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Document 52011DC0206

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’Atto per il mercato unico Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia “Insieme per una nuova crescita”

/* COM/2011/0206 def. */

52011DC0206




COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

L’Atto per il mercato unico Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia “Insieme per una nuova crescita”

INDICE

1. Introduzione 2

2. Le 12 leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia 5

2.1. L’accesso al finanziamento per le PMI 5

2.2. La mobilità dei cittadini 6

2.3. I diritti di proprietà intellettuale 7

2.4. I consumatori, protagonisti del mercato unico 9

2.5. I servizi 10

2.6. Le reti 11

2.7. Il mercato unico digitale 12

2.8. L’imprenditoria sociale 14

2.9. La fiscalità 15

2.10. La coesione sociale 16

2.11. Il quadro normativo per le imprese 18

2.12. Gli appalti pubblici 19

3. Le condizioni per il successo: una Governance del mercato unico rafforzata 20

4. Prossima tappa e conclusione 22

1. INTRODUZIONE

Al cuore del progetto europeo fin dalla sua creazione, il mercato comune, divenuto mercato interno, tesse da più di 50 anni una rete di solidarietà tra le donne e gli uomini d’Europa e apre al contempo nuovi spazi di crescita a più di 21 milioni di imprese europee. Spazio di libera circolazione per le merci, le persone, i servizi e i capitali, il mercato interno si è evoluto, a partire dal 1993, grazie al consolidamento dell’integrazione economica, alla creazione della moneta unica e allo sviluppo di politiche di solidarietà e di coesione. Oggi più che mai, esso fa parte della realtà quotidiana dei cittadini , che ne traggono vantaggio nell’ambito delle loro attività, nella vita professionale e privata o in quanto consumatori e rappresenta il vero motore di crescita dell’economia europea e di sviluppo delle imprese.

Tuttavia il mercato interno palesa una serie di carenze, messe in luce da Mario Monti nella relazione “ Una nuova strategia per il mercato unico ”, nonché da Louis Grech, deputato al Parlamento europeo, nella “ Relazione sulla creazione di un mercato unico per i consumatori e i cittadini ”[1].

Un piano d’azione per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia

Rimediare a tali carenze significa dare al mercato unico la possibilità di sviluppare appieno il suo potenziale , affinché i cittadini possano riappropriarsi del loro spazio di vita comune, e offrire alle iniziative dei soggetti pubblici e privati maggiori opportunità di successo. A tale scopo è opportuno sviluppare una strategia proattiva e trasversale . Si tratta di porre fine alla frammentazione del mercato, eliminare le barriere e gli ostacoli alla circolazione dei servizi, all’innovazione e alla creatività. Si tratta di rafforzare la fiducia dei cittadini nel mercato interno e di garantire ai consumatori tutti i vantaggi che questo può offrire. Un mercato meglio integrato che svolga appieno il ruolo di piattaforma sulla quale costruire la competitività collettiva delle donne e degli uomini, delle imprese e dei territori europei, comprese le regioni periferiche e meno sviluppate[2]. Occorre agire con urgenza . Benché l’Unione europea abbia reagito tempestivamente alla crisi e le riforme siano ormai ben avviate, soprattutto nei mercati finanziari e in materia di governance economica, la crisi potrebbe avere un effetto duraturo sulla crescita potenziale e sulla disoccupazione, minando le condizioni di vita degli europei e il loro futuro[3]. Per rispondere alla crisi l’Unione europea ha adottato la strategia Europa 2020, nella quale si prefigge obiettivi ambiziosi per una nuova traiettoria di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva [4]. Per raggiungere tali obiettivi, però, l’Unione europea e gli Stati membri dovranno intraprendere riforme strutturali urgenti . Bisogna dare la priorità alle misure suscettibili di favorire la crescita e l’occupazione . Nella sua analisi annuale della crescita[5], la Commissione ha sottolineato la necessità di una risposta globale alla crisi, alla quale il mercato unico deve apportare un contributo decisivo mobilitando il suo intero potenziale a favore della crescita. Questo ruolo è stato ricordato dal Consiglio europeo nelle conclusioni del 24-25 marzo 2011: “Il mercato unico svolge un ruolo chiave per produrre crescita e occupazione e promuovere la competitività … Vanno messe in particolare rilievo le misure che creano crescita e occupazione e apportano risultati concreti ai cittadini e alle imprese”[6]. Il mercato unico offre il quadro e gli strumenti per realizzare tali riforme.

Un dibattito pubblico ricco e stimolante

Per raccogliere queste sfide la Commissione ha sottoposto a dibattito cinquanta proposte contenute nella comunicazione “ Verso un atto per il mercato unico” [7].

Il dibattito pubblico si è svolto a diversi livelli: europeo, nazionale e locale. Più di 800 contributi hanno alimentato la consultazione pubblica sull’Atto per il mercato unico, riflettendo i pareri degli Stati membri, delle organizzazioni non governative, delle parti sociali, sia a livello nazionale che a livello europeo, delle autorità locali e regionali, delle federazioni industriali e professionali, delle organizzazioni sindacali, delle imprese, delle associazioni dei consumatori, dei “think tank”, dei rappresentanti del mondo accademico e di numerosi cittadini[8]. La consultazione ha messo in luce una grandi aspettative da parte della società civile , sia in termini di sviluppo del potenziale del mercato unico per favorire la crescita e l’occupazione sia in rapporto alla dimensione sociale del mercato interno e alla tutela dei servizi pubblici. Le priorità avanzate dai soggetti economici confermano una convinta adesione all’obiettivo comune di un’ economia sociale di mercato assai competitiva .

Nelle Conclusioni del 10 dicembre 2010[9], il Consiglio approva l’orientamento generale dell’Atto per il mercato unico, secondo cui quest’ultimo deve poggiare su una solida base sociale ed economica, nell’intento di costruire un’economia altamente competitiva. Il Consiglio si è impegnato a portare avanti l’analisi dell’Atto per il mercato unico, per definire quanto prima, insieme al Parlamento europeo e alla Commissione, le misure prioritarie da realizzare entro il 2012. Il Parlamento europeo, nelle sue risoluzioni del 6 aprile 2011 basate sulle relazioni degli onorevoli Sandra Kalniete, Cristian Silviu Busoi e Antonio Fernando Correia de Campos[10], ha presentato le proprie priorità per sviluppare un mercato unico al servizio degli europei, delle imprese e della crescita, in un quadro di partenariato e di governance.

Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia dei cittadini

Sulla base dei contributi raccolti nel corso del dibattito pubblico, dei pareri e delle conclusioni del Parlamento europeo e del Consiglio, nonché dei pareri espressi dal Comitato delle regioni[11] e dal Comitato economico e sociale europeo[12], la Commissione ha individuato dodici leve. Per ciascuna di esse, la Commissione propone che l’Unione europea adotti, entro il 2012, un’azione chiave per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia dei cittadini.

Nel 2011 la Commissione presenterà le proposte legislative necessarie ad attuare le azioni chiave affinché il Parlamento e il Consiglio possano rispondere all’invito del Consiglio europeo ad adottare entro il 2012 una prima serie di misure prioritarie per rilanciare il mercato unico [13].

La definizione di tali priorità non significa però che la Commissione rinunci a portare avanti la propria opera in altre azioni individuate dalla comunicazione “Verso un atto per il mercato unico”, che consentiranno di fare del mercato unico una piattaforma per la crescita e la creazione di posti di lavoro. Se è vero che occorre agire con urgenza a favore della crescita e dell’occupazione, il piano d’azione presentato costituisce solo la prima fase di questo processo .

I lavori dovranno continuare e fin da ora è opportuno preparare la fase successiva. La Commissione presenterà altre misure che rispondano agli stessi imperativi e che contribuiscano in modo significativo al progetto di rilancio del mercato unico. Alla fine del 2012, essa farà il punto sullo stato di avanzamento del presente piano d’azione e presenterà il programma per la fase successiva. Si offrirà così una risposta politica collettiva e coerente alle carenze del mercato interno, proponendo un modello di crescita sostenibile, intelligente e inclusiva nell’ambito della strategia Europa 2020.

Una crescita sostenibile

L’insieme di queste riforme deve contribuire a uno sviluppo sostenibile basato su un’ economia sociale di mercato altamente competitiva [14]. Esse devono favorire il progresso sociale e l’occupazione nonché il miglioramento della qualità dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico . Devono altresì rafforzare la dimensione esterna del mercato interno, e generare benefici tangibili per i cittadini ai quali sono destinate. È in gioco la fiducia e il sostegno dei cittadini stessi al progetto d’integrazione europea.

Una crescita intelligente

Dette riforme completeranno e trasformeranno il mercato unico, preparandolo alle sfide del ventunesimo secolo , soprattutto quelle derivanti dall ’economia digitale , fornendo alla nostra industria gli strumenti necessari per essere più competitiva sui mercati internazionali, e dotando l’Europa delle infrastrutture indispensabili a garantire la libera circolazione delle persone e delle merci. Esse dovranno inoltre favorire l’innovazione e la creatività, le quali contribuiscono al rilancio di una solida base industriale in Europa e allo sviluppo di una società di servizi competitiva .

Una crescita inclusiva

Dette riforme favoriranno la creazione e lo sviluppo delle piccole imprese e delle microimprese, spina dorsale delle economie nazionali ed europee . Gli sforzi volti a conseguire una regolamentazione più intelligente e a ridurre gli oneri amministrativi continueranno a far parte integrante delle riforme, che dovranno essere intese a risolvere le difficoltà concrete dei cittadini europei e a scongiurare un’integrazione realizzata a spese dei diritti sociali, mirando invece a una società più solidale.

