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Document 32019R0560

    Regolamento di esecuzione (UE) 2019/560 del Consiglio, dell'8 aprile 2019, che attua il regolamento (UE) n. 359/2011 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran

    ST/6585/2019/INIT

    GU L 98 del 9.4.2019, p. 1–12 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    Legal status of the document In force

    ELI: http://data.europa.eu/eli/reg_impl/2019/560/oj

    9.4.2019   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    L 98/1


    REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/560 DEL CONSIGLIO

    dell'8 aprile 2019

    che attua il regolamento (UE) n. 359/2011 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran

    IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

    visto il regolamento (UE) n. 359/2011 del Consiglio, del 12 aprile 2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran (1), in particolare l'articolo 12, paragrafo 1,

    vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,

    considerando quanto segue:

    (1)

    Il 12 aprile 2011 il Consiglio ha adottato il regolamento (UE) n. 359/2011.

    (2)

    In base ad un riesame della decisione 2011/235/PESC del Consiglio (2), il Consiglio ha deciso che è opportuno prorogare le misure restrittive ivi previste fino al 13 aprile 2020.

    (3)

    Il Consiglio ha inoltre concluso che è opportuno aggiornare le voci riguardanti 51 persone e un'entità figuranti nell'allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011.

    (4)

    È pertanto opportuno modificare di conseguenza l'allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011,

    HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

    Articolo 1

    L'allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011 è modificato come indicato nell'allegato del presente regolamento.

    Articolo 2

    Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

    Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

    Fatto a Luxembourg, l'8 aprile 2019

    Per il Consiglio

    La presidente

    F. MOGHERINI


    (1)  GU L 100 del 14.4.2011, pag. 1.

    (2)  Decisione 2011/235/PESC del Consiglio, del 12 aprile 2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran (GU L 100 del 14.4.2011, pag. 51).


    ALLEGATO

    Persone

     

    Nome

    Informazioni identificative

    Motivi

    Data di inserimento nell'elenco

    «1.

    AHMADI-MOQADDAM Esmail

    Luogo di nascita: Teheran (Iran)

    Data di nascita: 1961

    Ex consigliere di alto livello per la sicurezza presso il capo di stato maggiore delle forze armate. Capo della polizia nazionale iraniana dal 2005 fino all'inizio del 2015. Inoltre, capo della polizia Criminalità informatica iraniana (in elenco) dal gennaio 2011 fino all'inizio del 2015. Le forze sotto il suo comando hanno condotto brutali attacchi contro pacifiche manifestazioni di protesta e un violento assalto alla Casa dello studente dell'Università di Teheran nella notte del 15 giugno 2009. Attualmente capo del quartier generale iraniano a sostegno del popolo yemenita.

    12.4.2011

    2.

    ALLAHKARAM Hossein

    Luogo di nascita: Najafabad (Iran)

    Data di nascita: 1945

    Capo di Ansar-e Hezbollah e colonnello del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC). Cofondatore di Ansar-e Hezbollah. Questa forza paramilitare si è resa responsabile di estreme violenze durante la repressione attuata nei confronti degli studenti e delle università nel 1999, 2002 e 2009.

    Detiene un ruolo di primo piano all'interno di un'organizzazione pronta a commettere violazioni dei diritti umani a danno dei cittadini, promuovendo ad esempio le aggressioni nei confronti delle donne per le loro scelte in fatto di abbigliamento.

    12.4.2011

    4.

    FAZLI Ali

     

    Vice comandante delle forze Basij, capo del corpo Seyyed al-Shohada dell'IRGC nella provincia di Teheran (fino al febbraio 2010). Il corpo Seyyed al-Shohada è incaricato della sicurezza nella provincia di Teheran e ha svolto un ruolo chiave nella brutale repressione dei manifestanti del 2009.

    12.4.2011

    7.

    KHALILI Ali

     

    Generale dell'IRGC, con un ruolo di primo piano all'interno della base Sarollah. Ha firmato una lettera, inviata al Ministero della sanità il 26 giugno 2009, che vietava la presentazione di documenti o dossier medici alle persone ferite o ricoverate in ospedale durante gli avvenimenti post elettorali.

    12.4.2011

    8.

    MOTLAGH Bahram Hosseini

     

    Capo dell'accademia di comando e stato maggiore dell'esercito (DAFOOS). Ex capo del corpo Seyyed al-Shohada dell'IRGC nella provincia di Teheran. Il corpo Seyyed al-Shohada ha svolto un ruolo chiave nell'organizzare la repressione delle manifestazioni di protesta nel 2009.

