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Document 52005AE1248

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sulle politiche europee concernenti la gioventù: Rispondere alle preoccupazioni dei giovani in Europa — attuare il Patto europeo per la gioventù e promuovere la cittadinanza attiva COM(2005) 206 def.

OJ C 28, 3.2.2006, p. 35–41 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

3.2.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 28/35


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sulle politiche europee concernenti la gioventù: Rispondere alle preoccupazioni dei giovani in Europa — attuare il Patto europeo per la gioventù e promuovere la cittadinanza attiva

COM(2005) 206 def.

(2006/C 28/07)

La Commissione europea, in data 30 maggio 2005, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di cui sopra.

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 5 ottobre 2005, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice Jillian VAN TURNHOUT.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 26 ottobre 2005, nel corso della 421a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 126 voti favorevoli, nessun voto contrario e 3 astensioni.

1.   Introduzione

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo prende atto del Patto europeo per la gioventù e della sua elaborazione descritta nella comunicazione della Commissione sulle politiche europee concernenti la gioventù. La comunicazione offre una cornice che può servire di riferimento per il futuro sviluppo di politiche nei settori che interessano i giovani dell'Unione europea.

1.2

Il destino dell'Europa dipende sempre più dalla sua capacità di promuovere una società in cui vi sia posto per bambini e giovani. Con l'adozione del Patto europeo per la gioventù da parte del Consiglio europeo di primavera del 2005, nell'ambito della revisione della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, l'UE ha preso atto che, per riportare l'Europa a una crescita sostenuta e sostenibile, è fondamentale integrare i giovani nella società e nel mondo del lavoro e utilizzare meglio le loro potenzialità.

1.3

Riconoscendo le molteplici sfide che i giovani si trovano ad affrontare nella società attuale, il CESE ha fornito un contributo puntuale allo sviluppo della politica della gioventù a livello comunitario per oltre un decennio (1). Esso ha dato avvio a dibattiti di grande effetto su questioni cruciali come l'occupazione giovanile, l'integrazione sociale, l'istruzione, la mobilità, la partecipazione dei giovani e il ruolo delle ONG. Il CESE è anche consapevole delle sfide che l'UE deve attualmente affrontare e della necessità di ristabilire un clima di fiducia.

1.4

Il CESE raccomanda di porre i giovani al centro di questa cornice, di incoraggiarli a partecipare attivamente allo sviluppo delle politiche e di dar loro lo spazio per farlo. Un elemento importante che motiva i giovani a farsi coinvolgere è la possibilità di contribuire al cambiamento. gli Stati membri e le istituzioni devono mettere a disposizione le risorse, il sostegno e i meccanismi necessari per agevolare il coinvolgimento dei giovani a tutti i livelli nelle decisioni e nelle azioni che hanno un impatto sulle loro vita. Solo una capacità effettiva di influenza si tradurrà in una reale assunzione di responsabilità.

1.5

Oggi più che mai l'Europa ha bisogno dell'impegno costante dei giovani per costruire un'Europa integrata, competitiva, sicura e all'insegna dell'inclusione. Perché l'UE abbia un significato per i giovani, essa deve svolgere un ruolo nelle loro vite, mostrare un chiaro interesse per le loro esigenze e affrontare i loro bisogni in maniera visibile e creativa. Il successo dell'iniziativa in esame dipende inoltre dal coinvolgimento di tutte le parti interessate, in primis le organizzazioni giovanili, gli enti locali e regionali e le parti sociali. Il CESE fa propria «l'idea che emerge» dalla relazione del gruppo di alto livello sul futuro della politica sociale in un'UE allargata: quella «di un nuovo patto tra le generazioni» che consenta di passare «da un sistema incentrato sulle persone anziane e fondato sulla paura […] a un nuovo sistema incentrato sui giovani e fondato sulla fiducia […], di trasformare tutte queste paure in un processo vantaggioso per tutti, basato su una visione positiva del futuro e su un nuovo equilibrio intergenerazionale».

1.6

Di conseguenza, il CESE spera che questa comunicazione getterà le basi, a livello sia europeo che nazionale, di un maggiore partenariato tra i responsabili decisionali e i giovani. La partecipazione effettiva e costante dei giovani e delle loro organizzazioni allo sviluppo e alla realizzazione delle politiche permetterà di affrontare i bisogni reali dei giovani e farà sì che i giovani si approprino del processo di Lisbona.

