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Document 52011PC0541

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI PROPOSTA RELATIVA ALLA POSIZIONE COMUNE DELL'UE PER IL QUARTO FORUM AD ALTO LIVELLO DI BUSAN SULL'EFFICACIA DEGLI AIUTI

    /* COM/2011/0541 definitivo */

    52011PC0541

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI PROPOSTA RELATIVA ALLA POSIZIONE COMUNE DELL'UE PER IL QUARTO FORUM AD ALTO LIVELLO DI BUSAN SULL'EFFICACIA DEGLI AIUTI /* COM/2011/0541 definitivo */


    1. Introduzione

    L'idea di una riforma degli aiuti risale al consenso di Monterrey sul finanziamento dello sviluppo (2002), con il quale la comunità internazionale ha deciso di migliorare l'efficacia degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS). Dai successivi forum ad alto livello di Roma (2003), Parigi (2005) e Accra (2008) sono scaturiti principi, impegni concreti e un quadro di monitoraggio per il potenziamento della riforma.

    L'obiettivo del quarto forum ad alto livello, che si terrà a Busan dal 29 novembre al 1° dicembre 2011, è valutare i progressi compiuti rispetto agli impegni concordati, riesaminare il programma per l'efficacia degli aiuti e collegarlo con il più vasto programma relativo al finanziamento dello sviluppo. Il principio di base consiste nel migliorare i risultati ottenuti in termini di sviluppo in considerazione delle nuove sfide e dei nuovi partenariati globali, compreso l'impegno delle economie emergenti. Il forum non deve costituire una duplicazione del programma internazionale per il finanziamento dello sviluppo, ma concentrarsi sul contributo che una maggiore efficacia degli aiuti può dare alla riduzione della povertà e al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015.

    Scopo della presente comunicazione è proporre la posizione comune che l'UE e gli Stati membri (di seguito "l'UE") dovranno adottare a Busan. La comunicazione valuta i progressi compiuti in termini di rispetto degli impegni e formula proposte su come focalizzare il programma per l'efficacia degli aiuti ed estenderne i principi ad altri soggetti e ad altre fonti di finanziamenti per lo sviluppo. La comunicazione propone altresì di rafforzare la struttura della governance mondiale e di concentrarsi sull'attuazione a livello dei singoli paesi.

    2. Prove concrete dei progressi compiuti

    Per la prima volta è disponibile una gran quantità di informazioni sulla riforma degli aiuti e sul suo impatto sui risultati in termini di sviluppo. La valutazione indipendente "Phase II" e l'indagine di controllo della dichiarazione di Parigi evidenziano i risultati ottenuti rispetto agli impegni di Parigi e di Accra.

    Gli elementi concreti disponibili dimostrano che il proseguimento del programma per l'efficacia degli aiuti ha permesso di migliorare la qualità degli aiuti potenziando le buone pratiche e i partenariati, il che ha contribuito al conseguimento di risultati in termini di sviluppo. Tra i cinque principi dell'efficacia degli aiuti, la titolarità nazionale è quello che si è maggiormente affermato. I progressi registrati in termini di allineamento e armonizzazione non sono stati uniformi e l'uso dei sistemi dei paesi partner non è aumentato, nonostante i miglioramenti introdotti. I progressi più limitati riguardano la gestione dei risultati in termini di sviluppo e la responsabilità reciproca e la tendenza a livello di prevedibilità degli aiuti si è addirittura invertita rispetto al 2005. La lentezza generale dei progressi accomuna paesi partner e donatori, poiché solo due obiettivi su 13 sono stati globalmente conseguiti: cooperazione tecnica coordinata e svincolo degli aiuti.