    12.4.2011

    10.

    RADAN Ahmad-Reza

    Luogo di nascita: Isfahan (Iran)

    Data di nascita: 1963

    In precedenza responsabile del centro di studi strategici della forza di sicurezza iraniana, un organismo collegato alla polizia nazionale. Capo del centro di studi strategici di polizia, vicecapo della polizia nazionale iraniana fino al giugno 2014. In qualità di vicecapo della polizia nazionale dal 2008, Radan si è reso responsabile di pestaggi, omicidi nonché arresti e detenzioni arbitrari commessi dalle forze di polizia contro i manifestanti. Attualmente comandante dell'IRGC incaricato di addestrare le forze “antiterrorismo” irachene.

    12.4.2011

    11.

    RAJABZADEH Azizollah

     

    Ex capo dell'Organizzazione di Teheran per l'attenuazione degli effetti delle catastrofi (TDMO). In qualità di capo della polizia di Teheran fino al gennaio 2010, si è reso responsabile di attacchi violenti da parte delle forze di polizia contro manifestanti e studenti. In qualità di comandante delle forze dell'ordine nella Grande Teheran, Azizollah Rajabzadeh era l'esponente di grado più elevato accusato nei casi di abusi perpetrati nel carcere di Kahrizak nel dicembre 2009.

    12.4.2011

    13.

    TAEB Hossein

    Luogo di nascita: Teheran

    Data di nascita: 1963

    Capo dell'intelligence dell'IRGC dall'ottobre 2009. Comandante delle forze Basij fino all'ottobre 2009. Le forze sotto il suo comando hanno partecipato a pestaggi di massa, omicidi, detenzioni e torture nei confronti di pacifici manifestanti.

    12.4.2011

    14.

    SHARIATI Seyeed Hassan

     

    Consigliere e membro della 28a sezione della Corte suprema. Capo della magistratura di Mashhad fino al settembre 2014. I processi sotto la sua supervisione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati e sulla base di confessioni estorte a mezzo di pressioni e torture. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

    12.4.2011

    15.

    DORRI-NADJAFABADI Ghorban-Ali

    Luogo di nascita: Najafabad (Iran)

    Data di nascita: 1945

    Membro dell'Assemblea di esperti e rappresentante del leader supremo nella provincia Markazi (Centrale) nonché capo della Corte suprema amministrativa. Procuratore generale dell'Iran fino al settembre 2009 nonché ex ministro dell'intelligence sotto la presidenza Khatami. In qualità di procuratore generale dell'Iran, ha ordinato e sovrinteso ai processi farsa seguiti alle prime manifestazioni di protesta post-elettorali, in cui agli imputati è stato negato il diritto ad un avvocato.

    12.4.2011

    16.

    HADDAD Hassan (alias Hassan ZAREH DEHNAVI)

     

    Ex viceresponsabile della sicurezza del tribunale rivoluzionario di Teheran. Ex giudice, sezione 26 del tribunale rivoluzionario di Teheran. Incaricato dei casi di detenuti collegati alle crisi post elettorali, ha periodicamente minacciato le famiglie dei detenuti per ridurle al silenzio. Ha svolto un ruolo importante nell'emissione degli ordini di detenzione nel carcere di Kahrizak nel 2009. Nel novembre 2014, il suo ruolo nella morte di detenuti è stato ufficialmente riconosciuto dalle autorità iraniane.

    12.4.2011

    17.

    SOLTANI Hodjatoleslam Seyed Mohammad

     

    Capo dell'Organizzazione per la propaganda islamica nella provincia di Khorasan-Razavi. Giudice del tribunale rivoluzionario di Mashhad fino al 2013. I processi sotto la sua giurisdizione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

    12.4.2011

    18.

    HEYDARIFAR Ali-Akbar

     

    Ex giudice, tribunale rivoluzionario di Teheran. Ha partecipato ai processi contro i manifestanti. È stato interrogato dalla magistratura sugli abusi perpetrati a Kahrizak. Ha svolto un ruolo importante nell'emissione degli ordini di detenzione dei detenuti nel carcere di Kahrizak nel 2009. Nel novembre 2014, il suo ruolo nella morte di detenuti è stato ufficialmente riconosciuto dalle autorità iraniane.

