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Document 52008IP0420

    Seguito dato alla Conferenza di Monterrey del 2002 sul finanziamento dello sviluppo Risoluzione del Parlamento europeo del 23 settembre 2008 sul seguito dato alla Conferenza di Monterrey del 2002 sul finanziamento dello sviluppo (2008/2050(INI))

    GU C 8E del 14.1.2010, p. 1–7 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    14.1.2010   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 8/1


    Martedì 23 settembre 2008
    Seguito dato alla Conferenza di Monterrey del 2002 sul finanziamento dello sviluppo

    P6_TA(2008)0420

    Risoluzione del Parlamento europeo del 23 settembre 2008 sul seguito dato alla Conferenza di Monterrey del 2002 sul finanziamento dello sviluppo (2008/2050(INI))

    2010/C 8 E/01

    Il Parlamento europeo,

    visto il Consenso di Monterrey adottato dalla Conferenza internazionale delle Nazioni Unite (ONU) sul finanziamento dello sviluppo, tenutasi a Monterrey, Messico, dal 18 al 22 marzo 2002, (la Conferenza di Monterrey),

    visti gli impegni assunti dagli Stati membri in occasione del Consiglio europeo di Barcellona il 14 marzo 2002 (impegni di Barcellona),

    vista la sua risoluzione del 25 aprile 2002 sul finanziamento allo sviluppo (1),

    vista la sua risoluzione del 7 febbraio 2002 sul finanziamento dell'aiuto allo sviluppo (2),

    vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: «Il consenso europeo» (3), firmata il 20 dicembre 2005,

    vista la comunicazione della Commissione del 9 aprile 2008 intitolata «L'Ue partner mondiale per lo sviluppo — Accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio» (COM(2008)0177),

    vista la comunicazione della Commissione del 4 aprile 2007 intitolata «Onorare le promesse dell'Europa per quanto riguarda il finanziamento dello sviluppo» (COM(2007)0164),

    vista la comunicazione della Commissione del 2 marzo 2006 intitolata «Finanziamento dello sviluppo ed efficacia degli aiuti — Le sfide poste dall'aumento degli aiuti UE nel periodo 2006-2010» (COM(2006)0085),

    vista la comunicazione della Commissione del 12 aprile 2005 intitolata «Accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio — Finanziamento dello sviluppo ed efficacia degli aiuti» (COM(2005)0133),

    vista la comunicazione della Commissione del 5 marzo 2004 intitolata «Messa in pratica del consenso di Monterrey: il contributo dell'Unione europea» (COM(2004)0150),

    viste le conclusioni del Consiglio europeo del 14 marzo 2002 relativamente alla Conferenza sul finanziamento dello sviluppo (Monterrey, Messico, 18-22 marzo 2002),

    visti gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) approvati al vertice ONU del millennio tenutosi a New York dal 6 all'8 settembre 2000 e riaffermati in occasione delle successive conferenze delle Nazioni Unite, in particolare la conferenza di Monterrey,

    visto l'impegno assunto al Consiglio europeo di Göteborg del 15-16 giugno 2001 da parte degli Stati membri di raggiungere l'obiettivo fissato dall'ONU di portare l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) allo 0,7 % del reddito nazionale lordo (RNL),

    vista la comunicazione della Commissione del 2 marzo 2006 intitolata «Gli aiuti dell'UE: dare di più, meglio e più rapidamente» (COM(2006)0087),

    vista la sua risoluzione del 22 maggio 2008 sul seguito dato alla dichiarazione di Parigi del 2005 sull'efficacia degli aiuti (4),

    visto l'articolo 45 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per i bilanci (A6-0310/2008),

    A.

    considerando che, per la seconda volta nella storia, l'ONU organizza una conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo, che si terrà a Doha dal 29 novembre al 2 dicembre 2008 per riunire i capi di Stato e di governo e i ministri non solo dello sviluppo, ma anche delle finanze, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni finanziarie internazionali, del settore bancario privato e delle imprese, nonché della società civile, al fine di valutare i progressi compiuti dalla Conferenza di Monterrey,

    B.

    considerando che, per raggiungere gli OSM, occorrono finanziamenti molto più elevati,

    C.