    Nel complesso, le prestazioni della Commissione e dei 14 Stati membri[1] che hanno partecipato all'indagine di controllo sono migliori di quelle globali. Il contributo del Quadro operativo dell'UE sull'efficacia degli aiuti è stato fondamentale in tal senso. La Commissione e i 14 Stati membri hanno ottenuto buoni risultati per quanto riguarda la cooperazione tecnica congiunta e l'uso dei sistemi nazionali per la gestione delle finanze pubbliche e l'aggiudicazione degli appalti. Il loro bilancio è invece meno positivo in termini di prevedibilità, uso di approcci basati su programmi e missioni congiunte. La frammentazione degli aiuti, che è aumentata tra il 2005 e il 2009, e la trasparenza costituiscono tuttora un problema. I risultati preliminari di uno studio commissionato dalla Commissione[2] indicano che, dando prova di maggiore ambizione per l'attuazione degli impegni di Parigi e di Accra, l'UE guadagnerebbe 4 miliardi di euro all'anno.

    La tabella seguente sintetizza le prestazioni globali e quelle della Commissione e dei 14 Stati membri nei 32 paesi partner che hanno partecipato alle indagini di controllo del 2005 e del 2010.

    || Globali || Globali || UE[3] || UE[4] || Obiettivo

    || 2005 || 2010 || 2005 || 2010 || 2010

    1 Strategie operative di sviluppo || 19% || 52% || 1) || 1) || 75%

    2a Qualità della gestione delle finanze pubbliche || - || 38% || 1) || 1) || 50%

    2b Qualità dei sistemi di appalto || - || - || 1) || 1) || Nessuno

    3 Aiuti riportati sul bilancio || 44% || 46% || 42% || 51% || 85%

    4 Cooperazione tecnica coordinata || 49% || 51% || 40% || 61% || 50%

    5a Uso dei sistemi di finanze pubbliche || 40% || 48% || 48% || 55% || 55%

    5b Uso dei sistemi di appalto 2) || 40% || 44% || 51% || 66% || Nessuno

    6 Riduzione delle unità di attuazione di progetti parallele || - || 32% || - || 49% || 66%

    7 Aiuti più prevedibili: gli esborsi avvengono come programmato || 42% || 43% || 41% || 49% || 71%

    8 Gli aiuti sono svincolati 3) || 80% || 87% || 81% || 82% || 87%

    9 Approcci basati su programmi || 43% || 48% || 47% || 51% || 66%

    10a Missioni congiunte || 20% || 22% || 27% || 32% || 40%

    10b Lavoro analitico congiunto || 41% || 44% || 49% || 59% || 66%

    11 Quadri orientati ai risultati || 7% || 22% || 1) || 1) || 38%

    12 Quadri di responsabilità reciproca || 44% || 50% || 1) || 1) || 100%

    1) Indicatore per i paesi partner

    2) Dati globali 2010 per i 78 paesi partner

    3) L'indicatore 8 è costituito da medie non ponderate

    A livello globale, la lentezza e la disomogeneità dei progressi sono dovute in parte al fatto che riformare le prassi richiede tempo. Gli elementi disponibili denotano la mancanza di un sostegno politico a favore degli impegni e il carattere eccessivamente burocratico delle impostazioni adottate in materia di efficacia degli aiuti. Inoltre, la portata troppo vasta del programma non ha consentito interventi sufficientemente mirati.

    Lo studio evidenzia la necessità di individuare gli impegni indispensabili per rafforzare la riforma degli aiuti e fornire indicazioni su come orientare i futuri interventi, in linea con le priorità identificate dai paesi partner.

    Titolarità: la titolarità dei paesi partner, che è fondamentale perché gli aiuti conseguano risultati in termini di sviluppo, deve diventare una titolarità "democratica" per tener conto dell'importanza del dialogo inclusivo e rafforzare la capacità delle parti interessate e delle istituzioni locali.

    Trasparenza e prevedibilità: l'affidabilità e una comunicazione efficace dei flussi di aiuti sono indispensabili per migliorare la capacità dei paesi partner di attuare le strategie di sviluppo. La trasparenza e la prevedibilità aumentano inoltre la titolarità democratica e la responsabilità, consentendo altresì il coordinamento dei donatori e l'invio di relazioni sui risultati. Lo studio stima intorno a 1 miliardo di euro all'anno i costi derivanti dalla mancanza di prevedibilità degli aiuti UE[5].

