvalutazione dei volumi disponibili o a pressioni economiche o politiche
dovrebbero essere distinti dai casi di estrazione eccessiva di acqua, che è
illegale in quanto esercitata senza permessi o in violazione dei permessi
concessi. Al fine di affrontare il problema dell’assegnazione
eccessiva, in molti bacini fluviali dei paesi dell’UE è necessario
introdurre una gestione quantitativa delle acque basata su fondamenta molto più
solide, che prevedono l’individuazione del flusso ecologico, ossia del
volume di acqua necessario affinché l’ecosistema acquatico continui a
prosperare e a fornire i servizi necessari. Per fare ciò è fondamentale
riconoscere che la qualità e la quantità di acqua sono intrinsecamente legati
all’interno del concetto di “buono stato”. Tuttavia a livello di UE non ci sono
né definizioni di “flusso ecologico”, né una visione comune su come calcolarlo,
sebbene questi elementi siano imprescindibili per un’applicazione coerente. Al
fine di colmare tale lacuna, la Commissione propone di sviluppare un documento
di orientamento nel quadro della strategia comune di attuazione relativo
alle misure di ritenzione naturale delle acque, adottando un processo aperto e
partecipativo. Una volta concordate, la definizione e la metodologia per il
calcolo comuni dovrebbero essere attuate nel prossimo ciclo dei piani di
gestione dei bacini idrografici, che saranno adottati entro la fine del 2015. Per quanto riguarda invece l’estrazione
illegale[14],
se da un lato compete agli Stati membri impiegare tutti i mezzi a loro
disposizione per applicare il diritto dell’UE e nazionale, è altrettanto vero
che appoggiarsi a immagini satellitari e a informazioni derivate, come quelle
fornite dal programma sul monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza
(Global Monitoring for Environment and Security - GMES) potrebbe contribuire
considerevolmente ad individuare le zone che presentano livelli di irrigazione
ben più elevati rispetto a quanto previsto, con o senza permessi nazionali.
Pertanto la Commissione propone di collaborare con gli Stati membri che sono
confrontati con il problema dell’estrazione illegale nell’ottica di proporre servizi
di monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza che possano sfruttare
appieno le informazioni detenute a livello di Stati membri al fine di
individuare i casi di illegalità. Tabella 1 Azione proposta dal Piano || Responsabile || Scadenza Sviluppare orientamenti per la strategia comune di attuazione sulle misure di ritenzione naturale delle acque (infrastrutture verdi) || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Procedere all’inverdimento del primo pilastro della PAC per sostenere le misure di ritenzione naturale delle acque (tramite zone di interesse ecologico) || Commissione e Stati membri || dal 2014 Usare i Fondi strutturali e di coesione e i prestiti della BEI per finanziare le misure di ritenzione naturale delle acque || Commissione, BEI e Stati membri || 2014-2021 Sviluppare orientamenti per la strategia comune di attuazione sul flusso ecologico (e la contabilità delle risorse idriche) || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Applicare i servizi di monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza per individuare l’estrazione illegale || Commissione e Stati membri || dal 2013 2.2. Stato chimico e inquinamento
delle acque dell’UE: problemi e soluzioni Le informazioni sullo stato chimico contenute
nei piani di gestione dei bacini idrografici non sono abbastanza chiare per
determinare uno scenario di riferimento per il 2009, ossia l’anno di adozione
dei piani. Se da un lato negli ultimi 30 anni sono stati registrati dei
miglioramenti in termini di qualità chimica dei corpi idrici, la situazione
relativa alle sostanze prioritarie, che sono la base di valutazione dello stato
chimico introdotta dalla direttiva quadro sulle acque, è al di sotto delle
aspettative. La
valutazione dello stato chimico indica che un’ampia percentuale (circa
il 40%) dei corpi idrici ha uno stato sconosciuto. Il monitoraggio è
chiaramente insufficiente e inadeguato in molti Stati membri, in particolare se
non sono monitorate tutte le sostanze prioritarie, se la quantità di corpi
idrici monitorati è molto limitata e/o se la scelta del comparto dell’ambiente
acquatico in cui le sostanze sono monitorate non è appropriata. Il rispetto degli obblighi di monitoraggio
previsti dalla direttiva quadro sulle acque è fondamentale per sostenere delle
decisioni ponderate, soprattutto in considerazione del fatto che il costo del
monitoraggio è molto più contenuto rispetto ai costi che derivano da decisioni
inappropriate. Prima dell’entrata in vigore della direttiva
quadro sulle acque, l’UE ha affrontato il problema dell’inquinamento chimico
diffuso e da fonti puntuali, nonché di altri tipi di inquinamento dell’ambiente
acquatico, adottando vari atti normativi, tra cui la direttiva sul
trattamento delle acque reflue urbane[15],
la direttiva sui nitrati[16],
la direttiva sui prodotti fitosanitari[17]
e la direttiva sulle emissioni industriali[18].
Queste direttive proteggono le risorse idriche dall’inquinamento da nutrienti
e/o altre sostanze chimiche che provengono dall’agricoltura, dall’uso domestico
e dalle industrie. Nonostante i progressi significativi
registrati nell’attuazione di tali direttive, il fatto che non si sia ancora
giunti a una piena conformità impedisce il raggiungimento dei relativi
obiettivi ambientali. L’inquinamento diffuso e da fonti puntuali esercita
tutt’ora pressioni importanti sull’ambiente acquatico, rispettivamente in circa
il 38% e 22% dei corpi idrici dell’UE. L’eutrofizzazione dovuta un carico
eccessivo di nutrienti costituisce una grande minaccia al buono stato delle
acque, visto che l’arricchimento dei nutrienti è riscontrato in circa il 30%
dei corpi idrici in 17 Stati membri. Al fine di contrastare tali minacce è
necessario estendere le zone vulnerabili ai nitrati ed elaborare dei piani
d’azione. È inoltre importante aumentare il grado di conformità al trattamento
delle acque reflue tramite la pianificazione di investimenti a lungo termine e
piani di attuazione (compresi i fondi dell’UE e i prestiti della BEI). Le
autorità nazionali dovrebbero garantire che i permessi relativi alle emissioni
industriali da loro rilasciati prevedano valori limiti di emissione e che siano
in linea con le migliori tecniche disponibili, oltre a tenere conto degli
obiettivi rilevanti in materia di acque. La legislazione dell’UE sulle
sostanze chimiche (REACH)[19]
e sui prodotti fitosanitari e i biocidi[20]
ha riconosciuto la necessità di valutare i relativi rischi per l’ambiente
acquatico e, laddove necessario, di imporre restrizioni sul modo in cui vengono
impiegati o di negare del tutto le autorizzazioni all’uso. In ogni caso le
misure ex ante andrebbero preferite a quelle ex post (di
bonifica) Nelle proposte di riforma della PAC della
Commissione è stata prospettata l’inclusione della direttiva sull’uso
sostenibile dei pesticidi[21]
nel meccanismo di condizionalità. Un’applicazione efficace di questa direttiva
affiancherebbe le misure prese nel quadro della legislazione sui prodotti
fitosanitari e contribuirebbe a ridurre ulteriormente l’inquinamento delle
acque originato da tali prodotti. A tale fine è importante che sia sostenuta la
proposta della Commissione in favore dell’inclusione di questa direttiva nel
meccanismo di condizionalità. Per quanto concerne la legislazione sui prodotti
farmaceutici, bisogna distinguere tra la protezione dell’ambiente
nell’ambito della legislazione sui medicinali per uso umano[22] e quelli veterinari[23]. Entrambe le direttive
prevedono la valutazione dei rischi ambientali e delle considerazioni caso per
caso della necessità di misure di protezione[24],
ma soltanto per i medicinali veterinari l’autorizzazione può tenere conto dei
rischi per l’ambiente. L’inquinamento ambientale da residui di prodotti
farmaceutici è un problema emerso di recente. La Commissione presenterà una
relazione sulla portata di questo problema, accompagnata da una valutazione
sulla necessità o meno di apportare delle modifiche alla legislazione dell’UE
sui medicinali o in altri settori[25].