    considerando che il finanziamento dello sviluppo va considerato il modo più efficace, dal punto di vista dei costi, per rispondere alle esigenze di sviluppo del pianeta e all'insicurezza globale,

    D.

    considerando che la necessità di risorse adeguate, prevedibili e sostenibili è più urgente che mai, tenuto conto soprattutto della sfida posta dal cambiamento climatico e delle implicazioni dello stesso, tra cui le catastrofi naturali, nonché della particolare vulnerabilità dei paesi in via di sviluppo,

    E.

    considerando che l'Unione europea è il maggiore donatore mondiale di aiuti, un membro di primo piano delle istituzioni finanziarie internazionali e il principale partner commerciale dei paesi in via di sviluppo,

    F.

    considerando che l'Unione europea si è impegnata a seguire un calendario chiaro e vincolante per il raggiungimento dell'obiettivo dello 0,56 % del RNL entro il 2010 e dello 0,7 % del RNL entro il 2015,

    G.

    considerando che, se le tendenze attuali relative ai livelli di APS degli Stati membri si confermeranno, alcuni di essi non raggiungeranno gli obiettivi che si sono impegnati a conseguire entro il 2010, corrispondenti rispettivamente allo 0,51 % del RNL per gli UE 15 (ossia gli Stati membri dell'Unione prima dell'allargamento del 2004) e allo 0,17 % del RNL per gli UE 12 (ossia gli Stati membri che hanno aderito all'Unione il 1o maggio 2004 e il 1o gennaio 2007),

    H.

    considerando che gli aiuti programmabili all'Africa sono in crescita, nonostante la flessione generalizzata dell'APS nel 2007,

    I.

    considerando che, di recente, sono emerse nuove sfide in materia di sviluppo, tra cui il cambiamento climatico, i mutamenti strutturali sui mercati dei prodotti di base e in particolare quelli dei prodotti alimentari e petroliferi, nonché nuove tendenze importanti nella cooperazione sud-sud, ad esempio il sostegno della Cina alla realizzazione di infrastrutture in Africa e l'erogazione di prestiti da parte della Banca brasiliana per lo sviluppo (BNDES) in America latina,

    J.

    considerando che in molti paesi in via di sviluppo i servizi finanziari sono sottosviluppati a causa di numerosi fattori, quali restrizioni alla prestazione di servizi, mancanza di certezza giuridica e caratteristiche dei diritti di proprietà;

    1.

    ribadisce il suo impegno a favore dell'eliminazione della povertà, dello sviluppo sostenibile e del raggiungimento degli OSM, in quanto unici mezzi per realizzare la giustizia sociale e migliorare la qualità della vita di circa un miliardo di persone nel mondo che vivono in condizioni di estrema povertà, definita come la disponibilità di un reddito di meno di 1 USD al giorno;

    2.

    invita gli Stati membri a operare una netta distinzione tra spesa per lo sviluppo e spesa a sostegno degli interessi di politica estera; sottolinea, a tale proposito, che l'APS dovrebbe essere in linea con i criteri in materia definiti dal Comitato per l'assistenza allo sviluppo dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE/CAS) e con le raccomandazioni dell'OCSE/CAS sullo svincolo dell'aiuto pubblico allo sviluppo;

    3.

    sottolinea l'assoluta necessità che l'Unione europea punti al massimo livello di coordinamento possibile per conseguire la coerenza con le altre politiche comunitarie (ambiente, migrazione, diritti umani, agricoltura, ecc.) ed evitare le duplicazioni di attività e l'incoerenza delle stesse;

    4.

    ricorda che le misure tempestive e necessarie che l'Unione europea deve adottare per far fronte alle gravi ripercussioni dell'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari nei paesi in via di sviluppo non dovrebbero essere considerate come facenti parte dello sforzo finanziario richiesto dal consenso di Monterrey, né essere attuate nel quadro di tale sforzo; attende pertanto una proposta concreta da parte della Commissione sull'utilizzo dei fondi di emergenza;

    5.

    sottolinea che, in alcuni paesi partner, gli oneri amministrativi eccessivi e sproporzionati pregiudicano l'efficacia degli aiuti allo sviluppo e teme che detti oneri possano compromettere il raggiungimento degli OSM;

    6.