    12.4.2011

    19.

    JAFARI-DOLATABADI Abbas

    Luogo di nascita: Yazd (Iran)

    Data di nascita: 1953

    Procuratore generale di Teheran dall'agosto 2009. La procura di Dolatabadi ha incriminato un numero elevato di manifestanti, compresi partecipanti alle manifestazioni di protesta della giornata di Ashura nel dicembre 2009. Ha ordinato la chiusura della procura di Karroubi nel settembre 2009 e l'arresto di diversi esponenti politici riformisti e ha messo al bando due partiti politici riformisti nel giugno 2010. La sua procura ha incriminato i manifestanti con l'accusa di Muharebeh, o ribellione contro Dio, che comporta la condanna a morte, e negato il giusto processo alle persone esposte alla pena capitale. La sua procura ha inoltre perseguitato e arrestato riformisti, attivisti per i diritti umani ed esponenti dei media nell'ambito di una vasta repressione dell'opposizione politica.

    Nell'ottobre 2018 ha annunciato ai media che quattro attivisti ambientali iraniani detenuti sarebbero stati accusati di “seminare corruzione sulla terra”, un'accusa che comporta la condanna a morte.

    12.4.2011

    20.

    MOGHISSEH Mohammad (alias NASSERIAN)

     

    Giudice, capo della sezione 28 del tribunale rivoluzionario di Teheran. Ritenuto anche responsabile delle condanne di membri della comunità bahài. Si è occupato di casi post-elettorali. Ha inflitto condanne a lunghe pene detentive durante gli ingiusti processi contro attivisti sociali e politici e giornalisti e varie condanne a morte nei confronti di manifestanti ed attivisti sociali e politici.

    12.4.2011

    22.

    MORTAZAVI Said

    Luogo di nascita: Meybod, Yazd (Iran)

    Data di nascita: 1967

    Procuratore generale di Teheran fino all'agosto 2009. In qualità di procuratore generale di Teheran, ha emesso un ordine generale di detenzione di centinaia di attivisti, giornalisti e studenti. Nel gennaio 2010 un'inchiesta parlamentare lo ha ritenuto direttamente responsabile della detenzione di tre prigionieri che in seguito sono morti in prigione. È stato sospeso dall'incarico nell'agosto 2010 a seguito di un'indagine della magistratura iraniana sul suo ruolo nella morte dei tre uomini detenuti su suo ordine dopo le elezioni. Nel novembre 2014 il suo ruolo nella morte di detenuti è stato ufficialmente riconosciuto dalle autorità iraniane. Il 19 agosto 2015 un tribunale iraniano lo ha assolto da accuse legate alla tortura e alla morte di tre giovani uomini avvenute presso il carcere di Kahrizak nel 2009.

    12.4.2011

    24.

    MORTAZAVI Amir

     

    Vicecapo dell'unità responsabile degli affari sociali e della prevenzione della criminalità presso la magistratura della provincia di Khorasan-Razavi. Viceprocuratore di Mashhad fino ad almeno il 2015. I processi sotto la sua giurisdizione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa, le sentenze capitali sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

    12.4.2011

    25.

    SALAVATI Abdolghassem

     

    Giudice, capo della sezione 15 del tribunale rivoluzionario di Teheran. Giudice istruttore presso il tribunale di Teheran. Incaricato dei casi post-elettorali, è stato il giudice che ha presieduto i “processi farsa” dell'estate 2009 e ha condannato a morte due monarchici chiamati a comparire in detti processi farsa. Ha condannato a lunghe pene detentive oltre un centinaio di prigionieri politici, attivisti per i diritti umani e manifestanti.

    Nel 2018 è emerso che ha continuato a infliggere condanne analoghe senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

    12.4.2011

    28.

    YASAGHI Ali-Akbar

     

    Giudice della Corte suprema a capo della 44a sezione. Viceamministratore delegato della fondazione Setad-e Dieh. Presidente del tribunale rivoluzionario di Mashhad (2001-2011). I processi sotto la sua giurisdizione sono stati condotti in maniera sommaria e a porte chiuse, senza rispettare i diritti fondamentali degli imputati. Dato che le sentenze di esecuzione sono state emesse in massa (fino a 550 sentenze tra l'estate 2009 e l'estate 2011), le condanne a morte sono state inflitte senza la corretta osservanza di eque procedure di audizione.