2.   Antefatti

2.1

Al consiglio europeo di primavera del 22 e 23 marzo 2005, i capi di Stato e di governo dell'UE hanno adottato un Patto europeo per la gioventù  (2). Nel proporre questo Patto, i capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Spagna e Svezia hanno individuato quattro problemi principali: la vulnerabilità dei giovani, la necessità di sviluppare la solidarietà generazionale in una società che invecchia, l'esigenza di garantire ai giovani una preparazione attraverso l'istruzione e la formazione, il bisogno di maggior coerenza nelle aree d'intervento concernenti i giovani.

2.2

La comunicazione affronta una serie di questioni e di settori di grande interesse per i giovani europei e riconosciuti come tali nel Libro bianco della Commissione Un nuovo impulso per la gioventù europea e nella successiva risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002, che hanno definito il quadro di riferimento della politica della gioventù in Europa.

2.3

In risposta alle conclusioni della presidenza del Consiglio di primavera, la Commissione ha adottato il 12 aprile gli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione (3). Questo pacchetto di orientamenti, che comprende, da un lato, la raccomandazione per gli indirizzi di massima per le politiche economiche e, dall'altro, una proposta di decisione (già adottata) del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione, dovrebbe servire di base per i programmi di riforma nazionale che gli Stati membri dovranno elaborare per i prossimi tre anni.

2.4

Nell'introduzione agli orientamenti si sottolinea l'importanza del coinvolgimento delle parti interessate nella strategia di Lisbona e si afferma che gli Stati membri e l'UE dovrebbero cogliere tutte le opportunità per implicare i governi regionali e locali, le parti sociali e la società civile nell'attuazione degli orientamenti integrati.

2.5

Mentre gli indirizzi di massima per le politiche economiche si concentrano sul contributo delle politiche economiche al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, gli orientamenti per l'occupazione sono collegati in particolare alla strategia europea per l'occupazione e puntano a coordinare le politiche per l'occupazione degli Stati membri. Negli orientamenti integrati, più precisamente quelli per l'occupazione, sono incorporate alcune linee d'azione del Patto europeo per la gioventù. In particolare due orientamenti rispecchiano il contenuto del Patto europeo: l'orientamento 18 include la creazione di percorsi occupazionali rivolti ai giovani e la lotta contro la disoccupazione giovanile, una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata e strutture di assistenza all'infanzia; l'orientamento 23 comprende il ridimensionamento sostanziale del fenomeno dell'abbandono della scuola, un più vasto accesso a corsi di formazione iniziale, istruzione secondaria e superiore, con possibilità di apprendistato e formazione per imprenditori. Inoltre l'orientamento 24 prevede la fornitura di strumenti di istruzione e formazione su più vasta scala, la definizione di un quadro che garantisca la trasparenza delle qualifiche, il loro reale riconoscimento e la convalida della formazione informale o alternativa a quella formale. Alla fine degli orientamenti per l'occupazione si ribadisce che gli Stati membri dovranno garantire un'ampia partecipazione al cambiamento coinvolgendo gli organi parlamentari e le parti in causa, anche a livello regionale e locale.

2.6

Quest'iniziativa valorizza il ruolo della gioventù in alcuni campi fondamentali del partenariato di Lisbona per la crescita e l'occupazione — in particolare tramite le strategie europee per l'occupazione e l'inclusione sociale nonché il programma di lavoro Istruzione e formazione 2010 — e invita a rendere coerenti gli interventi in questo ambito.

2.7

L'adozione del Patto coincide con il completamento della prima fase di attuazione del Libro bianco Un nuovo impulso per la gioventù europea del 2001, ripreso dalla risoluzione del Consiglio del giugno 2002, nel cui contesto è stato istituito un quadro di cooperazione europea in materia di gioventù per potenziare la cittadinanza attiva dei giovani, applicando un metodo aperto di coordinamento ed includendo la dimensione giovanile in altre politiche.

2.8

Il Consiglio europeo di primavera, nella versione finale del Patto europeo per la gioventù adottata, insiste sulla necessità di «far beneficiare i giovani europei di un insieme di politiche e misure che si integrano pienamente nella strategia di Lisbona. Il Patto per la gioventù mira a migliorare l'istruzione, la formazione, la mobilità, l'inserimento professionale e l'inclusione sociale dei giovani europei facilitando nel contempo la conciliazione tra attività professionale e vita familiare. Il Patto deve garantire la coerenza globale delle iniziative da intraprendere in tali settori e costituire il punto di partenza per una mobilitazione intensa e continua a favore dei giovani.» Afferma anche che il successo del Patto europeo per la gioventù presuppone il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in primis le organizzazioni giovanili nazionali, regionali e locali, i poteri pubblici a livello europeo, regionale e locale, e le parti sociali. Si propone agli Stati membri di seguire tre linee d'azione: 1) occupazione, integrazione e promozione sociale; 2) istruzione, formazione e mobilità; 3) conciliazione della vita professionale con la vita personale e familiare.