    Allineamento: per favorire la titolarità e l'assunzione di un ruolo guida da parte dei paesi partner è importante allinearsi alle loro priorità e utilizzare i sistemi nazionali. L'uso dei sistemi nazionali permette di sviluppare la capacità globale dei paesi partner di fornire servizi efficaci.

    Responsabilità per i risultati: l'obiettivo generale del programma per l'efficacia degli aiuti è favorire il conseguimento di risultati in termini di sviluppo. Per aumentare la responsabilità per i risultati, occorre migliorare la capacità di monitorare, misurare e riferire i risultati e utilizzare questi dati per l'adozione delle successive decisioni.

    Ridurre la frammentazione e la proliferazione: la proliferazione e la frammentazione sono causa di duplicazioni e di costi di transazione inutili. Riducendo la frammentazione degli aiuti l'UE potrebbe risparmiare oltre 700 milioni di euro all'anno[6].

    Paesi in situazioni di fragilità: lo studio conferma la pertinenza dei principi dell'efficacia degli aiuti per i paesi in situazioni di fragilità, ma evidenzia la necessità di migliorare l'applicazione delle buone pratiche, di operare adeguamenti e di garantire la flessibilità.

    3. Impegni futuri in materia di efficacia degli aiuti

    Oltre a ribadire i principi di Parigi, il forum di Busan deve approfondire i principali impegni politici di Parigi e di Accra e conferire loro carattere prioritario, con l'obiettivo generale di garantire un elevato livello di ambizione a sostegno dei risultati in termini di sviluppo. Il documento finale di Busan dovrebbe costituire il futuro quadro per l'efficacia degli aiuti, inglobando la dichiarazione di Parigi e il programma d'azione di Accra e definendo orientamenti per la futura attuazione degli impegni e nei settori prioritari. La Commissione propone di includere nella posizione comune dell'UE gli argomenti e le proposte riguardanti gli impegni dei paesi partner e dei donatori, comprese le organizzazioni multilaterali e i fondi verticali, indicati di seguito.

    3.1. Titolarità

    Nel documento finale di Busan la titolarità dovrebbe essere definita una combinazione di impegni in termini di titolarità democratica, sviluppo delle capacità, potenziamento dei sistemi nazionali e condizioni basate sui risultati.

    Con il sostegno dei donatori, i paesi partner devono impegnarsi a i) rafforzare la titolarità democratica, privilegiando un metodo che permetta alle parti interessate di negoziare un ampio consenso sulle strategie di sviluppo. I governi devono creare condizioni che consentano alle varie parti interessate, compresi i parlamenti, le organizzazioni della società civile e il settore privato, di apportare il loro contributo ai processi di sviluppo. Queste condizioni favorevoli presuppongono il buon funzionamento dei sistemi democratici, giuridici e giudiziari, compresi il rispetto dei diritti umani e la parità fra i sessi. La titolarità democratica richiede inoltre la trasparenza delle informazioni sulle risorse destinate allo sviluppo, tra cui la pubblicazione dei bilanci nazionali. I paesi partner devono ii) istituzionalizzare i dialoghi inclusivi e orientati ai risultati con le diverse parti interessate e iii) garantire l'attiva partecipazione di categorie spesso escluse dal processo decisionale, in particolare le donne.

    I paesi partner e i donatori devono iv) ribadire l'impegno a sviluppare le capacità quale elemento chiave ai fini della titolarità e v) concordare di definire strategie che garantiscano un equilibrio tra l'orientamento in funzione dei risultati e lo sviluppo delle capacità a lungo termine. I paesi partner devono impegnarsi a vi) mantenere un ruolo guida nelle riforme dei sistemi nazionali, mentre i donatori devono vii) sostenere lo sviluppo delle capacità in funzione delle priorità, del contesto e delle capacità locali e utilizzare i settori come punto d'ingresso principale per le strategie comuni. I paesi partner e i donatori devono viii) collaborare per definire condizioni armonizzate e basate sui risultati.