    12.4.2011

    30.

    ESMAILI Gholam-Hossein

     

    Capo della magistratura di Teheran. Ex capo dell'organizzazione carceraria dell'Iran. In tale veste, è stato complice della detenzione massiccia di manifestanti politici e ha coperto gli abusi perpetrati nel sistema carcerario.

    12.4.2011

    31.

    SEDAQAT Farajollah

     

    Vicesegretario dell'amministrazione carceraria generale a Teheran. Capo della prigione di Evin a Teheran fino all'ottobre 2010 nel periodo in cui ebbero luogo le torture. È stato direttore e ha minacciato e fatto pressione sui prigionieri in numerose occasioni.

    12.4.2011

    32.

    ZANJIREI Mohammad-Ali

     

    In qualità di consigliere di alto livello del capo, nonché vicecapo, dell'organizzazione carceraria dell'Iran, si è reso responsabile di gravi violazioni dei diritti umani nei confronti dei detenuti. Ha amministrato un sistema in cui i detenuti, costretti a vivere in condizioni deplorevoli, sono stati vittime di abusi, torture e trattamenti disumani/degradanti.

    12.4.2011

    33.

    ABBASZADEH-MESHKINI Mahmoud

     

    Consigliere presso l'Alto Consiglio per i diritti umani dell'Iran. Ex segretario dell'Alto Consiglio per i diritti umani. Ex governatore della provincia di Ilam. Ex direttore politico del ministero dell'interno. In qualità di presidente del Comitato dell'articolo 10 della legge sulle attività dei partiti e dei gruppi politici, era incaricato dell'autorizzazione delle manifestazioni e di altri eventi pubblici nonché della registrazione dei partiti politici.

    Nel 2010 ha sospeso le attività di due partiti politici riformisti collegati a Mousavi – il Fronte di partecipazione dell'Iran islamico e l'Organizzazione dei Mujahidin della rivoluzione islamica. Dal 2009 in poi ha costantemente e continuamente vietato tutte le riunioni non governative, negando in tal modo il diritto costituzionale alla protesta e causando l'arresto di molti manifestanti pacifici in violazione del diritto di riunione.

    Nel 2009 ha inoltre negato all'opposizione l'autorizzazione a svolgere una cerimonia commemorativa in onore delle vittime delle proteste relative alle elezioni presidenziali.

    10.10.2011

    35.

    AKHARIAN Hassan

     

    Responsabile del reparto 1 della prigione di Radjaishahr, Karadj, fino al luglio 2010. Diversi ex detenuti hanno denunciato che ha fatto ricorso alla tortura e che ha impartito l'ordine di negare l'assistenza medica ai detenuti. Secondo la trascrizione di un presunto detenuto della prigione di Radjaishahr, quest'ultimo era picchiato violentemente da tutti i guardiani e Akharian ne era pienamente informato. Nel periodo in cui Akharian ha ricoperto tale incarico è stato riportato almeno un caso di maltrattamenti e morte di un detenuto, Mohsen Beikvand, deceduto nel settembre 2010. Altri prigionieri, ritenuti credibili, sostengono che sia stato ucciso su ordine di Hassan Akharian.

    10.10.2011

    36.

    AVAEE Seyyed Ali-Reza (alias AVAEE Seyyed Alireza)

     

    Ministro della giustizia. Ex direttore dell'ufficio per le indagini speciali. Viceministro dell'interno e responsabile del registro pubblico fino a luglio 2016. Consulente presso il tribunale disciplinare per i giudici a partire dall'aprile 2014. Ex presidente della magistratura di Teheran. In tale veste si è reso responsabile di violazioni dei diritti umani, arresti arbitrari, negazione dei diritti dei detenuti e un elevato numero di esecuzioni.

    10.10.2011

    37.

    BANESHI Jaber

     

    Capo della sezione 22 della Corte di appello di Shiraz dal novembre 2011. Procuratore di Shiraz fino all'ottobre 2011. Procuratore durante la causa per il bombardamento di Shiraz del 2008, utilizzata dal regime per condannare a morte altre persone non correlate a tale episodio. Ha chiesto la condanna a morte ed altre pene severe nei confronti di minoranze, commettendo in tal modo, tra l'altro, una violazione dei loro diritti umani a un processo equo e alla libertà dalla detenzione arbitraria.

    10.10.2011

    38.