3.   Il coinvolgimento dei giovani

3.1

Ai fini dell'elaborazione del suo parere il CESE ha organizzato il 6 settembre 2005 una consultazione di rappresentanti delle organizzazioni giovanili, i cui risultati sono riportati nel parere.

3.2

Il coinvolgimento dei giovani deve essere il punto di partenza di tutte le iniziative. Qualsiasi politica diretta ai giovani deve essere caratterizzata dal principio fondamentale della partecipazione, come è stato ribadito a livello europeo e internazionale (4). Il CESE, pur salutando le misure per la consultazione dei giovani a livello europeo, in particolare mediante l'organizzazione degli «Stati generali» nel 2005, nota con rammarico che la comunicazione non definisce sufficientemente, con raccomandazioni concrete, le modalità con cui i giovani e le organizzazioni giovanili saranno coinvolte e parteciperanno al livello di Stato membro. Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri a usare metodi più creativi per raggiungere e coinvolgere i giovani.

3.3

Il CESE sottolinea l'importanza della partecipazione attiva e dell'autonomia dei giovani non solo sul mercato del lavoro, ma nella società in generale. La partecipazione attiva dei giovani alla società e la loro autonomia dovrebbero essere a un tempo un obiettivo e un metodo per contribuire al loro sviluppo personale, al loro spirito d'iniziativa e alla loro integrazione sociale, oltre che alla coesione sociale generale.

3.4

Il CESE osserva con rammarico che nella comunicazione non vengono descritti chiaramente i meccanismi per coinvolgere i giovani e le loro organizzazioni. Ad esempio, all'audizione del 6 settembre scorso già citata al punto 3.1, alcune organizzazioni studentesche hanno sottolineato come, delegando ai giovani la gestione di alcune istituzioni di interesse generale (nella fattispecie il regime obbligatorio di sicurezza sociale previsto per gli studenti), si consenta alla gioventù nel suo complesso — e non soltanto alla sua parte organizzata — di responsabilizzarsi e di presentarsi in quanto categoria. Il CESE invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a sviluppare e attuare le loro politiche in partenariato con i giovani e le organizzazioni giovanili e a continuare a coinvolgerli in tutte le fasi. I giovani, le loro organizzazioni e le parti sociali devono essere consultati in merito allo sviluppo di misure per questa iniziativa nell'ambito dei programmi nazionali di riforma relativi alla strategia di Lisbona, nonché al monitoraggio della sua attuazione.

3.5

Il CESE attende con interesse la relazione intermedia (5) della Commissione relativa alle azioni svolte finora dagli Stati membri nel settore della partecipazione giovanile come parte del metodo aperto di coordinamento. Si auspica che tale relazione fornirà esempi di buone pratiche che possano essere imitati in altri Stati membri.

3.6

Il CESE vorrebbe chiarimenti sul ruolo della società civile organizzata, in particolare delle organizzazioni giovanili nel ciclo del metodo aperto di coordinamento. Si ricordi che il punto 38 delle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona attribuisce alle ONG un ruolo in tale metodo (6). Il CESE, per le sue competenze specifiche e la sua esperienza, può svolgere un ruolo attivo in questo campo, e contribuire a costruire ed anche istituire nel suo ambito un meccanismo per coinvolgere i giovani e le loro organizzazioni.

4.   La gioventù nel partenariato di Lisbona per la crescita e l'occupazione

4.1

Il CESE apprezza l'attenzione particolare che il Patto riserva alla questione dell'occupazione giovanile. Il Patto, tuttavia, andrebbe sviluppato e messo in atto in una prospettiva che gli attribuisca valore come obiettivo in sé e non semplicemente come elemento della strategia di Lisbona. Inoltre, se il successo della strategia di Lisbona è importante per i giovani, è anche vero il contrario. Investire nei giovani è fondamentale al fine di conseguire una maggiore crescita e tassi d'occupazione più elevati, un'innovazione continua e un più forte spirito d'impresa. Il coinvolgimento dei giovani nella strategia e il loro sentimento di appropriazione e di impegno nei confronti dei suoi obiettivi sono necessari per farla funzionare.