    rileva che l'Unione europea deve ancora trovare il giusto equilibrio fra due approcci contraddittori nei confronti dell'aiuto allo sviluppo: da un lato, confidare nell'adeguata allocazione dei finanziamenti da parte dei paesi partner e sostenere le loro amministrazioni nello sviluppo di strumenti adeguati per l'utilizzazione dei fondi; dall'altro, stabilire la destinazione degli aiuti in modo da evitare abusi o un'allocazione inefficiente;

    Volume dell'APS

    7.

    fa osservare che, nel campo dell'APS, l'Unione europea è il principale donatore mondiale ed eroga circa il 60 % dell'aiuto pubblico allo sviluppo a livello mondiale; valuta altresì positivamente il fatto che il contributo dell'Unione europea all'APS globale sia aumentato negli anni; invita tuttavia la Commissione a fornire dati chiari e trasparenti sulla quota del bilancio dell'Unione europea destinata all'aiuto allo sviluppo al fine di valutare il seguito dato al consenso di Monterrey da tutti i donatori europei; si rammarica inoltre del fatto che il livello dei contributi finanziari erogati dall'Unione europea ai paesi in via di sviluppo abbia scarsa visibilità e invita la Commissione a sviluppare strumenti di comunicazione e d'informazione adeguati e mirati onde incrementare la visibilità dell'aiuto allo sviluppo dell'Unione europea;

    8.

    accoglie positivamente il fatto che l'Unione europea abbia raggiunto il suo obiettivo vincolante in materia di APS, corrispondente a una media comunitaria dello 0,39 % del RNL entro il 2006, ma rileva la flessione allarmante degli aiuti dell'Unione europea nel 2007, passati dai 47,7 miliardi di euro del 2006 (0,41 % del RNL complessivo dell'Unione europea) ai 46,1 miliardi di euro del 2007 (0,38 % del RNL complessivo dell'Unione europea) e invita gli Stati membri a incrementare il volume dell'APS al fine di raggiungere l'obiettivo promesso di un aiuto pari allo 0,56 % del RNL nel 2010;

    9.

    insiste sul fatto che non si dovranno verificare altre riduzioni dell'APS dichiarato dagli Stati membri; sottolinea che, se l'attuale tendenza si protrarrà, l'Unione europea avrà versato 75 miliardi di euro in meno di quanto promesso per il periodo 2005-2010;

    10.

    esprime serie preoccupazioni circa il fatto che la maggior parte degli Stati membri (18 su 27, in particolare Lettonia, Italia, Portogallo, Grecia e Repubblica ceca) non è stata in grado di aumentare il proprio livello di APS tra il 2006 e il 2007 e che in alcuni paesi, quali Belgio, Francia e Regno Unito, gli aiuti hanno addirittura registrato una drastica riduzione, dell'ordine di più del 10 %; invita gli Stati membri a rispettare il volume di APS che si sono impegnati a erogare; osserva con soddisfazione che alcuni Stati membri (Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Spagna, Svezia e Paesi Bassi) sono certi di raggiungere gli obiettivi APS per il 2010 ed ha fiducia nel fatto che questi Stati membri manterranno i loro livelli elevati di APS;

    11.

    accoglie con favore la posizione ferma adottata dalla Commissione quanto al fatto che gli sforzi si devono concentrare sia sulla quantità sia sulla qualità dell'aiuto allo sviluppo erogato dagli Stati membri e si associa risolutamente alla Commissione nel mettere in guardia dalle potenziali ripercussioni altamente negative di un mancato rispetto degli obblighi finanziari da parte degli Stati membri; invita la Commissione ad avvalersi della sua esperienza e autorità per convincere altri donatori pubblici e privati a onorare le proprie promesse finanziarie;

    12.