    FIRUZABADI gen. d. dott. Seyyed Hasan (alias FIRUZABADI gen. d. dott. Seyed Hassan; FIROUZABADI gen. d. dott. Seyyed Hasan; FIROUZABADI gen. d. dott. Seyed Hassan)

    Luogo di nascita: Mashad

    Data di nascita: 3.2.1951

    In qualità di capo di stato maggiore delle Forze armate unite dell'Iran (dal 1989 al 2016), è stato il comandante militare di grado più elevato incaricato di dirigere tutte le divisioni e politiche militari, compreso il Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC) e la polizia. Nel 2009 le forze nella sua catena di comando formale hanno attuato una brutale repressione di manifestanti pacifici nonché detenzioni di massa.

    Anche membro del Consiglio supremo di sicurezza nazionale (SNSC) e del Consiglio per la determinazione delle scelte.

    10.10.2011

    39.

    GANJI Mostafa Barzegar

     

    Procuratore generale di Qom (2008-2017), attualmente capo della direzione generale delle carceri. Si è reso responsabile della detenzione arbitraria e del maltrattamento di decine di autori di reati a Qom. È stato complice di una grave violazione del diritto al giusto processo, contribuendo all'uso eccessivo e crescente della pena capitale e a un brusco aumento delle esecuzioni nel 2009/2010.

    10.10.2011

    40.

    HABIBI Mohammad Reza

     

    Capo dell'ufficio del ministero della giustizia a Yazd. Ex viceprocuratore di Isfahan. Complice delle condotte volte a negare agli imputati un processo equo – come nel caso di Abdollah Fathi, giustiziato nel maggio 2011 dopo che nel processo del marzo 2010 Habibi aveva ignorato il suo diritto ad essere ascoltato e i suoi problemi di salute mentale. Si è reso pertanto complice di una grave violazione del diritto al giusto processo, contribuendo a un brusco aumento delle esecuzioni nel 2011.

    10.10.2011

    41.

    HEJAZI Mohammad

    Luogo di nascita: Isfahan / Ispahan

    Data di nascita: 1956

    Generale dell'IRGC, ha svolto un ruolo chiave nelle attività di intimidazione e minaccia contro i “nemici” dell'Iran. Ex capo del corpo Sarollah dell'IRGC a Teheran ed ex capo delle forze Basij, ha svolto un ruolo chiave nella repressione post-elettorale di manifestanti nel 2009.

    10.10.2011

    43.

    JAVANI Yadollah

     

    Capo politico dell'IRGC. Ha compiuto numerosi tentativi di reprimere la libertà di espressione e di parola mediante dichiarazioni pubbliche a sostegno dell'arresto e della pena per manifestanti e dissidenti. È stato uno dei primi alti funzionari a chiedere, nel 2009, l'arresto di Moussavi, Karroubi e Khatami. Ha sostenuto il ricorso a tecniche che violano i diritti a un processo equo, tra cui le confessioni pubbliche, e ha divulgato il contenuto di interrogatori prima del processo. È emerso altresì che abbia tollerato il ricorso alla violenza nei confronti di manifestanti ed è altamente probabile che, in qualità di membro a pieno titolo dell'IRGC, fosse a conoscenza del ricorso a tecniche dure di interrogatorio per estorcere confessioni.

    10.10.2011

    44.

    JAZAYERI Massoud

     

    Sottocapo di stato maggiore delle Forze armate dell'Iran, incaricato degli affari culturali (alias comando della pubblicità sulla difesa dello Stato). Ha collaborato attivamente alla repressione delle manifestazioni di protesta nel 2009 in qualità di sottocapo di stato maggiore. Ha annunciato, in un'intervista a Kayhan, che molti manifestanti all'interno e all'esterno dell'Iran sono stati identificati e che a loro si provvederà a tempo debito. Ha espressamente invitato alla repressione dei media stranieri e dell'opposizione iraniana. Nel 2010 ha chiesto al governo di varare leggi più severe contro gli iraniani che collaborano con i media stranieri.

    10.10.2011

    45.

    JOKAR Mohammad Saleh

     

    Delegato agli affari parlamentari delle guardie rivoluzionarie. Dal 2011 al 2016: membro del Parlamento per la provincia di Yazd e membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale e la politica estera. Ex comandante delle forze Basij studentesche.