4.2

Allo stesso modo, la questione occupazionale è al centro delle preoccupazioni dei cittadini europei e va fatto ogni sforzo per combattere la disoccupazione, il cui livello inaccettabile rappresenta un'autentica minaccia alla coesione delle nostre società (7). Il tasso di disoccupazione dei giovani in Europa è ancora oltre il doppio di quello medio globale; molti giovani si trovano di fronte alla possibilità molto reale di essere disoccupati o di dover lottare per sopravvivere con un reddito basso. Per i giovani provenienti da ambienti svantaggiati, minoranze etniche, immigranti, disabili e donne, il rischio dell'esclusione sociale è ancora maggiore. Più in generale, la precarietà, la povertà e la dipendenza colpiscono la gioventù nel suo insieme: ciò rappresenta nel contempo un dramma storico senza precedenti e una possibilità, per i giovani e per la società nel suo complesso, di rinnovare la solidarietà collettiva per superare questa situazione di crisi senza precedenti in Europa.

4.3

I giovani sono più esposti al rischio della disoccupazione e, se hanno un lavoro, di un reddito basso (8). La strategia di Lisbona intende creare sì un maggior numero di posti di lavoro, ma anche di qualità migliore. Perché l'accesso al mercato del lavoro costituisca un'effettiva possibilità per tutti i giovani, va data maggiore importanza alla disponibilità di formazione, istruzione, apprendistato e altre opportunità che consentano ai giovani di acquisire le capacità specifiche necessarie per una propria realizzazione personale e professionale e per una propria vita autonoma. È importante inoltre che la formazione ricevuta nel sistema scolastico sia tale da permettere loro di gestire la loro vita lavorativa e di utilizzare con successo i meccanismi di formazione lungo tutto l'arco di quest'ultima.

4.4

Il CESE sottolinea il riconoscimento dell'evoluzione demografica europea e i legami con il Libro verde della Commissione Una nuova solidarietà tra le generazioni di fronte ai cambiamenti demografici  (9). Per esempio, dal 2000 al 2015 la quota della popolazione di età compresa tra 0 e 14 anni si ridurrà dell'11 % ed entro il 2030 diminuirà ulteriormente del 6 %. Oltre che su questa dinamica demografica, il CESE richiama l'attenzione sulle trasformazioni sociali, culturali e politiche in Europa. I cambiamenti demografici non sono solo una questione statistica e numerica ed è assolutamente necessario adottare una prospettiva più ampia quando si esaminano le politiche e le azioni più appropriate. Come è stato evidenziato dal gruppo di alto livello, il significativo calo del peso relativo dei giovani in quanto categoria sul piano demografico, cui si assisterà almeno fino al 2025, costituisce potenzialmente un'opportunità, in quanto implica «una minore domanda di risorse sociali» e la possibilità di apportare miglioramenti sostanziali in questi settori senza aggravi di spesa.

4.5

Il CESE pertanto ritiene che un Patto europeo per e con la gioventù potrebbe migliorare in misura significativa le condizioni di vita e le prospettive dei giovani in Europa rafforzando nel contempo l'effettiva applicazione della strategia di Lisbona.

5.   Il Patto europeo per la gioventù

5.1

Il CESE saluta con favore le conclusioni del Consiglio europeo di primavera secondo cui i giovani devono fruire di una serie di politiche e di misure pienamente integrate nella strategia di Lisbona rinnovata.

5.2

Nella comunicazione i seguenti aspetti degli orientamenti integrati sono stati giudicati capaci di contribuire a massimizzare l'incidenza del Patto:

(i)

misure per l'occupazione, l'integrazione e la promozione sociale dei giovani: gli orientamenti integrati si concentrano sul contributo delle politiche per l'occupazione alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro;

(ii)

misure per l'istruzione, la formazione e la mobilità: gli orientamenti integrati sottolineano l'esigenza europea di potenziare e migliorare gli investimenti in capitale umano e di adattare i sistemi di istruzione e formazione. Gli Stati membri sono invitati a offrire maggiori opportunità ai giovani di studiare e lavorare all'estero;

(iii)

misure per la conciliazione della vita familiare e professionale: gli orientamenti integrati trattano della necessità di conseguire un miglior equilibrio tra famiglia e lavoro, affrontando temi come l'assistenza all'infanzia, la sperimentazione di soluzioni lavorative innovative che favoriscano la vita familiare, la parità tra uomini e donne.

5.3

Il CESE è deluso nel constatare che, mentre sono state precisate le azioni per ciascuna delle misure summenzionate, la comunicazione non stabilisce obiettivi espliciti e misurabili per gli Stati membri o per la Commissione. In un momento in cui i cittadini mettono in discussione il valore dell'UE, è essenziale far vedere che l'Europa assume iniziative concrete. Per conseguire tale traguardo è fondamentale che gli obiettivi siano nettamente definiti e funzionali ai risultati.