Sulla base delle informazioni disponibili, il 31 gennaio 2012 la Commissione ha
proposto una modifica alla direttiva sugli standard di qualità ambientale e
sulla direttiva quadro sulle acque[26]
al fine, tra l’altro, di aggiungere 15 sostanze all’elenco delle sostanze
prioritarie coperte da tale legislazione, inclusi tre prodotti farmaceutici.
Una volta adottata, questa modifica rafforzerà il ruolo della direttiva quadro
sulle acque sul piano dell’individuazione dei rischi cui è esposto o che veicola
l’ambiente acquatico. Grazie a tale modifica si potrà inoltre disporre di dati
di monitoraggio, che saranno utili nell’elaborazione di ulteriori misure. Tabella 2 Azione proposta dal Piano || Responsabile || Scadenza Direttiva quadro sulle acque: fare rispettare gli obblighi di informazione. || Commissione || In corso Direttiva sui nitrati: estendere le zone vulnerabili ai nitrati e rendere più incisivi i programmi di azione. || Stati membri || In corso Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane: aumentare il grado di conformità al trattamento delle acque reflue tramite la pianificazione di investimenti a lungo termine (compresi i fondi dell’UE e i prestiti della BEI). Elaborare piani di attuazione || Stati membri (oltre alla Commissione per i fondi UE e alla BEI per i prestiti) Stati membri, Commissione || 2018 2014 Direttiva sulle emissioni industriali: garantire che i permessi relativi alle emissioni industriali prevedano valori limite di emissione e che siano in linea con le migliori tecniche disponibili, oltre a tenere conto degli obiettivi rilevanti in materia di acque. || Stati membri || dal 2016 Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi: inserirla nel meccanismo di condizionalità previsto dalla PAC. || Consiglio, Parlamento, Commissione || Non appena saranno rispettate le condizioni di cui nella proposta della Commissione (ossia al più presto nel 2014) Prodotti farmaceutici: presentare una relazione sui prodotti farmaceutici e l’ambiente. || Commissione || 2013 Direttiva sugli standard di qualità ambientale: adottare le proposte di modifica della Commissione. || Consiglio, Parlamento || 2012-2013 2.3. Efficienza idrica nell’UE:
problemi e soluzioni L’uso sostenibile delle acque europee,
soprattutto in termini quantitativi, costituisce una vera e propria sfida per i
gestori delle risorse idriche, alla luce dei fenomeni globali come i
cambiamenti climatici e gli sviluppi demografici. Dal rapporto dell’Agenzia
europea dell’ambiente sullo stato delle acque emergono tendenze preoccupanti
che indicano un aumento e un’espansione della carenza idrica e dello stress
idrico, che secondo le previsioni colpiranno nel 2030 circa la metà dei
bacini fluviali dell’UE. Al fine di fare fronte a questo fenomeno, oltre a
migliorare la ripartizione delle risorse idriche basandosi sul flusso
ecologico, è necessario che siano prese misure di efficienza idrica che
consentano un risparmio di acqua e, in molti casi, anche un risparmio
energetico. L’articolo 9 della direttiva quadro sulle
acque richiede l’attuazione di politiche dei prezzi che incentivino un
uso efficiente delle acque. Il fattore prezzo è un potente strumento di
sensibilizzazione per i consumatori, capace di coniugare benefici ambientali ed
economici stimolando al contempo l’innovazione. La misurazione del consumo
è un prerequisito per tutte le politiche dei prezzi incentivanti. L’articolo 9
prevede anche il recupero dei costi dei servizi idrici (compresi i costi
ambientali e relativi alle risorse) secondo il principio “chi inquina paga”. La
comunicazione della Commissione del 2007 sulla carenza idrica e la siccità[27] indica opzioni che consistono
“nel fissare il giusto prezzo dell’acqua”, nel “ripartire in modo più efficace
l’acqua” e nel “promuovere le tecnologie e le pratiche che consentono un uso
efficiente dell’acqua”. Le misure di efficienza idrica sono in linea con
l’obiettivo generale di efficienza idrica stabilito nel quadro di Europa 2020[28]. Da quanto emerge dalla relazione della
Commissione sulla revisione della politica europea in materia di carenza idrica
e siccità, sono stati registrati progressi limitati nell’attuazione degli
strumenti politici individuati nella comunicazione del 2007. La revisione
evidenzia un elevato potenziale inutilizzato in merito alle misure di
efficienza in tutti i settori che utilizzano acqua (agricoltura, industria,
reti di distribuzione, immobili e produzione energetica). La relazione indica
che l’introduzione di obiettivi di contabilità ed efficienza a livello
settoriale fornirebbe una base più solida per la realizzazione di misure di
protezione delle acque efficaci e mirate. Una valutazione dei piani di gestione
dei bacini idrografici previsti dalla direttiva quadro sulle acque rileva che
la situazione in relazione all’articolo 9 non è molto più incoraggiante: non
tutti gli Stati membri e non tutti i settori che utilizzano acqua applicano
prezzi per le acque incentivanti e trasparenti, anche per l’assenza di
misurazione del consumo. Solo il 49% dei piani di gestione dei bacini
idrografici prevede delle modifiche ai regimi di tariffazione delle acque per
renderne più efficiente l’uso, mentre solo il 40% contiene della misure volte
al miglioramento della misurazione delle acque. Il non applicare un prezzo a
una risorsa limitata come l’acqua può essere ritenuto alla pari di una
sovvenzione dannosa per l’ambiente. Inoltre, l’interpretazione restrittiva del
concetto di servizi idrici data da alcuni Stati membri ostacola i progressi di
attuazione di politiche di recupero dei prezzi che vadano oltre il settore
dell’acqua potabile e dei servizi igienico-sanitari[29]. Ciò limita considerevolmente
il potenziale impatto delle relative disposizioni della direttiva quadro sulle
acque. Pur continuando la sua azione di
esecuzione per garantire la conformità all’articolo 9, la Commissione si
adopererà per agevolarne l’attuazione sviluppando un documento di
orientamento nel quadro della strategia comune di attuazione. Il
documento di orientamento sarà incentrato sulla metodologia applicata per
valutare i costi e i benefici delle misure idriche, contribuendo
all’efficacia sotto il profilo dei costi e a un’ulteriore diffusione del
concetto di servizi ecosistemici a pagamento. Ciò aiuterà a individuare le
misure di efficienza idrica e ad applicare il principio “chi inquina paga”.
Inoltre, le proposte della Commissione prevedono di imporre una politica dei
prezzi dell’acqua come condizione ex ante per ottenere finanziamenti per
determinati progetti nel quadro dei Fondi di sviluppo rurale e di coesione. Se
queste proposte saranno sostenute, costituiranno un ulteriore incentivo per una
tariffazione delle acque efficiente. La Commissione ha individuato una serie di
azioni supplementari che potrebbero migliorare significativamente la gestione
quantitativa delle acque e l’efficienza idrica in Europa, contribuendo pertanto
anche a raggiungere gli obiettivi relativi alla qualità delle acque. In primo luogo, in collaborazione con
l’Agenzia europea dell’ambiente ha sviluppato una contabilità delle risorse
idriche a livello di bacini idrici e di sub-bacini. Tale contabilità dovrà
essere definita ulteriormente con gli Stati membri e i portatori d’interesse
nel quadro della strategia comune di attuazione della direttiva quadro sulle
acque, ma costituisce l’anello mancante della gestione idrica in molti bacini
idrici. In questo modo i gestori sapranno quanta acqua affluisce e defluisce
dai bacini idrici e quanta acqua può realisticamente essere disponibile prima
della ripartizione. La contabilità delle risorse idriche colma una lacuna
attraverso l’aggregazione di conoscenze che finora erano disponibili solo in
maniera disaggregata e frammentaria. Se questa soluzione sarà applicata su
ampia scala, potrà, nel lungo termine, contribuire a risolvere i problemi
legati alle carenze idriche, ad esempio consentendo una migliore analisi dei
fenomeni strutturali e puntuali di stress idrico e fornendo informazioni
migliori per gli indicatori delle risorse idriche. La contabilità delle risorse
idriche è strettamente correlata all’individuazione dei flussi ecologici, visto
l’obiettivo di garantire il rispetto della natura e di assicurarsi che i
bilanci idrici dei bacini rimangano entro determinati limiti sostenibili.