A tale scopo, la Commissione continuerà ad approfondire l’aspetto sociale delle valutazioni dell’impatto che accompagnano ogni proposta legislativa nel campo del mercato interno , e farà in modo che le proprie proposte legislative contengano un riferimento alle politiche e ai diritti sociali, a condizione che ciò si giustifichi alla luce di tali valutazioni. Essa terrà debito conto degli articoli 8 e 9 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Questi diritti fondamentali prevedono soprattutto che i lavoratori e i datori di lavoro, o le rispettive organizzazioni, conformemente al diritto dell’Unione e alle legislazioni e prassi nazionali, abbiano il diritto di ricorrere, in caso di conflitti di interessi, ad azioni collettive per la difesa dei loro interessi, compreso lo sciopero[15].

Una crescita inclusiva significa anche rivolgere particolare attenzione alle esigenze dei disabili affinché possano beneficiare del mercato unico: per esempio, i passeggeri a mobilità ridotta dovranno poter viaggiare più facilmente e gli ipovedenti dovranno avere maggiore accesso alla lettura.

Una strategia integrata

La Commissione si è già impegnata in numerose azioni importanti, attraverso sette iniziative faro nell’ambito della strategia Unione europea 2020. Le iniziative adottate, che riguardano tutti i settori che partecipano al rilancio economico, quali il Piano di efficienza energetica 2011[16] o ancora il riesame dello “Small Business Act” per l’Europa[17], gettano gradualmente le basi di una nuova crescita. I mercati finanziari dovranno svolgere un ruolo essenziale in tal senso, mentre occorrerà sviluppare le riforme già intraprese in materia di regolamentazione dei servizi finanziari al fine di garantire di una crescita sostenibile[18].

2. LE 12 LEVE PER STIMOLARE LA CRESCITA E RAFFORZARE LA FIDUCIA

2.1. L’accesso al finanziamento per le PMI

Azione chiave: Legislazione tesa a favorire la possibilità che i fondi di venture capital stabiliti in uno Stato membro siano investiti in qualunque altro Stato membro senza che sussistano ulteriori ostacoli o esigenze. Si tratta di consentire alle PMI che vogliano ricorrere al venture capital di rivolgersi a fondi che abbiano l’esperienza necessaria nel loro settore specifico e la capacità di offrire capitali a un prezzo allettante[19]. |

I 21 milioni di PMI dell’Unione europea costituiscono un elemento prezioso per la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Le difficoltà nell’ accedere ai finanziamenti è uno dei principali ostacoli che impediscono alle PMI di lanciare nuovi prodotti, di rafforzare le loro infrastrutture e di assumere altri dipendenti[20]. Tale situazione si riscontra sia nelle PMI ormai consolidate che in quelle innovative e in pieno sviluppo.

In Europa, gran parte delle PMI ben avviate fanno ricorso al credito bancario, che ha subito una contrazione in seguito alla crisi finanziaria. Per questo motivo la Commissione, nel riesame dello “ Small Business Act ” adottato in febbraio, si è impegnata a valutare l’impatto sulle PMI di tutte le proposte di regolamentazione dei servizi finanziari (come i requisiti patrimoniali imposti alle banche) e a calibrarle nel modo opportuno.

Favorire l’accesso ai finanziamenti per le PMI in pieno sviluppo è un’esigenza d’importanza fondamentale, dato che queste, e in particolare le PMI innovative, svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di un’economia innovativa e sostenibile. Per ottenere i fondi necessari per commercializzare le innovazioni, dette imprese cercano spesso di accedere ai mercati dei capitali diversi dal credito bancario. I mercati di venture capital possono fornire capitali, ma non sono ancora sufficientemente sviluppati in Europa. I fondi di venture capital fanno fronte a gravi difficoltà per raccogliere capitali all’estero e operare a livello transfrontaliero a causa della varietà dei regimi nazionali di regolamentazione e delle barriere fiscali. Questa azione chiave sarà attuata in stretta collaborazione con il Forum sul finanziamento delle PMI.

Il finanziamento delle PMI sarà oggetto di un piano d’azione che riguarderà non soltanto l’accesso alle diverse fonti di finanziamento, ma anche direttamente gli strumenti di finanziamento delle PMI e la creazione di un ambiente favorevole al loro sviluppo e alla loro crescita.

Anche la direttiva “ Trasparenza ” , il regolamento di applicazione della direttiva “ Prospectus ” e la direttiva “ Abusi di mercato ” devono essere modificati affinché gli obblighi applicabili alle PMI quotate siano più proporzionati, pur garantendo lo stesso livello di protezione degli investitori. Inoltre, la revisione della direttiva sui mercati finanziari (MIF) dovrà prevedere l’introduzione di condizioni speciali e calibrate per le piattaforme negoziali destinate alle PMI , in modo da creare un’etichetta di qualità per i suddetti mercati e favorirne la messa in rete.

2.2. La mobilità dei cittadini

Azione chiave: Modernizzazione della legislazione relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali[21]. L’obiettivo consiste nel semplificare le procedure di riconoscimento reciproco per i lavoratori mobili, ammodernare il quadro normativo, riesaminare il campo delle professioni regolamentate e rafforzare la fiducia e la cooperazione tra gli Stati membri. In particolare, la creazione di una carta professionale europea consentirebbe di favorire la mobilità dei professionisti, offrendo una garanzia di fiducia alle autorità degli Stati membri interessati, nonché ai consumatori e ai datori di lavoro. |

La mobilità e le qualifiche dei lavoratori rispondono all’imperativo di rilancio della crescita in Europa. Una maggiore mobilità della mano d’opera qualificata consentirebbe all’economia europea di essere più competitiva. Troppe barriere normative impediscono ancora agli europei di lavorare dove meglio credono all’interno dell’Unione europea, mentre molti posti altamente qualificati restano scoperti. L’economia potrebbe maggiormente beneficiare di una mobilità temporanea dei lavoratori se un quadro giuridico più chiaro contribuisse a valorizzarla e a favorirla. Inoltre, nei settori non regolamentati, sarà importante portare avanti gli sforzi di corrispondenza tra i sistemi di certificazione nazionale attraverso il Quadro europeo delle certificazioni, in modo da favorire la comparabilità delle qualifiche nel caso di mobilità.

L’attuale situazione del mercato del lavoro, segnata dalla crisi economica e dall’invecchiamento della popolazione, è contraddistinta dalla carenza di manodopera e dalla difficoltà per i datori di lavoro di reperire lavoratori che dispongano delle competenze richieste. In tale contesto, i cittadini devono avere la possibilità di passare rapidamente a un altro impiego in un altro Stato membro. A tale scopo è necessario garantire il riconoscimento di qualifiche ed esperienze professionali in tutti gli Stati membri.

Per favorire la mobilità, i cittadini devono altresì poter far valere e salvaguardare i propri diritti a pensione integrativa (trasferibilità) anche qualora vadano successivamente a lavorare in un altro Stato membro. Il convinto impegno del Parlamento e del Consiglio sarà essenziale per soddisfare, entro il 2012, le grandi aspettative dei cittadini.

A tal fine, e sulla base del Libro verde del 2010[22], la Commissione pubblicherà un Libro bianco sulle pensioni, che affronterà tra l’altro la questione della tutela dei diritti pensionistici e incoraggerà gli Stati membri a dotarsi di servizi di ricostruzione delle pensioni, che aiutano i cittadini a rintracciare i diritti pensionistici, per la cui tutela verranno proposte misure legislative nel corso del 2012. Parallelamente, la Commissione rivedrà la direttiva sugli enti pensionistici aziendali o professionali per consentire ai lavoratori e ai rispettivi datori di lavoro di beneficiare al meglio del Mercato unico.

La Commissione ha inoltre proposto una serie di misure a favore della mobilità attraverso l’iniziativa faro “Agenda per nuove competenze e per l’occupazione”; da qui, tra le altre cose, la creazione di un passaporto europeo delle competenze che permetterà a ciascuno di registrare le conoscenze e le competenze acquisite nel corso della propria vita[23].

È necessario poi favorire la mobilità dei giovani, in particolare di coloro che hanno abbandonato il sistema scolastico prima di avere ottenuto una qualifica. A tale scopo, la Commissione proporrà un progetto di raccomandazione del Consiglio per promuovere e convalidare la formazione al di fuori della scuola [24] .

2.3. I diritti di proprietà intellettuale

Azione chiave: Una legislazione che istituisca una tutela brevettuale unitaria per il maggior numero di Stati membri e un sistema unificato di composizione delle controversie, con l’obiettivo di rilasciare i primi brevetti che godono di detta tutela unitaria nel 2013[25]. |

La proprietà intellettuale è un diritto di proprietà riconosciuto dalla Carta dei diritti fondamentali[26]. Essa ha la stessa importanza delle materie prime o della base industriale: tra il 45 e il 75% del valore delle grandi imprese è legato ai diritti di proprietà intellettuale[27]. Le industrie che ne fanno un uso intensivo svolgono un ruolo strategico nella crescita sostenibile delle nostre economie. Non soltanto esse sono portatrici di innovazione, ma generano altresì un plusvalore economico significativo e offrono impieghi stabili e altamente qualificati. I salari sono in media più alti del 60% rispetto a quelli degli altri settori.

La tutela dei diritti di proprietà intellettuale favorisce gli investimenti nello sviluppo di prodotti e servizi innovativi, assicurando un’adeguata remunerazione dell’investimento. Si provvederà a istituire un quadro normativo che tuteli tali diritti in modo efficace e nel rispetto dei diritti fondamentali. Questo quadro, che deve garantire al contempo la diffusione delle informazioni, dei prodotti e dei servizi, nonché il rispetto del diritto di concorrenza, dovrà essere una delle principali priorità dell’Unione europea.