    è estremamente preoccupato dal fatto che alcuni Stati membri stiano ritardano gli incrementi dell'APS, con un perdita netta per i paesi in via di sviluppo di oltre 17 miliardi EUR;

    13.

    accoglie positivamente l'approccio seguito da alcuni Stati membri, consistente nella definizione di calendari pluriennali vincolanti per incrementare i livelli di APS in modo da conseguire l'obiettivo ONU dello 0,7 % entro il 2015; invita gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto a rendere noti quanto prima i loro calendari pluriennali; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero adottare tale approccio prima della summenzionata prossima Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo, che si terrà a Doha, e rispettare i loro impegni;

    14.

    osserva che le diminuzioni registrate nel 2007 quanto ai livelli di aiuti dichiarati sono dovute, in alcuni casi, all'aumento artificiale delle cifre relative al 2006 provocato dalla remissione del debito; invita gli Stati membri ad aumentare il livello dell'APS in modo sostenibile, escludendo dai relativi importi la componente relativa alla remissione del debito;

    15.

    ritiene totalmente inaccettabile la discrepanza tra le frequenti promesse di maggiore assistenza finanziaria e le somme notevolmente inferiori che vengono effettivamente erogate ed esprime preoccupazione per il fatto che alcuni Stati membri diano segni di stanchezza in materia di aiuti;

    16.

    sottolinea che la consultazione dei governi dei paesi partner, dei parlamenti nazionali e delle organizzazioni della società civile è essenziale nella presa di decisioni concernenti il volume e la destinazione dell'APS;

    Rapidità, flessibilità, prevedibilità e sostenibilità dei flussi finanziari

    17.

    sottolinea che le esigenze di assistenza devono essere soddisfatte in modo tempestivo ed esprime insoddisfazione riguardo al fatto che i processi di erogazione degli aiuti subiscono spesso ritardi ingiustificati;

    18.

    sottolinea la necessità di trovare un equilibrio tra una certa flessibilità nell'erogazione dei fondi per la cooperazione al fine di rispondere a circostanze nuove, ad esempio l'incremento dei prezzi degli alimenti, e l'esigenza che i finanziamenti siano prevedibili, onde consentire ai paesi partner di pianificare uno sviluppo sostenibile nonché l'adattamento al cambiamento climatico e la sua mitigazione;

    19.

    chiede fermamente che siano osservati appieno i principi di un'attività di prestito e di finanziamento responsabile per far sì che l'erogazione di prestiti e le operazioni di finanziamento siano sostenibili in termini di sviluppo economico e ambientale, in linea con i «principi dell'equatore»; invita la Commissione a partecipare alla definizione di tali principi e a esercitare pressioni nei forum internazionali per l'adozione di misure vincolanti volte a far sì che tali principi siano applicati in modo da coprire anche i nuovi attori dello sviluppo nei settori pubblico e privato;

    Debito e fuga di capitali

    20.

    sostiene senza riserve gli sforzi compiuti dai paesi in via di sviluppo per mantenere la sostenibilità a lungo termine del debito e attuare l'Iniziativa a favore dei paesi poveri fortemente indebitati (HIPC), essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio; deplora tuttavia il fatto che dai programmi di remissione del debito sia escluso un gran numero di paesi per i quali il debito continua ad essere un ostacolo al conseguimento degli OSM; insiste sull'urgenza di un dibattito internazionale sull'estensione delle misure internazionali di riduzione a numerosi paesi indebitati attualmente esclusi dall'iniziativa HIPC;

    21.

    invita la Commissione ad affrontare la questione del debito «odioso» o illegittimo — ossia il debito dovuto a prestiti irresponsabili, interessati, sconsiderati o iniqui — e dei principi di una finanza responsabile nel quadro dei negoziati multilaterali sulla remissione del debito; accoglie positivamente l'invito della Commissione a intervenire per limitare i diritti di rimborso dei creditori commerciali e dei cosiddetti «fondi avvoltoio» in caso di procedimenti giudiziari;

    22.

    invita tutti gli Stati membri ad aderire al quadro per la sostenibilità del debito e a chiederne lo sviluppo per tenere conto del debito interno e del fabbisogno finanziario dei singoli paesi; invita tutti gli Stati membri a riconoscere che la responsabilità dei creditori non si limita al rispetto del quadro di sostenibilità, ma comprende anche gli aspetti seguenti:

    presa in considerazione della vulnerabilità agli shock esterni dei paesi debitori, prevedendo in tal caso la possibilità di sospendere o di alleggerire il rimborso;

    inclusione, negli accordi di prestito, di requisiti in materia di trasparenza per entrambe le parti;

    maggiore vigilanza nel garantire che i prestiti non contribuiscano a violazioni dei diritti umani o ad aumentare la corruzione;

    23.