Tuttavia la contabilità delle risorse idriche non è sufficiente, poiché che le
informazioni che fornisce costituiscono solo la base per l’adozione delle
misure. In secondo luogo, al fine di rendere più
efficiente l’utilizzo delle acque è opportuno che le autorità responsabili dei
bacini idrici elaborino degli obiettivi di efficienza idrica per i
bacini che sono già sotto stress idrico o rischiano di esserlo. Tali obiettivi
saranno stabiliti sulla base degli indicatori di stress idrico
sviluppati nel quadro del processo della strategia comune di attuazione e
applicati a livello di bacini idrici. Questi obiettivi dovrebbero riguardare
tutti i principali settori di utilizzo delle acque (l’industria, la produzione
energetica, l’agricoltura, le famiglie, ecc.) e dovrebbero essere strettamente
correlati all’obiettivo del buono stato delle acque. Essi dovrebbero essere
associati ai summenzionati prezzi incentivanti per le acque al fine di evitare
un possibile “effetto di rimbalzo” (rebound effect), per cui i
miglioramenti in termini di efficienza idrica fanno aumentare invece che
ridurre l’utilizzo e il consumo dell’acqua. Tali obiettivi potrebbero rientrare
nel processo di ripartizione delle risorse idriche e della determinazione degli
obiettivi nei piani di gestione dei bacini idrografici, da cui conseguirebbero
un risparmio di acqua ed energia, benefici per gli ecosistemi idrici, una
diminuzione dei costi e una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Per garantire coerenza e comparabilità, la Commissione propone di sviluppare
una metodologia comune a livello dell’UE per stabilire gli obiettivi di
efficienza idrica, da concordare nel processo della strategia comune di
attuazione. In terzo luogo, al fine di migliorare
l’efficienza idrica nel settore immobiliare, la Commissione ha analizzato le
possibili opzioni e ha deciso di sviluppare dei criteri relativi all’etichetta
Ecolabel UE e ad appalti pubblici verdi cui aderire su base volontaria[30] per i principali prodotti
connessi all’acqua e di includere i prodotti che comportano consumo di acqua
nel piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile nell’ambito di
applicazione specificato in tale piano[31].
Quest’opzione offre diversi vantaggi: si rivolge direttamente ai consumatori
che in futuro troveranno sul mercato solo dispositivi che comportano un uso
efficiente dell’acqua e prodotti con un’etichettatura chiara in base alla loro
efficienza; essa si basa su un approccio progressivo poiché non richiede
adeguamenti retroattivi per immobili già costruiti, ma prevede una sostituzione
graduale sul mercato dei vecchi prodotti con altri più efficienti; comporterà
un risparmio energetico considerevole, poiché una buona parte dell’acqua
consumata dalle famiglie è riscaldata. Il risparmio energetico stimato per
rubinetti e docce equivale a 10,75 milioni di tonnellate nel 2020, e il doppio
di tale valore nel 2030. Questo risparmio corrisponde a circa il 3,5% del
consumo domestico complessivo dell’UE 27 e circa l’1% dell’uso energetico
complessivo dell’UE 27. In quarto luogo, nel settore agricolo le
proposte della Commissione volte alla riforma della PAC, attualmente in
discussione, prevedono la possibilità di ottenere finanziamenti volti a
migliorare l’efficienza dell’irrigazione con modalità che sono in linea
con gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque e impediscono l’effetto di
rimbalzo. Ciò prevede anche la determinazione di livelli minimi di riduzione
dell’uso delle acque. Si auspica che tali misure siano riprese nelle versioni
finali dei documenti della PAC. L’importanza di questo aspetto è data dal fatto
che l’agricoltura rappresenta il 24% dell’estrazione di acqua in Europa e
nonostante ciò possa non sembrare molto rispetto al 44% dell’estrazione
destinata all’acqua di raffreddamento nella produzione energetica, il suo
impatto sulle riserve è molto più forte. Nella produzione energetica l’acqua di
raffreddamento riconfluisce quasi interamente in un corpo idrico, mentre nel
caso dell’agricoltura tale reimmissione è limitata ad un terzo dell’acqua
estratta[32]. In quinto luogo, per quanto riguarda il
problema delle perdite dalle reti di distribuzioni idriche, la
Commissione ritiene che il nodo possa essere affrontato solo caso per caso per
valutare i vantaggi ambientali ed economici della riduzione dei livelli di
perdita. La situazione in proposito differisce fortemente tra gli Stati membri
e anche al loro interno, con quote di perdita che vanno dal 7% al 50% e oltre.
La Commissione collaborerà con l’industria idrica dell’UE al fine di accelerare
lo sviluppo e la diffusione di buone pratiche sui livelli di perdita
economicamente sostenibili e, in un contesto più ampio, di una visione
strategica per il futuro dell’infrastruttura idrica che le consenta di
adeguarsi ai cambiamenti climatici in un mondo dalle risorse sempre più
limitate. Infine, i sistemi di scambio di crediti
relativi all’acqua (water trading) sono un altro strumento,
utilizzato prevalentemente al di fuori dell’UE, che potrebbe contribuire a
migliorare l’efficienza idrica e a risolvere il problema dello stress idrico, a
condizione che sia applicato un tetto massimo complessivo per l’uso delle
risorse idriche. Il commercio dell’acqua comporta costi amministrativi
relativamente importanti e, in principio, ha senso soltanto se applicato tra
utenti idrici in un bacino ben definito. Sebbene non sia utile istituire un
tale sistema al livello dell’UE, la Commissione propone di elaborare orientamenti
per la strategia comune di attuazione per contribuire allo sviluppo del
commercio delle acque negli Stati membri che desiderano farvi ricorso. Tabella 3 Azione proposta dal Piano || Responsabile || Scadenza Fare rispettare gli obblighi in materia di prezzi dell’acqua/di recupero dei costi previsti dalla direttiva quadro sulle acque, inclusa, se del caso, la misurazione del consumo. Fare dei prezzi dell’acqua/del recupero dei costi una condizione ex ante nel quadro dei Fondi di sviluppo rurale e di coesione. || Commissione Consiglio, Parlamento e Commissione || In corso dal 2014 Sviluppare orientamenti sui sistemi di scambio e su una valutazione dei costi/benefici. || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Fare della riduzione dell’uso dell’acqua una precondizione per alcuni progetti di irrigazione nel quadro dello sviluppo rurale. || Consiglio, Parlamento e Commissione || dal 2014 Sviluppare orientamenti sulla contabilità delle risorse idriche (e sul flusso ecologico). || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Sviluppare orientamenti sulla determinazione degli obiettivi. || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Includere i prodotti che comportano consumo di acqua nel piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile. Sviluppare i criteri relativi a Ecolabel UE e agli appalti pubblici verdi cui aderire su base volontaria. || Commissione || 2012 2013 Diffondere le buone pratiche/gli strumenti che consentano di raggiungere un livello economicamente sostenibile di perdite di acqua. || Commissione, Stati membri e industria idrica || 2013 2.4. La vulnerabilità delle acque
dell’UE: problemi e soluzioni Dai dati della valutazione d’impatto del Piano
emerge che negli ultimi decenni in Europa si è registrato un trend di crescita
della siccità fluviale e dei danni correlati alle alluvioni. Ciò evidenza la
necessità di migliorare la resilienza dell’ecosistema acquatico per adeguarsi
ai cambiamenti climatici, che probabilmente eserciteranno un’ulteriore
pressione sotto forma di temperature dell’acqua più elevate e specie esotiche
invasive. Al contempo è necessario vagliare misure basate su un approccio
integrato alla gestione delle catastrofi e volte nello specifico a contrastare
gli effetti di eventi estremi, come siccità e alluvioni, la cui frequenza e
intensità e i cui danni ambientali ed economici sembrano essere aumentati nel
corso degli ultimi trent’anni. La direttiva dell’UE sulle alluvioni prescrive
l’elaborazione di piani di gestione del rischio di alluvioni entro il 2015, da
coordinare debitamente con il secondo ciclo di piani di gestione dei bacini
idrografici, anch’esso da ultimare entro il 2015. Il piano di gestione del
rischio di alluvione dovrebbe essere tenuto in considerazione anche
nell’elaborazione di piani di gestione intersettoriali e multirischio. Si
auspica che ciò risulti in un miglioramento dell’uso del suolo e della
pianificazione territoriale, tenendo debitamente conto dei cambiamenti
climatici, della resilienza alle catastrofi e delle esigenze di adattamento[33]. Una delle misure che possono dare un
contributo importante alla limitazione delle conseguenze negative di alluvioni
e siccità è data dall’infrastruttura verde, in particolare dalle misure
di ritenzione naturale delle acque, tra cui il ripristino di pianure
alluvionali e zone umide, che consentono di trattenere acqua in periodi di
precipitazioni abbondanti o eccessive per poi reimpiegarla in periodi di
siccità. L’infrastruttura verde può contribuire a garantire la prestazione di
servizi ecosistemici in linea con la strategia sulla biodiversità dell’UE[34]. La riduzione
dell’impermeabilizzazione del suolo è un’altra misura che può ridurre il
rischio di alluvioni[35].