    In tale veste ha partecipato attivamente alla repressione delle manifestazioni di protesta e all'indottrinamento di bambini e giovani allo scopo di proseguire la repressione della libertà di espressione e del dissenso. In qualità di membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale e la politica estera, ha appoggiato pubblicamente la repressione dell'opposizione al governo.

    10.10.2011

    46.

    KAMALIAN Behrouz (alias Hackers Brain, Behrooz_Ice)

    Luogo di nascita: Teheran

    Data di nascita: 1983

    Capo del cibergruppo “Ashiyaneh” legato al regime iraniano. Il team “Ashiyaneh Digital Security”, fondato da Behrouz Kamalian, è responsabile di vasti attacchi informatici contro oppositori e riformisti iraniani e istituzioni straniere. L'operato dell'organizzazione “Ashiyaneh” di Kamalian ha favorito la repressione ad opera del regime nei confronti dell'opposizione, sfociata in numerose violazioni gravi dei diritti umani.

    10.10.2011

    49.

    MALEKI Mojtaba

     

    Vicecapo del ministero della giustizia nella provincia di Khorasan Razavi. Ex procuratore di Kermanshah. Ha svolto un ruolo nell'elevato numero di pene di morte inflitte in Iran, anche perseguendo i casi di sette detenuti condannati per traffico di droga che sono stati impiccati lo stesso giorno il 3 gennaio 2010 nella prigione centrale di Kermanshah.

    10.10.2011

    50.

    OMIDI Mehrdad (alias Reza; OMIDI Reza)

     

    Capo della sezione VI della polizia, dipartimento indagini. Ex capo dei servizi di intelligence della polizia iraniana. Ex capo dell'Unità criminalità informatica della polizia iraniana. Responsabile di migliaia di indagini e incriminazioni a carico di riformisti e oppositori politici che utilizzano Internet. Si è reso pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani commesse nell'ambito della repressione di coloro che rivendicano i propri diritti legittimi, compreso il diritto alla libertà di espressione, durante e dopo il movimento verde del 2009.

    10.10.2011

    51.

    SALARKIA Mahmoud

    Ex direttore del “Persepolis Football Club” di Teheran.

    Ex capo della commissione petrolio e trasporti della città di Teheran. Viceprocuratore generale di Teheran per gli Affari penitenziari durante la repressione del 2009. In qualità di viceprocuratore generale di Teheran per gli Affari penitenziari, è stato direttamente responsabile di molti dei mandati d'arresto emessi nei confronti di manifestanti e attivisti innocenti e pacifici. Secondo quanto riferito da numerosi difensori dei diritti umani, la quasi totalità delle persone arrestate è stata tenuta in isolamento su suo ordine, senza contatti con legali o familiari e senza alcuna imputazione, per periodi di diversa durata, spesso in condizioni equivalenti a una sparizione forzata. Spesso ai familiari non è stata data notizia dell'arresto.

    10.10.2011

    52.

    KHODAEI SOURI Hojatollah

    Luogo di nascita: Selseleh (Iran)

    Data di nascita: 1964

    Membro della commissione per la sicurezza nazionale e la politica estera. Deputato parlamentare per la provincia di Lorestan. Membro della commissione parlamentare per la politica estera e di sicurezza. Direttore della prigione di Evin fino al 2012. La tortura era prassi corrente nella prigione di Evin quando Souri ne era il direttore. Nella sezione 209 sono stati detenuti numerosi attivisti a causa delle loro pacifiche attività di opposizione al governo in carica.

    10.10.2011

    54.

    TAMADDON Morteza (alias TAMADON Morteza)

    Luogo di nascita: Shahr Kord-Isfahan

    Data di nascita: 1959

    Ex capo del Consiglio provinciale per la sicurezza pubblica di Teheran. Ex governatore generale dell'IRGC della provincia di Teheran. In qualità di governatore e di capo del Consiglio provinciale per la sicurezza pubblica di Teheran, si è reso responsabile in generale di tutte le attività di repressione svolte dall'IRGC nella provincia di Teheran, compresa la repressione delle proteste politiche a partire dal giugno 2009. Attualmente membro del consiglio di amministrazione presso l'Università di tecnologia Khajeh Nasireddin Tusi.

    10.10.2011

    55.

    ZEBHI Hossein

     

    Primo viceconsigliere della magistratura e giudice della Corte suprema. Vice-procuratore generale dell'Iran (2007-2015). In tale veste è stato responsabile dei procedimenti giudiziari, promossi a seguito delle manifestazioni di protesta post-elettorali del 2009, che si sono svolti in violazione dei diritti umani. Sempre in tale veste ha tollerato pene eccessive per reati di droga.