5.4

I governi nazionali vanno incentivati a quantificare gli obiettivi e a fissare finalità chiare nei loro programmi nazionali di riforma. Tali obiettivi e finalità devono non solo raccogliere le sfide a cui i giovani si trovano di fronte nei settori individuati, ma anche toccare questioni che hanno un influsso significativo, anche se indiretto, sulla realizzazione degli obiettivi, tra cui in particolare il problema dell'edilizia abitativa e la necessità di una politica familiare destinata ai genitori giovani. È altresì importante che siano posti in essere meccanismi, a livello europeo e anche nazionale, per ottenere un'impostazione coerente in tutti i settori.

5.5

Il CESE chiede che gli Stati membri considerino l'integrazione delle seguenti finalità nei programmi nazionali di riforma adottati nel quadro della strategia di Lisbona:

stabilire un obiettivo di riduzione della percentuale di giovani disoccupati di almeno il 50 % nel periodo 2006-2010 (attualmente tale percentuale è del 17,9 % nell'UE per i giovani al di sotto dei 25 anni) (10),

creare sistemi di sicurezza sociale che diano ai giovani la possibilità di scegliere il proprio futuro,

avviare misure per promuovere l'inclusione sociale dei giovani, in particolare per combattere il problema dei giovani che non studiano, non seguono corsi di formazione, non lavorano o che sono nelle liste di disoccupazione,

fissare obiettivi di riduzione delle differenze di genere nell'accesso alle formazioni professionali e tecnologiche e ridimensionare le differenze salariali al momento dell'assunzione,

ridurre l'abbandono scolastico del 50 % nel periodo 2006-2010 e promuovere i tirocini nelle aziende,

favorire l'importanza della conoscenza di un lingua straniera nell'incrementare le opportunità di istruzione e occupazione e la mobilità dei giovani,

incentivare l'imprenditorialità giovanile fornendo un sostegno finanziario e tecnico e minimizzando le pratiche burocratiche necessarie per rilevare, trasferire e creare un'impresa,

incoraggiare l'istruzione precoce, regolamentata e controllata, per tutti i bambini e servizi di assistenza all'infanzia rispondenti a criteri prefissati,

fornire assistenza supplementare alle famiglie svantaggiate.

5.6

Il CESE incoraggia la Commissione a continuare i propri sforzi a favore del riconoscimento del lavoro giovanile e attende l'introduzione di iniziative, tra cui Youthpass. Il CESE ritiene tuttavia che Youthpass in sé non basti ad aumentare il riconoscimento del lavoro giovanile e raccomanda pertanto alla Commissione di coinvolgere le associazioni di datori di lavoro e di lavoratori, i rappresentanti del sistema scolastico formale e le ONG interessate, nello sviluppo di una metodologia versatile che serva a far capire in che modo il lavoro contribuisce allo sviluppo dei giovani e quali competenze, valori e atteggiamenti i giovani acquisiscono grazie a una loro partecipazione attiva alle organizzazioni e alle attività lavorative giovanili. Il CESE potrebbe da parte sua agevolare questo processo.

5.7

I paesi europei che sono in testa alla classifica della competitività stilata dal World Economic Forum presentano tutti alti livelli di investimento nella politica sociale e in quella di sicurezza sociale, nonché alti tassi di occupazione e un basso livello di povertà dopo i trasferimenti sociali (11). Sistemi di sicurezza sociale sostenibili, basati sul principio di solidarietà, progettati per fornire protezione contro i rischi più rilevanti nella vita di un individuo, costituiscono le fondamenta del successo.

5.8

Il CESE reclama una maggiore considerazione per la situazione dei giovani nelle aree rurali e nelle aree urbane più sfavorite. spesso è la zona in cui vivono a determinare la situazione di svantaggio dei giovani. In molte aree rurali e urbane sfavorite i giovani non hanno accesso a servizi di qualità in materia di istruzione, formazione, mobilità, sanità, strutture del tempo libero, opportunità lavorative, né hanno la possibilità di partecipare alla società civile. Andrebbero pertanto introdotti provvedimenti specifici per fare in modo che i giovani di determinate aree geografiche beneficino appieno delle opportunità offerte dal mondo d'oggi e siano messi nella condizione di poter scegliere. L'isolamento di molte aree rurali non consente ai giovani un accesso agevole all'informazione, specie riguardo alle opportunità esistenti.