Queste misure dovrebbero essere incluse sia nei piani di gestione dei bacini
idrografici, sia nei piani di gestione del rischio di alluvioni e, come già
specificato, dovrebbero diventare una priorità per i finanziamenti nel quadro
della PAC e dei Fondi di coesione e strutturali. La comunicazione della Commissione del 2007
sulla carenza idrica e la siccità oltre alle summenzionate opzioni relative
all’efficienza idrica, suggerisce di prendere in considerazione “la costruzione
di ulteriori infrastrutture per l’approvvigionamento idrico”. Nella
comunicazione si propone anche una gerarchizzazione dell’uso delle acque, per
cui ulteriori opzioni per l’approvvigionamento idrico (ad es. la
desalinizzazione) dovrebbero essere prese in considerazione solo dopo aver
vagliato tutti i miglioramenti in termini di efficienza sul fronte della
domanda. Ciò dovrebbe essere fondato su un’analisi del rapporto costi-benefici. Nel quadro delle consultazioni dei portatori
d’interesse su cui è basato il Piano è emersa l’esigenza di tematizzare a
livello dell’UE un’opzione alternativa di approvvigionamento, ossia il riutilizzo
delle acque per l’irrigazione o per uso industriale. Si ritiene che il
riutilizzo delle acque (ad es. dal trattamento delle acque reflue o da impianti
industriali) abbia un impatto ambientale minore rispetto ad altri
approvvigionamenti idrici alternativi (ad es. trasferimenti d’acqua o
desalinizzazione), ma nell’UE tale pratica ha una diffusione limitata. Ciò
sembra essere dovuto a una mancanza di standard comuni nell’UE in materia
ambientale/sanitaria per le acque riutilizzate e ai potenziali ostacoli alla
libera circolazione dei prodotti agricoli irrigati con acque riutilizzate. La
Commissione individuerà lo strumento più indicato al livello dell’UE per
incoraggiare il riutilizzo dell’acqua, ivi compreso un regolamento che
stabilisca standard comuni. In seguito ad un’opportuna valutazione d’impatto,
nel 2015 la Commissione presenterà una proposta volta a garantire il
mantenimento di un elevato livello di salute pubblica e di protezione
ambientale nell’UE. Per quanto riguarda la siccità, la Commissione
continuerà a sviluppare l’osservatorio europeo sulla siccità che fungerà
da sistema di allerta rapida per aumentare il livello di preparazione degli
Stati membri e dei portatori d’interesse. La Commissione farà inoltre
rispettare le prescrizioni in materia previste dalla direttiva quadro sulle
acque e, sulla base dei feedback sul primo ciclo di piani di gestione dei
bacini idrografici, incoraggerà gli Stati membri a migliorare l’integrazione
della gestione del rischio di siccità e degli aspetti legati ai cambiamenti
climatici nei futuri piani di gestione dei bacini idrografici e
nell’elaborazione dei piani di gestione settoriali e multirischio. Tabella 4 Azione proposta dal Piano || Responsabile || Scadenza Sviluppare orientamenti per la strategia comune di attuazione sulle misure di ritenzione naturale delle acque (infrastrutture verdi) || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Procedere all’inverdimento del primo pilastro della PAC per sostenere le misure di ritenzione naturale delle acque (tramite zone di interesse ecologico) || Commissione e Stati membri || dal 2014 Usare i Fondi strutturali e di coesione e i prestiti della BEI per finanziare le misure di ritenzione naturale delle acque || Commissione, BEI e Stati membri || 2014-2021 Fare rispettare le prescrizioni in materia di gestione del rischio di siccità previste dalla direttiva quadro sulle acque. || Commissione || In corso Elaborare piani di gestione del rischio di alluvioni || Stati membri || 2015 Proporre uno strumento (di regolamentazione) sugli standard per il riutilizzo delle acque. || Commissione || 2015 Continuare a sviluppare l’osservatorio europeo sulla siccità. || Commissione || 2013-2014 2.5. Soluzioni trasversali La Commissione ha individuato una serie di
opzioni trasversali per far progredire gli obiettivi relativi alla politica delle
acque dell’UE. I partenariati per l’innovazione
sull’acqua e sulla produttività e sostenibilità nell’agricoltura lanciati
quest’anno[36]
contribuiranno a individuare delle risposte alle sfide legate all’acqua nei
contesti urbani, industriali e agricoli, da cui scaturiranno sia obiettivi
ambientali, sia opportunità commerciali. Il mercato mondiale dell’acqua è in
rapida crescita e si ritiene che entro il 2020 raggiungerà una cifra d’affari
che potrebbe toccare i 1 000 miliardi di EUR. Un aumento dell’1% nel tasso
di crescita dell’industria idrica in Europa può creare tra 10 000 e 20 000
nuovi posti di lavoro. Se l’Europa riuscirà a sfruttare queste nuove e
importanti opportunità, potrà assumere un ruolo sempre più importante nel
mercato globale della tecnologia e dell’innovazione nel settore idrico. I
partenariati per l’innovazione si impegneranno per agevolare le relazioni tra
l’offerta e la domanda di soluzioni innovative, oltre a diffondere soluzioni
comprovate, ad es. creando un “mercato” elettronico ed elaborando network
specifici. Le restanti opzioni trasversali rientrano,
globalmente, in due aree: miglioramento della base di conoscenze e della governance.
Per quanto riguarda la base di conoscenza, il sistema
d’informazione sulle acque per l’Europa sta già gestendo un’enorme quantità
di informazioni a livello dell’UE sullo stato delle acque e sulla politica in
materia di acque. Tuttavia vi sono ancora delle carenze. Spesso le informazioni
sono frammentarie e non sono facilmente reperibili ai diversi livelli
decisionali. La Commissione propone di sviluppare ulteriormente questo
strumento per garantire, grazie ai suoi futuri piani di attuazione, una piena
interoperabilità con i sistemi d’informazione usati a livello degli Stati
membri e a livello europeo nell’ottica di migliorare la comprensione degli
ecosistemi acquatici. In particolare, le basi di conoscenze trarranno vantaggio
dallo sviluppo e dall’attuazione di INSPIRE[37],
SEIS[38]
e del GMES, nonché dalle ricerche in corso in materia idrica nel quadro del 7º
programma quadro di ricerca e dalle ricerche che saranno condotte nel contesto
di Orizzonte 2020[39].