La situazione attuale, caratterizzata da una grande varietà di brevetti e sistemi nazionali di composizione delle controversie, è costosa, poco efficace e comporta un’incertezza giuridica tale da rendere assolutamente prioritaria, in questo campo, la realizzazione di una tutela brevettuale unitaria e la creazione di un sistema unificato per la composizione delle controversie. Una tutela unitaria consentirebbe di ridurre i costi dell’80%.

Allo stesso modo, lo sviluppo di uno strumento che valorizzi i diritti di proprietà intellettuale favorirebbe la nascita di un vero mercato europeo dei brevetti e delle licenze. Inoltre, è auspicabile che i beni immateriali posseduti da un’impresa sotto forma di diritti di proprietà intellettuale possano essere interamente riconosciuti come garanzie per un prestito.

D’altro canto, anche gli attuali sistemi di concessione delle licenze di diritti d’autore per le offerte legali online devono essere semplificati e trasparenti[28]. Nell’era di Internet, la gestione collettiva deve potersi evolvere verso modelli europei che favoriscano le licenze estese a diversi territori per una varietà di servizi online, pur garantendo un alto livello di tutela per gli aventi diritto. La nuova flessibilità garantita da un quadro normativo rinnovato stimolerà la comparsa di nuovi modelli commerciali che consentiranno una diffusione ampia e mirata dei contenuti creativi a consumatori più mobili. Inoltre, sarà necessario favorire la creazione di una versione digitalizzata dei fondi delle istituzioni culturali europee, ivi comprese delle opere orfane .

La promozione dell’offerta legale deve associarsi a una legislazione europea, la cui adozione miri a rafforzare la lotta contro la pirateria e la contraffazione , consolidando in modo particolare l’Osservatorio europeo sulla contraffazione e la pirateria e migliorando la cooperazione tra le autorità[29]. La tutela dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle autorità doganali dev’essere rafforzata mediante la revisione della legislazione. La pirateria e la contraffazione rappresentano un costo annuale per le imprese europee che, secondo le stime, si attesta sui 250 miliardi di euro[30].

È ugualmente necessario ammodernare il sistema europeo dei marchi per rafforzare la protezione dei marchi e aumentare la coerenza del sistema europeo e di quelli nazionali; in tal modo si semplificheranno le procedure,si ridurranno i costi e il sistema potrà beneficiare appieno delle nuove tecnologie, favorendo così la ricerca.

Tali questioni saranno affrontate nella comunicazione sulla strategia in materia di proprietà intellettuale, che la Commissione adotterà nel 2011.

2.4. I consumatori, protagonisti del mercato unico

Azione chiave: Legislazione sulla composizione alternativa delle controversie. L’obiettivo è garantire il ricorso a procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie capaci di favorire una soluzione facile, rapida e abbordabile per i consumatori nonché suscettibili di salvaguardare le relazioni tra le imprese e la loro clientela. Quest’azione comprenderà una voce per il commercio online. |

Benché il mercato unico faccia parte della realtà quotidiana dei consumatori allorché viaggiano, effettuano acquisti o pagamenti, essi si imbattono ancora troppo spesso in numerosi ostacoli e non hanno piena fiducia nella possibilità di ottenere riparazione in caso di problemi. Per rilanciare il mercato unico e in particolare il mercato unico digitale, è quindi essenziale infondere nei consumatori nuova fiducia nella possibilità di far valere i loro diritti. Una più efficace applicazione del diritto consentirebbe ai consumatori di scongiurare perdite importanti – che secondo le stime sarebbero pari allo 0,16% del prodotto interno lordo (PIL) dell’Unione europea. Una maggiore fiducia dei consumatori nel commercio elettronico transfrontaliero consentirebbe di realizzare ulteriori risparmi , valutati nell’ordine dello 0,02% del PIL dell’Unione europea, ossia 2,50 miliardi di euro[31].

Oltre alla composizione alternativa delle controversie, la Commissione porterà avanti il proprio lavoro anche su un approccio europeo ai ricorsi collettivi, sulla base dei risultati della consultazione che ha avviato.

Per consolidare la fiducia dei consumatori nel mercato unico, è necessario adottare altre azioni concrete. I consumatori devono poter essere sicuri che le merci che acquistano sono affidabili, indipendentemente dal loro luogo di produzione. A tale scopo, è essenziale rivedere la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti. Inoltre, le imprese attendono che gli Stati membri applichino regole di tutela identiche in tutta l’Unione europea. A tale scopo, in collaborazione con i servizi doganali e di sorveglianza del mercato, la Commissione elaborerà un piano d’azione pluriennale sulla sorveglianza del mercato , esteso anche alle frontiere esterne e messo in atto dagli Stati membri. Per garantire che i consumatori ricevano informazioni affidabili sul livello di prestazione ambientale dei prodotti, la Commissione proporrà, nell’ambito del Piano d’azione sul consumo e la produzione sostenibili, un’iniziativa sull’impronta ecologica dei prodotti .

È altresì opportuno garantire una corretta applicazione dei diritti dei passeggeri in tutte le modalità di trasporto, anche quelle per le persone a mobilità ridotta. Verrà pubblicata una comunicazione che riassuma l’insieme di regole vigenti nell’Unione europea in materia di diritti dei passeggeri in tutte le modalità di trasporto: aereo, treno, nave e autobus/autocorriera. Per poter offrire una migliore tutela ai consumatori, la Commissione proporrà nel prossimo futuro una revisione della direttiva sui viaggi a forfait, soprattutto se vengono acquistati online.

Infine, l’attività concernente la tutela dei consumatori di prodotti finanziari retail sarà portata avanti soprattutto per quanto riguarda la trasparenza delle spese bancarie e una maggiore tutela dei mutuatari sul mercato dei prestiti ipotecari.

2.5. I servizi

Azione chiave: Revisione della legislazione sul sistema europeo di normalizzazione per estenderlo ai servizi e rendere le procedure di normalizzazione più efficaci, efficienti e inclusive[32]. |

La normalizzazione rappresenta uno strumento essenziale per consentire la libertà di circolazione delle merci, garantendo l’interoperabilità dei prodotti, la loro sicurezza e la loro qualità. Essa inoltre è sempre più utilizzata nel settore dei servizi, soprattutto però a livello nazionale. Ciò può rendere più complessa l’integrazione del mercato unico dei servizi. Per evitare la comparsa di nuove barriere e favorire il flusso transfrontaliero dei servizi, soprattutto per quanto riguarda i servizi alle imprese, come la logistica o la gestione dei servizi di sostegno alle imprese (“facility management”), è importante sviluppare la normalizzazione dei servizi a livello europeo, tenendo debito conto delle esigenze del mercato. Si tratta di un obiettivo importante della revisione del sistema europeo di normalizzazione. Un altro obiettivo importante sarà creare un sistema più efficace, efficiente e inclusivo. Il sistema di normalizzazione deve consentire la rapida adozione delle norme e il loro adeguamento alle nuove tecnologie disponibili nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché una maggiore partecipazione delle PMI e delle altre parti interessate; il sistema deve poi assicurare che le norme rimangano accessibili a tutti gli utenti interessati.

In linea più generale, un buon funzionamento del mercato unico dei servizi è condizione essenziale per generare crescita e occupazione in Europa. Mentre tra il 1998 e il 2008 la crescita dell’economia europea è stata pari, in media, al 2,1% su base annua, il settore dei servizi è cresciuto in media del 2,8% all’anno. L’occupazione nel settore ha registrato una crescita del 2% all’anno, rispetto all’1% registrato per l’intera economia[33]. Per raggiungere tale obiettivo, la priorità immediata è la piena applicazione della direttiva sui servizi e la messa in opera degli sportelli unici da parte di tutti gli Stati membri. Oltre a ciò, e conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011, la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, effettuerà dei “test di prestazione” per esaminare da vicino il funzionamento pratico del quadro normativo UE applicabile ad alcuni settori promettenti come quelli dei servizi alle imprese , dell’ edilizia e del turismo . Essa svolgerà valutazioni più approfondite sulle riserve di attività, sulla detenzione del capitale, sulla forma giuridica e sugli obblighi in materia di assicurazioni, altrettanti ostacoli che si frappongono a una migliore integrazione del mercato dei servizi[34]. Sulla base del risultato di queste diverse iniziative, nel 2012 la Commissione deciderà le tappe future. Anche il commercio e la distribuzione dovranno godere di particolare attenzione, in considerazione del loro contributo alla crescita e alla creazione di occupazione. Si adotterà un’iniziativa tesa a lottare contro le prassi commerciali sleali tra imprese per individuare la natura e l’entità dei problemi legati alle prassi commerciali sleali tra professionisti lungo tutta la catena di approvvigionamento, per repertoriare le norme vigenti a livello degli Stati membri, segnalarne l’attuazione e individuare infine le diverse opzioni possibili. Si tratterà di porre fine alle prassi sleali che mettono in pericolo la vitalità delle imprese, nonché stimolare la competitività dei diversi operatori delle catene di approvvigionamento nel quadro di un mercato unico del commercio e della distribuzione più efficace e più equo, rispondendo alle aspettative dei consumatori e dei produttori in materia di competitività dei prezzi. Per quanto riguarda l’importanza dei servizi alle imprese , la Commissione istituirà un Gruppo ad alto livello per studiare le carenze del mercato.

Infine, fermo restando il riconoscimento dei titoli di studio, sarà opportuno esaminare il modo migliore per garantire la qualità dell’istruzione offerta in un contesto di libera circolazione dei servizi, in considerazione del diffondersi del franchising nel settore dell’istruzione.

2.6. Le reti

Azione chiave: Legislazioni sulle infrastrutture energetiche e di trasporto per identificare e varare i progetti strategici di interesse europeo nonché per garantire l’interoperabilità e l’intermodalità. |

Le reti dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni elettroniche costituiscono la spina dorsale del mercato unico. In effetti, infrastrutture efficaci favoriscono la rapidità e l’economicità della libera circolazione di persone, merci, energie diverse e dati (con l’allocazione di uno spettro radioelettrico adeguato). Un’integrazione economica efficiente si basa sull’integrazione di infrastrutture di rete che operano in modo efficace.