    10.10.2011

    56.

    BAHRAMI Mohammad-Kazem

     

    Capo della corte di giustizia amministrativa. È stato complice della repressione di manifestanti pacifici nel 2009 in veste di capo della sezione giudiziaria delle forze armate.

    10.10.2011

    57.

    HAJMOHAM-MADI Aziz

     

    Giudice presso la Corte penale della provincia di Teheran. Ha preso parte a diversi processi contro manifestanti, tra cui quello contro Abdol-Reza Ghanbari, insegnante arrestato nel gennaio 2010 e condannato a morte per le sue attività politiche.

    10.10.2011

    58.

    BAGHERI Mohammad-Bagher

     

    Vicepresidente dell'amministrazione giudiziaria del Khorasan meridionale, responsabile della prevenzione della criminalità. Oltre al riconoscimento da parte di quest'ultimo, nel giugno 2011, di 140 esecuzioni capitali da marzo 2010 a marzo 2011, centinaia di altre esecuzioni avrebbero avuto luogo in segreto durante lo stesso periodo e nella stessa provincia del Khorasan meridionale, senza che i familiari o i legali ne fossero informati. Si è reso pertanto complice di una grave violazione del diritto al giusto processo, contribuendo a un elevato numero di sentenze capitali.

    10.10.2011

    60.

    HOSSEINI dott. Mohammad (alias HOSSEYNI dott. Seyyed Mohammad; Seyed, Sayyed e Sayyid)

    Luogo di nascita: Rafsanjan, Kerman

    Data di nascita: 1961

    Consigliere dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad e portavoce della fazione politica intransigente YEKTA. Ministro della cultura e dell'orientamento islamico (2009-2013). Ex dell'IRGC, è stato complice della repressione dei giornalisti.

    10.10.2011

    64.

    KAZEMI Toraj

     

    Capo della polizia Criminalità informatica designata dall'UE. In tale veste ha annunciato una campagna di reclutamento di hacker governativi per meglio controllare le informazioni su Internet e nuocere ai siti “pericolosi”.

    23.3.2012

    65.

    LARIJANI Sadeq

    Luogo di nascita: Najaf (Iraq)

    Data di nascita: 1960 o agosto 1961

    Nominato capo del Consiglio per la determinazione delle scelte il 29 dicembre 2018. Capo della magistratura dal 2009. Al capo della magistratura spetta autorizzare e approvare tutte le condanne per reati qisas (per i quali è prevista la pena del taglione), hudud (reati contro Dio) e tàzir (reati contro lo Stato). Sono comprese le condanne che comportano la pena di morte, la flagellazione e l'amputazione. Al riguardo, ha firmato di persona numerose condanne a morte in violazione delle norme internazionali, fra cui condanne per lapidazione, esecuzioni per impiccagione, esecuzione di minori ed esecuzioni in pubblico, durante le quali, ad esempio, i prigionieri vengono appesi a un ponte davanti a migliaia di persone. Ha pertanto contribuito a un elevato numero di esecuzioni e ha inoltre autorizzato condanne a pene corporali, quali amputazioni e versamento di acido negli occhi del condannato. Da quando Sadeq Larijani è in carica, si è verificato un netto aumento di arresti arbitrari di prigionieri politici, difensori dei diritti umani e minoranze. Sadeq Larijani è inoltre responsabile della sistematica inosservanza del diritto a un processo equo nei procedimenti giudiziari iraniani.

    23.3.2012

    69.

    MORTAZAVI Seyyed Solat

    Luogo di nascita: Farsan, Tchar Mahal-o-Bakhtiari (Sud) — (Iran)

    Data di nascita: 1967

    Ex sindaco della seconda città più grande dell'Iran, Mashad, dove hanno luogo regolarmente esecuzioni pubbliche. Ex viceministro dell'interno per gli affari politici, nominato nel 2009. In tale veste si è reso responsabile di aver guidato la repressione di coloro che avevano rivendicato i propri diritti legittimi, compresa la libertà di espressione. Successivamente è stato nominato capo della commissione elettorale iraniana per le elezioni parlamentari del 2012 e per le elezioni presidenziali del 2013.

    23.3.2012

    73.

