Tassazione del settore finanziario

La crisi finanziaria del 2008 ha messo in luce l’instabilità del settore finanziario. È ormai fondamentale consolidare tale settore e generare entrate che possano finanziare la lotta ai cambiamenti climatici o gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. In tale ottica l’Unione europea (UE) analizza due strumenti fiscali la cui applicazione su vasta scala consentirebbe di generare tali entrate.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 7 ottobre 2010 intitolata «La tassazione del settore finanziario» [COM(2010) 549 def. – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

La presente comunicazione propone di approfondire l’analisi di due strumenti fiscali che potrebbero essere applicati al settore finanziario:

Perché imporre tasse supplementari al settore finanziario?

Il settore finanziario è considerato uno dei principali responsabili della crisi del 2008, in particolare della notevole crescita dell’indebitamento degli Stati in tutto il mondo. Per tale ragione, la Commissione europea ritiene che l’introduzione di tasse specifiche per questo settore potrebbe avere i seguenti effetti positivi:

In che cosa consiste la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF)?

La TTF è concepita come una tassa sul valore delle singole transazioni, applicabile:

Secondo una stima basata sulle cifre del 2006, se questa tassa fosse stata applicata in tale anno, il gettito d’imposta sarebbe ammontato a circa 60 miliardi di euro, grazie a un tasso dello 0,1 % sulle operazioni su azioni e obbligazioni.

Un argomento a favore di questa tassa è che permetterebbe di mettere in atto il principio «chi inquina paga». Questa tassa potrebbe ridurre le transazioni «indesiderabili» grazie alla penalizzazione delle transazioni a breve termine. Occorrerebbe tuttavia applicarla in tutte le piazze finanziarie del mondo per raggiungere una stabilità dei mercati ed evitare la delocalizzazione. Per questa ragione la Commissione ritiene che una TTF globale sarebbe più appropriata.

In che cosa consiste la tassa sulle attività finanziarie (TAF)?

La TAF è uno strumento proposto dal Fondo monetario internazionale (FMI) (EN) (FR) (ES) e presenta le seguenti caratteristiche:

L’applicazione di questa tassa a un tasso del 5 % da parte delle 22 «economie sviluppate» prese in considerazione nel rapporto del FMI al G20, potrebbe generare entrate corrispondenti allo 0,28 % del loro PIL. Per l’UE la tassa potrebbe generare un gettito fino a 25 miliardi di euro.

In linea di principio, la TAF non modificherebbe il prezzo degli strumenti finanziari e lascerebbe inalterata la struttura del mercato. Tuttavia, essa potrebbe rafforzare gli incentivi esistenti al trasferimento dei profitti attraverso la delocalizzazione del reddito o dei compensi fuori dell'UE. Alcuni aspetti tecnici di questa tassa devono quindi ancora essere esaminati per evitare tali pratiche. La Commissione ritiene che l’applicazione della TAF sarebbe più pertinente a livello di Unione europea.

Contesto

Nella sua risoluzione sulla tassazione delle transazioni finanziarie (EN) (FR), del 10 marzo 2010, il Parlamento europeo ha invitato la Commissione e il Consiglio a mettere a punto una tassa sulle operazioni finanziarie che potesse finanziare la cooperazione allo sviluppo, aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta ai cambiamenti climatici e contribuire al bilancio dell’UE. Nel giugno del 2010, il Consiglio ha ribadito il ruolo guida che l’UE dovrebbe assumere in tale settore nel quadro di una strategia mondiale. Attualmente non esiste un consenso a livello mondiale sull’introduzione di nuovi strumenti fiscali nel settore finanziario.

Ultima modifica: 13.01.2011