È indispensabile una nuova politica europea per le infrastrutture energetiche [35] per cambiare il modo di pianificare e sviluppare le reti nell’Unione europea. Occorre trovare soluzioni per gli anelli mancanti importanti e le reti devono diventare più intelligenti per migliorare il trasporto dell’energia. Una nuova legislazione dovrà favorire la costruzione di una rete unificata e intelligente che aumenti non solo la sicurezza dell’approvvigionamento e l’integrazione dei mercati, ma anche l’efficienza energetica e il consumo delle energie rinnovabili. L’accelerazione e la trasparenza delle procedure di autorizzazione sono essenziali per integrare le reti energetiche nazionali in un’unica rete europea. È urgente agire in questo settore, in considerazione dei tempi necessari per l’autorizzazione di nuovi progetti (che spesso superano i 10 anni).

Per quanto concerne i trasporti, si dovranno attuare le azioni raccomandate dal Libro bianco sulla politica dei trasporti fino al 2050[36], tese soprattutto a eliminare gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di un vero mercato unico che inglobi tutte le modalità e tutti i sistemi nazionali, compresi i sistemi intelligenti di trasporto, nonché a sviluppare una rete di cabotaggio e di trasporto multimodale moderno. In particolare, l’Unione europea non dispone ancora di una rete di infrastrutture transfrontaliere sufficientemente interconnessa, interoperabile ed efficiente. Grazie alla modifica degli orientamenti comuni per sviluppare la rete transeuropea di trasporto (RTE-T), nel 2011 dovrebbe essere possibile rimuovere le principali strozzature, aggiungere gli anelli mancanti e interconnettere le modalità di trasporto mediante una più mirata definizione dei progetti e un più efficace follow-up delle decisioni. Con i nuovi orientamenti si traccerà una rete di base di infrastrutture strategiche europee che, integrando l’Est e l’Ovest dell’Unione europea, realizzerà una rete europea di mobilità e lo spazio unico europeo dei trasporti.

Infine, lo spettro radioelettrico riveste un’importanza fondamentale per la società digitale, i servizi wireless ad alta velocità, la ripresa economica, la crescita, la creazione di posti di lavoro di qualità e la competitività a lungo termine dell’Unione europea. Tenuto conto dell’importanza che rivestono la disponibilità e l’utilizzo efficace dello spettro per dar vita a un mercato interno delle comunicazioni elettroniche e per gli altri settori della politica dell’Unione europea, il Parlamento e il Consiglio sono invitati ad adottare rapidamente la proposta di decisione tesa a realizzare un programma sulla pianificazione strategica e l’armonizzazione dell’utilizzo dello spettro radioelettrico in Europa .

2.7. Il mercato unico digitale

Azione chiave: Legislazione che garantisca il mutuo riconoscimento dell’identificazione e autenticazione elettronica in tutta l’UE, nonché una revisione della direttiva sulla firma elettronica, per consentire che le imprese, i cittadini e le amministrazioni pubbliche interagiscano per via elettronica in maniera sicura e senza ostacoli, a vantaggio dell’efficacia dei servizi e degli appalti pubblici, della prestazione di servizi e del commercio elettronico, anche nella loro dimensione transfrontaliera. |

Rafforzare la fiducia nelle transazioni elettroniche è una conditio sine qua non dello sviluppo di un mercato interno digitale di cui potranno beneficiare pienamente i cittadini, le imprese e le amministrazioni. Ingredienti essenziali per il raggiungimento di questo scopo sono i servizi elettronici di fiducia che rispettano la tutela della vita privata, garantiscono la certezza giuridica e la sicurezza degli scambi, operano oltre frontiera, sono riconosciuti da tutti i settori di attività e al contempo sono facili da usare, economici e soggetti al rigoroso controllo delle parti di una transazione.

A tale scopo, la Commissione proporrà un nuovo quadro normativo per garantire la fiducia nelle transazioni elettroniche; questo quadro proporrà la revisione della direttiva sulla firma elettronica per chiarirne i concetti, semplificare l’impiego della firma elettronica e abbattere le barriere che si frappongono all’interoperabilità. Il quadro garantirà inoltre il mutuo riconoscimento dei servizi di identificazione e autenticazione elettronica . Il quadro normativo affronterà anche il funzionamento transfrontaliero di una serie di altri servizi di fiducia. Gli strumenti proposti da questo quadro saranno generici e svincolati da settori specifici di attività, soprattutto nel caso dell ’identità elettronica . Il quadro sarà tecnologicamente neutro e sarà aperto a tutti i mezzi di comunicazione, come Internet o le comunicazioni mobili.

Lo sviluppo del digitale è una delle principali leve per stimolare la crescita e l’occupazione nell’Unione europea, nei suoi diversi aspetti: il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (il cui valore aggiunto per l’economia europea nel 2007 è stato pari a circa 600 miliardi di euro[37]); sempre più cittadini europei che utilizzano Internet regolarmente o addirittura ogni giorno (erano rispettivamente il 65% e il 53% del totale nel 2010[38]); un mercato della banda larga che, nel 2010[39], primeggiava in tutto il mondo; un mercato per le informazioni del settore pubblico stimato a 27 miliardi di euro[40], per citarne soltanto alcuni. L’iniziativa faro “Un’agenda digitale europea”[41] presenta un insieme completo di azioni che alla fine dovranno condurre al mercato unico digitale.

La trasmissione dei dati e quella vocale e rappresentano sempre più un servizio essenziale per tutti i cittadini europei. Per quanto riguarda i prezzi del roaming, le misure normative adottate dall’Unione a partire dal 2007 hanno chiaramente contribuito a una riduzione dei costi telefonici e a una maggiore trasparenza per il consumatore. Tuttavia, i prezzi al dettaglio dei servizi di trasmissione dei dati “in roaming” restano ancora troppo alti, così che la maggior parte dei privati e una parte importante delle imprese non utilizza tali servizi fuori dalle frontiere nazionali.

Lo sviluppo del mercato unico digitale si scontra con la mancanza di fiducia dei consumatori, le cui cause principali riguardano la sicurezza dei pagamenti e il rispetto dei diritti dei consumatori nelle transazioni transfrontaliere[42], soprattutto in termini di sicurezza dei prodotti e di contraffazione[43]. La mancanza di fiducia e le difficoltà connesse agli acquisti online in altri Stati membri spiegano il motivo per cui il commercio online rappresenta meno del 5% delle vendite al dettaglio, e soltanto il 9% degli europei ha già fatto acquisti su Internet in un altro Stato membro[44]. La sfida consiste nel mettere a disposizione di tutti i cittadini, anche quelli più vulnerabili o residenti nei territori più remoti, un vero mercato unico. A questo proposito, la Commissione presenterà un piano d’azione per lo sviluppo del commercio elettronico. La comunicazione valuterà l’applicazione della direttiva sul commercio elettronico e analizzerà le sfide da affrontare: micropagamenti, sicurezza dei pagamenti online, protezione dei dati personali, lotta alla contraffazione, evasione degli ordini, responsabilità dei prestatori di servizi su Internet, coerenza della normativa europea con ripercussioni sul commercio elettronico[45]. La Commissione proporrà inoltre una serie di misure intese a promuovere lo sviluppo di uno spazio integrato per le carte di pagamento e per altre forme innovative di pagamento.

Le discriminazioni basate sulla localizzazione geografica, in particolare nel commercio online, devono essere eliminate. La Commissione presenterà delle linee direttrici [46] per porre fine alle discriminazioni ingiustificate fondate sulla nazionalità o sul luogo di residenza, soprattutto nel commercio online.

Infine, la direttiva relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico (PSI[47]) ha introdotto le condizioni di base per riutilizzare il gran numero di dati prodotti dalle amministrazioni pubbliche che possono stimolare i mercati di contenuti e servizi, a patto che siano disponibili a condizioni trasparenti e non discriminatorie[48]. La sua revisione farà sì che le informazioni del settore pubblico diventino una fonte importante di opportunità e di crescita per molti altri settori innovativi.

2.8. L’imprenditoria sociale

Azione chiave: Legislazione mirante a creare un quadro europeo che garantisca lo sviluppo dei fondi d’investimento solidale, per amplificare l’effetto delle iniziative nazionali aprendo a questi fondi le opportunità del mercato unico (accesso a opportunità di investimento e a investitori stabiliti in tutti gli Stati membri). |

Il mercato interno si fonda su “un’economia sociale di mercato altamente competitiva”, che riflette l’evoluzione verso una crescita inclusiva, socialmente più giusta ed ecologicamente sostenibile. Si affermano nuovi modelli economici, in cui tali considerazioni di responsabilità nei confronti della società prevalgono sulle logiche di puro profitto finanziario. Occorre che tale tendenza possa tradursi nel mercato unico. Si tratta di assicurare pari condizioni di concorrenza, di sostenere le esperienze all’origine di una maggiore equità nell’economia e che partecipano alla lotta contro l’esclusione. È necessario utilizzare la formidabile leva finanziaria costituita dall’industria europea della gestione delle attività (7 000 miliardi di euro nel 2009) per favorire lo sviluppo delle imprese che hanno scelto – al di là della ricerca legittima di un profitto finanziario – di perseguire anche obiettivi di interesse generale, di sviluppo sociale, etico o ambientale. Per garantire regole uguali per tutti, la Commissione presenterà una proposta legislativa concernente la trasparenza delle informazioni sociali e ambientali fornite dalle imprese di tutti i settori .