5.9

Il CESE accoglie con favore la proposta di lanciare nel 2005 uno studio sull'integrazione sociale di giovani fortemente svantaggiati. Tuttavia, gli Stati membri devono intensificare i loro sforzi per far fronte alla sfida dell'eliminazione della povertà infantile e definire immediatamente degli obiettivi. Per raccogliere questa sfida occorrerà un programma di azione globale, sostenuto e adeguatamente finanziato che tenga conto della natura multidimensionale della povertà infantile. Quest'ultima ha gravi ripercussioni sui bambini in tutta una serie di aspetti, che vanno dalla salute e dall'istruzione fino addirittura alle probabilità future di un bambino di uscire dalla trappola della povertà. Gli Stati membri devono applicare immediatamente delle politiche incidenti sull'intero spettro di problemi.

5.10

La Commissione è determinata a inserire le misure per le persone con disabilità all'interno delle sue politiche, come ha espressamente confermato nel suo piano d'azione del 2003 Pari opportunità per le persone con disabilità: un Piano d'azione europeo  (12). La Commissione ha quindi il dovere di combattere la discriminazione in tutte le azioni che intraprende. Sono necessarie misure che tengano conto delle disabilità per assicurare la partecipazione e l'inclusione, a pieno titolo e con pari dignità, delle persone disabili nella società. Allo scopo di garantire la piena inclusione dei giovani disabili nella politica per la gioventù, il CESE sottolinea la necessità di inserire i seguenti punti nella comunicazione in esame: partecipazione in condizioni di parità alle attività del programma per la gioventù, accesso — sempre in condizioni di parità — alle informazioni sulla politica della gioventù e sui progetti per la gioventù e le misure di sensibilizzazione.

5.11

I giovani non costituiscono una categoria omogenea. Il CESE raccomanda pertanto che le politiche formulate sul piano nazionale siano sufficientemente differenziate e rispettino le esigenze del mercato del lavoro, al pari di quelle individuali. Al tempo stesso il CESE raccomanda alla Commissione di effettuare un'analisi della situazione e dei bisogni dei giovani in Europa.

6.   I giovani e la cittadinanza attiva

6.1

Il CESE esprime il proprio apprezzamento alla Commissione per la sua scelta di includere la cittadinanza attiva dei giovani in questa iniziativa, nonostante essa sia stata esclusa dal Patto per la gioventù. Il CESE concorda con la proposta della Commissione di mantenere e consolidare i quattro obiettivi attuali: partecipazione, informazione, attività di volontariato e conoscenza dei problemi della gioventù. Esso sottolinea nondimeno l'importanza di fare in modo che il metodo aperto di coordinamento si concentri adesso sulla produzione di risultati concreti. Per questa ragione, laddove vengano individuate lacune nel sistema e nel processo del metodo aperto di coordinamento, esse devono essere segnalate e affrontate.

6.2

Il CESE prende nota del fatto che gli Stati membri riferiranno sugli obiettivi comuni della partecipazione e dell'informazione entro la fine del 2005 e che nel 2006 seguiranno le relazioni sulle attività di volontariato e sulla migliore conoscenza dei problemi della gioventù. Il CESE chiede tuttavia di intensificare il partenariato e evidenzia l'importanza di includere tutte le parti interessate, più in particolare i giovani e le organizzazioni giovanili nell'elaborazione delle relazioni nazionali sullo stato d'avanzamento. Ai fini della trasparenza è inoltre importante che tali relazioni siano messe a punto pubblicamente e/o siano almeno disponibili al pubblico al momento in cui vengono presentate. Anche le ONG andrebbero incoraggiate e sostenute finanziariamente affinché procedano a una propria valutazione del processo del metodo aperto di coordinamento.

6.3

Le organizzazioni della società civile e le parti sociali formano parte integrante di ogni democrazia pluralistica. In questo contesto le organizzazioni giovanili svolgono un ruolo prezioso nel promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione, lavorando direttamente con e per i giovani, aiutandoli ad acquisire competenze e fiducia che consentano loro di sfruttare il potenziale personale e di conseguire un livello e una qualità di vita ottimali. Queste organizzazioni operano alla base, affrontando le questioni locali con il sostegno di singoli individui e gruppi della loro zona. Esse lavorano anche per promuovere e sviluppare nei giovani la capacità di difendere i loro interessi. Le ONG giovanili dovrebbero essere finanziate adeguatamente e si dovrebbe inoltre attribuire loro il necessario riconoscimento e i mezzi per poter partecipare a pieno titolo alle decisioni e alla società a tutti i livelli.

6.4

Nelle diverse occasioni (13) in cui si è discussa la rappresentatività delle organizzazioni della società civile europea nel quadro del dialogo civile, il CESE ha sottolineato che solo una rappresentatività chiaramente costituita può dare ai soggetti della società civile il diritto di partecipare concretamente al processo di formazione e preparazione delle decisioni comunitarie, come avviene con le parti sociali nel quadro del dialogo sociale europeo.