    FAHRADI Ali

     

    Vicecapo dell'ispettorato degli affari legali e dell'ispezione pubblica del ministero della giustizia di Teheran. Ex procuratore di Karaj. Responsabile di gravi violazioni dei diritti umani, compresa la celebrazione di processi in cui è stata inflitta la pena capitale. Nel periodo in cui ha ricoperto l'incarico di procuratore si è registrato un elevato numero di esecuzioni nella regione di Karaj.

    23.3.2012

    79.

    RASHIDI AGHDAM, Ali Ashraf (alias Ali Ashraf Rostami Aghdam)

     

    Ex capo della prigione di Evin, nominato a metà del 2012. Durante il suo mandato, si è assistito a un deterioramento delle condizioni in carcere ed è stata segnalata una recrudescenza dei maltrattamenti ai danni dei prigionieri. Nell'ottobre 2012, nove detenute hanno iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la violazione dei loro diritti e le violenze subite per mano delle guardie carcerarie.

    12.3.2013

    83.

    JAFARI Asadollah

     

    In qualità di procuratore della provincia di Mazandaran, Jafari ha raccomandato di imporre la pena di morte nei casi da lui perseguiti, che sono sfociati in numerose esecuzioni, anche pubbliche, e in situazioni nelle quali l'imposizione della pena di morte è contraria ai diritti umani internazionali, tra l'altro in quanto pena sproporzionata ed eccessiva. Jafari si è reso altresì responsabile di arresti illegali e violazioni dei diritti dei detenuti bahài, dall'arresto iniziale fino alla reclusione in celle di isolamento presso il centro di detenzione dei servizi di intelligence.

    12.3.2013

    85.

    HAMLBAR Rahim

     

    Giudice del tribunale rivoluzionario di Tabriz, sezione 1. Responsabile di avere inflitto pesanti condanne nei confronti di esponenti della minoranza etnica azera e di attivisti impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori, con l'accusa di spionaggio, atti contro la sicurezza nazionale, propaganda contro il regime iraniano e insulti al leader dell'Iran. Uno dei casi più eclatanti ha coinvolto venti volontari impegnati in operazioni di assistenza ai terremotati (a seguito del sisma che ha colpito l'Iran nell'agosto 2012), condannati alla reclusione per aver tentato di soccorrere le vittime del terremoto. Il tribunale ha ritenuto gli operatori colpevoli di “associazione e collusione con l'intento di agire contro la sicurezza nazionale”.

    12.3.2013»

    Entità

     

    Nome

    Informazioni identificative

    Motivi

    Data di inserimento nell'elenco

    «1.

    Polizia Criminalità informatica

    Luogo: Teheran, Iran

    Sito web: http://www.cyberpolice.ir

    La polizia Criminalità informatica iraniana, fondata nel gennaio 2011, è un'unità della polizia della Repubblica islamica dell'Iran che, dalla sua istituzione fino all'inizio del 2015, è stata diretta da Esmail Ahmadi-Moqaddam (in elenco). Ahmadi-Moqaddam ha sottolineato che quest'unità perseguirà gruppi dissidenti e antirivoluzionari che hanno usato le reti sociali basate su Internet per scatenare, nel 2009, la protesta contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Nel gennaio 2012 la polizia Criminalità informatica ha emesso nuove direttive per gli Internet café, che impongono agli utenti di fornire dati personali, che saranno conservati per sei mesi dai proprietari degli esercizi, nonché una registrazione dei siti web visitati. Queste disposizioni impongono inoltre ai proprietari degli esercizi di installare telecamere a circuito chiuso, conservandone le registrazioni per sei mesi. In base a queste nuove disposizioni è possibile creare un registro che le autorità potranno usare per intercettare attivisti o chiunque sia ritenuto una minaccia per la sicurezza nazionale.

    Nel giugno 2012 i media iraniani hanno riferito che la polizia Criminalità informatica starebbe mettendo in atto una repressione delle reti virtuali private (VPN). Il 30 ottobre 2012 la stessa unità di polizia ha arrestato il blogger Sattar Beheshti senza un mandato per “atti contro la sicurezza nazionale sulle reti sociali e su Facebook”. Beheshti aveva criticato il governo iraniano nel suo blog. Beheshti è stato trovato morto nella sua cella il 3 novembre 2012 e si ritiene che sia stato torturato a morte da membri della polizia Criminalità informatica.

    12.3.2013»


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