Per riuscire a svilupparsi e raggiungere i propri obiettivi, il settore dell’economia sociale nel mercato interno deve poter fruire di modalità organizzative dotate di statuto giuridico particolare. Il settore cooperativo , per esempio, è più vivace che mai[49], ma occorre esaminare le cause delle scarse adesioni allo statuto della cooperativa europea. Le mutue agiscono in settori cruciali per i cittadini (sanità, banche, assicurazioni, eccetera), ma raramente offrono i propri servizi in più di uno Stato membro. Esse però detengono il 25% del mercato delle assicurazioni e il 70% del numero totale delle imprese del settore, e quindi il mercato unico non può ignorarle. Le fondazioni recano un rilevante contributo al finanziamento di iniziative innovative e di interesse generale; esse si scontrano però con varie difficoltà allorché devono stabilirsi in altri Stati membri, oppure mutualizzare le proprie risorse su base transfrontaliera. Per ovviare a tali difficoltà, la Commissione europea presenterà una proposta di regolamento sullo statuto della fondazione europea.

D’altra parte alcune imprese si sono prefisse l’obiettivo – pur senza rinunciare al profitto – di lottare contro le esclusioni. Spesso si tratta di microimprese attive su scala locale, ma in alcuni casi dispongono di un autentico potenziale di crescita e di creazione di occupazione[50]. Gli strumenti giuridici[51] devono fare in modo che il mercato unico sia il loro terreno di sviluppo, ossia il loro orizzonte di crescita, e che esse non rimangano relegate nei limiti dei rispettivi territori nazionali.

Nel quadro della piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale[52], la Commissione sosterrà lo sviluppo dell’economia sociale in quanto strumento di inclusione attiva, proponendo nel 2011 una “ Iniziativa per l’imprenditoria sociale” e agevolando l’accesso ai programmi finanziari utilizzabili in questo settore.

Nel 2011 la Commissione adotterà anche una comunicazione sulla responsabilità sociale delle imprese (RSI): si tratta di un concetto più ampio rispetto all’imprenditoria sociale, che incoraggia tutte le imprese a perseguire nella loro attività quotidiana azioni a fini sociali o ambientali.

2.9. La fiscalità

Azione chiave: Revisione della direttiva sulla fiscalità dell’energia così da assicurare un trattamento coerente delle diverse fonti di energia per tenere maggiormente conto del contenuto energetico dei prodotti e del loro livello di emissioni di CO2. |

La regolamentazione fiscale dell’Unione europea non è più adeguata alla realtà del mercato unico del ventunesimo secolo, né alle sfide dello sviluppo sostenibile. Essa non riesce a garantire parità di trattamento ai consumatori finali nel quadro del mercato interno, e neppure incoraggia sufficientemente le pratiche che maggiormente consentono di risparmiare energia o sono più rispettose dell’ambiente. Oggi si tratta di fare in modo che la fiscalità permetta di orientare il consumo verso un migliore impiego delle risorse energetiche, privilegiando le fonti di energia pulite.

Inoltre, le imprese stabilite in più di uno Stato membro dell’Unione devono cumulare le dichiarazioni dei redditi e avere rapporti con varie amministrazioni fiscali. Il progetto di base imponibile consolidata comune per le società (CCCTB) costituisce un’azione grazie alla quale la Commissione propone di armonizzare le modalità di calcolo degli utili imponibili, affinché le imprese interessate siano soggette alle medesime norme indipendentemente dallo Stato membro in cui sono tassate[53]. L’istituzione di uno sportello fiscale unico agevolerà i rapporti tra le imprese e l’amministrazione fiscale e organizzerà la cooperazione amministrativa tra le autorità fiscali degli Stati membri. Ogni anno, la CCCTB consentirà alle imprese dell’Unione di risparmiare 700 milioni di euro sui costi di adeguamento, oltre a 1,3 miliardi derivanti dal consolidamento. Inoltre, le imprese desiderose di svilupparsi al di là delle frontiere nazionali potranno realizzare risparmi dell’ordine di 1 miliardo di euro. Nella strategia di crescita annuale la CCCTB viene indicata come una delle misure a favore della crescita a cui dare priorità affinché siano adottate entro il 2012. In tale contesto, il pieno coinvolgimento del Parlamento e del Consiglio sarà essenziale per soddisfare le grandi aspettative delle imprese in materia di semplificazione dell’ambiente normativo.

Occorre inoltre rivedere il sistema dell’ IVA per precisare il regime definitivo applicabile in particolare alle operazioni transfrontaliere e le relative modalità d’imposizione, allo scopo di ridurre gli speciali oneri amministrativi che gravano su tali transazioni e dare sicurezza all’intera catena commerciale, soprattutto per le PMI. La Commissione si propone di individuare, entro il 2011, gli elementi di una strategia IVA da cui dovrà scaturire una serie di iniziative legislative. Queste ultime dovranno poi essere esaminate nel quadro della prossima fase del rafforzamento del mercato unico dopo il 2012.

I problemi fiscali transfrontalieri costituiscono un arduo ostacolo per i cittadini , e vanno pertanto risolti. La comunicazione della Commissione “Rimuovere gli ostacoli fiscali transfrontalieri per i cittadini dell’UE”[54] ha individuato i problemi più urgenti, in particolare la doppia imposizione, la discriminazione fiscale e la difficoltà di accesso alle informazioni e alle amministrazioni fiscali di altri Stati membri, annunciando altresì il varo di misure destinate a risolvere i problemi specifici. Tra le soluzioni possibili rientrano, in particolare, un meccanismo vincolante di risoluzione delle controversie in materia di doppia imposizione, la creazione di punti unici di contatto nelle amministrazioni e il trattamento fiscale delle successioni transfrontaliere.

2.10. La coesione sociale

Azione chiave: Legislazione destinata a migliorare e rafforzare il recepimento, l’applicazione e il rispetto nella pratica della direttiva sul distacco dei lavoratori[55], comprensiva di misure per prevenire e sanzionare qualunque abuso o elusione delle norme applicabili e affiancata da una legislazione mirante a chiarire l’esercizio delle libertà di stabilimento e di prestazione di servizi accanto ai diritti sociali fondamentali. |

In un’economia sociale di mercato, un mercato europeo dei servizi maggiormente unificato deve garantire alle imprese la possibilità di fornire più facilmente i propri servizi in tutta l’Unione europea, senza che ciò comporti un livellamento verso il basso. In particolare, le imprese potranno distaccare i loro dipendenti, pur garantendo un maggior numero di posti di lavoro di qualità e un elevato livello di protezione dei lavoratori e dei loro diritti sociali.

A tale proposito, è necessario perfezionare l’applicazione del quadro giuridico sul distacco dei lavoratori per agevolare la circolazione delle informazioni tra le imprese e le autorità degli Stati membri, rafforzare i controlli e lottare contro gli abusi, soprattutto in materia di diritti dei lavoratori.

Nella legislazione sul mercato unico occorre tenere in debito conto gli articoli 8 e 9 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che ora ha il medesimo valore giuridico del Trattato. La Commissione proporrà quindi una legislazione trasversale che permetta di chiarire l’esercizio delle libertà di stabilimento e di prestazione di servizi accanto ai diritti sociali fondamentali, tra cui il diritto di azione collettiva, conformemente alla legislazione e alle prassi nazionali e nel rispetto del diritto dell’Unione[56].

Più ancora, il progetto europeo pone in maniera globale al centro delle proprie preoccupazioni la coesione sociale e territoriale dell’Unione, e riconosce che il solo gioco delle forze del mercato non offre una risposta adeguata a tutte le esigenze collettive. I servizi di interesse economico generale (SIEG) costituiscono un elemento essenziale del modello sociale europeo, ossia un’economia insieme altamente competitiva e socialmente inclusiva.

L’Unione europea riconosce, in particolare all’articolo 14 del TFUE e nel protocollo n. 26 allegato ai Trattati, l’importanza dei SIEG per la promozione della coesione sociale e territoriale dell’Unione e dei suoi Stati membri, nonché il ruolo essenziale e l’ampio potere discrezionale delle autorità nazionali, regionali e locali per fornire, fare eseguire e organizzare i servizi di interesse economico generale in modo che rispondano il più possibile alle esigenze degli utilizzatori, conformemente al principio di sussidiarietà.

Nel settore degli appalti pubblici, la Commissione ha appena avviato una riflessione mirante a precisare l’articolazione tra le norme che governano gli aiuti di Stato e quelle che organizzano gli appalti pubblici, nonché il regime applicabile ai servizi forniti in-house.

È peraltro di esclusiva competenza della Commissione, a norma dell’articolo 106 del TFUE, garantire che le modalità di esecuzione e di finanziamento dei SIEG siano conformi ai principi e alle disposizioni del Trattato in materia di concorrenza. È stata appena avviata anche una riflessione sulla prossima revisione del pacchetto di misure sugli aiuti di Stato a favore dei SIEG (denominato anche “pacchetto post-Altmark”)[57]. La futura riforma dovrebbe prevedere un duplice obiettivo: chiarimento da un lato e approccio differenziato e proporzionato dall’altro. La Commissione intende inoltre precisare, se ciò si dimostrerà necessario, una serie di concetti chiave; essa vuole poi accertarsi che l’esame degli aiuti di Stato venga approfondito in misura adeguata alla natura e alle dimensioni dei servizi forniti.

Nell’ambito di una comunicazione che verrà adottata entro il 2011, la Commissione presenterà una serie di azioni miranti a meglio garantire che i SIEG, compresi i servizi sociali d’interesse generale (SSIG), possano fruire di un quadro che consenta loro di assolvere alle proprie funzioni.

La Commissione esaminerà pertanto le misure necessarie a garantire, in conformità all’articolo 14 e al protocollo n. 26, l’accesso di tutti i cittadini, a un costo abbordabile, ai servizi essenziali per la vita quotidiana e alla loro integrazione nella vita economica e sociale, nel rispetto del ruolo essenziale che spetta agli Stati membri nel fornire, fare eseguire e organizzare tali servizi. Sarà opportuno che tale risposta tenga conto della costante evoluzione delle esigenze dei cittadini europei.