    3.2. Partenariati trasparenti, armonizzati e allineati

    Trasparenza e prevedibilità

    Il risultato più significativo in termini di trasparenza ottenuto dopo Accra è l'Iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali (ITAI), approvata e attuata dai 20 firmatari attuali, tra cui nove dell'UE. A Busan i donatori devono ribadire l'impegno a divulgare pubblicamente informazioni regolari, dettagliate e tempestive sui volumi degli aiuti, così come sulle condizioni e sui risultati ottenuti grazie alle risorse destinate allo sviluppo. Le informazioni devono essere pubblicate su base annuale e continuativa (tre-cinque anni) per consentire ai paesi partner di mettere in atto procedure di bilancio, contabilità e revisione contabile accurate.

    A Busan i donatori devono impegnarsi a i) predisporre sistemi interni che consentano la programmazione di bilancio pluriennale della cooperazione allo sviluppo, ii) adottare un reporting standard globale basato sui criteri IATI e sul sistema di notifica del creditore (Creditor Reporting System) del comitato per gli aiuti allo sviluppo (CAS), iii) predisporre e applicare meccanismi in grado di allineare gli standard di dati sugli aiuti con le classificazioni di bilancio dei paesi partner e iv) divulgare tutte le informazioni specifiche sui singoli paesi contenute nella pianificazione prospettiva del CAS, comprese informazioni più dettagliate a livello settoriale. Gli impegni dei paesi partner relativi alla trasparenza sono parte integrante degli impegni riguardanti la titolarità democratica e la responsabilità.

    A Busan l'UE deve inviare un forte messaggio politico sul ruolo guida dell'UE in materia di trasparenza istituendo una "garanzia di trasparenza UE" in base agli impegni di trasparenza contenuti nel quadro operativo dell'UE sull'efficacia degli aiuti.

    Ridurre la frammentazione e la proliferazione

    Nonostante i notevoli investimenti dell'UE a favore della divisione dei compiti, la frammentazione degli aiuti costituisce tuttora un problema. Anche se ci vuole tempo perché i risultati della concentrazione per paese e per settore si materializzino, occorre comunque aumentare gli sforzi globali.

    Gli impegni di Parigi e di Accra non tengono debitamente conto della natura politica della divisione del lavoro. La valutazione rileva inoltre che i paesi partner non stati in grado di assumere un ruolo guida per definire il ruolo ottimale dei diversi donatori o non erano preparati a farlo.

    A Busan i donatori devono impegnarsi a i) proseguire il processo di concentrazione e divisione dei compiti pur riconoscendo che il processo decisionale politico è di fondamentale importanza per il buon esito delle operazioni, ii) passare da strategie individuali per paese a strategie comuni di assistenza attuate dai donatori che hanno una volontà politica di collaborare e iii) utilizzare e potenziare i canali esistenti evitando di moltiplicare ulteriormente i fondi verticali. I donatori e i paesi partner devono iv) favorire un dibattito globale ad alto livello sulla divisione del lavoro tra i paesi in base al lavoro analitico del CAS sulla frammentazione e sui piani prospettici, occupandosi anche dei paesi che ricevono pochi finanziamenti.

    Allineamento

    Lo studio conferma che allinearsi alle priorità nazionali dei paesi partner e utilizzare i loro sistemi aumenta l'efficacia degli aiuti. L'uso dei sistemi nazionali è di pari importanza per il sostegno al bilancio e ai progetti. Ai governi dei paesi partner spetta un ruolo guida per il potenziamento dei sistemi nazionali, mentre all'individuazione e all'attenuazione dei rischi dovrebbero provvedere congiuntamente i paesi partner e i donatori.

    A Busan i donatori devono i) ribadire l'impegno ad allinearsi con i piani di sviluppo nazionali dei paesi partner e ii) utilizzare e potenziare, insieme ai paesi partner, i sistemi nazionali per tutte le modalità di aiuto onde migliorare l'efficacia delle istituzioni e delle strategie.