Per quanto riguarda le statistiche sulle acque, la Commissione proporrà che i regolamenti
sui conti economici ambientali europei e sulle statistiche[40] prevedano gli obblighi
di informazione maggiormente utili per le esigenze in materia di politica delle
acque. In stretta collaborazione con gli Stati membri, la Commissione mirerà ad
armonizzare ulteriormente i cicli di informazione previsti dalla
legislazione sulle acque, al fine di ridurre gli oneri amministrativi
proponendo un’ulteriore integrazione e, ove necessario, modifiche mirate della
legislazione in vigore (direttiva quadro sulle acque, direttiva sui nitrati,
direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane). La Commissione continuerà a sostenere le
iniziative volte a migliorare l’interfaccia tra scienza e politica e per
sviluppare ulteriormente il prototipo del modello idroeconomico
concepito dal Centro comune di ricerca su cui si basa la valutazione d’impatto
del Piano. Questo sostegno contribuirà anche a valutare i costi e i benefici
degli scenari di riferimento e i programmi di misure degli Stati membri, in
combinazione con altri strumenti a livello nazionale e/o a livello di bacini
idrografici. In materia di governance, la
Commissione propone, nel quadro della strategia comune di attuazione, di
istituire un regime di revisione inter pares semplice e su base
volontaria, grazie al quale le autorità di ciascun distretto idrografico
potranno sottoporre i loro progetti di piani di gestione dei bacini idrografici
alle autorità di altri distretti, sia nello Stato membro di appartenenza, sia
in altri Stati membri. Si auspica che quest’iniziativa favorisca lo scambio di
conoscenze e migliori la qualità dei piani e la loro conformità agli obblighi
di cui alla direttiva quadro sulle acque. La Commissione potrebbe contribuire a
individuare, sulla base della valutazione del primo ciclo di piani di gestione
dei bacini idrografici, le autorità dei distretti idrografici che potrebbero
beneficiare maggiormente di un tale scambio. Nell’ambito della riforma della PAC, la
Commissione ha proposto di introdurre specifiche prescrizioni previste dalla
direttiva quadro sulle acque all’interno del meccanismo di condizionalità della
PAC. I dettagli relativi a tale proposta dovranno essere definiti nel
quadro di atti delegati, ma se la proposta sarà accettata, potrebbe costituire
un forte incentivo per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva
quadro sulle acque a livello di aziende agricole, ad esempio in tema di
permessi di estrazione e arginamento, affrontando così il problema delle forti
pressioni dell’agricoltura sull’ambiente acquatico. Nel quadro seguito dato alla recente
comunicazione della Commissione sull’attuazione di misure ambientali dell’UE[41], la Commissione sta rafforzando
gli obblighi in materia di ispezioni e sorveglianza che si applicano del
diritto ambientale dell’UE nel suo insieme. Il settore idrico è una delle aree
fondamentali da affrontare. La Commissione valuterà inoltre in quale misura una
collaborazione più stretta con gli Stati membri mediante accordi di
partenariato sull’attuazione possa migliorare la conformità in materia, ad
esempio, di assegnazione eccessiva o di estrazione illegale di acqua. Come evidenziato dalla Commissione nella
tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse,
l’acqua è una risorsa limitata il cui uso efficiente comporterà vantaggi
economici significativi a diversi settori economici. Pertanto la Commissione
approfondirà determinati aspetti pertinenti alle acque nell’ambito dell’analisi
annuale della crescita e, laddove opportuno, nelle raccomandazioni
specifiche per ciascun paese indirizzate ai singoli Stati membri nel quadro
del processo del semestre europeo. Per quanto concerne i paesi terzi, la
Commissione opererà nel contesto del processo di adesione e dei dialoghi
strutturati con i paesi vicini dell’UE. Infine, la Commissione sostiene l’uso di strumenti
di sensibilizzazione come campagne di comunicazione[42], regimi di certificazione[43] e l’impronta ambientale[44] al fine incentivare gli utenti
idrici a fare delle scelte sostenibili. Il Piano mira ad un ampio miglioramento degli
ecosistemi idrici, che daranno un contributo all’obiettivo della strategia
unionale per la biodiversità sulla limitazione della perdita di biodiversità e
il degrado dei servizi ecosistemici nell’UE entro il 2020 e il suo ripristino,
nel limite del possibile. Tale Piano sarà volto ad aumentare la resilienza alle
catastrofi[45]
e l’adeguamento ai cambiamenti climatici[46]
e raggiungerà una cosiddetta “pietra miliare in materia di acque” della tabella
di marcia verso un’Europa efficiente dell’UE. Poiché anche la pressione
proveniente dal suolo influenza fortemente lo stato dell’ambiente marino, il
Piano contribuirà al raggiungimento di un buono stato ambientale nel quadro
della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino[47]. Ciò sarà subordinato ad un
adeguato coordinamento con i programmi di misure previsti dalle strategie per
l’ambiente marino previsti entro il 2015. Per quanto riguarda i corpi idrici
transfrontalieri, la Commissione proseguirà nel suo impegno volto a
incoraggiare i paesi candidati e vicini a conformare le rispettive legislazioni
all’acquis ambientale dell’UE e a fornire loro assistenza tecnica. Tabella 5 Azione proposta dal Piano || Responsabile || Scadenza Attuazione del partenariato per l’innovazione sull’acqua e del partenariato sulla produttività e sostenibilità nell’agricoltura. || Commissione & portatori d’interesse || dal 2013 Aggiornare il sistema di informazione sulle acque per l’Europa. || AEA, Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2015 Semplificare gli obblighi di informazione e di statistica. || AEA, Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2014 Completare il modello idroeconomico. || AEA, Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2013 Proseguire l’impegno nel quadro della strategia comune per l’attuazione di un’interfaccia tra scienza e politica. || AEA, Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || In corso Istituire e utilizzare un regime di revisione inter pares per i piani di gestione dei bacini idrografici nel quadro della strategia comune di attuazione. || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || 2013-2016 Inserire gli obblighi stabiliti nel quadro della direttiva sulle acque nel meccanismo di condizionalità previsto dalla PAC. || Consiglio, Parlamento e Commissione || Non appena saranno rispettate le condizioni di cui nella proposta della Commissione (ossia al più presto nel 2014) Rafforzare gli obblighi in materia di ispezioni e sorveglianza. || Commissione || 2013 Analizzare le raccomandazioni specifiche per paese in materia di acque nel quadro del semestre europeo. || Commissione, Consiglio || 2013 Sostenere gli strumenti di sensibilizzazione sul consumo di acqua (ad esempio regimi di etichettatura e certificazione su base volontaria). || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || In corso 2.6. Aspetti di portata generale Il Piano è incentrato principalmente sulle
acque europee. Le risorse idriche sono una realtà locale, ma anche una
problematica di portata globale interconnessa con diversi aspetti, come la
sicurezza alimentare, la desertificazione, i cambiamenti climatici, l’impatto
delle catastrofi naturali e causate dall’uomo, ecc., tutti accomunati da
un’importante dimensione economica, sociale e di sicurezza. L’UE è attiva in
molti di questi settori, in ragione del suo impegno nel quadro dell’Agenda 21,
delle tre convenzioni di Rio (sulla desertificazione, i cambiamenti climatici e
la biodiversità), degli obiettivi di sviluppo del millennio relativi all’acqua,
del piano di attuazione di Johannesburg e, più di recente, della conferenza
Rio+20. Tale impegno continuerà ad essere una priorità importante per l’UE. A livello mondiale è stato raggiunto il target
per il 2015 degli obiettivi del millennio, ossia il dimezzamento del numero di
persone senza accesso sostenibile all’acqua potabile entro il 2011, ma
molti paesi africani sono ancora arretrati sotto il profilo dell’accesso all’acqua.
Il mondo è ancora lontano dal raggiungimento del target degli obiettivi del
millennio relativo all’accesso ai servizi igienico sanitari. Basti pensare che,
ad oggi, 2,5 miliardi di persone hanno bisogno di una situazione sanitaria
migliore. La crescita della popolazione e un aumento della concorrenza tra utenti
idrici entro il 2025 si tradurranno in un aumento della domanda globale di
acqua del 35-60%. Questa percentuale potrebbe raddoppiarsi entro il 2050[48]. Queste tendenze saranno
accentuate dai cambiamenti climatici, con gravi implicazioni per la sicurezza
alimentare. Considerato il nuovo impulso dato alla
politica dello sviluppo dell’UE[49]
e le priorità e strategie dei paesi e delle regioni in via di sviluppo nostri
partner, la gestione idrica nel quadro della cooperazione per lo sviluppo
nell’UE dovrebbe essere incentrata sui seguenti aspetti. ·
Accesso all’acqua potabile e ai servizi
igienico-sanitari di base: si tratta di un obiettivo
dichiarato diritto umano dalle Nazioni unite nel 2010 e riaffermato nella
dichiarazione Rio+20 nel 2012[50].