6.5

Il CESE nota con disappunto che la Commissione ha scelto di evidenziare il ruolo dei volontari nelle catastrofi naturali quale loro principale contributo alla società. Pur trattandosi di un ruolo prezioso, il CESE considera che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero riconoscere e sottolineare la costante e continua funzione che i volontari svolgono in un'ampia gamma di ONG a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. In particolare il CESE sollecita gli Stati membri a favorire le attività di volontariato anche con opportune politiche fiscali, nella consapevolezza che tali attività volontarie non sono solo fonte di soddisfazioni per i giovani in termini morali e psicologici, ma permettono anche di sviluppare innumerevoli servizi sociali ed assistenziali o di ridurne i costi.

6.6

Il CESE si rammarica che le azioni proposte siano di basso profilo e presentino obiettivi poco chiari o del tutto inesistenti: si tratta di un'occasione mancata di avanzare su questo aspetto così cruciale.

6.7

I programmi europei svolgono una funzione di rilievo ai fini del conseguimento degli obiettivi del metodo aperto di coordinamento e del Patto europeo per la gioventù, nonché del maggiore coinvolgimento dei giovani in altre politiche che li riguardano. Il CESE è d'accordo con l'idea della Commissione secondo cui i progetti che incoraggiano i giovani a diventare cittadini attivi e impegnati, e che sono volti ad aiutarli a sviluppare le loro capacità, dovrebbero essere realizzati a livello locale, regionale, nazionale e europeo entro il quadro di riferimento rappresentato dai diversi programmi europei. Tuttavia, se da un lato sono molti i programmi da poter usare a tale scopo, vi è dall'altro la necessità di promuovere l'impiego di tali programmi da parte dei giovani e per i giovani, comprese le loro organizzazioni, e di rendere tali programmi più accessibili ai giovani. L'uso di diversi programmi, specie il Fondo sociale europeo e gli altri fondi strutturali, costituisce una grande opportunità di passare, con la politica della gioventù, dalle parole ai fatti. Molti progetti realizzati per promuovere le condizioni di vita o l'occupazione dei giovani sono spesso troppo esigui per poter essere finanziati con questi fondi. È per questo che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero impegnarsi con le organizzazioni giovanili per agevolare l'utilizzo dei finanziamenti previsti dai programmi comunitari a favore dei giovani in Europa.

6.8

Il CESE ritiene che il programma d'azione comunitaria «Gioventù» presenti il maggior potenziale di miglioramento dello sviluppo personale e sociale dei giovani e di promozione della cittadinanza attiva. Plaude quindi all'iniziativa di un nuovo programma per la gioventù «Giovani in azione» per il periodo 2007-2013 e continuerà ad essere attivamente coinvolto nella fase di preparazione. Di fronte al potenziamento di questo programma e al desiderio crescente da parte dei giovani di beneficiarne, il CESE si appella al Consiglio perché sostenga la proposta di incrementare leggermente i fondi assegnati al programma, portandoli a 1 200 milioni di euro. Esso ritiene inoltre che i giovani, le organizzazioni giovanili europee e il forum europeo della gioventù debbano essere regolarmente consultati sull'applicazione del programma. Il CESE invita i consigli economici e sociali nazionali ad impegnarsi in esperienze innovative per facilitare la partecipazione dei giovani alle procedure di consultazione nazionali e a condividere le buone pratiche sviluppate riguardo al posto riservato ai giovani nelle loro organizzazioni.

7.   Includere la dimensione della gioventù in altre politiche

7.1

Il CESE sostiene la proposta della Commissione di concentrarsi in primo luogo sui settori coperti dal Patto europeo per la gioventù. Nondimeno, il CESE sottolinea l'importanza di una politica della gioventù integrata e intersettoriale, al momento di sviluppare le politiche per i giovani.

7.2

Un approccio orizzontale allo sviluppo della politica assicurerà una strategia più coordinata ed efficace. Gli Stati membri consultano regolarmente le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati all'atto di formulare politiche come gli orientamenti per l'occupazione. Allo stesso modo gli Stati membri devono consultare i giovani e le loro organizzazioni sulle politiche che li riguardano da vicino.

7.3

Nel suo parere d'iniziativa L'obesità in Europaruolo e responsabilità degli interlocutori della società civile  (14), il CESE osserva che in Europa più di 14 milioni di bambini sono sovrappeso; di questi, 3 milioni sono obesi. Ma il dato ancor più preoccupante è che il loro numero aumenta di 400 000 unità ogni anno. Il CESE invoca un coinvolgimento collettivo di tutte le parti interessate, compresi i giovani.