    esorta l'Unione europea a incoraggiare gli sforzi internazionali intesi a istituire una qualche forma di procedura internazionale di insolvenza o una procedura di arbitrato equa e trasparente per risolvere in modo efficiente e imparziale qualsiasi futura crisi del debito;

    24.

    si rammarica del fatto che la Commissione non ponga maggiormente l'accento sulla mobilitazione delle risorse interne per finanziare lo sviluppo, dal momento che esse sono fonte di maggiore autonomia per i paesi in via di sviluppo; incoraggia gli Stati membri a partecipare appieno all'iniziativa di trasparenza delle industrie estrattive (EITI) e a chiederne il rafforzamento; invita la Commissione a chiedere all'International Accounting Standards Board (IASB) di includere tra le norme contabili internazionali un obbligo di rendicontazione, paese per paese, sull'attività delle multinazionali in tutti i settori;

    25.

    si rammarica del fatto che il pacchetto di comunicazioni della Commissione sull'efficacia degli aiuti (COM(2008)0177) non faccia menzione della fuga di capitali quale fattore di rischio per le economie dei paesi in via di sviluppo; sottolinea che la fuga di capitali danneggia gravemente lo sviluppo di sistemi economici sostenibili in tali paesi e ricorda che l'evasione fiscale costa ogni anno ai paesi in via di sviluppo più di quanto essi non ricevano sotto forma di aiuto pubblico allo sviluppo; invita la Commissione a includere nelle sue politiche misure intese a prevenire la fuga di capitali, come richiesto dal Consenso di Monterrey, tra cui un'analisi obiettiva delle cause della fuga di capitali, al fine di chiudere i paradisi fiscali, alcuni dei quali si trovano all'interno dell'Unione europea o operano in stretto collegamento con gli Stati membri;

    26.

    nota in particolare che, secondo la Banca mondiale, la parte illecita di tale fuga di capitali ammonta ogni anno a una cifra compresa tra i 1 000 e i 1 600 miliardi USD, metà dei quali proviene da paesi in via di sviluppo; sostiene gli sforzi internazionali intrapresi per il congelamento e il recupero dei beni sottratti e invita gli Stati che non l'hanno ancora fatto a ratificare la Convezione ONU contro la corruzione; deplora la mancanza di sforzi analoghi per combattere l'evasione fiscale e invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'estensione, a livello mondiale, del principio dello scambio automatico delle informazioni fiscali, a chiedere che il Codice di condotta contro l'evasione fiscale in corso di elaborazione presso il Consiglio economico e sociale dell'ONU (ECOSOC ONU) sia allegato alla dichiarazione di Doha e a sostenere la trasformazione del Comitato di esperti sulla cooperazione internazionale in materia fiscale delle Nazioni Unite in un organo intergovernativo vero e proprio, dotato di strumenti rafforzati e incaricato accanto all'OCSE di contrastare l'evasione fiscale a livello internazionale;

    Meccanismi di finanziamento innovativi

    27.

    accoglie positivamente le proposte relative a meccanismi di finanziamento innovativi avanzate dagli Stati membri e invita la Commissione a esaminarle sulla base dei parametri della facilità di applicazione pratica, della sostenibilità, dell'addizionalità, dei costi delle transazioni e dell'efficacia; chiede meccanismi e strumenti finanziari atti a reperire nuove risorse senza mettere a repentaglio i futuri flussi finanziari;

    28.

    chiede meccanismi e strumenti finanziari che permettano di mobilitare i capitali privati, come indicato nel Consenso di Monterrey, e approntare garanzie creditizie;

    29.

    invita la Commissione a potenziare notevolmente il finanziamento delle misure di adeguamento al cambiamento climatico e di mitigazione dei suoi effetti nei paesi in via di sviluppo, in particolare nel quadro dell'Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico; sottolinea l'acuta necessità di finanziamenti, ben al di là degli attuali flussi APS, dal momento che il solo aiuto pubblico allo sviluppo non può offrire un sostegno adeguato alle misure di adeguamento al cambiamento climatico e di mitigazione dei suoi effetti nei paesi in via di sviluppo; sottolinea che, a tale fine, occorre sviluppare con urgenza meccanismi finanziari innovativi, quali tasse sul traffico aereo e il petrolio, e che è altresì opportuno destinare a tale scopo i proventi della messa all'asta delle quote nel quadro del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS);