·
Acqua per la crescita economica e lo sviluppo
sostenibile: l’UE accorderà particolare attenzione
alla ripartizione e all’uso dell’acqua nei settori economici, nell’agricoltura
sostenibile e nell’interconnessione tra acqua, agricoltura, energia e ambiente. ·
Governance idrica: un assetto istituzionale efficace che garantisca una buona governance
idrica a livello dei bacini idrografici è fondamentale per tenere fede
all’impegno assunto nella dichiarazione di Rio+20 di migliorare
significativamente l’attuazione della gestione integrata delle risorse idriche
a tutti i livelli e laddove necessario. Anche una governance adeguata e
una gestione sostenibile delle acque a livello regionale e transnazionale
contribuiscono a garantire un contesto di pace e stabilità politica grazie al
nesso tra acqua e sicurezza. Sarà inoltre necessario introdurre dei
meccanismi di coordinamento tra partner dell’UE e partner delle regioni, che
potrebbero basarsi sull’iniziativa Acqua dell’UE. Il sostegno dell’UE ai paesi e alle regioni partner dovrebbe prendere
spunto dall’esperienza e dalle conoscenze acquisite nell’UE in materia di
gestione idrica, in particolare nell’attuazione della direttiva quadro sulle
acque. Anche il partenariato europeo per l’innovazione relativo all’acqua
potrebbe diffondere soluzioni innovative per affrontare le sfide legate
all’acqua alle quali devono far fronte i paesi in via di sviluppo. L’acqua virtuale contenuta nei prodotti agricoli e industriali
provenienti dai paesi in via di sviluppo dovrebbe essere considerata nei piani
di gestione idrica dei paesi partner e nelle politiche dell’UE. A tale
proposito, nell’ambito della politica di sviluppo, l’UE dovrebbe sostenere una
gestione idrica sostenibile nei paesi che esportano, ad esempio aumentando
l’efficienza idrica e migliorando la scelta di seminativi e di altri prodotti. Tabella 6 Azione proposta dal Piano || Responsabile || Scadenza Sostenere l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari di base. || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || In corso e dal 2014 Sostenere la gestione integrata sostenibile delle acque. || Commissione, Stati membri e portatori d’interesse || In corso e dal 2014 3. Conclusioni e prospettive
per la politica delle acque dell’UE Il Piano ha stabilito delle azioni chiave che
dovranno essere realizzate dai gestori delle acque e dai responsabili politici
al fine di rispondere alle sfide cui è esposto l’ambiente acquatico. È possibile e necessario che gli Stati membri
migliorino l’attuazione della direttiva quadro sulle acque e che riducano la
pressione idromorfologica nei nostri bacini idrografici ripristinando la
continuità fluviale, ad esempio ricorrendo all’infrastruttura verde. Ciò può
ridurre anche la vulnerabilità dell’UE nei confronti di alluvioni e siccità.
Nel quadro della PAC e dei Fondi di coesione e strutturali vi è la possibilità
di finanziare la realizzazione dell’infrastruttura verde, in particolare in
caso di sostegno alle attuali proposte della Commissione nell’ambito del QFP.
Per sostenere tale obiettivo potrebbero essere elaborati anche degli
orientamenti per la strategia comune di attuazione. È necessario porre termine all’assegnazione
eccessiva di acqua e rispettare le esigenze della natura, ossia il flusso
ecologico La Commissione si impegnerà, nel quadro del processo della strategia
comune di attuazione, a sviluppare una comprensione comune di questo concetto e
del modo in cui calcolarlo. Nell’ambito dei lavori per il Piano, la Commissione
ha altresì sviluppato, in collaborazione con l’AEA, una contabilità delle
risorse idriche che consentirà ai gestori di disporre di un quadro più
realistico sulla disponibilità di acqua presso i bacini idrici o a livello di
sub-bacini. Questi strumenti, una volta stabiliti in dettaglio nel quadro del
processo della strategia comune di attuazione, permetteranno di migliorare
sensibilmente la ripartizione delle risorse idriche. L’inquinamento diffuso e da fonti puntuali
continua a minacciare lo stato delle acque dell’UE nonostante i progressi
realizzati grazie alla legislazione sui nitrati, sul trattamento delle acque
reflue, sulle emissioni industriali, sulle sostanze prioritarie e sui prodotti
fitosanitari. È necessario dare un’attuazione più ampia a questa legislazione.
In tal senso la Commissione continuerà ad impegnarsi per farla rispettare. Il
sostegno finanziario dell’UE è una realtà che può soltanto integrare, ma non
sostituire, i piani di investimento a lungo termine degli Stati membri e del
settore privato in questo ambito. L’efficienza idrica può contribuire a ridurre
i problemi associati alla carenza idrica e allo stress idrico. Una politica
tariffaria per l’acqua basata sulla misurazione volumetrica è uno strumento
valido per aumentare l’efficienza idrica, ma nonostante gli obblighi giuridici
previsti dalla direttiva quadro sulle acque, non è sfruttato al meglio. La
Commissione continuerà a fare rispettare tali obblighi, impegnandosi al
contempo sul fronte della strategia comune di attuazione al fine di promuovere
la metodologia per un adeguato recupero dei costi che tenga conto anche dei
costi ambientali. Inoltre, la Commissione propone che nel quadro della
strategia comune di attuazione si sviluppi una metodologia comune per gli
obiettivi di efficienza idrica che, se del caso, dovrebbero essere integrati
nei piani di gestione dei bacini idrografici. Migliorare l’efficienza idrica è
una necessità particolarmente urgente in determinati settori. In ambito
agricolo la proposta della Commissione sul pilastro II della PAC (sviluppo
rurale) prevede un sostegno per migliorare l’efficienza dell’irrigazione,
subordinato alla riduzione dell’uso delle acque. Per quanto riguarda gli
immobili, la Commissione propone di inserire i prodotti che comportano consumo
di acqua nel piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile nell’ambito di
applicazione specificato in tale piano. Si tratta di una soluzione efficace
sotto il profilo dei costi che potrebbe comportare dei vantaggi anche in
termini di riduzione del consumo energetico. La Commissione vaglierà l’opportunità di
sviluppare uno strumento regolamentare per stabilire degli standard a livello
di UE per il riutilizzo dell’acqua, rimuovendo così gli ostacoli a un uso
diffuso di questo approvvigionamento idrico alternativo. Ciò contribuirebbe a
limitare la carenza idrica e a ridurre la vulnerabilità. Una serie di strumenti trasversali sosterrà
l’attuazione delle misure previste nel Piano. I partenariati per l’innovazione
sull’acqua e sulla produttività e sostenibilità nell’agricoltura contribuiranno
a testare e a divulgare soluzioni innovative agevolando l’incontro tra
l’offerta di innovazione e la domanda. Il modello idroeconomico sviluppato dal
Centro comune di ricerca aiuterà i gestori delle acque a valutare l’efficacia
sotto il profilo dei costi delle misure previste dai rispettivi piani di
gestione dei bacini idrografici. Sviluppare il sistema di informazione sulle
acque per l’Europa e renderlo più interoperabile renderà più facile l’accesso
alle informazioni essenziali da parte dei responsabili politici. Un regime di
revisione inter pares sarà realizzato per agevolare lo scambio di
conoscenze nello sviluppo dei piani di gestione dei bacini idrografici. Se
l’attuale proposta della Commissione nel quadro della CAP sarà adottata,
l’integrazione di determinati obblighi previsti dalla direttiva quadro sulle
acque nel meccanismo di condizionalità costituirà un forte incentivo in favore
di tali obblighi. Infine, la Commissione potrebbe emettere delle
raccomandazioni specifiche per ciascun paese indirizzate agli Stati membri
nell’ambito del processo del semestre europeo, nell’ottica di individuare
azioni che portino vantaggi sia in termini economici, sia per l’ambiente
acquatico. Al termine degli attuali negoziati per il QFP
la Commissione farà il punto sui risultati e, se si rivelerà necessario per
raggiungere gli obiettivi di politica delle acque, presenterà ulteriori
proposte legislative, ove appropriato, ad esempio per quando riguarda la
misurazione del consumo, le misure di ritenzione naturale delle acque e gli
obiettivi di efficienza idrica. L’attuazione e il monitoraggio delle proposte
contenute nel Piano si baseranno, laddove opportuno, sulla strategia comune di
attuazione della direttiva quadro sulle acque. In tale contesto la Commissione
li presenterà e ne seguirà gli sviluppi. La Commissione svilupperà e aggiornerà
regolarmente una scheda di valutazione per valutare i progressi
dell’attuazione. La direttiva quadro sulle acque dovrà essere sottoposta a
riesame e, se necessario, a una revisione entro il 2019. Nell’elaborare tale
riesame, la Commissione farà il punto sullo stato dell’attuazione di tutti gli
aspetti contenuti nel Piano e, ove necessario, proporrà delle modifiche alla
direttiva al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi in essa