La Commissione rileva che non tutti i cittadini hanno la possibilità di partecipare attivamente al mercato unico. Per esempio, l’accesso ai servizi bancari di base – condizione ormai indispensabile per partecipare alla vita economica e sociale – non è garantito pienamente. La Commissione proporrà perciò un’iniziativa riguardante l’accesso a un conto di pagamento di base a costi contenuti per tutti i cittadini, qualunque sia il loro luogo di residenza nell’Unione europea.

2.11. Il quadro normativo per le imprese

Azione chiave: Semplificazione delle direttive sui principi contabili per quanto riguarda gli obblighi in materia di informativa finanziaria e riduzione degli oneri amministrativi, in particolare di quelli che gravano sulle PMI. |

Nelle sue conclusioni del 24-25 marzo 2011 il Consiglio europeo ha sottolineato la necessità di ridurre i vincoli normativi, in particolare quelli che gravano sulle PMI, sia a livello europeo che nazionale, questione sulla quale la Commissione presenterà una relazione al Consiglio europeo[58]. L’entità dei benefici prodotti dal mercato unico dipende dalla facilità con cui le persone, i beni, i servizi e i capitali possono circolare liberamente da uno Stato membro all’altro. L’obiettivo delle politiche del mercato unico è favorire questi movimenti non soltanto con l’abolizione delle barriere, ma anche realizzando un quadro normativo che riduca al minimo gli oneri amministrativi.

La proposta di revisione delle direttive sui principi contabili si propone soprattutto di ridurre gli oneri amministrativi dovuti agli obblighi contabili imposti alle piccole imprese e alle microimprese costituite sotto forma di società anonime o a responsabilità limitata. I potenziali risparmi che derivano da tale proposta ammontano a 1,5 miliardi di euro all’anno per 1,1 milioni di piccole imprese, e a 5,2 miliardi di euro all’anno per 5,9 milioni di microimprese[59]. I risparmi deriverebbero soprattutto dalla riduzione degli obblighi in materia di informativa finanziaria per le piccole imprese e per le microimprese. Oltre a questa semplificazione, la revisione delle direttive avrà l’obiettivo di migliorare la trasparenza e la comparabilità, in tutta l’Unione europea, degli stati finanziari delle imprese, piccole e grandi. Inoltre, la proposta della Commissione di esentare le microimprese dalle disposizioni delle direttive sui principi contabili dovrà essere adottata dal Consiglio e dal Parlamento.

L’introduzione di norme europee armonizzate sostituisce un insieme di 27 norme nazionali e costituisce dunque una riduzione degli oneri normativi. Sono altresì in atto sforzi per ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi derivanti dalle norme europee[60]. A tale scopo, la Commissione ha presentato una proposta volta a creare uno statuto delle società private europee , ancora all’esame del Consiglio dell’UE. Tale proposta dovrebbe essere sbloccata dal Consiglio.

Per favorire le attività delle PMI, la Commissione ha adottato lo “Small Business Act” [61], che introduce il principio “pensare anzitutto in piccolo” (Think Small First) nell’insieme delle politiche europee e comprende un ventaglio di misure concrete destinate a rafforzare la competitività delle PMI all’interno del mercato unico.

È necessario introdurre uno strumento opzionale nel campo del diritto contrattuale europeo per favorire le transazioni transfrontaliere nel mercato unico. È ugualmente necessario adottare un regolamento per promuovere il recupero transfrontaliero dei crediti, che semplificherebbe ulteriormente le norme esistenti, a vantaggio dei cittadini e delle imprese che chiedono maggiore sicurezza giuridica in questo campo.

2.12. Gli appalti pubblici

Azione chiave: Revisione e ammodernamento del quadro normativo degli appalti pubblici per giungere ad una politica equilibrata, che sostenga una domanda di beni, opere e servizi rispettosi dell’ambiente, socialmente responsabili e innovativi. La revisione garantirà inoltre che le amministrazioni aggiudicatrici si avvalgano di procedure più semplici e più flessibili e che venga agevolato l’accesso alle imprese, in particolare alle PMI[62]. |

Le autorità pubbliche spendono circa il 18% del PIL dell’UE per beni, servizi e opere. Le legislazioni europee e nazionali hanno aperto gli appalti pubblici a una concorrenza leale allo scopo di offrire ai cittadini una migliore qualità al miglior prezzo.

Quanto al gran numero di beni, servizi e opere che sono oggetto di gare d’appalto, le commesse pubbliche offrono l’occasione di accrescere la domanda di beni, opere e servizi rispettosi dell’ambiente, socialmente responsabili e innovativi. In altri termini, gli appalti pubblici possono essere un utile strumento per incoraggiare lo sviluppo di un mercato interno più ecologico, sociale e innovativo. Occorre altresì considerare il modo più opportuno per rendere le procedure più semplici e più flessibili, al fine di aumentare l’efficacia delle commesse pubbliche. Allo stesso tempo, tale semplificazione non deve indurre a limitare l’accesso agli appalti all’ambito europeo. Al contrario, l’accesso agli appalti dev’essere ulteriormente semplificato, in particolare per le PMI e il commercio transfrontaliero, anche per gli acquisti comuni tra diversi enti aggiudicatori. In effetti, la percentuale di appalti pubblici che vengono aggiudicati alle imprese di un altro Stato membro è tuttora relativamente scarsa, soprattutto se paragonata al tasso di penetrazione nei mercati privati.

Le concessioni di servizi rappresentano un peso economico importante[63] e costituiscono la maggioranza dei partenariati pubblico-privato. Un quadro legislativo consentirà di garantire maggiore certezza giuridica per orientare tali partenariati.

L’apertura degli appalti pubblici alla concorrenza apporta vantaggi sia a livello mondiale che a livello europeo. Per garantire che tale apertura abbia luogo in uno spirito di reciprocità e di mutui benefici, offrendo alle imprese europee e straniere pari opportunità e garantendo una leale concorrenza, è necessario introdurre anche una legislazione europea sull’accesso delle imprese di paesi terzi agli appalti pubblici europei, che consenta di recepire precisi impegni nell’ambito europeo.

3. LE CONDIZIONI PER IL SUCCESSO: UNA GOVERNANCE DEL MERCATO UNICO RAFFORZATA

Affinché le azioni proposte producano gli effetti attesi in termini di crescita e di occupazione, è necessario associare alle condizioni di sviluppo la loro attuazione effettiva. Esistono quattro condizioni: (1) un dialogo più aperto con tutta la società civile; (2) un più stretto partenariato tra i diversi soggetti; (3) una facile reperibilità delle informazioni per i cittadini e le imprese e (4) un controllo più energico dell’applicazione delle regole del mercato unico.

Coinvolgere la società civile e promuovere una cultura della valutazione

Dalla consultazione pubblica risulta chiaramente che la società civile desidera essere coinvolta nello sviluppo del mercato unico più di quanto non lo sia stata in passato[64]. Per impegnarsi risolutamente su questa strada, la Commissione pubblicherà regolarmente un elenco delle 20 principali aspettative dei cittadini e delle imprese nei confronti del mercato unico, basate sulle loro concrete esperienze. Questo elenco sarà un vero barometro del grado di funzionamento del mercato unico che la Commissione sottoporrà al Forum del mercato unico . Il Forum riunirà periodicamente gli attori di questo mercato: imprese, partner sociali, organizzazioni non governative e associazioni rappresentative dei cittadini, autorità pubbliche a vari livelli di governo e parlamenti; esaminerà lo stato del mercato unico, in particolare il recepimento e l’applicazione delle direttive, e procederà allo scambio delle buone prassi; contribuirà a sviluppare una cultura della valutazione delle politiche e di conseguenza avrà un ruolo nel monitoraggio dell’Atto per il mercato unico, di cui contribuirà a misurare gli effetti sul terreno. Anche l’opera del Mediatore contribuirà a tale valutazione. Per rafforzare quest’ultimo aspetto, la Commissione utilizzerà una serie limitata di indicatori che vengono ripresi nell’allegato 2.

Anche le parti sociali devono vedere rafforzato il proprio ruolo, tramite la possibilità di esprimere un parere sulle questioni concernenti la coesione economica e sociale.

Realizzare partenariati e incoraggiare la cooperazione

La necessità di rafforzare e approfondire il partenariato fra tutti gli attori del mercato unico, in particolare fra gli Stati membri e con la Commissione, è stata sottolineata dalle autorità territoriali, che hanno espresso con decisione la volontà di partecipare a pieno titolo allo sviluppo delle politiche del mercato unico. Perché questo avvenga, è necessario coinvolgerle ulteriormente nelle consultazioni sulle proposte specifiche della Commissione e rafforzare i mezzi offerti per promuovere e incoraggiare la cooperazione tra le amministrazioni nazionali al livello in cui vengono adottate le singole decisioni, ovvero a livello territoriale, come spesso avviene. A tale scopo, la sicurezza giuridica del sistema elettronico per lo scambio di informazioni (IMI) – che raggruppa già 6 000 amministrazioni – sarà rafforzata . Le future proposte della Commissione dovrebbero privilegiare il ricorso a tale sistema quale strumento di partenariato per l’applicazione delle norme del mercato unico. Per promuovere gli scambi tra le amministrazioni, è opportuno sviluppare le opportunità tecnologiche offerte dalla traduzione automatica.

