Strategia di allargamento 2011-2012

La Commissione europea illustra la sua strategia di allargamento per il periodo 2011-2012. Fa il punto sui progressi del processo di allargamento nei Balcani occidentali, in Turchia e in Islanda ed enuncia le sue priorità future.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 12 ottobre 2011 dal titolo “Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012” [COM(2011) 666 definitivo – non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

Il processo di allargamento è entrato in una nuova fase, soprattutto in ragione del completamento dei negoziati con la Croazia, la cui adesione all’Unione europea (UE) è prevista nel primo semestre del 2013. Sulla base di tale successo, la Commissione europea si propone di far tesoro di questa esperienza per i negoziati futuri con gli altri Stati.

La comunicazione traccia lo stato attuale del programma di allargamento dell'UE ed enuncia le priorità della sua strategia 2011-2012, nonché i mezzi di cui conta di dotarsi per raggiungere i suoi obiettivi.

Priorità della strategia di allargamento 2011-2012

Nel quadro della sua strategia di allargamento, la Commissione raccomanda di:

Progressi compiuti dai paesi dei Balcani occidentali

I negoziati per l'adesione con la Croazia sono terminati a giugno 2011 dal momento che il paese soddisfa i criteri di adesione. Il trattato di adesione è stato firmato a dicembre 2011. Una volta espletate le necessarie procedure di ratifica, la Croazia dovrebbe divenire membro dell’UE il 1o luglio 2013.

L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia continua a soddisfare i criteri politici. Attualmente il paese sta procedendo alla riforma del parlamento, del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione. Tuttavia, il paese deve impegnarsi ulteriormente per quanto riguarda la libertà di espressione dei media e per la lotta alla corruzione. La Commissione ribadisce la proposta a favore dell'apertura dei negoziati di adesione.

Il Montenegro beneficia dello status di paese candidato dal dicembre 2010. Da allora, il paese ha migliorato il quadro legislativo e istituzionale, ma deve proseguire la politica di lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. La Commissione ha raccomandato l'apertura dei negoziati di adesione.

In Albania lo stallo politico è rimasto immutato sia prima che dopo le elezioni locali del maggio 2011. Tuttavia, verso la fine dell'anno è stato possibile ripristinare il dialogo tra le forze politiche. Il paese ha conseguito scarsi progressi in relazione ai criteri politici di adesione ma si è registrato qualche passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata.

Dalle elezioni dell’ottobre 2010, la Bosnia-Erzegovina non è riuscita a formare un governo nazionale e, di conseguenza, l'attuazione delle riforme che avrebbero consentito di compiere progressi verso l'adesione all'UE ha registrato un ritardo. Il sistema di governo del paese prevede sempre una presenza internazionale con mandato esecutivo.

In relazione alla Serbia, la Commissione ha raccomandato lo status di paese candidato, sempre che la Serbia riprenda il dialogo con Pristina e proceda rapidamente all'attuazione in buona fede degli accordi già conclusi. Propone ancora l'apertura dei negoziati di adesione con la Serbia, non appena quest'ultima avrà compiuto ulteriori progressi per normalizzare le sue relazioni con Pristina. Nel suo parere, la Commissione constata che la Serbia ha compiuto notevoli progressi verso la conformità con i criteri politici definiti dal Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993. Inoltre, il paese ha instaurato un'economia di mercato funzionante e ha raggiunto un certo grado di stabilità macroeconomica. A breve, la Commissione stima che la Serbia potrebbe adempiere agli obblighi che comporta l'adesione purché proseguano i progressi.

Nel Kosovo (ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza 1244 delle Nazioni Unite), il periodo 2010-2011 è stato caratterizzato da elezioni parlamentari anticipate e dall'elezione del presidente ad aprile 2011. In tale contesto, il paese ha compiuto scarsi progressi nel suo programma di riforme, benché abbia compiuto dei progressi in materia di scambi e di creazione di un consiglio nazionale per l'integrazione europea. Tuttavia, la criminalità organizzata e la corruzione destano sempre molte preoccupazioni. La Commissione ha però proposto l'attuazione di misure, come previsto dalla sua comunicazione del 2009, in particolare in materia di visti, scambi e partecipazione ai programmi dell'UE.

Progressi compiuti dalla Turchia

La presente strategia sottolinea che la Turchia è già in larga misura integrata nell'UE grazie gli scambi commerciali e agli investimenti realizzati nel quadro dell'Unione doganale. Tuttavia, il paese deve proseguire nei suoi sforzi per soddisfare i criteri politici di adesione. È cruciale che siano rispettati i diritti fondamentali, come la libertà di espressione, i diritti della donna e la libertà di religione.

Sulla scena internazionale, la Turchia svolge un ruolo di primo piano in relazione agli eventi sopravvenuti in Africa del nord e Medio Oriente nel 2011. Le sue relazioni con Cipro restano comunque sempre tese. La Commissione intende attuare una nuova agenda positiva in modo da consentire una cooperazione e un dialogo più stretti con il paese.

Progressi compiuti dall’Islanda

Il periodo 2008-2009 è stato caratterizzato dal tracollo dell'economia in Islanda. A poco a poco, il paese si è ripreso e ha saputo conservare una certa stabilità politica, che le ha consentito di proseguire il processo di adesione all'UE. Il livello di integrazione dell'Islanda è piuttosto elevato. La comunicazione nota lo svolgimento soddisfacente dei negoziati tra l'Islanda e l'UE.

Elementi di sostegno al processo di allargamento

La Commissione sostiene il processo di allargamento grazie a:

See also

Ultima modifica: 05.01.2012