    3.3. Responsabilità per i risultati

    Sebbene la giustificazione generale del programma per l'efficacia degli aiuti sia il suo contributo al conseguimento di risultati in termini di sviluppo, i risultati ottenuti lasciano molto a desiderare. La stessa considerazione si applica al grado di responsabilità reciproca tra paesi partner e donatori e nei confronti delle rispettive popolazioni.

    La responsabilità dei paesi partner e dei donatori nei confronti dei cittadini riguardo all'uso degli aiuti erogati e ai risultati ottenuti è in costante aumento. I quadri di responsabilità reciproca posti in essere da alcuni paesi in conformità degli impegni di Parigi e di Accra devono essere estesi a livello globale e includere anche la responsabilità per i risultati.

    Mentre a Parigi e ad Accra è stata sottolineata l'importanza di gestire efficacemente gli aiuti per ottenere risultati, a Busan va conferita centralità alla capacità di misurare e riferire i risultati. L'esigenza di ottenere risultati non deve tuttavia compromettere il processo a più lungo termine volto a sviluppare la capacità dei paesi partner di programmare, conseguire, valutare e riferire i risultati. Le valutazioni dei risultati eseguite dai donatori devono basarsi per quanto possibile sulle relazioni dei paesi partner.

    A Busan i paesi partner e i donatori devono rafforzare la propria responsabilità per i risultati in termini di sviluppo impegnandosi a i) aumentare gli investimenti volti a sviluppare la capacità statistica dei paesi partner, anche attraverso l'iniziativa Paris21[7], e ii) migliorare le capacità di monitoraggio e di valutazione dei paesi partner per l'individuazione dei risultati in termini di sviluppo. I paesi partner e i donatori devono impegnarsi a iii) riferire in modo trasparente i risultati in termini di sviluppo utilizzando i quadri di valutazione dei paesi partner, iv) generalizzare l'uso di quadri di responsabilità reciproca consoni ai contesti nazionali per monitorare i progressi a livello di impegni e risultati e v) promuovere ulteriormente un processo decisionale basato sui risultati per gli investimenti sotto forma di aiuti.

    3.4. Paesi in situazioni di fragilità

    La dichiarazione di Parigi e il programma d'azione di Accra hanno riconosciuto la pertinenza dei principi dell'efficacia degli aiuti nelle situazioni di fragilità. Questi principi devono tuttavia essere modulati in funzione dei problemi specifici dei paesi in situazioni di fragilità dovute alla scarsa titolarità e alle limitate capacità nonché in funzione dell'esigenza di fornire urgentemente i servizi di base. I risultati del monitoraggio dei 10 principi specifici per gli Stati fragili[8] dimostrano che, ferma restando la pertinenza dei principi dell'efficacia degli aiuti, occorre perfezionarne le modalità di applicazione nelle situazioni di fragilità.

    Il documento finale di Busan deve i) riconoscere e sostenere il lavoro del Dialogo internazionale sulla costruzione della pace e dello Stato e il progressivo affermarsi della leadership dei paesi del G7+[9], approvando la roadmap di Monrovia per la costruzione della pace e dello Stato quale contesto in cui definire e misurare i risultati negli Stati fragili, ii) approvare gli orientamenti del CAS su costruzione dello Stato, finanziamenti di transizione e gestione dei rischi in situazioni di fragilità e iii) invitare i donatori ad adeguare le proprie procedure decisionali, di finanziamento e di attuazione in funzione dei problemi specifici delle situazioni di fragilità.