Un’informazione migliore per una migliore applicazione delle norme del mercato interno

Il mercato unico potrebbe contribuire ulteriormente alla crescita se l’insieme degli acquis (in particolare le normative europee in vigore) fosse applicato da tutti gli Stati membri e le imprese e i cittadini ne beneficiassero appieno . Questi sono i primi che possono esigere il rispetto dei propri diritti. Perché ciò sia possibile, è necessario che essi conoscano i loro diritti, siano in grado di esercitarli e ricevano aiuto se questi non vengono rispettati. Inoltre, in partenariato con gli Stati membri, la Commissione rafforzerà il proprio punto di accesso unico (“ La tua Europa ”) affinché divenga il punto unico di informazione e aiuto, a livello europeo e nazionale. È ugualmente indispensabile migliorare le condizioni che rendano possibile apportare soluzioni concrete rapidamente e senza spese per i cittadini e le imprese i cui diritti non sono pienamente rispettati. Ne va della fiducia nel mercato unico, e quindi della volontà di ciascuno di farvi parte. A tale scopo, la Commissione e gli Stati membri rafforzeranno la rete “ Solvit ” tra le amministrazioni nazionali.

Regole del gioco uguali e applicate in modo omogeneo

Se il ricorso a metodi alternativi per la composizione delle controversie dev’essere sistematico[65], qualora le difficoltà persistano e siano causate soprattutto da problemi strutturali che hanno origine nella legislazione nazionale, spetta alla Commissione ricorrere alle procedure previste dall’articolo 258 del Trattato (TFUE). In occasione della consultazione, le parti interessate hanno insistito sull’importanza di garantire che le regole del gioco siano uguali per tutti all’interno del mercato unico e hanno denunciato molte situazioni di stallo. La Commissione quindi intende avviare una politica più decisa in questo settore e farà appello agli Stati membri per migliorare la situazione di recepimento e di adeguamento del loro diritto nazionale fissando obiettivi quantificati. Tale approccio ha già consentito di riportare il deficit di recepimento all’1%, ma adesso è necessario un impegno ancora più intenso. Un’applicazione valida e completa delle norme del mercato unico da parte di tutti gli Stati membri esige, come voluto dal Parlamento europeo ed entro il 2012, (i) la notifica, da parte degli Stati membri, di tavole di concordanza destinate a essere rese pubbliche; (ii) la definizione di obiettivi quantificati che limitino i deficit di recepimento e di compatibilità del diritto nazionale rispettivamente allo 0,5%[66] per il deficit di recepimento e allo 0,5%[67] per quello di compatibilità del diritto nazionale; (iii) un’applicazione più efficace delle procedure di infrazione mediante obiettivi quantificati per le diverse tappe della procedura.

Infine, lo strumento di verifica inter pares potrà essere proposto dalla Commissione se la direttiva da recepire riguarderà un unico settore chiave nel quale le legislazioni nazionali sono particolarmente corpose.

Regole del gioco a livello mondiale

Il successo del mercato interno e delle imprese europee in seno alla concorrenza mondiale dipende dalla capacità dell’Unione europea di garantire la coerenza e la complementarità delle sue politiche interne ed esterne. A tale scopo, la Commissione porterà avanti una politica tesa a promuovere la convergenza normativa e si batterà per favorire una più ampia adozione di norme internazionali; negozierà inoltre accordi commerciali, dando importanza non solo all’accesso ai mercati ma anche alla convergenza normativa. Si dovrà inoltre rivolgere particolare attenzione ai paesi in via di adesione all’Unione europea, destinati ad adottare l’ acquis comunitario, ma anche ai paesi vicini e ai partner strategici dell’Unione, per favorire l’integrazione economica e migliorare il reciproco accesso al mercato, soprattutto sulla base di accordi approfonditi di libero scambio.

4. PROSSIMA TAPPA E CONCLUSIONE

Il fatto di definire le priorità sulle quali concentrarsi per i prossimi 18 mesi non ci esime dal tracciare, fin da ora, quella che dovrebbe essere la prossima tappa oltre il 2012. In effetti, il mercato unico dovrà essere riorientato e reso più dinamico per rispondere agli obiettivi della strategia Europa 2020, la cui linea d’orizzonte abbraccia i prossimi dieci anni. Il mercato unico dovrebbe contribuire a obiettivi quali la sostenibilità e l’utilizzo più efficace delle risorse, l’innovazione, l’inclusione sociale, la coesione territoriale e la strategia per l’occupazione.

Alla fine del 2012 sarà necessario dare impulso a una nuova tappa per lo sviluppo del mercato unico. Le riflessioni saranno alimentate da un grande studio economico, i cui risultati dovrebbero consentire di individuare le nicchie in cui esistono potenziali di crescita non sfruttati e, in caso, di sbloccare nuove leve per la crescita. La Commissione provvederà inoltre a che la società civile e tutti i soggetti del mercato unico siano consultati attraverso i suoi nuovi strumenti di governance.

I cittadini e le imprese potranno trarre pieno vantaggio dal mercato unico soltanto se l’Atto per il mercato unico e le sue azioni prioritarie saranno attuati in fretta e in maniera ambiziosa . Il programma di azione rappresenta un contributo essenziale agli sforzi volti a consolidare la competitività dell’economia europea e, a questo titolo, deve vedersi accordare la massima priorità. A tal fine sarà necessario mobilitare tutte le istituzioni europee, gli Stati membri e le parti interessate.

Di conseguenza, la Commissione:

- invita il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni a offrire un convinto sostegno all’Atto per il mercato unico;

- invita il Consiglio europeo a fornire il suo appoggio alle dodici priorità stabilite dall’Atto per il mercato unico e alla loro prioritaria attuazione;

- invita il Parlamento europeo e il Consiglio a dare la massima priorità, nell’ambito del processo legislativo, alle azioni chiave contenute nell’Atto per il mercato unico accordandosi sulla loro rapida adozione al più tardi entro il 2012;

- presenterà una relazione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sui progressi realizzati nell’attuazione dell’Atto per il mercato unico e delle sue azioni chiave, nel quadro del semestre europeo e in vista di un esame in occasione del Consiglio europeo di primavera;

- collaborerà con gli Stati membri per favorire la rapida attuazione dell’Atto per il mercato unico e delle relative azioni chiave;

- invita le autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri a garantire l’applicazione e il rispetto delle norme del mercato unico;

- invita tutte le parti interessate, i deputati al Parlamento europeo e quelli dei parlamenti nazionali, i rappresentanti delle autorità nazionali, regionali e locali, nonché tutte le altre parti interessate, a partecipare attivamente a una “Giornata del mercato unico” durante la quale si discuterà dei progressi compiuti e delle sfide da raccogliere a livello nazionale ed europeo, in particolare all’interno del Forum del mercato unico.

Allegato 1: tabella delle azioni chiave

Azione chiave | Leva | Proposta della Commissione |

1 | Legislazione tesa a favorire la possibilità che i fondi di venture capital stabiliti in uno Stato membro siano investiti in qualunque altro Stato membro senza che sussistano ulteriori ostacoli o esigenze | L’accesso ai finanziamenti per le PMI | 4° trimestre 2011 |

2 | Modernizzazione della legislazione relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali | La mobilità dei cittadini | 4° trimestre 2011 |

3 | Una legislazione che istituisca una tutela brevettuale unitaria per il maggior numero di Stati membri e un sistema unificato di composizione delle controversie, con l’obiettivo di rilasciare i primi brevetti che godono di detta tutela unitaria nel 2013 | I diritti di proprietà intellettuale | 2° trimestre 2011 |

4 | Legislazione sulla composizione alternativa delle controversie. Quest’azione comprenderà una voce per il commercio online | I consumatori, protagonisti del mercato unico | 4° trimestre 2011 |

5 | Revisione della legislazione sul sistema europeo di normalizzazione per estenderlo ai servizi e rendere le procedure di normalizzazione più efficaci, efficienti e inclusive | I servizi | 2° trimestre 2011 |

6 | Legislazioni sulle infrastrutture energetiche e di trasporto per identificare e varare i progetti strategici di interesse europeo nonché per garantire l’interoperabilità e l’intermodalità. | Le reti | 4° trimestre 2011 3° trimestre 2011 |

7 | Legislazione che garantisca il mutuo riconoscimento dell’identificazione e autenticazione elettronica in tutta l’UE, nonché una revisione della direttiva sulla firma elettronica | Il mercato unico digitale | 1° trimestre 2012 |

8 | Legislazione mirante a creare un quadro europeo che garantisca lo sviluppo dei fondi d’investimento solidale | L’imprenditoria sociale | 4° trimestre 2011 |

9 | Revisione della direttiva sulla fiscalità dell’energia così da assicurare un trattamento coerente delle diverse fonti di energia per tenere maggiormente conto del contenuto energetico dei prodotti e del loro livello di emissioni di CO2 | La fiscalità | 2° trimestre 2011 |

10 | Legislazione destinata a migliorare e rafforzare il recepimento, l’applicazione e il rispetto nella pratica della direttiva sul “distacco dei lavoratori”[68], affiancata da una legislazione mirante a chiarire l’esercizio delle libertà di stabilimento e di prestazione di servizi accanto ai diritti sociali fondamentali | La coesione sociale | 4° trimestre 2011 |

11 | Semplificazione delle direttive sui principi contabili | Il quadro normativo per le imprese | 2° trimestre 2011 |

12 | Revisione e ammodernamento del quadro normativo degli appalti pubblici | Gli appalti pubblici | 4° trimestre 2011 |

Allegato 2: indicatori per il Mercato unico

- Il commercio di beni e servizi all’interno dell’UE: nel 2009, il commercio di beni all’interno dell’UE rappresentava il 37% del PIL (4 320 miliardi di euro) e quello di servizi il 10,5% del PIL (1 233 miliardi di euro)[69].

- Il commercio elettronico all’interno dell’UE: nel 2010, il 9% dei cittadini europei hanno fatto acquisti presso fornitori stabiliti in altri Stati membri[70].

