Investimenti internazionali: verso una politica globale europea

L’Unione europea (UE) intende porre le basi di una nuova politica europea degli investimenti internazionali. Questa politica deve basarsi sulle nuove competenze attribuite all’UE per eliminare gli ostacoli ai movimenti di investimenti esteri diretti (IED). Benché l’UE sia il primo investitore e il primo destinatario mondiale di IED, i mercati emergenti stanno diventando sempre più attivi in questo settore.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo ed al Comitato delle regioni – Verso una politica globale europea degli investimenti internazionali [COM(2010) 343 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

La Commissione presenta una strategia per l’elaborazione di una politica europea degli investimenti internazionali.

In seguito all’adozione del trattato di Lisbona, l’Unione europea (UE) dispone di una competenza esclusiva per liberalizzare progressivamente i movimenti degli investimenti esteri diretti (IED) *. Una nuova politica europea deve quindi permettere di migliorare il trattamento degli investitori esteri nell’UE e facilitare l’accesso degli investitori europei ai mercati dei paesi terzi.

Gli elementi di base di una politica comune

Gli investitori europei nei paesi terzi devono poter beneficiare di un ambiente favorevole e stabile, soprattutto nei paesi le cui condizioni giuridiche, politiche o economiche sono insufficienti per garantire la sicurezza degli investimenti. In tale contesto, i paesi dell’UE concludono attualmente dei trattati bilaterali d’investimento (TBI) con i paesi terzi, al fine di ottenere delle garanzie sul trattamento dei loro investitori. Tuttavia, questa situazione crea delle condizioni di concorrenza squilibrate tra gli investitori europei.

In futuro, l’UE dovrà ottenere delle garanzie al momento dei negoziati commerciali. I suoi partner commerciali devono impegnarsi a proteggere e ad agevolare la circolazione di tutti i tipi d’investimento europei. L’UE potrebbe anche concludere accordi d’investimento autonomi con alcuni paesi (in particolare con la Cina o la Russia), al fine di accrescere il livello di cooperazione in un solo settore commerciale o per tutti i tipi d’investimento.

Gli investitori esteri nell’UE devono a loro volta beneficiare di condizioni di concorrenza eque, uniformi e ottimali.

Infine, una politica comune deve consentire di rispondere meglio alle esigenze degli investitori in ogni fase (pianificazione, stabilimento in un paese, ecc.). I paesi dell’UE devono altresì poter adottare delle misure di promozione degli investimenti, a livello nazionale, regionale e locale, in particolare attraverso gli incentivi fiscali o l’assistenza tecnica.

Un’agenda comune per i negoziati

Ogni partnership commerciale ha un carattere specifico che varia in funzione delle relazioni esistenti tra gli Stati partner. Ciononostante, la Commissione identifica una serie di principi su cui devono basarsi i suoi futuri negoziati in materia di investimenti internazionali. Si tratta segnatamente:

Questi principi devono essere formalizzati in una raccomandazione della Commissione.

Termini chiave

ATTI COLLEGATI

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali conclusi da Stati membri e paesi terzi in materia di investimenti [COM(2010) 344 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]. La Commissione propone un quadro transitorio per l’attuazione di accordi internazionali in materia di investimenti. Tale quadro deve permettere di mantenere gli accordi esistenti e di fissare le condizioni degli accordi futuri.

Procedura di codecisione: (COD/2010/197)

Ultima modifica: 10.09.2010