    4. Estendere i principi dell'efficacia degli aiuti ad altre fonti di finanziamenti per lo sviluppo e ad altri soggetti

    Lo studio evidenzia come la pertinenza degli impegni relativi all'efficacia degli aiuti vada al di là della loro attuale portata in termini di soggetti coinvolti e di fonti di finanziamenti per lo sviluppo. La sempre maggiore importanza dei donatori che non fanno parte del CAS rende auspicabile un'estensione della loro partecipazione al programma per l'efficacia degli aiuti e al forum di Busan. Le seguenti sezioni sull'efficacia degli aiuti includono i soggetti e le fonti di finanziamenti che possono rendere più efficace la cooperazione allo sviluppo e che dovrebbero figurare tra le priorità del forum di Busan.

    4.1. Ruolo delle economie emergenti e cooperazione sud-sud

    L'importanza del ruolo svolto dalle economie emergenti per sostenere i paesi partner, anche attraverso la cooperazione sud-sud, sta aumentando rapidamente. È fondamentale sfruttare l'opportunità offerta dal forum di Busan di rafforzare il partenariato globale per lo sviluppo basandosi sulle varie strategie ed esperienze in materia di sviluppo.

    Tutte le parti interessate che forniscono finanziamenti a favore dello sviluppo devono contribuire al conseguimento di risultati in questo campo. Il forum di Busan deve permettere uno scambio di esperienze sui risultati ottenuti tra paesi partner, donatori e economie emergenti. Su queste basi, il forum di Busan potrebbe cercare di definire principi comuni e impegni differenziati, tenendo conto anche dei principi dell'efficacia degli aiuti.

    A Busan deve essere ribadita l'importanza della cooperazione sud-sud e della cooperazione triangolare. Per consolidare i risultati di questi canali di cooperazione, il documento finale di Busan deve evidenziare le complementarità tra partner nord-sud e sud-sud in un'ottica di trasparenza dei flussi di finanziamenti per lo sviluppo. Il documento finale di Busan deve inoltre sottolineare il ruolo delle piattaforme regionali ai fini della condivisione delle esperienze positive in materia di sviluppo nonché dello sviluppo di capacità e prassi di gestione degli aiuti.

    4.2. Organizzazioni della società civile, autorità locali e fondazioni private

    Prendendo spunto dal programma d'azione di Accra e dai risultati del dialogo strutturato dell'UE, il documento finale di Busan deve riconoscere che le organizzazioni della società civile (OSC) sono soggetti totalmente indipendenti il cui ruolo è complementare a quello dei governi e del settore profit privato. Vanno inoltre riconosciuti il ruolo delle autorità locali autonome e il loro diritto di intraprendere interventi specifici per soddisfare le esigenze di sviluppo locali.

    A Busan, le organizzazioni della società civile e le autorità locali dei donatori e dei paesi partner devono essere invitate a continuare ad adoperarsi per migliorare la responsabilità, la trasparenza e l'integrità delle loro operazioni mediante meccanismi di autoregolamentazione quali i principi di Istanbul sull'efficacia delle OSC per lo sviluppo[10].

    I principi di Parigi si applicano anche alle fondazioni private il cui ruolo come donatori assume sempre maggiore importanza. Le fondazioni devono essere invitate ad adeguare le proprie attività e partenariati in funzione dei principi di Istanbul.

    Nel loro ruolo di donatori, infine, le OSC internazionali e le fondazioni private devono promuovere la titolarità locale riconoscendo che spetta alla società civile locale prendere l'iniziativa per individuare il fabbisogno di sviluppo locale.

    4.3. Collaborare con il settore profit privato

    La partecipazione di soggetti privati offre punti di vista e soluzioni diversi per i problemi legati allo sviluppo. Occorre quindi associare maggiormente il settore privato alla cooperazione allo sviluppo onde rafforzare il ruolo catalitico degli aiuti. La cooperazione intensificata deve basarsi sui principi dell'efficacia degli aiuti.

    La combinazione di prestiti e sovvenzioni e un maggiore ricorso a strumenti finanziari innovativi (capitale di rischio, garanzie, condivisione del rischio) in collaborazione con le istituzioni multilaterali e bilaterali permettono di mobilitare finanziamenti supplementari per lo sviluppo provenienti dal settore privato. A Busan i partner dello sviluppo devono essere invitati ad aumentare e sviluppare ulteriormente le combinazioni prestiti/sovvenzioni e l'uso di strumenti finanziari innovativi. Occorre inoltre esortare il settore privato a svolgere un ruolo attivo nella cooperazione allo sviluppo mediante i partenariati pubblico-privato e le pratiche di responsabilità sociale delle imprese.