- Il numero di domande presentate e accolte per ottenere il brevetto europeo: nel 2010 (cifre provvisorie) sono state presentate all’Ufficio europeo dei brevetti 235 029 domande di brevetto europeo e sono stati concessi 58 108 brevetti europei [71].

- La cooperazione transfrontaliera delle amministrazioni pubbliche dell’Unione europea (IMI): alla fine del 2010, risultavano registrate presso l’IMI 5 737 autorità competenti [72].

- Il deficit di recepimento della legislazione europea del mercato interno: alla fine del 2010 il deficit di recepimento era pari allo 0,9% per l’intera UE[73].

- Il numero di cittadini dell’Unione europea che lavora in un altro Stato membro: nel 2009 erano 5,8 milioni , ovvero il 2,5% della popolazione attiva dell’UE[74].

[1] A7-0132/2010.

[2] La Commissione ha incaricato Pedro Solbes di redigere una relazione sulla situazione di queste regioni.

[3] Si prevede che la crescita potenziale a medio termine resterà all’1,5% fino al 2020. Il 9,6% della popolazione attiva è senza lavoro. Comunicazione della Commissione “Analisi annuale della crescita: progredire nella risposta globale dell'UE alla crisi”, pagine 2 e 3.

[4] COM(2010) 2020.

[5] Comunicazione “Analisi annuale della crescita” - COM(2011) 11.

[6] Conclusioni del Consiglio europeo, del 24-25 marzo 2011, EUCO 10/11, paragrafo 7.

[7] COM(2010) 608.

[8] Cfr. in allegato Rapport de la Consultation publique sur l’Acte pour le marché unique (Rapporto della consultazione pubblica sull’Atto per il mercato unico).

[9] Conclusioni del Consiglio sull’Atto per il mercato unico (17799/10).

[10] Rispettivamente “Relazione sulla governance e il partenariato nel mercato unico” P7TA-PROV(2011) 0144, “Relazione sul mercato unico per gli europei” P7TA-PROV(2011) 0145 e “Relazione su un mercato unico per le imprese e la crescita” P7TA-PROV(2011) 0146.

[11] CdR 330/2010 - ECOS-V-009.

[12] CESE 525/2011 – INT/548.

[13] Conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 marzo, EUCO 10/11 del 25 marzo, paragrafo 7.

[14] Articolo 3.3 del Trattato sull’Unione europea.

[15] Articolo 28 della Carta

[16] COM(2011) 109.

[17] COM(2011) 78.

[18] Cfr. la comunicazione del 2 ottobre 2010: “Regolamentare i servizi finanziari per garantire una crescita sostenibile” - COM(2010) 301 - e la Relazione di avanzamento pubblicata nel febbraio 2011 (http://ec.europa.eu/internal_market/finances/docs/110209_progress_report_financial_issues_fr.pdf).

[19] Cfr. anche l’iniziativa faro “L’Unione dell’innovazione” - COM(2010) 546.

[20] Secondo uno studio Eurobarometro del 2009, le difficoltà di accesso ai finanziamenti sono indicate come il secondo ostacolo in ordine di importanza tra quelli che frenano la crescita delle imprese.http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_271_en.pdf.

[21] Cfr. anche l’iniziativa faro “Un’agenda per nuove competenze e per l’occupazione” - COM(2010) 682.

[22] “Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa” - COM(2010) 365.

[23] Cfr. COM(2010) 682.

[24] Cfr. anche l’iniziativa faro “Youth on the Move” - COM(2010) 477.

[25] Cfr. anche le iniziative faro “L’Unione dell’innovazione” - COM(2010) 546 - e “Una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione” - COM(2010) 614.

[26] Articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali.

[27] Fonte: http://www.wipo.int/sme/en/documents/valuing patents.htm

[28] Cfr. anche l’iniziativa faro “Un’agenda digitale europea”- COM(2010) 245.

[29] Cfr. anche l’iniziativa faro “Una politica industriale integrata” - COM(2010) 614.

[30] OCSE: “Magnitude of counterfeiting and piracy of tangible products - November 2009 update”; http://www.oecd.org

[31] Documento di lavoro “Renforcement des pouvoirs des consommateurs dans l’Union européen”, [Rafforzamento dei poteri dei consumatori nell’Unione europea] adottato il 7 aprile 2011 (SEC(2011) 469) e basato sull’Eurobarometro 342, nonché stima dei servizi della Commissione basata sui dati pubblicati nello studio condotto da YouGovPsychonomics (2009) “Mystery Shopping Evaluation of Cross-Border E-Commerce in the EU”.

[32] Cfr. anche le iniziative faro “L’Unione dell’innovazione” - COM(2010)546 -, “Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione” - COM(2010) 614 - e “Un’agenda digitale europea” - COM(2010) 245.

[33] Eurostat.

[34] Comunicazione della Commissione COM(2011) 20 - “Verso un migliore funzionamento del mercato unico dei servizi”.

[35] Cfr. anche la comunicazione “Priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre. Piano per una rete energetica europea integrata” – COM(2010) 677 definitivo - , le conclusioni del Vertice europeo del 4.2.2011, l’iniziativa faro “Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse" - COM(2011) 21 - e il Piano di efficienza energetica 2011 - COM(2011) 109.

[36] Cfr. anche l’iniziativa faro “Una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione ” - COM(2010) 614.

[37] “Europe's Digital Competitiveness Report” - SEC(2010) 627.

[38] Eurostat

[39] Communications Committee Working Document – "Broadband Access in the EU: situation at 1 July 2010".

[40] Studio “MEPSIR – Measuring European Public Sector Information Resources" (2006), HELM Group of Companies with Zenc, per la Commissione europea.

[41] COM(2010) 245.

[42] Flash Eurobarometer No 299 – Cross-border trade and consumer protection, settembre 2010, relazione analitica, pag. 30.

[43] Cfr. anche le conclusioni della comunicazione sul commercio elettronico transfrontaliero tra imprese e consumatori nell’UE - COM(2009) 557, http://ec.europa.eu/consumers/strategy/docs/COM_2009_0557_4_fr.pdf

[44] 5th Consumer Scoreboard - http://ec.europa.eu/consumers/strategy/docs/5th_edition_scoreboard_en.pdf

[45] L’iniziativa sul diritto europeo dei contratti figurerà tra le azioni previste per ridurre gli ostacoli normativi al commercio elettronico.

[46] Per l’applicazione dell’articolo 20 della direttiva sui servizi.

[47] Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 novembre 2003, relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico.

[48] A titolo d’esempio, le carte e gli itinerari che sono disponibili online o nei GPS non sarebbero così sviluppati se la direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico non avesse creato le condizioni per rendere disponibili le informazioni del settore pubblico.

[49] Nelle sole cooperative si contano più di 4,8 milioni di posti di lavoro.

[50] Il numero di occupati nelle imprese sociali e nel terziario è stimato a 7 milioni, ossia il 4% dei lavoratori dipendenti in Europa.

[51] Regolamentazione degli appalti pubblici, rapporti tra le imprese, in particolare nel commercio e nella distribuzione ( B to B ), accesso ai finanziamenti (credito bancario, fondi d’investimento dedicati, orientamento del risparmio privato tramite iniziative del tipo Big Society Bank (Regno Unito)).

[52] COM(210) 758.

[53] Si calcola che una base imponibile consolidata comune per le società produrrebbe una riduzione dei costi amministrativi di natura fiscale gravanti sulle PMI pari al 67%.

[54] COM(2010) 769.

[55] Cfr. l’iniziativa faro “Un’agenda per nuove competenze e per l'occupazione” - COM(2010) 682.

[56] L’iniziativa potrebbe trarre spunto dalle soluzioni offerte dal regolamento (CE) n. 2679/98 del 7 dicembre 1998, sul funzionamento del mercato interno in relazione alla libera circolazione delle merci tra gli Stati membri.

[57] Comunicazione della Commissione del 23 marzo 2011, “Riforma delle norme UE in materia di aiuti di Stato relativamente ai servizi di interesse economico generale” - COM(2011) 146.

[58] Conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 marzo, EUCO 10/11 del 25 marzo, paragrafo n. 7.

[59] Cifre calcolate sulla base di uno studio realizzato dal Center of Strategy & Evaluation Services (CSES), ottobre 2010, e di una relazione sul progetto dell’Unione europea in materia di misurazioni e riduzione dei costi amministrativi, effettuata da Capgemini, Deloitte e Ramboll, nel febbraio 2009.

[60] Cfr. anche la strategia europea per la semplificazione del contesto normativo - COM(2005) 535.

[61] Cfr. anche “Una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione” - COM(2010) 614.

[62] Cfr. altresì le iniziative faro “L’Unione dell’innovazione” - COM(2010) 546 - e “Una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione” - COM(2010) 614.

[63] Secondo una stima prudente, almeno 138 miliardi di euro tra il 2000 e il 2006.

[64] La consultazione e il dialogo con la società civile: dato il maggior numero di risposte fornite online (312 su 740), questo tema è stato considerato il più importante tra le 50 azioni dell’Atto per il mercato unico.

[65] La rete pilota dell’Unione europea instaurata tra la Commissione e alcuni Stati membri è uno strumento efficace per cercare di risolvere le controversie prima di passare ai procedimenti d’infrazione. Viene utilizzata sistematicamente dalla Commissione che desidera estenderla a tutti gli Stati membri.

[66] Nel 2010 il deficit medio è pari allo 0,9% e un quarto degli Stati membri raggiunge già lo 0,5%.

[67] Nel 2010 il deficit medio è pari allo 0,7%.

[68] Cfr. l’iniziativa faro “Un’agenda per nuove competenze e per l’occupazione” - COM(2010) 682.

[69] Eurostat.

[70] Eurostat.

[71] Ufficio europeo dei brevetti.

[72] Commissione europea.

[73] Commissione europea.

[74] Eurostat.

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