contenuti. Se l’approccio su base volontaria dovesse risultare insufficiente,
tali modifiche potrebbero tradursi in obblighi giuridicamente vincolanti di
alcune delle proposte contenute nel Piano. Nel Piano sono stabiliti chiaramente sia
l’obiettivo, sia il percorso di sviluppo della politica delle acque dell’UE. La
realizzazione di questo proposito è subordinata alla volontà politica e
all’impegno dei portatori d’interesse negli anni a venire. La seguente tabella 7 fornisce una sintesi
delle proposte di azione del Piano descritte nel presente documento e la
tempistica della relativa attuazione || Come raggiungere gli obiettivi? Obiettivi specifici del Piano || Su base volontaria || Su base regolamentare || Condizionalità || Priorità di finanziamento Prezzi delle acque che incentivino l’efficienza || Orientamenti per la strategia comune di attuazione entro il 2014 || Rispetto dell’art. 9 della direttiva quadro sulle acque (in corso) || Condizioni ex ante nel quadro dei Fondi di sviluppo rurale e di coesione dal 2014 || Ricorso alla misurazione del consumo || || Rispetto dell’art. 9 della direttiva quadro sulle acque (in corso) || || Riduzione dell’uso di acqua nel settore agricolo || || || Precondizione per alcuni progetti di irrigazione nel quadro dello sviluppo rurale dal 2014 || Riduzione dell’estrazione e degli arginamenti illegali || Applicazione del GMES dal 2013 || Eventuale iniziativa dell’UE sulle ispezioni nel 2013 || Meccanismo di condizionalità della PAC non appena saranno rispettate le condizioni di cui nella proposta della Commissione (ossia al più presto nel 2014) || Sensibilizzazione sul consumo dell’acqua (ad es. dell’acqua virtuale presente nei prodotti commercializzati a livello globale) || Sostegno a regimi di etichettatura e certificazione su base volontaria || || || Sfruttamento del potenziale dell’uso delle misure di ritenzione naturale delle acque (infrastruttura verde) || Orientamenti per la strategia comune di attuazione entro il 2014 || || Inverdimento (greening) del pilastro I della PAC (zone di interesse ecologico) entro il 2014 || Fondi strutturali e di coesione e prestiti della BEI (2014-2021) Apparecchi che consentano un uso efficiente di acqua negli immobili || Ecolabel UE e appalti pubblici verdi nell’UE 2013 || Piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile nel 2012 || || Riduzione delle perdite || Buone pratiche/strumenti relativi ai livelli delle perdite nel 2013 || || || Fondi strutturali e di coesione e prestiti della BEI (2014-2021) Sfruttamento del potenziale di riutilizzo dell’acqua || || Eventuale regolamento nel 2015 || || Fondi strutturali e di coesione e prestiti della BEI (2014-2021) Ottimizzazione della governance || Revisione inter pares dei piani di gestione dei bacini idrici (2013-2016) || || || Realizzazione della contabilità delle risorse idriche Realizzazione del flusso ecologico Determinazione degli obiettivi || Orientamenti per la strategia comune di attuazione sulla contabilità delle risorse idriche/sul flusso ecologico entro il 2014 Orientamenti per la strategia comune di attuazione sulla determinazione degli obiettivi entro il 2014 || || || Riduzione del rischio di alluvioni || Tramite infrastrutture verdi (vedasi sopra) Sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni || Piani di gestione del rischio di alluvioni entro il 2015 || || Riduzione del rischio di siccità || Tramite infrastrutture verdi (vedasi sopra) Osservatorio europeo sulla siccità nel 2013-2014 || Rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva quadro sulle acque (in corso) || || Ottimizzazione del calcolo dei costi e dei benefici || Orientamenti per la strategia comune di attuazione entro il 2014 || || || Migliore base di conoscenze || Aggiornamento del sistema d’informazione sulle acque per l’Europa entro il 2015 Modello idroeconomico del Centro comune di ricerca entro il 2013 Attività nel quadro della strategia comune di attuazione per un’interfaccia tra scienza e politica. || Obblighi di segnalazione/di statistica entro il 2014 || || Sostegno ai paesi in via di sviluppo || || || || Favorire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari di base Favorire la gestione integrata sostenibile delle acque (in corso ed dal 2014 al 2021) Ridurre l’inquinamento || Relazione sui prodotti farmaceutici e l’ambiente (2013) || Rispetto mirato della direttiva quadro sulle acque, delle direttive sugli standard di qualità ambientale/sulle sostanze prioritarie, della direttiva sui nitrati, della direttiva sulle acque reflue urbane, della direttiva sulle emissioni industriali incentrato su: 1. monitoraggio degli obblighi previsti dalla direttiva quadro sulle acque e dalle direttive sugli standard di qualità ambientale/sulle sostanze prioritarie 2. Estensione delle zone vulnerabili ai nitrati e maggiore incisività dei programmi di azione (in corso) 3. Aumento del grado di conformità al trattamento delle acque reflue tramite la pianificazione di investimenti a lungo termine (compresi i fondi dell’UE e i prestiti della BEI) entro il 2018, piano di attuazioni pronti entro il 2014. 4. Garanzia del fatto che i permessi relativi alle emissioni industriali prevedano valori limite di emissione e che siano in linea con le migliori tecniche disponibili, oltre a tenere conto degli obiettivi rilevanti in materia di acque entro il 2016. Adozione delle modifiche proposte alle direttive sugli standard di qualità ambientale/sulle sostanze prioritarie. || Aggiungere la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi al meccanismo di condizionalità della PAC non appena saranno rispettate le condizioni di cui nella proposta della Commissione (ossia al più presto nel 2014) || Aspetti trasversali || Partenariato per l’innovazione sull’acqua e partenariato sulla produttività e sostenibilità nell’agricoltura entro il 2013 || Rispetto generale della direttiva quadro sulle acque, delle direttive sugli standard di qualità ambientale/sulle sostanze prioritarie, della direttiva sui nitrati, della direttiva sulle acque reflue urbane, della direttiva sulle emissioni industriali || Eventuali raccomandazioni nel quadro del semestre europeo nel 2013 || Determinazione delle priorità degli obiettivi in materia di acque nel quadro della PAC, dei Fondi strutturali e di coesione e dei prestiti della BEI (2014-2021) [1] Cfr. “Charting our water future”, una relazione del “2030
Water Resources Group”, disponibile all'indirizzo
http://www.mckinsey.com/client_service/sustainability/latest_thinking/charting_our_water_future. [2] http://www.eea.europa.eu/themes/water/publications-2012. [3] Relazione della Commissione concernente l’attuazione
della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) – Piani di gestione dei bacini
idrografici e comunicazione della Commissione sulla relazione sul riesame della
politica europea in materia di carenza idrica e siccità, adottate insieme al
presente piano. [4] Documento di lavoro dei servizi della Commissione
“Fitness Check of EU Freshwater Policy”. [5] Documento di lavoro dei servizi della Commissione –
Valutazione d’impatto che accompagna la comunicazione “Piano per la
salvaguardia delle risorse idriche europee”, che riporta un elenco completo
degli studi su cui si è basato il presente Piano. [6] Risoluzione
del Parlamento europeo del 3 luglio 2012 sull’attuazione della normativa UE
sulle acque in attesa di un necessario approccio globale alle sfide europee in
materia di acque, disponibile all'indirizzo http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2012-0273+0+DOC+XML+V0//IT. Cfr. anche il parere del Comitato delle regioni (del 30 giugno
2011) intitolato “Il ruolo degli enti regionali e locali nella promozione di
una gestione sostenibile dell'acqua”, disponibile all’indirizzo http://www.toad.cor.europa.eu/viewdoc.aspx/?doc=cdr%5cenve-v%5cdossiers%5cenve-v-008%5cIT%5cCDR5-2011_FIN_AC_IT.doc&docid=2774952 e il parere del Comitato economico e sociale (del 15 giugno 2011)
Integration of water policy into other EU policies sul tema Integrazione della
politica dell'acqua nelle altre politiche europee), disponibile all’indirizzo http://eescopinions.eesc.europa.eu/viewdoc.aspx?doc=ces/nat/nat495/it/ces1002-2011_ac_it.doc. [7] Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di
acque, GU L 327 del 22.12.2000. [8] Le cosiddette pressioni idromofologiche, che riguardano
circa il 40% dei corpi idrici. [9] Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e
programmi sull'ambiente, GU L 197 del 21.7.2001. [10] Direttiva 85/337/CEE del Consiglio concernente la
valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati,
GU L 175 del 5.7.1985 e successive modifiche. La Commissione prevede che
l'ormai prossima revisione della direttiva VIA contribuirà anche al
raggiungimento degli obiettivi in materia di acque poiché aiuterà ad
individuare gli impatti sulle acque in maniera più esaustiva. [11] Cfr.