    4.4.      Finanziamenti internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici come parte dell'aiuto pubblico allo sviluppo

    Il processo di Copenaghen-Cancún ha deciso di stanziare fondi ingenti per far fronte ai cambiamenti climatici (il cosiddetto "finanziamento rapido", pari a 30 miliardi di USD nel periodo 2012-2012) e di portare i finanziamenti pubblici e privati a 100 miliardi di USD all'anno entro il 2020.

    Il documento finale di Busan deve i) approvare l'applicazione dei principi dell'efficacia degli aiuti ai finanziamenti relativi ai cambiamenti climatici e mirare a un'analoga ratifica nel processo di Copenaghen-Cancún-Durban, ii) chiedere al comitato transitorio della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di includere i principi dell'efficacia degli aiuti nella struttura del Fondo verde per il clima e iii) sancire l'impegno a valutare regolarmente l'applicazione dei principi dell'efficacia degli aiuti mediante il meccanismo di monitoraggio, rendicontazione e verifica sui cambiamenti climatici.

    5. Governance e monitoraggio futuri in relazione all'efficacia degli aiuti

    Ora come ora non viene prestata sufficiente attenzione agli elementi indispensabili per una buona governance a livello dell'efficacia degli aiuti. In primo luogo, il sostegno politico costante si è materializzato solo in parte ed è stato sostanzialmente circoscritto ai tre forum ad alto livello. In secondo luogo, l'attuazione nei singoli paesi non è stata adeguatamente sostenuta da strutture globali e il gruppo di lavoro del CAS sull'efficacia degli aiuti è diventato un organismo autonomo e burocraticamente complesso. In terzo luogo, gli impegni di Parigi sono stati effettivamente monitorati, ma senza i necessari adeguamenti in funzione dei contesti nazionali. Infine, i quadri di responsabilità reciproca non sono stati posti in essere in tutti i paesi partner e i loro risultati non sono stati discussi sistematicamente a livello globale.

    Le decisioni sulla governance adottate a Busan devono essere sufficientemente dettagliate da evitare lunghe discussioni dopo il forum. In linea generale, la struttura della governance dovrebbe avere un'ampia copertura che inglobi i vari partner dello sviluppo. La governance post-Busan deve contenere i seguenti elementi:

    in primo luogo, occorre promuovere l'impegno politico e l'adozione di decisioni rafforzando i collegamenti tra l'attuazione dell'efficacia degli aiuti e i forum globali sulla politica di sviluppo. A tal fine potrebbero essere organizzati regolarmente dibattiti ad alto livello sui progressi in occasione delle riunioni ad alto livello del Fondo monetario internazionale/della Banca mondiale e del CAS.

    In secondo luogo, l'attuazione nei singoli paesi deve essere migliorata mediante "patti nazionali" nel cui ambito i paesi partner, previa consultazione delle diverse parti interessate, concordino con i loro partner dello sviluppo priorità e obiettivi di Busan adeguati in funzione del contesto locale, utilizzando i meccanismi locali di responsabilità reciproca.

    In terzo luogo occorre razionalizzare il gruppo di lavoro sull'efficacia degli aiuti, sopprimendo la maggior parte delle unità esistenti, e incaricarlo di facilitare l'attuazione nei singoli paesi (funzione di helpdesk, sintesi, buone pratiche) e di assicurare un monitoraggio globale insieme al CAS. Il CAS deve diventare un riferimento internazionale in termini di trasparenza e l'organizzazione che ospita l'ITAI. Il forum ONU sulla cooperazione allo sviluppo deve concentrarsi sul rafforzamento della responsabilità reciproca globale.