    30.

    plaude alla proposta della Commissione di istituire un meccanismo mondiale di finanziamento contro il cambiamento climatico, fondato sul principio dell'anticipazione degli aiuti, per finanziare misure di adeguamento e mitigazione nei paesi in via di sviluppo; invita gli Stati membri e la Commissione ad assumere impegni finanziari consistenti per dare urgentemente attuazione alla proposta;

    31.

    invita la Commissione e gli Stati membri a destinare almeno il 25 % dei futuri proventi della messa all'asta delle quote di emissione nel quadro del sistema ETS dell'Unione europea al finanziamento di misure di adeguamento al cambiamento climatico e di mitigazione dei suoi effetti da realizzare nei paesi in via di sviluppo;

    32.

    invita la Commissione a sviluppare l'accesso ai finanziamenti per i piccoli imprenditori e agricoltori, quale mezzo per aumentare la produzione alimentare e fornire una soluzione sostenibile alla crisi alimentare;

    33.

    invita la Banca europea per gli investimenti (BEI) a studiare le possibilità di istituire immediatamente un fondo di garanzia a sostegno di meccanismi di micro-credito e di copertura dei rischi che risponda esattamente alle esigenze dei produttori locali di generi alimentari nei paesi in via di sviluppo più poveri;

    34.

    plaude alla proposta, presentata in seno all'ONU, di istituire un fondo di genere aperto a più donatori, che sarebbe gestito dal Fondo di sviluppo delle Nazioni unite per le donne (UNIFEM), con l'obiettivo di promuovere e finanziare politiche per l'uguaglianza di genere nei paesi in via di sviluppo; invita il Consiglio e la Commissione a valutare e sostenere tale iniziativa internazionale;

    35.

    esorta a raddoppiare gli sforzi intesi a promuovere lo sviluppo dei servizi finanziari, dal momento che il settore bancario è in grado di liberare finanziamenti locali a favore dello sviluppo e che un settore dei servizi finanziari stabile rappresenta altresì il modo migliore per contrastare la fuga di capitali;

    36.

    invita tutte le parti interessate a riconoscere appieno l'enorme potenziale che le risorse naturali rappresentano in termini di entrate; considera in proposito essenziale che le industrie del settore delle risorse siano trasparenti; reputa che, sebbene l'EITI e il processo di Kimberley vadano nella giusta direzione, sia necessario fare molto di più per promuovere la gestione trasparente dell'industria delle risorse e dei suoi introiti;

    Riforma dei sistemi internazionali

    37.

    invita il Consiglio e la Commissione a includere il Fondo europeo di sviluppo nel bilancio dell'Unione europea in occasione della revisione intermedia 2008/2009, al fine di rafforzare la legittimità democratica di una componente importante della politica di sviluppo dell'Unione e del suo bilancio;

    38.

    prende atto del primo passo, compiuto nell'aprile 2008, verso una migliore rappresentanza dei paesi in via di sviluppo in seno al Fondo monetario internazionale (FMI); deplora che la ripartizione dei diritti di voto in seno all'FMI continui a rispondere essenzialmente a una ponderazione fondata sulla ricchezza; chiede alla Commissione e agli Stati membri di manifestare il loro interesse per una presa di decisioni a doppia maggioranza (azionisti/Stati) in seno all'istituzione responsabile della stabilità finanziaria internazionale, ossia l'FMI;

    39.

    invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare la conferenza internazionale sul seguito dato al finanziamento per lo sviluppo citata in precedenza, che si terrà a Doha, quale opportunità per presentare una posizione comune dell'Unione in materia di sviluppo finalizzata al raggiungimento degli OSM attraverso un approccio sostenibile;

    40.

    invita gli Stati membri ad avviare una riforma rapida e ambiziosa della Banca mondiale affinché le parti maggiormente interessate dai suoi programmi siano meglio rappresentate;

    *

    * *

    41.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'Organizzazione mondiale del commercio, all'FMI, al gruppo della Banca mondiale e all'ECOSOC ONU.


    (1)  GU C 131 E del 5.6.2003, pag. 164.

    (2)  GU C 284 E del 21.11.2002, pag. 315.

    (3)  GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

    (4)  Testi approvati, P6_TA(2008)0237.


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