7.4

Il CESE condivide l'interesse prioritario della Commissione per azioni a favore della salute di bambini e giovani, e in particolare di stili di vita più sani. Ritiene che tali azioni siano particolarmente sentite dai cittadini ed urgenti, per cui chiede che l'iniziativa a sostegno di questo genere di azioni, prevista per il 2006, sia anticipata al 2005, anche in considerazione delle consultazioni e delle iniziative già avviate.

7.5

Il CESE incoraggia il Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo a effettuare una ricerca sugli effetti della partecipazione dei giovani alla democrazia rappresentativa e alle attività di volontariato. I risultati di una tale ricerca potrebbero dare un'idea più precisa dell'impatto della partecipazione.

Bruxelles, 26 ottobre 2005

La Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Anne-Marie SIGMUND


(1)  Libro bianco sulla politica della gioventù (GU C 116 del 20.4.2001 - relatrice HASSETT-VAN TURNHOUT).

Libro bianco della Commissione europea - Un nuovo impulso per la gioventù europea (GU C 149 del 21.6.2002 - relatrice HASSET- VAN TURNHOUT).

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport (GU C 149 del 21.6.2002 - relatore KORYFIDIS).

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce un programma d'azione comunitario per la promozione degli organismi attivi a livello europeo nel settore della gioventù (GU C 10 del 14.1.2004 - relatrice HASSETT-VAN TURNHOUT).

SOC-174 - I rapporti fra le generazioni (GU C 157 del 28.6.2005 - relatore BLOCH-LAINÉ).

SOC-177 - Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma «Gioventù in azione» per il periodo 2007-2013 (GU C 234 del 22.9.2005) - relatore RODRIGUEZ GARCIA-CARO.

(2)  http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/it/ec/84343.pdf

(3)  SOC-206 Orientamenti per l'occupazione (2005-2008) GU C 286 del 17.11.2005 — relatore: MALOSSE.

(4)  CESE: parere d'iniziativa sul tema Libro bianco sulla politica della gioventù, GU C 116 del 20.4.2001. Risoluzione delle Nazioni Unite sull'Anno internazionale della gioventù, 1985. «Pace, partecipazione, sviluppo», Nazioni Unite, «Convenzione internazionale sui diritti nell'infanzia», 1989. Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale del Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa, 1992. Risoluzione del Consiglio e dei ministri incaricati della gioventù, riuniti in sede di Consiglio, dell'8 febbraio 1999, relativa alla partecipazione dei giovani (GU C 42 del 17.2.1999, pag. 1).

(5)  La pubblicazione è prevista entro la fine del 2005.

(6)  Il punto 38 delle conclusioni del Consiglio di Lisbona recita come segue: «Un metodo di analisi comparativa delle buone prassi in materia di gestione del cambiamento sarà messo a punto dalla Commissione europea, di concerto con vari fornitori e utenti, segnatamente le parti sociali, le imprese e le ONG».

(7)  Consiglio europeo di Lussemburgo, 1997, Conclusioni della presidenza.

(8)  Relazione del gruppo di alto livello sul futuro della politica sociale in un'UE allargata.

(9)  COM(2005) 94 def.,

(10)  Cfr. comunicazione della Commissione, pag. 3.

(11)  Relazione del gruppo di alto livello sul futuro della politica sociale in un'UE allargata, maggio 2004.

(12)  COM(2003) 650 def. del 30.10.2003.

(13)  Cfr. per esempio la documentazione relativa alla «Prima convenzione della società civile organizzata a livello europeo» svoltasi il 15 e 16 ottobre 1999 e il convegno su «Il ruolo della società civile organizzata nelle nuove forme di governo» svoltosi l'8 e 9 novembre 2001 e i relativi pareri: Il ruolo e il contributo della società civile organizzata nella costruzione europea del 22 settembre 1999 (GU C 329 del 17.11.1999), La Commissione e le organizzazioni non governative: rafforzare il partenariato del 13 luglio 2000 (GU C 268 del 19.9.2000), La società civile organizzata ed il sistema di governo europeo (governance) - Contributo del Comitato all'elaborazione del Libro bianco del 25 aprile 2001GU C 193 del 10.7.2001), La governance europea - Libro bianco del 20 marzo 2002 (GU C 125 del 27.5.2002).

(14)  SOC 201(2005) L'obesità in Europa - ruolo e responsabilità degli interlocutori della società civile.


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