il documento “WFD and Hydro-morphological pressures Policy Paper, Focus on
hydropower, navigation and flood defence activities - Recommendations for
better policy integration”. http://circa.europa.eu/Public/irc/env/wfd/library?l=/framework_directive/thematic_documents/hydromorphology/hydromorphology/_EN_1.0_&a=d [12] Cfr.,
ad es. la Convenzione internazionale per la protezione del bacino del fiume
Danubio, dichiarazione congiunta sulla navigazione, http://www.icpdr.org/main/sites/default/files/Joint_Statement_FINAL.pdf [13] http://ec.europa.eu/budget/reform/commission-proposals-for-the-multiannual-financial-framework-2014-2020/index_en.htm [14] È difficile ottenere dati affidabili sull’estrazione
illegale, ma secondo il Ministero dell'ambiente spagnolo nel 2006 in Spagna c’erano
510 000 pozzi illegali (WWF, Illegal water use in Spain. Causes,
effects and solutions, maggio 2006). [15] Direttiva 91/271/CEE del Consiglio concernente il
trattamento delle acque reflue urbane, GU L 135 del 30.5.1991. [16] Direttiva 91/676/CEE del Consiglio relativa alla
protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da
fonti agricole, GU L 375 del 31.12.1991. [17] Direttiva 91/414/CEE del Consiglio relativa all’immissione
in commercio dei prodotti fitosanitari, GU L 230 del 19.8.1991, abrogata
dal regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio,
GU L 309 del 24.11.2009. [18] Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento. GU L 28 del 29.1.2008,
che sarà sostituita dalla direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa alle emissioni industriali, GU L 334 del 17.12.2010. [19] Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione,
l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che
istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la
direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio
e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE
del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE
e 2000/21/CE (GU L 396/1 del 30.12. 2006). [20] Direttiva 98/8/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio relativa all’immissione sul mercato dei biocidi, GU L 123
del 24.4.1998, che sarà sostituita dal regolamento (UE) n. 528/2012) del
Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla messa a disposizione sul
mercato e all’uso dei biocidi, GU L 167 del 27.6.2012. [21] Direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini
dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, GU L 309 del 24.11.2009. [22] Direttiva 2001/83/CE modificata, del Parlamento europeo e
del Consiglio, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso
umano, GU L 311 del 28.11.2001 [23] Direttiva 2001/82/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio recante un codice comunitario relativo ai medicinali veterinari, GU L
311 del 28.11.2001. [24] Direttiva 2004/27/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 31 marzo 2004 che modifica la direttiva 2001/83/CE recante un
codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, GU L 136 del 30.4.2004. [25] Cfr. il considerando 6 della direttiva 2010/84/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio che modifica, per quanto concerne la
farmacovigilanza, la direttiva 2001/83/CE recante un codice comunitario
relativo ai medicinali per uso umano, GU L 348 del 31.12.2010, nonché il
considerando 3 del regolamento (UE) n. 1235/2010 del Parlamento europeo e
del Consiglio che modifica, per quanto riguarda la farmacovigilanza dei
medicinali per uso umano, il regolamento (CE) n. 726/2004 che istituisce
procedure comunitarie per l’autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per
uso umano e veterinario, e che istituisce l’agenzia europea per i medicinali e
il regolamento (CE) n. 1394/2007 sui medicinali per terapie avanzate, GU L
348 del 31.12.2010. [26] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio recante modifica delle direttive 2000/60/CE e 2008/105/CE per
quanto riguarda le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque
COM(2011) 876 del 31.1.2012. [27] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al
Consiglio - Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità
nell'Unione europea COM(2007) 414 del 18.7.2007. [28] Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego
delle risorse, COM(2011) 571, 20.9.2011. [29] In seguito a una denuncia, la Commissione ha avviato dei
procedimenti di infrazione nei confronti di nove Stati membri in ragione della
loro interpretazione restrittiva del concetto di servizi idrici. [30] Ecolabel UE, http://ec.europa.eu/environment/ecolabel/;
Appalti pubblici verdi nell'UE,
http://ec.europa.eu/environment/gpp/index_en.htm [31] Direttiva 2009/125/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di
specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi
all’energia, GU L 285 del 31.10.2009. Direttiva 2010/30/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio concernente l’indicazione del consumo di
energia e di altre risorse dei prodotti connessi all’energia, mediante
l’etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti, GU L 153 del 18.6.2010. [32] http://www.eea.europa.eu/articles/the-water-we-eat. [33] Il sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni
creato dalla Commissione è uno strumento efficace volto a preparare un maggior numero
di persone alle alluvioni transnazionali in Europa. Il sistema adottato è parte
del servizio di gestione delle emergenze del GMES. [34] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni.
La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia
dell'UE sulla biodiversità fino al 2020. COM(2011) 244 del 3.5.2011. [35] Documento di lavoro dei servizi della Commissione “Guidelines
on best practice to limit, mitigate or compensate soil sealing”
(orientamenti sulle migliori pratiche per limitare, contenere o compensare
l'impermeabilizzazione del suolo), SWD(2012) 101 final/2 del 15.5.2012. [36] Comunicazione della Commissione sul partenariato europeo
per l'innovazione relativo all'acqua, COM(2012) 216 final del 10.5.2012
Comunicazione della Commissione relativa al partenariato europeo per
l'innovazione. “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, COM(2012) 79
final del 29.2.2012 [37] Cfr. http://inspire.jrc.ec.europa.eu/ [38] Cfr. http://ec.europa.eu/environment/seis/ [39] Cfr, http://ec.europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm [40] Regolamento (UE) n. 691/2011 del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo ai conti economici ambientali europei, GU L 192
del 22.7.2011. [41] Comunicazione
della Commissione “Trarre il massimo beneficio dalle misure ambientali dell’UE: instaurare
la fiducia migliorando le conoscenze e rafforzando la capacità di risposta”, COM(2012) 95 final del 7. 3.2012. [42] Cfr. la campagna di comunicazione “Generation Awake”,
http://www.generationawake.eu/it. [43] Cfr. European Water Stewardship,
http://www.ewp.eu/activities/water-stewardship/. [44] Cfr. ISO http://www.iso.org/iso/catalogue_detail?csnumber=43263 [45] Comunicazione della Commissione - Un approccio comunitario
alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana, COM(2009) 82
definitivo. [46] La Commissione sta lavorando all'elaborazione di una
strategia di adeguamento integrata dell'UE da presentare nel 2013. [47] Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l'azione
comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino, GU L 164 del 25.6.2008. [48] European Report on Development 2011/2012 http://ec.europa.eu/europeaid/what/development-policies/research-development/erd-2011-2012_en.htm [49] Un programma di cambiamento, (COM (2011) 637 definitivo,
adottati il 13 ottobre 2011. [50] Cfr.
http://www.uncsd2012.org/index.html.