Riforma della politica comune della pesca

La riforma della politica comune della pesca (PCP) ha il fine di creare le condizioni di un futuro migliore per la pesca e le risorse ittiche, nonché per l’ambiente marino da cui esse traggono sostentamento. La sostenibilità è l'elemento centrale della politica proposta e la riforma deve porre fine al sovrasfruttamento e all'esaurimento degli stock. Una pesca sostenibile è una pesca esercitata a livelli che non minacciano la riproduzione degli stock e che forniscono rendimenti elevati a lungo termine. La riforma si basa su un approccio decentrato della gestione della pesca per regione e per bacino marittimo. Essa deve migliorare le norme di governance nell'Unione europea (UE) e nel mondo attraverso accordi di pesca sostenibile.

ATTO

Comunicazione della Commissione, del 13 luglio 2011, dal titolo “Riforma della politica comune della pesca” [COM(2011) 417 – non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

La riforma della politica comune della pesca (PCP) contribuirà alla Strategia Europa 2020. A tal fine, dovrà partecipare al conseguimento di una crescita sostenibile e inclusiva, di una maggiore coesione nelle regioni costiere e di solidi risultati economici nel settore.

Le proposte formulate dalla Commissione si concentrano sulla sostenibilità e sulle soluzioni a lungo termine.

Conservazione e sostenibilità

Grazie ad una gestione della pesca che elimini gli effetti negativi sugli altri stock, specie ed ecosistemi, la PCP potrà contribuire al conseguimento di un buono stato ecologico dell’ambiente marino, in linea con le disposizioni della direttiva quadro Strategia per l'ambiente marino.

Le misure adottate nel quadro della riforma della PCP dovrebbero raggiungere il rendimento massimo sostenibile (RMS) entro il 2015, conformemente agli impegni internazionali assunti dall'Unione europea (UE). Il maggior volume di catture effettuabile non deve minacciare la sostenibilità degli stock. Al contrario, deve contribuire a mantenere le dimensioni della popolazione ittica al livello di massima produttività.

Le misure proposte riguardano anche l'eliminazione dei rigetti in mare delle catture indesiderate, piani di gestione a lungo termine sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili, il miglioramento della raccolta e la disponibilità di dati completi ed affidabili per l'elaborazione delle politiche.

Un futuro per la pesca e l'acquacoltura

La PCP deve rendere la pesca e l'acquacoltura settori forti, redditizi e competitivi e occupazionalmente interessanti. Per aumentare la redditività economica ed eliminare la sovraccapacità di pesca, la Commissione propone di introdurre un sistema di concessioni di pesca trasferibili per le imbarcazioni più grandi. Questo sistema dovrebbe consentire ad alcuni operatori di riacquistare i diritti da altri operatori che desiderano abbandonare il settore. Questo sistema non richiede finanziamenti pubblici, mentre, d'altra parte, dovrebbe aumentare le entrate e creare nuove opportunità occupazionali.

Potrebbero anche scaturire misure di sostegno a favore della pesca artigianale o dello sviluppo sostenibile dell'acquacoltura.

Informazione del consumatore

I consumatori saranno più informati sulla qualità e la sostenibilità dei prodotti che acquistano. L'etichettatura potrà includere in particolare informazioni sulle tecniche di produzione o sul rispetto dell’ambiente.

Le organizzazioni di pescatori diventeranno soggetti attivi nella pianificazione delle attività di pesca dei loro membri e svolgeranno un ruolo più incisivo nell'orientamento dell'approvvigionamento del mercato e nell'aumento degli utili per i pescatori.

Una migliore governance attraverso la regionalizzazione

La riforma deve promuovere soluzioni adeguate alle esigenze regionali e locali per tenere maggiormente in considerazione le specificità dei diversi bacini marittimi. Le decisioni chiave sui principi e gli obiettivi generali della politica saranno sempre adottate a livello UE. Tuttavia, gli Stati membri potranno adottare altre misure di gestione della pesca sotto il controllo della Commissione. Per garantire una gestione efficace, gli Stati membri potrebbero in particolare adottare misure tecniche di conservazione e misure anti-rigetto e applicarle nella loro legislazione nazionale.

La Commissione prevede di estendere il ruolo dei consigli consultivi sulla politica di conservazione nell’ambito del modello di regionalizzazione. A causa della natura particolare del settore dell'acquacoltura, la Commissione propone anche la creazione di un nuovo consiglio consultivo dell'acquacoltura.

Sostegno finanziario

Il finanziamento pubblico dovrebbe coprire l'intera gamma di attività. Sarà completamente semplificato e legato al rispetto delle condizioni (compresa la sostenibilità) da parte degli operatori del settore. La Commissione propone inoltre di ammodernare il regime di intervento nell’ambito dell’organizzazione comune dei mercati. La determinazione dei prezzi d'intervento sarà decentrata e adeguata in modo da evitare la distruzione delle eccedenze di pesce per mantenere le quotazioni.

Dimensione esterna

Le azioni esterne dell'UE mirano alla sostenibilità e alla salvaguardia degli ecosistemi marini. Esse si basano principalmente sul rafforzamento della cooperazione per la condivisione delle conoscenze scientifiche e il rispetto delle norme stabilite, in particolare nella lotta contro la pesca illegale.

L'UE dovrà svolgere un ruolo più incisivo nell'ambito delle organizzazioni regionali della pesca, degli organismi internazionali e nelle sue relazioni con i paesi terzi.

Gli accordi di pesca sostenibile (APS) con i paesi terzi devono essere maggiormente incentrati su una gestione più efficiente delle risorse del mare, il miglioramento delle conoscenze scientifiche e l'istituzione di un quadro di governance di qualità.

Contesto

La riforma si basa su una vasta consultazione pubblica conclusasi alla fine del 2010. I contributi delle parti interessate sono stati utilizzati per preparare la riforma che include i seguenti elementi:

Ultima modifica: 03.12.2011