    Infine, il monitoraggio globale deve tener conto della scadenza 2015 per gli obiettivi di sviluppo del millennio. Occorre ridurre gli indicatori di Parigi in funzione delle priorità del programma, includendo la titolarità (indicatori 1 e 2), l'allineamento (indicatori 3 e 5), la prevedibilità e la trasparenza (indicatore 7) e la responsabilità per i risultati (indicatore 12), in modo da ottenere lo stesso numero di indicatori per i paesi partner e i donatori. La base degli indicatori deve rimanere invariata per consentire di misurare i progressi a lungo termine, mentre per il monitoraggio nei singoli paesi devono essere utilizzati i meccanismi locali esistenti. Gli insegnamenti generali tratti devono essere divulgati a livello globale dal gruppo di lavoro sull'efficacia degli aiuti e dal CAS.

    6. Conclusioni

    Il forum di Busan sarà un'occasione unica di focalizzare il programma per l'efficacia degli aiuti e aumentare l'impatto degli aiuti sui risultati in termini di sviluppo. Il gran numero di dati disponibili sulla riforma degli aiuti permette di adottare decisioni informate. Un sostegno politico costante è indispensabile per un'attuazione efficace. A tal fine, la Commissione propone che l'UE mantenga il suo ruolo guida per promuovere l'efficacia degli aiuti prefiggendosi i seguenti obiettivi:

    1. il documento finale di Busan deve essere un documento globale che ribadisca i principi di Parigi, sia basato sulla dichiarazione di Parigi e sul programma d'azione di Accra e si concentri sull'approfondimento degli impegni principali per orientare la futura attuazione. Tutti i donatori del CAS, i fondi verticali e le organizzazioni multilaterali devono aderire pienamente ai principi e agli impegni enunciati.

    2. Il documento di Busan deve comprendere i seguenti concetti connessi all'efficacia degli aiuti: titolarità democratica, trasparenza e prevedibilità, riduzione della frammentazione e della proliferazione, allineamento e responsabilità per i risultati. Gli impegni assunti in situazioni di fragilità devono essere aumentati in modo flessibile.

    3. L'efficacia degli aiuti deve essere garantita a livello nazionale mediante "patti nazionali" flessibili guidati dai paesi partner e basati sui meccanismi locali esistenti. Occorre razionalizzare la struttura di governance e monitoraggio globale dell'efficacia degli aiuti.

    4. Le economie emergenti, le OSC le autorità locali e il settore privato profit e non profit devono essere invitati a condividere le diverse esperienze sull'ottenimento di risultati in termini di sviluppo e le varie interpretazioni dei principi dell'efficacia degli aiuti affinché sia possibile differenziare le responsabilità e gli impegni.

    5. Gli impegni relativi all'efficacia degli aiuti devono essere estesi ad altre fonti di finanziamenti per lo sviluppo, in particolare nel campo dei cambiamenti climatici.

    [1]               Oltre alla Commissione, gli Stati membri che hanno partecipato all'indagine sono Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.

    [2]               Cfr.: http://ec.europa.eu/europeaid/how/ensure-aid-effectiveness/documents/aid-effectiveness-benefits_en.pdf

    [3]               Vedi nota 1.

    [4]               Vedi nota 1.

    [5]               Vedi nota 2.

    [6]               Vedi nota 2.

    [7]               Paris21 è un consorzio di paesi partner e donatori la cui segreteria ha sede presso l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), vedi http://www.paris21.org/.

    [8]               Si tratta dei principi per un efficace impegno internazionale negli Stati fragili sottoscritti nel 2007 dagli stessi paesi dell'OCSE.

    [9]               Il G7+ è un forum indipendente e autonomo di paesi e regioni fragili e vittime di conflitti inaugurato in occasione del primo dialogo internazionale sulla costruzione della pace e dello Stato, tenutosi a Dili, a Timor Est, nel 2010.

    [10]             http://www.cso-effectiveness.org/IMG/pdf/final_istanbul_cso_development_effectiveness_principles_footnote.pdf

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